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RêdÐrãgóñ™
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GLI INSEGNAMENTI DEL PROCESSO
DI MOSCA
“ERCOLI”
Gli insegnamenti che
derivano dal processo di Mosca
contro la banda terroristica,
trotskista-zinovievista sono
numerosi, importanti e profondi.
Questi insegnamenti interessano,
non solo i partiti comunisti, ai
quali gli avvenimenti rivelati
durante il corso del processo
impongono una vigilanza
maggiore, onde evitare la
penetrazione di agenti del
nemico nei ranghi del partito
della classe operaia, ma
interessano anche tutta la
classe dei lavoratori, tutto il
movimento operaio internazionale
1 – L’importanza
internazionale del processo
contro la banda terroristica di
Trotskij e Zinoviev.
Dimitrov ha
rivelata l'importanza
internazionale del processo
contro le bande del terrore
trotskista-zinovievista,
affermando e dicharando, che:
“… il processo contro i
terroristi agenti del fascismo,
fa parte integrale della lotta
antifascista della classe
lavoratrice internazionale “.
L’esattezza di questa
affermazione è comprovata dai
fatti stabiliti al cospetto del
Tribunale pubblico, circa
l'attività dei terroristi
guidati da Trotskij e Zinoviev,
e poi confermata dall'esame
dell'attività che la setta
trotskista sviluppa al di là dei
confini dell'Unione sovietica,
nell’intento di sgretolare i
ranghi dell’organizzazione
operaia, facendo il gioco, e
coltivando gli interessi, del
nemico della classe proletaria:
il fascismo.
Nel 1931 per iniziativa di
Trotskij e sulla scorta delle
sue direttive inviate
dall'estero e che collimavano
d'altra parte, con le
conclusioni alle quali erano
giunti i terroristi nell'Unione
sovietica, questi avvoltoi
bancarottieri dell'opposizione
zinovievista, questi miserabili
parassiti dei diversi gruppi
contro-rivoluzionari battuti dal
partito della classe operaia,
schiacciati dalla vittoria
definitiva della politica del
Partito bolscevico, e del suo
Comitato Centrale leninista,
retto da Stalin, si inoltrarono
per la via di una crescente e
violentissima lotta, contro lo
Stato sovietico e il Partito
comunista, intraprendendo
l'organizzazione di atti
terroristici, contro i capi
dello Stato socialista del
Partito comunista, e del suo
Comitato Centrale. E' quindi nel
1932 che si costituisce il
centro terrorista,
trotskista-zinovievista, che
passa all’azione pratica, sotto
la guida di Trotskij,
Per il mondo capitalista,
cominciano gli anni
dell’offensiva fascista contro
la classe operaia e la
democrazia; in Germania, in
Spagna, in Austria, e in
Francia; e in questi anni, il
pericolo della guerra si
approssima: ingrandisce. Sono
nel medesimo tempo gli anni in
cui le forze delle classi
operaie e del popolo si uniscono
per fronteggiare l’offensiva
fascista; gli anni in cui il
combattimento fra le forze della
reazione e quelle democratiche
della rivoluzione, tra i partiti
fautori della guerra e quelli
difensori della pace, diviene
sempre più accanito.
L’abominevole assassinio di
Sergio Mironovic, l'ardente
tribuno rivoluzionario, segue di
qualche settimana soltanto
l’eroica lotta armata del
proletariato spagnuolo, che
sbarra le strade al fascismo.
Smascherati nella loro attività
criminale, i banditi
trotskisti-zinovievisti,
rispondono dei loro delitti,
dinnanzi al Tribunale supremo
della classe operaia, in un
momento in cui l'offensiva
fascista, entra in una nuova
fase. In Spagna, i generali
fascisti, strumenti delle
cricche reazionarie feudali e
capitalistiche, dei banchieri e
degli arcivescovi milionari,
appoggiati dal fascismo
internazionale, si rivoltano
contro il governo democratico
legale, liberamente eletto dal
popolo. In Francia, le forze del
fascismo, costrette a una
ritirata parziale, in seguito ai
successi del Fronte unico e del
Fronte popolare, si
riorganizzano e preparano nelle
loro tane nuovi attacchi contro
il regime democratico e
repubblicano. Al centro
dell'Europa, il
nazional-socialismo tedesco,
prosegue con insolenza la sua
politica di provocazione alla
guerra.
Incoraggiato dall'esitazione
degli Stati democratici
borghesi, interessati al
mantenimento della pace, il
nazional-socialismo minaccia
nella loro libertà e nella loro
indipendenza nazionale, i popoli
ceco, slovacchi, austriaci,
francesi, belgi, polacchi...
L'unità, e un saldo spirito di
implacabile decisione nella
lotta contro il fascismo, si
dimostrano sempre più come i
termini inevitabili da imporsi
alla linea di condotta nell'ora
attuale, per la difesa del
proletariato.
Ed è proprio in un simile
momento che i banditi dei
trotsksiti e degli zinovievisti,
ordiscono un insieme di crimini
sacrileghi, contro la patria
socialista, contro il Partito
bolscevico, contro i suoi capi
più amati; contro Stalin infine,
che con la sua fede sicura ha
guidati e condotti i popoli
dell'U.R.S.S., a superare tutte
le difficoltà che si opponevano
all'edificazione definitiva del
socialismo, tracciando la strada
per la lotta e la vittoria della
classe operaia nel mondo intero,
osarono levarsi contro un capo,
la cui, presenza alla testa del
Partito bolscevico e
dell'Internazionale comunista, è
necessaria per guidare milioni
d'uomini all'urto finale. Per
quale interesse i banditi
terroristi agirebbero, se non
per quello che ispira, ai nemici
implacabili della classe operaia
e dei lavoratori, la
collaborazione con il fascismo?
Noi non ignoriamo il compito
considerevole che la vittoria
definitiva del socialismo impone
ai dirigenti nella loro opera di
opera di unificazione delle
forze della classe operaia,
delle forze della democrazia e
della pace, per la lotta contro
il fascismo:
“La vittoria del socialismo
dell'Unione Sovietica, ha
dichiarato Dimitrov, nel Vlll
Congresso mondiale dell’I.C. è
una vittoria di portata storica
mondiale, e che provoca in tutti
i paesi capitalisti. Un possente
movimento verso il socialismo.
Questa vittoria conferma l'opera
di pace da svolgersi tra i
popoli, ed accresce l'importanza
nazionale dell'Unione Sovietica,
e il suo compito di potente
baluardo di tutti i lavoratori,
per una lotta sempre più decisa,
sia contro il capitalismo, che
contro le reazioni fasciste.
Questa vittoria fortifica
l'Unione Sovietica in modo che
potrà sempre più divenire la
base della futura rivoluzione
proletaria mondiale. Porrà in
movimento nel mondo intero, non
solamente le forze operaie che
si volgono sempre più verso il
comunismo, ma anche le forze di
milioni di contadini, di
lavoratori minuti della città,
di una parte considerevole di
intellettuali, nonché di tutti i
popoli schiavi nelle colonie,
entusiasmandoli nello slancio
per una lotta assetata di
libertà. La vittoria socialista
accrescerà sempre più la loro
devozione per la grande patria
di tutti i lavoratori,
stimolando sempre più la loro
risoluzione di sostenere e di
difendere a qualunque costo, lo
stato proletario contro tutti i
suoi nemici.
Questa vittoria del socialismo
aumenta la sicurezza del
proletariato internazionale, la
fiducia nelle proprie forze e
nella possibilità reale della
sua vittoria definitiva. Così
questa sicurezza si trasforma in
una enorme forza di reazione,
agente contro il dominio della
borghesia”
G. Dimitrov: Pour l'unité de la
classe ouvrière contre le
fascisme, ll, Bureau d'editions,
Paris, 1925 p. 33-34 .
Il trionfo del socialismo
dell'Unione Sovietica, riempì di
paura e di odio la borghesia
reazionaria. Il trionfo della
linea politica del Partito
comunista dell'U.R.S.S., provocò
una rabbia impotente tra i
bancarottieri zinovievisti e
trotskisti. Il colpo terrorista
che questi banditi hanno tentato
di portare al paese del
socialismo, fa parte integrante
dell'offensiva fascista contro
l'Unione Sovietica. Ma quando si
colpisce l'Unione Sovietica,
tutte le forze del progresso
della democrazia, della libertà
e della pace, sono egualmente
prese di mira. Perché l'Unione
Sovietica è il paese della
democrazia più logica, il paese
dell'unita della classe operaia,
nel quale i privilegi di casta
sono stati aboliti, perché
l'U.R.S.S. è la roccaforte
incrollabile della pace con
eguaglianza; perché il suo
esempio è di stimolo per i
lavoratori di tutto il mondo e
li invita a raccogliersi in
compatti ranghi per la difesa
della loro libertà e del loro
pane. Per tutte queste ragioni
insieme, i Partiti
ultra-reazionari, i Partiti
della guerra, concentrano contro
l'Unione Sovietica, gli attacchi
forsennati della loro stampa,
dei loro uffici di propaganda,
sforzandosi di riuscire a
distruggere un'autorità che
ingrandisce senza soste, con i
mezzi più loschi e ignobili. I
banditi terroristi che vennero
smascherati, grazie alla
vigilanza delle organizzazioni
dello stato proletario, ed
annientati dalla giustizia
proletaria furono solamente gli
strumenti dell'offensiva
disperata dei fascisti contro
l'U.R.S.S.
L'Unione Sovietica, doveva
venire a tutti i costi
screditata, isolata, battuta,
annientata, in modo che il
fascismo potesse trionfale nel
mondo intero, secondo i piani
dei banditi terroristi di
Trotskij- Zinoviev. Nessun piano
politico fu precisato e poi
elaborato, quando i
complottatori costituirono il
loro centro di terrore. Non
c'era, né ci poteva essere alcun
piano politico nettamente
dichiarato, fra della gente che
riponeva i fini essenziali della
sua attività, nel doppio gioco e
la menzogna; possedevano
soltanto un certo metodo di
lotta, una specie di prospettiva
avventurosa, che sopperiva ai
programmi mancanti.
Un metodo di lotta tra i più
vili e abominevoli: atti di
terrore contro i dirigenti del
Partito dello Stato. Una
prospettiva disfattista contro
l'Unione sovietica, che avrebbe
dovuto perire definitivamente
nella guerra scatenata contro il
potere sovietico dagli
aggressori fascisti. E sommando
questo metodo di lotta a questa
prospettiva, che altro ne
deriva, se non la restaurazione
completa del capitalismo?
La restaurazione del capitalismo
è la conseguenza logica di tutte
le posizioni e di tutte le
piattaforme dei trotskisti e
degli zinovievisti, nelle
differenti tappe della loro
vergognosa evoluzione;
dall’opposizione in seno al
Partito e contro il Partito,
fino all'ultima tappa,
all’avanguardia della
contro-rivoluzione del fascismo.
A questo risultato dovevano
giungere soltanto degli uomini
che negavano sempre la
possibilità di edificare una
struttura socialista nell'Unione
Sovietica, ossia degli uomini
che, nella loro lotta contro il
Partito, puntavano sul
fallimento della politica
comunista, sul fallimento dei
piani per l'edificazione del
socialismo; degli uomini che si
organizzavano per addivenire a
manifestazioni di strada contro
il potere sovietico, che
organizzavano fogli clandestini,
scavando il terreno sotto i
piedi del proletariato, mirando
alla disorganizzazione
dell’apparecchio statale,
tentando di colpire
particolarmente l'economia
socialista; degli uomini che,
nella loro lotta contro il
potere proletario, ricorsero ai
residui delle classi capitaliste
battute e distrutte, uomini
spregevoli, venuti fuori dai
bassifondi, pronti a compiere le
azioni più sporche, più vili e
infami che la borghesia
contro-rivoluzionaria potesse
loro comandare. Quale operaio,
quale onesto lavoratore, quale
amico sincero della libertà e
della pace non comprende che
cosa avrebbe significato per lui
e per tutta l’umanità, se
Trotskij e gli altri banditi che
agiscono ai suoi ordini, fossero
riusciti nei loro intenti
criminali? Sarebbe stata la
restaurazione del capitalismo in
Russia! La possibilità al
realizzarsi del sogno mostruoso
della reazione mondiale, di
Hitler, dei gesuiti, dei boia
fascisti assetati di sangue, dei
capitalisti e dei banchieri
pronti a gettare il mondo
nell'abisso d'una nuova
carneficina, pur di salvare
tutti ì loro privilegi.
Coloro che hanno smascherato e
annientato i banditi terroristi,
hanno agito nell'interesse
dell'umanità intera. Il processo
e il verdetto di Mosca hanno
assestato un colpo al fascismo,
agli istigatori guerraioli, ai
nemici della libertà e della
pace dei popoli, e proprio nel
momento in cui questo colpo era
e si rendeva più necessario. Il
processo di Mosca è stato un
atto di difesa della democrazia,
della pace, del socialismo,
della rivoluzione.
In questo risiede la sua
importanza internazionale.
2 - I capi reazionari della
social-democrazia, corrono al
soccorso dei banditi di Trotskij
e Zinoviev.
Chi sono
quelli che hanno osato alzare la
voce per difendere i banditi
terroristi, reclamando in loro
favore delle “garanzie
giuridiche”, e tentando di
sottrarli alla pena meritata, e
reclamata a gran voce da tutto
il popolo? Sono i capi
dell’Internazionale operaia
socialista e dell'lnternazionale
sindacale, Citrin ed Otto Bauer,
De Brouckére e Schevenels; sono
i social-democratici,
cecoslovacchi, svizzeri,
olandesi, dei paesi scandinavi,
che si incaricano di sostenere
questa disonorevole difesa,
accordando le loro voci con
quelle della stampa reazionaria
fascista di tutti i paesi.
Delle “garanzie giuridiche”. Ma
non esiste al mondo un solo
tribunale la cui composizione,
le cui leggi, la cui procedura,
offrano una completa garanzia di
equità non soltanto formale, ma
essenziale, pari a quella del
tribunale sovietico proletario,
opera di una rivoluzione, che ha
troncate le radici di tutte le
ingiustizie e di tutti i
privilegi.
I capi della social-democrazia
hanno proclamata la loro
sorpresa e la loro indignazione,
poiché il terrorismo
trotskista-zinovievista, è stato
inesorabilmente annientato dalla
giustizia proletaria. Così
facendo, hanno tentato di
gettare un nuovo turbamento nei
ranghi della classe operaia. Ma
il tentativo è fallito. Le masse
operaie, e quei lavoratori che
subiscono ancora il giogo del
capitalismo, hanno ben compreso
il senso e il fine della falsa
indignazione dei capi reazionari
della social-democrazia; hanno
compreso che si trattava di un
puro mezzo per screditare il
potere proletario, per
indebolire i legami che uniscono
i lavoratori dei paesi
capitalisti, al paese della
rivoluzione proletaria
trionfante.
Gli operai dei paesi
capitalisti, comprendono le
necessita imposte al
proletariato nella lotta
rivoluzionaria per la
distruzione dei privilegi di
classe della borghesia, per
l’annientamento totale delle
classi, onde poter col tempo
edificare alfine una società
senza classi. Comprendono che la
resistenza delle restanti classi
privilegiate, battute e
annientate, tenta di rinforzarsi
e di assumere forme di
particolare disperazione
reazionaria, allorquando le
vittorie della classe operaia
del socialismo, rendono
inevitabile la scomparsa
definitiva dei borghesi
capitalisti.
“Non bisogna dimenticare, diceva
Stalin nel 1933, nel suo storico
discorso sul bilancio del primo
piano quinquennale, che la
potenza crescente dello Stato
sovietico, aumenterà per
converso la resistenza degli
ultimi elementi delle classi
agonizzanti, le quali poiché
spirano, poiché vivono i loro
ultimi giorni, trascorreranno a
nuove forme di attacchi più
violenti, cercando un ausilio là
dove il popolo dei lavoratori
non è ancora stato conquistato
dal movimento proletario, e
mobilitando quanto può ancora
rivelarsi con una posizione
politica di incertezza, nella
lotta contro il potere
sovietico. Si serviranno della
denigrazione e della calunnia.
Così questi ultimi nemici
tentano di racimolare i
dubbiosi, gli arretrati, le
scorie dei gruppi
precedentemente battuti. Solo su
questo malfido terreno, possono
ancora tentare di procedere
insieme i contro-rivoluzionari,
i social-rivoluzionari, i
menscevichi, i nazionalisti
borghesi del centro e della
periferia; su questo terreno
tentano rimettersi in movimento
gli elementi residuati
dell'opposizione
contro-rivoluzionari, trotskisti
e deviazionisti di destra.
Simile insieme raccogliticcio
non costituisce, evidentemente,
un pericolo spaventoso, ma è
nostro dovere di considerare
quanto avviene, se vogliamo che
tutto questo abbia una pronta
fine, e senza che debba costarci
troppo caro”.
STALIN: il bilancio del I piano
quinquennale, Ufficio di
Edizioni, Parigi, pag. 38, 1933.
Quello che Stalin aveva previsto
nel 1933, previsto e temuto, si
è realizzato passo passo. I
frammenti dei gruppi
contro-rivoluzionari
Trotskisti-zinovievisti, sono
partiti in lotta disperata
contro lo Stato sovietico,
appoggiandosi non solamente sui
residui delle classi
privilegiate, ma facendo stretta
lega con la reazione
internazionale, con i fascisti,
nel momento stesso in cui il
fascismo lanciava in tutto il
mondo un attacco feroce contro
la classe operaia.
I capi reazionari della
social-democrazia si erigono
come degli accusatori, per
esigere dalla classe operaia
dell'U.R.S.S. la più completa
giustificazione dei suoi atti. E
chiedono, niente di meno, la
giustificazione di quanto
l'Unione sovietica compie,
servendosi con fermezza del
potere dello Stato per
annientare gli agenti della
reazione capitalistica e gli
agenti del fascismo. Chiedono
che il popolo dell'U.R.S.S.
giustifichi la sua lotta
difensiva contro coloro che in
tutti i paesi capitalisti
d`Europa, dell'Asia e
dell'America, hanno
perseguitati, strangolati,
gettati in prigione, inviati al
supplizio, i figli migliori
della classe operaia, i più
validi campioni della libertà e
della pace. Se esiste un sol
paese al mondo, dove sia
possibile far cadere sui
fascisti la spada della
giustizia proletaria, questo
paese è l’U.R.S.S.; e questo
paese dovrebbe trattenere i suoi
colpi contro i nemici, dovrebbe
giustificarsi di fronte agli
amici dei suoi nemici stessi?
L’avanguardia della classe
operaia non ha proprio nessun
bisogno di giustificare, davanti
agli attacchi critici dei capi
social-democratici gli atti del
potere proletario dell' Unione
sovietica; al contrario, sono
proprio questi capi reazionari
della social-democrazia che
devono rispondere all' Unione
sovietica della responsabilità
che si sono assunti proteggendo
i banditi trotskisti,
collocandosi accanto al fascismo
e aiutando questi nemici dei
proletari e della pace del
mondo, con l’aria di
salvaguardarli soltanto nel loro
diritto alla vita. Se per caso
qualcuno tra di noi può ancora
stupirsi del modo come i capi
social-democratici reazionari
hanno utilizzato il processo di
Mosca, ciò vuol dire che questo
nostro amico non ha ancora
giustamente compreso il problema
dei nostri rapporti con la
social-democrazia e il compito
che i capi social-democratici si
impongono nella loro lotta di
classe, diretta dal fascismo,
contro i proletari. Sarebbe
sciocco considerare questi
rapporti in modo superficiale, o
come un semplice... idillio
politico; non c'è dubbio che nei
momenti più critici,
contrassegnati da una lotta
esacerbata di classi - la lotta
del proletariato e delle grandi
masse lavoratrici contro la
borghesia reazionaria - i capi
reazionari della
social-democrazia tentano con
ogni mezzo di sconvolgere i
ranghi della classe operaia. La
posizione assunta dai capi
reazionari della
social-democrazia
internazionale, nei riguardi del
processo di Mosca, si spiega in
correlazione di tutta la
situazione internazionale, e
particolarmente con lo
svilupparsi della politica del
Fronte unico e del Fronte
popolare dell’Internazionale
comunista. I capi reazionari
della II Internazionale, si sono
sempre opposti al Fronte unico e
al Fronte popolare, temendo che
la realizzazione dell'unità
d’azione dei due fronti
giungesse a distruggere
l’influenza che questi capi
reazionari esercitano ancora su
una minoranza della classe
operaia. Dopo il VII Congresso
mondiale dell'l. C., alcuni di
questi capi avevano sperato, che
per impedire il definitivo
compiersi della funzione storica
che ci eravamo imposta - fusione
delle forze del proletariato e
delle masse popolari in una sola
lotta contro il fascismo -
sarebbe stato sufficiente per
loro di respingere
sistematicamente tutte le nostre
proposte di unità d'azione con
la seconda internazionale. Altri
di questi capi si consolavano
all’idea che il compito da noi
invocato, al VII Congresso
mondiale, corrispondesse
soltanto a una “svolta
temporanea”. Ma tanto gli uni,
quanto gli altri, si sono
grossolanamente ingannati. La
realizzazione del Fronte unico e
del Fronte popolare è il compito
storico che la classe operaia
nel periodo attuale ha compreso
come l’unico di sua spettanza,
concentrando e raccogliendo
tutte le sue forze per non
mancarlo. D'altra parte, la
nostra politica di Fronte unico
e popolare ha già riportato,
malgrado la resistenza degli
elementi reazionari e
social-democratici, dei
notevolissimi successi, non
soltanto in Francia e in Spagna,
ma anche in altri paesi. E gli
avvenimenti spagnoli e francesi
hanno ancora una volta
dimostrato che la sintesi delle
forze della classe operaia, e
delle masse popolari per la
lotta contro il fascismo non è
effettuabile senza che si
provochi, nel momento
determinato, l’accentuazione
della lotta di classe. Gli
elementi più reazionari della
borghesia, costretti a battere
in ritirata dinnanzi alla
compattezza unitaria tra la
classe operaia e le masse
popolari, raccolgono nuovamente
tutte le loro forze per
preparare ancora un’altra
offensiva disperata contro il
regime democratico, che la
classe operaia difende. Questo
comporta in certi momenti la
ripresa di una lotta di classe,
di una lotta di classi armate
l’una contro l’altra, come
quella che oggi si combatte in
Spagna. Battaglie di classi,
paragonabili ai grandi scioperi
che seguirono in Francia la
vittoria elettorale del Fronte
popolare.
Il Partito comunista, il più
logico difensore dell'unità,
proclamando e fissando con
limpidezza e alto spirito di
iniziativa i compiti che
attualmente s'impongono alla
classe operaia, si arroga così
il naturale diritto di essere
all’avanguardia di questi
combattimenti, che potenziano
sempre di più il suo prestigio.
Nella gelosa difesa di tanto,
noi dobbiamo cercare le origini
della campagna scatenata dai
capi reazionari della social
democrazia, nei giorni del
processo di Mosca, per
sradicarle. Campagna contro il
Fronte unico; campagna contro il
Fronte popolare.
Senza il processo di Mosca, i
capi reazionari della
social-democrazia, avrebbero
certamente cercato e trovato
qualche altro pretesto per
scatenare la lotta. Gli attacchi
della social-democrazia, sono
stati diretti in prima linea
contro l’Unione Sovietica,
perché l’autorità crescente di
questa, del suo edificio sociale
e della sua politica estera, è
uno dei successi fondamentali
sul quale si basano i vantaggi
della nostra politica dei Fronti
Unico e Popolare.
Ogni attacco destinato a frenare
e rendere più difficile la
realizzazione dell'unità della
classe operaia e la totale
unione delle masse popolari
contro il fascismo, serve al
fascismo soltanto. La lotta tra
noi e la social-democrazia
reazionaria, a proposito del
processo di Mosca, fa parte
integrante della lotta che
l’avanguardia della classe
operaia, conduce contro il
fascismo.
L’offensiva della
social-democrazia, venne
scatenata dopo la riunione che
tennero i capi
dell’Internazionale
operaia-socialista e della
Internazionale sindacale a
Parigi, nel mese di agosto. Lo
scopo, non era di sollevare un
grande movimento favorevole ai
miserabili banditi terroristi -
cosa impossibile questa - ma di
tentare, ancora una volta, di
approfondire e allargare la
scissione, in seno alla classe
operaia. Fin dall'inizio di
questa campagna, la stampa
social-democratica affermava
brutalmente che il Fronte unico,
l’alleanza tra i Partiti
socialista e comunista,
realizzata in Francia e in
Spagna, per lottare contro il
fascismo, era rimessa in
discussione. Questo attacco
apparve quindi direttamente
condotto contro le nostre
tendenze sempre più favorevoli,
per un avvicinamento tra operai
comunisti e operai socialisti in
Cecoslovacchia, nel Belgio,
nella Svizzera, in Inghilterra e
in altri paesi.
Prendiamo ad esempio, la
Cecoslovacchia. Trascorrono
alcuni giorni e la stampa
social-democratica cecoslovacca,
non parla più del processo di
Mosca; e l'offensiva
cecoslovacca, contro il Fronte
unico, è condotta al fine di
distruggere i risultati già
ottenuti. l reazionari della
social-democrazia svizzera,
agiscono poi in modo ancora più
chiaro. Durante l’assemblea del
Partito social-democratico di
Zurigo, si vota con 133 voti
contro 52, una risoluzione che
dichiara come, dopo il processo
di Mosca, il Partito
social-democratico si trovi
nell’impossibilità di mantenersi
nella comunanza d’azione
precedentemente stabilita con il
Partito comunista.
In Francia e in Spagna, dove la
grande maggioranza degli operai
socialisti, non avrebbe
tollerato una rottura del Fronte
unico, da parte dei suoi capi,
la campagna social-democratica
riportò qualche successo,
insignificante però, ed in paesi
dove, flno ad oggi, i progressi
dell'unità d'azione contro il
fascismo, sono rimasti assai
deboli. Quindi, proprio in
questi paesi la classe operaia
venne a trovarsi, di fronte agli
attacchi del fascismo, in una
situazione estremamente grave.
Ed è precisamente in questi
paesi che l'unità delle classi
operaie deve venir
necessariamente raggiunta,
poiché essa è necessaria per la
vita della classe, quanto il
pane, l’aria, il sole.
La Cecoslovacchia, il Belgio, la
Svizzera, l'Olanda, si trovarono
fra questi paesi la cui
indipendenza nazionale è
direttamente minacciata dai
piani di guerra del
nazional-socialismo tedesco. I
fascisti tedeschi che hanno
organizzato l'intervento armato
in Spagna, per sostenere la
ribellione dei generali
fascisti, hanno incluso nel loro
piano, l’organizzazione di un
simile intervento, anche in
Cecoslovacchia e nel Belgio. Si
impone quindi d'urgenza, la
necessità di organizzare in
questi paesi un'unità frontale
della classe operaia, per
vincere il pericolo. In
Cecoslovacchia, questa unità si
impone poi come condizione prima
per la difesa vittoriosa
dell’indipendenza della
Repubblica Cecoslovacca contro
l’assalto fascista. L'unità
della classe operaia nel Belgio
è una condizione indispensabile
per arrestare lo slittamento di
questa nazione, verso un regime
fascista, che spalancando le
porte all'intervento straniero,
distruggerebbe la libertà e le
organizzazioni della classe
operaia belga. In Svizzera, i
nuclei dirigenti della borghesia
minacciano la liberta popolare
che già sono riuscite a
scuotere, e sempre più
guadagneranno terreno, quanto
più il proletariato e il popolo
ritarderanno ad unirsi per
difendersi.
A qual fine, i capi
social-democratici reazionari
hanno scatenato in questa
situazione, un feroce attacco
contro il Fronte unico?
Le misure energiche degli organi
del potere sovietico per
sopprimere dei banditi
terroristi, agenti del fascismo,
l'unanimità con cui le masse
popolari dell'Unione Sovietica
hanno appoggiato questa
azione, non dovrebbero forse
venir sempre citate come esempio
per una agitazione continua di
tutte le classi operaie e di
tutti i popoli minacciati dal
fascismo?
I capi reazionari della social
democrazia si sono ingannati
nelle loro speranze, perché non
sono riusciti e non riusciranno
mai, con le loro provocazioni, a
frenare la nostra lotta per il
Fronte unico e quello popolare.
I Partiti comunisti, hanno
assunto nel loro insieme questa
posizione e la manterranno. A
tutte le Sezioni
dell'Internazionale comunista
noi indichiamo l'esempio dei
compagni spagnoli, i quali hanno
intrapresa a fondo una lotta
diretta e armata, per
schiacciare la muta dei generali
fascisti, che operano contro la
Repubblica democratica. Questi
camerati spagnoli, difendendosi
e combattendo, hanno scaltrita
la loro vigilanza di classe.
Ecco perché, al primo annuncio
del processo contro le bande
terroriste di Mosca, compresero
subito che gli accusati,
tradotti dinnanzi al tribunale
proletario, per aver osato
levare la mano contro la
Repubblica sovietica, erano
gente della stessa razza dei
banditi fascisti. organizzati
per combattere la Repubblica
democratica spagnola. Ciò perché
seppero immediatamente stabilire
una linea di raffronto tra i
condannati
trotskisti-zinovievisti, già
operanti nell'Unione sovietica,
e la lotta all'ultimo sangue
contro gli elementi trotskisti,
che agiscono in Spagna, come in
tutti gli altri paesi, in
qualità di agenti diretti del
fascismo. l documenti pubblicati
dai nostri compagni spagnoli,
che rivelano la collaborazione
fra trotskisti e fascisti
spagnoli, le prove fornite
sull'attività provocatoria
svolta dai trotskisti spagnoli
al fine di infrangere i Fronti
unico e popolare, costituiscono
documenti preziosi che
confermano pienamente le
conclusioni alle quali sono
giunti gli organi della difesa e
della sicurezza dello Stato
sovietico. Questi documenti
devono essere utilizzati a fondo
in tutti i paesi, per
smascherare definitivamente le
rimanenze settarie del
trotskismo
contro-rivoluzionario.
Solo assumendo una posizione
cosi energica e risoluta, si può
controbattere e spezzare
l’offensiva condotta in favore
del vile terrorismo trotskista e
preservare i Fronti unico e
popolare dagli attacchi dei capi
social-democratici reazionari.
Questo atteggiamento energico e
risoluto è indispensabile se si
vuole che gli insegnamenti
derivanti dal processo di Mosca
possano dare alle classi operaie
e alle grandi masse dei
lavoratori i frutti che ci
attendiamo.
3 – Il trotskismo é
un'agenzia fascista che funziona
in seno alla classe operaia.
“ lo mi
rifiuto di credere che il
Trotskij sia un complice diretto
di Hitler” afferma De Brouchère,
presidente dell'Internazionale
operaia socialista. E Otto Bauer,
come sempre, disposto nei
momenti decisivi e di fronte
alle questioni risolutive, a
collocarsi a fianco dell'ala
reazionaria della
social-democrazia, fingendo
abilmente intenzioni e linguaggi
di “sinistra “, reclama delle
“prove “.
Delle prove? Ma tutte le prove,
che i più scrupolosi giudici
avrebbero potuto esigere, sono
state strafornite dal processo.
Alle assise pubbliche del
Tribunale Supremo, gli stessi
capi della banda terrorista,
sono stati costretti a
confessare i loro crimini. Il
legame con il fascismo è stato
provato, non solamente da una
comunanza di programma e di fini
- assassinio dei capi del potere
proletario, rovesciamento con la
violenza della dittatura del
proletariato, disfatta
dell'Unione Sovietica in caso di
guerra e restaurazione del
regime capitalista - ma anche
per l’appoggio concreto e
diretto accordato dalla Gestapo
ai loschi agenti di Trotskij,
per condurli, mediante documenti
falsi in U.R.S.S., e per
aiutarli così a preparare a
perpetrare i loro delitti.
Nessuno può mettere in dubbio
l’autenticità di fatti
confermati da una riprova che è
sempre stata considerata, da
quando esistono al mondo una
giustizia e dei giudici, come
decisiva e irrefutabile: la
confessione degli accusati.
Non vi basta? Volete delle altre
prove? Ma guardatevi intorno,
osservate, analizzate l’attività
che la setta
contro-rivoluzionaria dei
trotskisti svolge in tutti i
paesi e non vi sarà più
possibile di dubitare come
questa setta non sia altra cosa
che una filiale, un'agenzia del
fascismo, funzionante in seno
alla classe operaia.
“... Il trotskismo è un reparto
di avanguardia della borghesia
contro rivoluzionaria, che
conduce la lotta contro il
comunismo, contro il potere
sovietico, e contro
l’edificazione del socialismo in
U.R.S.S.
Chi è che ha dato alla borghesia
controrivoluzionaria, un'arma
spirituale, valida per
combattere il bolscevismo, sotto
forma di quella “persuasiva”
tesi circa l'impossibilità di
costruire il socialismo nel
nostro paese, e sulla
degenerazione inevitabile del
movimento bolscevico, ecc.? Il
trotskismo!
E non si può considerare mero
caso che tutti i gruppi
antisovietici in U.R.S.S., nei
loro tentativi di giustificare
la inevitabilità della lotta
contro il potere sovietico,
abbiano invocato la tesi
trotskista, arciconosciuta,
sull’impossibilità di costruire
il socialismo nel nostro paese,
sulla degenerazione, inevitabile
col tempo, del potere sovietico,
e sul probabile ritorno del
capitalismo.
Chi ha dato alla borghesia
contro-rivoluzionaria dell`U. R.
S. S., un'arma tattica, sotto
forma di tentativi d’azione
diretta e dichiarata, contro il
potere sovietico? Il trotskismo;
che ha tentato di organizzare
delle dimostrazioni
antisovietiche a Mosca e a
Leningrado, il 7 Novembre 1927.
E' un fatto provato che le
manifestazioni antisovietiche
dei trotskisti hanno restituito
un qualche coraggio alla
borghesia, e favorita la
campagna di sabotaggio degli
specialisti borghesi.
Chi è che ha dato alla borghesia
contro-rivoluzionaria un'arma
organizzativa, sotto forma di
tentativo atto a costituire
delle organizzazioni
antisovietiche clandestine, è il
trotskismo con l'organizzazione
di propri gruppi illegali,
anti-bolscevichi. Ed è ancora un
fatto provato, che l’azione
antisovietica clandestina dei
trotskisti ha facilitata la
cristallizzazione organica dei
gruppi antisovietici in U.R.S.S.
Il trotskismo è un distaccamento
d'avanguardia della borghesia
contro-rivoluzionaria.
Ecco perché il liberalismo, nei
riguardi del trotskismo, per
quanto spezzato e camuffato, si
è spinto, in pieno tradimento
della classe operaia, fino ai
limiti di una condotta
inconseguente confinante con il
delitto”.
- STALIN: Le questioni del
Leninismo, volume II (edizione
russa). -
Queste parole scritte da Stalin
nel 1931, non erano soltanto una
direttiva per i comunisti, ma
contenevano anche un
avvertimento molto serio per il
movimento operaio del mondo
intero. Se questo storico
avvertimento fosse stato
compreso da tutti, e con le sue
logiche conseguenze,
l’epurazione, nei ranghi della
classe operaia, degli agenti del
nemico, sarebbe stata
enormemente facilitata. Tutta
l’attività seguente dei
trotskisti, conferma l'alto
valore della definizione data da
Stalin nel 1931.
Due grandi obbiettivi storici si
impongono attualmente alla
classe operaia. Il primo è la
lotta contro il fascismo per la
difesa conseguente di tutte le
conquiste del proletariato e
delle masse popolari e, in prima
linea, per la difesa delle
libertà democratiche che il
fascismo tenta di annientare,
per instaurare la propria
dittatura sanguinaria. Il
secondo, è la lotta per la pace.
In merito a questi due
obbiettivi, il XII Congresso
dell'Internazionale comunista ha
stimolata l’attenzione di tutto
il mondo, denunciando nel
fascismo il nemico mortale degli
operai, dei lavoratori, del
progresso, della civiltà umana,
nonché l’istigatore d'una nuova
guerra mondiale. Questo
Congresso ha mostrato a tutti
che la realizzazione dell'unità
della classe operaia col Fronte
popolare e con tutte le forze
antifasciste e col fronte ben
più esteso di tutti gli amici
della pace e della vita,
permetterà di sbarrare la strada
al fascismo, sconfiggendolo.
Nella lotta contro il fascismo e
per la pace, la più stretta
unità venne stabilita tra il
proletariato e le grandi masse
lavoratrici nei paesi
capitalistici, da una parte, e
la classe operaia, e i popoli
della Unione Sovietica
dall'altra parte. Di questa
Unione Sovietica, i cui
progressi nella realizzazione
del socialismo sono colpi
mortali inferti al cuore del
fascismo stesso e sono, nel
medesimo tempo, le garanzie più
calde per la causa della pace.
Milioni e milioni di lavoratori
hanno maturata sempre più una
coscienza della necessità
dell'unione di tutti i proletari
e i lavoratori nella lotta
contro il fascismo e per la
pace. In tutti i paesi questa
coscienza trascina e spinge al
combattimento antifascista,
delle masse sempre più grandi;
ed ecco la sorgente di energie
che produce le vittorie
riportate in Francia e in Spagna
sul fascismo. Ecco la sorgente
profonda che muove questa nuova
ondata di masse operaie
lavoratrici, che lottano per i
propri interessi e la propria
libertà, contro le congreghe più
reazionarie e fanatiche al
servizio della borghesia.
Malgrado questi incontrastabili
progressi, o forse proprio a
causa di questi, si colgono
ancora sul fatto dei piccoli
nemici, che si sforzano di
penetrare nei meandri delle
classi operaie e nelle loro
organizzazioni, per minare col
tradimento il fronte
antifascista, forgiato nella
asperità del combattimento.
Questi nemici sono i trotskisti
che oggi si preoccupano di
proclamare come non sia più il
momento di fare fuoco unicamente
sul fascismo. Sperando sul
fascismo, affermano i trotskisti,
la classe operaia fallisce il
suo compito, abbandonando la sua
lotta contro il capitalismo,
instradandosi verso la
capitolazione e il tradimento.
Cosi, mentre l’esperienza
politica dell'Italia, della
Germania, dell'Austria, convince
l'enorme maggioranza dei
lavoratori circa la necessità di
opporsi alla distruzione degli
ultimi resti delle libertà
democratiche, che i reazionari e
la borghesia vorrebbero al più
presto polverizzare, proprio
mentre l’esperienza politica di
quei tre paesi insegna come sia
necessario difendere le libertà
democratiche e di servirsi di
queste istituzioni per arrestare
la marcia minacciosa del
fascismo, sviluppando per
converso la lotta feconda delle
masse lavoratrici, proprio in
questo momento i trotskisti se
ne vengono fuori a proclamare
che la difesa delle libertà
democratiche, è, al contrario,
un'illusione, un pericolo, in
quanto la “democrazia
borghese deve inevitabilmente
trasformarsi in fascismo! “.
Nel momento in cui il fascismo
accentua sempre più il suo
atteggiamento provocatorio e
fautore della guerra, nel
momento in cui il fascismo
italiano prosegue la sua guerra
in Africa e minaccia di
estendere il conflitto fino al
continente europeo, nel momento
in cui il nazional-socialismo
tedesco prende a calci tutti i
suoi obblighi internazionali,
riducendo il popolo tedesco in
miseria e in schiavitù, mediante
una politica sfrenata di
armamenti e di militarizzazione,
agitando la fiaccola della
guerra nel centro dell'Europa e
minacciando l’indipendenza
nazionale dei popoli che vivono
alle sue frontiere, proprio in
un simile momento, la più
importante preoccupazione dei
trotskisti è di dimostrare che
il fascismo non ha invero nessun
particolar compito, niun
rilievo, veruna importanza,
nella preparazione della guerra!
«Quel che trascina alla
preparazione della guerra -
questo è quanto si può leggere
in uno dei tanti e immondi fogli
che i trotskisti infettano con
le loro parole, nei vari paesi -
non è affatto la forma del
governo. Non vi e nessuna
differenza, nei riguardi della
guerra, tra le nazioni
democratiche e quelle fasciste.
La forma di Stato della
dittatura capitalista, e una
questione secondaria”.
I contro-rivoluzionari
trotskisti si dimostrano, e
sempre in forma più diretta, dei
soccorritori dei guerraioli
fascisti, riservando tutte le
loro agitazioni politiche per
gli stati democratici
“privilegiati e satolli...” (la
terminologia trotskista fà il
paio con quella dei proclami
bellicosi di Hitler e
Mussolini), e assumendo la
difesa del social-nazionalismo
tedesco, il quale, poverino, ha
la colpa di volersi liberare dal
giogo del trattato di
Versailles. E tutto questo,
proprio nel momento in cui non
resta più niente di questo
trattato, e il fascismo nel...
pacifico intento di imporre ai
popoli un nuovo “trattato di
Versailles”, cento volte più
barbaro e odioso di quello del
1919, spinge l’umanità intera
nel fuoco di una nuova guerra
mondiale.
La setta contro-rivoluzionaria
dei trotskisti, dirige la sua
attività in tre direzioni
principali. Innanzi tutto il
trotskismo si sforza con tutti i
suoi mezzi di infrangere gli
stretti legami che uniscono il
proletariato dell'Unione
sovietica alle masse popolari
dei paesi capitalisti; poi tenta
con ogni mezzo di impedire la
realizzazione dell’unità della
classe operaia, nella sua lotta
contro il nemico fascista e per
la difesa della pace tentando
dovunque di ingenerare scissioni
per disgregare e disperdere
questa unità delle vive forze
operaie; infine, cerca, con ogni
impegno possibile, di ostacolare
l’adunarsi intorno alla classe
operaia delle grandi masse
lavoratrici popolari, ossia
delle forze progressiste e
antifascista della piccola
borghesia delle città e della
campagna: adunanza totale che si
impone come decisiva condizione
ai fini della lotta vittoriosa
contro il fascismo. Gli scopi a
cui mira il trotskismo in queste
tre direzioni collimano
pienamente con quelle dei
fascisti. Se screditeremo
un`Unione Sovietica, se
scinderemo l’organizzazione
della classe operaia, se
isoleremo il proletariato dai
suoi alleati, chi ne trarrà
maggior profitto? Il fascismo.
Alla base di tutti i propositi
dei banditi trotskisti è
riconoscibile sempre un
sentimento solo: l’odio. L’odio
che ispirò le campagne
antisovietiche dei fascisti che
di odio per l'U.R.S.S., sono
impregnati da capo a piedi.
Sempre lo stesso odio e quindi
sempre le stesse ignobili
provocazioni.
l fascisti sono, e prima d'ogni
altra cosa, interessati a
distruggere l’influenza
rivoluzionaria che la vittoria
grandiosa del socialismo
nell'Unione Sovietica può
esercitare sulla coscienza di
tutti coloro che vivono come
degli oppressi e degli
sfruttati. I trotskisti.
alimentando questo interesse, si
sforzano di rialzare il
prestigio del fascismo,
proclamando che “la spinta del
fascismo, l'impulso fascista
guadagna più rapidamente terreno
dell'edificazione del socialismo
nell'U.R.S.S.” Oggi, più nessuno
contesta il successo
dell'edificazione socialista,
salvo i giornali trotskisti e i
discorsi della propaganda
fascista.
Questa gente ha troppo interesse
a sostenere che i progressi del
popolo russo in realtà non
esistono. Il movimento
stakanovista, che apre dinnanzi
alle masse lavoratrici dell'U.R.S.S,
nuove prospettive per un
miglioramento dei livelli di
vita del popolo, con il
raggiungimento di una condizione
quotidiana più agevole e felice,
ha suscitato l’ammirazione del
mondo intero. La stampa
fascista, per converso, si
diverte a lanciare, e a
diffondere, delle ridicole
menzogne, pretendendo che in
seguito a simile movimento, la
situazione materiale dei
lavoratori sovietici, si aggrava
di giorno in giorno. Possiamo
leggere le stesse cose nei fogli
della propaganda trotskista. Ora
il prestigio crescente del paese
del socialismo, che conduce una
politica conseguente e ardita
per la difesa della pace e della
libertà provoca nei fascisti una
inquietudine e un odio
particolari. Ma ancora una volta
i signori trotskisti si
impegnano per fornire a questi
nemici, molti “argomenti”, i
quali oltre a screditare la
politica di pace dell'U.R.S.S.,
ridanno fiducia alle incertezze
dei sostenitori del capitalismo.
l patti di mutua assistenza
conclusi dall'Unione Sovietica
con alcuni di questi Stati che,
fino ad oggi, non si sono ancora
interessati al pericolo
eventuale di una guerra senza
quartiere. sono caratterizzati e
definiti dai pennivendoli
trotskisti come delle “alleanze
militari”, che “obbligano” il
nazional-socialismo tedesco, a
difendersi, a raddoppiare ancora
i suoi armamenti. Con questa
stessa sfrontata menzogna le
propagande tedesche si sforzano
di impedire ogni tentativo per
consolidare una pace tra i
popoli e mascherano, come meglio
possono, la loro politica
guerrafondaia.
Non è trascorso molto tempo. da
quando i rappresentanti di
diecine di milioni di uomini si
sono riuniti a Bruxelles per
affermare la loro salda volontà
di lotta a sostegno d’una pace
duratura, contro gli aggressori
criminali, e per organizzare, ai
fini di questa pace, tutte le
masse. La parata bellicosa di
Norimberga ha provato che
l’aggressore più pericoloso e
stigmatizzato dai progressisti
di Bruxelles, si riassume nel
fascismo tedesco di Hitler. E
ancora una volta gli ululati
rabbiosi dei
contro-rivoluzionari trotskisti
si fondono con l'abbaiare dei
cani fascisti.
Nell'unità d’azione della classe
operaia, i fascisti scorgono la
più grande minaccia per la loro
sete di dominio e per i loro
piani. Se la classe operaia
resta divisa, il fascismo
trionfa; ma ogni successo
dell’unità dei lavoratori, segna
una disfatta per i fascisti. E
ancora una volta il banditismo
trotskista, scorgendoci un
pericolo, stende la propria
mano. La lotta per l’unità,
blaterano i fogli degli
scribacchini fascisti, è una
“superstizione “, una
“pericolosa illusione “, una
“sciocchezza “, nonché un
“crimine “. Fin dai primi
successi ottenuti dal Fronte
unico in Francia i
contro-rivoluzionari trotskisti,
si sono imposti il compito di
impedire, con ogni genere di
provocazioni, il Fronte Unico;
quel Fronte che ha permesso, ai
proletari francesi di respingere
l'offensiva fascista negli anni
1934-35, riportando la vittoria
elettorale del 1936; quel Fronte
Unico che ha decuplicate le
forze del paese in sindacati
compatti, quel Fronte, grazie al
quale i francesi ottennero, con
una lotta aperta, le grandi
conquiste economiche del giugno
1936.
Nei suoi “messaggi”, Trotski,
scatena le sue folgori contro
ogni organizzazione operaia che
osi tendere verso una politica
unitaria, e giunge a prescrivere
all' “Indipendent Labour Party”
la rottura dei rapporti con i
comunisti. Siccome questo
partito non volle obbedire,
Trotski gli lanciò l'anatema
contro. Egli proclama che la
politica di unità della classe
operaia, è una politica “dettata
esclusivamente dagli interessi
della diplomazia sovietica”, e
che l'Internazionale comunista è
lo “strumento della politica
estera russa”. Così Trotski,
fornisce a Hitler e Goebbels la
parola d'ordine fondamentale per
il congresso di Norimberga.
Nella realizzazione completa
dell'unità delle forze della
classe operaia che, come tale,
unifica a sé e alla propria
influenza la massa della piccola
borghesia delle campagne e delle
città, il fascismo scorge un
altro grandissimo pericolo per
l'avvento del suo dominio, per
la esplicazione dei suoi piani
capitalisti. E ancora una volta,
il trotskismo
contro-rivoluzionario, vola in
soccorso del fascismo,
dichiarando che il Fronte
popolare è soltanto una
“rinuncia alla lotta di classe
“, una “collaborazione con la
borghesia imperialista”. In
Francia, lo scopo perseguito
dalla setta
contro-rivoluzionaria trotskista
è quello di rompere il Fronte
popolare, favorendo quindi, con
un rafforzarsi della “destra”,
una possibile instaurazione
dittatoriale di tipo fascista.
Così pure in Spagna, il Fronte
popolare. rappresenta per i
trotskisti un “tradimento” La
politica che i trotskisti
spagnoli predicano è quella
stessa che il capo fascista Gil
Robles tenta di realizzare,
prima di passare in aperta
rivolta contro la Repubblica. E'
il solito tentativo che consiste
nel distaccare la classe operaia
dai partiti della piccola e
media borghesia repubblicana,
spingendo sempre più la piccola
borghesia, nelle braccia della
reazione e del fascismo.
Ma i capi reazionari
social-democratici, continuano a
chiederci delle prove. Come se
non bastassero quelle fornite
dalle confessioni dei trotskisti,
sulla loro attività di
quotidiani agitatori
contro-rivoluzionari. Ma questo,
insistono i difensori dei
banditi, non prova ancora che i
trotskisti abbiano organizzato
degli attentati contro il potere
sovietico e i suoi capi.
No, no, signori; tutta questa
politica contro-rivoluzionaria
mirava a uno scopo solo; era
diretta a colpire il cuore e la
testa del movimento
rivoluzionario mondiale, ed
eliminare i capi del Partito
bolscevico e quindi il Partito.
Gli attentati terroristi, fanno
parte della pratica
contro-rivoluzionaria dei
fascisti e dei trotskisti.
E finalmente, al signor
Trotskij, oggi non resta che la
prospettiva di una disfatta
militare dell'Unione sovietica.
Prospettiva, per altro, che fece
sempre parte delle sue mire
avverse al proletariato. Nel
1926 lanciò la famosa tesi di
Clemenceau. Come lui, che fu
chiamato al potere quando la
guerra imperialista minacciava
la Francia di una disfatta,
Trotskij cercherà di raggiungere
il suo obbiettivo, nel momento
in cui il nemico arriverà alle
porte di Mosca. E a questo
proposito, alcuni mesi or sono
Trotskij, scriveva:
“La vittoria della coalizione
europea contro Napoleone, non ha
affatto arrestato lo sviluppo
capitalista in Francia; anzi ne
ha reso più celere l’avvento nel
resto dell'Europa”.
Quindi noi ci ritroviamo in
presenza di una edizione
rammodernata e fascista, della
teoria della “rivoluzione
permanente”, per cui se i
fascisti, attaccando l`Unione
sovietica riuscissero a
batterla, questa sconfitta non
arresterebbe, ma affretterebbe
anzi, il progresso “nel resto
dell'Europa”. E a questo punto,
signori della social-democrazia,
non vi è più bisogno di provare
che la spada della giustizia
proletaria ha colpito
giustamente dei nemici mortali
della classe operaia.
Con la stessa sfacciataggine con
cui egli confessa
l’identificarsi dei suoi scopi,
con quelli fascisti, in rapporto
alla comune guerra contro
l'U.R.S.S., così Trotskij,
parla... tranquillamente della
necessaria inevitabilità dei
suoi atti terroristici. La
parola d'ordine “bisogna
eliminare Stalin”, è stata
pubblicamente lanciata dai
giornali trotskisti. Questa
gente ha elevato il terrorismo a
metodo di lotta, contro il
potere dei Sovieti. La difesa
del terrorismo, considerata come
una giustificata necessità
storica, alla stregua, di un
“fattore del progresso “,
ritorna con l’insistenza di un
leit-motiv, negli scritti di
Trotskij.
Eppure anche queste prove non
sembrano ancora sufficienti per
i capi reazionari. Vi sono
ancora degli uomini che
vorrebbero rinviare in appello
il verdetto del Tribunale
supremo, ma davanti a una
qualsiasi “commissione”,
composta in modo, che i
trotskisti ne formino l’estrema
autorità giudicante. Il capo
degli assassini, Trotskij
infine, dichiara addirittura che
egli desidererebbe di venir
giudicato da un Tribunale della
borghesia norvegese. Ma se gli
preme veramente di aggiungere
qualcosa a quanto i suoi
partigiani e complici hanno
confessato, non deve ricorrere
ai giudici del Re di Norvegia,
ma deve avere il coraggio di
presentarsi in persona davanti
ai giudici del Tribunale
Sovietico. Quando al processo di
Lipsia accusarono falsamente
Dimitrov di avere organizzati
degli atti di terrore nel suo
paese natale, la Bulgaria, la
coscienza di Dimitrov, senza una
minima esitazione, richiese,
dopo il dibattito, d'essere
invialo in Bulgaria per venirvi
giudicato, a condizione che il
processo si svolgesse
pubblicamente.
Il solo fatto che Trotskij non
ha osato di presentarsi dinnanzi
all'unico Tribunale competente e
investito di tutta l'autorità
necessaria per giudicare i
crimini da lui commessi è la
riprova morale della sua colpa.
4. - La collaborazione della
polizia con i banditi trotskisti.
Una identità di aspirazioni e di
intenti ha condotto i banditi
trotskisti a collaborare con la
Gestapo. Sulla stessa base, si
stabilirono nei paesi
capitalistici collaborazioni e
reciproci scambi di servizi tra
le polizie da una parte, e i
contro-rivoluzionari trotskisti
dall'altra.
Non è forse vero che un
miserabile collaboratore e della
polizia, e dei gruppi trotskisti
parigini, ha tentato di
assassinare Marcel Cachin,
fallendo il colpo, solo in virtù
di una mera concordanza dl
avvenimenti fortuiti?
Non è forse vero che fu un
provocatore, a suo tempo
smascherato, e al soldo del
gruppo trotskista, che uccise
Camillo Montanari, uno dei
migliori combattenti
dell'avanguardia del
proletariato italiano?
E' vero o non è vero che il
principale teste a carico di
Dimitrov, il Karwahne, messo a
disposizione del procuratore
generale di Lipsia, dalla
polizia fascista, era stato
espulso dal Partito, come membro
di un gruppo zinovievista,
passando quindi, immediatamente,
nei ranghi trotskisti?
Maria Reese, esclusa dal Partito
comunista tedesco, per aver
assunto le difese della
concezione disfattista di
Trotskij in merito al fascismo
tedesco, divenne poi uno dei
capi del trotskismo tedesco, e,
in occasione del plebiscito
della Sarre pronunciò alla radio
un discorso di propaganda
hitleriana, che venne sostenuto
in quell'occasione da tutta la
stampa trotskista tedesca. In
Svezia, uno dei capi dell'ala
trotskista del partito
socialista, Nils Flyg, ha potuto
servirsi della generosa cassa di
lvar Kreuger, altro finanziatore
dell’organizzazione fascista.
L’editore d’un foglio trotskista
liberamente stampato a Budapest,
dove la propaganda comunista è
perseguitata e combattuta e
considerata alla stregua di un
alto tradimento, è il rinnegato
Weisskaus, un trotskista che,
nel 1925, organizzò un attentato
contro il compagno Rakosi che
lavorava allora clandestinamente
nel paese. In Polonia, la
polizia pubblica dei fascicoli
trotskisti e li diffonde tra gli
operai. Ruth Fischer, agente di
collegamento tra i terroristi
inviati nell'Unione Sovietica da
Trotskij e il Trotskij stesso
che ammaestra queste spie, è la
più intima collaboratrice di
Dorriot, capo di un partito
fascista, strettamente legato
con i capi reazionari della
polizia parigina. In Italia
l’autobiografia di Trotskij,
questo capolavoro di calunnie
contro il Partito bolscevico,
viene distribuita e segnalata
dalla polizia alle biblioteche
del paese, e a quelle delle
prigioni. In Francia, quando la
polizia cerca un pretesto per
attaccare le manifestazioni del
Fronte popolare, trova sempre
dei provocatori trotskisti, che
le facilitano il compito. La
linea di condotta dei trotskisti
francesi, consiste non solamente
nel tentativo di frattura dei
Fronti unico e popolare, ma
anche nel sobillamento continuo
di piccoli gruppi di operai e di
gente d'avventura, ai fini di
provocare delle “battaglie
armate”, avventurose, e atte
quanto mai, a ingenerare quelle
confusioni che possono nuocere
al diffondersi dei sentimenti
proletari. Ora, una simile linea
di condotta propagandistica si
rivela perfettamente
corrispondente ai piani comuni
dei fascisti e della polizia. In
Spagna, per quanto schiacciati
dal potentissimo sviluppo del
Fronte popolare, i resti della
setta trotskista continuano a
fornire gli agenti provocatori
che, guidati dai fascisti,
organizzano degli attentati
contro i capi comunisti
repubblicani.
La lega tra la polizia e i
trotskisti è un fatto
incontestabile. Il giornalista
reazionario Kérillis. ha
affermato nell' “Echo de Paris”,
che la polizia francese possiede
le prove irrefutabili di uno
strettissimo legame fra i
trotskisti e l'attività della
Gestapo. Il signor Kerillis,
evidentemente deve essere molto
bene informato in proposito.
Soltanto è spiacevole che il
ministro dell'Interno, un
socialista, non abbia ancora
messo a disposizione delle
organizzazioni operaie i
documenti relativi a tutte
queste trappole. Lo assicuriamo
che, se così avesse fatto,
avrebbe reso un servizio, molto
importante, a tutto il movimento
dei lavoratori; un servizio
pieno di insegnamenti per tutte
le persone oneste che vivono in
Francia.
5 -La lotta contro il
trotskismo contro-rivoluzionario
è dovere di tutti gli onesti
lavoratori.
E' necessario liberare
definitivamente il movimento
operaio internazionale dal fango
trotskista. E` necessario che si
ponga fine a quella sciagurata
tendenza che porta a considerare
le sette contro-rivoluzionarie
trotskiste, e gli aderenti, come
frazioni del movimento operaio.
Occorre infine che sia superato
ogni limite di tolleranza verso
questi ignobili agenti del
nemico. Basta con quelle
opinioni per cui la lotta contro
il trotskismo è un compito che
deve riguardare esclusivamente i
comunisti. L’impegno per una
lotta contro il trotskismo deve
venire esaminato in una maniera
ben diversa. Tutto il movimento
operaio, tutte le organizzazioni
della classe operaia, devono
essere radicalmente liberate, e
per sempre, dai banditi che si
infiltrano nei nostri ranghi,
per inocularvi le direttive
velenose e le parole d'ordine
del fascismo; per compievi i
mandati criminali dei nemici
della classe. La classe operaia
non potrà mai battere i suoi
avversari fin tanto che vorrà
tollerare gli agenti che il
nemico le affianca
Le masse più compatte dei
lavoratori, tutto il popolo,
devono levarsi come un sol uomo
per lottare contro questi
miserabili che hanno ucciso
Kirov, che hanno tentato di
assassinare Stalin; demoni che
si sforzano di scindere,
disgregare e distruggere le
forze più vive del proletariato.
Tutto il popolo dell'Unione
Sovietica, ha già fatto del
proletariato. Tutto il popolo
dell'Unione Sovietica si è
levato in blocco contro la
vigliaccheria terrorista,
esigendone l’annientamento.
Nei paesi capitalisti, dunque,
l'avanguardia del proletariato
avrà per supremo esempio la
denuncia dei trotskisti, di
fronte a tutta la massa dei
lavoratori, e ognuno devi
partecipare pienamente a questa
denuncia, come per un dover suo.
Perché bisogna provare, in
maniera sempre più convincente,
e traendo questo convincimento
dalle stesse parole e dagli
stessi atti dei trotskisti, che
essi sono degli agenti del
fascismo, e dei cacciatori di
carne umana. Tutto questo
occorre chiarire, per
scaraventarli definitivamente
fuori dall’ambito operaio.
Ecco il più grande insegnamento
del processo di Mosca.
Gli operai socialisti, e
particolarmente quelli francesi,
hanno da tempo acquistata una
notevole esperienza difensiva,
per quanto concerne l'attività
dei trotskisti. Colà i
contro-rivoluzionari trotskisti
hanno tentato, prima che
altrove, di scavare le loro
trincee nei nostri ranghi
Ma li abbiamo cacciati, e
continueremo a cacciarli,
accrescendo la nostra vigilanza,
fin tanto che un solo di costoro
oserà ancora rimanere tra noi.
Per ora, gettati fuori dal
Partito comunista, si sono
riparati sotto le tettoie delle
organizzazioni
social-democratiche. Gli operai
socialisti, si sono resi subito
conto del lavoro pernicioso che
i trotskisti andavano svolgendo
tra le loro file, gettando la
confusione nella Federazione
socialista della Senna, la quale
fino al momento in cui divenne
il campo preferito degli
intrighi contro-rivoluzionari,
aveva sempre assolto al compito
storico di ala sinistra del
Partito socialista.
L’organizzazione della gioventù
socialista è stata egualmente
inceppata nel suo sviluppo, dal
giorno in cui i trotskisti si
sono mescolati a quelle
riunioni: per liberarsene, sulla
scorta del nostro esempio, hanno
dovuto rivoltarsi contro questi
manigoldi, e cacciarli. Anche
nel Belgio i trotskisti hanno
funzionato da elementi
disorganizzatori del movimento
socialista. E il compito
criminale svolto in Spagna, è
ormai conosciuto da tutto il
mondo.
Non possiamo rimanere
indifferenti davanti al fatto
che i nemici del proletariato,
smentiti, rinnegati e cacciati
dai nostri reparti, ora cerchino
di collocarsi fra le
organizzazioni socialiste,
perché noi desideriamo creare,
insieme alle organizzazioni
socialiste, una forza unica e
potentemente capace di lottare
fino alla vittoria, contro il
fascismo, e per amore della pace
e della libertà. Denunciamo
quindi agli operai socialisti
questi pericolosi sabotatori
della comune lotta, e domandiamo
ai compagni che si sbarazzino di
simili traditori. Difendere le
organizzazioni socialiste, i
sindacati, tutte le
organizzazioni dei lavoratori,
nessuna esclusa, contro il
pericolo dell'infiltrazione
trotskista, questo è uno dei
compiti essenziali della nostra
lotta contro il fascismo.
A quei lavoratori socialisti,
che hanno la sfortuna di avere
tra i capi dei sostenitori di
quella tesi, secondo la quale
gli accusati del processo
trotskista-terrorista erano
solamente dei vecchi
rivoluzionari, incapaci di
commettere i delitti mostruosi
che il tribunale denunciò a loro
carico, noi proveremo, sulla
scorta di documenti storici e
incontestabili, la falsità di
questa ipocrita teoria. La
storia del bolscevismo non è
ancora nota al punto da
consentire che ciascun
lavoratore dei paesi
capitalisti, posa di primo
acchito, discernere la falsità
degli argomenti apparentemente
favorevoli ai
contro-rivoluzionari processati.
Tuttavia ciascun lavoratore deve
ricordarsi quanto ben conosce,
circa l’esperienza politica del
suo paese. Non sono mancati, per
ognuno di questi lavoratori, dei
luminosi esempi di uomini
degenerati che hanno tradito la
loro primitiva causa, per la
quale in un primo tempo avevano
lottato nell'impegno di un
compito non indifferente, circa
l’avvenire del movimento
operaio. Millerand, Mussolini,
Pilsudski, Mac Donald, Doriot,
sono degli esempli classici di
un simile tradimento. Tutti oggi
sanno che questi traditori sono
gente che fin dal tempo della
loro attività svolta nei ranghi
del movimento operaio,
mostravano delle debolezze e dei
vizi che sviluppandosi,
riscaldati dall'ambizione e
dalla sete di potere, li
condussero al servizio del
nemico, trasformandoli in
carnefici dei loro vecchi
compagni di lotta e di partito.
I Partiti comunisti hanno il
dovere di diffondere la storia
del Partito bolscevico tra le
grandi masse del popolo. E' il
mezzo più efficace di confutare
e di svelare le menzogne dei
capì reazionari della
social-democrazia. E’ il mezzo
più efficace per impedire, al
virus trotskista di penetrare
nel sangue della gioventù
operaia, ancora inesperta, di
contaminare gli operai
socialisti, sinceramente
rivoluzionari
Il processo moscovita dei
banditi terroristi, guidati da
Trotskij e Zinoviev, impone a
tutte le organizzazioni della
classe operaia russa, il compito
di accentuare ancor più la
vigilanza di classe. Questo
processo ha dimostrato che il
nemico ha scelto tutti i mezzi
leciti e illeciti, si è servito
di tutti i crimini più vili pur
di riuscire nella sua opera di
erosione.
E qui voglio dire che, per
smascherare un simile nemico,
per punirlo e impedirgli di
nuocere, una linea politica di
difesa che si fondi soltanto
sull'equità e sulla giustizia,
non basta. E' necessario che non
si attenda il compimento del
crimine, per poterlo punire
giustamente. Ma si addiverrà a
una giustizia politica più degna
e più feconda, se in ciascuna
occasione, al minimo sospetto lo
sguardo vigile di ogni membro
delle organizzazioni operaie, si
riveli prontissimo a smascherare
l’avversario, a consegnarlo o a
colpirlo quando la stretta della
situazione contingente, lo
esige. Nell'ora attuale, in cui
parecchi dei Partiti comunisti,
si sviluppano rapidamente e i
cui compiti si impongono con
gravità sempre maggiore, una
simile vigilanza non si dimostra
soltanto come necessaria, ma si
impone come un dovere sacro. La
borghesia e il fascismo.
vigilano a loro volta
attentissimi, per cogliere ogni
nostro minimo atto di debolezza,
e cercano di profittare della
crescente vastità delle nostre
organizzazioni per più
facilmente infiltrarsi con le
particelle infette della loro
azione corrompitrice. Ora,
sarebbe un gravissimo errore, se
si arrivasse a supporre di poter
evitare questo pericolo,
rimanendo chiusi in piccole
sette, limitando l'accesso alle
nostre organizzazioni, solo per
quei lavoratori che desiderano
volontariamente di partecipare
all'attività politica nei nostri
ranghi, Al contrario: il
carattere di massa sempre più
accentuato delle nostre
organizzazioni, può permetterci
di smascherare facilmente gli
agenti del nemico, sempre che
ciascun membro del Partito
sviluppi al massimo grado, ogni
sua capacità di vigilanza
rivoluzionaria; sempreché tutta
la massa del Partito venga
educata e controllata in questo
spirito disciplinatore delle
nostre energie di difesa e di
attacco.
Bisogna conoscere gli uomini;
bisogna imparare a conoscerli.
Bisogna che una parte
dell’attività di ciascun membro
del Partito sia consacrata allo
studio completo, esatto,
dettagliato, dei compagni con i
quali egli milita, con i quali è
legato. Solamente cosi il
Partito, e tutte le
organizzazioni operaie, potranno
realmente sbarrare la strada ad
ogni penetrazione del nemico.
Il processo di Mosca è stato la
pietra di paragone della nostra
vigilanza di classe, della
nostra capacita di discernere
gli agenti del nemico e di
smascherarli. E' stato la pietra
di paragone della fermezza dei
nostri legami con le masse
socialiste; ci ha permesso di
verificare quali sono i paesi
ancora troppo deboli, e nei
quali la nostra lotta per il
Fronte Unico e il Fronte
popolare, deve estendersi con un
metodo di penetrazione, sempre
più deciso. Ci ha chiarito come
i capi reazionari della
social-democrazia, in base al
loro odio contro i paesi della
dittatura del proletariato e del
socialismo vittorioso, tentino
con tutte le loro forze, le
quali però diminuiscono di
giorno in giorno, di spezzare
l'unità della classe operaia e
delle masse popolari, in lotta
contro il fascismo, e per la
pace. Ci ha mostrato come la
nostra lotta contro il
trotskismo
contro-rivoluzionario, non è
ancora sufficiente, e quindi
deve venire risolutamente
amplificata, portata ad un
livello molto più alto,
trasformata in una lotta
conglobante quanto vi e di più
sano ed onesto nella classe
operaia, contro ogni
penetrazione del fascismo,
contro le sue ideologie, contro
i suoi agenti che mirano a
frantumare il terreno sotto i
piedi del proletariato.
Il processo di Mosca non diverrà
affatto, contrariamente a quanto
i fascisti e i loro capi
reazionari social-democratici
speravano, la causa di un
indebolimento dei legami che
riuniscono gli operai comunisti,
ai social-democratici. Questo
processo ci consentirà invece,
di stringere sempre più i nodi,
di strappare la maschera agli
agenti del fascismo, e di
procedere sempre più in avanti
nella realizzazione del compito
storico che ci è stato
assegnato: la realizzazione
della unità della classe operaia
e del Fronte popolare, nella
lotta contro il fascismo e per
la pace.
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Modificato da
§kãtê®Gµërrërõ™ - 13/11/2011,
20:05
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