RASSEGNA STAMPA |
11 febbraio 1984
Data del grande cambiamento. Data dell’infarto.
Mi trovavo a Catania,ultima tappa di un giro di riunioni dedicate al referendum sulla scala mobile. Veniv dal siracusano, in mattinata avevo tenuto due assemblee nelle centrali elettriche. A Siracusa ero giunto da Roma, dove avevo partecipato ad una tempestosa riunione dei Direttivi Cgil,cisl e Uil, conclusasi nel disastro di rottura irrecuperabile. Ero stanco, preoccupato, in preda ad una contraddizione insanabile:la mia appartenenza alla corrente socialista della Cgil che si era pronunziata per il no al referendum ed il mio convincimento profondo di non prestarmi, anche per una giusta causa, all’indebolimento delle difese dei lavoratori e, tra queste, la difesa del salario e delle pensioni dall’erosione da inflazione. Giunto a Catania nella tarda mattinata del 11 febbraio feci una cosa per me assolutamente nuova: decisi di prendere una stanza in un modesto albergo vicinissimo alla Camera del Lavoro per riposare un paio d’ore prima dell’assemblea prevista per il pomeriggio. Dall’albergo feci un’altra cosa abbastanza insolita: telefonai a casa, a Palermo. Mi rispose mio figlio Daniele che, ad un certo punto, mi domandò se avessi qualcosa, se qualcosa non andava. Meravigliato risposi di no, tutto andava bene. Ci saremmo rivisti nella tarda serata.
Dormii un paio d’ore ed il pomeriggio mi recai a piedi alla Camera del Lavoro nella suggestiva via dei Crociferi e, dopo avere scambiato qualche parola con i compagni , mi sistemai
Nel banco della Presidenza dell’assemblea che si teneva nel salone attiguo al bellissimo atrio della Camera del Lavoro.
Accanto a me Nunzio Vasta fumava un sigaro Toscano mentre Pippo Lucenti, medico, deputato, segretario della Camera del Lavoro introduceva con rapide note lo scopo della riunione. Mi sentii male quasi subito. Il maglione di lana che indossavo sotto la giacca mi soffocava, non sapevo come liberare il collo ed il petto dalla sensazione di caldo opprimente, di soffocazione, che mi attanagliava. Pippo Lucenti capì subito che stavo molto male quando mi vede alzare, abbandonare la Presidenze e uscire fuori per respirare. Mi corse dietro con altri compagni; mi sistemarono su una poltrona d’ufficio a rotelle e mi condussero fuori verso una macchina che qualcuno aveva portato davanti il portone.
Il viaggio verso l’ospedale lo ricordo ancora come una delle esperienze più terribili della mia vita. Mi sembrò interminabile, le voci dei miei accompagnatori, i rumori della strada mi giungevano filtrati da una grande sospensione di nebbia. Giunti al pronto soccorso dell’Ospedale non riuscivo a tenere le braccia al livello del tavolo dove ero steso. Ero gelato da un sudore di ghiaccio e mi sentivo il petto e la spalla attraversati da un coltello. Ricordo di aver chiesto ad una signora che era accanto al tavolo, non ricordo proprio chi fosse, di asciugarmi la fronte. L’elettrocardiogramma che mi facevano mentre mi apprestavano cure velocemente (ricordo qualcuno che chiedeva potassio) registrava scarabocchi su scarabocchi. Mi avevano preso, per mia fortuna, nel pieno di un infarto di grandi proporzioni, una ferita che tagliava in due il cuore.
Verso mezzanotte giunse all’Ospedale Giuseppina. Ma io stavo già bene ed ero già pronto a scherzare, a farmi consolare, ad abbandonarmi al mare di affetto che mi sentivo arrivare.
L’Ospedale Garibaldi di Catania era diretto del Prof. Galassi, uno che sapeva il fatto suo. Ci rimasi tre settimane fino ai primi di marzo ed è stata per me quasi una vacanza per il piacere che provavo a sentire la melodiosa parlata catanese del popolo, per come provavo ammirazione verso i giovani infermieri usciti dai corsi triennali , per i numerosi compagni, per gli amici, che non mi facevano mancare nulla e che assistevano anche mia moglie invitandola nelle loro case a pranzo a dormire.
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46 anni dopo il 26 luglio
http://www.facebook.com/giuseppina.ficarra/posts/4171319571562?notif_t=feed_comment
Vito Coniglio ha pubblicato qualcosa sulla tua Bacheca.
"tantissimi auguri ad un'amica, carissima per la nitidezza della tensione
ideale,la limpidissima coerenza,la lucidissima capacità di argomentazioni:un
sereno,felice compleanno!"
http://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2164127073004&id=1541433933