RASSEGNA STAMPA |
Io insegnante meridionale nel profondo Nord di Giuseppina Ficarra 29-08-2008
29-08-2008
----- Original Message -----
From: Giuseppina Ficarra
To: liberazione
Sent: Saturday, August 01, 2009 1:58 PM
Subject: Ho letto l’articolo pubblicato ieri su Liberazione "Contro la Lega,
sciopero politico della scuola"
Ho letto l’articolo pubblicato ieri su Liberazione
"Contro la Lega, sciopero politico della scuola"
e naturalmente non posso che condividerlo al cento per cento con il solo rammarico di non potere partecipare a questo sciopero perché ormai da tempo pensionata. Ma già negli anni ’50 come ebbi a scrivere in una lettera pubblicata su Liberazione proprio un anno fa dal titolo <<Io insegnante meridionale nel profondo Nord>> ebbi a sperimentare il razzismo nei confronti degli insegnanti provenienti dal sud. Allora mi si rimproverava di non essere andata a scuola di dizione, ma devo supporre, alla luce dei fatti odierni, non per avere una buona dizione, che quella per una insegnante è cosa utile, ma per parlare con la loro cadenza dialettale visto che a farmelo notare fu un’insegnante di Agordo che parlava con una cantilena veneta molto pronunciata. Oggi agli insegnanti si chiede di conoscere anche il dialetto oltre che a saperlo pronunciare bene!
Io allora percepii non solo un certo razzismo, ma come un'antipatia nei confronti dei siciliani e non era certamente complesso di persecuzione o mania la mia.
Anche il nostro grande Leonardo Sciascia ebbe a scrivere <<dell’antipatia che i siciliani godono in quanto siciliani>> prima parlando di Borgese (si veda articolo o sul Corriere della Sera, 2 settembre 1984 e inserito nel volume “A futura memoria” pag.85) e poi di Quasimodo, (ivi), ricordando l’ostilità con la quale l’Italia “letteraria” reagì all’assegnazione del Nobel al poeta siciliano e cioè “Come ad una offesa”! Il verso di Quasimodo “Uomo del Nord che mi vuoi / minimo o morto per tua pace..” è un grido mosso da motivi personali ma che possiamo leggere come universali, “come espressi da un’infelice comunità insidiata dall’egoismo di uomini materiali”. E sempre Sciascia in quell’articolo notava come invece la Spagna franchista si rallegrò, a differenza nostra che pur già eravamo Repubblica democratica fondata sul lavoro, del Nobel assegnato a Juan Ramon Jimenez fuoriuscito, in esilio.
Mi piace riportare testualmente le parole conclusive di Sciascia che ancora oggi suonano attualissime. <<Ora se questo accade, come accade, a livello di “civiltà perfezionata”, non c’è da meravigliarsi che tale antipatia, digradando e degradandosi in certe piaghe di stupidità collettiva, arrivi ad invocare l’Etna a che dia lava a seppellire intera la Sicilia con tutti i siciliani>>
Giuseppina Ficarra
Palermo