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                                                                Rassegna stampa      CULTURA MAFIOSA E MAFIA

Palizzolo  Cuffaro e il Comitato pro-Sicilia di Giuseppina Ficarra http://perlasicilia.blogspot.com/2011/01/salvatore-vaiana-riflessioni-sul.html    (*)

Nessun Comitato-pro Sicilia si è costituito in difesa di Cuffaro. Qualcosa è cambiato? Non credo. Il parallelismo Palizzolo Cuffaro regge anche sotto questo aspetto. All’epoca del processo al Palizzolo il comitato Pro-Sicilia, lo dice lo stesso nome, cavalcato dai difensori di Palizzolo, viene in verità costituito in difesa della Sicilia.  Il processo al Palizzolo infatti era diventato un processo ai siciliani attorno ai quali si disse a quel tempo “quel che Lombroso o Niceforo nei loro libri non osarono mai scrivere”.

Intanto osserviamo che diverso è il clima in cui si svolgono i due processi.

<<In effetti. il dibattito processuale che porta alla incriminazione del Palizzolo si svolge in un clima che non si limita alla valutazione di quanto avviene nell’aula, ma trascende in animosità che riflettono ed esasperano le conflittualità esistenti fra Nord e Sud. Un esempio che va oltre il segno è quello di Alfredo Oriani. In un articolo titolato Le voci della fogna, apparso su I! Giorno dell’ 8 gennaio 1900, scrive che “l’ isola è un paradiso abitato da demoni”, che “si rivela come un cancro al piede dell’Italia, come una provincia nella quale né costume né leggi civili sono possibili”. Napoleone Colajanni reagisce rimandando al mittente “l’insulto sanguinoso”, giacché “nella  fogna hanno diguazzato allegramente e vi hanno portato un lurido e pestilenziale materiale i Balabbio, i Venturi, i Venturini, i Codronchi, i Sacchi, i Cellario, i Mirri… nati e cresciuti tutti al di la del Tronto” Il Colajanni coglie anche l’occasione per rilevare e lamentare che “nella fogna ha voluto diguazzare un poco la magistratura di Milano”.  Verso la stessa magistratura meneghina non manca neppure una qualche legittima censura anche sul piano strettamente processuale. Il procuratore generale di Palermo protesta col Guardasigilli per lo spazio che il tribunale milanese dà “all’ignobile e nauseabondo spettacolo di una …privata vendetta”. E ineffabilmente il procuratore generale milanese si giustifica con lo stesso Guardasigilli, argomentando che su certi episodi il giudizio va demandato “alla pubblica opinione, la quale spesso non falla e distribuisce a chi spetta. secondo giustizia, la lode e il biasimo”. (Francesco Renda Storia della mafia  Sigma 1997 Capitolo VI  I processi Notarbartolo pag.154) >> Da questo clima, come sopra detto, nasce il Comitatopro-Sicilia

Oggi il processo e la condanna di Cuffaro non ha mai trasceso in manifestazioni di animosità Nord-Sud anche perché il Paese è in ben altre faccende affaccendato. E di conseguenza nessun Comitato pro-Sicilia a conferma che non sorgono in Sicilia pubblici comitati in difesa di mafiosi o collusi con la mafia. Ci aveva tentato Casini a salvare Cuffaro nominandolo senatore! 

E a proposito di parallelismo Palizzolo Cuffaro  ricordiamo che manifestazioni contro Palizzolo si ebbero allora come oggi contro Cuffaro.

Renda: <<“….. infine, il partito antipalizzoliano, (che) a Palermo può finalmente rialzare la testa, e sotto la guida di un comitato diretto dai principi di Camporeale e di Trabia, ma del quale molto significativamente sono partecipi anche i socialisti, promuove una grande manifestazione antimafia. la prima forse della storia. simile a quelle che poi saranno promosse negli anni ‘80 e ‘90. Al corteo che percorre Corso Vittorio Emanuele e via Maqueda. “per onorare la memoria di Emanuele Notarbartolo in senso di affermazione dei principi di moralità e di giustizia, e di protesta contro gli autori dell’esacrato delitto”, ma anche per promuovere “una sottoscrizione per un busto in marmo da collocarsi nell’atrio del Banco di Sicilia e per sostenere le spese del processo’. perché il popolo siciliano vuole contribuire direttamente alla scoperta e alla condanna dei rei”, partecipano più di 30 mila persone, 10 mila secondo la polizia. Renda op. cit.)>>

Oggi si vedano le manifestazioni di giubilo dei palermitani a piazza Politeama per le dimissioni di Cuffaro nel 2008 ("Cuffaro Dimettiti": Siciliani in piazza il 19 gennaio 2008

http://www.youtube.com/watch?v=p6frSW2IjUY&feature=related

Cuffaro si dimette: Siciliani in strada festeggiano

http://www.youtube.com/watch?v=htEanBvi9Fo&feature=related).

 Giuseppina Ficarra

Vedi  dibattito su http://perlasicilia.blogspot.com/2011/01/salvatore-vaiana-riflessioni-sul.html   

Mio commento al blog salvatore-vaiana-riflessioni-sul.html :

"Il brano citato del Prof Giuseppe Carlo Marino chiarisce bene la collusione mafia-politica senza la quale, come di recente si é espresso Roberto Scarpinato, "questo paese si sarebbe liberato dalla mafia da più di un secolo". Che é anche il pensiero di Antonio Ingroia che si chiede con amarezza "C’è un’incompatibilità sistemica dello strumento penale, dell’intervento penale sul terreno delle contiguità mafiose?" (in in Mafia e potere a cura di Livio Pepino e Marco Nebiolo EGA) La condanna di Cuffaro ci fa ben sperare, a meno che Cuffaro non sia da considerare un pesce piccolo! Ritornando a Marino ho solo qualche dubbio sul coinvolgimento "clamoroso" della plebe come viene chiamato il povero popolo siciliano, quello che contemporameamente dava vita al grandioso movimento dei Fasci siciliani! "

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Da aggiungere  a chiarimento della discussione che non bisogna dimenticare che nel dibattito che animò la Sicilia a proposito del processo al Palizzolo stavano da un lato la parte democratica radicale e socialista e dall'altr...o la parte liberal moderata e conservatrice. Significativa a proposito la dichiarazione dell’on. Angelo Maiorana, che sarebbe stato di li a poco ministro delle finanze del governo Giolitti. "Il movimento di opinione pubblica che, dopo il verdetto di Bologna, si è determinato in Sicilia, è uno dei più profondi e coscienti che da lunga pezza siensi manifestati nell’isola nostra Non giova dissimularsene né l’estensione né la intensità. Errano molti per ignoranza, taluno per malafede, quei giornali dell’Alta Italia che l’attribuiscono alla riscossa della mafia. Così dicendo, mostrano di disconoscere le più essenziali condizioni dello spirito pubblico siciliano e contribuiscono ad inasprire un dissidio che purtroppo ripete assai complesse e diverse cagioni. E vero: altra cosa è Palizzolo, altra cosa è la Sicilia. Ma che perciò? Il fatto Palizzolo non è che l’indice o l’occasione o la goccia del vaso, per usare la frase volgare; ma la questione è molto più alta e complessa. Negarla vuol dire aggravarla; falsarla. significa invelenirla”.

Per chi volesse approfondire tutta la problematica attorno al prosesso Palizzolo che da fatto giudiziario ben presto si trasformò in fatto politico rimando alle pagine di Renda: http://www.spazioamico.it/Renda_I_processi_Notarbartolo.htm

Vedi anche Delitto Notarbartolo alla luce de "Il ritorno del Principe" di Giuseppina Ficarra (http://www.spazioamico.it/Delitto%20Notarbartolo%20Annotazioni%20varie%20Giuseppina%20Ficarra.htm) e

E Parliamo di sicilianismo Giuseppina Ficarra ((http://www.perlasicilia.it/collaboratori/Ficarra_Giuseppina/parliamo%20di%20sicilianismo.HTM)

Uno scambio di idee con Salvatore Vaiana su Facebook sulla cultura del popolo siciliano

Due tesi a confronto con dibattito nota pubblicata da Giuseppina Ficarra su facebook il giorno domenica 24 ottobre 2010

Dibattito sul meridionalismo su facebook che parte da un articolo di Casarrubea