RASSEGNA STAMPA |
L'ANGOLO DI PIETRO in ordine cronologico IV parte
From September 14, 2009 to June 23, 2010
LETTERE E ALTRO
lettere pubblicate su Grandenud http://urlin.it/cf1e
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, September 14, 2009 12:26 PM
Subject: lotta di classe in USA
La lotta di classe negli USA
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La destra americana ha realizzato una manifestazione contro la riforma
sanitaria proposta di Obama. La manifestazione si è proclamata
antistatalista, anticomunista, antisocialista. Obama è stato paragonato a
Stalin, a Mao, a Lenin e minacciato di morte. Non si vuole che uno dei
sistemi sanitari più costosi ed esclusivi del mondo, fonte di arricchimento
dei proprietari di cliniche, si apra a cinquanta milioni di persone che ne
sono escluse e venga in qualche modo disturbato nella sua produzione di
utili per miliardi di dollari a una ristretta cerchia di persone. Una
operazione di ernia può costare diecine di migliaia di dollari.
L'estirpazione di un tumore anche 500 mila. Se una persona si ammala di
qualcosa che richiede una operazione chirurgica può vendersi ( se ne ha una
) la casa per pagare l'ospedale. I costi sono stratosferici e vengono
mantenuti alti artificialmente. Il sistema assicurativo privato è vessatorio
sanguisuga e spesso truffaldino. Se una persona ha malattie croniche è
difficile che una azienda assicurativa lo prenda in carico. Non esistendo
la privacy se non formalmente, le agenzie assicurative si passano le
informazioni sullo stato di salute dei loro clienti e quindi se si viene
rifiutati da una compagnia è difficile che si venga accettati da un'altra. .
Persone anziane spesso vecchie o addirittura vecchissime sono costrette a
lavorare per pagarsi le medicine per sopravvivere. La mortalità infantile è
assai alta e l'aspettativa di vita di appena 73 anni la più bassa del mondo
occidentale.
Questo sistema iniquo, classista, barbaro è espressione di una
maggioranza iperideologizzata che accetta senza battere ciglio che lo Stato
(i contribuenti) regalino miliardi di dollari alle banche perchè non
falliscano ma nega che un cittadino possa essere curato da una struttura
pubblica. E' l'ideologia per cui ogni anno la California brucia per mancanza
di un adeguato sistema di prevenzione e di personale dei vigili del fuoco ma
c'è un rifiuto assoluto ad aumentare le poche tasse che i superiricchi
pagano. La stessa ideologia divora seicento miliardi di dollari l'anno per
omologare tutte le nazioni del mondo al sistema capitalistico. Mercato e
democrazia vengono strombazzati ai quattro venti ma non esistono. Il mercato
è controllato dalle multinazionali. Idem per la democrazia che spesso viene
sospesa con leggi tipi Patriot Act. Dopo il grande crax dei titoli tossici
il cui costo è stato scaricato sul mondo non sono state nè presentate nè
discusse le regole per contenere gli animals spirits della finanza
speculativa. Pare che altre bolle si stiano formando ad opera di coloro che
continuano con stipendi strepitosi e guadagni miliardari a gestire il mondo
finanziario.
Questo sistema è stato imposto dai vincitori della seconda guerra civile che
si è combattuta in America. La guerra tra lavoratori e datori di lavoro.
Questi ultimi fiancheggiati da eserciti privati della Pinkerton e di altre
agenzie di killers, dai poliziotti, dagli sceriffi. La guerra civile si è
conclusa con la vittoria dei datori di lavoro nel 1927 con la morte sulla
sedia elettrica di Sacco e Vanzetti che erano si innocenti dei reati loro
contestati ma avevano il torto mortale di essere anarchici e dirigenti della
sinistra. La classe operaia è stata sconfitta con l'uccisione o
l'incarcerazione di tutti i dirigenti e di quanti si erano notati durante le
lotte durate per alcuni decenni. Il movimento operaio e la sua espressione
politica, il socialismo,
sono stati cancellati e da quasi un secolo non contano più niente. Se
qualcuno ogni tanto alza la testa basta infamarlo di comunismo per farlo
fuori. Ogni tanto si scatena una inquisizione. Negli anni cinquanta ci fu il
maccartismo. Nel paese della libertà annunziata da una statua all'ingresso
di New York la sinistra non viene tollerata tranne quella che accetta fino
in fondo le regole del sistema fino al punto di non distinguersi dalla
destra sul piano economico ma soltanto su quello etico e dei diritti.
La riforma che propone Obama non scalfisce quasi per niente il sistema
privatistico della sanità ed il business relativo. Ma il rifiuto è di
principio. E' ideologico. Tutto quello che si muove verso un qualche
welfare deve essere subito stroncato.. Questa è l'America che ha devastato e
continua a devastare L'Irak, l'Afghanistan, il Pakistan, la Somalia e
dovunque ci siano nazioni che abbiano culture diverse dal capitalismo. E'
l'America che sostiene feroci tiranni come quello colombiano e organizza il
golpe contro il legittimo Presidente dell'Honduras. Obama ha fatto finta di
essere dalla parte del deposto Manuel Zelaya. Ma il golpista Micheletti
detiene ancora il potere usurpato con lo aiuto del Pentagono.
pietro ancona
pietroancona@tin.it
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www.corriere.it/esteri/09_settembre_13/usa_protesta_caretto_a7cc0ada-a076-11de-8194-00144f02aabc.shtml
http://geo.tesionline.it/geo/articolo.jsp?id=2285
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, September 16, 2009 6:50 PM
Subject: ronde informatiche e manifestazione fnsi
Ronde informatiche e manifestazione FNSI
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Oggi G.A. Stella noto ed importante opinionista del Corriere della Sera,
dopo avere definito spazzatura i commenti di persone che intervengono in
internet auspica ronde informatiche (magari armati di manganelli elettronici
?) per mettere in riga quanti si permettono di criticare nientepopodimeno
che il Potere. Chi critica colui che si ritiene ispiratore della riforma
Gelmini o pezzi di questa e critica pure Brunetta o Biagi per la legge che
ha ispirato è antisemita e fa del pericoloso terrorismo politico! Mi domando
in che cosa siano diverse le ronde informatiche invocate da Stella dai
proclami bulgari o polacchi del Presidente del Consiglio contro Tizio, Caio
o Sempronio.....
Magari G.A.Stella sabato sarà alla manifestazione indetta dalla stampa per
chiedere maggiore libertà di informazione!
La manifestazione di sabato propone il rispetto dell'art.21 della
Costituzione. Sono molto d'accordo. Ma mi domando quanto siano attendibili e
davvero liberi i rappresentanti della libertà di informazione in Italia dal
momento che tutta la stampa ed anche la radio e le TV sono foraggiate con
contributi statali indecenti che non hanno pari in tutto il pianeta. La Rai
TV costa cinque miliardi di euro all'anno e mantiene una pletora di
funzionari, giornalisti, managers, direttori, tutti a stipendi ed emolumenti
da favola. Non c'è TV al mondo che eguagli in costi ed in munificenza di
trattamento ai suoi dipendenti come la TV italiana oramai completamente
nelle mani del padrone di Mediaset come abbiamo visto ieri sera con
l'oscuramento di Ballarò per dare più luce a Porta a Porta.
Un Paese con 1700 miliardi di debito, in piena crisi economica, con i Bot
che non danno quasi più rendimento, foraggia un sistema informativo di carta
stampata per oltre un miliardo di euro l'anno. Giornali di dimensioni
parrocchiali ma di partito ricevono contributi per centinaia di migliaia o
milioni di euro.
Facciamo pure la manifestazione per la libertà di informazione. Ma la vera
informazione è quella economicamente indipendente, è quella che riceve
alimento soltanto dai suoi lettori. Difendiamo la libertà di internet e
chiediamo alla stampa di rinunziare ai foraggiamenti statali. Privatizziamo
la RAI TV affidandola ad una cooperativa dei suoi stessi dipendenti! La
sinistra cessi con il consociativismo
e la lottizzazione della RaiTV! e recuperi piena libertà di critica e
credibilità di opposizione!
pietro ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www.corriere.it/cronache/09_s...4f02aabc.shtml
__________________
Tutti gli esseri umani nascono eguali. Tutti senza camicia. Tutti gli esseri
umani hanno diritto di cercare dove vogliono il loro raggio di sole.
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Thursday, September 17, 2009 12:34 PM
Subject: : GA Stella e la schedatura degli antisemiti
GA Stella e la schedatura degli antisemiti
Il violento e per certi aspetti delirante articolo di G.A.Stella contro
internet e le sue libertà conteneva un riferimento ad un centro di
documentazione ebraica che monitora internet e non so che altro per fare una
schedatura degli antisemiti esistenti in Italia. Dice te°stualmente Stella:
"Come può dimostrare il lavoro di monitoraggio quotidiano del Centro di
Documentazione Ebraica Contemporanea, Internet è diventata anche in Italia
la zona franca in cui si possono sfogare tutti i peggiori istinti razzisti
che ribolliscono nella sentina della società. Contro i negri, i terroni, gli
handicappati, i marocchini, gli albanesi, i finocchi, gli «altri »...
Rilevo che criminalizzare internet come il luogo in cui ribolliscono i
peggiori istinti razzisti della sentina della società sia inaccettabile e da
respingere al mittente. Internet è come una edicola. Se non vuoi comprare
una rivista o un libro pornografico non lo compri. Puoi prendere dalla
edicola quello che vuoi e che corrisponde ai tuoi interessi culturali e
umani. Frequento internet da anni e tutta la immondizia vista di Stella non
l'ho mai incontrato. E' gravissimo che si faccia di tutta l'erba un fascio
per incendiarla tutta insieme dopo averla cosparsa di benzina. Internet è
certamente meno sporco di certi giornali.
Negli annali del Corriere della Sera nel quale il signor Stella scrive
troverà migliaia di pagine dedicate al razzismo specialmente contro gli
ebrei e migliaia di articoli di fautori della purezza e superiorità della
razza ariana e "italiana". Recentemente il Corriere ha ospitato il delirio
antiislamico rigurgitante di bassezze contro gli islamici della signora
Oriana Fallaci che aveva anche modo di dolersi del fatto che gli arabi si
riproducono come conigli ed insidiano anche demograficamente la razza bianca
di pelle e cristiana di religione. Vice Direttore del Corriere è stato un
tale recentemente convertitosi al cattolicesimo in una tronfia e plateale
manifestazione del Papa in piazza SanPietro noto per la sua furia razzista
contro gli islamici. Inoltre da anni i maggiori opinionisti del giornale
della borghesia italiana incitano all'odio contro i talebani, i terroristi e
quanti resistono al colonialismo dell'Occidente ed alla occupazione militare
della Nato delle loro patrie.
Se vado indietro nel tempo trovo anche la giustificazione dei massacri con i
gas delle popolazioni dell'africa "italiana" e dei generali assassini dei
nostri eserciti invasori.
Ma la cosa che mi colpisce di più è la rivelazione di uno schedario
dell'antisemitismo. Sarei curioso di sapere con quali criteri viene redatto
ed a che cosa serve. Si tratta di schede di articoli, forum, o anche di
persone? Se si tratta di persone a quale fine e con quale legittimità
vengono schedate? Chi è antisemita? Il vocabolario dice:
"Antisemitismo Avversione nei confronti degli ebrei che si traduce in forme
di discriminazione e di persecuzione, spesso cruenta e culminata nel corso
della seconda guerra mondiale nello sterminio di milioni di persone. Il
termine fu coniato intorno al 1879 per designare l'ideologia e
l'atteggiamento persecutorio nei confronti degli ebrei. "
Disprezzare, discriminare o perseguitare una persona perchè ebrea
è certamente un delitto contro l'umanità, una violazione del principio della
eguaglianza di tutti gli esseri umani. Si attiene a questa definizione la
schedatura di cui parla Stella? Dobbiamo crederci?
Dubito molto però che la schedatura non comprenda le manifestazioni di
avversione per la politica dello Stato di Israele e per chiunque si schieri
a difesa della popolazione palestinese.
Se io condanno i bombardamenti di Gaza sono antisemita?
Se io boicotto il concerto della cantante che approva i bombardamenti e
l'occupazione sono antisemita?
Se io critico la legge Gelmini che viene attribuita ad un certo professore
ebreo sono antisemita?
Se io denunzio la detenzione di 400 bambini palestinesi in Israele sono
antisemita?
Ebbene io sono convinto che la qualifica antisemita viene attribuita
indistintamente a tutti i casi di critica o dello Stato di israele o di
persone che vengono criticate per la loro opera ma essendo ebree si
ritengono attaccate da antisemiti.
Trovo inquietante l'esistenza (se esiste come pare) di un libro nero in cui
vengono elencati tutti coloro che condannano la politica di Israele o non
condividono opere che siano prodotte da persone di fede ebraica.
Inoltre trovo terribile insinuare l'accusa di terrorismo a quanti criticano
la cosidetta legge Biagi. Il fatto che Biagi sia stato ucciso da terroristi
(dei quali sarebbe opportuno a volte approfondire i loro legami con servizi
segreti ed in genere con il Potere) non mi deve privare del diritto di
criticarne il cosidetto libro bianco e la strumentazione che ha fornito agli
imprenditori italiani per soggiogare e schiavizzare generazioni di giovani
lavoratori. Non è possibile agitare l'omicidio delle BR come un ricatto
verso i critici di una svolta nel diritto del lavoro che è causa non
secondaria del malessere di milioni di persone-
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Friday, September 18, 2009 7:18 PM
Subject: in memoria
In memoria
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Il dolore per la morte di sei nostri militari a kabul non deve ottenebrarci
fino al punto di insultare o mancare di rispetto coloro che combattono e
resistono alla occupazione della Nato. Il Kamikaze che
ne ha provocato la morte è saltato in aria assieme a loro e bisogna almeno
riflettere sul perchè una persona è disposta a morire pur di provocare la
morte al nemico. Insultare o maledire la Resistenza afghana come ha fatto
la destra italiana non aiuta a capire quanto ci sta succedendo ed a vedere
con chiarezza nel nostro futuro. L'Afghanistan da quasi dieci anni è
occupato da eserciti della Nato e da contractors che puntellano un governo
inviso alla popolazione retto da un individuo appartenente ad una famiglia
mafiosa di trafficanti di droga. Un governo che avrebbe dovuto introdurre la
democrazia
ed avviare un processo di liberazione della donna che non è mai avvenuto e
che semmai ha legiferato
norme che ne hanno ribadito la schiavitù. L'unica ragione per la quale
l'Italia è presente in Afghanistan deriva dalla sua appartenenza alla Nato
e da ragioni di prestigio e di convenienza di rapporti di collaborazione con
gli USA. Gli afghani non hanno mai minacciato l'Italia ma hanno la sventura
di abitare una nazione geostrategicamente appetita dagli USA nel loro
disegno di dominio mondiale e di controllo delle fonti energetiche. In
quanto al pericolo terrorista che minaccerebbe l'Occidente si tratta di una
invenzione della propaganda antislamica che dal crollo delle Torri Gemelli
ad oggi viene alimentata per giustificare ogni sorta di nefandezza compiuta
contro la popolazione civile dell'Iraq e dell'Afghanistan. Consideriamo
quindi la morte dei sei nostri militari un prezzo di sangue pagato ad una
alleanza militare e politica nella quale non abbiamo alcuna voce in
capitolo, non siamo in grado
di influenzarne le scelte come i confederati di Delo non erano in grado di
influenzare le scelte di Atenee come gli eserciti alleati di Roma dovevano
soltanto servire la causa dell'Impero soltanto per
non esserne esclusi.
L'Occidente combatte le sue guerre coloniali con eserciti di soldati
professionisti. Le truppe vengono reclutate nelle regioni povere
dell'Impero, negli Usa come in Italia. I sei morti sono tutti meridionali
che se avessero avuto alternative migliori probabilmente avrebbero scelto un
altro mestiere, un altro lavoro. Non hanno avuto scelta. Hanno dovuto
arruolarsi e, per raggranellare i soldi necessari ad un matrimonio o al
pagamento di un mutuo, offrirsi di andare all'estero. Per questo il loro
destino è ancora di più inaccettabile dal momento che deriva da una scelta
di vita la cui alternativa era magari la disoccupazione o il lavoro nero e
malpagato. Ai giovani del Sud la riforma Gelmini chiude possibilità
di sbocco nell'insegnamento ed il federalismo prossimo futuro la possibilità
di offrire personale alle pubbliche amministrazioni del Nord.
Il Potere continua ad usarli dopo la morte. Negli USA le salme dei caduti
vengono rimpatriate nottetempo e furtivamente. Da noi si faranno solenni
funerali di Stato che raduneranno in prima fila un ceto politico cinico,
sazio, pagato in modo scandaloso per gli scranni che occupa. Un ceto
politico che vive all'ombra del potere americano e che si serve anche di
questi morti per accaparrarsi favori e protezione.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: giuseppina.ficarra@tin.it
Sent: Sunday, September 20, 2009 4:02 PM
Subject: discorsi persi
Discorsi persi!!
di Pietro Ancona
Ho fatto a suo tempo il servizio militare di leva per diciassette mesi e
dieci giorni (questi ultimi di CPR cella di punizione di rigore che non
viene computata nel servizio). E' stato un tempo lunghissimo che mi è stato
sottratto dall'età di ventuno anni e otto mesi a quasi ventitrè. Tornato a
casa ero spaesato, un pesce fuor d'acqua... Le condizioni dei soldati come
me erano a dir poco spiacevoli, con nessun diritto e tantissimi doveri. Se
sbagliavamo la riga il colonnello ci dava degli "animali!"La differenza tra
soldati e ufficiali era abissale! La mia decade era di 1150 lire e per quasi
metà erano per sette sigarette "nazionale"che allora costavano sette lire
l'una.Se si rompeva un vetro della camerata i soldi per la sua sostituzione
venivano sottratti alla decade. Il servizio di leva era un grande crogiolo
nazionale. Ragazzi di tutte le regioni d'italia ci conoscevamo in caserma e
spesso diventavamo amici. l'Italia di allora era assai meno razzista di
quella di oggi. Il mio amico Giuseppe Lana, milanese, si alzò all'alba per
accompagnarmi alla stazione il giorno del mio congedo. Mi offrì al bar una
"ombrina" che accettai non sapendo cosa fosse. Si trattava di un calice di
vino bianco che non volevo proprio bere. Erano le sei del mattino! L'ho
bevuto e ne ho avuto bruciore allo stomaco per tutta la mattinata.
Il servizio militare di leva è stato abolito nel 2005 ed è stato sostituito
dal servizio professionale di persone che si arruolano per intraprendere la
"carriera" militare e farne l'occupazione retribuita di tutta la vita. Un
mestiere come un altro. La ragione di questa professionalizzazione è stata
spiegata tante di quelle volte che non vale la pena riparlarne. Si dice che
gli eserciti moderni hanno bisogno di personale specializzato per gestire
mezzi in continua evoluzione tecnologica ed organizzativa e che il servizio
di leva non è in grado di garantire efficienza e sicurezza ed il continuo
addestramento che sono necessari. In questo c'è sicuramente del vero ma la
valutazione della questione deve essere politica e deve prendere in
considerazione tante cose. L'esercito professionale ha dentro di sè
meccanismi psicologici e processi evolutivi che separano la cosidetta
"mentalità militare" dal resto e ne fanno una ideologia. Il servizio di leva
fa dell'esercito un grande fattore nazionale ed induce i governi a farne un
uso equilibrato e rigoroso. Non credo che saremmo impegnati in tante
"missioni" all'estero se avessimo un esercito di leva. So che è utopistico e
forse assurdo auspicare un ritorno al servizio di leva ma
sono convinto che il processo di militarizzazione della Alleanza Atlantica
sia andato troppo avanti
e che oramai la scelta militare è diventata prevalente. Il peso degli Stati
Maggiori nelle democrazie si è di molto accresciuto fino a diventare quello
determinante. I processi di privatizzazione in corso nelle Forze Armate
hanno portato alla costituzione di enormi interessi privati che premono
spesso con successo sulle decisioni dei governi. In Irak ed Afghanistan sono
presenti circa duecentomila contractors accanto alle truppe regolari di
occupazioni e questo costituisce un peso mortale per le popolazioni ed un
costo enorme per chi li usa. Gli USA spendono centinaia di miliardi di
dollari per foraggiare la Blackwater. I mercenari moderni che possono essere
anche spietati killers sono sottratti a qualsiasi controllo della opinione
pubblica. Infatti, nelle zone dove operano, le forze occupanti per prima
cosa allontanano i giornalisti o li fanno fuori come è avvenuto in Iraq dove
ad oggi sono stati uccisi trecentocinquanta operatori della informazione.
Tutto quello che sappiamo viene da una velina controllata dall'esercito. Gli
eserciti professionisti regolari e privati assorbono risorse economiche
enormi parte delle quali vanno in investimenti in nuovi armamenti. Queste
risorse tendono ad essere richieste e rinnovate non solo per il tempo di una
"campagna" militare ma per sempre. Insomma tendono a stabilizzarsi ed a
pesare sui bilanci nazionali. Per questo finiscono con l'avere un peso che
diminuisce la libertà e la democrazia dei Paesi a cui appartengono. Per
quanto sembri utopistico sono per un ritorno al servizio militare di leva,
all'esercito nazional-popolare!
pietro ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: aprile lettere
Sent: Monday, September 21, 2009 10:48 AM
Subject: Onoranze funebri e neomilitarismo
Onoranze funebri e neomilitarismo
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Due giorni di lutto nazionale, solenni funerali di Stato, ricevimento delle
salme a Ciampino da parte del Presidente della Repubblica, camera ardente
visitata da migliaia di persone, titoloni in prima pagina
strillati dai massmedia in preda ad un vero e proprio delirio di
magniloquenza, pennivendoli che saccheggiano dal vocabolario gli aggettivi
e tutte le figure retoriche per comunicare ai lettori la loro profondissima
compenetrazione con il luttuoso ma glorioso evento!
Se fossi familiare di uno dei soldati che hanno perso la vita mi sentirei
stordito, strattonato, trascinato da questa enorme corrente di enfasi
nazionale e spesso nazionalistica, e preferirei piangere il mio morto in un
contesto più sobrio. Una enorme folla che rende omaggio e partecipa ad un
funerale non vuol dire una enorme partecipazione reale, un enorme cordoglio.
Credo che con questo teatro montato dal Governo si voglia in qualche
modo cancellare sotto una valanga di patriottismo e di lodi ai "valori"
dell'eroismo dei militi immolati per l'Italia la mancanza di ragioni e di
motivi accettabili per una morte in una terra lontanissima dai nostri
confini. Per quale motivo i nostri soldati sono in Afghanistan? Per
combattere il terrorismo? Una motivazione che gli stessi americani tendono a
cancellare quando sempre più frequentemente appellano i combattenti come
"insurgents". Infatti si tratta di insorti contro l'occupazione straniera di
eserciti Nato e di killers contractors, contro bombardamenti che hanno
massacrato una parte della popolazione, donne e bambini compresi, una
sequenza di stragi realizzate con aerei senza pilota (drone) e bombe di
tonnellate di peso capaci di scavare crateri immensi e distruggere interi
villaggi.
Stiamo in Afghanistan perchè siamo membri della Nato e dobbiamo
assolvere ai nostri compiti internazionali. Ma la Nato non è più un
organismo di difesa, è diventata uno strumento della guerra globale
dell'impero americano per il controllo delle zone petrolifere e
l'affermazione della sua egemonia sul mondo intero. E' difficile credere
che oltre mille basi militari USA sparse nel mondo ed in particolare lungo
la linea delle nazioni che esprimono culture diverse da quella occidentale
siano presidi di pace e di stabilità.
L'Italia deve poter discutere dentro la Nato le scelte militari. Ma
queste vengono imposte dagli anglosassoni e chiunque non si dichiara pronto
a "credere, obbedire, combattere" viene iscritto nel libro dei sospettati.
L'Impero è molto sospettoso e, oltre alla lista degli stati-canaglia,
dispone di varie altre liste sulla base della fedeltà più o meno canina ai
suoi interessi. L'Italia non chiederà mai di discutere gli ordini che
vengono impartiti dai generali del Pentagono. Almeno questa Italia
bipartisan!
Tutta questa enfasi e questa intensa mobilitazione dei vertici dello
Stato sta in qualche modo cambiando la natura della democrazia italiana. Nei
primi cinquanta anni della Repubblica il ruolo delle Forze Armate è sempre
stato defilato mai ostentato, discreto. Avevamo anche un esercito di leva,
nazionalpopolare che si identificava profondamente con la Repubblica
democratica scaturita dalla Resistenza.
Ora abbiamo un esercito di professionisti legatissimi ai generali
americani, che non sono certamente mercenari ma che comunque hanno fatto
delle armi il loro lavoro permanente fino alla pensione. Questo esercito di
professionisti mobilita risorse ed interessi enormi e, laddove avvia
processi di privatizzazione (come avviene in forma massiccia negli USA),
crea ancora altri interessi economici di grandissima rilevanza e peso.
Con queste solenni celebrazioni dei caduti nelle missioni all'estero,
questo Esercito si colloca in posizioni assai di più preminenti di quelle
che aveva occupato nella cosidetta "prima repubblica". L'opinione pubblica
viene indotta ad identificarsi sempre di più con la parte militare del Paese
e questo non sono sicuro che sia un bene.
Una opinione pubblica che si schiera tutta dalla parte dei nostri
militari ostentando disprezzo indifferenza lontananza dalle sofferenze delle
popolazioni che occupiamo potrebbe sempre di più
assomigliare a quella che lodava le gesta dei Generali a cominciare dal
generale Rodolfo Graziani
in Africa, gesta che glorificavano un colonialismo spietato e criminale che
tuttora persiste nel profondo della cultura nazionale, che non è stato
rimosso dalla fase civile aperta dalla Costituzione,
dall'amore per la pace e per il rispetto di tutti gli esseri umani. Avete
notato come il termine pacifismo
sia stato degradato e come i pacifisti sono considerati più o meno amici dei
terroristi?
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, September 24, 2009 10:02 AM
Subject: Parole e scopi
Bel discorso di Obama all'Assemblea dell'ONU lodato da tutti e financo
da Gheddafi. Obama ha parlato di pace ma tutti sappiamo che sta discutendo
con i suoi generali se aumentare di ventimila o di quarantamila soldati il
suo contingente in Afghanistan. A dargli manforte è intervenuto ieri il
collaboratore di Bin Laden che, come una marionetta a corda, viene azionato
ogni qualvolta gli USA hanno bisogno di suffragare la loro grottesca tesi
sul terrorismo incombente. Obama che avalla la tesi dei nemici di
Ahmanidejad sui brogli delle elezioni iraniane denunziati da Mousavi ad
urne appena aperte e non trova niente da dire sui brogli veri di Karzay
certificati financo dalla Unione Europea. Le belle parole di Obama possono
essere una luce per il mondo ma abbisognano di verifiche e intanto gli
permettono di incassare l'assenso della Russia e forse della Cina per un
ulteriore isolamento dell'Iran che è lo scopo vero dell'impegno a non
installare basi missilistiche in Polonia e Cechia. L'obiettivo
di Obama è mantenere il monopolio nucleare di Israele sul Medio Oriente, un
monopolio che permette le scorrerie criminali su Gaza o sul Libano senza
temere ritorsioni. Certo se l'Iran avesse la sua bomba atomica forse i
palestinesi non soffrirebbero il bantustan in cui sono prigionieri mentre
le loro case a Gerusalemme e nei territori occupati vengono demolite, le
loro terre confiscate, i loro alberi sdradicati. Ma l'Occidente non
permetterà mai che l'Iran si doti di armi nucleari e nello stesso tempo non
propone la pace che potrebbe essere aperta dalla denuclearizzazione di
Israele.
Il peggioramento della condizione imposta al popolo palestinese non
interessa l'Occidente e neppure l'ONU. L'ossessione di Obama e dei capi e
capetti dell'Occidente è
l'Iran che viene schernita come Nazione con il costante vilipendio del suo
Presidente.
Oggetto di scherno dei pennivendoli di tutto l'Occidente a cominciare
dagli opinionisti americani è Gheddafi che inanzitutto viene disprezzato per
essere un tiranno. Sicuramente Gheddafi è a capo di
un regime autoritario che comunque non è assai diverso di quello dell'Arabia
Saudita o degli emirati arabi che godono la benevolenza delle "democrazie"
occidentali. Gli USA che si proclamano democratici ma hanno dato vita a
violazioni dei diritti umani che non sono diverse da quelle di Gheddafi con
la tortura o l'arresto senza spiegazioni . Ricordiamo Guantanamo e la
Patriot Act. Il comportamento di un agente di polizia americana non è tanto
diverso da quello di un agente di polizia di Gheddafi. Gli USA sono una
democrazia soltanto per le classi medie e medioalte e bisognerebbe
riflettere a fondo su una nazione ricchissima che spende seicento miliardi
di dollari l'anno per la guerra e non trova modo di assicurare l'assistenza
sanitaria ai suoi cittadini. L'ideologia capitalistica domina i suoi
comportamenti sociali.
Tutte le cose che Gheddafi da detto sull'ONU e sull'Europa hanno un
fondamento di verità che non può essere ignorato. E' giusta la richiesta di
una profonda riforma dell'ONU a cominciare dalla sua emancipazione dalla
tutela territoriale nordamericana e dalla abrogazione del diritto di veto
riservato solo a cinque potenze. E' necessaria una rifondazione delle
Nazioni Unite che recuperi autorevolezza e prestigio dall'esercizio con
giustizia delle sue funzioni e da una radicale moralizzazione delle sue
agenzie popolate da funzionari-nababbi capaci di nascondere dietro una
propaganda ingannatrice il vuoto o l'intrallazzo. Sarebbe interessante
verificare sul campo uno dei programmi dell'Unicef o di altre ben pasciute o
foraggiate attività.
Queste richieste per la pace nel mondo e per la riforma dell'ONU vengono
da un personaggio di una piccola nazione che viene ridicolizzato per le sue
stravaganze. L'opinione pubblica viene invitata a non tener conto delle sue
rivendicazioni.
E' molto triste constatare come le grandi democrazie occidentali non
siamo in grado di presentare una sola proposta e sono brave soltanto a
tenere il sacco agli USA ed a Israele senza nulla obiettare sullo scandalo
umanitario di Gaza, sulle continue minacce al popolo iraniano, sui
bombardamenti e
l'occupazione militare dell'Iraq e dell'Afghanistan.
Pietro Ancona
*****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, September 27, 2009 4:30 PM
Subject: L'incontro di Ciampino-Canossa!
L'incontro di Ciampino-Canossa.
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Il Capo del Governo è costretto a "pustiare" (1) di aeroporto in aeroporto
il Papa per poter essere ammesso alla sua presenza e riceverne il salvifico
balsamo di un viso "ammagnato"(2) in benevolenza.All'aeroporto di Ciampino
che non è Canossa aspetta per circa un'oretta che arrivi Benedetto XVI con
il quale scambia tre minuti di convenevoli del più e del meno.Questo
incontro nella diplomazia vaticana non può essere classificato
involontario e protocollare :è stato preparato con cure assidue per molti
giorni. Forse il Vaticano lo avrebbe voluto più in là essendo ancora
fresca l'offesa arrecata al direttore dell'Avvenire fucilato con pallini
avvelenati di Feltri. Ma Berlusconi fremeva di impazienza: ha un bisogno
enorme di un grosso accreditamento morale o comunque di una sorta di
riabilitazione dopo gli scandali a ripetizione e tutti a sfondo sessuale di
Noemi, di Villa Certosa e di Palazzo Grazioli. Se il Papa lo riceve e
scambia qualche parola con lui le cancellerie e la stampa estera potrebbero
essere indotte a non occuparsi più delle "particolarità" del nostro
Presidente del Consiglio e l'elettorato cattolico italiano a perdonarlo. Non
esiste forse nella religione cattolica l'istituto del pentimento e del
perdono divino? Unica tra le religioni ,quella cattolica prevede che l'uomo
possa mondarsi, attraverso la Chiesa, di qualsiasi delitto. Importante è
confessare al prete e pentirsi, rimettersi alla volontà della Chiesa! Essere
perdonati dalla Chiesa cancella il peccato e riammette nell'ecclesia. La
Chiesa ha il più terribile marchingegno di sanatoria che potesse essere
inventato!
Nel suo caso Berlusconi non tiene conto di due cose, a mio giudizio
importanti: la prima è che l'elettorato cattolico che vota centro-destra non
ha bisogno di ricevere alcun segnale dalla Chiesa per continuare a
sostenerlo. Chi accetta la degenerazione che il centro-destra ha impresso
allo Stato di Diritto con le leggi ad personam e con le leggi razziali
contro gli immigrati ed i poveri è difficile che
abbandoni il suo capo politico per una questione di moralità che derubrica
a questione di privacy.-
Quella parte di elettorato cattolico che invece si scandalizza per
l'autoritarismo fascistoide ed anticostituzionale e per il libertinaggio
gaudente organizzato su basi industriali del Capo del Governo non si lascerà
convincere da un incontro e neppure dalle concessioni che il centro-destra
si accinge a fare alla gerarchia vaticana dal momento che è cattolico ma
laico ed insofferente per l'oscurantismo e la durezza dogmatica e teologica
di questo Papato. E' molto dubbio che il pensiero dei parlamentari cattolici
corrisponda al sentire dei cattolici italiani. Quando il Papa parla contro
"la famiglia allargata" in un paese in cui le ultime generazioni
appartengono in grandissima parte a famiglie costituitesi dal fallimento di
precedenti famiglie paterne e materne credete che trovi consenso? Il diritto
della persona di avere una nuova chance dopo un naufragio può forse essere
negato? Un bambino di una famiglia allargata con fratellini e sorelline
generate da altri incontri dei genitori è felice o infelice in ragione
dell'affetto che riceve o che gli viene negato e non certamente per la
situazione giuridica e per la novità della sua famiglia piena di tante
presenze e di tante parentele orizzontali.
L'Italia non è clericale e sanfedista come molti dei suoi deputati. Lo
sappiamo bene attraverso i suoi pronunciamenti referendari su divorzio,
aborto, e anche per la legge 40 sulla fecondazione assistita che ebbe
quindici milioni di votanti laici a fronte del boicotaggio delle parrocchie
e di organizzazioni come Comunione e Liberazione, Opus Dei, Azione
Cattolica, Vita. Il Vaticano ha estremo bisogno di un Governo e di un
Parlamento docili per imporre agli italiani le sue mortifere volontà e per
lucrare il massimo di finanziamenti e di agevolazioni di legge. Credete
forse che gli italiani avrebbero approvato
l'assunzione di 25 mila insegnanti di religione cattolica pagati dallo Stato
ma dipendenti dai Vescovi?
Quindi la Chiesa pur dovendosi mostrare critica verso taluni comportamenti
libertini del nostro Presidente del Consiglio ha fretta di ricostituire un
forte e positivo rapporto che gli consenta di fare
passare la sua linea oscurantista su questioni come il testamento
biologico, la RU486 per la quale ha ottenuto l'istituzione di una
Commissione che difatto ne blocca l'introduzione in Italia dopo il via
libera della AIFA, i patti civili di solidarietà, la stessa legge 194
assediata fin dalla sua emanazione.......
Ma la Chiesa Cattolica ha davvero l'autorità "morale" per mondare
qualcuno della lussuria che era un peccato ai tempi di Dante ma che non è
certamente tale se non fosse praticata con scandalo dal Presidente del
Consiglio?
La Chiesa Cattolica è afflitta dal terribile morbo della pedofilia. Nei
giorni scorsi leggevo di una associazione che si sarebbe costituita tra le
migliaia di vittime dei preti irlandesi. I casi sono davvero tanto numerosi
e spesso tanto odiosi che richiederebbero espulsioni
ed un generale risanamento morale del clero. Mi domando se la Chiesa si sia
mai posto il problema di tanta
pedofilia al suo interno, una malattia che non si riscontra tra i
protestanti o tra gli islamici....
E' vero che questo Papa ha dato una forte zampata ai pedofili ma siamo
nel campo di una repressione più o meno severa e dura di un fenomeno del
quale non si vogliono riconoscere le radici
nella sessuofobia e nel celibato. Certo si può essere sposati e pedofili ma
il momento in cui la Chiesa riconoscerà alla donna la dignità per potere
sposare un suo sacerdote si sarà compiuta una tale rivoluzione culturale da
escludere l'ulteriore manifestazione di comportamenti patologici e
sessuofobici
Insomma la nefasta collaborazione tra il centro-destra italiano ed il
Vaticano continuerà nonostante
le critiche di Famiglia Cristiana. Le organizzazioni che davvero contano
dentro la Chiesa sono a sostegno totale del centro-destra. Comunione e
Liberazione collabora apertamente con Berlusconi in molte regioni italiane a
cominciare dalla Lombardia. Una componente importante come la Lega ha in
corso un fitto pour parler con i massimi esponenti della Gerarchia e non
dubito che la cornucopia dello Stato e delle Regioni riverserà frutti
copiosi nell'ampio grembio talare.
Per cambiare le cose è necessario che la sinistra ed il PD cessino di
concorrere con il centro-destra
nell'ingraziarsi il Vaticano. Sono certo che De Gasperi o Moro o Fanfani per
parlare dei politici cattolici che ha avuto l'Italia non avrebbero pietito
in un aeroporto-Canossa una qualche parola del Pontefice. Erano cattolici ma
sapevano difendere lo Stato laico ed avevano alto senso della propria
dignità e della dignità dello Stato.
Dovrebbero venire dal PD e da sinistra segnali di vero contrasto per la
deriva di destra e sanfedista
del Paese. Ripeto: l'Italia non è clericale! E' clericale per convenienza e
cinismo gran parte del suo Parlamento e del suo Governo.
L'oscurantismo e l'arretratezza culturale del popolo italiano vengono
indotti da misure legislative e da
scelte che maturano dentro i Palazzi del Potere, dal Laterano a Palazzo
Madama che si è genoflesso
alle voglie degli antiabortisti....
Ma l'Italia può riprendere il suo cammino di civiltà che ebbe nel 68 e nel
primo trentennio della Repubblica i suoi momenti più alti!
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
(1)siciliano: fare la posta, aspettare
(2) ancora siciliano, atteggiamento grave e quasi solenne del volto di chi
può punirti ma ti fa del bene.
http://www.apcom.net/newspolitica/20090914_
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: radicalsocialisti
Sent: Thursday, October 01, 2009 9:13 AM
Subject: il PD
Cari compagni,
a Padellaro che stamane a prima pagina faceva un ritratto del PD per
sottolinearne le differenze morali dal berlusconismo ho scritto così
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Thursday, October 01, 2009 8:52 AM
Subject: il PD
Caro Padellaro,
le cose che lei ha detto sul PD sono vere! L'elettorato ed il gruppo attivo
del PD sono davvero una parte bella e nobile dell'Italia. Ma il PD è
omologato al PDL dal liberismo e la morale del liberismo è quella che
condanna il giovane 110 e lode di Torino a vivere da cocopro (invenzione
malvagia della legge Maroni ma bipartisan), è omologato dalle
privatizzazioni che stanno alzano il costo dei servizi comunali a
strangolando le famiglie di piccolo reddito con bollette sempre più esose, è
omologato ancora dalla condivisione di privilegi alla classe dei politici e
dei suoi collaboratori che non hanno pari nel mondo e che hanno creato una
situazione in cui la politica è diventata una professione ed il politico è
sempre più separato dalla gente comune.
Le stesse cose del PD si possono dire della CGIL che ha una meravigliosa
base di cinque milioni di persone davvero di sinistra (nel senso del
sentimento e della convinzione) ma ha una linea concertativa di destra che
nel corso degli ultimi quindici anni ha ridotto i lavoratori italiani in
miseria dal momento che ha accettato di rapportare le richieste salariali
al tassa di inflazione "programmato".
Insomma le regole della politica e del sindacato sono dettate dal
liberismo politico e dalla confindustria.
Anche se moralmente c'è un abisso tra i berlusconiani ed i bersaniani o
franceschiniani quello che davvero conta è la scelta economica e sociale.
Che vale se sei onesto ed entusiasta se mi condanni a vivere da precario e
in una società sempre più asociale come la destra?
Auguri a lei ed al suo giornale. Ho sempre avuto e continuo ad avere
grandissima stima di lei che è innanzitutto una persona onesta.
Pietro Ancona da Palermo
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, October 01, 2009 8:49 PM
Subject: La nomina di Bianca Berlinguer e la manifestazione del 3 ottobre
LA NOMINA DI BIANCA BERLINGUER E LA MANIFESTAZIONE DEL TRE OTTOBRE
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Non c'è dubbio che la destra è stata sempre e forse sarà sempre più abile
della sinistra. Due giorni prima della manifestazione per la libertà di
stampa indetta per sabato prossimo per protestare contro lo strangolamento
reale degli spazi di autonomia ancora presenti nella comunicazione conclude
gli accordi per la nomina del nuovo direttore di TG3 promuovendo Bianca
Berlinguer. Seguo da sempre Bianca Berlinguer e ne apprezzo le doti
professionali, la tenacia, l'onesta, la competenza, ma certamente nella
RaiTV superlottizzata non sono queste doti che ne hanno fatto il direttore
di Rai Tre quanto la forza politica che aveva ed ha alle spalle e che da
sempre ha una sua nicchia appunto nella terza rete della televisione
italiana. Questa nomina segue tutte quante le altre che si sono già fatte e
che sono state accaparrate dal centro-destra in una pratica ipercollaudata
di spartizioni non se con quale manuale ma certamente qualcosa che
assomiglia molto al Cencelli.
Conosco la Rai Sicilia dai tempi in cui era in Via Cerda e ho visto la
formazione del suo gruppo redazionale. Potrei dire per ognuno di loro quale
partito e quale corrente politica aveva dietro. Non conosco il caso di un
solo giornalista che sia stato assunto per i suoi propri meriti, per il suo
ingegno, per le sue capacità.
Non so quanti siano oggi i dipendenti della Rai Sicilia e quanti dipendenti
abbia la RaiTV nazionale.Ma certamente è assai difficile trovarne uno solo
che sia stato assunto fuori dalla lottizzazione spartitoria dei partiti. In
quanto alle carriere queste si costruiscono spostandosi da un punto
all'altro del Partito di riferimento, da un personaggio all'altro, da questa
a quella corrente di pensiero. Ci sono grandi maestri voltagabbana e
grandissimi cacciatori di poltrone dal fiuto formidabile.
I partiti della sinistra italiana, i partiti oggi all'opposizione nel
Palazzo e fuori, non hanno mai messo in discussione la regola della
spartizione, non hanno mai proposto un sistema diverso capace di premiare
l'autonomia di pensiero. Le organizzazioni professionali e sindacali dei
giornalisti, la stessa associazione articolo 21 non credo che abbiamo mai
fatto una vera battaglia per l'autonomia delle redazioni raitv. Sono del
tutto corresponsabile dello stato di cose che sarà contestato sabato.
Il tutto costa qualcosa come cinque miliardi di euro l'anno. Non credo che
esista al mondo una categoria di dipendenti della radiotv pubblica cosi ben
pagata come del resto non esistono oligarchie politiche al mondo stipendiate
come quella italiana!
In queste condizioni, la manifestazione del tre ottobre prossimo non ha le
carte in regole per proporre
una informazione autonoma e di vero pubblico servizio. Lo stesso discorso
vale per quasi tutta la carta stampata foraggiata generosissimamente dallo
Stato. Può la gente di questo mondo foraggiato dal Regime proporre qualcosa
di credibile contro il Regime e l'affossamento della libertà di stampa?
Ne dubito molto.
Pietro Ancona
*****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: il fatto
Sent: Friday, October 02, 2009 9:31 AM
Subject: Napolitano
Caro Padellaro,
lei ha difeso con passione Napolitano ma senza chiedersi perchè da giorni va
dicendo che promulgherà la legge scudo fiscale mentre è ancora in corso la
battaglia parlamentare. Ma davvero bravo!!
Napolitano ha responsabilità eguali a quelle del governo Berlusconi
nell'opera di demolizione della Costituzione dal lodo Alfano alle famigerate
leggi sulla sicurezza che graduano la pena in base alla cittadinanza . Non
glielo ordinava il medico l'approvazione delle peggiori leggi della
democrazia italiana. Lei crede che Scalfaro o Pertini avrebbero promulgato
il lodo Alfano e la legge 94?
La popolarità di Napolitano nel Paese alla quale lei alludeva è la
popolarità nell'elettorato berlusconiano che si sente confortato e protetto
dal consenso della Presidenza della repubblica. La cosa che preoccupa di più
Napolitano è oliare la via del governo e farlo scorrere al meglio!!
Cari saluti.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: zappadero@hotmail.it
Cc: lettere@corriere.it
Sent: Friday, October 02, 2009 11:52 AM
Subject: le vacanze in Algeria
Caro Karim,
vorrei aggiungere alle cose egregiamente dette dal Prof.Romano il fatto che
l'islamismo ha preso il posto del socialismo. Ha riempito un vuoto di
ideologia e di identità.Prima del fallimento dell'URSS tutti i popoli dei
paesi del cosidetto terzo mondo aderivano ad un movimento mondiale che aveva
nella Jugoslavia di Tito la capofila. Il movimento dei paesi cosidetti non
allineati che si incrociava con gli ideali del socialismo che avevano
costituito il fulcro anche di grandi civiltà arabe come quella creata in
Irak dal Partito di Sadam Hussein e che ne aveva garantito uno strepitoso
progresso culturale tecnico ed industriale oggi stroncato nel sangue dal
colonialismo dell'Occidente. Un movimento che rafforzava la causa della pace
e garantiva un equilibrio meno sbilanciato verso l'Occidente.
Dopo la crisi dell'URSS e del comunismo mondiale il mondo islamico trovò la
sua ragione di coesione antiimperialistica nello islamismo a scapito della
laicità e della libertà insite nel movimento di liberazione socialista.
L'islamismo ha dato identità a quanti lottano contro i tiranni dei paesi
arabi e contro la feroce dittatura mondiale degli USA.
Pietro Ancona
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LETTERA AD ANTONIO PADELLARO
CHE CONDUCE PRIMAPAGINA RADIO TRE
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Caro Padellaro,
le cose che lei ha detto sul PD sono vere! L'elettorato ed il gruppo attivo
del PD sono davvero una parte bella e nobile dell'Italia. Ma il PD è
omologato al PDL dal liberismo e la morale del liberismo è quella che
condanna il giovane 110 e lode di Torino a vivere da cocopro (invenzione
malvagia della legge Maroni ma bipartisan), è omologato dalle
privatizzazioni che stanno alzano il costo dei servizi comunali a
strangolando le famiglie di piccolo reddito con bollette sempre più esose, è
omologato ancora dalla condivisione di privilegi alla classe dei politici e
dei suoi collaboratori che non hanno pari nel mondo e che hanno creato una
situazione in cui la politica è diventata una professione ed il politico è
sempre più separato dalla gente comune.
Le stesse cose del PD si possono dire della CGIL che ha una meravigliosa
base di cinque milioni di persone davvero di sinistra (nel senso del
sentimento e della convinzione) ma ha una linea concertativa di destra che
nel corso degli ultimi quindici anni ha ridotto i lavoratori italiani in
miseria dal momento che ha accettato di rapportare le richieste salariali al
tassO di inflazione "programmato".
Insomma le regole della politica e del sindacato sono dettate dal liberismo
politico e dalla confindustria.
Anche se moralmente c'è un abisso tra i berlusconiani ed i bersaniani o
franceschiniani quello che davvero conta è la scelta economica e sociale.
Che vale se sei onesto ed entusiasta se mi condanni a vivere da precario e
in una società sempre più asociale come la destra?
Auguri a lei ed al suo giornale. Ho sempre avuto e continuo ad avere
grandissima stima di lei che è innanzitutto una persona onesta.
Pietro Ancona da Palermo
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La lettera del giorno |Martedi' 29 Settembre
2009
IL DISCORSO DI AHMADINEJAD ALL’ASSEMBLEA DELL’ONU
Riguardo all’intervento di Ahmadinejad e Gheddafi all’Onu, un lettore
scrive che certi personaggi non dovrebbero essere autorizzati a servirsi
del proprio seggio per minacciare e calunniare un altro Paese o per
attaccare l’Onu stessa ( Corriere , 25 settembre).
Io penso invece che per raggiungere la pace qualche volta bisogna dar
voce anche al più atroce «nemico». D’altro canto il muro contro muro non
ha mai risolto nessun problema. In ogni caso non dobbiamo dimenticare
che per combattere certi soprusi abbiamo un’arma potentissima, che
consiste nell’abbandonare la piazza quando questi prendono la parola.
Come hanno fatto i delegati del nostro Paese nell’ultima riunione nel
Palazzo di Vetro con il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.
Silvano Stoppa, silvano.stoppa@poste.it
Caro Stoppa,
Ogni discussione sulle parole di Ahmadinejad all’Onu dovrebbe
cominciare dal testo del discorso. L’ho letto nella versione inglese
e cerco di riassumerne, molto sommariamente, i punti essenziali.
Ahmadinejad ha esordito con alcune riflessioni sul monoteismo, sul
ruolo storico dei grandi profeti (Noè, Abramo, Mosè, Gesù e Maometto)
per la redenzione dell’umanità, sull’importanza delle fede e della
spiritualità nelle relazioni internazionali. Gli accenti ecumenici del
discorso sarebbero piaciuti a Giovanni XXIII, il duro giudizio sull’agnosticismo
(una forma di relativismo) dovrebbe essere piaciuto a Benedetto XVI.
Ha detto che i maggiori pericoli, per l’umanità sono le armi di
distruzione di massa e il terrorismo, fra cui in particolare il
terrorismo di Stato.
Ha ricordato che Saddam, durante la guerra contro l’Iran, fu armato
dall’Occidente e impiegò armi chimiche.
Ha affermato che Al Qaeda nacque dal sostegno degli Usa ad alcuni gruppi
della resistenza antisovietica e che l’arsenale nucleare israeliano ha
beneficiato della complicità americana.
Ha duramente descritto le vessazioni subite dai palestinesi nella loro
terra. Ha sostenuto che alcuni Paesi cercano d’impedire ad altri il
libero accesso alle tecnologie del progresso.
Ha rivendicato il carattere democratico dell’Iran: un Paese in cui,
dopo la rivoluzione, «si è votato 27 volte».
Ha auspicato un maggiore impegno dell’Onu per il disarmo e ha chiesto
all’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia atomica) di promuovere
l’applicazione dell’art. IV del Trattato di non proliferazione sul
libero accesso dei Paesi firmatari alle tecnologie nucleari.
Ha ripetuto che l’Iran non vuole armi nucleari, ma che potrebbe, se vi
fosse costretto dalle circostanze, riconsiderare la sua politica.
Ha denunciato il «regime sionista di occupazione», ma non ha auspicato
la distruzione di Israele e non ha negato la realtà del genocidio
ebraico.
Ha dichiarato di essere pronto e negoziare.
Alcune delle affermazioni di Ahmadinejad sono contestabili o
grossolanamente esagerate. Ma altre sono vere (la benevolenza degli Usa
per l’Iraq durante le guerra contro l’Iran) o, come quelle sui
palestinesi, riflettono i sentimenti e le convinzioni della grande
maggioranza del mondo musulmano. Le otto delegazioni che hanno
abbandonato la sala (tra cui Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia,
Paesi Bassi, Stati Uniti) avrebbero fatto meglio ad ascoltarlo fino in
fondo. Certe forme di diplomazia spettacolo (come l’interminabile
discorso di Gheddafi all’Onu) sono infantili, demagogiche e, in ultima
analisi, inutili.
Sergio Romano
MIA LETTERA AL SIGNOR STOPPA
=============================
Caro Signore,
abbandonare in segno di disprezzo l'aula mentra parla il Capo di uno
Stato che non ha mai fatto torto a nessuno è grande maleducazione ed
ingiustizia. L'Iran nel corso della sua recente tormentata storia è
sempre stata aggredita dagli inglesi,dai tedeschi, dagli americani e
dagli irakeni per conto degli americani. Ha avuto perdite per milioni di
morti.Non ha MAI aggredito nessuno!! Un suo Presidente del Consiglio (Mossadeq)
è stato assassinato dalla Cia!
La causa primaria dei suoi guai è sempre stata la predatoria voracità
dell'Occidente che ha scritto una storia di massacri specialmente
nell'ultimo secolo.
Bisognerebbe invece che lei facesse una riflessione sul ruolo degli USA
nel mondo e dei suoi alleati che hanno perpetrato atrocità a mai finire
in Afghanistan in Irak a Gaza e Libano(Israele) servendosi anche di
omicidi "mirati" e di un esercito di killers privati (contractors) e
bombardando la popolazione civile.
Cordialmente
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: aprile lettere
Sent: Sunday, October 04, 2009 1:46 PM
Subject: La Stampa oscura i Precari
LA STAMPA OSCURA I PRECARI
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La manifestazione per la libertà dell'informazione che ha riempito di una
grande folla una delle più capienti piazze di Roma ha realizzato un
obiettivo che rafforza il governo in uno dei suoi punti dolenti: ha oscurato
del tutto le due grandi manifestazioni dei precari della scuola che, con
sacrifici personali, si erano dati appuntamento a Roma da un pezzo, assai
prima che lo spostamento al 3 ottobre della adunata indetta dalla FNSI, si
sovrapponesse alla loro lotta e la oscurasse senza alcun riguardo. Sarebbe
stato comunque possibile dare conto nei telegiornali e nei resoconti di
stampa di entrambe le manifestazioni facendone momenti di una reazione
civile e democratica all'azione del governo Berlusconi ma non se ne è fatto
niente. Nei telegiornali non ho visto una sola inquadratura dei cortei dei
precari, un solo commento, non parliamo degli articoli degli opinionisti
tutti dedicati al successo dell'iniziativa della stampa a cominciare da
quello di Eugenio Scalfari che più di ogni altro si è pavoneggiato ed ha
attribuito significati civili e democratici ad una lotta fatta da gente
molta della quale in buona fede ma molta altra con tantissimi scheletri
nell'armadio.Nei giornali si è parlato dei cortei dei precari soltanto per
deprecarne i disagi arrecati alla cittadinanza.
La stampa italiana è composta da spartani ed iloti, padroni e schiavi,
sfruttatori e negri sfruttati. I giornalisti della RaiTV con privilegi e
stipendi scandalosi che non hanno eguali al mondo non sono eguali ai
giornalisti che vendono i loro scritti a venti euro al pezzo e scarpinano
per realizzare servizi ed interviste al servizio di giornali che li
sfruttano spietatamente. Sono a migliaia di giovani che hanno seppellito
nell'amarezza e nel disinganno le loro speranze, le attese che coltivarono
prima della laurea. La FNSI è rappresentativa degli interessi dei baroni
del giornalismo, gente che divulga e riempie di belle parole e di
ragionamenti spesso fasulli le veline che passa il Potere. Che cosa ha in
comune un giovane giornalista che sta incanutendo da precario con i
superprivilegiati dipendenti della RaiTV molti dei quali assunti perchè
fedeli scudieri di questo o di quel politico?
Ieri sera ero sbalordito. Il TG3 che ha un nuovo direttore in Bianca
Berlinguer appena nominata nella ultima superlottizzazione spartitoria non
ha fatto vedere e non ha detto niente dei cortei dei precari della scuola,
non ha mostrato i due grandi fiumi di professori ai quali è stata tagliata
la strada, rubato il futuro, preclusa la possibilità di esprimersi nella
scuola pubblica , di vivere e di far vivere la più grande e benemerita
istituzione italiana: la scuola pubblica, la scuola statale. E' evidente che
c'è una grande insincerità nella manifestazione per la libertà della
informazione se questa ignora ed oscura le lotte dei precari in difesa della
scuola pubblica.
In fondo i signori che hanno dato vita ieri alla manifestazione per la
libertà di stampa hanno fatto un grosso favore alla Gelmini ed al governo
Berlusconi.
Se la RAI TV non ha fatto finora il contratto a Travaglio non mi
interessa niente e non credo che la cosa possa interessare la democrazia
italiana. Non mi piace il potere che certi amchorman acquistano magari
ritagliandoselo nel "mercato" della sinistra.
Della libertà garantita da contratti miliardari ho soltanto ribrezzo. Non
si può pretendere libertà e democrazia accettando un sistema in cui il
denaro pubblico viene spartito in quantità scandalose tra privilegiati. Il
narcisismo e l'indifferenza sociale di tanti campioni della libertà di
stampa costruiscono una scenario di cartapesta a sinistra allo stesso modo
come Berlusconi ed i suoi costruiscono il loro scenario di cartapesta a
destra.
Nel mondo artificiale nel quale viviamo, il segretario della CGIL ha
ritenuto di farsi intervistare e di dire la sua in Piazza del Popolo. Questo
dopo aver abbandonato i precari della scuola al loro destino ed al massimo
ad una difesa di ufficio come capita a certi imputati poveri che non possono
pagarsi un buon avvocato.
Pietro Ancona
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, October 05, 2009 3:06 PM
Subject: : gino giugni
GINO GIUGNI
E' morto Gino Giugni padre dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori redatto
e promulgato nel 1970 essendo Ministro del Lavoro un altro grande
socialista Giacomo Brodolini. Gino era socialista quando i socialisti erano
socialisti ed i comunisti erano comunisti prima che il termine socialista o
comunista perdessero completamente di significato cioè del contenuto di
redenzione del lavoro, giustizia sociale, emancipazione umana, visione di
una società di eguali almeno nei diritti e nelle opportunità come purtroppo
è avvenuto dopo e tuttora avviene.Nel 1983
fu ferito dalle Brigate Rosse, tredici anni dopo la promulgazione della
legge sullo Statuto dei Diritti.
Non ho capito perchè il terrorismo abbia colpito Gino Giugni dal momento
che il massimo che i lavoratori italiani hanno ottenuto nella loro storia
si deve proprio a lui ed a quella stagione straordinaria di conquista di
diritti che fiorì durante il centro-sinistra con i socialisti precraxiani
al governo del Paese. Ma forse il gruppo che colpì Gino Giugni agiva secondo
la logica che bisogna abbattere il meglio per fare prevalere il peggio che
costituisce la condizione normale di oppressione della gente più facile da
additare come nemico.. E' una logica inaccettabile e perversa che martirizza
le figure più umane e più vicine ai
lavoratori dei gruppi dirigenti della politica.
Debbo purtroppo constatare che l'ultima parte della vita del giuslavorista
Gino Giugni non ha molto a che dividere con quella dello Statuto dei Diritti
dei Lavoratori. Gino Giugni ha seguito seppur lentamente e con molti
ripensamenti il revisionismo giuslavoristico di ispirazione liberista. E'
stata tuttavia una involuzione meno pronunziata di quella di personaggi
come Biagi, D'Antona, Ichino, Letta, Treu che sono giunti financo
a reclamare la revoca dello Statuto dei Diritti e che si adeguano ad una
generale involuzione del diritto europeo del lavoro su materie fondamentali
riguardanti i diritti, il salario, l'orario di lavoro, l'assunzione ed il
rapporto di lavoro nelle aziende.
Ma questa ultima fase della vita di Gino Giugni conta poco. Non è stato lui
a compiere i guasti peggiori. Per noi conta ricordarlo come protagonista
della grande stagione che portò alla riforma del collocamento ed alla
stesura di una carta di diritti che la borghesia italiana aiutata dalla
sinistra fedigrafa non ha ancora trovato il coraggio di abrogare cosi come
quando ricordiamo Garibaldi Bosco ci riferiamo alla fase della sua vita
durante e subito dopo i Fasci dei Lavoratori e non nella sua ultima parte di
amministratore del Comune di Palermo.
Gino Giugni è stato capostipite di una scuola di giuslavoristi che,
nonostante i suoi infedeli epigoni, resterà esemplare nella storia del
diritto del lavoro e del movimento operaio e socialista.
La sua opera di legislazione sociale illumina di civiltà e di umanità la
società italiana e sarà sempre un punto di riferimento e di forza per quanti
continuano a credere che i lavoratori non sono meri utensili umani come li
definì Aristotele e come li vuole il grasso vorace e predatorio capitalismo
contemporaneo.
Ho avuto l'onore di averlo conosciuto e di militare nel suo stesso partito
e nella CGIL di Piero Boni e Mario Didò.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, October 07, 2009 1:57 PM
Subject: morte del diritto del lavoro
MORTE DEL DIRITTO DEL LAVORO
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A leggere e sentire i commenti che la batteria massmediatica ha imbastito
sull'opera di Gino Giugni
sembrava di vedere lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori lontanissimo nel
tempo, una sorta di rudere giuridico datato che dovrebbe essere rimosso al
più presto come un ingombro che impedisce alla Modernità di trainare le
magnifiche sorti e progressive dell'economia . Qualcuno si è spinto fino ad
insinuare che Gino Giugni fosse pentito di essere stato l'estensore di una
legge che avrebbe legittimato financo l'assenteismo i lavoratori.
. In verità l'opera del nostro come successore di Brodolini e di Donat
Cattin non è stata esaltante: gli accordi sulla concertazione stipulati
durante la sua gestione del Ministero del Lavoro hanno creato le premesse di
un inesorabile indebolimento, di una fatale degradazione della condizione
salariale dei lavoratori italiani che, da allora, hanno perso un terzo e
anche più di quanto percepivano
prima. I salari sono diventati talmente miseri da non consentire ad una
famiglia operaia monoreddito di poter sopravvivere. C'è bisogno di un
secondo salario, di una integrazione oppure di possedere l'abitazione.
Ma lo Statuto è stato un momento alto di riconoscimento della funzione
sociale dei lavoratori e di loro integrazione in una società in cui le
differenze di reddito non erano eccessive. C'è stato un momento nel
ventennio 70/90 in cui la retribuzione di un ingegnere era soltanto del
quaranta o cinquanta per cento in più di quella di un operaio
specializzato. Anche il punto unico di scala mobile fungeva da grande
omogeneizzatore sociale.
Dal pacchetto Treu in poi il diritto del lavoro è tralignato fino a
diventare diritto "sul lavoro". Mentre
dalle esperienze del movimento operaio, dalle esperienze che si realizzavano
nel vivo della produzione nascevano regole che adattavano i diritti,
mantenendoli, alle novità del processo produttivo, ora tutto è cambiato. Il
sindacalismo fungeva da intellettuale collettivo che traduceva in regole il
rinnovamento dei rapporti produttivi. Ora i lavoratori si debbono adattare
ai bisogni finanziari e produttivi della azienda e sono questi a valere. E'
nata una legislazione che
non è più di tutela del prestatore d'opera e che non garantisce più alcun
diritto. Il lavoratore deve adattarsi al dominio assoluto ed implacabile di
un datore di lavoro che, fin dall'assunzione, diventa arbitro della sua vita
non solo lavorativa ma spesso tout court.
Per rendere ancora più evidente la condizione subalterna dei lavoratori
gli stipendi dei managers e degli amministratori delle imprese si sono
distanziati in misura incommensurabile. Un managers può guadagnare anche
più di mille volte di quanto guadagna il suo dipendente medio e può
determinarsi la fetta da ritagliarsi dall'impresa. Nello stesso tempo le
retribuzioni dei dipendenti tendono a frastagliarsi verso il basso
attraverso tipologie di rapporti di prestazioni che
sembrano concepite da una mente diabolica e malvagia.
Tutte le leggi sul lavoro approvate dal 93 in poi e tutte le proposte
spesso bipartisan presentate al Parlamento testimoniano la fine del diritto
del lavoro (restano da abbattere alcune cose importanti come lo Statuto) e
la comparsa al suo posto di una legislazione funzionale ai bisogni delle
aziende e del capitale. Questa tendenza non è solo italiana ma di tutto
l'Occidente ed in Europa è stimolata da
un orientamento che ha già demolito molte cose a cominciare dall'orario di
lavoro.
Alla demolizione dei salari si accompagna quella dei diritti. Non solo
questi vengono cancellati o riscritti in senso favorevole alle imprese e
al management ma tendono ora a diventare costrittivi, obbliganti per
prestatori d'opera che non hanno più voce. Le Confederazioni Sindacali si
sono prestate a questa rivoluzione copernicana e da anni concretizzano
agende di "riforme" elaborate dagli uffici della Confindustria e delle altre
organizzazioni padronati e governative.
A questo punto il Ministero del Lavoro potrebbe essere accorpato a quello
dell'Industria e gli uffici studi dei Sindacati a quello della
Confindustria. La solitudine dei lavoratori è tale da generare una vera e
propria ondata di suicidi o reazioni di disperazione come quelle della INNSE
e degli insegnanti e di tanti altri che le cronache registrano sempre più di
malavoglia.
Stiamo tornando nei rapporti sociali alle condizioni preesistenti alla
nascita del Sindacati, dei Parlamenti, delle moderne conquiste della
società. I Sindacati, dopo aver raggiunto il massimo di potenza, non sono
più dei e con i lavoratori. La pressione spoliativa del padronato e della
società sta diventando sempre più intollerabile per chi vive di lavoro
dipendente. Ma non si può tornare alla barbarie dei rapporti sociali dopo
aver conosciuto la civiltà del novecento senza grandi traumi. La torsione
che si vuole imprimere alla condizione dei lavoratori che si vogliono
ridurre a clochards può generare conflitti profondissimi.
pietro ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, October 15, 2009 7:41 PM
Subject: La libertà di coscienza della Binetti e l'assenza di coscienza del
PD
La libertà di coscienza della Binetti e l'assenza di coscienza del PD
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Nello Statuto del Partito Democratico, si parla di uomini e di donne ed
anche di giovani uomini e giovani donne. Mai di omosessuali o gay. Lo
Statuto è stato approvato appena nel febbraio del 2008 e quindi avrebbe
potuto fare riferimento agli omosessuali come ad un genere. Perchè
distinguere gli iscritti soltanto in uomini e donne? Avrebbe dovuto
recitare: "uomini, donne e gay" oppure non distinguere è scrivere soltanto :
persone. I genere non sono due ma tre. Non so chi abbia scritto lo Statuto
del PD. Sicuramente una Commissione la quale è stata talmente d'accordo su
tutte le cose da cancellare , da non scrivere, che praticamente non è
rimasto quasi niente. E' successo agli estensori quello che accade a certi
scultori o a certi falegnami che a furia di scalpellare o di levigare si
riducono con niente. Non ho mai letto niente di più anonimo. Potrebbe
adattarsi a qualsiasi formazione politica
diciamo di un orientamento così indeterminato e così sbilanciato da
destare financo stupore. Insomma, la prima parte dei principi, dei
cosidetti "fondamentali" dello Statuto è del tutto anodina, insapore,
incolore, insomma una specie di nebbiolina....
Con uno Statuto come questo ha ragione la senatrice Paola Binetti a
rivendicare la propria libertà di coscienza. In effetti in assenza di un
corpus di principi e di norme che definiscono la cultura di un Partito, di
un Movimento, non resta che la coscienza personale del singolo iscritto che
nel caso è nutrita da fondamentali nozioni di un cattolicesimo intollerante,
punitivo verso qualsiasi "diversità" dall'unico comportamento sessuale
ammesso dalla Chiesa: quello finalizzato alla procreazione. Certo la
Binetti ha presente le punizioni che per oltre mille anni sono state
inflitte dalla Chiesa ai sodomiti che vanno dalla castrazione al rogo. Ai
delatori degli omosex venivano elargiti premi in denaro. Non è detto che una
storia tanto antica di criminalizzazione non abbia lasciato segni e
pregiudizi nell'animo della Nostra.
Dal momento che lo Statuto del Partito non compie alcuna scelta sul terreno
dei diritti civili non si vede quale incompatibilità possa sorgere per la
Binetti o per chi, per passare al campo dei diritti sociali, possa invocare
l'abolizione di ogni e qualsiasi diritto per i lavoratori dipendenti.
Diritti civili e diritti sociali sono appannaggio della libertà di coscienza
di ogni singolo iscritto e di ogni singolo parlamentare o amministratore.
Infatti, Bersani si è affrettato ad accogliere la Senatrice, rimproverata
dal Segretario, tra i propri seguaci. Perchè nella grande palude ideologica
e morale del PD non debba trovare posto l'intolleranza xenofoba di chi
magari considera le legnate inflitte dai razzisti agli omosessuali una sorta
di punizione "divina" e di espiazione dei loro peccati? E' possibile che
l'ecumenismo del PD possa giungere a tanto?
Pietro Ancona
http://www.partitodemocratico.it/allegatidef/Statuto%20PD44883.pdf
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: aprile lettere
Sent: Friday, October 16, 2009 1:24 PM
Subject: Suicidi e contratti
Suicidi in Francia e Contratti in Italia
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Ieri la giornata è stata scandita da due brutte notizie : il
venticinquesimo suicidio di un dipendente della telecom francese e la firma
separata del contratto dei metalmeccanici italiani con l'umiliante
esclusione della Fiom rappresentante della stragrande maggioranza dei
lavoratori. Sostanzialmente le due notizie sono due facce di una stessa
realtà: la perdita di valore e di identità sociale che il lavoro conferisce
alla attività umana,la scomparsa della lotta di classe che, con il conflitto
sociale, era l'unica in grado di dare prospettiva e significato al lavoro.
Nella Telecom francese si è messo in moto un meccanismo azionato da
"tagliatori di teste" ( non solo in senso figurato come voleva essere la
macabra locuzione) che ha fatto sentire del tutto superflua la vita a
venticinque persone; per il contratto dei metalmeccanici si è messo in moto
il meccanismo vincente
della linea Sacconi che persegue da anni l'isolamento e la sconfitta della
CGIL e, per essa, del suo Sindacato simbolicamente ed umanamente più
rappresentativo: la Fiom!. In questo caso si è avvalsa
della "distanza" della CGIL dalla Fiom per colpire ancora più forte.
Il contratto firmato concede qualche monetina di rame ai lavoratori e
soltanto alla fine del triennio. Subito non dà niente. Viene stipulato con
un anticipo notevole sulla sua scadenza essendo stato firmato il venti
gennaio del 2008 e non si era mai dato il caso di un rinnovo ad un anno e
mezzo di vigenza! L'anticipo è stato fortemente voluto dal Governo dalla
CIsl e dalla UIL per adeguarlo alle norme dell'accordo separato sul
contratto nazionale a cominciare dall'avvio della triennalizzazione.
In sostanza di tratta di una riforma profonda, di un riposizionamento del
contratto nazionale nella nuova strategia voluta dal padronato e dai
sindacati ascari, che punta ad una forte riduzione dei diritti dei
lavoratori mentre si allargano e si incrementano gli interessi comuni delle
associazioni stipulanti già presenti con il Fondo Cometa. E' stato istituito
un fondo per il sostegno del reddito. Vedremo di che si tratta. La linea di
tendenza è sempre di più verso un contratto tra associazioni e sempre meno
di un contratto per i lavoratori.
La Fiom è stata sconfitta ed umiliata e non è casuale il fatto che i suoi
dirigenti parlino di ricorso alla autorità giudiziaria per fare valere le
ragioni che dovrebbero essere chiare a tutti dalla federmeccanica al
governo. Quando un gruppo dirigente ricorre alla magistratura piuttosto che
alla lotta è perchè ritiene di non avere più alcuna possibilità di
capovolgere o almeno cambiare parzialmente la situazione. Questo gruppo
dirigente farebbe bene a dimettersi. Tanto, dopo questa sconfitta sarà
cacciato via dalla destra sindacale! Il padronato ha colpito giusto ed i
suoi numerosi sensori lo hanno avvertito della realtà della situazione. Una
situazione nella quale la CGIL non andrà molto oltre una mera quasi notarile
critica con rammarico, il pd (che è il partito al quale sono iscritti la
stragrande maggioranza dei dirigenti della CGIL) non dirà una parola e
magari continuerà a sostenere la necessità della unità della CGIL con Cisl
ed UIL naturalmente alle condizioni che queste dettano
E' chiaro che la FIOM non può continuare ad essere sè stessa dentro la CGIL
dal momento che questa ha subito trasformazioni profonde che dal punto di
vista ideologico e sociale ne fanno una organizzazione postclassista,
concertazionista, pragmatico-liberista. La CGIL al suo Congresso insisterà
per l'unità con CISL ed UIL e per un certo periodo di tempo non sarà nè
carne nè pesce (come il pd), continuerà a saltare come un orso ammaestrato
allo schiocco della frusta di un Bonanni. Si chiude un lungo capitolo della
storia sociale italiana.
La FIOM dovrebbe dar vita ad un Congresso straordinario per decidere se
continuare a suicidarsi dentro la CGIL o uscirne per unirsi alla immensa
massa dei lavoratori che danno vita al sindacalismo di base. Oramai è chiaro
che la CGIL accetta gli obiettivi fondamentali del padronato e del governo
dalla scuola alla sanità alle fabbriche e che disconoscono all'homo faber i
diritti. Ma forse è troppo tardi per questo ed il Congresso della FIOM sarà
gestito da quanti ne negano l'essenza antagonista e classista. Insomma, la
natura di sindacato!
Pietro Ancona
http://www.rassegna.it/articoli/2009/10/15/53318/metalmeccanici-accordo-separato-senza-la-fiom
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Sent: Monday, October 19, 2009 11:37 AM
Subject: abdicazione dello Stato o altro?
Abdicazione dello Stato o altro?
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I giornali italiani fingono di non mostrare sorpresa per le sconcertanti
rivelazioni del Procuratore Generale Antimafia Dr.Grasso. La notizia non è
data tra le più importanti o sensazionali.Il Procuratore conferma che la
trattativa c'è stata, che ha avuto due fasi e che è servita a salvare la
vita a molti politici: Andreotti, Martelli, Mannino,Vizzini e qualche altro
che al momento non ricorda.
L'Italia è talmente sprofondata nella sua anormalità di Paese in cui le
leggi vengono fatte dal Parlamento per legittimare reati ed eludere la legge
da accettare la comunicazione ufficiale della avvenuta abdicazione dello
Stato e della sua resa alla Mafia senza battere ciglio. Una sostanziale
indifferenza ha accolto le dichiarazioni fatta dal Dr.Grasso. Scarse e di
circostanza le reazioni del mondo politico.
I giornalisti specialisti dell'universo mafia dicono che si tratta di cosa
risaputa. Era risaputo che lo Stato trattasse con la Mafia? Se fosse così
non si capirebbe come questa storia emerga a distanza di quasi venti anni e
soltanto a seguito delle confessioni del figlio di Vito Ciancimino.
Restano da chiarire tantissime cose. Chi ha trattato con la mafia? Quanti
ne erano informati? Quale era l'oggetto della trattativa? Quali sono state
le conclusioni e quali gli accordi? Il papello presentato predisposto da
Riina era l'unica questione sulla quale si discuteva oppure c'era
dell'altro? Come mai Andreotti, Martelli, Mannino e Vizzini non hanno mai
parlato di questa storia e di come sono stati salvati dalla morte ? Perchè
la trattativa è continuata dopo l'uccisione di Falcone, di Borsellino e
delle loro scorte? Perchè la trattativa non ha riguardato anche la
salvaguardia delle loro vite? Come mai lo Stato che ha lasciato uccidere
dalle Brigate Rosse Aldo Moro per non abdicare si è piegato a trattare con
i responsabili della morte di centinaia di magistrati, di poliziotti,
carabinieri,
senza porsi il problema morale e senza considerare la forza che la mafia
avrebbe ricavato dalla sua umiliazione? Come mai non c'è alcun esponente
dell'opposizione nell'elenco dei "pericolanti"?
Quanti sono tuttora impegnati nella lotta contro la Mafia come possono
continuare nel loro lavoro che li espone da sempre al pericolo di essere
uccisi non avendo la certezza che "tutto" lo Stato è con loro e che magari
mentre rischiano la vita qualcuno non stia trattando per salvare qualche
politico che magari si era troppo "esposto" co promesse non mantenute o
altro?
Pietro Ancona
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/grasso-trattativa/grasso-trattativa.htm
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----- Original Message
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, October 20, 2009 5:04 PM
Subject: : tremonti, epifani ed il posto fisso
TREMONTI, EPIFANI ED IL POSTO FISSO
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Per evitare di pronunziarsi sul ripristino del "posto fisso" proposto da
Tremonti, Epifani chiede alla Confindustria un commento. Commento che
sicuramente non tarderà ad arrivare e sarà certamente negativo come negativi
sono stati finora i commenti dei "falchi" della destra Sacconi e Brunetta e
di quelli annidati nel PD come Ichino. Epifani sembra seccato e risentito.
Avrebbe potuto chiedere a Tremonti di applicare la sua idea subito ai
dipendenti pubblici che contano centinaia di migliaia di precari in tutti i
settori a cominciare dalla scuola. Ma si è ben guardato dal farlo dal
momento che il suo "Duca" è il PD il quale è ultraliberista ed ha mollato
da un pezzo la tutela dei lavoratori.
Ichino si è spinto fino a giudicare "anacronistica" e "demagogica" la
proposta di Tremonti esprimendo la ipocrita preoccupazione di una classe
lavoratrice "spaccata in due" dal momento che una parte è esclusa dalle
tutele dello Statuto e dal posto fisso e che, bontà sua, dovrebbe restarne
fuori per sempre.
Ma la proposta di Tremonti non solo non è novecentesca (come scrive
Brunetta) e perciò anacronistica ma à l'espressione di una profonda
insoddisfazione che si è diffusa negli ambienti più consapevoli del
capitalismo che considerano la precarietà del lavoro una scelta non solo
scellerata
ma perdente nel lungo periodo dal momento che non investe sul capitale
lavoro, genera insicurezza ed infelicità, spinge ad una gestione "usa e
getta"del processo produttivo.
Il periodo più splendido dell'economia industriale e dell'economia generale
è stato quello influenzato dagli economisti di scuola keinesiana (in Italia
olivettiani). Il grande successo dell'economia giapponese di questo
dopoguerra che andrebbe studiato in profondità è dovuto alla stabilità o
addirittura al radicamento aziendale dei lavoratori. La stabilità lavorativa
di masse di milioni di lavoratori è certamente una garanzia per tutto il
sistema economico che dà affidibilità interna ed internazionale e consente
alla fine un arricchimento generale della società. Quattro milioni di
precari sottopagati ed in perpetua ansia per il loro futuro con la loro
povertà ed impossibilità di risparmio impoveriscono ed oscurano il futuro
immediato e lontano del Paese.
E' una menzogna ritenere che la precarietà e la mobilità derivino dai
processi produttivi. Se fosse così non si capirebbe perchè contratti a
termine vengano rinnovati tantissime volte fino a fare risultare
l'assunzione a termine per quella che è: un fumus per tenere sotto ricatto i
lavoratori e rubare il loro futuro.
E' paradossale che la condanna della flessibilità venga da un esponente
della destra mentre il PD e le Confederazioni Sindacali masticano amaro e
ne sono irritati perchè un tema bruciante nella società italiana viene
portato in superficie e si aprono spiragli per abrogare la Legge Biagi (come
una volta chiedeva la CGIL).
Ma in Italia può accadere di tutto: dalla trattativa mafia-stato, alla
esclusione dei metalmeccanici dalla stipula del loro contratto, ad una
opposizione parlamentare che si accinge a rivedere la Costituzione assieme
alla maggioranza per agevolare al Caudillo il governo di un paese sempre più
umiliato ed infelice.
Pietro Ancona
http://www.asca.it/news-LAVORO__EPIFANI__CONFINDUSTRIA_COMMENTI_TREMONTI_SU_LAVORO_FISSO-867865-ORA-.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, October 18, 2009 9:31 PM
Subject: Aboliamo l'ora di religione!!
Sono contrario alla proposta di consentire l'insegnamento dell'Islam nella
scuola perchè questo legittimerebbe l'insegnamento della religione
cattolica. Lo Stato rappresentato dalla scuola pubblica deve essere ben
separato dalla Chiesa o dalle Chiese. Spetta a queste trasmettere il
pensiero, la dottrina e la pratica religiosa nei loro templi alle persone
che vi si recano a questo scopo e per praticare il culto. l'Italia non può
accettare l'idea della religione cattolica come parte integrante della sua
cultura come sostiene Monsignor Bagnasco che soltanto cosi può
giustificarne l'insegnamento dal momento che la scuola non è preposta alla
catechesi. La religione viene insegnata da persona scelta dalla Chiesa e da
questa imposta alla Scuola. Possiamo ritenere che l'esposizione non sia
apologetica e che contenga qualche elemento di critica? Come viene
raccontata l'Inquisizione che per quasi mezzo millennio fece ardere i fuochi
del supplizio in tutta Europa e poi nell'America Latina e nei luoghi di
colonizzazione? Che cosa viene detto a proposito del testamento biologico,
del divorzio, dei diritti degli omosessuali?
La religione cattolica ha uno Stato amministrato dalla monarchia papale e
dalla sua corte.. La gestione di questo Stato, nella storia, non è mai
stata un esempio di giustizia e di liberalismo. La Forca funzionò a pieno
regime fin quasi alla fine dell'ottocento e chiunque cadeva in disgrazia
con i preti veniva giustiziato senza tante storie. . L'Italia dovrebbe
abrogare i patti lateranensi La religione è un fatto privato che
riguarda il singolo credente e la sua comunità che si riunisce per celebrare
i suoi riti nei suoi templi. Questo vale per quanti frequentano le
Basiliche, le sinagoghe o le moschee o i templi indù. Lo Stato non deve
ostacolare la libertà di culto al singolo ed alla collettività dei credenti.
Ma non deve rinunziare alla sua autonomia, alla sua laicità, alla superiore
finalità della sua funzione.
Pietro Ancona
http://www.materialismo.it/Misfatti%20delle%20Relig/vittime_della_fede_cristiana.htm
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, October 22, 2009 4:36 PM
Subject: Riduzione in schiavitù
RIDUZIONE IN SCHIAVITU'
Ieri sera a Exit di Ilario D'Amico su La7 ci hanno fatto vedere un filmato
riguardante la colonizzazione del capitalismo mafioso cinese del territorio
industriale della città di Prato, nel cuore della Toscana, in cui una è
stata costruita sotto lo sguardo indifferente delle autorità locali e
nazionali,
una enclave senza leggi in cui forse cinquantamila lavoratori e lavoratrici
cinesi vivono ridotti in schiavitù, con paghe di fame, dentro le fabbriche
in cui lavorano non si sa per quante ore al giorno e dove dormono, si
alimentano, abitano forse senza mai uscire all'aperto.
L'enclave cinese riguarda cinquemilaeseicento capannoni industriali che
coprono una superficie enorme dentro la quale lavorano a pieno ritmo, forse
ventiquattro ore su ventiquattro, quando necessario, migliaia di macchine
preposte al ciclo del "pronto moda". L'importanza del polo cinese è
internazionale: fornisce abiti a committenti italiani ed europei ed a grandi
marche naturalmente a costi assai convenienti. Enormi utili vengono ricavati
dalle committenti della moda, spesso multinazionali del settore,spremuti ad
una classe lavoratrice di schiavi condannati a produrre per miserissime
paghe e magari obbligati dal ricatto di familiari rimasti in Cina e soggetti
alle rappresaglie dei mandarini capitalisti e mafiosi che hanno realizzato
una grande operazione di globalizzazione: un forte punto produttivo nel
cuore dell'Italia e dell'Occidente per ridurre al massimo il costo dei
trasporti e stare affacciati sui mercati di vendita dei loro prodotti.
Il servizio della D'Amico ha fatto constatare l'impossibilità di un
intervento dello Stato dal momento
che - è stato detto- per ispezionare i 5600 capannoni alla media di due
ispezioni alla settimana ci vorrebbero qualcosa come cinquanta o sessanta
anni e che è impossibile accompagnare alla frontiera tutti i clandestini o
inviarli al CIE dal momento che questo è lontano trecento chilometri. E'
stato poi mostrato come i sigilli ai capannoni ispezionati ed il sequestro
delle macchine utensili non servono praticamente a niente dal momento che le
multe sono ridicole (dieci euro a macchina utensile e quattrocento per tutto
il punto di produzione) e trnuto conto della capacità degli "imprenditori"
cinesi di spostare l'attività in diversi luoghi sempre all'interno
dell'enclave pratese.
Messa cosi la questione non si può che convenire con il sindaco ed il
prefetto del luogo che hanno sottolineato l'inutilità di qualsiasi
intervento.
Ma l'intervento è appunto inutile e sterile di risultati perchè viene
attuato in attuazione delle razziste e
sciocche leggi sulla sicurezza recentemente approvate. Il problema non è
quello di criminalizzare i lavoratori cinesi di Prato quando di mettere in
luce la loro riduzione in schiavitù, il loro sfruttamento disumano ad opera
di una imprenditoria cinese mafiosa che ha la copertura e la complicità o
addirittura è in associazione con nostri imprenditori coinvolti in un giro
di affari miliardario.
L' immigrazione cinese in Italia non è per niente da classificare con
l'immigrazione che viene da tutti gli altri paesi. E' una
immigrazione-colonizzazione del commercio e della industria che viene
operata con grossi capitali in grado di fare investimenti nel lungo periodo,
con forza sufficiente per sopportare tempi morti ed improduttivi. Credo che
una indagine sulle acquisizioni di proprietà di
cinesi in Italia non sia mai stata fatta ed a Prato o a Napoli o altrove
parte del nostro sistema produttivo barbaro e corsaro sia interessato al
mantenimento delle enclavi in cui centinaia di migliaia di esseri umani sono
ridotti ad utensili senza diritto e senza libertà per produrre capi di
vestiario destinati ad essere esposti in via Montenapoleoni a Milano o in
Via Condotti a Roma.
L'accusa che dovrebbe essere formulata non è quella di immigrazione
clandestina ma di violazione delle leggi sui diritti umani e riduzione in
schiavitù Si cominci con il revocare le licenze e le iscrizioni alla Camera
di Commercio di tutte le "ditte". Si dovrebbero subito confiscare e non
sequestrare i capannoni e quanto contengono e porsi il problema enorme che
nessuna comunità di stranieri o di italiani può costruirsi una enclave dove
far valere leggi diverse da quelle dello Stato: leggi di violenza e
sopraffazione.
Pietro Ancona
http://www.la7.it/blog/default.asp?idblog=ILARIA_DAMICO_-_Exit_15
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Friday, October 23, 2009 5:10 PM
Subject: Lo sciopero dei sindacati di base
LO SCIOPERO DEI SINDACATI DI BASE
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Oggi sciopero generale dei sindacati di base. Le notizie che ne abbiamo
sono veramente poche dal momento che tutta la batteria massmediatica si è
autocensurata o è stata censurata. D'altronde che cosa possiamo aspettarci
da una stampa, da una radio e da una televisione nelle mani di imprenditori
o foraggiati dal governo? Tutti a libro paga compresa Radio Radicale che
credo si aspetti di ricevere
qualcosa come dieci milioni di euro (venti miliardi di vecchie lire) per
quest'anno.
L'informazione riceve a vario titolo dallo Stato qualcosa come sei o sette
miliardi di euro. Dà vita ad un ceto di professionisti superpagati ed
assistiti da un ottimo contratto di lavoro. Attorno a questi professionisti
della informazione stanno migliaia di "negri", di giovani o non più giovani
giornalisti pagati a cottimo un tanto a pezzo, senza vere prospettive di
essere immessi nell'Olimpo dei loro colleghi-padroni più fortunati. Un
esercito di schiavi della penna a disposizione di una editoria faziosa.
I sindacati di base sono l'anomalia, la bestia nera non solo del
centro-destra ma anche del PD dal momento che non sono accomodanti e di
regime come le Confederazioni Cgil, Cisl, Uil. La stessa CGIL pur avendo
sottoscritto passaggi obbrobriosi del conflitto sociale come gli accordi
Alitalia viene considerata con sospetto dai "falchi"come Sacconi o Cazzola e
tende ad essere tenuta in ostaggio dal regime e dal pd. ed ad esserne
esclusa. Soltanto i rapporti di forza di cui è consapevole la Confindustria
impediscono alla data la sua defenestrazione. Si aspetta il Congresso della
CGIL per decidere che cosa farne.
I sindacati di base non accettano di limitare le loro richieste alla
detassazione della tredicesima e vorrebbero l'abrogazione della legge Biagi
e degli accordi stipulati dal Governo Prodi e da questo Governo con i
confederali. Vorrebbero aumentare i salari e le pensioni soggetti ad un
progressivo impoverimento dagli accordi consociativi. Le loro richieste
suonano blasfeme, una vera e propria
bestemmia alle orecchie dell'oligarchia politica!
L'estambliscement bipartisan l'altro ieri, dopo avere sbeffeggiato Tremonti
per avere riproposto
la sua idea sul posto fisso, ha votato in Parlamento una durissima legge di
dimagrimento della scuola italiana che costerà il pane a centotrentamila
persone. Senza battere ciglio!
Al PD complice della Confindustria e del Governo bisogna aggiungere schegge
impazzite o degenerate di quella che fu fino a non molti anni fa la
sinistra. Bertinotti ha definito l'elogiodi Tremonti al posto fisso un
ritorno all'ancien regime in perfetta armonia con la Marcegaglia che ne ha
parlato sprezzantemente come di un ritorno "all'antico". Hanno usato quasi
le stesse parole e gli stessi argomenti!! E' incredibile l'accoglienza che
la proposta di Tremonti ha ricevuto dalla oligarchia dell'opposizione
italiana. Franceschini e lo stesso Bertinotti si sono trovati all'unisono
nel suggerire "dinamismo" all'economia italiana, un dinamismo che verrebbe
naturalmente assicurato dalla flessibilità e dalla precarietà fornite dal
ricchissimo arsenale di fumus giuridici che la legge Sacconi ha messo a
disposizione del padronato italiano. Quattro milioni di precari con
tendenza ad aumentare che assicurano ricchezza a quanti hanno imboscato
all'estero miliardi di euro che rientreranno al riparo dello scudo fornito
dal Governo.
Ma, nonostante la fitta coltre di silenzio, lo sciopero di oggi ha avuto
successo. C'è una classe lavoratrice che continua a lottare e che ha
riconosciuto da un pezzo la funzione di regime dei sindacati confederali.
Se domani si azzerassero tutte le deleghe sindacali e si rinnovasse il
tesseramento , credo che i sindacati che oggi hanno scioperato
risulterebbero di gran lunga i più forti. Ma questo non avverrà e cosi
continueranno ad essere esclusi dalle trattative con il governo al quale
sono ammessi solo coloro
che accettano le "regole" che detta il capitalismo italiano. I loro
dirigenti continueranno ad essere iscritti nel libro nero, ad essere
discriminati ed a volte licenziati insomma a fare lo stesso calvario dei
dirigenti operai della CGIL ai tempi di Di Vittorio e di Valletta. Ma
resisteranno ed alla fine vinceranno dal momento che la ragione è dalla
loro parte e finiranno con l'essere riconosciuti come espressione genuina
dei lavoratori italiani dal momento che la civiltà che rivendicano è anche
un bisogno della società italiana oggi umiliata dal precariato, dalla
disoccupazione, dai bassi salari.
Pietro Ancona
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200910articoli/48573girata.asp
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From: pietroancona@tin.it
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Sent: Saturday, October 24, 2009 3:02 PM
Subject: Il PD non dimette Marrazzo?
Il PD non dimette Marrazzo?
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Se si accosta il caso Marrazzo a quello di Luca Bianchini colpisce
l'immediatezza con la quale il PD prese subito le distanze, sospese dal
Partito, isolò davanti l'opinione pubblica il presunto stupratore seriale
tuttora in galera (vittima - secondo me- di una grande voglia di
criminalizzazione che lo ha travolto) e la lentezza con la quale, dopo la
pubblicazione della confessione di Marrazzo, si sta procedendo. Ci sono
state espressioni di solidarietà a Marrazzo da parte di tutto il gruppo
dirigente e soltanto ed ora apprendiamo che i tre candidati alla segreteria
sono in continuo contatto telefonico tra di loro per stabilire la linea del
PD e cioè se proporgli o no le dimissioni. Il Ministro Maroni ha fatto
sapere di considerare come fatto personale la storia in cui è incappato il
Marrazzo. Il governatore di una regione si fa ricattare da quattro
carabinieri ai quali rilascia financo degli assegni e che si guarda bene dal
denunziare per essere stato sorpreso in congresso carnale con un
transessuale di nome Natalie ed il Ministro degli Interni considera questo
un fatto privato? E' incredibile!
Marrazzo avrebbe dovuto dimettersi subito dopo le dichiarazioni rese agli
inquirenti, anzi avrebbe
dovuto dimettersi subito dopo aver percepito di essere stato diventato
oggetto di ricatto da parte dei carabinieri per non coinvolgere il PD e la
Regione nella sua vicenda personale. Le dimissioni immediate avrebbero
scaricato l'arma del ricatto. Ma così non è stato ed ora, in forza di una
assurda
fascista norma di legge, il Consiglio Regionale intero, se si dimette,
decade assieme a lui come se tutti fossero stati a transessuali e si
fossero macchiati delle sue "colpe".
Intanto la cronaca politica diventa sempre di più cronaca nera. L'indagine
sulla famiglia Mastella, l'interrogatorio di Dell'Utri in corso a Palermo,
la vicenda delle navi piene di veleno affondate davanti la Calabria, tante
brutte notizie che riguardano amministratori locali compreso l'assassinio,
la vicenda Marrazzo, indicano una degenerazione della democrazia che sembra
inarrestabile.I lautissimi stipendi di amministratori locali attirano come
mosche la malavita ed inducono al ricatto ed all'estorsione quanti si
confrontano con il lusso, il benessere, il livello di vita e lo sperpero di
"politici" che magari disprezzano.....
Nella vicenda Marrazzo sono rimasto colpito dagli assegni per sessantamila
euro firmati dal governatore.. Corrispondono ad oltre tre anni della mia
pensione Inps. Ebbene, non credo sia giusto che un "politico" debba avere
tanti soldi e tanti benefict dalla sua carica elettiva (che poi non lo è più
tanto dal momento che è il Partito a segnalarlo..)
pietro ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
ps sulle primarie di domani:
Le primarie sono una buffonata che dileggia la democrazia. Rimpiango il
tempo in cui i segretari del partiti venivano eletti da un Comitato Centrale
o da un Consiglio Nazionale costituiti da persone fortemente selezionate
dalla macchina democratica del Partito. Domani chiunque potraà eleggere il
segretario del PD.........
http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_24/sarzanini-carte-caso-marrazzo-pagato-paura_4e0a409e-c064-11de-9fa6-00144f02aabc.shtml
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, October 26, 2009 6:59 PM
Subject: LE PRIMARIE DELLE CORDATE
LE PRIMARIE DELLE CORDATE
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Tutta l'armamentario della retorica è stato usato per commentare
l'eccezionale affluenza alle urne
per la scelta del segretario del PD. Si celebra un sensazionale momento
democratico, una strepitosa partecipazione di cittadini che si sentono
protagonisti di una scelta politica.
In effetti moltissima gente ha fatto la fila ai gazebo, ha pagato l'obolo
di Caronte ed è stata traghettata nella "democrazia" fatta di un'urna, una
matita previa esibizione di tessera identità e certificato elettorale. Ha
votato per uno dei tre Oligarchi e per i suoi referenti locali.
Questa gente è stata attratta dalla pressione massmediatica della
lunghissima campagna elettorale che da mesi impegna il gruppo dirigente del
PD. Una campagna elettorale lunghissima come si usa in America come cortina
fumogena di una democrazia profondamente umiliata , ferita e logorata
dalla assenza di vere opzioni alternative. Bersani, Franceschini e Marino
hanno presentato programmi quasi identici. Bersani dice di voler tornare
allo spirito dell'Ulivo - cosa che io mi auguro con tutto il cuore - ma il
dalemismo che impregna il suo gruppo non è diverso dal veltronismo che
scacciò la sinistra radicale dal parlamento chiudendola in un terribile
isolamento con false accuse. Tutti e tre non hanno detto una parola netta
per l'abrogazione della legge Biagi, (hanno apprezzato il dinamismo della
flessibilità), per il miglioramento del welfare, per la difesa delle
pensioni e l'innalzamento dei salari. Il programma del governo di
centro-destra tedesco varato dalla Merkel è di gran lunga a sinistra delle
quattro cosucce che i "nostri" riescono a balbettare stando bene attenti a
non irritare la Confindustria, gli Usa, il Vaticano......
La sensazione di essere stati protagonisti di un grande evento svanirà ben
presto ed i tre milioni di volenterosi ed entusiasti elettori si
ritroveranno con un pugno di mosche dopo essere stati usati da un potere che
diventa sempre più irraggiungibile. Ma il falso evento si ripeterà dal
momento che le precedenti esperienze con Prodi e con Veltroni non sono
servite a niente e la gente è sempre pronta a ricominciare, a farsi
ingannare o autoingannarsi nuovamente, a dare credito ad un sistema che in
effetti l'ha privata delle sue reali possibilità e dei suoi poteri di
decidere.
Questa esperienza lungi dal rafforzare la democrazia che è partecipazione
come diceva il grande Giorgio Gaber rafforza l'oligarchismo degenerativo e
lo diffonde all'intero territorio. Ieri, con i tre, sono stati votati i loro
referenti regionali, provinciali, comunali.....tutta una casta che viene
unta dall'alto. Siamo alla repubblica delle cordate.
pietro ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, October 27, 2009 3:23 PM
Subject: il ritiro di Piero in convento
Il ritiro di Piero Marrazzo in Convento
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Se la questione non fosse seria c'è da sbottare dalle risate sul ritiro
di Piero Marrazzo in convento. Glielo avrà suggerito il suo consulente per
la cura dell' immagine? Mizzica, che pensata geniale!Dopo le storiacce di
Via Gradoli, che c'è di meglio che allontanarsi dal mondo, per stare soli,
riflettere, ritemprare lo spirito con letture educative, pregare,
partecipare alla vita monastica, sostare a lungo nella cappella del
monastero, intrattenersi con frati dalla testa aureolata dalla fede e dalla
comunione con l'alto dei cieli? Peccato che
questa funzione rigeneratrice dell'anima e della reputazione del ritiro in
convento forse è soltanto un cattivo ricordo
letterario dei romanzi ottocenteschi o dei film di Materazzo in cui Yvonne
Sanson già moglie o promessa ad Amedeo Nazzari sfugge al suo destino di
donna perduta e dal mondo cattivissimo ritirandosi in convento con tante
angeliche monachelle, una madre superiora rigorosa ma buona, un grande
copricapo alato bianchissimo sulla testa ed una veste bianca a simboleggiare
la purezza della nuova vita.
Ma forse la realtà dei monasteri e dei seminari oggi è diversa ed è più
vicina a certe descrizioni boccaccesche della letturatura del cinquecento
anche se finora non abbiamo mai saputo di transessuali in ritiro spirituale
o vestiti del saio marrone o bianco dei monaci. E' davvero garanzia di
spiritualità, di capacità purificatrice il convento italiano? Ma non sono
ricettacoli di amori proibiti ? Inoltre certi monaci come quelli di
Mazzarino hanno avuto tristissima fama di estortori e di grassatori non
dissimili dai carabinieri che gli hanno svuotato il portafoglio ed il
libretto di assegni.
Dopo il coraggioso intervento della moglie sulla stessa lunghezza d'onda
di quello della signora Sircana (la famiglia resta unita), un periodo di
rigenerazione spirituale è proprio quello che ci vuole per mettere una lunga
parentesi tra il prima ed il dopo.
Intanto siamo inondati di articoli e di "servizi" pieni zeppi di grande
benevolenza per Piero.
C'è una grande voglia di "comprensione", di capire, di perdonare, di
guardare avanti che trasuda da tutti i giornali, dalla televisione,
dall'intera oligarchia. Come si è comprensivi con i potenti! Anche
l'Avvenire, giornale dei vescovi, scrive: E' legittimo stigmatizzare le
debolezze di un uomo pubblico, e trarne, sul piano politico e morale, le
inevitabili conseguenze, ma non puo' diventare motivo per massacrare la
dignità sua e la sensibilità di coloro che lo amano o che gli sono legati."
Ma il massacro della dignità sua è stato fatto proprio dal Nostro dal
momento che ha scelto di frequentare pericolosi luoghi di prostituzione
magari vicini al giro della delinquenza. E la sensibilità di coloro che lo
amano non viene oltraggiata da chi mostra scandalo per la vicenda ma da chi
da anni è incallito frequentatore di prostituti che si spingono fino a
dichiararsi "fidanzati" come il trans Natalie che vanta una relazione con
"Piero" di oltre sette anni...
Sappiamo bene che il moralismo bacchettone non è la lente migliore per
leggere questi eventi. La mentalità delle persone si è evoluta. Oggi essere
omosessuali non è più una cosa di cui si era costretti a vergognarsi come ai
tempi di Pasolini. Ma c'è sempre per tutti una etica a cui attenersi.
Frequentare prostitute o prostituti non è lecito a tutti. Se hai moglie e
figli e sei importante uomo pubblico non devi andare in Via Gradoli
esponendoti al rischio anzi alla quasi certezza di essere spiato e
ricattato. Se poi ci vai con la macchina blu e con mazzette di euro in tasca
e magari con la scorta è segno non di sventatezza ma di arroganza.
L'arroganza del potere che si ritiene aldisopra delle leggi e delle regole
sociali. Il principe di Lampedusa ogni tanto sfuggiva ai casti amplessi
della moglie che penetrava attraverso un buco della camicia da notte
recandosi in carrozza in un quartiere di Palermo da una donna che non si
vergognava del sesso ed alla quale dava una pezza di tessuto a compenso. .
Il Marrazzo dava cinquemila euro, la somma che Berlusconi ( a detta della D'Addario)
dava ad una escort dalla quale era stato ben soddisfatto. Troppi soldi in
mano ad una oligarchia di politici che godono di stipendi eccezionali.
Quanto guadagna il Presidente della Regione Lazio? Trecento, cinquecentomila
euro l'anno? Tutti questi soldi che fluiscono regolarmente mese per mese
sono causa della corruzione dilagante nei gruppi dirigenti.
L'Italia non ha bisogno di Savanarola e Berlinguer era inviso a parte del
suo stesso elettorato
per avere la "fissa" della questione morale. Ma non c'è dubbio che una
Repubblica che affonda in vicende di pornografia non ha più niente da dire e
da dare agli italiani. La questione morale è diventata la questione politica
più importante di questa fase.
Pietro Ancona
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE59Q0GF20091027
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From: pietroancona@tin.it
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Sunday, October 25, 2009 2:47 PM
Subject: la finta democrazia del finto bipartitismo
La finta democrazia del finto bipartitismo!
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Oggi molti italiani, in gran parte di "sinistra", si recano alle urne per
le primarie del PD. Possono scegliere tra tre candidati dal programma quasi
identico che giungono al confronto delle urne dopo una lunghissima
campagna elettorale forse destinata a prolungarsi anche dopo
il voto di oggi . Questo elettorato di volenterosi avrà in parte
soddisfatto la fame e la sete di partecipazione, di cittadinanza. La gente
è talmente frustrata, talmente umiliata dal fatto di essere sempre più
soggetto passivo di una teledemocrazia popolata da mille parlamentari e
decine di migliaia di consiglieri ed assessori imposti dai partiti che si
accontenta delle briciole, delle apparenze: si accontenta di votare e paga
anche per farlo per conservare l'illusione di contare ancora qualcosa.
Invece non conta più niente! Non contano più niente neppure gli eletti di
molte istituzioni. I Consigli regionali se per un qualche motivo decade
il Presidente della Regione decadono insieme a lui. Se il paragone non è
abnorme sembrerebbe di essere in quelle società antiche nelle quali assieme
al monarca defunto veniva seppellita la sua corte! Il potere "legislativo"
delle assemblee è quasi scomparso e resiste al massimo come ratifica delle
decisioni dell'esecutivo che spesso si identifica con le voglie del suo
capo. C'è stata una torsione della democrazia che ha deformato la sua
identità e la sua natura razionale, logica. Marrazzo non
può dimettersi senza far decadere l'intero Consiglio Regionale. Si ricorre
all'escamotage della auto sospensione per guadagnare un paio di mesi e
andare alle elezioni regionali alla scadenza già imminente. Del Turco,
arrestato, si dimise, si indissero elezioni, la destra subentrò alla sua
gestione.
Il peso dei leaders dei presidenti e dei governatori o dei sindaci è
diventato abnorme. Il ruolo della persona dei "governatori" è diventato di
una importanza allarmante!
Le primarie di oggi agiscono anche come capovolgimento della piramide
democratica. Bersani, Franceschini e Marini hanno scelto i loro vassalli e
questi i loro valvassori e questi ancora i loro valvassini che saranno
eletti o bocciati con loro. La fiducia discende dall'alto e con essa il
potere! Il vecchio partito in cui ci si faceva le ossa nelle sezioni e poi
nelle federazioni e il filtro "democratico" era davvero fortissimo fino alla
elezione nei Comitati di federazione o nel Comitato Centrale è stato
abbandonato da anni come "vetero" ed al suo posto è stata piantata la novità
del personalismo, del leaderismo. Ora sono tutte cordate rette dal capo
nazionale. E' davvero finito il tempo in cui lo stesso Togliatti aveva
sacrosanto timore del Partito e stava bene attento a non contraddirlo! Ma
questa "modernità" è soltanto un segno della degenerazione della democrazia
picconata e ferita fin dalla bicamerale di D'Alema e dalla
involuzione delle regole introdotte da tante riforme elettorali.
Le primarie di oggi che la destra populistica di Berlusconi guarda da
lontano e forse con disprezzo
rappresentano un momento di omologazione non solo di interessi sociali ma
anche delle forme in cui
questi si esprimono in politica. E' la società del settanta per cento di cui
si fece un gran parlare tra sociologi, economisti e politici anni orsono. Un
settanta per cento di "inclusi" ed un "trenta per cento" di esclusi.
Nel sistema bipartitico solo il settanta per cento conta ed entrambi i due
partiti (nel nostro caso PDL e PD) tendono ad accaparrarselo con politiche
sempre più "centriste" anche se questo "centro" scivola sempre di più verso
destra. La società del settanta per cento comporta una unica ideologia che è
quella liberista ed un sistema elettorale che passivizzi sempre di più la
cittadinanza. Ora questo settanta per cento è diventato (nel giro di poco
più di un decennio) un sessanta per cento dal momento che la mobilità
sociale verso l'alto si è bloccata e sono in corso processi di
proletarizzazione forzata del ceto medio. Presto centotrentamila insegnanti
privati del lavoro scivoleranno nella palude dei poveri. Insomma, il trenta
per cento diventa quaranta per cento ma è stato espulso dal Parlamento e le
sue lotte, anche se gigantesche come lo sciopero dell'altro ieri, vengono
ignorate dai massmedia, dai Palazzi, dal governo e naturalmente
dall'opposizione..
La destra aspetta l'esito delle primarie per imbrigliare il PD in un
progetto di riforme della Costituzione, progetto sollecitato anche da
Napolitano che ha messo molta fretta a tutti come se in Italia non si
potessero fare riforme apprezzate e significative senza dovere manomettere
ancora la Costituzione. E' possibile una legge che riduca del cinquanta per
cento gli emolumenti ai politici di ogni ordine e grado e che farebbe
risparmiare allo Stato quasi quanto incassa dall'IRAP? No, non è possibile
perchè tutta l'oligarchia fa quadrato e difende i suoi privilegi. Ma riforme
come quella federalista nelle mani di questa oligarchia che vive di politica
sono destinate a fare degradare ancora di più la società italiana. Una
società che starebbe assai meglio se non avesse nelle Regioni venti
mostruose mignatte che le succhiano il sangue! Il presidenzialismo della
nuova Repubblica che verrà alla luce non sarà certamente controbilanciato da
queste Regioni che ne riproducono in sedicesimo tutti i vizi...
Pietro Ancona
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080117_01/testointegrale20080117.pdf
http://librarsi.comune.palermo.it/pitre/file/011/078/TESTI/088.html
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VELTRONI E LA MORTE DEL SOCIALISMO di Pietro Ancona
----- Original Message -----
From: gastaldo.paolo@tiscali.it
To: pcdli-ferrando ; PROLETARIA ; 05 rifondazione segretarioFERRERO PAOLO ; 04 rifondazione genova ; 03 rifondazione liguria ; 02rifondazione bellotti ; 01/rifondazione rinaldi ; mercantedivenezia ; Arcoiris tv TV ; megachip.info ; Sinistra Genova
Sent: Thursday, October 29, 2009 5:27 PM
Subject: affinche' l' utopia socialista in italia ..ricominci a volare....doc
AFFINCHE ’” L’ UTOPIA SOCIALISTA”.. RICOMINCI A.. VOLARE!
LETTERA APERTA AI COMPAGNI, AI PROGRESSISTI AI DEMOCRATICI E A TUTTI I COMUNISTI D’ ITALIA..
Premessa :-
Vorrei presentare con grande partecipazione questo articolo qui allegato ,
di un semplice cittadino ex sindacalista e dirigente CGIL di Palermo, in pensione e socialista, vecchio stampo che esprime da tempo con suoi interessanti scritti ,.. un punto di vista lucido sull’ attualità che scorre,.. in questo caso su Veltroni e il PD, opinione che è condivisibile anche nei pensieri di molti di noi italiani, non piu’ giovani ma cittadini ancora attivi di sinistra.. del necessario et urgente ritorno e rifondazione, di un forte movimento socialista proletario e operaio in Italia! … preoccupati e…non poco … dell’ andazzo pernicioso italiano…e sua degenerazione ultima , progressiva e… letale per la democrazia ….
VELTRONI E LA MORTE DEL SOCIALISMO di Pietro
Ancona
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Con una intervista rilasciata al giornale degli industriali italiani
Walter Veltroni ribadisce il suo definitivo
rifiuto del socialismo dichiarandolo morto assieme al Novecento che
abbiamo alle spalle e reclamando l'uscita del PD dalla internazionale
socialista che, proprio per togliere dall'imbarazzo gli
excomunisti italiani e i loro amici della
Margherita, ha recentemente cambiato denominazione diventando
Asde e cioè alleanza tra socialisti e
democratici europei. Il socialismo sarebbe morto -secondo
Veltroni- perchè incapace di uscire dal
Novecento, di rinunziare alla rappresentanza degli interessi dei
sindacati, di capire "la modernità" etc..
Veltroni fa un riassunto della caduta elettorale dei partiti
socialisti in Europa e ne trae la conclusione che a stare con loro si
perde e quindi si muore.
Vorrei osservare come la perdita di peso e di capacità
attrattiva dei socialisti europei sia legato non al loro essere
"novecenteschi" cioè rappresentanti degli interessi politici delle
classi lavoratrici ma alla fascinazione
che alcuni gruppi dirigenti hanno avuto
del liberismo nella sua fase
reaganiana
e
tatcheriana.
E' vero che Blair
ha vinto in Gran Bretagna diventando "altro" dal laburismo dei suoi
padri ma la sua vittoria ha rappresentato una secca perdita per il suo
stesso elettorato dal momento che ha perduto molti diritti e molto del
peso sociale che aveva conquistato in quasi due secoli di lotta. La
socialdemocrazia ha perduto in Germania perchè si è alleata con la DC
tedesca e per cinque anni ha prodotto una politica insoddisfacente. In
Francia i socialisti si sono divisi: una parte di essi ragiona come
Veltroni e cioè non è più socialista e la
destra francese ha preso il sopravvento. Altro si può dire delle
socialdemocrazie scandinave che vivono ancora del bagliore della grande
civilizzazione che i loro programmi realizzati hanno prodotto nel Nord
Europa facendone una oasi tra le più avanzate di democrazia
dell'uguaglianza e della libertà.
La socialdemocrazia tedesca ha perduto una parte del suo
elettorato che ha scelto la resistenza alla contaminazione ed alla
subalternità alla ideologia liberista rafforzando il movimento
socialista radicale di LaFontaine
e dei Verdi.
Secondo il pensiero di
Veltroni il PD se si
apre a sinistra è destinato a perdere.
Veltroni
considera il Partito uno strumento elettorale per vincere e governare.
Ma il governo in
sè
non può essere lo scopo di un Partito. La sua vocazione "maggioritaria"
che
Veltroni privilegia
chiudendosi alla sinistra ed alle sue formazioni politiche non può
prescindere dai "contenuti" e dai "valori" a meno che non si ritenga che
questi siano secondari rispetto il fine unico della vittoria e del
governo. Un Partito e
l'espressione di un movimento politico che sceglie di rappresentare
talune istanze della società e di portarle avanti. Queste istanze sono
prevalenti rispetto anche la stessa questione del governo.
Un partito può conquistare alle sue idee ed alla
gente che rappresenta molto anche stando all'opposizione
come ci insegna la lunga e per certi versi da rivalutare
esperienza di opposizione parlamentare e sociale del PCI e del PSI
italiani che hanno dato al popolo di sinistra un potere sociale, un
welfare, diritti che venti
anni di destra berlusconiana
aiutata dalla gente come Veltroni,Ichino
ed altri non è ancora riuscita a distruggere del tutto.
Partiti che decidono di recidere le loro radici
dal socialismo per ingraziarsi i ceti produttivi oggi rappresentati da
tanti partiti di destra e di centro non sono necessari. Sono un di più
che la parte pensante ed avvertita del capitalismo non penso che
gradisca dal momento che la depressione salariale e la condanna di
oltre quattro milioni di lavoratori al precariato dà connotazioni di
povertà ed anche di infelicità alla società nella quale viviamo e ne
abbassa il tono e la vitalità. La morte della dialettica politica e
sociale con lo spazio parlamentare occupato solo da partiti di centro e
di destra e lo spazio sindacale da sindacati collaborazionisti e
subalterni paralizza
ed impoverisce la società nel suo insieme.
La precarietà chiamata flessibilità ed i bassi
salari fanno stagnare la società e ne riducono la coesione sociale, la
cultura, la voglia di futuro. No,quello che
Veltroni
chiama socialismo è il lievito salutare della società europea ed il
futuro che il fallimento del darwinismo neoliberista non può dare. Basti
guardare l'America di
Obama
ridotta a nascondere dietro parole "nuove" la logora ed asociale
politica di
Bush
e delle multinazionali.
Leggevo oggi una intervista ad un
professore irakeno che vive da anni a Londra esule dai tempi di
Sadam Hussein
che parlava di un Iraq controllato dagli americani in preda a massacri
quasi quotidiani e corruzione. Un Irak
diventato un inferno popolato da tre milioni di orfani e di vedove, di
altri milioni di sfollati, di una immensa porzione di popolazione
costituita da mutilati e feriti di guerra.
Gli americani hanno portato il terrore
permanente nelle aree che le loro multinazionali hanno deciso di
colonizzare:Irak, Afghanistan, sempre di più
Pakistan e forse domani Iran. Non c'è differenza tra il
drone assassino che mandava il Generale di
Bush e quello che manda oggi il Generale di
Obama.
Questa politica militare dell'Impero, unita alla politica economica e
sociale non può e non è certamente migliore dalla politica che la
socialdemocrazia ha dato all'Europa ed al mondo in tantissimi anni
purtroppo offuscati da sconsideratezze di gruppi dirigenti come quelli
che in Italia hanno fatto degenerare la esperienza positiva dell'Ulivo
nella fallimentare esperienza del centro-sinistra di Prodi sconfitta
clamorosamente perchè ha tradito il suo elettorato di sinistra (come lo
stesso Prodi ha riconosciuto con molta onestà).
Infine voglio dichiarare tutta la mia
insofferenza verso le critiche al novecento il secolo caratterizzato
dal socialismo e dai movimenti di emancipazione. Perchè gli ideali del
socialismo sarebbero falliti? Perchè l'uguaglianza è incompatibile con
la libertà? In un certo senso anche la sponda alla quale è approdato
Veltroni
appartiene al novecento: che cosa è oggi il liberismo se non
una involuzione del liberalismo novecentesco?
Meglio aprire un dibattito sul
novecento prima di voltare le spalle alle rivoluzioni sociali che lo
hanno animato. La cultura europea di oggi è figlia dei grandi movimenti
socialisti che la impregnano ancora dal momento che la libertà non è ed
non sarà mai niente senza eguaglianza e senza una giusta ripartizione
del potere economico. Alla base della Germania di oggi c'è la grande
lezione dell'austromarxismo e dei grandi
pensatori socialisti. c'è il pensiero e l'azione rivoluzionaria di Rosa
Luxemburg, di Antonio
Gramsci, di Anna Kuliscioff, di
Olof Palme.
Il socialismo è stato ed è tanto forte che i
programmi degli stessi governi di centro-destra non possono ignorare ed
accantonare anche se lo comprimono e vorrebbero
sdradicarlo...
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, October 30, 2009 7:30 PM
Subject: ancora sul caso Marrazzo
Ieri sera Michele Santoro si è divertito moltissimo a dare un andamento
pruriginoso alla sua rappresentazione teatral-televisiva del caso Marrazzo.
A momenti si stropicciava le mani per la contentezza di dover maneggiare un
argomento sul quale più che le sue virtù di fustigatore dei corrotti costumi
pareva lo interessasse il tessuto boccaccesco a volte financo porno della
materia. La trans che troneggiava al centro del suo studio-stadio con
relative tifoserie contrapposte sembrava fare marketing a se stessa quando
diceva: da me non sarebbe successo!! Io non avrei fatto entrare nessuno
senza mandato, criticando la pochezza e la sventatezza delle sue colleghe
che avevano consentito l'irruzione dei carabinieri in via Gradoli...Un
momento apicale della trasmissione è stato quando si è accennato
all'esistenza di una lista di altri dodici vip della politica sospettati di
frequentare come Marrazzo i viados.Gli occhi di Santoro brillavano
luciferini quando scongiurava di non fare i nomi, per carità, non diciamo
niente ...ma era come se avesse l'acquolina in bocca e pregustasse il
piacere di sbatterli sul suo ring mediatico.. Non so quanta audience ha
avuto Anno Zero ma non c'è dubbio che ha contato molto sul voujerismo
presente in misura più o meno diversa da persona a persona e che in
definitiva ci fa tutti guardoni al momento opportuno e nelle circostanze
adatte.
La Serracchiani à stata, come al solito, sveglia, furba e di lingua
affilata e pronta. La sua tesi è quella del PD: Marrazzo ha sbagliato ma si
è dimesso, mentre Berlusconi no! I berluskones presenti in trasmissione
naturalmente hanno ribattuto che il loro Capo non ha fatto niente per cui
dimettersi e
la questione "morale"sembra in questo modo regolata.
Mi sono ricordato di una espulsione avvenuta ad Agrigento molto tempo fa.
Io ero giovanissimo e partecipavo al Congresso della federazione del PSI.
Finito il Congresso, il Questore venne ad avvertire il nostro segretario, un
genovese di nome Azzo Toni, che il dirigente socialista della Camera del
Lavoro era stato arrestato. Era stato sorpreso in un palco del cinema
della città ad
intrattenersi sessualmente con un ragazzo. Immediatamente si riunì il
Direttivo della federazione per decidere la espulsione del malcapitato dal
Partito per "indegnità politica e morale". Decisione subito assunta
all'unanimità. La notizia fu pubblicata dall'Avanti! l'indomani e si
provvide a sostituirlo da segretario della Camera del Lavoro dove
rappresentava i socialisti.
Ricordando questo provvedimento mi sono chiesto se le dimissioni di Piero
Marrazzo da Presidente della Regione Lazio siano sufficienti a mettere a
posto la questione di ordine morale. Non so se Marrazzo sia iscritto al PD,
ma nel caso fosse iscritto mi chiedo: può un militante del Partito
Democratico frequentare i sordidi e pericolosi ambienti della prostituzione
transessuale della città per anni ? La "morale" di un iscritto e per giunta
esponente autorevole del Partito non dovrebbe escludere comportamenti
inaccettabili per la comunità che amministra e per la sua stessa famiglia
esposta allo scandalo? Possibile che si debba accettare tutto in nome o
della "privacy" o della libertà sessuale o non so di che altro. Quale
messaggio trasmette alla società la notizia di cinquemila euro pagati per
una prestazione sessuale?
Il Comitato Direttivo della Federazione Socialista di Agrigento deliberò la
espulsione del suo esponente sindacalista. A distanza di tanti anni penso
che la decisione fu giusta. Un Partito deve essere severo con i suoi
iscritti ed assai di più con i suoi esponenti. La questione morale non può
essere limitata alla corruzione per denaro, per tangenti ma va estesa al
comportamento nel privato
che non può essere sottratto al giudizio dell'etica laica. Non ha dignità
chi sperpera il denaro nella coltivazione di vizi. Non discuto che si possa
avere una relazione
omosessuale o con un trans se questa è frutto di un sentimento di amore. Ma
qui si tratta della compravendita di prestazioni sessuali in un contesto di
degradazione e di disfacimento della politica che diventa mezzo per poter
praticare stili di vita goderecci e spendaccioni.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, October 31, 2009 4:37 PM
Subject: Attacco ai Centri Sociali
ATTACCO AI CENTRI SOCIALI
=========================
Ieri a Catania si è consumato un ennesimo attacco del Regime ai Centri
Sociali: forze di polizia in assetto antisommossa, all'alba, hanno
accerchiato il centro Experia del Quartiere San Cristoforo, una zona
popolare degradata e nota per la cronaca nera, nella quale il centro, da
diciassette anni, costituisce un punto di aggregazione, di cultura, di
speranza nel futuro, di elaborazione di progetti culturali e sociali, di
musica, sport, informatica......
Ieri sera abbiamo potuto vedere ed ascoltare in tv la gente del quartiere
che protestava energicamente contro lo sgombero realizzato dalla polizia con
la violenza di un luogo che è sempre stato il punto di riferimento
alternativo alla droga alla criminalità, al degrado civile per tanti,
tantissimi bambini di famiglie povere assistiti tutti con doposcuola ed
altre attività di socializzazione.
Da quando la destra è al potere in Italia tutti i Centri Sociali da Milano
a Torino a Palermo sono sotto attacco e vengono sgomberati con la forza
mentre i centri Pound vengono sostenuti ed aiutati ad insediarsi nei
quartieri e godono di sponsor importanti come Dell'Utri ed altri caporioni
del Pdl o della destra estrema.
I Centri Sociali nati all'inizio degli anni settanta nel corso di tutti
questi anni si sono rivelati una scelta
felice e benefica anche se non molto conosciuta, underground. Sono stati
punti di musica alternativa, di teatro, di cinema. Sono stati punti di
elaborazione di nuove forme di solidarietà e di affratellamento per migranti
e per tanti giovani isolati nelle spettrali periferie metropolitane. Hanno
dato una speranza con l'azione comune, con il sostegno alle lotte per la
casa e contro i licenziamenti. La loro funzione è stata enormemente positiva
anche se non è stata mai capita o condivisa dalla sinistra di governo e
parlamentare da sempre disattenta o fredda verso le forme di autogestione
comunitaria. In tutti i centri sociali ha un posto d'onore la biblioteca.
Tutti sono laboratori di idee e di progetto contro il disastro ecologico,
gli inceneritori, le privatizzazioni dell'acqua......
Spesso la loro iniziativa attiva ha urtato colossali interessi economici
come quelli legati agli impianti di incenerimento dei rifiuti spesso
sostenuti da lobby bipartisan e o dalla mafia.
Così come la sinistra radicale e politica è stata espulsa dal Parlamento
ad opera dei due massimi partiti che si sono accaparrati attraverso il
controllo massmediatico gran parte del consenso dell'elettorato, i centri
sociali debbono essere espulsi dai quartieri dove costituiscono un
rimprovero perenne a ciò che la sinistra di governo non è più da tempo
immemorabile dopo la chiusura delle sezioni e delle superstiti case del
popolo e la virtualizzazione con leaderismo esasperato.
Bisogna difendere i centri-sociali e partecipare alla rioccupazione dei loro
locali. Inoltre credo che sarebbe importante creare un archivio centrale di
documentazione delle loro attività e delle loro elaborazioni teoriche che
costituiscono novità utili per rinnovare l'idea del socialismo e del suo
rapporto con il popolo.
Pietro Ancona
http://www.youtube.com/watch?v=PDxY-SGJ99w
http://www.siciliainformazioni.com/articoloLight.zsp?id=64601
http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=1960
****
Da:
pietroancona@tin.it [mailto:pietroancona@tin.it]
Inviato: domenica 1 novembre 2009 8.27
A: Redazione Primapagina
Oggetto: D'Alema
Cara signora Di Gregorio,
le ricordo che D'Alema, per ingraziarsi gli americani, bombardò Belgrado, delitto che resterà indelebile nella storia d'Europa. Inquinò il Danubio e distrusse le fabbriche che davano lavoro e pane ai serbi.
Credo che dietro la sua candidatura ci sia un lavorio segreto che riguarda anche le riforme costituzionali. Non credo affatto che Letta e la banda di Berlusconi improvvisamente siano diventati
"buoni" fino al punto di appoggiare in nome della italianità la D'Alema
Purtroppo in Italia siamo tra la padella e la brace: il PDL ed il PD.
Auguri per la sua appassionata attività che meriterebbe una migliore causa.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: job@imgpress.it
Sent: Sunday, November 01, 2009 4:27 PM
Subject: Fw: Venti anni dopo: una foto vista sui giornali.
UNA FOTOGRAFIA VISTA SUI GIORNALI
Ho provato tristezza a vedere la foto dei tre grandi vecchi Gorbaciov,
Bush padre e Kohl. fotografati in occasione di una manifestazione a Berlino
per ricordare venti anni dalla demolizione del Muro. Con il Muro cadde
l'Unione Sovietica e si chiuse l'esperienza degli stati comunisti nel
mondo dal momento che non possiamo considerare comunista il regime che
controlla la Cina o la piccola satrapia della Corea del Nord. Non so quasi
niente del Vietnam e mi astengo da un giudizio.
Se fosse stata possibile la caduta del Muro senza lo scioglimento
dell'Unione Sovietica forse il mondo di oggi sarebbe migliore di quello che
è. La caduta del comunismo è dovuta in grandissima parte all'opera di
Gorbaciov e del suo vice Ministro degli Esteri Shevardnadze che, partiti con
un progetto di democratizzazione e di riforma si ritrovarono nelle mani
degli americani che li manipolarono e li strinsero in un vicolo cieco.
L'URSS era riformabile? Poteva evolvere verso forme di democrazia ?
La esistenza del blocco dei paesi comunisti riguardo l'equilibrio
mondiale era positiva. Spingeva anche l'altro blocco a dare il meglio di se
per la gente.
Le condizioni di alto welfare dell'Europa, i salari "adeguati" ad un decoro
che oggi non c'è più in tutto l'Occidente erano dovuti alla competizione,
alla gara tra i due modelli. La guerra fredda spingeva verso il bene non
solo dei popoli dei due blocchi ma anche del rapporto tra le due
superpotenze ed il resto del mondo.
Gorbaciov venne travolto dalle sue riforme: perestrojika e glasnost. Mise
in moto un processo che
ad un certo punto non riuscì più a controllare e che finì nelle mani di un
personaggio ambiguo ed inquietante :Boris Eltsin che, sotto il controllo
degli americani, regalò l'immenso patrimonio
industriale e minerario dell'URSS ad una banda di oligarchi molti dei quali
miliardari. Gli USA erano riusciti a mettere le mani attraverso un banchiere
poi emarginato da Putin sulle risorse energetiche. Ma la cosa davvero grave
che ridusse quasi sul lastrico la Russia fu il suo smembramento.
Diventarono stati indipendenti la Georgia, la Bielorussia, l'Ucraina che da
sempre erano parte integrante dell'URSS con quasi un milione di chilometri
quadri oggi utilizzati dagli USA come basi per minacciare da vicino la
Russia. Altri Stati furono creati artificialmente per circondare quello che
rimane dell'URS di una catena di possibili aggressori.
Dopo la fine ingloriosa dell'Unione Sovietica il mondo è precipitato in
un abisso di infelicità e di crudeltà. La Russia è popolata di mendicanti e
di miliardari e perde popolazione.Quasi dieci milioni di abitanti in meno
di venti anni fa. Con tutti i suoi difetti, l'URSS era un progetto, una
utopia realizzata che dava speranza, sicurezza e benessere, futuro. Gli USA
non sono un progetto. I loro ideali sono tutti pretesti per la dominazione
sul pianeta. Sono davvero l'impero del Male e della Guerra perenne.L'idea
di democrazia serve a massacrare i popoli dell'Afghanistan, dell'Iraq, del
Pakistan, della Somalia e la sua politica mondiale non è di pace ma di
accerchiamento e strangolamento della nazioni con culture diverse da quelle
del capitalismo imperialista. Gli USA hanno mille basi militari nel mondo.
Qual'è la loro funzione? Perchè tante basi in Germania ed Italia e nessuna
in Gran Bretagna? L'etnia anglosassone si sostituisce alla razza ariana di
Hitler? Le classi lavoratrici dell'Occidente, dopo la caduta del Muro, sono
ridotte in miseria e con salari di fame. In compenso i componenti dell'estambliscement
del capitalismo godono di redditi favolosi, inimmaginabili! Milioni di euro
o di dollari per managers che si distanziano dai lavoratori per migliaia di
volte. Uno scandalo insopportabile accettato senza battere ciglio dai
fautori dei "valori"occidentali. Il mondo dopo Muro è diventato violento,
atroce, ingiusto, criminale.
Pietro Ancona
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&tl=it&u=http%3A%2F%2Fwww.prb.org%2FArticles%2F2002%2FRussiasDemographicDeclineContinues.aspx
..............................
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, November 09, 2009 7:55 PM
Subject: muro singolare e muri plurale
C'è muro e muro.... Grandi e commossi festeggiamenti per il ventesimo del
crollo del Muro di Berlino
mi auguro che altrettanta passione di libertà possiamo avere per chiedere la
caduta del Muro che tiene prigionieri i palestinesi e che ruba la loro
terra; il Muro che divide gli USA dal Messico; il muro che separa
il Marocco per circa tremila chilometri dall'Africa....
Ma forse i palestinesi i messicani e gli africani non meritano tanta
attenzione. Chi se ne frega di loro?
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, November 02, 2009 6:56 PM
Subject: Abolire ergastolo e 41 bis
Abolire ergastolo e 41 bis
Nel giro di pochi giorni i giornali ci hanno scodellato due tragedie: la
morte di Stefano Cucchi ed il suicidio in carcere di Diana Blefari Milazzi,
condannata all'ergastolo perchè coinvolta nell'omicidio del Prof. Marco
Biagi. Le due notizie sono giunte alla prima pagina dei massmedia con
difficoltà e solo per l'insistente denunzia dei familiari e su internet.
Ora è in corso una campagna di denigrazione dei due giovani che non possono
risorgere dalla tomba e smentire, correggere, zittire i manipolatori. Una
sofferenza psichica da sempre ignorata nel caso di Diana viene oggi
amplificata fino alla schizzofrenia ed alla tara ereditaria che però non è
valsa a farla dichiarare incompatibile con il carcere duro. Nel suo caso i
consulenti sono stati durissimi e forcaioli, mentre per altri detenuti sono
assai comprensivi come abbiamo visto nel caso di Licio Gelli ancora vivente
e ultranovantenne a suo tempo escluso dal carcere con una perizia che lo
definiva quasi moribondo e che si gode la sua favoloso villa o nel caso di
Tanzi e di tanti finanzieri che hanno rovinato decine di migliaia di
famiglie nessuno dei quali ha fatto più di qualche giorno di carcere. Oggi
tutta l'Italia ha potuto leggere che anche la madre di Diana è deceduta per
suicidio. Quasi a giustificare con la tara la fine della figlia. In quanto
al povero Stefano tutto l'estambliscement difende o l'arma dei carabinieri o
gli agenti penitenziari Si trovano patologi e clinici che si spingono
financo a dire che le lesioni del corpo di Stefano risalirebbero a prima del
suo arresto!! La pressione per ridurre ad evento naturale la morte per
gravissime lesioni è palpabile. Fare emergere la verità sulla morte di
Stefano sarà un parto faticosissimo: ci vorranno diversi forcipi e una dura
lotta.
L'Italia ha un triste primato di "suicidi" in carcere. Solo quest'anno
sono 62 e tutti riguardanti giovani detenuti. Le condizioni esistenziali nel
carcere sono diventate allucinanti per il sopraffollamento ma anche per
l'isolamento, l'emarginazione a cui sono soggetti i detenuti. In generale
si tratta di persone appartenenti alla popolazione povera in gran parte
immigrata spesso non in grado di permettersi avvocati e consulenti per
l'elevato costo dei loro servizi dopo la riforma del processo penale che ha
aumentato enormemente le parcelle da pagare. Nel carcere esistono vari
gironi di inferno ultimo dei quali il 41 bis riservato ai mafiosi ed ai
sovversivi. Il 41 bis è un trattamento che può spingere al suicidio. E' una
feroce vendetta dello Stato verso persone che certamente sono pericolose ma
che non dovrebbero essere private del diritto ad un trattamento umano e teso
alla rieducazione civile. L'ergastolo al quale era condannata la povera
Diana Blefari è una pena crudelissima, indecente, indegna di un paese
civile. Nel caso della nostra disgraziata suicida come nel caso dei giovani
detenuti per terrorismo si tratta di pena eccessiva, sproporzionata, frutto
di un accanimento ideologico e di carattere "esemplare" cioè didattico. Non
si capisce poi perchè i quattro poliziotti siano condannati soltanto a tre
anni e sei mesi di reclusione nel caso dell'omicidio di Federico Altrovandi
mentre viene comminato l'ergastolo a Diana Blefari Milazzi che, seppur
partecipando ad una inaccettabile esecuzione, è stata messa nelle condizioni
di impazzire nell'inferno del 41 bis inflittole per ben tre volte senza
ricevere attenzione ed aiuto da parte di tutti coloro che hanno gestito la
sua vita di detenuta. Ma centro-destra e centro-sinistra convergono in una
linea securitaria che, sfruttando le paure indotte nella opinione pubblica,
ha allentato il controllo e l'educazione alla civiltà ed alla democrazia dei
corpi dello Stato. Ogni volta che qualcuno resta stritolato negli ingranaggi
della "giustizia" la reazione pavloviana della Oligarchia è di difesa a
priori del sistema accompagnata di considerazioni e campagne di
criminalizzazione verso le vittime. La situazione delle carceri è diventata
esplosiva e viene contenuta da una repressione continua e forse da
comportamenti delle gestioni penitenziarie di cui non sappiamo nulla ma
delle quali abbiamo avuto un saggio per il G8 di Genova.
Bisognerebbe abolire il 41 bis e l'ergastolo e avere un programma per i
carcerati che non sia soltanto quello della promessa di nuovi stabilimenti
penali. Restituire alla pena la sua funzione di recupero nel rispetto dei
diritti del detenuto a cominciare dall'abolizione del tu con il quale questi
viene interpellato. Ma gli oligarchi del centro-destra e del centro-sinistra
sono distanti mille miglia dal cambiare registro. Vanno avanti nella linea
della repressione senza alcuna pietà verso chi sbaglia.
Pietro Ancona
http://www.ristretti.it/
http://www.cedost.it/news/Biagi/processo.htm
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: tg3net@rai.it
Sent: Monday, November 02, 2009 8:18 PM
Subject: per bianca berlinguer
Cara Direttrice Bianca berlinguer,
impaginare la vicenda della povera Diana dentro l'intervista alla vedova D'Antona
non è stato un esempio di grande correttezza e di umanità. E' stato uno
scoperto tentativo di aizzare odio anche verso chi ha pagato di persona il
suo errore che in ogni caso è stato di idealismo seppur ed inaccettabile.
Hai gridato praticamente: Non tenete conto delle sue ragioni perchè è
un'assassina! Brava! Complimenti!Dei quattro poliziotti che hanno massacrato
Altrovandi che mi dici? I tre anni ai quali sono stati condannati e che non
sconteranno sono confrontabili all'ergastolo ed al trattamento 41 bis che
ha fatto impazzire la Blefari?
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, November 04, 2009 10:30 AM
Subject: la Vandea italiana dopo la sentenza di
Strasburgo
LA VANDEA ITALIANA DOPO LA SENTENZA DI STRASBURGO
=================================================
I Palazzi dell'Oligarchia e l'intera batteria massmediatica del Paese si
sono scatenati in una furibonda contestazione della sentenza della Corte di
Giustizia Europea sulla esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche.
Il Giornale del Presidente del Consiglio si è spinto fino alla trivialità di
ingiuriare come ubriaconi i giudici di Strasburgo ed una vera e propria
vandea sovrastata da alte grida si è creata dopo l'allineamento del capo
della opposizione parlamentare alle critiche del governo italiano e degli
esponenti del clericalismo oscurantista come Buttiglione. Bersani si è
assunta la responsabilità di avallare un attacco ad una delle più delicate
ed importanti istituzioni giuridiche dell'Europa, non tenendo conto
dell'aiuto che avrebbe arrecato alla destra italiana nella sua campagna
contro i diritti garantiti ancora oggi assai di più dalla Unione Europea che
dalla legislazione italiana sempre più xenofoba, razzista e discriminatrice.
L'allineamento di quasi tutta la stampa e di tutta la televisione italiana
al linciaggio della Corte con centinaia di articoli infarciti di falsità e
retorica patriottarda ed identitaria deve fare riflettere sulla libertà di
informazione rivendicata ipocritamente da una recente manifestazione di
"mantenuti" del Governo che spende sette miliardi di euro l'anno proprio per
avere una stampa di regime.
La sentenza di Strasburgo non c'entra niente con la laicità e la paventata
deriva "laicista" dell'Europa.
C'entra molto, moltissimo con la tutela dei diritti della persona a cui non
può essere imposta un simbolo religioso in cui non si riconosce o perchè di
altra fede o perchè ateo. La sentenza è perfettamente coerente con il
Diritto italiano che in una recente sentenza della Cassazione favorevole al
giudice Luigi Tosti ha affermato lo stesso principio peraltro rispettoso
dell'art.8 della Costituzione che testualmente dice: "tutte le confessioni
religiose sono egualmente libere davanti alla legge". Soltanto se una legge
italiana modificasse la Costituzione tornando a fare della religione
cattolica la sola è unica religione di Stato sarebbe illegittima la sentenza
di Strasburgo. Ma lo stesso Vaticano, nel 1984, ha riconosciuto essere la
religione cattolica soltanto una delle confessioni religiose che lo Stato
ammette nel suo ordinamento.
In quanto al Crocifisso simbolo della identità nazionale bisogna osservare
che soltanto dal 1922 con leggi volute dal fascismo per recuperare il
consenso della Chiesa e dare un fondamento "spirituale" ad un regime
violento e totalitario è stato introdotto nelle scuole e poi negli uffici
pubblici per diventare infine espressione della religione di Stato con i
patti lateranensi del 1929. Fino ad allora lo Stato nato dal Risorgimento
aveva affidato l'identità italiana agli ideali che Cavour,Mazzini,Garibaldi
avevano posto a base dell'unificazione del Paese.
Nella storia millenaria d'Italia il Crocifisso non sempre ha avuto un
ruolo positivo e benefico. Migliaia di disgraziati come Giordano Bruno e le
vittime della Inquisizione sono state torturati e bruciati vivi con
l'assistenza di un monaco o di un prete muniti di un Crocifisso che veniva
mostrato ai condannati invitati alla conversione ed al pentimento per non
parlare dell'uso che se ne è fatto nelle conquiste coloniali e
nell'aggressione crociate ai popoli dell'Islam. Dalla dichiarazione di
Costantino che fece del cristianesimo instrumentum regni fino al tardissimo
settecento il Crocifisso è stato usato per sopprimere i "miscredenti".
Ricordo per tutti il martirio di Ipazia, grande filosofa e matematica
alessandrina, torturata, scorticata viva e poi squartata da ferocissimi
monaci. Negli Usa il KKK pianta enormi croci brucianti nei luoghi dove
massacrano i neri o i "diversi.
Certamente il cristianesimo nel corso della sua storia ha sviluppato anche
valori positivi specialmente di solidarietà.
Per questi i cattolici che sono davvero cristiani e non vogliono fare
violenza agli altri non condividono l'esposizione del crocifisso nei
pubblici uffici e non avallano la deriva sanfedista imposta da Benedetto XVI
e dalla Chiesa di Ruini e Bagnasco. Ma, si troveranno in difficoltà come
tutti i laici italiani dal momento che i Palazzi della politica ribadiscono
il diritto al monopolio cattolico mentre l'italia diventa multietnica.
La sentenza civilissima di Strasburgo in Italia ha sortito l'effetto
paradossale di allargare il fronte identitario, fondamentalista,
razzista. La sentenza sarà disattesa. Berlusconi non dichiara forse che se
i giudici lo dovessero condannare resterà al suo posto al governo? Perchè
dunque il Crocifisso non dovrebbe continuare ad essere esposto nelle scuole
e negli uffici pubblici? I giudici italiani sono rossi. Quelli europei
ubriaconi. La legge la fanno gli elettori scegliendo i loro governanti. Da
oggi questo modo di pensare si estende al PD che dichiara non di "buon
senso" la decisione dei giudici europei.
Pietro Ancona
http://tostiluigi.blogspot.com/2009/07/sentenza-n-284809-della-sesta-sezione.html
http://www.eurac.edu/NR/rdonlyres/1D1CA361-1CF8-4003-A96B-F5E0AEF9C2D4/13142/NotaCrocifissoCassazione.pdf
http://www.uaar.it/uaar/campagne/scrocifiggiamo/09.html
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----- Original Message
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, November 03, 2009 1:58 PM
Subject: : Congresso CGIL ,confederalità e categorialità
Caro Manifesto,
nell'articolo di Mario Sai "Congresso CGIL, per un'altra idea di
Confederalità" c'è un'affermazione che è una enorme menzogna. Si dice: "
....eppure è su questo tasto che il sindacato si batte da più di quindici
anni: I grandi accordi di concertazione e così pure i contratti di categoria
hanno dato centralità al recupero del potere di acquisto rispetto agli
andamenti inflattivi (!!!!), situazione che si presenta oggi più complicata
dopo l'accordo separato sulle regole contrattuali etc....".
Gli accordi di concertazione governo, padronato, sindacati firmati nel 1993
(per la CGIL Trentin)
hanno creato un meccanismo opposto a quello richiamato da Sai. Hanno
parametrato gli incrementi salariali al tasso di inflazione "programmato"
che notoriamente è un riferimento politico e finanziario che non supera mai
il 2 per cento. Questa parametrazione alla quale tuttora si riferiscono le
richieste di aumento salariale compresa quella della Fiom (mai più oltre i
100 euro spalmati nel tempo) nel corso di quindici anni ha impoverito i
lavoratori italiani facendoli precipitare in fondo alla scala dei salari
europei. Se oggi abbiamo salari miserrimi del quaranta per cento inferiori
a quelli europei lo dobbiamo ad un diabolico marchingegno per il quale
Trentin, dopo aver firmato gli accordi, rassegnò le dimissioni.
In quanto alla
confederalità e la nuova idea di confederalità di cui parla Sai è
esattamente il contrario di quanto hanno oggi bisogno i lavoratori. Aveva un
senso quando esisteva una progetto di unificazione Nord-Sud e di sostegno
dei redditi delle categorie svantaggiate. Per intenderci, la scelta
dell'EUR) Oggi c'è bisogno di più sindacato di categoria. E non venite a
dire che questa è l'idea di un sindacato corporativo!!
Pietro Ancona
Il Manifesto 1 novembre 2009
CONGRESSO CGIL, PER UN'ALTRA IDEA DI CONFEDERALITÀ
La Cgil più che di un congresso avrebbe bisogno di un suo Concilio Vaticano
Secondo, perché deve fare i conti - oltre che con le regole della democrazia
e le procedure dei contratti - con una crisi di orientamento del suo popolo.
Una struttura produttiva diffusa e disarticolata, come è quella del nostro
Paese, che sta affrontando la crisi in difensiva (basta guardare la caduta
degli investimenti fissi doppia rispetto a Germania e Francia) ha come
corrispettivo il radicarsi nelle relazioni industriali dell'idea che «siamo
tutti sulla stessa barca», che l'azienda, il territorio siano la dimensione
comunitaria alla quale anche i lavoratori devono abbrancarsi.
Se si sta tutti sulla stessa barca, è facile anche convincersi che «la barca
è piena» (così in tempi cupi il governo elvetico giustificava i
respingimenti degli ebrei in fuga dall'olocausto). «Prima gli italiani per i
servizi, la casa, il lavoro» è una parola d'ordine che ormai si sente anche
nelle assemblee operaie. La crescita di consenso tra i lavoratori dipendenti
alla destra, e segnatamente alla Lega, si spiega con un diffuso senso di
insicurezza (per le proprie condizioni di vita e lavoro, per il proprio
futuro e per quello dei figli, prima ancora che per la piccola criminalità).
C'è contemporaneamente una caduta della capacità del lavoro dipendente di
pensarsi come forza sociale autonoma con un proprio progetto di
trasformazione economica, di cambiamento sociale. Di più. È entrato ormai
nel senso comune che il lavoro, nei suoi contenuti culturali e
professionali, nella sua capacità di produrre valore, sia un aspetto
dell'autostima delle persone e non un elemento costitutivo del processo
produttivo e della mobilità sociale.
Periodicamente le statistiche internazionali ci informano che i salari
italiani sono i più bassi in Europa e tra i più bassi dei paesi Ocse e che
la loro perdita di potere d'acquisto è continua.
Eppure è su questo tasto che il sindacato batte da più di quindici anni. I
grandi accordi di concertazione e così pure i contratti di categoria hanno
dato centralità al recupero del potere d'acquisto rispetto agli andamenti
inflattivi, situazione che si presenta oggi più complicata dopo l'accordo
separato sulle regole contrattuali, come dimostra la scelta di
Federmeccanica di fare guerra aperta alla Fiom.
La rincorsa salari-inflazione è stata una sfida impossibile da vincere,
mentre si è perso di vista il profondo cambiamento nel riconoscimento dei
percorsi formativi e nelle competenze richieste dai processi di
riorganizzazione del lavoro indotti dalle nuove tecnologie, dal cambiamento
di ruolo della pubblica amministrazione, dallo sviluppo di nuove forme di
terziario, dalla dispersione territoriale, dalla precarietà.
Anche per questo si sono diffuse pratiche sindacali chiuse nella gabbia
dell'aziendalismo: dall'ancoraggio degli aumenti salariali ai risultati
d'impresa (e non ai contenuti professionali che sono richiesti
dall'organizzazione del lavoro in cui si opera) al ritorno a forme di
mutualismo, subendo così l'offensiva contro lo stato sociale e
l'universalità dei diritti.
Combattere questa deriva è una delle condizioni per superare le pesanti
conseguenze della crisi in atto a cominciare dalla disoccupazione.
Servono un progetto ed una pratica sindacale che abbiano al loro centro il
riconoscimento sociale ed economico del valore del lavoro; la contrattazione
delle sue trasformazioni, della sua organizzazione, della sua distribuzione.
Non sarà certo un pranzo di gala, ma uscire dalla crisi come prima solo un
po' più deboli e poveri vorrà dire più disoccupazione, più localismo, più
spinte corporative.
Per questo serve una nuova idea di confederalità - non come gerarchia tra
strutture - ma come progetto politico a cui partecipino con pari
responsabilità categorie e territori e che veda i delegati sindacali
protagonisti nei luoghi di lavoro. Il congresso della Cgil deve mettere in
luce le differenze che ci sono nel definire questo progetto (nei momenti
difficili bisogna cercare e cercare ancora), senza trasformarsi, però, in
una guerra di curia.
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, November 06, 2009 1:23 PM
Subject: Principato d'Italia
IL PRINCIPATO D'ITALIA
=====================
A volte mi capita di pensare alle tante somiglianze tra il ruolo che sta
avendo il PD in Italia e quello che a suo tempo ha avuto la DC di Frey in
Cile che in qualche modo, con la sua inerzia, assecondò
l'ascesa di Pinochet al potere isolando Salvatore Allende e contribuendo
alla caduta del suo governo. La decisione del PD di annunziare il rifiuto
di alleanze con la sinistra e la scelta dello sbarramento del 4% per
accedere al Parlamento compiuta assieme al centro destra sono stati segni
davvero allarmanti, davvero premonitori di una resa quasi senza condizioni
alla fatale involuzione.
Certo Berlusconi non è Pinochet e gli USA possono contare sulla fedeltà del
Parlamento italiano e le multinazionali mericane in Italia non corrono
rischi di nazionalizzazione: hanno piena libertà di venire, installare
aziende e poi magari chiuderle e trasferirsi in altro luogo, a loro più
conveniente, del pianeta. Ma il PD si sta predispondendo positivamente verso
le "riforme"costituzionali reclamate da Berlusconi al quale le norme attuali
stanno strette e vuole maggiori poteri decisionali. Da Craxi in poi il
decisionismo è diventata l'ossessione dei governanti che vorrebbero meno
impacci dal Parlamento e dalle istituzioni di controllo. La crescente
convergenza del PD con il centro destra è sollecitata dal Presidente della
Repubblica il quale pressa per la "coesione" tra le forze politiche , una
coesione che si traduce in adesione dell'opposizione alla linea della
maggioranza, una linea che si qualifica per le sue scelte settarie a
vantaggio dei ceti dominanti e della speculazione e che ha impoverito
enormemente i lavoratori. Ci avviamo verso una Repubblica dominata da un
Caudillo con poteri maggiori di quelli di Sarkozy. Questa convergenza sulle
riforme istituzionali è preceduta da una vera e propria unificazione dei
programmi a cominciare dalle privatizzazioni dei servizi locali. Il decreto
sull'acqua in discussione riscuote simpatie nella oligarchia del PD.
Stamane, mentre l'Unità denunzia in prima pagina "le mani" che si starebbero
allungando sull'acqua, un autorevole esponente del PD, Paolo Gentiloni già
ministro, dava un giudizio positivo sul decreto di privatizzazione che, come
sappiamo, farà aumentare vertiginosamente le bollette e sottrarrà alla
comunità il controllo di un bene essenziale e da sempre gestito senza fini
di lucro. Assieme alla privatizzazione dei servizi arriveranno migliaia di
amministratori, managers, consulenti che ne appesantiranno il costo senza
migliorarli come è avvenuto per quelle fin qui fatte come le ferrovie e le
poste. Anche sul piano sociale l'unificazione delle posizioni PD-PDL è già
avvenuta: Ichino, Letta o Treu non hanno posizioni diverse da quelle di
Cazzola e Sacconi tranne che per i passaggi attraverso i quali giungere al
risultato della massima precarietà dell'occupazione e dell'abolizione delle
garanzie contrattuali. Insieme demoliranno del tutto lo Statuto dei
Lavoratori contro il quale c'è una campagna assidua di demonizzazione.
Inoltre, in politica estera, mentre dappertutto i governi USA e della Nato
discutono il ritiro dall'Afghanistan, in Italia c'è una gara bipartisan a
chi è più bellicoso.
L'Italia intanto è diventata irriconoscibile rispetto il Paese civile,
prospero e democratico che è stato . Mentre viene alla luce una inquietante
trattativa Stato-Mafia, si discute della immensa quantità di cocaina che
viene consumata e che ci colloca ai primissimi posti in Europa. Un mercato
per miliardi di euro delle mafie che sono in grado di corrompere una
democrazia che non è in grado di combatterle o non ne ha alcuna voglia. Due
servizi fondamentali come la scuola e la sanità sono sottoposti ad una
torsione che li sta squalificando mentre crescono anche in questo campo le
gestioni private. Il mercato non esiste e le Autorità preposte al controllo
sono del tutto inutili ed i loro interventi spesso ridicoli, grotteschi e
controproducenti. I beni essenziali in servizi e merci sono quasi tutti a
prezzo imposto ai consumatori ridotti ad un gregge che viene munto e rimunto
in continuazione dai petrolieri, dagli assicuratori, dai farmacisti, dai
grossisti, da tutti.....
Le leggi diventano sempre più odiosamente discriminatorie mentre le
carceri registrano suicidi e si infliggono violenze provocate da trattamenti
di vera e propria barbarie coperti dalla lunga onda securitaria che ha
coinvolto quasi tutto il ceto politico. Ma i Mille Oligarchi vanno avanti
per la loro strada ed ogni occasione è buona per imprimere nuove stimmate
reazionarie al Paese come abbiamo visto per la sentenza europea sul
Crocifisso sfruttata per una aggressione a quel tanto di laicità e di
libertà che ancora abbiamo.
Entro questa legislatura il Paese sarà completamente cambiato. Berlusconi
lo aveva promesso: "rivolterò l'Italia come un calzino". Lo sta facendo con
l'aiuto di un estambliscement politico che lucra oltre cento miliardi di
euro l'anno e che ne fa lucrare altrettanti al sistema massmediatico ed al
management pubblico che viene imposto dappertutto con le privatizzazioni.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 08, 2009 5:56 PM
Subject: la rivoluzione d'ottobre ed il diciotto brumaio di Stalin
LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE ED IL 18 BRUMAIO DI STALIN
=================================================
Nel rivedere un po' di iconografia e di scritti sulla rivoluzione
d'ottobre mi ha molto colpito l'operazione di passivizzazione delle masse,
dei gruppi, delle comunità fatte dal regime comunista. I quadri, i manifesti
ci fanno vedere sempre Lenin che arringa dall'alto di un podio le masse
rivoluzionarie che ascoltano ed applaudono. Del grande, fortissimo gruppo
dirigente bolscevico non se ne sa nulla. Per saperne qualcosa bisogna fare
approfondite ricerche storiche attraverso fittissimi strati di storiografia
stalinista che ci impediscono di vederli come erano. Molti li vediamo
attraverso le ingiurie e la criminalizzazione dei processi intentati a loro
carico. Spesso per amore del socialismo si dichiaravano colpevoli!
La rivoluzione russa non fu opera soltanto dei comunisti ma anche di altre
forze politiche come i socialisti. I bolscevichi vinsero dapprima la
battaglia interna con i menscevichi e poi fecero fuori i socialisti. Famosa
la frase del soldato comunista pronunciata mentre c'era in corso una
discussione interminabile tra comunisti e socialisti: "la guardia è stanca"!
Spense la luce e costrinse tutti ad uscire mettendo fine all'Assemblea
Costituente ed aprendo la strada alla gestione militare della rivoluzione
da parte di Lenin e dei bolscevichi.
Attribuire l'Ottobre, cioè la rivoluzione contro il regime zarista soltanto
ai comunisti è sbagliato! Per lungo tempo i comunisti furono una minoranza,
o, come amava dire Lenin, una avanguardia. La rivoluzione cominciò
spontaneamente con il ritorno di milioni di soldati dal fronte, soldati che
non esitarono a fucilare gli aristocratici ufficiali che li comandavano
richiamati dalla voce della terra e delle famiglie che non vedevano da
anni..
I bolscevichi fecero fuori tutti i gruppi diversi dal loro e si piazzarono
alla guida militare della rivoluzione. Rivoluzione che durò parecchi anni
dal momento che tutte le potenze del capitalismo europeo fornivano armi,
uomini, aiuto e assistenza alle guardie bianche. Si può ben affermare che
mentre la rivoluzione francese fece la guerra all'europa inseminandola delle
sue idee egalitè, fraternitè, libertè la rivoluzione bolscevica fu costretta
ad agire dentro i confini della Russia. La guerra
capitalistica fu tanto dura e sanguinosa da lasciare le sue stimmate per
sempre sullo Stato comunista
che indurì moltissimo la cosidetta "dittatura del proletariato" e ridusse al
minimo gli spazi di libertà e di democrazia.
Dentro il gruppo dirigente bolscevico, dopo la morte di Lenin, Stalin si
sbarazza di tutto il gruppo dirigente a cominciare da Trotscki e stende
sull'URSS un lunghissimo 18 brumaio culminato nei processi del 1936. Quasi
tutto il gruppo dirigente comunista fu fucilato e con esso anche i membri
dei Comitati Centrali di tanti paesi europei. I fuoriusciti comunisti
italiani che scappavano dal fascismo e si rifugiavano in Russia venivano
imprigionati, isolati, uccisi perchè ritenuti portatori di infezioni
libertarie e "democraticistiche". Bastava dire che erano sospettati di
spionaggio per essere subito impiccati o fucilati.
La storia del comunismo dall'avvento alla morte di Stalin è dominata da un
progetto statalista controrivoluzionario, imperiale, dotato di una
sterminata ed immensa burocrazia dedita alla realizzazione di piani
quinquennali che tuttavia ebbero il merito di mettere l'Unione Sovietica in
grado di difendersi dall'attacco nazista. Noi conosciamo il comunismo
realizzato soltanto nella sua versione stalinista. Non sappiamo come e che
cosa sarebbe stato con la direzione democratica di tutto il gruppo
dirigente.
L'iconografia stalinista ci fa vedere quattro facce sovrapposte: Engels,
Marx, Lenin e Stalin. I cinesi vi aggiunsero Mao. Il culto della personalità
diventò parte importante del comunismo. Tuttora resiste anche nella
concezione dei partiti comunisti dell'occidente ed ha dato luogo a dittature
personali in tutto il mondo.
Pietro Ancona
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: tg3net@rai.it
Sent: Monday, November 02, 2009 8:18 PM
Subject: per bianca berlinguer
Cara Direttrice Bianca berlinguer,
impaginare la vicenda della povera Diana dentro l'intervista alla vedova D'Antona
non è stato un esempio di grande correttezza e di umanità. E' stato uno
scoperto tentativo di aizzare odio anche verso chi ha pagato di persona il
suo errore che in ogni caso è stato di idealismo seppur ed inaccettabile.
Hai gridato praticamente: Non tenete conto delle sue ragioni perchè è
un'assassina! Brava! Complimenti!Dei quattro poliziotti che hanno massacrato
Altrovandi che mi dici? I tre anni ai quali sono stati condannati e che non
sconteranno sono confrontabili all'ergastolo ed al trattamento 41 bis che
ha fatto impazzire la Blefari?
Pietro Ancona
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: tosti luigi
Sent: Tuesday, November 03, 2009 5:25 PM
Subject: sentenza
Il mio primo pensiero è stato per lei e per la sua lunghissima
battaglia-calvario nella quale ha retto con grande coraggio all'isolamento
ed all'ostracismo di tanti baciapile o ruffiani del clericalismo.
Oggi festeggiamo!
Pietro Ancona
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 08, 2009 5:56 PM
Subject: la rivoluzione d'ottobre ed il diciotto brumaio di Stalin
LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE ED IL 18 BRUMAIO DI STALIN
=================================================
Nel rivedere un po' di iconografia e di scritti sulla rivoluzione
d'ottobre mi ha molto colpito l'operazione di passivizzazione delle masse,
dei gruppi, delle comunità fatte dal regime comunista. I quadri, i manifesti
ci fanno vedere sempre Lenin che arringa dall'alto di un podio le masse
rivoluzionarie che ascoltano ed applaudono. Del grande, fortissimo gruppo
dirigente bolscevico non se ne sa nulla. Per saperne qualcosa bisogna fare
approfondite ricerche storiche attraverso fittissimi strati di storiografia
stalinista che ci impediscono di vederli come erano. Molti li vediamo
attraverso le ingiurie e la criminalizzazione dei processi intentati a loro
carico. Spesso per amore del socialismo si dichiaravano colpevoli!
La rivoluzione russa non fu opera soltanto dei comunisti ma anche di altre
forze politiche come i socialisti. I bolscevichi vinsero dapprima la
battaglia interna con i menscevichi e poi fecero fuori i socialisti. Famosa
la frase del soldato comunista pronunciata mentre c'era in corso una
discussione interminabile tra comunisti e socialisti: "la guardia è stanca"!
Spense la luce e costrinse tutti ad uscire mettendo fine all'Assemblea
Costituente ed aprendo la strada alla gestione militare della rivoluzione
da parte di Lenin e dei bolscevichi.
Attribuire l'Ottobre, cioè la rivoluzione contro il regime zarista soltanto
ai comunisti è sbagliato! Per lungo tempo i comunisti furono una minoranza,
o, come amava dire Lenin, una avanguardia. La rivoluzione cominciò
spontaneamente con il ritorno di milioni di soldati dal fronte, soldati che
non esitarono a fucilare gli aristocratici ufficiali che li comandavano
richiamati dalla voce della terra e delle famiglie che non vedevano da
anni..
I bolscevichi fecero fuori tutti i gruppi diversi dal loro e si piazzarono
alla guida militare della rivoluzione. Rivoluzione che durò parecchi anni
dal momento che tutte le potenze del capitalismo europeo fornivano armi,
uomini, aiuto e assistenza alle guardie bianche. Si può ben affermare che
mentre la rivoluzione francese fece la guerra all'europa inseminandola delle
sue idee egalitè, fraternitè, libertè la rivoluzione bolscevica fu costretta
ad agire dentro i confini della Russia. La guerra
capitalistica fu tanto dura e sanguinosa da lasciare le sue stimmate per
sempre sullo Stato comunista
che indurì moltissimo la cosidetta "dittatura del proletariato" e ridusse al
minimo gli spazi di libertà e di democrazia.
Dentro il gruppo dirigente bolscevico, dopo la morte di Lenin, Stalin si
sbarazza di tutto il gruppo dirigente a cominciare da Trotscki e stende
sull'URSS un lunghissimo 18 brumaio culminato nei processi del 1936. Quasi
tutto il gruppo dirigente comunista fu fucilato e con esso anche i membri
dei Comitati Centrali di tanti paesi europei. I fuoriusciti comunisti
italiani che scappavano dal fascismo e si rifugiavano in Russia venivano
imprigionati, isolati, uccisi perchè ritenuti portatori di infezioni
libertarie e "democraticistiche". Bastava dire che erano sospettati di
spionaggio per essere subito impiccati o fucilati.
La storia del comunismo dall'avvento alla morte di Stalin è dominata da un
progetto statalista controrivoluzionario, imperiale, dotato di una
sterminata ed immensa burocrazia dedita alla realizzazione di piani
quinquennali che tuttavia ebbero il merito di mettere l'Unione Sovietica in
grado di difendersi dall'attacco nazista. Noi conosciamo il comunismo
realizzato soltanto nella sua versione stalinista. Non sappiamo come e che
cosa sarebbe stato con la direzione democratica di tutto il gruppo
dirigente.
L'iconografia stalinista ci fa vedere quattro facce sovrapposte: Engels,
Marx, Lenin e Stalin. I cinesi vi aggiunsero Mao. Il culto della personalità
diventò parte importante del comunismo. Tuttora resiste anche nella
concezione dei partiti comunisti dell'occidente ed ha dato luogo a dittature
personali in tutto il mondo.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, November 09, 2009 7:55 PM
Subject: muro singolare e muri plurale
C'è muro e muro.... Grandi e commossi festeggiamenti per il ventesimo del
crollo del Muro di Berlino
mi auguro che altrettanta passione di libertà possiamo avere per chiedere la
caduta del Muro che tiene prigionieri i palestinesi e che ruba la loro
terra; il Muro che divide gli USA dal Messico; il muro che separa
il Marocco per circa tremila chilometri dall'Africa....
Ma forse i palestinesi i messicani e gli africani non meritano tanta
attenzione. Chi se ne frega di loro?
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, November 10, 2009 10:25 AM
Subject: : il muro palestinese
La esistenza di muri assai più alti e spaventosi di quello di Berlino è
stata ricordata da un gruppo di palestinesi che ha tentato di abbattere
seppur simbolicamente l'interminabile mostruoso serpente di cemento alto
otto metri che li tiene prigionieri e continua a divorare la loro terra. Il
muro di Israele è alto otto metri e munito di fortificazioni, torri,
artiglieria, fossati. Non rispetta la linea verde che divideva la Palestina
da Israele ed era lunga 350 chilometri. A regime sarà lungo più di 700
chilometri
e renderà impossibile, assieme agli insediamenti colonici che hanno
reticolato i territori occupati, la costituzione di uno Stato palestinese
promessa da interminabili negoziati che durano da quaranta e più anni e
che non avranno mai fine e servono a coprire il genocidio. Il muro
innalzato da Israele è stato condannato dall'Onu ma tutti sappiamo che è
sostenuto dall'Impero e quindi resterà dov'è. Gli americani sono integrati
nella strategia di guerra israeliana che è la loro stessa strategia e
consiste nell'aggressione continua delle nazioni di cultura diversa da
quella capitalistica: l'iraq conquistato e devastato dalle scorrerie dei
marines e dei contractors, impiccato con Sadam Hussein il cui corpo è stato
oltraggiato prima e dopo la morte davanti alle telecamere di tutto il
pianeta; l'Afghanistan dove l'ineffabile Obama si accinge ad inviare altri
quarantamila soldati da aggiungere al numeroso esercito Usa e Nato
superarmato contro un popolo che ha soltanto rudimentali mine e kalaschikov;
il Pakistan oggetto di continui bombardamenti contro la popolazione civile
motivati dalla menzogna di AlQaeda che, se esiste, è una articolazione della
Cia. L'Iran è nei programmi di occupazione o di sterminio e si aspettano
soltanto tempi opportuni per distruggerlo con i suoi sessanta milioni di
abitanti.
L'Occidente che ieri ha fatto ricadere simbolicamente il Muro con la
ridicola messa in scena dei pannelli di plastica colorata si autocelebra in
nome della libertà. Un articolo del Corriere della Sera
parla di oltre un milione di morti causati dalle privatizzazioni del
capitalismo in tutta l'area degli Stati
comunisti ai quali bisogna aggiungere i morti dei territori occupati dalla
Nato in Oriente e tutte le brutture delle guerre che non ci sarebbero mai
state se il Muro e cioè se l'Unione Sovietica fosse rimasta in piedi. Ho
riletto ieri sera il discorso pronunziato da Honecker davanti al tribunale
di Berlino. La sua analisi è veritiera e convincente. Avevo dei pregiudizi
nei confronti di questo Presidente che litigò con Gorbaciov che io
sostenevo. I fischi che ieri si è preso Gorbaciov alla porta di Brandeburgo
sono ben meritati. L'Impero non ringrazia coloro che lo hanno favorito dal
momento che ritiene suo diritto essere padrone di tutto e di tutti.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www.asca.it/new
MURO_BERLINO__PALESTINESI_CERCANO_DI_ABBATTERE_BARRIERA_CISGIORDANIA-873185-ORA-.html
http://www.haaretz.com/hasen/spages/1126923.html
http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=1182&dos=4&size=A
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, November 11, 2009 10:02 AM
Subject: : Fanatismo religioso ?
FANATISMO RELIGIOSO?
=====================
Obama, nel discorso pronunziato in ricordo dei vittime di fort hood, ha
voluto attirare l'attenzione sul tema religioso sostenendo che nessuna
religione può giustificare un massacro. E' vero, anzi verissimo ma questa
banale verità viene detta dopo che la stampa e lo stesso governo avevano
attribuito al fanatismo fondamentalista islamico il gesto del maggiore
Hasan. La ossessiva specificazione fatta dai giornali americani della etnia
del maggiore ha rafforzato il clima di odio che in molti si sforzano di
tenere alto dall'11 settembre in poi.
Non è detto che la motivazione religiosa sia stata la più importante per il
maggiore Hasan. Può darsi che sia rimasto molto toccato dai racconti di
stragi e di feroci sevizie che ha sentito dai soldati che tornano dalle zone
di guerra malati, pazzi o mutilati. Avere appreso come l'Esercito si
comporta verso la popolazione civile afghana o irakena e dei massacri
quotidiani compiuti dagli squadroni della morte
può avere sconvolto la mente del maggiore e suscitato una terribile
insolubile contraddizione tra il suo ruolo nell'esercito USA ed il suo
sentimento di giustizia e di umanità.
Inoltre bisogna vedere in concreto che cosa è oggi l'Esercito degli USA. Ai
tanti film che descrivono
episodi di fascismo e di nonnismo di ufficiali americani nei confronti dei
loro soldati probabilmente bisognerebbe dare una importanza non solo
cinematografica Quale cultura prevale nell'Esercito? E' una cultura
democratica oppure è una cultura nazista? Sarebbe meglio se il Presidente
Obama avviasse una indagine approfondita e verificare quale e quanta
pressione arriva dagli alti gradi del Pentagono per schiacciare i
militari in un ruolo di disumani esecutori di ordini.
Moltissimi soldati e militari si rifugiano nella droga e negli
psicofarmaci. Non è escluso che lo stesso maggiore fosse sotto l'effetto di
potenti farmaci psichiatrici al momento della strage.
Possiamo chiederci perchè la droga è tanto diffusa nell'Esercito?
Fare della strage una occasione per rinfocolare la campagna contro l'Islam
insinuando che la religione spinge al terrorismo è davvero il peggio che
Obama possa fare.
Perchè non riflette sul fatto che il maggiore possa essere stato spinto
dallo sdegno verso il martirio di milioni di persone invase, bombardate,
seviziate dalle truppe statunitensi e dai contractors?
Perchè non la smette di agitare il baubau del terrorismo per giustificare
le atrocità delle guerre americane in corso? Bombardare villaggi e uccidere
migliaia di innocenti per catturare un solo "terrorista" è davvero
mostruoso!
Pietro Ancona
http://www.corriere.it/esteri/09_novembre_10/obama-funerali-vittime-fort-hood_339d630a-ce36-11de-9a32-00144f02aabc.sht
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: raitre.chetempochefa@rai.it
Cc: arab comint ; arab informa ; giornali
Sent: Wednesday, November 11, 2009 9:45 PM
Subject: squallida esibizione propagandistica contro l'Iran
Caro Fabio Fazio,
Caro Signor Saviano,
non mi aspettavo che vi prestaste ad uno squallidissimo spot
propagandistico contro l'Iran le cui elezioni sono state contestate su
istigazione USA e Mossad mentre Harzai che ha truffato a piene mani il voto
afghano viene lasciato in pace e lodato dall'Occidente. Se ci sono stati
morti
durante i tumulti di teheran addedbitateli alloo squalo Mousavi ed ai suoi
amici occidentali.
Avete messo in scena con particolari degni di Gomorra il martirio di Nada
che probabilmente non
è mai accaduto mentre le sofferenze di migliaia di bambini e bambine
palestinesi prigionieri a Gerusalemme non vi interessano. Ne vi hanno mai
interessato le sofferenze dei prigionieri di Guantanamo e delle tante altre
carceri USA. Non avete dato possibilità a nessun rappresentante del popolo
iraniano di intervenire nella dura, particolareggiata condanna che avete
emanato.
Sapevamo che il signor Saviano era stato in Israele e si era incontrato
con il presidente Perez ma ignoravamo che avrebbe recitato un monologo in
preparazione della guerra prossima ventura dell'occidente contro l'Iran che
sterminerà migliaia e migliaia di Nada, un monologo che eccita odio contro
il Presidente Ahmani Nied
La signora Clinton ha ammesso di avere fomentato la cosidetta rivoluzione
verde dei giovani iraniani.
Questa Rai TV che fa disinformazione e propaganda prebellica contro popoli
che non hanno mai fatto nulla di mare all'Italia è da chiudere.
Pietro Ancona
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, November 12, 2009 3:00 PM
Subject: due strade per la CGIL
DUE STRADE PER LA CGIL
======================
Caro Dr.Polo,
sono stato dirigente della CGIL per moltissimi anni . La CGIL che io ricordo
con nostalgia e rispètto era quella di Luciano Lama, Mario Didò, Silvano
Verzelli, Rinaldo Scheda ed altri straordinari personaggi che la guidavano
e godevano della universale fiducia della quale vivono ancora di rendita
gli incolori epigoni diretti da Epifani e che presto saranno cancellati
del tutto dalla vista e dal sentimento dei lavoratori e della sinistra
italiana.
Lei ha scritto dell'irruzione dei vigilantes in una fabbrica presidiata
dagli operai ed ha avuto parole di sdegno e di condanna per loro. Avrebbe
dovuto sdegnarsi nei confronti del proprietario della azienda e della
società dei vigilantes e limitarsi a questi. I vigilantes sono stati
comandati a fare quello che hanno fatto e non per questo lei ha il diritto
di paragonarli ai killers della Pinkerton che rapivano i sindacalisti
americani e sparavano fucilate contro gli scioperanti protetti dagli
sceriffi della polizia. Anche se non avrebbero dovuto prestarsi hanno
obbedito ad ordini della loro direzione come obbediscono agli stessi ordini
quando vengono falciati dai mitra della criminalità e cadono in servizio
rimpianti soltanto dai loro colleghi e dalle loro famiglie. Guadagnano meno
di mille euro al giorno e, se vengono licenziati, è difficilissimo che
trovino altro lavoro. Non hanno leggi che li proteggano. Ogni anno qualcuno
di loro ci lascia la pelle ma nessun funerale di Stato li accompagna
sottoterra.
In quanto al Congresso della CGIL le due posizioni che si fronteggiano e
che lei ha ricondotto a livello della metafisica con l'astruso quanto
inconsistente discorso della rappresentazione del lavoro non sono affatto
diverse.
Le due mozioni rappresentano due cordate "interne" alla politica
consociativistica che dal 1993 e dai famigerati accordi firmati da Trentin
costringe entro i limiti fissati dalla Confindustria e dal Governo l'azione
rivendicativa. La stessa Fiom non si sottrae a questi limiti quando chiede
aumenti salariali che non vanno oltre il tasso di inflazione "programmato"
con impoverimento dei lavoratori. 100 euro mensili spalmati in tre anni !
Nessuna delle due mozioni vuole l'abrogazione del precariato e la fine della
privatizzazioni. Nessuno chiede più al padronato di scucire una lira! Si
chiedono solo spiccioli dalla detassazione allo Stato!Non si chiede il
Salario Minimo Garantito non si lotta all'aumento continuo dell'orario di
lavoro che in UE si vorrebbe a 63 ore settimanali.
L'agenda delle trattative sindacali è fissata dalla Confindustria o dal
Governo e tale resterà. La CGIL non cambierà politica verso Cisl,Uil e UGL
dal momento che se lo facesse sarebbe subito scomunicata dal PD che
controlla i suoi funzionari .
Infine non dimentichi che la CGIL ha alle spalle la memoria delle sue
glorie ma anche gli accordi Alitalia che hanno stravolto la condizione del
lavoro in Italia. La CGIL non romperà con Cisl e UIL ma seppur con molti
mal di pancia accetterà la leaderchip di Bonanni mentre emarginerà il
sindacalismo di base esattamente come il PD emargina la sinistra radicale.
Inoltre con gli enti bilaterali sta cambiando natura e collocazione. Gli
interessi economici congiunti con padronato e Cisl ed Uil ne alterano
profondamente il ruolo.Il ruolo dei servizi è diventato predominante. La
recente manifestazione a difesa dei diritti individuali è stato niente altro
che una operazione di marketing!
I lavoratori italiani hanno la disgrazia di dover portare sul groppone tre
confederazioni (quattro con la Polverini) che lavorano d'intesa con
Confindustria e Governo per spogliarli di tutto.... Ancora hanno qualcosa
ma Ichino, Cazzola, Letta, Treu, Bonanni fremono per denudarli al più
presto in nome della "modernità"!
Pietro Ancona
già segretario regionale cgil sicilia
http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2009/mese/11/articolo/1827/
****
Dopo il muro....fine della storia?
1. 14-11-2009 20:04
Credo che il mondo che abbiamo conosciuto dopo la caduta del muro ci dovrebbe allarmare dal momento che non viene tollerata alcuna civiltà diversa da quella capitalistica. Oggi Obama acclama la Cina perchè milioni di lavoratori schiavi hanno finanziato con un loro lavoro coatto il deficit usa dandole i mezzi per mantenere un apparato militare con il quale terrorizza il mondo intero. Una continua corsa ad aprire nuove basi militari dappertutto.
Per quanto il comunismo abbia fatto una brutta fine almeno nella sua versione stalinistica non è detto che non avesse assai di più e meglio del capitalismo e non è detto che morirà. La storia non è finita. Abbiamo tutto il ventunesimo secolo davanti. I rumeni che a milioni stanno in Italia a lavare il culo ai vecchi o altri lavori servili rimpiangono la sicurezza sociale che avevano garantita e che hanno barattato per un mondo in cui gli stessi americani se poveri possono crepare sul ciglio di una strada o per un ascesso dentario.
Non esiste nessun graund zero ideologico.
Il socialismo tornerà a vivere. Perchè è l'unico garante della dignità umana. Perchè la mercificazione dell'uomo operata dal liberismo non potrà reggere a lunga alla grande infelicità che provoca. Pietro Ancona
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: raitre.chetempochefa@rai.it
Cc: arab comint ; arab informa ; giornali
Sent: Wednesday, November 11, 2009 9:45 PM
Subject: squallida esibizione propagandistica contro l'Iran
Caro Fabio Fazio,
Caro Signor Saviano,
non mi aspettavo che vi prestaste ad uno squallidissimo spot
propagandistico contro l'Iran le cui elezioni sono state contestate su
istigazione USA e Mossad mentre Harzai che ha truffato a piene mani il voto
afghano viene lasciato in pace e lodato dall'Occidente. Se ci sono stati
morti
durante i tumulti di teheran addedbitateli alloo squalo Mousavi ed ai suoi
amici occidentali.
Avete messo in scena con particolari degni di Gomorra il martirio di Nada
che probabilmente non
è mai accaduto mentre le sofferenze di migliaia di bambini e bambine
palestinesi prigionieri a Gerusalemme non vi interessano. Ne vi hanno mai
interessato le sofferenze dei prigionieri di Guantanamo e delle tante altre
carceri USA. Non avete dato possibilità a nessun rappresentante del popolo
iraniano di intervenire nella dura, particolareggiata condanna che avete
emanato.
Sapevamo che il signor Saviano era stato in Israele e si era incontrato
con il presidente Perez ma ignoravamo che avrebbe recitato un monologo in
preparazione della guerra prossima ventura dell'occidente contro l'Iran che
sterminerà migliaia e migliaia di Nada, un monologo che eccita odio contro
il Presidente Ahmani Nied
La signora Clinton ha ammesso di avere fomentato la cosidetta rivoluzione
verde dei giovani iraniani.
Questa Rai TV che fa disinformazione e propaganda prebellica contro popoli
che non hanno mai fatto nulla di mare all'Italia è da chiudere.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietro ancona
To: Vincenzo Sena
Sent: Sunday, November 15, 2009 12:15 PM
Subject: la manifestazione della CGIL
La manifestazione della CGIL
=====================
Bella, bellissima, vibrante la manifestazione della CGIL ieri a Roma. Un
tentativo di arginare lo sgretolamento ulteriore della condizione dei
lavoratori, una denunzia forte, fortissima del lavoro perduto, non sempre
per ragioni obiettive, spesso per calcoli di speculazione di chi vuole
sempre di più, ancora di più rompendo con gli obblighi morali e civili
dell'impresa che la Costituzione carica di responsabilità sociali e che
all'art.41 così definisce il ruolo dell'imprenditore: " non può svolgersi
in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i
controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa
essere indirizzata e coordinata ai fini sociali”. Naturalmente, a parte i
pochi imprenditori "illuminati" che hanno fatto di tutto per armonizzarsi
con
gli interessi dei lavoratori e del territorio, questa norma è del tutto
disattesa specialmente da quando siamo entrati nell'era della
globalizzazione che è anche quella della liberazione degli spirits animals
del capitalismo alla ricerca di profitti immediati che travolge anche
aziende sane, che producono e vendono bene, ma non abbastanza per i sogni
miliardari dei loro proprietari.
Il tono generale della manifestazione era dato dalla difesa
dell'occupazione e dalla critica del disinteresse del governo che realizza
il suo interventismo soltanto con gli ammortizzatori sociali e non con
politiche industriali e progetto di lungo periodo per la difesa del tessuto
economico del Paese.
Ma è destinata a fare la fine di quella del 20 ottobre "contro" il governo
Prodi. Non modificherà nè superficialmente nè profondamente la situazione
dal momento che dalla CGIL, dal comizio di Epifani, non vengono indicazioni
valide per la difesa del salario, della stabilità, del welfare, dei diritti.
Epifani ha agitato per l'ennesima volta lo spettro della crisi con "il
peggio deve ancora venire" raccolto stamane dai massmedia che ha l'effetto
di raggelare il sangue e di accorciare tutti gli obiettivi al livello di
quello della difesa del posto magari a qualsiasi condizione. Ha anche
proposto a Cisl ed UIL uno sciopero unitario comune per il fisco. A parte il
fatto che Cisl ed UIL sono profondamente integrati in una politica della
Confindustria e del Governo che è basata sulla demolizione delle tutele
giuridiche e sindacali per rendere sempre più "flessibile" e sempre più a
buon prezzo la merce lavoro, l'obiettivo di uno sciopero per il fisco che si
traduce in una detassazione delle tredicesime (si è ancora in tempo?)
porterebbe pochi spiccioli alle famiglie dei lavoratori dipendenti che non
recuperano niente di
quel dieci percento di ricchezza nazionale che è passato di mano in questi
ultimi anni a vantaggio della borghesia produttiva e delle professioni e
del ceto politico e manageriale delle privatizzazioni.
Insistere sulla politica unitaria con CISL ed UIL è suicida, é mettersi
nella condizione di subire il dictat di chi è oramai immerso in un processo
di istituzionalizzazione parastatale e paraindustriale del Sindacato.
Dall'unità sindacale possono venire soltanto danni ai lavoratori. Non siamo
più alla grande stagione delle lotte unitarie per le riforme degli anni
settanta guidate da Lama, Carniti e Benvenuto.
Almeno dal 1993 in poi le cose sono profondamente cambiate e la CGIL,
sebbene trattenuta e condizionata dalla sua generosa e combattiva base di
milioni di lavoratori e pensionati, è stata largamente coinvolta in una
gestione sindacale la cui agenda è sempre stata dettata dal padronato e dal
Governo e che ha prodotto vulnus e ferite profonde ai diritti ed alla
condizione sociale sempre più retrocessa verso una condizione addirittura
ottocentesca anteriore alla nascita del movimento operaio.
Ricordo per tutti i famigerati accordi di luglio con il governo Prodi e gli
accordi Alitalia che hanno rivoluzionato in senso deregolation addirittura
illegale il rapporto di lavoro.
La riorganizzazione del lavoro dipendente pubblico e privato non viene
adeguatamente negoziata se si accettano le privatizzazioni, le
esternalizzazioni, il ricorso alle agenzie interinali, alle cooperative ed a
tutti i marchingegni di elusione inventati dalla legge Sacconi-Maroni.
La manifestazione di ieri resterà una commovente testimonianza di una
volontà di lottare per il cambiamento ed il recupero della dignità operaia
perduta per il successo dell'ideologia dell'Impresa a cui tutto deve essere
sacrificato. La CGIL ascolterà le indicazioni del PD che spinge verso
l'accettazione dei contenuti dell'accordo separato e paralizza qualsiasi
tentativo di cambiare in meglio lo stato delle cose. Bersani parla di
centralità del lavoro ma la sua prima simbolica visita da Segretario è stata
per gli artigiani emiliani.
Sacconi, il Ministro pronube della "complicità padronato-imprese" ha
imputato alla CGIL di essere rimasta ancorata alle ideologie del Novecento.
Magari fosse vero!!!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: Vincenzo Sena
Sent: Saturday, November 21, 2009 6:30 PM
Subject: leonardo sciascia
L'Eredità di Leonardo Sciascia
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Vengono compiuti vari tentativi di annessione della memoria di Leonardo
Sciascia. I cattolici, con un articolo pubblicato dall'Avvenire di oggi, a
firma di Vincenzo Arnone,
descrivono Sciascia alla ricerca di una fede che in effetti non ebbe mai
tranne che nella Ragione; i radicali lo ricordano come membro del loro
gruppo parlamentare dove lo vollero nella Commissione Moro e come uomo di
punta in tante battaglie per "una giustizia giusta". In effetti Sciascia
trovava congeniale i radicali nei tanti versanti dei diritti civili negati o
calpestati, ma sono convinto che se ne sarebbe allontanato come a suo tempo
si allontanò dal PCI. Il suo sentimento di giustizia era troppo profondo
perchè continuasse un sodalizio con Pannella ed il suo Partito accettandone
tutte le politiche. Non credo che avrebbe condiviso la posizione dei
radicali per la spartizione della Jugoslavia e di acritico appoggio agli
israeliani nella loro opera genocida del popolo palestinese nè credo che
condividesse il liberismo radicale per cui i contratti di lavoro debbono
essere individuali e trattati soltanto tra datore di lavoro e lavoratore. Si
era allontanato dal PCI non condividendone la somiglianza di comportamenti
della DC. Il compromesso storico, la teoria che con il 51% non si possa e
non si debba governare, era quanto di più lontano potesse esserci dalla sua
cultura ed intelligenza razionalista che rifiutava collaborazionismi che
diventerebbero cappe di piombo e prigioni per
la società civile. I suoi libri sono popolati da figure di monaci e di preti
ma la fede nel cattolicesimo non c'entra per niente. Quando scrive di
Monsignor Ficarra "Dalla parte degli infedeli"parla di un Vescovo
originario di Canicattì e poi a Patti che nonostante il divieto di Pio XII e
le ingiunzioni mafiose del Cardinale Ruffini sposava in chiesa i comunisti e
non faceva da spalla alla DC nella sua diocesi. La figura dell'Abate Vella
viene disegnata come quella di un leggendario falsario che si era
improvvisato conoscitore della lingua araba fino al punto di inventarsi un
testo per fare saltare in aria i privilegi feudali o frate Diego La Mattina
che uccide l'Inquisitore che lo tiene prigioniero e pretende
la confessione della sua eresia. Tutti i personaggi religiosi di Sciascia
non c'entrano niente con la Fede
e tutta la sua opera ne è assai distante. In Todo Modo lo sfondo è
l'Istituzione Religiosa dove si consumano i delitti dei tre giorni di
esercizi spirituali tra politici, banchieri, industriali. Istituzione come
ricettacolo e sede del Potere e della sua malvagia logica di morte.
Venti anni dopo la sua morte, la realtà ha travalicato di molto la sua
visione pessimistica.
La democrazia si è mostrificata e l'Italia è diventata un paese di gran
lunga più incivile e malvagio di quanto non fosse durante la vita di
Sciascia. Morì poco dopo il crollo del muro di Berlino
che avrebbe salutato come fatto di liberazione e di libertà ma che, se fosse
vissuto fino ai nostri giorni,avrebbe analizzato anche come il via libera
ad una nuova fase di sfruttamento e di crudeltà sociali del capitalismo. In
Italia stanno diventando famigerate le prigioni dove i detenuti vengono
picchiati e molti di loro si uccidono. Ad oggi sono 65 dal primo gennaio di
quest'anno. L'Italia si è dato leggi razziste che differenziano le pene a
seconda del colore della pelle. Abbiamo un ministro
che incita ad essere "cattivi" verso gli immigrati ed i poveri. I senza casa
vengono schedati dalla polizia. I rom vengono allontanati dalle ruspe e
dagli incendi dei loro miseri accampamenti. I giovani italiani, a milioni,
vengono sfruttati con i mille sotterfugi della legge Biagi. Il Parlamento
serve soltanto per votare, senza discutere, i decreti predisposti dal
Padrone dello Stato che pretende per se di stare al disopra della Legge come
gli antichi Faraoni. I deputati ed i senatori sono diventati Oligarchi con
privilegi scandalosi.
Venti anni dopo la sua morte tutto è degenerato e la società italiana è in
avanzato stato di decomposizione. Si è realizzata nel peggiore dei modi la
società asociale della signora Tatcher.
Stamane, ho visto vicino casa mia una anziana signora frugare in un
cassonetto di immondezze per prendervi un vecchio e moscio broccolo
buttatovi dal fruttivendolo. Una signora vestita con decenza munita di un
borsone con carrello con il quale (presumo) si fa il giro dei cassonetti
della città.
I mostri nascosti alla vista nel mistero del Potere al quale il nostro
grande scrittore si è accostato tante volte
sono in parte usciti allo scoperto. Al suo laico civilissimo ragionare
oppongono la rozzezza brutale del "me ne frego" fascista. L'Italia di oggi
è distantissima dalla civiltà della Ragione di cui Leonardo Sciascia era
esponente. La Mafia è al potere.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, November 16, 2009 2:38 PM
Subject: La cattura del mafioso e l'impunità di Cosentino
LA CATTURA DEL MAFIOSO E L'IMPUNITA' DI COSENTINO
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La cattura del mafioso Raccuglia, latitante da quindici anni ,è stata
salutata da manifestazioni di giubilo dei poliziotti di Palermo e dei
giovani di Addio Pizzo che, proprio l'altro ieri, avevano fatto un
volantinaggio antiracket porta a porta nel quartiere di San Lorenzo
oppresso da una delle cosche più avide e sanguinarie della organizzazione
criminale. Anche il Ministro Alfano si è rallegrato ed ha annunziato di
infliggergli subito il carcere duro del 41 bis.
In generale, io sono contrario alla giustizia di piazza, ai cow boy che
preparano il nodo scorsoio ed adocchiano il ramo dove impiccare il
malcapitato. Ma trovo significativo ed importante che una parte della
società siciliana impegnata in una difficilissima azione di contrasto al
pizzo ed al dominio sociale della mafia esprima pubblicamente la sua
soddisfazione per la cattura di una delle più importanti espressioni della
piovra
che da sempre opprime la Sicilia e ne tarpa le ali. La mafia siciliana ha
subito e continua a subire durissimi colpi ad opera di una Magistratura di
prima linea, impegnata e competente, ricca di una esperienza che da Rocco
Chinnici ad Ingroa ha accumulato un sapere, una conoscenza che dà
continuamente i suoi frutti. Speriamo che questa Magistratura mantenga anche
in futuro i compiti di direzione e di coordinamento della polizia. In
qualche modo dobbiamo preoccuparci dei propositi del centro destra che
vorrebbe ridurne al minimo i poteri inquirenti sottraendole la polizia
giudiziaria.
Confermo la mia opposizione al 41 bis. Rendere terribilmente afflittiva la
pena a chi è già stato condannato all'ergastolo mi sembra una crudeltà
gratuita, una vendetta di Stato indegna di un Paese civile. Che il 41 bis,
poi, venga comminato da un Ministro e non dalla Magistratura mi inquieta.
Alfano annunzia castigo durissimo al catturato mentre propone percorsi
legislativi privilegiati per salvare dal giudizio dei tribunali il
Presidente del Consiglio e con lui tanti esponenti della ricchezza e del
privilegio. Non è contraddittorio? La giustizia non tollera squilibrio. Non
può essere durissima con la criminalità comune ed organizzata e benevola,
misericordiosa o complice dei potenti, degli oligarchi.
La società civile siciliana si libera con l'opera antimafia profonda dei
ragazzi antipizzo, delle associazioni antiraket, della costante azione di
tutte le scuole di ogni ordine e grado impegnate nella educazione delle
nuove generazioni ai precetti della Costituzione, alla legalità.... con una
trasparenza della pubblica amministrazione che siamo assai lontani dal
possedere.
La durezza del 41 bis ostentata dal Governo non compensa dei cedimenti
continui alle organizzazioni mafiose. Il Ministro Lunardo arrivò a
dichiarare la necessità di una convivenza con i mafiosi mentre pezzi dello
Stato si sono spinti fino ad una vera e propria trattativa durante la quale
morivano Falcone e Borsellino. I giudici napoletani chiedono l'arresto di un
membro del governo e questi resta imperterrito al suo posto pare
incoraggiato dal Presidente del Consiglio. Lo stesso Presidente della
Repubblica non ritiene di intervenire e di far sapere di non gradire un
sottosegretario sul quale pende una richiesta di arresto.
Come recepisce la popolazione campana il messaggio di Cosentino accusato
di essere uomo del clan dei casalesi che resta al suo posto financo con la
copertura del PD? I campani come i siciliani i calebresi i pugliesi sono
aperti nella loro stragrande maggioranza ad un profondo e duraturo impegno
contro la mafia.. Ma se questa continua ad essere un pezzo dello Stato è
difficile provocarne la estirpazione. Il suo ruolo di oppressione continuerà
fino a quando sarà parte integrante del sistema di potere, della democrazia
che condiziona e spesso possiede, di un sistema democratico composto da
da iperprivilegiati che vivono separati dalla popolazione nelle loro nicchie
di potere.
Pietro Ancona
http://cittanuovecorleone.blogspot.com/2009/11/palermo-volantinaggio-di-addiopizzo-nel.html
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=80189&sez=HOME_INITALIA
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 22, 2009 2:46 PM
Subject: la lotta di classe della borghesia imprenditora. obiettivo acqua!!
LA LOTTA DI CLASSE DELLA BORGHESIA IMPRENDITORA: OBIETTIVO ACQUA
=====================================================================
Allarmati per la reazione dell'opinione pubblica alla privatizzazione
dell'acqua imposta per decreto ad un Parlamento umiliato e con la testa
bassa, scendono in campo i grossi calibri della borghesia imprenditora
italiana per manipolare il dissenso, farlo diventare consenso, convincere
della bontà, della modernità o addirittura della futuribilità della gestione
privata dell'acqua. Gli oppositori alla privatizzazione vengono descritti
dai pennivendoli meno fantasiosi come quei personaggi danteschi con la testa
rivolta all'indietro e grandi lai si levano per lo spreco del trenta per
cento di preziosa acqua potabile a causa delle tubature "colabrodo"......
Il Dr.Franco De Benedetti, se non erro senatore PD, parla dei sostenitori
della gestione pubblica dell'acqua come dei nostalgici di un piccolo mondo
antico (la frase non mi è nuova) che forse non era tanto da rimpiangere (per
lui) e si sforza con singolari acrobazie verbali di definire l'acqua come un
bene non
pubblico.....perchè gli fa concorrenza l'acqua "minerale"!!!! Ignora il
piccolo particolare che l'acqua minerale viene "comprata" in alternativa al
consumo dell'acqua pubblica e che non succederebbe niente se le industrie
produttrici di acque minerali chiudessero improvvisamente o volessere
imporre prezzi esorbitanti dal momento che il consumo primario, essenziale,
dell'acqua verrebbe sempre assicurato dall'acquedotto municipale o
consortile. La deduzione del Senatore secondo la quale l'acqua non è
tecnicamente un bene pubblico è del tutto tirata per il collo ed
inattendibile.
Ma la lettera del Senatore è pubblicata in bella vista e con molto risalto
da " Repubblica" e suona
polemica e correttiva ad un articolo di Rumiz. C'è insomma una operazione
che tende all'allineamento
dell'informazione italiana sugli interessi delle multinazionali dell'acqua e
degli appetiti che nel mondo imprenditoriale italiano fallito sul piano
industriale e della innovazione tecnologica e di qualità che cerca e trova
agevolmente nel "pubblico" terreno di facili, facilissimi business. Che
cosa c'è di più facile che gestire un bene monopolistico come l'acqua, senza
mercato, senza concorrenza, imponendo i prezzi di vendita attraverso le
tariffe e riscuotendole con le bollette? La fallita imprenditoria italiana,
sconfitta dal mercato nonostante i salari da schiavi che corrisponde, da un
pezzo, attraverso le amicizie politiche del centro-destra ma anche del
centro-sinistra, spolpa i servizi pubblici italiani: telecomunicazioni,
poste, sanità, energia, ferrovia, scuola, servizi esternalizzati delle
Regioni e dei Comuni etcc...... Risultato di questo assalto furioso dei
pirana ai beni pubblici è un generalizzato scadimento dei servizi ed un
aumento delle tariffe per i consumatori. In compenso è aumentato il numero
di squali managers, amministratori delegati, consiglieri, consulenti che
succhiano come mignatte compensi da milioni di euro scaricate sul groppone
degli utenti.
Vi siete mai chiesti perchè non esiste un rapporto consuntivo delle
privatizzazioni realizzate in Italia?
Perchè non esiste un confronto tra il prima ed il dopo? L'Italia ha
conosciuto la sua fase di splendore economico e sociale per via della
nazionalizzazione dell'industria elettrica e del poderoso sistema delle
partecipazioni statali che ci mise in condizioni di rastrellare una enorme
quantità di brevetti e di essere
all'avanguardia in settori essenziali come la chimica, la siderurgia,
l'elettronica......
I nostri politici bipartisan che sostengono le privatizzazione (è una
scelta ideologica camuffata da empirici interessi pratici inesistenti)
dovrebbero avere l'onestà di parlarci della presenza dei privati nelle
gestioni di alcuni acquedotti italiani come quello di Arezzo. Ci parlino dei
patti parasociali che mettono i comuni nelle mani di studi legali che
riescono ad estorcere il pagamento di penali salatissime Ci spieghino anche
come il costo dell'acqua viene quintuplicato. A causa del peso crescente
delle bollette, non sappiamo quanti anziani sono stati spinti al suicidio
e quante famiglie gettate nella più cupa disperazione...
Infine, il controllo dell'acqua è un grosso problema politico. Gli antichi
re incas imponevano ai loro sudditi un accesso all'acqua graduato dal loro
livello gerarchico. La prima acqua spettava ai re e poi a scendere a
scendere fino agli schiavi ai quali arrivava sporca e nauseante. Dal momento
che il futuro che il liberismo immagina spunta sempre dal nostro passato
remoto (precontratto sociale) nei rapporti di lavoro come in quello dei
servizi non escludo che con la privatizzazione avremo diverse qualità di
acqua da erogare
a seconda delle possibilità economiche dei consumatori. Insomma perchè io
debbo bere la stessa acqua di Berlusconi o di De benedetti? Berrò l'acqua
che a seconda della tariffa che potrò pagare
dopo quella che viene chiamata remunerazione del "costo del capitale"
impiegato (sic!) che certamente non potrà che essere scadente. Non sembrino
esagerate o fantascientifiche queste previsioni!
Le proposte liberiste scaturiscono da fantasie non solo premoderne,
preindustriali, ma precivili da una regolazione feudale dei rapporti sociali
derivante dalla imposizione delle oligarchie dominanti.
Chi può escludere domani il taglio degli approvigionamenti idrici alle
periferie povere delle città come
gli israeliani fanno oggi con i palestinesi? Quando i ricchi si saranno
rinserrati dentro quartieri fortificati e chiusi al traffico pubblico perchè
il resto della città deve continuare a ricevere i loro stessi servizi?
Per questo invito tutte le persone che vogliono il mantenimento delle
basi comuni di civiltà per la società italiana di rafforzare gli acquedotti
pubblici versando volontariamente un aumento del dieci per cento delle
bollette per creare un capitale di salvaguardia di un bene che vale la pena
presidiare e salvaguardare dai voraci squali che girano in cerchio e
vogliono azzannarlo...
Difendiamo con orgoglio la gestione pubblica, la nostra gestione
comunitaria!
pietro ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Monday, November 23, 2009 9:17 PM
Subject: la proprietà è un diritto naturale, le tasse un furto
"la proprietà è un diritto naturale, le tasse un furto"
=================================
Si è aperta a Pordenone una causa sul cosidetto sostituto di imposta. Un
imprenditore si rifiuta di continuare ad incassare per conto dello Stato le
tasse ed i contributi dei propri dipendenti sostenendo
che non vuole continuare a fare l'esattore peraltro gratuitamente.
L'imprenditore ha dato ai propri dipendenti una busta paga comprendente il
lordo: la paga più l'irpef ed i contributi previdenziali. La causa è stata
rinviata alla fine di gennaio 2010 ma l'obiettivo dell'imprenditore e del
movimento che lo sostiene (movimento libertario) è quello di provocare un
giudizio della Corte Costituzionale. Il Movimento, profondamente inserito
nella "cultura leghista" del territorio nel quale è nato ha per motto: "la
proprietà è un diritto naturale, le tasse sono un furto" una parola d'ordine
del tutto priva di verità e barbarica dal momento che tutti sappiamo che non
è affatto vero che la proprietà sia un diritto naturale e le tasse non sono
un furto ma il collante sociale di ogni comunità umana che cessa di essere
tale e cessa di esistere se privata del suo fondamentale strumento di
aggregazione e di finanziamento dei servizi. Siamo in presenza di una
estremizzazione del liberismo
che propugna una vera e propria estinzione dello Stato, l'anarchia degli
individui ed il loro rifiuto ad obbligazioni sociali di qualsiasi titolo. Il
ML esiste da un pezzo ma è stato portato alla ribalta dai radicali che
hanno spolverato la loro vecchia proposta di abolizione del sostituto di
imposta, uno dei venti referendum proposti nella fase bulimica del
referendismo pannelliano che portò ad un generale disgusto verso una
paranoica chiamata alle urne praticamente su tutto. Un modo come un altro
per affossare una istituzione che usata con saggezza potrebbe essere
sommamente utile alla democrazia italiana. Il nuovo Segretario dei radicali
Staderini, in una intervista al Giornale di Sicilia, ha sostenuto le ragioni
degli abolizionisti del sostituto di imposta richiamando, appunto, la
battaglia dei radicali fin dal
1994.
In effetti, la partita che si è aperta al tribunale di Pordenone va molto
al di là del sostituto di imposta ma investe appunto la legittimità delle
tasse, del diritto dello Stato a decidere e riscuotere imposte. Nella
ipotesi in verità assai improbabile che il giudice accetti di rinviare la
questione alla Corte Costituzionale e che questa deliberi positivamente
sulla richiesta dell'imprenditore ci troveremmo di fronte ad uno
scardinamento delle strutture dello Stato peggiore di un colpo di Stato o di
una rivoluzione reazionaria. Aveva ragione Gramsci a parlare del
sovversivismo delle classi dirigenti. Il tentativo di scrollarsi dalle
spalle ogni e qualsiasi legame ed obbligo fiscale da parte dei datori di
lavoro e dei proprietari mette le classi sociali a loro subalterne in una
situazione di disagio intollerabile. Se ad absurdum si abolisse il sostituto
d'imposta dubito molto, anzi, moltissimo, che i lavoratori riceverebbero
nelle loro buste paghe assieme al loro salario le tasse che in atto, salvo
conguaglio, il datore di lavoro corrisponde allo Stato ed i contributi che
corrisponde all'INPS. La truffaldina vocazione dell'imprenditoria italiana,
la sua rapacità sociale non rinuncerebbe al furto di quanto il lavoratore
oggi paga allo Stato o all'INPS per il welfare. Finirebbe con il trattenerli
per se. Nel caso che corrispondesse l'ammontare delle tasse non pagate
l'Italia si dovrebbe attrezzare ad una moltiplicazione non si sa per quanto
degli attuali sostituti d'imposta. Per una azienda di cinquemila dipendenti
ad un solo sostituto corrisponderebbe cinquemila contribuenti diretti.
Immaginatevi la Babilonia !!
Hanno sbagliato i Sindacati Confederali a strizzare l'occhio, a suo tempo,
alla proposta del padronato di detassare i salari. A cominciare dalla
tredicesima, dagli straordinari e dai premi di produzione. Questa miope
apertura. questa disponibilità imbelle non solo ha dirottato verso lo Stato
le legittime aspettative di aumenti retributivi ma ha sdoganato la
delicatissima questione della fiscalità. Nel magma
ribollente del NordEst razzista e asociale, la questione del sostituto
d'imposta irresponsabilmente sponsorizzata dai Radicali di Pannella, sta
diventando un grosso movimento di opinione che i leghisti in atto non
cavalcano perchè al governo. Ma non è detto che la situazione non precipiti
verso il peggio con migliaia e migliaia di aziende che non versano più le
tasse dei loro dipendenti.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Wednesday, November 25, 2009 4:16 PM
Subject: la pausa pranzo ed i bambini rom
La pausa pranzo ed i bambini rom
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Sentita la singolare e particolarissima proposta del Ministro Rotondi,
Ministro - si badi bene - all'attuazione del programma di governo (sic!) che
a me sembra una nicchia a suo tempo inventata per fare posto a qualcuno
rimasto a terra, in un primo momento ho pensato che si trattasse di un
tipico prodotto post-prandiale concepito dopo uno dei favolosi pasti che la
mensa di Montecitorio fornisce ai deputati a prezzo simbolico.
Ho pensato che il Ministro avesse ben pranzato in una tavola imbandita
da un gordon bleu chef e che si sentisse la testa leggermente appannata, un
piacevolissimo torpore indotto dalla bontà ed alta qualità dei piatti
degustati, uno stato di beatitudine aiutato dal un cognac francese e da un
magnifico sigaro.
A questo punto, ha pensato alle centinaia di migliaia di travet dei
Ministeri ed a tutte le lavoratrici ed i lavoratori italiani che, cessato il
pranzo, debbono tornare al lavoro. Renderanno? Non si sarà intanto abbassata
la loro produttività a causa dello stomaco pieno?
E se proponessimo di abolire la pausa pranzo offrendo in alternativa una
riduzione dell'orario quotidiano di lavoro?
In qualche modo ho pensato che la proposta del Ministro Rotondi
somigliasse straordinariamente alla domanda di Maria Antonietta : ma perchè
non mangiano brioches?" Lo stesso esprit, la stessa distanza
incommensurabile dalla gente.....
Ma forse mi sbaglio e non si tratta di una gaffe madornale. L'Italia è il
Paese in cui il potere è caduto nelle mani di gente che predica e pratica la
cattiveria sociale. Forse dietro la faccia ridanciana del Ministro c'è
qualcosa di più di una battuta di costume, di abitudini sociali, qualcosa di
chi vuole favorire le famiglie ad avere più tempo per loro. Penso che il
Ministro voglia semplicemente togliere
il diritto alla pausa, ad una sospensione seppur per pochi minuti del
lavoro. Naturalmente sa bene che nessuno può resistere otto ore senza cibo.
Entrerebbe in crisi glicemica ed il rendimento che il Ministro vorrebbe
innalzare si abbasserebbe. Quindi si mangerà con qualche sotterfugio
qualcosa dietro il bancone o la scrivania dal momento che mi pare difficile
che diventeremo tutti come gli anglosassoni che fanno pesanti colazioni al
mattino.
Semplicemente si mira a togliere un diritto ai lavoratori.
Lavoratori che, a differenza di quanto ritiene o finge di ritenere il
Ministro, non hanno soldi per consumare pasti talmente ricchi da stordirli.
Con quello che guadagnano da un pezzo hanno rinunziato alle tavole calde e
sono diventati quasi tutti consumatori obbligati di panini confezionati in
casa con una frittata di uova o mortadella e pizze da taglio. Non possono
permettersi di spendere più di quattro cinque euro a pasto dal momento
che con i loro stipendio debbono poter assicurare la colazione ai loro
bambini che vanno a scuola
o mettere un pò di benzina nel motore, comprare il cibo per la famiglia e
tutto il resto.
La classe lavoratrice italiana ha consumi alimentari dequalificati. E'
stata relativamente bene fino a quando un marchingegno mostruoso chiamato
concertazione non li ha inchiodati ad un parametro finto di inflazione. Fa
la spesa nel discount e non mangia più da un pezzo una bella bistecca di
manzo! Si deve accontentare qualche volta di tacchini e polli che hanno
sapore di plastica e che producono un brodo a volte acido e puzzolente!
Provate ad incontrare un metalmeccanico o un callcenterista in un bar. Non
si possono permettere un caffè espresso che costa all'incirca un euro e si
debbono accontentare delle macchinette aziendali. I consumi sono stati
ridotti all'osso e la qualità della vita del lavoratore dipendente è
diventata quasi umiliante!
Per finire questa riflessione senza incorrere nell'accusa di "guitto" che,
chissà perchè, il Ministro rivolge ai critici della sua proposta mi pare
che questa assomiglia a quella che i leghisti ed altra brava gente fanno
quando ritengono giusto rastrellare i bambini rom, schedarli e sottrarli
alle loro famiglie. "Lo facciamo per il loro bene! perchè non vivano nelle
immondezze dei campi e non chiedano l'elemosina !!!!
La pausa pranzo si fa per non fare appesantire i lavoratori, per non
costringerli a laboriose digestioni in ufficio o alla catena di montaggio!
Si fa per il loro bene!!
pietroancona@tin.it
http://www.dire.it/DIRE-POLITICO/lavoro_rotondi.php?c=26797&m=9&l=it
http://notizie.virgilio.it/politica/privilegi_dei_portaborse.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, November 19, 2009 3:59 PM
Subject: francis ford coppola ed i giovani italiani
FRANCIS FORD COPPOLA ED I GIOVANI ITALIANI
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Francis Coppola, il regista italo-americano ha detto alla "Stampa" parlando
dell'Italia:
«Non offre opportunità ai giovani. (Questo è vero, verissimo!!) In giro per
il mondo, persino in Messico o Guatemala, trovi ragazzi italiani che cercano
occasioni di lavoro. Per avere un futuro ci vogliono buoni genitori alle
spalle. I padri italiani, invece, sono come quelli dei miei film, vogliono
tutto per se stessi, i soldi, le ragazze, il centro dell’attenzione. Sono
addirittura capaci di rubare la fidanzata ai figli, come in “Tetro”». (E
questo non è assolutamente vero!)
Questa affermazione del famoso regista del "Padrino" e di "Apocalisse New" è
stata subito
legata dalla stampa di destra alla campagna aperta anni orsono dai liberisti
della Bocconi di Milano sul conflitto generazionale, sui padri che tolgono
spazio ai figli, sulle pensioni che mangiano le risorse che dovrebbero
essere destinate ai giovani. Insomma sulla contrapposizione genitori
privilegiati e protetti
contro figli precari, insicuri e senza rete.
La generalizzazione di Francis Coppola è del tutto campata in aria. Non è
vera in generale e, se ci avviciniamo di molto alla questione ed ingrandiamo
per vedere meglio, neppure in particolare. Le nuove generazioni italiane
sopravvivono alla crudele legge del lavoro imposta dal potere dei liberisti
soltanto perchè esiste una fortissima solidarietà parentale
intergenerazionale. Proprio il contrario dei figli divorati dai padri
evocati dal regista! Milioni di giovani con retribuzioni basse fino al
ridicolo sopravvivono con le integrazioni dei loro genitori o dei loro
nonni, due generazioni precedenti, al profondo e radicale sconvolgimento
introdotto dagli accordi concertativi del 1993, dalla destrutturazione del
contratto di lavoro in lavoro precario variamente denominato, dalla legge
sacconi-maroni e prima di questa dal cosidetto pacchetto Treu, dalla
alienazione della loro personalità. Il mercato manipolato dice loro: non mi
interessa se hai due lauree e sei musicologo, a me occorre un domestico!
Vieni a fare il domestico!!
La voracità cannibalesca dell'imprenditoria italiana contagiata anche allo
Stato è giunta financo ad andare oltre il contratto a tempo determinato. Non
gli basta più. Oggi è assai gettonato il rapporto di collaborazione, a
progetto, un fumus che, dietro l'autonomia della prestazione "professionale"
fasulla,
nasconde il disimpegno datoriale da ogni sia pur minimo welfare.
Le famiglie italiane hanno fatto di tutto per assicurare ai figli
l'avvenire migliore. Molti ragazze e ragazze si sono laureati con difficoltà
e sacrifici enormi dei genitori. Ma anche questa porta, questo passaggio ad
una condizione di relativa sicurezza sociale si è chiusa con i
ridimensionamenti imposti dalla privatizzazione dei servizi scolastici e
sanitari ed ora dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Un
giovane professore può aspirare a guadagnare 5 euro l'ora in una struttura
scolastica privata! La modesta ma tranquilla posizione assicurata dal
concorso pubblico fino ad ieri non esiste più! Un acquedotto municipale a
gestione pubblica garantiva un decente stipendio ad un
biologo, un ingegnere, un ragioniere. La privatizzazione fa subentrare
stipendi e salari bassissimi, insufficienti per il mantenimento di una
famiglia, e naturalmente la precarizzazione...
Il Ministro Padoa Schioppa aveva definito i giovani italiani che fino ai
35 anni si trattengono ancora nella casa paterna "bamboccioni" imputando
loro mancanza di coraggio nell'affrontare la vita.
Ai giovani meridionali è stata imputata - in passato- la mancanza di
mobilità, il restare in casa per non trasferirsi al Nord dove ci sono le
opportunità. Ma come si fa ad andare al Nord quando l'affitto di una stanza
costa più di quanto si ricaverebbe da uno "stipendio"?
Insomma, Francis Coppola esprime un giudizio sbagliato. Non deve imputare
ai genitori la cattiva condizione economica e sociale dei figli ma chiedersi
quali siano le responsabilità del Governo e come si sia trasformato ed
involuto il sistema economico italiano che si è ridotto oramai a produrre
infelicità e non soltanto per i giovani ma per quanti non appartengono ai
gruppi sociali del privilegio.
Dovrebbe fare l'elogio ai genitori ed ai nonni per l'aiuto che danno nel
tenere a galla i loro figli e nipoti. Questi affonderebbero nel girone degli
schiavi se qualcuno non provvedesse a pagare l'assicurazione della loro
auto, le medicine e quanto serve ai loro bambini, le spese straordinarie che
non mancano mai. Cinque milioni di precari a vita non sarebbero
sopravvissuti senza l'aiuto delle loro famiglie. Precipiterebbero tutti
nella miseria più nera se venisse meno l'aiuto familiare. Ma questo ora è
diventato ancora più difficile per la prolungata erosione delle pensioni e
dei vecchi stipendi prodotta dal fisco, dal mercato sempre più
oligopolistico, dal costo dei servizi locali, dalla vita in città sempre più
cara....
Pietro Ancona
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/torino-film-festival/speciale/articolo/lstp/90902/
http://italia2013.wordpress.com/2009/09/30/quei-poveracci-dei-precari-italiani/
http://www.finanzautile.org/lavoro-in-forte-crescita-il-numero-dei-precari-in-maggioranza-sono-donne-del-mezzogiorno.htm
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: federazione@rdbcub.it
Sent: Friday, November 27, 2009 7:45 AM
Subject: lettera ad essere comunisti per il Congresso della CGIL
Cari compagni,
la CGIL va al congresso con due mozioni interne alla linea concertativa
dettata da Confindustria e PD. E' prigioniera della politica unitaria con
Cisl e Uil. La Fiom fa battaglie del tutto prive di contenuto dal momento
dal momento che ha dimensionato le sue richieste al tasso di inflazione
programmato. Avrebbe dovuto chiedere almeno trecento euro di aumento come
hanno fatto e ottenuto i bancari. Invece sta facendo una lotta inutile per
una ridicola differenza salariale.Una manciata di centesimi!
La mozione che appoggiate non affronta nessun problema fondamentale e non
propone niente di diverso da quella della maggioranza. Contribuite anche voi
ad ingannare. Chiede forse la mozione di minoranza l'abrogazione della legge
Biagi, la riforma delle pensioni abolendo gli ultimi accordi, aumenti
salariali, il Minimo Salariale Garantito, la lotta alle privatizzazione in
tutta la pubblica amministrazione e nelle municipalizzate, la riforma delle
leggi bassanini che penalizzano il sindacalismo di base, vincoli più cogenti
per il ruolo sociale delle imprese, una politica verso le multinazionali che
dia garanzie contro la devastazione di intere aree economiche che vengono
improvvisamente sgombrate dalle aziende e portate altrove e sopratutto una
seria riflessione sulla legislazione europea del lavoro che con l'entrata in
vigore del trattato di Lisbona diventa cogente ed è terribilmente
oppressiva?
Chiede forse soltanto due modalità di contratto di lavoro: a tempo
indeterminato per tutti e determinato soltanto per i lavori stagionali ed
eccezionali? No!
Prevede forse maggiori poteri per il Delegato alla Sicurezza contro la
mortalità spaventosa del lavoro?
Vi prestate ad accreditare tra i lavoratori l'idea di un Congresso nel
quale si possa ribaltare la linea della maggioranza. Non è così. La mozione
che appoggiate è il documento di una cordata di potere interno che si
contrappone ad altra cordata. Entrambe hanno riferimento nel PD. Per
intenderci:
Ichino, Letta,Treu.....
Cari saluti.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: radicalsocialisti
Sent: Saturday, November 28, 2009 9:28 AM
Subject: Opinioni sulla Federazione di Sinistra
La Federazione della Sinistra nasce per la spinta di due fattori: il
fallimento della politica mediatrice del PD che ha finito con l'essere di
mero sostegno della Confindustria e della sua azione di disarticolazione del
diritto del lavoro e di impoverimento dei lavoratori e della esperienza di
governo
della sinistra una catastrofe politica alla quale abbiamo assistito nella
situazione allucinante di
una capitolazione alle pretese di Prodi di punti essenziali del programma
concordato mentre tutta la batteria massmediatica assordava con accuse di
radicalismo e pretese inesistenti.
Durante il Governo Prodi fu stipulata una intesa con i Sindacati
Confederali di grave nocumento per i lavoratori in materia di precariato e
pensioni. Con l'accordo del 13 luglio 2007 in particolare fu sostituito il
cosidetto "scalone" con scalini nella logica "se non è zuppa è pan bagnato"
che per molti pensionandi si è rivelato addirittura peggiorativo della legge
Maroni. Con questo accordo non ci saranno mai più pensioni decenti.
La manifestazione del 20 ottobre 2007 promossa dal "Manifesto" e da
"Liberazione" fu un grande momento di partecipazione e di speranza. Fu,
dapprima devirilizzata dalle assicurazioni ripetute in pellegrinaggi dei
suoi promotori al Governo che non sarebbe stata "contro" e poi ignorata
e subito cancellata mentre Bertinotti dall'alto dello scranno di
Montecitorio annunziava la teoria della "riduzione del danno", cioè dello
stare al governo per non fare niente di nuovo e di favorevole per i
lavoratori ma soltanto di evitare peggioramenti del loro status.
In Italia è in corso da un pezzo uno smottamento a destra delle forze
politiche. Anche quelle forze
che ritennero di staccarsi dal PD e costituirono con il gruppo bertinottiano
" socialismo e libertà " hanno "moderato" notevolmente le loro posizioni.
Penso che in parte saranno risucchiate dal PD.
La Federazione della Sinistra sarebbe oggi assai più forte e convincente,
potrebbe fare massa critica
capace di attivare il processo contrario di smottamento a sinistra, se
rifondazione comunista non avesse subito, sempre a causa della sua relazione
con il centro-sinistra, due scissioni: la prima che ha dato vita al gruppo
del PDCI e la seconda capeggiata da Vendola e Bertinotti. Entrambe non sono
state originate da una valutazione obiettiva degli interessi di "classe" da
difendere ma da una rovinosa lite interna per la leadership prima da
Cossutta e Bertinotti e poi tra lo stesso Bertinotti sostenitore di Vendola
e Ferrero. Il malanimo, i rancori, le diffidenze, la disistima tra i gruppi
dirigenti che fanno capo ai due partiti impregnano ancora e deprimono
l'atmosfera della Costituente della Federazione ma sono bilanciati da un
sincero sforzo di buona volontà e dalla necessità di fare qualcosa per un
soccombere ed essere cancellati dalla storia.
il manifesto del movimento parte dalla dichiarazione di anticapitalismo
ed antipatriarcato che dovrà essere sviluppata e specificata in punti
concreti riguardanti il salario,la precarietà,le privatizzazioni, le riforme
politiche, la pace.
Se è vera l'analisi della crisi a causa dei bassi salari bisogna avere il
coraggio di proporre una linea di immediato recupero generalizzato anche in
conflitto con il collaborazionismo subalterno delle Confederazioni
Sindacali.
La Federazione della Sinistra è l'unico luogo "politico" di sinistra
rimasto in Italia a parte i gruppuscoli che purtroppo disperdono una parte
bella e significativa della militanza comunista e socialista. Potrebbe
diventare qualcosa di importante e decisivo come la Linke tedesca.
Il ciclo della colonizzazione liberista della sinistra si è chiuso dal
momento che una parte stessa del capitalismo si rende conto del disastro
sociale culturale umano delle ricette della Thatcher e di Reagan e capisce
che, restando fermi i salari e le pensioni, non ci sarà più sviluppo ma una
mefitica stagnazione della società e quasi certamente la regressione del
sistema ed il suo imbarbarimento.
Andare avanti succhiando il sangue a cinque milioni di precari sottopagati
e cinque milioni di immigrati porta all'inferno. La democrazia non può
reggere a lungo con dieci milioni di persone in sofferenza fino alla
denutrizione ed altri dieci milioni con salari al limite della
sopravvivenza.
Il conflitto sociale che si sta sviluppando per l'occupazione deve essere
esteso alla questione del precariato e del salario. I salari debbono essere
aumentati assai di più degli spiccioli richiesti dai sindacati confederali.
la critica nei confronti della CGIL deve essere assai più dura dal momento
che si accinge a fare un Congresso dentro i limiti tracciati dagli uomini
del PD, i limiti imposti dalla Confindustria. Un Congresso nel quale
precariato, bassi salari, pensioni miserime, privatizzazioni, non vengono
messi in discussione in nome di una prospettiva di sviluppo del Paese
inesistente.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, November 29, 2009 10:24 AM
Subject: ATTACCO AGLI INVALIDI E SOLDI AI "POLITICI"
ATTACCO AGLI INVALIDI E SOLDI AI "POLITICI"
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Centomila verifiche INPS per le pensioni di invalidità e aumento delle
spese giudiziarie sono previste dalla Finanziaria presentata dal Governo. Si
parla di centomila verifiche per gli assegni di invalidità civile. Trattasi
di operazione che mira alla revoca di pensioni assegnate in ragioni di
patologie congiunte allo svantaggio socio-economico dei titolari. Il reddito
non può superare i 4.300 euro all'anno tranne che per i ciechi. La
prestazione mensile media è di 255 euro.
Il governo, nel silenzio osceno delle Confederazioni Sindacali, anzicchè
proporre l'aumento di
prestazioni miserrime e dei redditi ammissibili propone uno screaming con
l'obiettivo di raggranellare cinquanta milioni di euro. Facendo i conti si
tratterà di un taglio per via amministrativa di una fetta di beneficiari dal
momento che non è difficile giocare sull'accertamento amministrativo. In
atto la concessione ed il mantenimento di un assegno di invalidità civile è
regolato da una normativa che non abbisogna di controlli a tappeto. Ogni
invalido deve presentare entro novembre di ogni anno una autocertificazione
della persistenza del proprio stato di salute pena la decadenza dal
beneficio. Se il governo si propone di ricavare dall'inchiesta una
considerevole somma di denaro i casi sono due: o molte pensioni in
erogazione non sono dovute oppure vuole dare una interpretazione ancora più
restrittiva dei requisiti posseduti. Propendo per questa seconda ipotesi.
La Finanziaria propone l'aumento delle spese giudiziarie. Questo avrà
effetto negativo sulla sorte
di tantissimi carcerati sprovvisti di mezzi che dovranno alla presentazione
di istanze per il costo abnorme delle "carte bollate".
Insomma, la condizione dei più deboli diventa sempre più difficile.
Naturalmente nella Finanziaria non viene proposta alcuna riduzione degli
assurdi e scandalosi stipendi
di tutti i "politici" italiani a cominciare dai consiglieri di
circoscrizione fino ai senatori ed ai garanti delle varie autorità davvero
costosissimi. Nessuna riduzione al finanziamenti di giornali di partito e
non che spesso disonorano la libertà di stampa e di informazione; nessuna
riduzione dei contributi ai Partiti che allestiscono lussuosissime
manifestazioni congressuali e feste varie. Un silenzio omertoso grava su
tutta questa materia e, nelle segrete stanze, si tratta e ci si mette
d'accordo per ulteriori fette di reddito nazionale da destinare alla
"politica". Tutti partecipano e trattano, anche i finti puritani, che
strillano contro la partitocrazia ma si fanno finanziare una Radio e
affondano le mani nella cornucopia inesauribile per loro, ma avarisssima per
i poveri e per i lavoratori.
Gli ammortizzatori sociali dei quali il governo mena vanto pur avendoli
ereditati sono i più miseri d'Europa e commissurati a salari di fame. La
loro durata è una delle più basse.
Naturalmente degli stipendi degli amministratori pubblici e dei managers
che costituiscono una vera e propria provocazione alla guerra civile non
solo non se ne parla ma con la privatizzazione obbligatoria dei servizi
locali è in arrivo un'orda di sottopancia o di politici da riciclare che
stringeranno ancora di più il nodo scorsoio al collo dei cittadini
contribuenti e consumatori.
E' inoltre facile prevedere un aumento dei costi per la salute con
restrizioni e moltiplicazioni di tiket per lo spezzettamento delle
prestazioni che vanno "contribuite" durante tutto il loro iter e non per
patologia.
Pietro Ancona
http://www.inps.it/newportal/default.aspx?ItemDir=4774
http://www.terzaeta.com/serv/sal_e_sani/inval_civile.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: comitatopalestinabologna@gmail.com
Sent: Wednesday, December 02, 2009 7:40 PM
Subject: l'elmetto di Obama
OBAMA METTE L'ELMETTO
Fa impressione e paura lo spettacolo del Presidente degli USA, la nazione che si proclama custode della libertà e della democrazia, annunziare, non al Congresso ma ad una platea di militari plaudenti della famosa accademia di West Point, l'invio di altri trentamila soldati in Afghanistan. Mi ha ricordato Cesare che parla alle sue legioni ignorando e disprezzando il Senato. Fa anche impressione la naturalezza con la quale la notizia viene accolta in tutto l'Occidente anche dai più riottosi ad inviare nuovi militari come la Francia e la Germania e da chi si dichiara subito disponibile a contribuire all'armata come il pavido cinico e cortigiano Governo italiano. Le anime belle della "sinistra" che, dopo Berlinguer, si sentono al sicuro sotto l'ombrello Nato, magari troveranno in questa decisione di rinfocolamento della guerra una via con la quale il loro Obama che adorano troverà la pace!!! Il Congresso USA si limiterà a prendere atto della decisione presidenziale ed a riguardare la questione sotto l'aspetto finanziario. Occorrono trenta miliardi di dollari per il 2010, ma questo non è un problema per il paese che fornisce la moneta delle transazioni internazionali. Inoltre potrà vendere alla Cina o ad altri i suoi Buoni del Tesoro ed accrescere a dismisura il suo indebitamento estero che cresce assieme alla espansione delle sue basi militari e delle sue armate navali che si pavoneggiano in tutti i mari ed oceani del mondo. Non esistono motivazioni accettabili per questa decisione di Obama o piuttosto dei suoi militari e delle multinazionali delle armi. In Afghanistan sono presenti attualmente 68 mila soldati americani e 40 mila soldati Nato. Non sappiamo quanti ma certamente sono moltissimi i contractors con funzioni di killeraggio. Non sappiamo quanti civili con funzioni di spionaggio. Una massa militare e paramilitare enorme contro una popolazione armata soltanto di mine rudimentali e vecchi fucili kalascikov. Otto anni di stragi che hanno prodotto centinaia di migliaia di morti e non si sa quante diecine di migliaia di mutilati, intossicati, malati e tutto il terribile corteo di sventure e di malattie che accompagna sempre la guerra. Milioni di sfollati vagano come pazzi da un posto all'altro inseguiti dai bombardamenti. La ricerca di BinLaden e dei covi di AlQaeda non sembra abbia dato risultati nonostante il supertecnologico apparato di aerei e di mezzi. Magari perchè Bin Laden non esiste ed AlQaeda ed il terrorismo sono soltanto una invenzione degli invasori. I talebani sono patrioti che si battono contro un nemico invasore ed il suo giuda corrotto insediato al governo con brogli universalmente riconosciuti da che non costituiscono remora agli ipocriti cavalieri dei "diritti umani" e della democrazia pronti a fare incendiare l'Iran per una presunta questione di falsi elettorali. Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi gli USA sono sempre stati in guerra con qualcuno. Non riescono a stare in pace con nessuno tranne con coloro che si omologono completamente al loro stile di vita o subiscono le loro prepotenze economiche. Sono un pericolo per l'umanità dal momento che non riescono a fermarsi ed a essere una forza di giustizia e di pace mondiale. Tutti i loro piani sono di destabilizzazione delle culture diverse da quella americana. Fomentano il mondo contro la Cina per staccare da questa il Tibet. Hanno avvelenato le Olimpiadi con una massiccia campagna propagandistica a favore del Dalai Lama. Sono riusciti con la tecnica delle "rivoluzioni colorate" a creare situazioni di provocazione attorno alla Russia ed a criminalizzare i regimi dove non sono riusciti nel loro scopo. Mi auguro la rinascita del movimento per la pace, qualcosa che ci possa cancellare da dosso agli occhi dei popoli aggrediti l'immagine di assassini a sangue freddo, di massacratori. Se non succederà niente, se non ci saranno manifestazioni e proteste contro la Guerra, saremo tutti complici di Obama e dei suoi generali nazisti e criminali.
pietro ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, December 06, 2009 3:52 PM
Subject: Nel tritacarne USA
Nel tritacarne USA
La condanna di Amanda Knox per l'omicidio della ventunenne studentessa
inglese Meredith Kercker è stata accolta negli USA da un'opinione pubblica
ostile aizzata da tutti i massmedia che ne hanno fatto un atto di accusa
contro il sistema giudiziario italiano "corrotto" ed in generale contro
l'Italia in quanto tale. Il potere americano non tollera che un suo
cittadino, un membro dell'Impero,
venga giudicato e condannato da altri. I suoi militari per i crimini
commessi non possono essere
sottoposti ai loro giudici naturali. Nel caso del folle assassinio di venti
cittadini sulla funivia del Cermis ad opera dei piloti forse drogati forse
in vena di divertirsi a spese degli "indigeni" decollati da Aviano gli Usa
non hanno permesso che si facesse giustizia e non hanno fatto giustizia. Il
Congresso dopo aver stanziato 40 milioni di dollari per il risarcimento
delle vittime si è rimangiato l'impegno ed ha costretto il Parlamento
italiano a fare una legge apposita per tacitare le famiglie delle vittime.
Nel caso del grave ferimento della nostra giornalista Giuliana Sgreena e
dell'assassinio di Calipari in quello che è sembrato a tutti un vero e
proprio agguato non solo il marines che ha sparato non è stato punito ma è
venuto a pavoneggiarsi in Italia ed a bacchettare la giornalista che,
anzicchè starsene a casa sua era andata in Iraq a metterlo nei guai. Una
giornalista comunista ed antiamericana! Un famoso editorialista del New
York Times ha accusato la giustizia italiana di essere simile a coloro che
condannarono Giovanna D'Arco e l'Italia di essere un paese feudale, barbaro,
incivile.
Le critiche sono particolarmente pesanti dal momento che la condanna di
Amanda è stata pronunziata da una giuria popolare che rappresenta il popolo
italiano e non solo la Magistratura.
La scelta dell'on.le Giulia Bongiorno, Presidente della Commissione
Giustizia della Camera dei Deputati, non è finora bastata ad assicurare
l'assoluzione e la scarcerazione di Amanda.
Una importante senatrice americana è intervenuta sulla Clinton e
sull'Ambasciata americana in Italia per sottrarre al più presto Amanda alla
prigione. La On.le Bongiorno ne ha preannunziato la futura
assoluzione di cui si dichiara certa!
I massmedia americani hanno tessuto l'elogio del loro sistema giudiziario
al quale dovrebbero ispirarsi tutte le colonie dell'Impero. Una pretesa
spocchiosa ed aberrante . Stiamo parlando di una "giustizia" che tiene in
galera tre milioni di persone (come se in Italia avessimo seicentomila
detenuti e non sessantamila!) ed altre tre milioni in libertà vigilata.
Forse la più alta quantità di omicidi dell'intero pianeta. Basta essere
poveri e commettere tre piccole infrazioni per potere essere condannati a
tempo indeterminato e magari non uscire più dalla prigione. La forca
funziona a pieno ritmo. In compenso, se sei miliardario e famoso, anche se
uccidi la moglie praticamente sotto gli occhi di tutti e sei inseguito per
diecine di chilometri da un elicottero della polizia potresti essere
assolto! La cosa più importante per un imputato negli USA non è essere
innocente ma avere i soldi per pagarsi uno studio legale costosissimo. La
giustizia è amministrata in grande parte dagli studi legali che hanno un
potere enorme. Purtroppo anche in Italia la professione forense sta subendo
il contagio anglosassone. Tutto dipenderà dal processo e dall'abilità di
Perry Mason.
La destra italiana è fortemente tentata di cavalcare l'onda di
indignazione americana ed israeliana per
sferrare altri attacchi alla Magistratura italiana che vorrebbe processare
Silvio Berlusconi. Il "Velino"
di Capezzone (portavoce del Pdl) ha dato il via ad una campagna di
fiancheggiamento e di denigrazione. Il Ministro della Giustizia italiana e
lo stesso Berlusconi debbono prendere al più presto
le distanze dai giudici di Perugia se non vorranno essere i reietti
dell'Impero. I mille soldati mandati in Afghanistan non bastano a placare
l'ira dei padroni della terra!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
Sent: Monday, December 07, 2009 7:39 AM
Subject: colore viola
Agnes Heller
Ricominciamento e non riciclaggio
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Nel corso della manifestazione NO B day si è svolto un invisibile ma
forse epocale braccio di ferro tra "il colore viola" cioè la voglia di
pulizia, normalità democratica, giustizia sociale, speranza dei convenuti e
la linea oramai obsoleta, fuori tempo massimo, di tutti i partiti che hanno
ritenuto di parteciparvi, alcuni con il segreto proposito di mettervi in
qualche modo cappello, altri per astuzia tatticistica per essere altrove e
nella "piazza", altri ancora con la sincera volontà di capire, di
confrontare se stessi con l'onda di generazioni cresciute politicamente in
internet allo stesso modo dei loro padri che si confrontavano nella sezioni
e del tutto lontani milioni di anni luce dai partiti leaderistici che hanno
sciolto le strutture copiando
il partito liquido dalla sfatta sociologia che andava di moda qualche anno
fa negli ambienti "in" della modernità in tutto (che poi si è disvelata pià
vecchia della cucca).
Internet e Facebook sono stati fattori fondamentali di catalizzazione. La
comunicazione libera, sciolta e l'aggregazione per affinità elettive che
avvengono continuamente e senza fine in internet sono fuori e liberati dal
condizionamento massmediatico delle tv e della carta stampata al servizio
logistico
della oligarchia in cui è tralignata la democrazia italiana specialmente
dopo la brutale amputazione del Parlamento e la sua riduzione ad un
bipolarismo in grande parte copertura di un bipartisan in politica sociale,
estera, nella amministrazione dei privilegi della partitocrazia e della
casta dei politici. Una casta
oramai del tutto separata dall'elettorato privato dei suoi diritti.
La politica ha rivendicato il suo diritto ad essere utopia. Quanti
contrappongono alle spregiate "anime belle" la necessità dello "sporcarsi le
mani", del partecipare, della riduzione del danno, debbono prendere atto che
non c'è futuro e forse neppure presente nel realismo delle grandi volpi
dei palazzi italiani, che debbono farsi da parte e lasciare il passo ad una
nuova generazione. Ma è del tutto possibile che prima di andarsene questi
con le cosidette "riforme" affosseranno del tutto la democrazia italiana e
le sue connotazioni resistenziali e socialiste. Bersani propone alla destra
italiana di lavorare con essa se rinunzia al processo breve. Uno scambio
ineguale, pericoloso,
che non si realizzerà per la protervia di Berlusconi ma che perderebbe per
sempre l'Italia in un presidenzialismo supportato dagli oligarchi. Assai
peggiore ed inconfrontabile con il sistema francese
o tedesco peraltro bilanciati da una società civile forte di istituzioni
funzionanti ed irriducibili in uno schemino autoritario.
Se si vuole preparare per il popolo del No B Day un grande partito capace
di rimettere insieme i
quindici milioni di voti che ha avuto la sinistra italiana fino al 76 deve
cessare il riciclaggio dei gruppi
dirigenti dentro contenitori che sono nuovi e come le botti non possono
essere riempiti di vino vecchio ed oramai quasi inacidito e si deve segnare
una forte rottura con il passato rinverdendone nello stesso tempo gli ideali
del riformismo che ha avuto come campioni Riccardo Lombardi o Fernando
Santi. Gradualità e saggezza nell'azione, intransigenza nei contenuti! Il
riformismo è la realizzazione di una società socialista attraverso la via
parlamentare e la lotta sociale. Una delle vie previste dallo stesso Marx
come è stato ricordato dalla grande filosofa ungherese Agnes Heller.
La rottura della Bolognina ha portato il PCI ad unificarsi con la DC in un
partito che sembra il clone del centro destra. Il PSI di Nencini e prima di
lui di Boselli non hanno rotto con il craxismo anzi ne hanno rivendicato il
valore. Per questo il PSI è morto a differenza del PSI che ruppe con
Mussolini e che, dopo il fascismo, era di nuovo il primo partito della
sinistra italiana. I partiti della sinistra radicale debbono rompere con
l'esperienza del prodismo e con le pratiche riduzionistiche e
governativistiche. Insomma
bisogna cambiare pagina e forse libro e cominciare da capo cominciando da
una profonda disintossicazione del veleno liberista penetrato profondamente
con l'accettazione della riforma del lavoro a cominciare dalla legge Biagi e
dal concertazionismo subalterno della CGIL.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Thursday, December 10, 2009 5:44 PM
Subject: OBAMA: la guerra è pace
OBAMA: la guerra è pace
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Il Presidente Usa Obama ha ricevuto oggi il Nobel per la Pace e ne ha fatto
uno strumento di legittimazione delle sue guerre asimmetriche contro i paesi
poveri del mondo dai quali spremere
petrolio o vantaggi geostrategici. Accolto ad Oslo da manifesti inneggianti
a Martin Luter King
ha detto che essendo Capo di uno Stato non può abbandonarsi a sentimenti
pacifisti, non può seguirne
l'esempio e neppure l'insegnamento di Gandhi. Nel mondo c'è il Male e lui ha
la missione di combatterlo, di estirparlo! Dopo otto anni di guerra atroce
ingiustificata in Afghanistan e dopo anni ed anni di guerra e di occupazione
militare dell'Irak portatavi prima da Bush senior e poi da George Bush nel
corso delle quali sono morti e continuano a morirvi milioni di persone
ritiene di dover continuare a tenere aperta la macelleria e non promette di
smetterla nei prossimi anni. La seconda guerra americana contro l'Irak è
stata motivata da documenti falsi esibiti con arroganza e sicumera davanti
l'ONU e sebbene questo fatto sia universalmente riconosciuto non è cambiato
niente. Il ritiro di parte delle truppe di occupazione ed il loro
spostamento in Afghanistan non allenta la morsa mortale degli Usa su l'Iraq.
A Bagdad hanno costruito una enclave fortificata, una ambasciata grande
quanto il Vaticano, popolata da personale civile e militare specializzato a
tenere sotto controllo l'Iraq per il prossimo secolo.In Afghanistan
nonostante migliaia e migliaia di missioni aeree di bombardamento e la
presenza di centomila soldati USA e Nato ed altrettanti killers contractors
si accinge ad inviarne altri quarantamila costringendo l'Occidente a
metterci del suo, ad essere complice di una guerra coloniale
che non ha nè può avere obiettivi diversi da quelli della strategia
imperialistica Usa di dominazione del mondo per portarvi dovunque la
libertà la democrazia e la giustizia sociale dello zio Sam!
Il signor Obama dovrebbe chiedersi come mai di fronte a forze soverchianti
e massacrati spesso di bombe avvelenate all'uranio, al fosforo, al napalm i
"terroristi talebani" non sono stati ancora vinti e dispersi e, armati di
mine rudimentali fabbricate in cantina e vecchi fucili kalashikov,
impediscono agli
invasori il controllo del territorio. Anche qui c'è una asimmetria ma è di
motivazioni: mentre i patrioti
afghani combattono per la loro patria nella loro patria invasa gli eserciti
alleati sono tutti composti da mercenari soldati non di leva ma accorsi al
fronte di guerra per sfuggire alla disoccupazione attirati da alti stipendi
che non guadagnerebbero mai altrove. I patrioti afghani combattono gratis,
magari soffrono la fame, possono essere sterminati assieme alle loro
famiglie nei loro villaggi ma non si piegheranno mai davanti ad invasori
barbari, incapaci di capirli e di comprendere la loro cultura. Un marines
americano, un "volontario" inglese o tedesco o italiano hanno il compito di
combattere, distruggere ed uccidere. Quando prendono coscienza di essere
stati trasformati in assassini impazziscono e molti si suicidano. Obama si
dovrebbe informare delle diserzioni dei suoi militari in Canada e delle
malattie psichiatriche che affliggono una popolazione di reduci dalle varie
guerre che oramai è di circa venticinque milioni di veterani! Diciotto
veterani si tolgono la vita ogni giorno negli USA!
Non so quali motivi abbiano spinto la Fondazione Nobel a conferire il
premio per la Pace a Barak Obama impegnato in diverse guerre e con l'idea di
farne altre contro il "Male", in verità per alimentare l'industria bellica
americana e tenere in scacco il pianeta incutendo timore alle nazioni sulle
quali ancora gli USA non hanno messo le mani. Da oggi in poi, dal momento
che il più grande guerrafondaio del mondo viene premiato dall'Occidente come
uomo di pace si supera il vecchio "si vis pacem, para bellum" in "se vuoi la
pace fai la guerra". O ancora meglio: la guerra è la pace! E' la
cancellazione se non per sempre per la nostra epoca del diritto delle
nazioni ad essere rispettate nella loro integrità e nel rispetto delle loro
popolazioni. Basterà l'invenzione di un Bin Laden da cercare per cancellare
i diritti di intere popolazioni a non essere aggredite. Sicuramente l'Impero
Romano e quello Ottomano per parlare soltanto di quelli che sono alla radice
della nostra storia di occidentali si comportavano con assai
più senso di giustizia, saggezza ed equanimità della nazione USA che da
quando è rimasta unica potenza mondiale non riesce a stare un solo giorno
senza aggredire qualcuno.
Naturalmente Obama ravvisa il male da combattere non in Colombia o
nell'Honduras golpista ma laddove gli interessa il petrolio o il controllo
del territorio e questo all'interno di un programma espansionistico
dell'imperialismo. Questo viene percepito dai popoli innanzitutto come una
totale mancanza di giustizia e contiene dentro di se la sua condanna ed il
suo fallimento. Non basta possedere le più grandi portaerei del mondo,
l'aviazione più moderna e possente per vincere. Per vincere bisogna avere
anche ragione. Obama come il suo predecessore non ha ragione! Il mondo si
governa con l'Utopia della Pace, con la cultura, con la solidarietà. Il
passaggio di Obama su questo pianeta lascerà una lunga striscia di sangue,
di rovine, di sofferenze e di dolore e non ci sono argomenti che possono
giustificarli.
Pietro Ancona
http://radiogamma5.blogspot.com/2008/01/aumentano-gli-omicidi-tra-i-reduci-usa.html
http://www.portup.net/content/view/6373/103/
http://primozanni.blogspot.com/2008/05/la-verit-sui-suicidi-dei-veterani.html
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From: pietroancona@tin.it
To: Repubblica
Cc: palermo@repubblica.it
Sent: Saturday, December 12, 2009 1:30 PM
Subject: I Graviano "confermano" Spatuzza
I Graviano confermano Spatuzza
La canea dei pennivendoli di regime si è scatenata per il certificato antimafia rilasciato da uno dei Graviano, capo di una delle cosche più sanguinarie della Sicilia, al Senatore Dell'Utri ed al Cavaliere Berlusconi. Come se avesse sentenziato la più alta ed integerrima Corte di Giustizia hanno dichiarato assolti Berlusconi e dell'Utri e massacrato delle ingiurie più infamanti il "pentito" Spatuzza e sopratutto i giudici che lo avrebbero manovrato, istruito, indotto ad affermare il falso! Ieri, con classico vocabolario mafioso, il Giornale di famiglia definiva "minchiate" le depositizioni dello Spatuzza, oggi Minzolini le qualifica "balle". L'esultanza della destra per Graviano è alle stelle! Il grosso della batteria massmediatica berlusconiana, non conoscendo bene i meccanismi ed il linguaggio della mafia per ignoranza o per lontananza dal fenomeno, tremava al pensiero di una conferma di Graviano delle affermazioni dello Spatuzza. Aveva qualche motivo per tremare: Spatuzza è killer della famiglia Graviano. Le sue rivelazioni non hanno provocato una reazione di scomunica della famiglia Graviano che ha continuato a trattarlo con benevolenza. La stessa smentita fatta oggi da uno dei due Graviano non è stata accompagnata da un giudizio di sprezzo per l "infame". Si aspettavano, quindi, una conferma e tremavano. Quanti, specialmente in Sicilia, abbiamo visto da vicino e vediamo lo svolgimento della vicenda mafiosa non abbiamo ritenuto realistica una conferma dei Graviano delle accuse di Spatuzza. Il motivo è semplice. questa conferma sarebbe stata drammaticamente clamorosa: avrebbe significato la rottura della mafia con il potere politico. Ma la mafia non vuole rompere con il potere politico: vuole soltanto ricattarlo e soggiogarlo, trarne il massimo profitto.I frutti possono affluire copiosi nella cornucopia delle cosche: abolizione del reato di associazione esterna alla mafia, vendita dei beni sequestrati alla stessa, processo breve, rientro dei capitali occultati all'estero, affari con la pubblica amministrazione...etc.. Uno dei due fratelli Graviano si è avvalso della facoltà di non rispondere.Si è lamentato della durezza del carcere e del fatto che non può abbracciare la figlia. Ha fatto appello alla convenzione mondiale sui diritti dell'infanzia!! Ha comunque annunciato la possibilità di un suo memoriale. Tradotto significa che non c'è piena soddisfazione del comportamento del Governo. Che non smentisce Spatuzza come il fratello ma che non si esprime in proposito. Chissà: potrebbe far sapere in futuro che le cose allo Spatuzza era stato lui a dirle e confermarle. Ipotesi non realistica ma che disegna una spada di Damocle sospesa sul capo di Berlusconi. I due fratelli hanno fatto un gioco di squadra: uno smentisce e l'altro preannuncia un memoriale. Un tipico comportamento di chi per ora non fa nulla di definitivo per danneggiarti ma non esclude che possa farlo in futuro. Insomma, la deposizione dei Graviano è assai più allarmante per la democrazia italiana di quanto potesse essere una conferma di Spatuzza. Potrebbe significare che i legami mafia-Stato esistono davvero e che ci vengono mostrati, sia pure avvolti in un linguaggio criptico, sotto i nostri occhi. Si potrebbe anche pensare che il discorso a Bonn di rottura d Berlusconi con la Costituzione,il Capo dello Stato e la Corte Costituzionale e l'annunzio del proposito di andare avanti per liberarsi dall'intralcio della loro esistenza, siano stati anche questi un segnale che la mafia abbia colto. Datemi tempo ed aiutatemi a cancellare l'ordinamento costituzionale ed il potere dei magistrati. Intanto prendete quello che posso darvi con la finanziaria.......Non tirate troppo la corda! Naturalmente sono ipotesi ma nel clima inquietante ed oscuro di questa fase della Repubblica, tutto è possibile....... In conclusione: i Graviano confermano Spatuzza. Questa può essere una logica lettura degli avvenimenti se si tiene conto degli interessi in campo. Non è detto che non avremo altre novità eclatanti nei prossimi giorni. Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: Giuseppina Ficarra
Sent: Sunday, December 13, 2009 5:00 PM
Subject: L'imminente marcia su Roma del Cavaliere
Il 22 ottobre 1922 i fascisti confluirono a Roma da tutta Italia per
rivendicare a gran voce il potere
che non riuscivano ad ottenere con la lotta parlamentare e con la legalità.
Mussolini aveva meno di quaranta anni e raggiunse la Capitale da Milano in
vagone letto dopo avere ricevuto l'assicurazione che lo Stato non avrebbe
disperso i sansepolcristi e che anzi avrebbe avuto dal Re l'incarico di
formare un governo.
L'opposizione di allora si divise tra quanti volevano dialogare o
addirittura formare un governo con Mussolini ed altri che ne avevano paura,
lo detestavano e volevano combatterlo non solo nel Parlamento ma anche nel
Paese già devastato dalle scorrerie fasciste contro le Camere del Lavoro le
sezioni socialiste i giornali di sinistra. Vi furono momenti di guerra
civile e scontri a fuoco come quello che c'è stato recentemente narrato dal
film sulla vita di Di Vittorio. Lo stesso Giovanni Giolitti suggeriva di
agevolare una collaborazione col futuro Duce per favorire una improbabile
evoluzione democratica del movimento dei fasci!
Sappiamo tutti come è finita anche se non abbiamo imparato dalla storia del
fascismo. Un terrore durato per oltre venti anni pagati duramente con il
carcere dai suoi oppositori. Il fascismo nacque come antipartito ed in
polemica con le istituzioni dello Stato. Anche l'ideologia della destra
liberista di oggi è antipartito e contro le istituzioni. La più importante
di queste, il Parlamento, è stata umiliata al ruolo servile di votificio, un
orpello burocratico fastidioso per i decreti del governo. Ora la destra ha
alzato il tiro e sono nel suo mirino il Capo dello Stato, la Corte
Costituzionale e la Magistratura. Berlusconi non tollera controlli e
bilanciamenti di ruoli. In quanto alla Magistratura, come Mussolini,
ritiene che il Potere è Uno ed Indivisibile e che deve essere soltanto suo.
Ma, a differenza di Mussolini che personalmente era disinteressato e nei
venti anni del suo potere realizzò un programma sociale assai avanzato come
la legge sull'orario di lavoro (otto ore) del 1923, la gestione pubblica
degli infortuni sul lavoro, la tutela della maternità e dell'infanzia, e
praticamente tutto il welfare che la cosidetta prima repubblica ha ereditato
e migliorato, Berlusconi è proprietario di un immenso, planetario,
patrimonio personale, ed è espressione di una borghesia di arrivati
ricchissima, capace di depositare all'estero duecento miliardi di euro e che
ha già demolito gran parte dei diritti del lavoro e sta rendendo sempre meno
accessibile il welfare. L'Italia di Berlusconi ha cinque milioni di precari
pagati con elemosine; cinque milioni di immigrati a bassi salari, ed altri
dieci milioni di lavoratori a tempo indeterminato sotto il tiro delle
artiglierie della destra come
gli insegnanti, il personale sanitario, i lavoratori salariati in genere.
L'Italia che Berlusconi si accinge a governare da solo è costituita da una
grande massa di salariati poveri con il terrore di perdere il posto di
lavoro che procura un magro tozzo di pane, vessata da squali e squaletti che
controllano un finto mercato fatto di oligopoli e di monopoli. Presto
questa massa di sfruttati dovrà pagare a caro prezzo anche l'acqua e dovrà
sopportare il costo del federalismo, cioè della riproduzione in loco dei
privilegi della oligarchia nazionale.
Sono convinto che il parossistico discorso di Bonn di Berlusconi non sia nè
uno "sfogo" nè un momento di vittimismo per giustificare i suoi conflitti
con i magistrati, ma un lucido, calcolato, programmato preannunzio di quanto
si accinge a fare in Italia per distruggere la Costituzione e le sue
garanzie ed instaurare un Regime basato soltanto sulla sua volontà che deve
trasformarsi immediatamente e senza impicci in legge per tutti. Non si
accinge a varare una nuova Repubblica come fece De Gaulle dopo la guerra di
Algeria. Anche la Costituzione francese gli sta stretta.
E' possibile che nelle prossime settimane Berlusconi organizzi una grande
adunata a Roma dei suoi fedeli e di quanti sono disposti a farsi prezzolare
ed accorrere a dargli man forte nella piazza. Dopo l'adunata, proporrà a
questo Parlamento, le riforme che gli occorrono per diventare Dittatore
d'Italia
Se questo Parlamento non ubbidirà ai suoi diktat per la defezione dei
finiani andremo a nuove elezioni entro aprile in un clima tempestoso, in una
grande baraonda dalla quale non escludo una ripresa della strategia della
tensione e magari una o più stragi....
Ma non è detto che l'Italia abbia perso del tutto i suoi anticorpi
democratici. E' possibile che la ciambella del Cavaliere non riesca con il
buco. Intanto l'opposizione comincia a rinsavire quanto si propone unita in
caso di nuove elezioni. Dovrebbe soltanto tendere la mano oltre il
Parlamento e chiamare al suo fianco tutte le forze della sinistra comunista
che sono state espulse e confinate allo esilio dalla sciagurata operazione
antidemocratica compiuta da Berlusconi e da Veltroni. Dobbiamo prepararci ai
terribili colpi di coda di un personaggio che non vuole rinunziare a cedere
il potere.
Dobbiamo prepararci a resistere e difendere la Costituzione da soli senza
contare sull'aiuto della Europa che non interverrà in Italia come non
interviene in Polonia dove la bandiera rossa è diventata reato. L'Europa di
oggi non è quella sognata a Ventotene.
Pietra Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, December 14, 2009 12:43 AM
Subject: una violenta e pericolosa speculazione
Una violenta e pericolosa speculazione
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Nonostante sia stato subito chiarito che l'aggressore di Berlusconi fosse
persona con problemi psichiatrici, forse suo stesso elettore (il padre ha
dichiarato che la famiglia vota PdL), la destra non ha rinunziato a
strumentalizzare l'evento e farne l'argomento per una campagna di odio e di
attacco non solo a tutti coloro che sono all'opposizione del centro destra
ma anche a quella parte di centro-destra che mostra dubbi sulle violenze
verbali del capo del governo contro la magistratura, il Capo dello Stato, la
Costituzione. Formigoni e la Moratti ne hanno profittato per criminalizzare
le manifestazioni
avvenute ieri in occasione del quarantesimo anniversario della strage di
Piazza Fontana e tutti vengono messi sotto lo stesso tritacarne da Spatuzza
a Di Pietro a quanti non sono in aperta adorazione del Grande Unto del
Signore che la Provvidenza Divina ha regalato all'Italia.
Il ferimento di Berlusconi sarà sfruttato intensamente nei prossimi giorni
e già tutti i pennivendoli embededd del regime sono mobilitati a trasmettere
angoscia, paura, per una sinistra che aggredisce e fa scorrere il sangue sul
volto di Berlusconi e del Paese che simboleggia ed incarna, una "sinistra"
che
è diventata un ostacolo alla realizzazione della pax sociale economica e
politica della destra.
La strumentalizzazione per creare la Grande Vittima dell'Odio della
Sinistra è cominciata da subito quando Berlusconi ha mostrato al pubblico
piuttosto che nascondere il sangue che gli imbrattava la faccia e tutti i
giornalisti-fotografi hanno pubblicato l'immagine della sua faccia devastata
dal colpo infertogli dal povero malato di mente.
L'amplificazione data all'episodio è inquietante e prelude a brutti eventi.
Nessun capo di governo delle democrazie europee avrebbe dato tanto risalto
ad un evento certamente grave e spiacevole ma non iscrivibile ai fatti della
politica. La politica non c'entra. C'entra l'impatto mediatico della
strabordante ossessiva ed onnipotente figura del Presidente del Consiglio
che da circa venti anni usa tutte le sue televisioni e tutto l'apparato
informativo del Paese per imporre ossessivamente la sua figura. Il gesto
folle di Tartaglia è frutto di questa ossessione massmediatica.
Si vuole a qualsiasi costo arruolare il signor Massimo Tartaglia alla
sinistra ed all'intera opposizione.
Lo scopo è tappare la bocca. Uno scopo di stampo fascista.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Sent: Monday, December 14, 2009 10:16 AM
Subject: tartaglia
Massimo Tartaglia è una persona disturbata psichicamente. Non si trova
nella condizione di abbandono in cui si trovano tutti gli infelici nella sua
stessa condizione dopo la legge Basaglia ma certamente non si può dire che
vive in un Paese che abbia fatto qualcosa dopo la chiusura dei manicomi. Un
Paese in cui si applica il famigerato TSO che non è altro che la costrizione
in letti di contenzione dei malati e spesso causa di loro morte dopo atroci
sofferenze ed abusi di cui spesso non si sa niente.
Tutti i pennivendoli ed i mezzobusti italiani si sono scagliati a
scorticare dal vivo questa figura, a violarne il diritto alla privacy. Anche
la famiglia non è stata risparmiata ed i vicini di casa sono stati
lungamente interrogati alla ricerca di uno scoop, di qualcosa che in qualche
modo collegasse l'attentatore di Berlusconi magari alla Sezione di
Rifondazione Comunista o addirittura agli anarchici
insurrezionalisti famosi nelle veline delle Questure.
Credo che la vittima di Tartaglia, il Presidente del Consiglio Berlusconi,
dovrebbe chiedere la tutela
del suo attentatore dicendo alla ciurma di esagitati che da ieri è in stato
di isterica esaltazione di darsi come si suol dire una "calmata".
Oggi il Ministro Maroni riunisce il Comitato per l'ordine e la sicurezza
pubblica a Milano. Dovrebbe
cominciare con una autocritica: non ha saputo difendere la sicurezza e la
vita del Presidente del Consiglio. Non si capisce come la guardia del corpo
di Berlusconi e le forze di polizia presenti in piazza non siano riusciti ad
evitare l'avvicinamento di una persona che a guardarla adesso sembra
visibilmente disturbata e che ha tirato un oggetto certamente da poca
distanza. Un oggetto che non ha incontrato alcuna barriera prima di giungere
a devastare la faccia di Berlusconi.
In quanto al clima di odio e di violenza e gli appelli a tutte le parti di
abbassare i toni ai quali si uniscono esponenti della opposizione osservo
che la violenza è di una sola parte e che non si può non reagire alzando la
voce quando si attaccano i magistrati come pazzi, si annunzia all'estero la
fine della Costituzione, si dà dispregiativamente del comunista al Capo
dello Stato ed alla Corte Costituzionale.
La faccia insanguinata di Berlusconi viene esposta con insistenza isteria
in tutte le televisioni. Viene fatta vedere e rivedere come le Torri Gemelle
dopo l'attentato dell'11 settembre. Lo scopo è lo stesso: suscitare ribrezzo
ed odio per l'attentatore che non potendo dargli del comunisti si dice che è
stato plagiato influenzato ed indotto al male dalla propaganda della
sinistra.
Ho abbastanza anni per ricordare i Presidenti del Consiglio della DC
Fanfani, Moro, Andreotti,
Rumor, Piccoli, Colombo....... Li rimpiango tutti. Si sforzavano di
esercitare il loro alto magistero
superpartes e lasciavano al loro Partito il compito di polemizzare con
l'opposizione.
Non c'è discorso di Berlusconi che sia superpartes. E' un continuo
ossessivo incitamento all'odio.
Ha recuperato la categoria dei "comunisti" come se vivessimo dietro la
cortina di ferro ed occupa il potere come una ameba non rispettando niente e
nessuno.
Spero che Maroni non rimetta in discussione il diritto di manifestare.
Spero che non chiudano Milano in un reticolato. La risposta alla tensione
suscitata ieri dal ferimento del Primo Ministro è
nella politica e nella cessazione degli attacchi alla Costituzione.
Ma, da quando si sente, non sarà così. La destra utilizzerà l'episodio di
Milano per costringere l'opposizione al silenzio e per andare avanti nella
sua linea di sfascio delle regole comuni di convivenza.
I massmedia italiani si stanno prestando a quest'uso strumentale del fatto
di ieri. L'operazione forse più sporca l'ha compiuto stamane Corradino Mineo
di Rainew24 intervistando la figlia di Tobagi. Stamane si è parlato di
terrorismo, di brigate rosse, di sinistra violenta. L'assassinio di Tobagi
non c'entra per niente con l'insano gesto di Tartaglia. Ma l'evocazione del
terrorismo fa comodo a chi vorrebbe subito leggi liberticide.
Sono con Rosy Bondi. Le sue parole sono parole di verità e di giustizia.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, December 16, 2009 8:40 AM
Subject: Di Pietro come Matteotti?
Di Pietro come Matteotti
La conventio ad escludendum era un tacito accordo politico nella prima
Repubblica che, pur rispettando il prestigioso e forte PCI, lo escludeva
dalla partecipazione dal governo o soltanto dalla maggioranza
parlamentare. Il PCI, pur escluso, godeva di stima in tutti i ceti della
società italiana da contribuire alla formazione delle leggi della
Repubblica, specialmente di quelle riguardanti i lavoratori e questo era
accettato ed anzi cercato e voluto dalla DC e dai suoi alleati. Tra questi i
repubblicani di Spadolini erano tra i più aperti verso l'opposizione. La
conventio ad escludendum era estesa al PSI fino a quando questi non
intraprese la via dell'autonomia al Congresso di Venezia, autonomia che
sviluppo l'idea della cosidetta "apertura a sinistra" e cioè la
partecipazione prima esterna e poi diretta del PSI al Governo. Il decennio
del primo centro-sinistra fu fecondo di grandi e significate riforme sociali
ed economiche che fecero progredire e prosperare il Paese inserendolo
pienamente nella comunità europea. Furono gli anni della nazionalizzazione
dell'industria elettrica e della scuola media unificata, del divorzio, della
riforma agraria, della modernizzazione dell'economia della riforma fiscale
culminati nel 1970 con lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Le masse
popolari italiane conquistarono diritto alla piena cittadinanza ed alla
gestione dello Stato. Nel 1979 per volontà del grande statista Aldo Moro e
per la svolta impressa al PCI da Enrico Berlinguer
si associò per la prima volta il PCI al governo, ma l'uccisione di Moro e
l'ostilità degli americani e dei sovietici mise subito fine all'esperimento.
Oggi ci troviamo difronte ad una rinnovata conventio ad escludendum ma in
condizioni politiche assai peggiori e con Governo ed un Parlamento sempre
più insofferenti verso la Costituzione e le regole della convivenza
democratica. La destra al potere ha in corso da anni una forte campagna di
criminalizzazione di quanti non condividono la loro visione della politica e
dello Stato. Guidata da
Berlusconi la destra marcia verso un regime presidenzialistico con una
ipertrofia del ruolo e del potere
del Capo del Governo e la subordinazione di tutti i poteri dello Stato nelle
sue mani. Come Mussolini che sosteneva l'unicità del potere contro la
tripartizione liberale introdotta dall'illuminismo Berlusconi
vuole la sottomissione della Magistratura e del Parlamento al suo potere.
Sul piano sociale, nonostante la sostanziale subordinazione della CGIL alla
linea liberista di progressivo smantellamento dei diritti dei lavoratori, si
vuole la sua esclusione dalla concertazione che, come sostiene Sacconi,
deve essere di "complicità" dei sindacati con il padronato. Una conventio ad
escludendum sindacale che già opera nei confronti della pur moderata e
"responsabile" Fiom esclusa dalla stipula del contratto nonostante la sua
preponderante rappresentatività.
Veltroni ha stipulato con la destra italiana una conventio ad escludendum
non solo dal Governo ma addirittura dal Parlamento per i partiti comunisti
dopo aver dichiarato che mai e poi mai avrebbe fatto un governo con loro.
Questo accordo che ha indebolito enormemente l'opposizione alla destra
straripante è stato rinnovato a quanto pare da Bersani con Berlusconi
durante la visita al San Raffaele. Bersani si è impegnato ad isolare Antonio
di Pietro e la sua Italia dei Valori abbandonandolo
al linciaggio della destra. Ieri, alla Camera, dopo la minacciosa lista di
prescrizione stesa dal piduista Cicchitto, la maggioranza del PDL ha
abbandonato platealmente l'aula al momento in cui Di Pietro
ha pronunziato il suo discorso pieno di accuse e di contestazioni al Governo
per il pesante clima sociale e politico che opprime l'Italia. Bersani è
persona onesta e viene da una lunga militanza di sinistra. Ma credo che stia
sbagliando di grosso a fidarsi di Berlusconi ed a pensare di potere
stipulare accordi per cambiare la Costituzione con Berlusconi, Bossi ed i
loro pretoriani.Fare accordi con la destra è irrealistico tranne nel caso di
una sua grossissima convenienza politica. Isolare Di Pietro perchè occupa
lo spazio di sinistra abbandonato dal PD è un suicidio politico dal quale il
PD uscirà ancora più snaturato.
Sono un vecchio socialista e non ho avuto simpatie per Di Pietro e per la
sua IDV che mi è spesso sembrata inquinata da personaggi di scarsa
affidabilità. Debbo però dire che nel corso di questi ultimi anni Antonio
Di Pietro è cresciuto politicamente e moralmente. Il suo coraggio nella
difesa della democrazia e dei lavoratori è ammirevole e costituisce una
speranza per tantissime persone. E' l'unica voce di sinistra rimasta in
Parlamento dopo l'espulsione dei comunisti dei socialisti e dei verdi. Il
suo discorso di ieri mi ricordava molto quello pronunziato da Giacomo
Matteotti poco prima di essere ucciso dai killers di Mussolini e dei Savoia.
Assieme a Rosy Bindi combatte a viso aperto questo Regime mentre una parte
considerevole del
PD anela all'accordo con il PDL. Sul piano dei diritti dei lavoratori gli
esponenti ed i tecnici del PD assieme a quelli della maggioranza hanno
privato i lavoratori del diritto di ricorrere ad un giudice per avere
giustizia. I Magistrati sono stati privati del diritto di esprimersi nel
merito delle controversie sindacali. Una ferita enorme alla Costituzione
alla quale Letta, Ichino, Treu e lo stesso Bersani non sono estranei.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, December 16, 2009 3:05 PM
Subject: guantanamo si trasferisce in Illinois
Guantanamo si trasferisce in Illinois
Per potere dare una qualche giustificazione alle loro guerre predatorie
infinite, gli Usa si sono inventati il terrorismo islamico, AlQaeda, Bin
Laden, l'attacco alle Torri Gemelle. Per dare fisicità e consistenza a
questa invenzione avevano bisogno di fare dei prigionieri, di condurli in un
posto inaccessibile a tutto il mondo, di sdradicarli dalle loro patrie e
dalle loro famiglie che non hanno mai più rivisto, di torturarli tutti i
giorni con le più spaventose, allucinanti torture, per estorcere loro
confessioni o per acquisire notizie relative ai combattenti che nei loro
Paesi di battono contro gli Usa ed i loro vili e servizievoli alleati. Tutto
coperto dal segreto più impenetrabile. Tutti in zona franca dalle
convenzioni e dalle leggi internazionali che tutelano i diritti umani e dei
prigionieri di guerra.
Per otto anni tante persone, non sappiamo nè sapremo mai con esattezza
quante, sono state detenute e continuano ad esserlo. Non risulta che
nessuna di loro si sia dichiarata colpevole. Se qualcuno lo ha fatto bisogna
comprendere che le confessioni estorte sotto tortura non hanno alcuna
validità.
Oggi Obama, il Presidente Nero Wasp, realizza un altro progetto di Bush: il
trasferimento dei prigionieri dei prigionieri di Guantanamo in una prigione
dell'Illinois. Il dibattito civile ed umanitario che si è aperto nei
massmedia occidentali è singolare, straordinario per cinismo, crudeltà ed
indifferenza dei diritti. Si discute dei benefici economici che i
prigionieri porteranno allo Stato dello Illinois Qualcuno quantifica in
circa un miliardo di dollari ogni quattro anni e nella creazione di lavoro
per circa tremila persone da occupare ai servizi della base. Insomma, gli
americani dopo essersi inventate le guerre più sanguinarie ed assurde per
creare ricchezza ed occupazione all'industria militare , ora si inventano
anche i prigionieri da tenere sotto chiave soltanto perchè procurano
convenienza economica. Perchè la popolazione dell'Illinois dovrebbe voler la
liberazione dei carcerati
se questi le tornano utili? Insomma, la guerra ed i trattamenti disumani di
segregazione di tanti innocenti conquistano un consenso di massa nella
convenienza dei tremila lavoratori della Nuova Guantanamo, delle loro
famiglie e di quanti vivono indirettamente del reddito che scaturisce dalle
torture di tante persone.
E' terribile che i prigionieri di Guantanamo non abbiano nome. Non si sa
niente di loro e delle loro disgraziate vite. Ci hanno fatto vedere la foto,
una brutta foto di una persona quasi scamiciata ritratta
per esaltarne la bruttezza, autoaccusatasi di avere organizzato (sic!!)
l'attacco alle Torri Gemelle. Il Ministro della Giustizia e lo stesso Obama
si sono affrettati a dichiarare che chiederanno la pena di morte. Non
abbiamo mai sentito la voce di questo prigioniero. Non sappiamo in quali
condizioni si svolgerà il processo se sarà civile o militare. Non sappiamo
niente ed è difficile che sapremo mai niente.
L'Occidente che contesta il mancato rispetto dei diritti umani alla Cina,
alla Russia, alla Birmania, all'Iran ed in genere a tutti coloro che
vorrebbe sottomettere, si guarda bene dal chiedere notizie dei prigionieri
di Guantanamo. Semmai, se qualcuno di loro, liberato dopo anni di
sofferenze, viene liberato e non può nè deve rientrare a casa per ordine
degli USA, si discute all'infinito se accettarlo o no come se si trattasse
di Hitler o del Mostro di Londra!!
L'ONU pare che non abbia niente da dire su questo indecente scandalo
dell'Impero! E' sollecito soltanto quanto gli americani hanno interesse a
mettere in difficoltà o destabilizzare una nazione di cui non tollerano
l'autonomia. Gli USA non sono mai stati processati per l'uccisione di
Mossadeq, di Allende, di Sadam Hussein, per la morte in prigione di
Milosevic, per il colpo di Stato contro Zelaja in Honduras etc...etc... Ma
con protervia continuano ad accusare l'Iran di essere illiberale e di
volere la bomba atomica senza naturalmente chiedere ad Israele di rinunziare
al suo arsenale nucleare pericoloso per tutte le nazioni del Vicino Oriente.
Ora che le persone senza voce, senza nome, senza diritti sono in prigione
in Illinois vedremo se qualcuno dentro gli USA o altrove solleverà la
richiesta di una inchiesta internazionale e si porrà il problema della
durata delle carcerazioni decise da autorità militari e dai servizi segreti.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, December 17, 2009 10:51 AM
Subject: Bersani e la Sicilia
Bersani e la Sicilia
Il PD di Bersani accelera il passo ed estremizza la sua vocazione
governativa. Si offre in Sicilia alla collaborazione con Lombardo,
espressione di uno dei due blocchi di potere in cui si è divisa l'enorme
maggioranza di centro destra che va dall'UDC di Cuffaro al PDL di Miccichè
ora separato da quello che fa capo a Schifani ed Alfano.
Il blocco di maggioranza costituito dall'autonomista Lombardo e dal PDL si
è sfasciato sulla questione del "possesso" della sanità e la frattura si è
progressivamente allargata a tutti gli altri settori della spesa pubblica
regionale.
La disponibilità alla collaborazione con Lombardo del PD è stata resa nota
dallo stesso Bersani in una nota che fa propria la linea di una parte del PD
siciliano.
Nello stesso tempo Bersani ed i suoi "posano" Vendola in Puglia. Lo
cacciano via e propongono un altro candidato al suo posto. Non si tiene in
nessun conto il giudizio sull'opera della giunta pugliese. Bersani obbedisce
alla conventio ad escludendum del nuovo arco post-costituzionale dal quale
sono rigorosamente esclusi i partiti comunisti.
Per quanto Lombardo ed il gruppo che lo sostiene stia in "freddo" con
Berlusconi non si può dire
che abbia una linea sul piano politico e sociale diversa da quella della
destra. La "sciarra" (lite) non ha nobili motivi, nasce per il possesso
della "cutra" (coperta) cioè del bottino di risorse da spartire ai propri
clientes. Nonostante l'enorme quantità di risorse di cui dispone la Sicilia
grande è l'indebitamento ed assai magre le risorse che sono residuate al
grande saccheggio di questi anni. Basti pensare che mentre Palermo è sepolta
dall'immondizia assieme a tantissimi altri centri della Sicilia gli Ato,
organismi di gestione misti pubblici privati spendono moltissimo per
mantenere ventisette consigli di amministrazione e la burocrazia che è stata
inventata per tenerli in piedi. I processi di privatizzazione avviati in
Sicilia sono stati e sono soltanto un foraggiamento delle clientele
caricato sulla groppa della popolazione che paga l'acqua e gli altri
servizi locali a carissimo prezzo.
Non so se si farà la nuova esperienza milazziana. A suo tempo destra e
sinistra in Sicilia si unirono
contro la DC di Fanfani su una piattaforma di rivendicazioni regionaliste.
Silvio Milazzo parlava
di montagne di miseria che opprimevano l'Isola. Lombardo si limita a
rivendicare maggiori risorse da distribuire ai suoi clientes. Niente cambia
nell'attitudine del PD erede del PCI a fare politicismo, a privilegiare le
posizioni di potere e di governo su ogni altra cosa. Da Macaluso a Bersani
sono solo passati cinquanta anni ma la linea è sempre quella della
nomenclatura comunista e delle sue aspirazioni ai privilegi della "stanza
dei bottoni".
Contrariamente a quanto si possa pensare non è operazione conflittuale
con il PDL e non esclude
altri passi avanti nella omologazione del PD nella linea di Berlusconi. La
destra ha le idee chiare ed un progetto preciso: fare dell'Italia una
repubblica presidenziale con un potere monarchico assoluto del Capo del
Governo. Per giungere a questo risultato deve disarticolare l'opposizione.
Per questo c'è una campagna di odio verso il partito di Antonio Di Pietro e
quella parte di giornalisti che resiste al regime e ne denunzia gli eccessi.
Può darsi che il patto proposto da Casini e quello proposto da Forza Italia
che comprende l'UDC ed il PD ed esclude Di Pietro e la sinistra alla fine si
sovrappongano e diventino un'unica realtà politica. Per giungere alla
perfetta sovrapposizione una spintarella potrebbe essere data da una
rinverdita strategia della tensione con la scoperta di qualche bomba
collocata dagli anarchici. Anarchici che scelgono come obiettivo
l'Università (!!) ed un CIE. Naturalmente Maroni si è affrettato a
dichiarare che la cosa è seria.
Pietro Ancona
http://www.siciliano.it/news.cfm?id=3153
http://www.fainotizia.it/inchiesta/i-costi-del-sistema-politico-e-burocratico-siciliano
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Lupo:-Nessun-appoggio-esterno-a-Lombardo/1806238?ref=rephp
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From: pietroancona@tin.it
To: lettere@nuovavenezia.it
Sent: Friday, December 18, 2009 1:42 PM
Subject: due prefetti che onorano l'Italia
Due Prefetti che onorano l'Italia
A distanza di un anno dalla rimozione del Prefetto di Roma Carlo Mosca che
si era opposto alla schedatura ed al prelievo delle impronte digitali dei
bambini Rom, anche il Prefetto di Venezia Lepri Gallerano segue la sua
sorte per non avere impedito alla comunità rom di prendere possesso delle
trentotto casette costruite dal Comune di Venezia per sottrarli ai disagi
della bidonville che abitavano. Il Prefetto di Venezia sarà trasferito a
quanto pare in Sicilia rinverdendo una tradizione del vecchio stato sabaudo
che "puniva" i funzionari sgraditi inviandoli nelle isole, considerate sedi
disagiate. Non sappiamo quanti altri casi di discriminazione avvengono nella
pubblica amministrazione controllata con spirito fazioso dalla destra. E'
certo che prima ancora di vincere le elezioni venete la Lega fa una sorta di
pulizia etnica preventiva per assicurarsi un corpo burocratico docile e
disponibile ad essere plasmato dalla ideologia razzista.
I due Prefetti rimossi onorano la tradizione liberale e democratica dello
Stato italiano antifascista capace di leggere ed applicare le leggi alla
luce della Costituzione e dei suoi grandi principi. Il Ministro Maroni
probabilmente avrebbe voluto che si creassero ostacoli burocratici
insormontabili per l'assegnazione delle casette ai rom. Credo che questa
comunità continuerà ad essere nel mirino dei leghisti e non avrà vita
facile. Quando tutta l'amministrazione pubblica si sarà omologata con la
quasi certa vittoria leghista alle elezioni regionali, tutto il Veneto
diventerà una immensa prigione, un lager nel quale i Rom potranno subire
soprusi e violenze di ogni genere con il consenso di parte della popolazione
che da anni viene aizzata all'odio per i diversi.
Questo inquietante episodio di "normalizzazione" fascista avviene mentre
D'Alema sventola la bandiera bianca della resa incondizionata alla destra
rendendosi disponibile ad una legge ad personam
che salvi il Presidente del Consiglio dai processi. Una resa
incondizionata che è già avvenuta sul terreno sociale con la progettazione
e l'approvazione assieme alla destra di misure che alterano profondamente il
diritto del lavoro. I lavoratori italiani, abbandonati dalle Confederazioni
nelle mani di un padronato che li ha profondamente umiliati, stanno
perdendo, una dopo l'altra, tutte le garanzie che
una legislazione illuminata e progressista aveva creato in tanti anni.
Stanno perdendo anche il diritto di ricorrere alla Giustizia! Cinque milioni
di loro vengono ricattati da contratti brevi con salari di fame ed una
campagna di odio viene alimentata dal Governo per i lavoratori a tempo
indeterminato che comunque non hanno alcuna speranza di migliorare il loro
salario. L'Italia è un Paese in cui da un lato c'è gente che esporta
all'estero ricchezze immense frutto dello sfruttamento altrui e di un
mercato inesistente e dall'altro milioni di infelici che vivono al limite
della sussistenza. Il divario tra ricchi e poveri cresce di giorno in
giorno, si può dire di ora in ora, specialmente con la privatizzazione dei
servizi che rincarano beni essenziali come l'acqua ed il trasporto.
Intanto la destra ha già alzato il patibolo per Di Pietro, reo di non
essersi unito al coro cortigiano
di osanna al Capo del Governo che ha ricevuto a Milano le stimmate del
martirio come Padre Pio.
Di Pietro si è limitato ad osservare che se c'è violenza questa viene
istigata dal Capo del Governo e dai suoi giornali e dai suoi famigli. Basta
vedere la registrazione del comizio di Milano per rendersene conto. E' stato
abominevole il tentativo perseguito per giorni di legare in qualche modo il
gesto di Tartaglia ai "cattivi maestri" della sinistra additati dal piduista
Cicchitto al linciaggio pubblico.
Ma il progetto del taglio a sinistra perseguito lucidamente dalla destra va
avanti con la compiacenza di molti settori del PD. Ieri è stata resa
extraparlamentare la sinistra comunista, oggi si criminalizza l'opposizione
di Di Pietro. L'unica opposizione accettata dal Monarca e dal suo Regime è
quella che accetta la rinunzia a tutti i suoi diritti, a cominciare dal
diritto di discutere in Parlamento trasformato in votificio.
I regimi non vengono creati soltanto dagli aspiranti dittatori e dalle
loro ciurme fanatizzate ma anche dalla arrendevolezza e compiacenza delle
opposizioni che cessano gradatamente di essere tali.
Pietro Ancona
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/prefetto-rom/prefetto-rom/prefetto-rom.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/14/prefettura-mosca-lascia-il-posto-pecoraro.html
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, December 19, 2009 9:03 AM
Subject: : Il capitalismo distrugge il mondo
Il capitalismo distrugge il mondo
Il fallimento del vertice sul clima di Copenaghen ampiamente previsto è
puntualmente arrivato. La Cina che nella folle corsa alla
occidentalizzazione della sua economia alla quale ha sacrificato il suo
paesaggio, la sua cultura, la sua stessa identità e milioni di vite umane
distrutte dall'inquinamento e dal feroce sfruttamento schiavistico delle
fabbriche, non ha voluto accettare di moderare la crescita del suo PIL, il
nuovo Idolo Molok. Gli USA che consumano la massima parte delle risorse del
pianeta
e che sono restii a porre freni vincoli e regole alle multinazionali dalle
quali sono controllati sono giunti all'appuntamento mondiale di Copenaghen
con una posizione debolissima di un Barak Obama che è oramai la larva di se
stesso o almeno della immagine di se che aveva offerto durante la campagna
elettorale. Il capitalismo sta distruggendo il pianeta nel quale viviamo
usando anche il regime "comunista" più potente e più ricco del mondo avviato
in una folle corsa verso una produzione senza fine per consumi senza fine
allo scopo di creare non benessere per il miliardo di esseri umani cinesi
ma una casta di qualche migliaia di miliardari-mandarini che
contempleranno le ombre degli schiavi che brulicano notte e giorno nelle
città immerse nello smog dall'alto di grattacieli copiati da New York. La
fuoriuscita dell'economia cinese dal socialismo per un liberismo selvaggio
ed atroce nelle sue crudeltà sociali è il micidiale additivo di cui il mondo
non aveva bisogno per precipitare verso la fine.
La natura si ribella e già ne avvertiamo terribili segnali nello
scioglimento dei ghiacci e nella intensificazione degli uragani.
L'inquinamento delle città produce mortalità da cancro in misura oramai
epidemiologica.Il capitalismo e la sua diffusione nel pianeta è la
catastrofe, una bomba ad orologeria che farà saltare ogni equilibrio. I
rifiuti velenosi delle industrie hanno avvelenato l'Africa e i mari che la
bagnano mentre una immensa isola di rifiuti di plastica navica negli oceani
e uccide i pesci. Nei prossimi anni andrà sempre peggio ma sarà sempre
difficile trovare un punto di accordo per congelare la situazione e poi
invertire la tendenza. Non esiste una forza morale capace di aggregare le
forze necessarie a ricondurre la speranza di un clima "normale".
Soltanto una vittoria del socialismo e la realizzazione di un modello di
sviluppo diverso basato sopratutto sui consumi collettivi e sulla riduzione
dei consumi individuali potrebbe combattere il crescente degrado del mondo.
Ma questo è fuori dalle concrete prospettive politiche anche se la crisi
finanziaria del capitalismo è assai lontana dall'essere chiusa e la
disoccupazione dilagante in tutto l'Occidente ne è la spia. Insomma, la
fine della storia profetizzata da Fukuyama come vittoria del capitalismo e
suo trionfo sull'umanità è davvero alle porte ma è la fine dello stesso
pianeta.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, December 20, 2009 8:42 AM
Subject: la massa gelatinosa del PD
LA MASSA GELATINOSA DEL PD
Il Parlamento italiano è stato snaturato dal centro destra che lo ha
trasformato in poco più di un luogo di ratifica dei decreti del Governo ma
assolve ad una funzione di omologazione
tra i suoi membri che, a parte il gruppo che fa capo a Di Pietro, si possono
considerare dello stesso partito seppur divisi in Pdl, PD e UDC. Non
esistono differenze sostanziali tra maggioranza ed opposizione. Le
differenze che ancora esistono non si trasformeranno in contrapposizione se
Berlusconi ed i suoi non forzeranno la mano e vorranno assai di più di
quanto il PD possa cedere senza destare troppo scandalo. Ma la soglia di
accondiscenza alle voglie della destra si abbassa nel Pd di giorno in
giorno. Non esiste argomento sul quale non è possibile sperimentare le
possibilità di
accordo.
La posizione di D'Alema, condivisa da Scalfaro e Violante e da tanti
esponenti del suo partito, di accordare una legge ad personam a Berlusconi
è un momento di abbassamento della soglia di tollerabilità delle pretese
della destra e non è detto che non si realizzi e non venga seguito da altre
importanti capitolazioni riguardanti questo o quel punto della
Costituzione. D'Alema ha fatto l'elogio dell'inciucio, cioè del compromesso
di retrobottega e di convenienza tra forze diverse ed ha tirato in ballo
addirittura i patti lateranensi. Io sono sempre stato contro i patti
lateranensi che limitano la sovranità dell'Italia facendone uno Stato
concordatario ma paragonare Berlusconi alla Chiesa mi sembra una forzatura.
La scelta del PCI di Togliatti di votare l'art.7 della Costituzione aveva il
significato di includere le forze cattoliche nel progetto di ricostruzione
dell'Italia per farne una democrazia avanzata. Può darsi che questa scelta
fu sbagliata come ritenne Pietro Nenni ed altri autorevoli laici della
Costituente, ma ebbe motivazioni assai distanti dalla volgarità di un
salvacondotto
a persona che deve rendere moltissimi conti alla Giustizia italiana.
Sono molto colpito dal fatto che nel PD che si articola nelle tre mozioni
proposte dai tre candidati alla Segreteria non ci sia posto per una mozione
di sinistra. Si è riunita a Cortona la mozione che fa capo a Franceschini. A
leggere la diplomatica ed assai soft relazione del Prof. Michele Salvati non
si
capisce in che cosa il PD non sia d'accordo con la destra italiana. La
questione sociale non viene richiamata e viene sempre privilegiata una
visione dell'economia in cui i lavoratori non hanno altra funzione che
quella di essere utensili umani del ciclo produttivo. Basterebbe una leggera
sforbiciatura
delle posizioni più oltranziste della destra per condividere tutto.
La destra italiana ha una forte, fortissima identità ideologica ed un
pensiero forte che confina da un lato con il razzismo e dall'altro con le
posizioni della Cisl, dell'Uil e di parte della CGIL sulle questioni
riguardanti il lavoro. Ha le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere ed
un progetto per realizzarli in fasi successive, con moduli che si mettono
insieme nel tempo. Non molto tempo ma quello di questa legislatura. Per ora
il suo obiettivo è isolare nel PD quanti resistono non solo al pensiero
unico ma all'avvento del partito unico seppur diviso in due formazioni
politiche a cominciare da Rosy Bindi additata assieme a Di Pietro al
ludibrio ed all'odio pubblico. Riforme costituzionali, politica economica,
politica sociale, politica estera filo USA e filo Israele sono affrontate e
filtrate da una forte ideologia che si propone come ispiratrice della
trasformazione in fase assai avanzata di realizzazione dei tratti del Paese.
L'affermazione di Berlusconi al momento della sua discesa in campo
"rivolterò l'Italia come un calzino" si sta materializzando con l'aiuto
diretto o indiretto del PD.
A fronte della fortissima identità ideologica e politica della destra, il
PD è un partito gelatinoso ed incerto nella sua identità. Ha dentro di sè
ancora qualche riflesso proveniente dal passato del PCI e della DC ma il
grosso delle sue posizioni è fortemente contaminato dal liberismo e dal
post-costituzionalismo della destra. In più il PD del Nord è succube del
razzismo leghista tranne rare eccezioni sempre più malsopportate come quelle
di Cacciari e della Bresso. Ma entrambi saranno esclusi dalla prossima
competizione elettorale.
La disponibilità espressa dal PD siciliano e da Bersani in persona per un
governo "milazziano" con Lombardo ancora criticato seppur sempre più
debolmente da Rita Borsellino e da altri è frutto di
un gravissimo disorientamento ideale che considera la politica soltanto
all'interno delle oligarchie che controllano il Palazzo.
Potrebbe anche avverarsi che le cose evolvano verso il peggio. Può darsi
che Berlusconi e la sua banda vogliano ridurre l'Italia ad una masseria
amministrata soltanto da loro per loro e per la borghesia parassitaria e
asociale che rappresentano e che non vogliano condividere niente nè col PD
nè con altri.
Pietro Ancona
http://roma2011.blogosfere.it/2009/12/area-democratica-a-cortona-lintroduzione-di-salvati.html
http://catania.blogsicilia.it/2009/12/pierluigi-bersani-benedice-lalleanza-con-raffaele-lombardo/
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/politica/giustizia-22/dalema-elogio/dalema-elogio.html
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From: pietroancona@tin.it
To: fiom.sicilia@cgil.it
Sent: Wednesday, December 23, 2009 12:40 PM
Subject: si farà lo sciopero generale in Sicilia
Sicilia: Fiat, si farà lo sciopero generale?
“Il problema è strutturale, l’unico modo per risolverlo sarebbe spostare la
Sicilia e metterla vicino a Piemonte o Lombardia”. Lo ha dichiarato
Marchionne, enfant prodige dell’industria automobilistica mondiale,
vezzeggiato nelle due sponde dell’Atlantico per le sue superumane capacità
manageriali di eccezionale imprenditore e finanziere insieme, l’uomo dal
maglione indossato per distinguersi dal resto dei comuni suoi colleghi, che
ha chiuso con queste parole la questione della presenza Fiat in Sicilia.
Però si è detto anche disponibile ad incassare altri soldi dalla regione
Sicilia per studiare un piano di utilizzazione diversa degli stabilimenti
perchè, secondo lui, il problema qui è strutturale e riguarda la
collocazione geografica della Sicilia. Dichiarazioni sprezzanti, le sue, che
non trovano la necessaria energica replica in Sicilia da un governo
disastrato e da un’assemblea in preda a lotte di potere tra i diversi gruppi
della maggioranza. Ma se da un lato ci sono le parole di Marchionne,
sull’altro piatto della bilancia ci sono le condizioni degli operai Fiat di
Termini Imerese che si ritroveranno senza un lavoro e senza sbocchi di alcun
genere nel mestiere che ormai sanno fare. Ma tutto questo succede anche
perchè la nostra Europa dà il massimo di libertà e potere agli imprenditori
e sta distruggendo pian piano le regole del diritto del lavoro e per questo
la Fiat si può permettere di pagare gli operai polacchi a meno di 400 euro
al mese e di imporre alle sue fabbriche un clima di terrore, peggiore di
quello che Valletta aveva instaurato a Torino prima del 68.Ma anche in
Sicilia la Fiat si è comportata e continua a comportarsi male, come scrive
alla nostra redazione Pietro Ancona che aggiunte: “Epifani si è limitato a
notare che “non può esprimere un giudizio positivo”. Angeletti ha deprecato
l’internazionalizzazione dell’azienda e Bonanni ha praticamente strizzato
l'occhio. Avrebbero dovuto annunziare, d’intesa con le loro strutture
regionali, lo sciopero generale in Sicilia e respingere il piano al
mittente. Non lo hanno fatto perchè oramai da molti anni si limitano a
registrare in modo quasi notarile le decisioni degli industriali ed a
sottoscriverle. Un atteggiamento questo, talmente radicato, talmente forte,
che ha indotto tutte le categorie della CGIL a firmare accordi sindacali
sulla base del nuovo modello contrattuale a suo tempo rifiutato dalla loro
Confederazione. Ora se la logica multinazionale della Fiat la porta a
decentrare le sue produzioni all'estero questo non può significare che i
suoi impegni italiani debbano subire una erosione fin quasi alla scomparsa
degli stabilimenti. La Costituzione assegna una funzione sociale all'azienda
che non può essere ignorata. Si pongono diversi problemi che vanno
affrontati e che comportano una strategia del tutto diversa dei sindacati e
delle forze politiche a cominciare dalla lotta per livellare verso l’alto le
condizioni salariali e normative dei lavoratori europei. Non dovrebbero
essere ammesse differenze salariali così enormi per i lavoratori dell’ex est
e si dovrebbero vincere le resistenze degli Stati che magari considerano i
bassi salari della loro classe operaia un’opportunità per il loro sviluppo.
Bisognerebbe ottenere il salario minimo garantito su base europea e norme
comuni sull'orario di
lavoro che percorrano all'incontrario la strada fin qui percorsa dalla UE.
Tutte le operazioni di decentramento all'estero dovrebbero essere
politicamente controllate. Si deve garantire l’occupazione dei lavoratori
Fiat e dell'indotto senza se e senza ma. Intanto è necessaria una seduta
straordinaria dell’assemblea regionale siciliana per una ferma presa di
posizione anche nei confronti del governo nazionale che di fatto si è
piegato al diktat della Fiat che ha zittito il Ministro Scaiola. Ma la
proclamazione dello sciopero generale dovrebbe essere immediata – continua
Ancona – e si dovrebbe fare entro i primissimi giorni di gennaio. Soltanto
il recupero e la messa in campo di tutta la capacità di lotta dei lavoratori
siciliani può bloccare la corsa verso la disgregazione sociale e lo sfascio
della convivenza civile”.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Friday, December 25, 2009 11:31 AM
Subject: Del finto perdono e del resto
Del finto perdono e del resto
Berlusconi ha perdonato Tartaglia e nello stesso tempo ha invitato i
giudici ad essere molto severi.
Insomma in una richiesta vendicativa ha inserito la parola-ingrediente
"perdono" perchè la batteria massmediatica al suo servizio potesse usarla,
come di fatto l'ha usata, per lodarne la magnanimità. I giudici che si
occupano del caso Tartaglia debbono stare molto attenti. Se useranno le
attenuanti per le misere condizioni psichiche dell'imputato rischiano
grosso, magari l'accusa di non rendere giustizia al Presidente. Intanto non
vengono presi in considerazione gli arresti domiciliari e si delineano, per
il futuro, soltanto alternative tra la detenzione "normale" e quella in
manicomi giudiziari. Se verrà chiuso in uno dei sei ospedali psichiatrici
giudiziari correrà il rischio di non uscirne più dal momento che
l'internamento può essere prorogato a tempo indeterminato. Accade che
persone condannate per reati di nessuna rilevanza chiuse in manicomio
criminale possano restarci anche per tutta la vita con penosissime
esperienze di letti di contenzione ai quali vengono legati per tanto tempo
anche per diecine di anni. In Italia, se si viene ghermiti dall'ingranaggio
della giustizia può succedere di finire suicidi dopo anni di clausura per un
reato di "oltraggio a pubblico ufficiale". E' accaduto. Della gente chiusura
nelle carceri non si occupa quasi nessuno oltre i parenti e gli addetti ai
lavori. Di quelli chiusi nei manicomi criminali non se ne parla in nessun
luogo. Non viene fatto niente per migliorarne la condizione. Si discute da
anni e tra gli esperti che almeno la metà potrebbero essere recuperati ad
una quasi normalità. La condizione di segregazione peggiora la loro
condizione. Ma non se ne fa niente dal momento che, come per la legge
Basaglia, nessuno pensa di creare alternative protette che possano favorire
la liberazione.
L'Oligarchia che abita il Parlamento si tiene lontana dai luoghi terribili
della detenzione psichiatrica. Soltanto la pattuglia radicale ha fatto
qualcosa, ha denunziato, ha proposto modifiche. Purtroppo le cose non sono
cambiate e tendono a peggiorare. Il Parlamento si occupa delle leggi che
servono al Presidente del Consiglio per sfuggire ai tanti processi
cominciati quando era soltanto un imprenditore
Ora si vuole riformare l'ordinamento giudiziario, ma soltanto per
accrescerne il controllo politico più che il controllo sociale e
democratico. Come per gli infortuni mortali sul lavoro ci si è adattati alla
media mostruosa di quattro morti al giorno e di decine di migliaia di
feriti, mutilati, malati l'anno, per le carceri ci si adatta ad una media di
70 suicidi l'anno. Dovremmo domandarci quali patologie celano queste cifre.
Della gente chiusa e dimenticata nei manicomi criminali non ne parla
nessuno. Quasi dieci anni fa la senatrice Finocchiaro fece una proposta ma a
quanto pare è rimasta senza alcun seguito.
Pietro Ancona
http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=1932
http://www.opgaversa.it/il_manicomio_giudiziario_di_aversa.html
http://www.osservatorioantigone.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1182&Itemid=2
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pietro ancona
Sent: Saturday, December 26, 2009 5:58 PM
Subject: Occidente: crimini e menzogne
OCCIDENTE: CRIMINI E MENZOGNE
I cittadini americani non hanno avuto il tempo di elaborare la notizia
della confessione in video del soldato prigioniero dei talebani che - chiodo
scaccia chiodo- con una tempestività davvero eccezionale i massmedia vengono
catturati dalla notizia di un aereo in procinto di esplodere su detroit ad
opera di un terrorista. Colpisce molto la seguenza video/soldato-aereo con
terrorista. Introduce una parola che in questi giorni è molto importante per
i militari americani: Jemen ( uno dei più bei paesi del mondo raro ed unico
come Venezia che presto sarà distrutto). Ribalta completamente il
significato delle confessioni e della richiesta fatta dal soldato che
confronta l'Afghanistan al Vietnam e dichiara di essere stato trattato bene
senza essere torturato come i prigionieri di El Ghrain. I talebani non
sono più le persone civili descritte dal soldato ma i terroristi di AlQaeda
che stavano per fare saltare in aria un aereo con trecento persone. La
guerra contro questa gente è giusta e deve essere continuata con l'invio di
altre truppe, con altri bombardamenti, con altri massacri fino alla vittoria
finale. Questa consiste nel consolidamento del regime di un tiranno corrotto
come Karzaj membro di una famiglia mafiosa di trafficanti di oppio che si
sta arricchendo mentre il
popolo soffre la fame ed indicibili difficoltà.
L'opinione pubblica americana è stata infantilizzata da anni di
istupidimento televisivo e massmediatico impregnato dall'ideologia del
pensiero unico. Non conosce gli orrori della guerra perchè New York, Boston,
Washington e le altre città americane non sono mai state bombardate e
difficilmente lo potranno essere in futuro. Non capiscono quindi le
sofferenze dei cittadini di Bagdad o di Kabul o dei villaggi pakistani
bombardati tutte le notti. Non conoscono gli effetti delle bombe all'uranio,
al fosforo, al napalm se non per le malattie che i reduci portano a casa. Ma
riescono a saperne molto poco dal momento che i veterani reduci dalle guerre
coloniali contano molto poco e come i morti che vengono riportati in patria
di notte ed in aeroporti chiusi al pubblico la loro voce, la loro
disperazione difficilmente viene notata. Si suicidano alla media spaventosa
di una ventina al giorno ma i giornali raramente ne parlano.
Se penso ai libri ed agli articoli di tanti intellettuali dell'Occidente
come il filosofo francese Gluckmann o l'italiana Oriana Fallaci o all'ex
Presidente del Senato Pera della fondazione Carta Magna, nata per
munizionare di argomenti l'occupazione coloniale dell'Islam che hanno
financo
discettato sul "dovere dell'identità" e sulla superiorità dei "valori" della
civiltà occidentale e li confronto alla distruzione dei resti della civiltà
assiro-babilonese, alle città meravigliose ridotte in macerie ed avvelenate,
alle popolazioni martoriate e terrorizzate dalle incursioni aeree dai
soldati di occupazione, dai contractors killers, provo rigetto, quasi un
senso di vomito, di ribellione.
Il mondo è nelle mani di una potenza controllata dai militari e dalle
multinazionali. La democrazia è un involucro che avvolge un potere durissimo
verso i poveri e verso quando non è americano e quindi non è stato unto da
Dio.
Pietro Ancona
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/12/Usa-Detroit-attentato-aereo.shtml?uuid=009b3b8a-f1fe-11de-a47c-099d76ded039&DocRulesView=Libero
http://news.google.it/nwshp?hl=it&tab=wn
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---- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, December 27, 2009 11:00 AM
Subject: bandiera bianca, resa incondizionata
Bandiera Bianca, resa incondizionata
Ci avviamo all'anno cruciale della agonia della Costituzione con una
dichiarazione di Franceschini di resa incondizionata a Berlusconi ed alle
sue pretese Ha detto che la legge ad personam per mettere il Presidente
del Consiglio al riparo dai processi è una cosa possibile. Come si dice: "se
pò fa..." Si ha anche notizia di una telefonata tra Berlusconi e Bersani. La
TV mostra un Berlusconi ringiovanito, rinfrancato, sorridente. Sono appena
passati tredici giorni dall'attentato di Milano ma la sua faccia è liscia e
rosea come quella di una fanciulla in fiore. Non c'è alcun residuo di
ematoma o di ferita. Eppure il taglio sotto l'occhio sembrava profondo. Dei
denti che sarebbero stati fratturati, non sappiamo quanti, nessuna traccia.
La bocca del tutto normale ed il sorriso o la risata di scherno non hanno
alcuna difficoltà a dispiegarsi sul volto.
Insomma, il triste episodio di cui ha parlato il mondo intero e che ha
provocato una intensa profonda
ondata di solidarietà umana è diventato una sorta di spartiacque tra "prima"
e "dopo". Prima il PD era contrario, decisamente contrario alla leggina ad
personam e manifestava serie perplessità a mettere mano alla Costituzione
con questa destra ornata dal razzismo di Bossi un razzismo che si annida
anche all'interno sotto la voce "federalismo" e che vuole la rottura di ogni
forma di solidarietà interregionale. Ora la strada è spianata verso una
collaborazione che non dubitiamo sarà intensissima. Il Parlamento sarà messo
al lavoro, sarà sotto pressione con il fiato al collo del Grande Manager,
del Boss che avrà tanti difetti per come trascorre il suo tempo libero ma è
sicuramente un grandissimo lavoratore capace di macinare quantità enormi di
impegni. Non dubitiamo che il Presidente della Repubblica sarà ed è già
nella partita. Non predica fino alla noia la "coesione"? Ma un Parlamento
democratico non deve essere coeso. Deve essere articolato dialetticamente
tra maggioranza ed opposizione. Eppure Napolitano sono anni che ci
ossessiona indicandoci la necessità di un clima collaborativo. In Italia
questo significa assecondare Berlusconi in tutte le sue voglie. Non solo
leggine per sfuggire a possibili certe condanne per reati commessi prima di
diventare Presidente del Consiglio ma anche un rifacimento della
Costituzione con azzeramento dei controbilanciamenti ed assoggettamento di
parte della Magistratura al suo controllo. I Magistrati inquirenti
diventeranno funzionari del Governo come i Questori.
Sono passate due settimane e sembriamo lontani anni luce dall'idea di un
Fini che potesse diventare espressione di una destra "civile", alternativa a
quella di Berlusconi e Bossi.. Se Il Capo del Governo si accorda con
l'opposizione e questa gli dà via libera per tutti i progetti di "riforma"
che senso ha il ruolo che Fini stava cercando di darsi? Oramai è una carta
bruciata.
L'unico ostacolo ma non insormontabile resta Di Pietro ed il suo Partito.
Di Pietro è sottoposto ad una cura intensissima di aggressioni quotidiane da
parte dei giornali e delle tv del "partito dell'amore".
Viene dipinto come un pericoloso avventuriero, un estremista, un nemico
della pace degli italiani.
Deve essere isolato come un cane rognoso. Si confida che il suo Partito, l'IDV,
non regga a lungo agli attacchi ed al duro regime di isolamento. Non ha
storia ed i suoi uomini non hanno forse la stoffa necessaria per resistere
contro corrente ad attacchi che diventano sempre più ravvicinati,
asfissianti.
In quanto alla sinistra radicale, il pegno viene dato dal Duca delle
Puglie, l'On.le D'Alema. Il PD non ricandida Vendola e lancia la candidatura
di Emiliano. Gli elettorati PD e PDL diventano sempre più
simili e lo saranno ancora di più dopo il voto della leggina ad personam.
L'isolamento della sinistra radicale e dei dipietristi intransigenti deve
essere pieno.Debbono sprofondare nelle catacombe dell'extraparlamentarismo e
messi fuori dagli accordi politici locali.
Nasce in modo incruento un regime. Al posto della marcia su Roma abbiamo
avuto Tartaglia ed il lancio della statuetta del Duomo di Milano. Un regime
che si annunzia con la negazione bipartisan del diritto ai lavoratori di
avere un giudice al quale appellarsi e con l'Italia popolata di
lavoratori-stilisti appollaiati su torri per rivendicare il proprio diritto
al lavoro ed alla vita. La scuola è già largamente sfasciata e
centotrentamila insegnanti si ritroveranno nel giro di tre anni senza lavoro
e quindi senza pane quotidiano. La Fiat diventa una multinazionale con il
cervello in Italia ed il corpo all'estero. Ma l'oligarchia si ingrassa a
dismisura. I consiglieri regionali piemontesi hanno diritto ad una buona
uscita di circa centomila euro. Nel Veneto si fanno pagare anche le spese
mortuarie. La casta politica costa
più dell'intero servizio sanitario nazionale. Questa casta politica è
interessata alla "coesione". Del paese non sembra importarle più niente. Le
forze armate diventano SPA per sfuggire una noiosi controlli della Corte dei
Conti e del Parlamento. Naturalmente una SPA deve essere sempre operativa e
per questo dobbiamo rassegnarci all'idea di guerre infinite alle quali
parteciperanno i nostri militari "portatori di pace".
Insomma, si adeguerà la Costituzione scritta a quella materiale che non si
capisce bene che cosa sia. E' certo che i legami tra PDL e PD esistono e
sono testimoniati dalla condivisione di tutta la legislazione del lavoro
firmata nelle ultime due legislature che hanno spogliato i lavoratori di
quasi tutti i loro diritti. Credo che pesino molto nella trattativa gli
interessi "materiali" del PD nelle banche o nel settore cooperativo. Le Coop
sono una grande potenza economica ma non hanno più niente dei tratti
solidaristici del socialismo gestionale iniziale. Sono imprese del tutto
simili a tutte le altre e non danno niente nè ai consumatori nè ai loro
lavoratori dipendenti. Non mitigano le asprezze del sistema capitalistico ma
lo accentuano. L'apertura di nuove Ipercoop a Palermo ed altrove, nel pieno
consenso generale, è una spia assai significativa di che cosa sono oggi i
partiti .
Il Papa benedice quello che volgarmente continua a chiamarsi inciucio ma
che ora viene ribattezzato come fase solidale di riforme e di bene
nazionale.
pietro ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Monday, December 28, 2009 5:36 PM
Subject: Con Ahmanedinjed per la libertà dell'Iran
Con Ahmanedinejd per la libertà dell'Iran
Il giorno di Natale tre palestinesi della Striscia di Gaza che cercavano
rottami di ferro nei pressi del Muro che Israele ha eretto per tenerli
prigionieri sono stati trucidati a colpi di mitraglia dai soldati. Erano in
zona "interdetta". Questa è la parola usata dai massmedia occidentali per
spiegare
la loro uccisione.Che fossero disarmati ed inermi non conta niente. Nello
stesso giorno di Natale, in Cisgiordania, altri tre palestinesi sono stati
uccisi dentro le loro case sotto gli occhi dei loro figli. La "velina"
diramata
dall'ufficio propaganda dell'esercito israeliano racconta che erano membri
del partito AlFatah. A quanto pare è una condizione sufficiente per essere
ammazzati. Le agenzie non raccontano se i cadaveri dei sei palestinesi siano
rimasti in loco o restituiti alle loro famiglie. Potrebbe anche succedere
che i loro organi vengano espiantati per facoltosi israeliani che ne hanno
bisogno. Come i tedeschi di Hitler non sciupavano proprio niente dei
cadaveri degli ebrei facendone financo sapone,
anche i corpi dei palestinesi sono stati usati, (per quanto si è riusciti a
sapere), come pezzi di ricambio. Non sappiamo se questa pratica è ancora in
vigore.
Intanto, con la fattiva collaborazione di Obama che sembra particolarmente
scodinzolante ed accondiscente con la lobby sionista che lo controlla,
l'Egitto sta costruendo un muro di acciaio profondo trenta metri e lungo
dieci chilometri, in gran parte sotterraneo, tra il proprio territorio e la
striscia di Gaza, per impedire che il milione e mezzo di Palestinesi che vi
vivono prigionieri, puniti perchè a suo tempo hanno votato per Hamas,
non possano più scavare cunicoli per procurarsi il cibo, l'acqua e le
medicine di cui hanno bisogno. Molti di loro sono morti asfissiati dai gas
sparsi dagli egiziani e dagli israeliani. Oggi un pulmann di
testimoni di Pace è stato bloccato e sequestrato. E' vietato visitare i
prigionieri. Gaza come Guantanamo.
Questa vergogna per l'umanità costituita dalla condizione dei palestinesi
nei territori occupati da Israele non conta quasi niente per il sistema
massmediatico occidentale. Invece, oggi, tutti i giornali sono pieni da
pagine e pagine di articoli con titoli "strillati" che si riferiscono alle
grandi proteste per la libertà e la democrazia di Teheran e si domandano per
quanto tempo ancora l'Occidente dovrà tollerare (Venturini) un Iran che non
obbedisce alle ingiunzioni, che vorrebbe dotarsi di una bomba nucleare, che
ha un Presidente la cui elezione è stata una truffa.
La pressione psicologica e politica sull'Iran dura da molto tempo e si sta
intensificando. Gli americani hanno bisogno di nuovi teatri di guerra dopo
l'Iraq e l'Afghanistan. Ora si dedicano a parte del Pakistan ed allo Jemen.
L'invasione dello Jemen ci è stata preannunziata quando abbiamo letto o
sentito che il giovane terrorista dell'aereo su Detroit aveva "subito,
subito" dichiarato di appartenere ad AlQaeda e di essere stato addestrato in
Jemen. Dal momento che i generali del Pentagono ci considerano imbecilli era
facile dedurre che si voleva attrarre la nostra attenzione sulle attività
terroristiche dello Jemen. Stamane abbiamo sentito che da un anno la Cia è
presente in loco e che i preparativi per l'invasione sono a buon punto.
I programmi per l'Iran sono per ora affidati all'opera di destabilizzazione
della rivoluzione "verde", colorata secondo il manuale di Gene Harp. Due
autorevoli e stagionati membri dell'estambliscement clericale espressione di
ceti medio alti, grandi proprietari terrieri, miliardari come Musavi e
Rafsaniani,
con la parola d'ordine " a morte il dittatore" guidano una rivolta che sono
riusciti a fare diventare endemica negli ultimi sei mesi. I rivoltosi
vengono visti da tutta la stampa occidentale come martiri della libertà e
della democrazia negata dal Presidente Ahmanedinjed considerato un
usurpatore che deve essere scalzato e appunto messo a morte secondo il loro
grido di guerra. L'obiettivo, sostenuto dagli americani apertamente per
ammissione della Clinton, è portare al governo "i riformisti" cioè gente
dello stesso stampo di Karzay e di Al Maliki. Una sorta di Quisling,
collaborazionisti in funzione di ascari e di sostenitori degli interessi
economici e geostrategici degli USA e dei loro alleati.
Se la protesta dei riformisti di Teheran non diventa guerra civile capace
di scalzare dal potere gli attuali governanti, l'Occidente è sempre pronto a
fare la sua guerra di aggressione. Certo, non è facile, ma sono anni che
Israele si prepara con manovre della sua flotta che ora è dislocata proprio
nei mari antistanti l'Iran.
Molti intellettuali della sinistra europea sostengono i riformisti
iraniani. Decontestualizzano la questione dallo scacchiere internazionale e
sostengono che non si può spiegare tutto con la geostrategia, ma bisogna
considerare anche la lotta di classe. Parlano di lotta per i diritti. In
sostanza si dice che non si può sostenere un regime come quello di
Ahmanedinjed solo perchè è nemico degli USA. Argomento
fragile dal momento che nella geostrategia mondiale si esprimono gli
interessi primari della lotta di classe tra imperialismo e colonialismo ed
in secondo luogo perchè i cosidetti riformisti sono portatori di interessi,
valori, istanze che sono della borghesia miliardaria e medio alta ansiosa di
partecipare al
buffet dei grandi consumi e di scrollarsi di dosso il grigiore di un regime
che dà ai lavoratori ed ai contadini diritti che vengono negati anche nella
"libera" America di Obama. Non c'è dubbio che il sistema sanitario iraniano
sia migliore e di gran lunga più democratico di quello americano.
Può darsi che la rivoluzione verde in Iran alla lunga abbia successo come
le sue consorelle che si succedono come per fotocopiatrice dal 2000. In
dieci anni abbiamo avuto tante rivoluzioni per la libertà e contro la
tirannide in Serbia, Giorgia, Bielorussia, Kirghistizan, Ucraina, in Libano,
Mongolia... Tutte, come si vede, in cruciali zone di forte interesse per
l'espansione mondiale degli Usa. Naturalmente, in paesi come la Colombia
dove si uccidono ventimila cittadini all'anno perchè sospettati di essere
oppositori del regime e nell'Egitto del ferocissimo dittatore Mubarak, non
ci sono problemi di rispetto della libertà e della democrazia. Non sono
necessarie rivoluzioni "colorate" amenochè non cambi il loro governo.
Ricordo infine che è dal 1920 che gli anglosassoni stanno addosso all'Iran
condannandolo alla sofferenza di crudeltà inaudite. Winston Churchill faceva
irrorare i loro villaggi di gas iprite. Il loro primo Ministro, il grande,
democratico liberal Mossadeq colpevole di avere nazionalizzato l'industria
petrolifera sottraendola alle sette sorelle fu rapito dalla Cia ed ucciso.
Al suo posto fu installato un mostro sanguinario come lo Scià. L'attuale
regime deve cadere perchè gli americani non tollerano che
il petrolio dia risorse per una civiltà diversa dalla loro. La millenaria
cultura dell'Iran, erede della grande Persia, deve essere cancellata come è
stata cancellata quella mesopotamica. Al centro di Bagdad oggi troneggia una
base militare USA ed una ambasciata che è grande quanto una citta di
trentamila persone. Domani la bandiera a stelle e strisce sventolerà su
Teheran ed i giovani che oggi gridano la loro voglia di democrazia e libertà
avranno le discoteche con la musica americana dell'ultima generazione,
Pietro Ancona
http://wapedia.mobi/it/Rivoluzioni_colorate
http://www.questotrentino.it/2003/16/mossadeq.htm
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, December 29, 2009 9:58 AM
Subject: Un padre molto particolare di un terrorista molto particolare
Un padre molto particolare di un terrorista molto particolare
Insomma non si finisce mai di stupirsi. Umar Faruk, un ragazzo di appena
ventitreanni, che nel giro di poche ore dalla cattura su un aereo che doveva
esplodere nel cielo di Detroit ha vuotato il sacco, è figlio di un
importante banchiere nigeriano assai ammanigliato con il mondo finanziario
internazionale e membro di molti club tra i più esclusivi. Anche in Italia è
stato nominato Cavaliere della Repubblica una delle più alte onorificenze
che si conferisce a personalità particolarmente benemerite. Non sappiamo
quali meriti abbia questo personaggio della casta dirigente nigeriana per
l'Italia. Forse ha chiuso tutti e due gli occhi per gli insediamenti
dell'Eni e dell'Agip alla foce del Niger che da anni hanno devastato
l'habitat degli abitanti che vi muoiono di cancro, di fame e delle tante
malattie donate dall'inquinamento spaventoso del fiume del quale i loro
antenati avevano tratto salute e nutrimento per migliaia di anni.
Può darsi che appartenga ad una di quelle massonerie molto molto riservate
e che costituiscono una specie di consiglio di amministrazione della
borghesia capitalistica. Non sappiamo. Di certo sappiamo che aveva
denunziato il figlio agli americani. Aveva fatto sapere delle sue cattive
frequentazioni ed aveva messo in guardia la Cia delle intenzioni bellicose
del ragazzo che lui non solo non condivideva, ma condannava.
Il grande banchiere padre amoroso e giusto in questione non mi ricorda
nessuno dei personaggi della antica Roma pronti a sacrificare alla Sacra
Urbe anche gli affetti familiari. Ricordo di uno che si tagliò un braccio
per avere sbagliato un atto terroristico come l'omicidio del comandante
etrusco che
assediava la città. Ma nessuno che avesse denunziato o ucciso il figlio per
ragioni di Stato o di Etica.
La denunzia del padre del disgraziato Umar Faruck mi ricorda invece
l'omicidio di un ragazzo di Canicatti trucidato dal padre mafioso perchè
comunista. Insomma, un delitto ideologico animato dall'odio contro il mondo
che ribolle sotto la nave dei grandi privilegiati delle terra.
Questo signore avrebbe potuto denunziare il figlio alle autorità del suo
paese e farlo imprigionare
in Nigeria. Magari la madre o i fratelli ogni tanto avrebbero potuto fargli
visita in prigione. Invece ha preferito denunziarlo agli americani sapendo
certamente di Guantanamo e dei trattamenti che gli Usa ossessionati dalla
lotta al terrorismo praticano normalmente. Sapendo che difficilmente lo
rivedrà mai più e che sarà assai probabilmente torturato come tutti gli
altri che incappano nella rete dello zio Sam.
Ma il nostro stupore continua ad essere suscitato anche da altre cose.
Faruk, immobilizzato da un regista (in veste professionale sul teatro
dell'evento?) e fatto subito prigioniero non era ancora sceso dall'aereo che
aveva già vuotato il sacco che tutte le agenzie della batteria massmediatica
mondiale hanno subito registrato. Mai visto confessioni così veloci
specialmente da uno che, per essere denunziato dal padre, doveva essere
assai tosto, assai motivato. Insomma, uno che stava per farsi esplodere per
le sue convinzioni politiche che, appena preso, si mette a cantare a
squarciagola e dice tutto quello che sa su di sè e su chi ha condiviso con
lui le sue scelte. Dobbiamo credere? Dice Che è stato addestrato nello
Jemen in un campo di AlQaeda, per un mese, e che altri venticinque kamikaze
sono pronti a compiere altri atti terroristici. Figuratevi Obama! Appena
avuta la "confessione" ha subito riunito fior di papaveri di generali ed ha
impresso un giro fortissimo alla vite dell'apparato antiterroristico. Ha
cominciato con il rafforzare ed aumentare il numero delle missioni di
bambardamento aereo sullo Jemen che, vedi caso, è già stato studiato in
profondità dalla Cia e dal Mossad e che presto sarà ridotto ad un cumulo di
macerie come Gaza, il Pakistan, l'Afghanistan, la Somalia...l'Iraq......
L'episodio di Detroit, per me, significa soltanto una cosa. Anche lo Jemen
sarà incendiato e forse non vedremo mai più le sue bellissime città di
argilla, dipinte con i colori del Paradiso, che ne hanno fatto una altra
rarità come Venezia o New York.
Pietro Ancona
http://www.ilgiornale.it/esteri/il_padre_nemico_estremisti_ha_preferito_legge_figlio/28-12-2009/articolo-id=409717-page=0-comments=1
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: circolo pasolini pavia
Sent: Thursday, December 31, 2009 1:59 AM
Subject: Tre psicolabili tre
Tre psicolabili tre
Nel giro di quindici giorni siamo stati posti dinanzi a tre eventi
drammatici capaci di allarmare il mondo. Il Papa, Berlusconi e un aereo con
trecento passaggeri in volo su Detroit sono stati "attaccati" da tre persone
diverse ma con una caratteristica in comune assai singolare: sono tutti e
tre psicolabili.
Massimo Tartaglia l'aggressore di Berlusconi è uno psicolabile in cura
psichiatrica da anni. Lo stesso dicasi per Susanna Maiolo. Non si sa molto
del giovane nigeriano Faruk ma siamo indotti a crederlo dalle sue stesse
precipitose dichiarazioni. Non era ancora sceso ammanettato dall'aereo che
aveva tentato di fare saltare e aveva già detto di essere stato addestrato
in Jemen, di appartenere ad AlQaeda, di sapere di altri venticinque
terroristi pronti a entrare in azione...Insomma ha dichiarato immediatamente
quanto gli americani riescono ad estorcere ad un "normale terrorista" dopo
anni di torture.
Possiamo ritenere che siamo di fronte ad una coincidenza? Io credo proprio
di no. Bisognerebbe scoprire i "tutori" dei tre aggressori. Dove è stato e
con chi Massimo Tartaglia dalle ore nove del mattino all'ora in cui lanciava
la statuina a Berlusconi? Chi c'era con Susanna Maiolo che, comunque,ha solo
cercato di avvicinarsi al Papa ? Chi era il personaggio che aveva assistito
Faruk
durante tutto il suo viaggio dall'Africa agli USA?
Penso che ci troviamo difronte a classiche operazioni di false flag che
hanno lo scopo di imprimere una forte torsione al corso degli avvenimenti.
Il tentativo attribuito a Faruk di fare esplodere l'aereo ha scatenato Obama
ed i generali statunitensi contro lo Jemen che è già stato aggredito e che
sarà incendiato al pari dell'Iraq e dell'Afghanistan; L'aggressione di
Tartaglia ha indotto il PD a bruciare le tappe di avvicinamento al PDL e a
dichiararsi subito disponibili a far parte della sfera dell'amore contro la
sfera dell'odio dei cattivacci che non vogliono fare la leggina ad personam
al premier. L'episodio del Papa è di più difficile decifrazione.
Bisognerebbe leggere in profondità nella politica vaticana.
Ma si sta esagerando in manipolazione e si conta molto sulla credulità
della gente. Si spera di farla franca e di accreditare il falso come è stato
con l'attacco alle Torri Gemelle e le armi di distruzioni di
massa di Sadam Hussein presentate da Powell all'Onu.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, December 30, 2009 5:02 PM
Subject: Il PD nel governo siciliano di Lombardo
Il Pd nel Governo siciliano di Lombardo
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I dirigenti del PD siciliano negano di appoggiare il Governo costituito da
Lombardo dopo l'espulsione dalla maggioranza dei cosidetti "lealisti" cioè
della fazione del PDL che fa capo al Ministro Alfano ed al Presidente del
Senato Schifani. Vogliono farci credere che Lombardo è un imprudente
temerario che pensa di governare la Sicilia con 31 consiglieri su 90.
Sostengono che Centorrino e Russo sono "tecnici" scelti da Lombardo e non
rappresentanti del PD nell'Esecutivo e che la loro politica è quella di un
sostegno "tematico". Sosterranno di volta in volta le proposte di questo
governo se esse saranno ritenute soddisfacenti. Non riconoscono neppure di
appoggiare dall'esterno il Governo e negano risolutamente qualsiasi
trattativa o inciucio che dir si voglia.
Naturalmente questa sorprendente posizione vorrebbe maldestramente placare
i forti malumori del Partito ma è come voler negare l' evidenza. Il terzo
governo Lombardo nasce sulla base di una trattativa non ufficiale ma molto
impegnativa. D'Alema, il Richelieu dei Palazzi italiani si è intrattenuto
a cena con Lombardo. Hanno mangiato delle orate e quindi stipulato il
cosidetto Patto dell'Orata. D'Alema è famoso per i Patti a base di pesce. Ne
fece uno, diventato famoso, a base di triglie, a Gallipoli con Rocco
Buttiglione. Fu a cena anche con Bossi tanti anni fa , quando definì la Lega
una costola della sinistra. Ma mangiarono soltanto della carne e non ci fu
seguito. Poi Pierluigi Bersani è venuto in Sicilia. Si è incontrato con i
suoi e poi con Lombardo ed ha dato piena disponibilità a sostegno di un
governo delle "riforme". La Sicilia è sempre stata una sorta di laboratorio
per testare scelte o progetti politici che si svilupperanno dopo in sede
nazionale. Anche stavolta non sfugge a questa sua "vocazione" anticipatrice
di eventi che sono in corso di maturazione nei Palazzi Romani.
Non predica forse Napolitano la "coesione"? Che cosa è la coesione se non
la riproposizione a trenta anni della dottrina Berlinguer secondo la quale
non si può governare con il 51%? Si preannunzia la stagione delle cosidette
riforme volute, fortissimamente volute da Berlusconi a cui questa
Costituzione sta assai stretta e vorrebbe un regime presidenzialistico
magari senza contrappesi.
Il PD si sta imbarcando in questa avventura. Non arretra difronte alle
voglie personali di Berlusconi ed a quelle delle destra italiana. Farà di
tutto per essere della partita e non farsi tagliare fuori. Per questo
sarebbe sbagliato giudicare l'appoggio in Sicilia al Governo Lombardo un
fatto localistico dovuto al levantinismo ed alle stranezze della politica
regionale.
E' vero che la Giunta Lombardo nasce in contrapposizione ai cosidetti
"lealisti" cioè al gruppo fedele
al PDL. Ma è anche vero che Berlusconi non ha "scomunicato" Miccichè ed i
sostenitori di Lombardo e finora mantiene un atteggiamento riservato.
Certo la posizione del PD permette alla destra siciliana di respirare, di
chiudere una crisi profondissima esplosa da oltre sei mesi senza ricorrere
alle urne, a nuove elezioni. Sostenzialmente il PD si sostituisce al blocco
di circa trenta consiglieri che vengono meno al governo. Ora l'Assemblea
regionale è divisa in tre gruppi di pari forza. Un gruppo che esprime il
governo, un gruppo che lo sostiene ed un'altro che ne dichiara
l'illegittimità dal momento che si regge con una maggioranza dfiversa da
quella con cui fu eletto.
Il governo minoritario per finta di Lombardo si regge con una solida
maggioranza di due terzi dell'Assemblea. Ha soltanto sostituito i trenta
deputati del PDL e dell'UDC con quelli del PD. Non è cambiato niente.
Lombardo non si è preso neppure la briga di dichiarare la rottura con il PDL
e non dubito che continuerà a sostenere il governo Berlusconi. Una timida
richiesta dei dirigenti del PD
siciliano di dichiarare conclusa l'esperienza del centro-destra è rimasta
senza risposta.
La crisi della politica siciliana, la sua soluzione, sei mesi di trattative
e di tentativi sfociati ora nel terzo governo fatto dal capo del MPA, il
movimento sicilianista e rivendicazionista della borghesia siciliana che non
è più tanto soddisfatta delle mance che elargisce Roma e che vorrebbe
qualcosa di più concreto del Ponte sullo Stretto (al cui banchetto sembra
esclusa a favore di Impregilo ed altri volponi del Nord), non sembra
interessare l'opinione pubblica siciliana stordita dal degrado crescente
e dall'involuzione della vita civile. Palermo e tanta parte della Sicilia
assediata da montagne di spazzatura, bollette astronomiche per pagare
l'acqua ai privati che se ne sono appropriati, la smobilitazione di Termini
Imerese, il licenziamento di circa diecimila insegnanti a causa della
riforma Gelmini, disoccupazione, anziani che non possono più curarsi a causa
di ticket esosi......
La crisi e la sua soluzione interessano soltanto a coloro che seguono
"professionalmente" la politica dal momento che produce posti ben retribuiti
a cominciare dai Consigli Comunali, consulenze, possibilità di ottenere in
gestione qualche servizio....
Anche i quasi trentamila dipendenti "diretti" della Regione comandati da
tremila dirigenti e la pletora dei pensionati superprivilegiati con età
media attorno ai cinquanta anni che godono di assegni eguali a quelli dei
colleghi in attività non riescono ad entusiasmarsi, a seguire le vicende
dei loro patrons. Tutto quello che la Sicilia incassa come risorse
proveniente dal fisco e da tutto il resto finisce nelle fauci insaziabili di
questa mostruosa burocrazia tentacolare.
Il primo atto del nuovo Governo è stato la nomina di 28 Superburocrati,
managers frutto di una
intensa e meticolosa applicazione del "cencelli" siciliano. Costeranno
milioni di euro ma non importa:
i soldi potranno venire anche da un ritocco dell'irpef regionale....
Tra questi superburocrati c'è anche Lucia la figlia di Paolo Borsellino
e nipote di Rita eurodeputata e fino ad ieri contraria all'inciucio. Non
so oggi. Ma è un classico della Oligarchia: mettere un fiore all'occhiello
ad una porcata. Forse nella Giunta di Governo non c'è la magistrata Caterina
Chinnici, figlia del martire della mafia Giorgio? Non c'è anche il
Magistrato Massimo Russo ? Non sono questi simboli, segni di un impegno
contro la Piovra?
Insomma, due magistrati nel governo e la figlia di magistrato martire
della mafia tra i superburocrati.
Ma, queste presenze sembrano una sorta di machillage. Una maniera per
allontanare sospetti di collusioni o di contiguità con la criminalità
organizzata.
Eppure in Sicilia non si respira nei Palazzi della Politica a cominciare
dal Palazzo dei Normanni un'aria di grande impegno, di grande lotta, alla
dominazione mafiosa. I successi che si sono realizzati sembrano (e sono)
frutto di una polizia assai efficiente seppur con scarsi mezzi e di un
gruppo di magistrati che si sentono isolati, disperatamente isolati.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Thursday, December 31, 2009 4:18 PM
Subject: Pietro Micca è afghano
Pietro Micca è afghano......
L'America con i suoi ascari-killers occidentali può continuare a
devastare i paesi che ha invaso con i bombardamenti ed i massacri delle
popolazioni ma non riuscirà a domarli. I suoi eserciti sono fatti di
mercenari molti dei quali militari per necessità che prima o poi entrano in
crisi, si drogano, e quando ritornano in America spesso si tolgono la vita
perseguitati dai ricordi e dai rimorsi. Ogni giorno, diciotto veterani
dalle varie guerre americane si tolgono la vita e la condizione dei
venticinque milioni di reduci USA da tutte le guerre è davvero umiliante e
disperata per l'ingratitudine dello Stato controllato dalle multinazionali
che concede pensioni miserabili (molti vanno a vivere poveramente in
Messico dove il costo della vita è minore) ed assistenza sanitaria
scadente. I patrioti afghani o irakeni sono pronti a morire per compiere
una missione di
attacco al nemico invasore. Questa disponibilità frutto di una grande
motivazione morale e patriottica è del tutto esclusa ai belligeranti
occidentali. Quindi, sebbene la sproporzione sia enorme, la Resistenza,
armata di mine rudimentali e di vecchi kalaskikov riesce ad infliggere duri
colpi ad eserciti di occupazione supertecnologici e che non esitano ad
usare micidiali e velenosi proiettili e bombe all'uranio, al fosforo, al
napalm. Circa quattrocentomila invasori tra militari e contractors e
personale spionistico sono presenti in Afghanistan ed in Iraq e dopo quasi
un decennio di massacri e di occupazione non riescono a controllarli. Alla
fine perderanno ma lasceranno paesi martoriati ed una popolazione con
milioni di malati, mutilati, invalidi. Lasceranno anche migliaia di bambini
mostrificati dal fosforo e dall'uranio che non sopravviveranno a lungo ai
loro genitori ammalati di cancro.
I Comandi militari USA ed Alleati dei territori occupati censurano
drasticamente la stampa. Le uniche notizie che ci arrivano sono quelle delle
stragi quasi quotidiane attribuite i "terroristi". Ma è più logico
attribuirli agli "squadroni della morte" organizzate a suo tempo dal grande
esperto Negroponte per dividere e suscitare odi tra sunniti e sciiti e
comunque tra le varie etnie e comunità tribali. I giornalisti sono stati
tutti uccisi o indotti alla fuga. Non dimentichiamo l'assassinio di Baldoni
e quello tentato di Giuliana Sgrena salvata dall'eroe Calipari. Ricordo una
delle ultime scene che ci fu permesso di vedere di Bagdad nella quale un
carro armato americano prendeva la mira e sparava ad una finestra
dell'Albergo Palestine abitata da giornalisti. La regola applicata dagli
anglosassoni e da israele dovunque si trovino a guerreggiare è quella di
liquidare con le buone o con le cattive i giornalisti, i fotoreporter, ogni
possibile informazione free.
Obama sta cercando di impaurire l'opinione pubblica americana ed
occidentale per avere mano libera alle sue avventure militari in Jemen, in
Pakistan, in Somalia. Forse vuole anche riaprire la questione vietnamita
perchè l'America ha la memoria vendicativa dell'elefante: non dimentica di
essere stata umiliata dai piccoli uomini che la misero in fuga. Vuole la
rivincita. Il Vietnam le interessa moltissimo
anche per la sua vicinanza alla Cina che vorrebbe stringere con lacci e
lacciuoli da tutti i lati. Improvvisamente AlQaeda che molti ritengono sia
una invenzione dei servizi Cia si è messo a fare proclami e si trasferisce
di migliaia di chilometri dal Pakistan allo Jemen. Dopo il suo viaggio in
Africa
Obama si è reso conto della penetrazione cinese nel grande continente e
reagisce con il sistema tipico dei prepotenti mandriani del far west:
militarmente, con i bombardamenti e poi con l'installazione di basi militari
cioè con i reticolati ed il controllo nucleare. Obama si dimostra ancora
più infido del suo predecessore ed ancora più pericoloso dal momento che
riveste la sua mercanzia con un involucro di finto progressismo...
Dopo un anno dal suo insediamento la guerra dilaga nel mondo ed oscura il
futuro. A fronte di ciò è ragionevole la decisione dei russi di riarmarsi e
di prepararsi a possibili aggressioni. Il mondo è in subbuglio nelle mani di
una superpotenza cui manca il contenimento della saggezza e della opzione
pacifista dell'Unione Sovietica.
pietro ancona
http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Micca
http://baghdadcafe.splinder.com/post/941965/Colpito+il+''Palestine''
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, January 01, 2010 11:04 PM
Subject: Sul discorso del Presidente
SUL DISCORSO DEL PRESIDENTE
Si può dissentire dal coro unanime che si leva dai Palazzi della Politica,
dai luoghi di villeggiatura più esclusivi dove molti vip dell'oligarchia, in
attesa di gustare i piatti Cordon blu del gran cenone , hanno assistito
davanti un televisore
all'annuale omelia presidenziale ? I BIG Hanno espresso la loro
soddisfazione per gli ammiccamenti
"autorevoli" alla coesione, alla creazione di un clima favorevole alla
collaborazione per le "riforme". Poi metteranno in testa il cappello di
carta a cono e si dedicheranno al carillon del veglione, a festeggiare la
loro straordinaria fortuna di superprivilegiati della Casta.
Le "riforme "costituiscono l'ossessione del Capo del Governo, un
personaggio incontinente, strabordante, a cui stanno stretti la
Costituzione, la Corte Costituzionale e lo stesso Presidente della
Repubblica e vorrebbe adeguare la Costituzione scritta a quella "materiale"
dove il Parlamento è già ridotto a larva di sè stesso, a votificio dei
decreti, spesso senza discussione, tagliando corto con il voto di fiducia .
Le condizioni "materiali" dei lavoratori sono assai distanti dalle
Garanzie della Carta Costituzionale. La dignità del lavoro garantita dalla
Costituzione, il salario che dovrebbe essere sufficiente al decoro della
famiglia, la funzione della impresa che dovrebbe rispondere non solo al
profitto na anche ad un ruolo sociale, non esistono più e l'Italia è
popolata da milioni di infelici che non sono più in grado di assicurare
vitto, vestiario, cure mediche, scuola alle famiglie. Immagino che quando
Napolitano si riferisce alla depressione dei consumi pensi a quanto si sia
dequalificata la vita
di famiglie che non mangiano da un pezzo una buona bistecca e debbono
accontentarsi spesso delle ali di pollo o di tacchino per avere qualche
proteina. Mi ha colpito la furbizia sul salario che sarebbe alleviato da un
minore prelievo fiscale. Come se aggiungere cinquanta euro ad uno stipendio
medio di mille euro possano incidere. Bisognerebbe fare ben altro ma a
quanto pare il PD e la CGIL hanno promesso alla Confindustria di non
avanzare alcuna richiesta di aumento salariale fuori dalla concertazione al
tasso fasullo della inflazione "programmata"!!
L'Italia nel 2009 si è notevolmente imbruttita. 72 detenuti con età media
trentacinque anni di sono suicidati nelle carceri dalle quali arrivano
sinistri sferragliamenti di catene che fanno pensare all'uso
del pestaggio sistematico per tenere "ordine" in ambienti infernali con la
gente stipata nelle celle come
gli schiavi africani nelle famigerate navi negriere. Per questo popolo
chiuso dietro le sbarre non si fa niente- Questo popolo viene aumentato di
giorno in giorno da una legislazione che criminalizza la povertà e gli
immigrati. Non è stato fatto niente per mitigare questo inferno, per farlo
diventare magari un purgatorio.La cultura che si diffonde all'esterno del
carcere è quella securitaria e razzista espressa con una definizione
lapidaria a suo tempo dal Ministro Castelli: "il carcere non è un Hotel a
cinque stelle"....La stessa grottesca proposta di creare navi-carceriere è
stata abbandonata e magari la sola cosa che Alfano ha in testa è quella di
un'ampia privatizzazione della gestione. Non si sta forse privatizzando
l'esercito?
Tutto il mondo del lavoro è stato devastato dall'azione congiunta di
Sacconi,Brunetta,Gelmini. Centotrentamila insegnanti perdono il posto e la
pubblica amministrazione è diventata oggetto di occhiuta attenzione di
imprenditori in cerca di facili business. Molti degli infermieri che
incontriamo nelle corsie sono fornite da cooperative o da agenzie
interinali. Guadagnano il quaranta per cento in meno dei loro colleghi. Ma
il clima che si è creato è di terrore. Accontentati e guarda chi c'è dietro
di te. Lo stesso Napolitano non si sottrae ma alimenta questo clima quanto
propone di stare attenti ai lavoratori a tempo determinato. Avrebbe potuto
proporre di verificare la legge Biagi e di trasformare tutti i contratti a
tempo indeterminato. Si è guardato bene dal farlo...
Il discorso di Napolitano ruota attorno all'idea di una intesa tra PDL e
PD che, peraltro, sostiene da sempre. All'apparenza sembra una cosa
ragionevole. In effetti è il contrario della normale dialettica tra
maggioranza ed opposizione. Un accordo sulle riforme però farebbe cessare
le polemiche e placherebbe le ire di Berlusconi contro la Magistratura e
contro un assetto costituzionale che non gli permette di amministrare
l'Italia come una proprietà, come la Fininvest.
In effetti, un accordo per riformare la Costituzione con questo
centro-destra dovrebbe essere evitato come la peste dal PD. Non si tratterà
di un accordo ma di una resa incondizionata che, a quanto pare,
è stata già largamente promessa come si evince dalla telefonata di
congratulazioni a Napolitano da parte di Berlusconi. Se non avesse già
mangiato il canarino, non starebbe a comportarsi civilmente e normalmente.
Telefonò forse l'anno scorso o due anni fa? Non ricordo. Non credo.
Il futuro è stato rubato a moltissimi italiani. Non c'è dubbio che c'è
tanta gente che sta bene. Parlo di quelli che hanno riportato in Italia
cento miliardi di euro e forse ne hanno altri duecento fuori. Tutti soldi
guadagnati pagando cinque milioni di precari a meno di cinquecento euro al
mese e realizzando un enorme plusvalore sul lavoro subordinato. Sul quale
mangiano in tanti a cominciare dalle agenzie di collocamento. Il lavoro è
diventato un business su cui molta gente lucra profitti grassi- Molte
prestazioni vengono vendute e rivendute in una filiera che è come quella dei
prodotti prima di arrivare sul mercato. In Italia un colpo di Stato,
bipartisan, è già avvenuto. Almeno il quindici per cento della fetta di
reddito di lavoro dipendente è stata dirottata al capitale, alle rendite,
alle professioni. I lavoratori, mai difesi dalle Confederazioni, sono
ridotti a pietire un lavoro malpagato dall'alto di torri in cui fanno gli
stiliti del nostro secolo senza avere il conforto della terribile fede che
spingeva San Simeone o San Daniele.
Ultima notazione riguarda la definizione di aggressione dell'incidente di
Berlusconi. Definire aggressione l'opera di uno psicolabile andata a segno
per l'incompetenza di una scorta privata è molto grave. Si tratta di un
incidente che deriva dalla fama del personaggio e che non ha niente a che
spartire con la politica. Non si possono attenuare le critiche al
centro-destra perchè c'è stata una "aggressione" nè tantomeno cedere per le
leggi ad personam. In ogni caso spero che Massimo Tartaglia non venga
privato dei suoi diritti fondamentali. Cosa che spero anche per Susanna
Maiolo che non ha fatto niente di male e che purtroppo non posso sperare per
il terzo psicolabile incappato nella rete neonazista dell'impero.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, January 05, 2010 9:09 PM
Subject: De nicola e Napoletano
Enrico De Nicola, napoletano, fu il Primo Presidente della Repubblica.
Giorgio Napolitano, napoletano, potrebbe esserne l'ultimo dal momento che
siamo alla soglia di un periodo oscuro
gravido di incognite e c'è chi lavora per fare dell'Italia una sorta di
principato, di marca feudale , di far west dei ricconi.
Le differenze tra i due Presidenti ci sono e sono rimarchevoli. De Nicola
non usava la macchina di servizio e rinunziò allo stipendio allora di dodici
milioni annui. Napolitano non rinunzia al conforto che il sistema assicura
ai suoi oligarchi a cominciare dal numero uno. Il costo del Quirinale, nel
quale De Nicola si rifiutò di abitare, è enorme. Un Palazzo che è come una
Reggia per quantità di personale che vi lavora dal Segretario Generale agli
stallieri delle tenute di Castelporziano e di San Rossore. Un lusso di
pertinenze riservate e quasi ignote agli italiani che debbono solo pagarne
le spese e lo sfarzo imperiale.
Richiamando l'opera di Enrico De Nicola Napolitano ne ha lodato la capacità
di unire le forze politiche nella transizione verso la democrazia.
Confrontandosi al suo illustre predecessore ha parlato
della necessità della coesione, sostantivo sul quale insiste da anni. Non
c'è suo discorso in cui non si incontra il termine "coesione" almeno una
volta. Mi sono chiesto perchè il Presidente parla di coesione e non di
normale civile rapporto dialettico naturale nelle democrazie parlamentari.
Ho cercato nel vocabolario ed ho trovato: "Dal latino cohaerere essere
unito. Quella forza per cui le particelle della materia stanno unite le une
alle altre.", Insomma le forze politiche dovrebbero stare avvinghiate
naturalmente per il bene dell'Italia per le leopardiane "magnifiche sorti e
progressive".
Bisogna ricordare che mentre De Nicola combinava la collaborazione di forze
antifasciste unite da valori comuni espressi nella lotta di liberazione ,
rappresentate da persone della statura morale di De Gasperi,
Nenni,Togliatti, oggi la coesione dovrebbe mettere insieme persone che
difficilmente esprimono valori condivisibili come Berlusconi e Bossi. Il
primo, a differenza di Togliatti che dal letto di un ospedale, lanciò un
appello contro l'insurrezione causata dall'attentato di Antonio Pallante, è
uscito dall'auto per mettersi in piedi e mostrare al suo pubblico la faccia
insanguinata dalla statuina di Massimo Tartaglia subito attribuita all'odio
comunista. Ne ha fatto stimmate come quelle di Padre Pio. Si dice che abbia
già pronti maxmanifesti del "martirio" per la campagna elettorale
naturalmente per invocare "amore" per se e "odio" per i comunisti che poi
sono tutti coloro che non sono d'accordo con lui. E' vero che Bossi ha
trovato proseliti al suo razzismo in tanti amministratori del PD
ma difficilmente potrebbe essere accettato dal popolo del PD e meno che mai
dalla sinistra italiana. La coesione su cui insiste Napolitano non sarebbe
niente di più che la capitolazione dell'opposizione alla maggioranza. Ora,
mentre la coesione "politica" potrebbe forse essere fattibile dentro i
Palazzi, la coesione sociale mi pare impossibile se non al prezzo di
stabilizzare la condizione servile alla quale è stato ridotto il lavoro
italiano. Possono stare insieme e cooperare coloro che esportano trecento
miliardi di euro sottratti ai salari dei lavoratori e questi che fanno la
fame a mille euro al mese? In che modo aderirebbero alle molecole
confindustriali le molecole dei cinque milioni di precari-ricattati a
salario indecente, non sufficiente per la sopravvivenza? Come pensa
Napolitano di assicurare la "coesione"
cioè la partecipazione al migliore destino dell'Italia da coloro per i quali
lui stesso, riconoscendone i bisogni, non si arrischia a chiedere un
miglioramento del loro stato di più della modesta elemosina dello sgravio
fiscale?
Non so perchè Napolitano insista tanto sulla "coesione". Qualcuno sostiene
che forse un accordo con Berlusconi eviterebbe un colpo di stato.
Personalmente non ne sono convinto anche se starei molto più tranquillo se
avessimo un esercito di leva e non la Spa di Ignazio La Russa. In ogni caso
meglio affrontare e subire un colpo di stato cruento di uno silente che
produce gli stessi effetti. Nessuno si illuda che si possa cambiare la
seconda parte della Costituzione senza attaccarne la prima. I principi della
prima parte non saranno garantiti dal modello di funzionamento della
Repubblica che la destra ma anche parte del PD hanno in testa. Bisognerebbe
sostituire alla parola "coesione" la parola "capitolazione". Tutto sarebbe
almeno più chiaro. Si sarà fatto un colpo di stato a larga partecipazione.
Come si dice oggi: bipartisan.
Pietro Ancona
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=86531&sez=HOME_INITALIA
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, January 06, 2010 12:10 PM
Subject: I terroristi
Leggo su Liberazione un articolo di Martino Mazzonis che assume per lo
Yemen la "velina" che gli americani passano ai massmedia occidentali per le
loro campagne di avvelenamento sul terrorismo
e quindi giustificativo dei massacri in corso in quel disgraziato Paese che
ha la disgrazia di essere interessante per gli USA per ragioni
geostrategiche (corno d'africa etc).
L'articolo è sconcertante innanzitutto per la definizione ed implicita
criminalizzazione dei terroristi.
Dà per buono un false flag costruito apposta per terrorizzare i cittadini
americani basato su un personaggio come Faruk, figlio di uno degli uomini
più potenti dell'Africa, ammanigliato con l'alta finanza mondiale, cavaliere
del lavoro in Italia per la criminale copertura data all'Agip nello
inquinamento della foce del Niger. Un attentatore singolare, forse
psicolabile che non era ancora sceso ammanettato dall'aereo ed aveva già
avuto il tempo di raccontare di essere stato addestrato in Yemen, di sapere
che altri 25 terroristi sono pronti ad attaccare gli USA, di appartenere ad
AlQaeda.
Mazzonis poi accredita la tesi secondo la quale lo Yemen è una vecchia
centrale terroristica.
Leggendolo mi sono ricordato di una villa di Palermo in cui oltre il
solito Garibaldi a cavallo che, come sappiamo, combatte in America e non
abbiamo mai letto nei testi di storia che fosse considerato un terrorista,
c'è il busto di un eroe polacco venuto a cambattere per il Risorgimento
italiano e una per tutte delle brigate internazionali che combatterono in
Spagna nel 1936. Erano tutti terroristi?
Nel mondo c'è un solo grande e terribile terrorismo: quello anglosassone.
Gli americani, a seconda dei loro interessi strategici o economici,
etichettano gli Stati e ne danno una classificazione. Quelli che hanno nel
mirino diventano "stati canaglia". In generale non accettano culture ed
economie diverse da quella loro tranne che nei casi di totale asservimento
come è il caso dell'Egitto che funge da secondino dei palestinesi per
Israele. Da dieci anni massacrano l'Iraq e l'Afghanistan con bombe che
stanno distruggendo anche il patrimonio genetico delle popolazioni. A Kabul
o Bagdad nascono sempre più bambini-mostri dopo i bombardamenti
all'uranio.
Perchè i musulmani di tutto il mondo non dovrebbero accorrere a combattere
a fianco dei loro fratelli
invasi da centinaia di migliaia di soldati e di contractors? Che cosa hanno
di diverso della brigata Sanders che combattè il nazi.fascismo?
Obama, che è di gran lunga più pericoloso del suo predecessore, ha montato
un teatrino per terrorizzare innanzitutto l'opinione pubblica americana. In
questi giorni di feste, ha paralizzato per giorni gli aeroporti gridando "
al lupo, al lupo". La stessa tecnica di manipolazione usata per fare vendere
l'inutile e dannoso vaccino contro l'influenza suina. Si presenta alla
stampa con la faccia incazzata e stravolta in preda ad un procurato delirio
isterico contro AlQaeda che dovrebbe essere
sdradicata. Naturalmente si riferisce alla resistenza patriottica che in
Yemen ed in Somalia ha il consenso della popolazione ed il controllo del
territorio. Come dappertutto. Dovrebbe riflettere Obama sul fatto che dopo
anni ed anni di occupazione militare in Iraq ed Afghanistan i due governi
quisling non si reggono e cadrebbero immediatamente se gli Usa ed i
"volenterosi" si ritirassero.
La sinistra perde la sua identità quando cessa di vedere i problemi dal
punto di vista della alternativa all'imperialismo ed al capitalismo. Si
smarrisce in Yemen o in Iran quando accredita la tesi di Aqaeda o fa di
Musavi il referente di una lotta per la democrazia. Quando non capisce che
la vittoria di Musavi su Ahmanidinjed è la fine dell'indipendenza
dell'Iran ha davvero smarrito la propria identità
Pietro Ancona
03/01/2010
http://www.liberazione.it/a_giornale_index.php?DataPubb=03/01/2010
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: mantovani rfc
Sent: Sunday, January 10, 2010 8:29 PM
Subject: LE CARTE A POSTO
LE CARTE A POSTO
a deportazione avvenuta dei lavoratori africani da Rosarno, un esodo
protetto dai carabinieri dalla lupara dei mafiosi che hanno profittato
dell'allontanamento forzato per non corrispondere il misero dovuto. I mafiosi
come i killers della Pinkerton del novecento sindacale americano e la
polizia come
gli sceriffi che davano man forte al padronato.
come usano fare verso gli irregolari, finalmente il Segretario Generale
della CGIL Guglielmo Epifani apre bocca e si concede ad una intervista
all'Unità dove si diffonde anche a parlare della Polverini (che deve stare
attenta alle cattive compagnie), della Bonino, di Berlusconi, di Craxi, di
Bersani. Insomma, una intervista come occasione da non sprecare soltanto a
parlare degli immigrati ma anche di quanto sta oggi realmente al centro
dell'interesse della Oligarchia nazionale.
La deportazione dei migranti è stata fatta nelle peggiori condizioni
possibili. Lo Stato ha ubbidito ad una intimazione della mafia non tenendo
conto della volontà dei singoli lavoratori. Molti di loro volevano restare,
non sapevano e non sanno dove andare, le mete dei Centri di Accoglienza sono
soltanto stazioni dai quali ripartire non si sa per dove come e quando. Mi
chiedo quale legittimità abbia un allontanamento che coinvolgeva anche
persone perfettamente in regola con le leggi come i rifugiati politici.
L'intervista di Epifani che io ho letto avidamente nella speranza di poter
chiedere scusa per le critiche
che gli avevo rivolto per il silenzio e la mancanza di reazione e di
proposte della CGIL mi ha enormemente deluso. E' un commento agli
avvenimenti fatto da una persona civile ed a volte anche angosciata per il
dramma che gli scorre sotto gli occhi. Come se dal palco di un teatro in cui
si svolge
la rappresentazione della tragedia di uomini umiliati offesi e vilipesi uno
spettatore, una persona perbene facesse le sue osservazioni. Niente di più.
Non dice che cosa farà la CGIL e quindi deduco che non farà niente.
Non propone la legge sul Salario Minimo Garantito che avrebbe efficacia e
darebbe uno strumento giuridico prezioso agli sfruttati ma si limita a
chiedere "un minimo retributivo e contributivo per i lavoratori dei campi".
Ma questo c'è già nel contratto di lavoro e non è efficace. Eppure sono
almeno venti anni che si hanno zone di degrado salariale spaventoso e non
solo in agricoltura ma anche nei cantieri navali e dappertutto.
Epifani parla partendo da un punto di vista inaccettabile e non veritiero
di una violenza (si suppone dei braccianti neri) generata da condizioni di
insopportabilità. Si affretta a dire che non è buonista ed in qualche modo
dà per buona l'idea che la destra ha radicato nella comunicazione italiana
di un legame tra criminalità e clandestinità. I quattro milioni di immigrati
presenti in Italia provengono tutti dalla clandestinità. Sono tutti
criminali? Bisogna stare attenta alla equazione clandestinità-criminalità
quando per le leggi vigenti in Italia si può diventare clandestini perdendo
il lavoro. Ma Epifani non chiede la revisione delle leggi sulla sicurezza.
Non attacca i politici e la ndrangheta calabrese che divorano insieme le
risorse della Calabria. Gli stipendi dei Palazzi della Regione, le
consulenze, i compensi degli amministratori delle tante società finto-miste
pubblico-private, si mangiano da soli grandissima parte delle entrate.
Miliardi di euro divorati dai "politici" e dalle loro parentele e clientele!
Avrebbe dovuto dire di essere buonista non di negarlo. Epifani sa bene
che il termine buonista è stato coniato (almeno politicamente) dalla lega
per disprezzare i valori di rispetto della dignità umana, giustizia,
rispetto dei diritti altrui tipici della tradizione democratica e civile
dell'Italia. Sbaglia a non dirsi "buonista" quando Maroni si dichiara "cattivista".
E così la CGIL con l'intervista di Epifani ed il comunicato della
segreteria regionale calabrese ritiene di aver messo a posto le sue carte.
Burocraticamente la cosa non fa una grinza. Resta la inquietante senzazione
che i migranti, come i precari, come gli stiliti che popolano come le
antenne tv i tetti delle fabbriche e degli uffici in disarmo, restino soli.
Non c'è più un punto di raccordo, un progetto di lotta, una unificazione dei
movimenti verso obiettivi di cambiamento. Non c'è niente. Proprio niente.
Ma, si sa, "i tempi sono cambiati". Parlare di lotta di classe è persino
ridicolo!!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pietro ancona
Sent: Monday, January 11, 2010 10:10 AM
Subject: gli USA sorgente del razzismo
Gli USA sorgente del razzismo
La sorgente del razzismo della destra italiana si trova negli Stati Uniti,
nella politica della Nazione capofila dell'Occidente che si dice minacciata
dal terrorismo islamico e che ha prodotto negli ultimi dieci anni una
legislazione di limitazione di tutte le libertà individuali e collettive in
contrasto con la sua stessa Costituzione. La Patriot Act è la madre delle
leggi italiane sulla sicurezza. Leggi che sono per certi versi peggiori di
quelle emanate dal fascismo dal momento che, se un lavoratore straniero
perde il lavoro come succede a tanti in Italia, perde anche la libertà e la
famiglia poiché viene internato prima di essere espulso, i figli minori
potrebbero essere dichiarati affidabili se la moglie non ha i mezzi
sufficienti per mantenerli e comunque anch'essa potrebbe essere arrestata ed
espulsa. Non è prevista la condizione di casalinga e di madre delle donne
immigrate. Possono essere accettate soltanto se lavoratrici.
Finiamola con l'attribuire soltanto alla Lega la responsabilità della
crescente xenofobia degli italiani.
Fior di opinionisti a cominciare da quelli del Corriere della sera
enfatizzano fino all'eccesso la questione della clandestinità e ne fanno la
causa della criminalità. Gli intellettuali al servizio della borghesia
italiana interessati al lavoro nero che permette plusvalori di miliardi
nascosti all'estero, martellano l'opinione pubblica di messaggi sempre più
intolleranti. Ora, i quattro milioni di stranieri regolari provengono tutti
da ingressi clandestini. L'odio diffuso a piene mani contro i clandestini
abbassa il valore del loro lavoro, li rende ricattabili e soggetti alle
voglie di datori di lavoro
che spesso, per non pagare i loro miseri salari, li denunziano e li fanno
arrestare alla fine delle prestazioni. Magdi Allam, Panebianco, Galli della
Loggia, ed altri grossi calabri sono addetti a fornire munizioni ideologiche
al razzismo nostrano. Spesso il crimine compiuto da uno straniero viene
sfruttato per giorni e giorni per avvelenare l'opinione pubblica.
La trovata della Lega di escludere agenzie di pulizia gestite da migranti
dagli uffici pubblici è perfettamente coerente con le paranoiche
prescrizioni che gli USA emanano per alimentare la cosidetta lotta al
terrorismo. Una lotta fatta anche di colpi di teatro, di migliaia di persone
bloccate negli aeroporti per falsi allarmi durante le festività, di uno
stato permamente di ansia per possibili attentati. Tutto questo mentre
pesanti bombardieri USA sganciano migliaia di tonnellate di esplosivo
sulle città e sui villaggi di tante nazioni del mondo e si fanno piani per
aggredire ed occuparne altre.
Già nel cinquecento a.c. veniva posta nella Grecia di Socrate e Sofocle
la questione del rapporto tra cittadini e leggi ingiuste. Socrate, pur
riconoscendo ingiusta la condanna subita dall'assemblea dei 501, rifiuta di
scappare e preferisce bere il veleno. Sofocle si schiera dalla parte di
Antigone che disconosce a Tebe il diritto di impedire la sepoltura del
fratello e preferisce farsi murare viva piuttosto che lasciare Polinice in
pasto ai cani. Ha sbagliato Socrate e aveva ragione Sofocle!
Credo che la disobbedienza a leggi ingiuste e persino oltraggiose della
Costituzione sia dovuta. Anche se si tratta soltanto di disobbedienza morale
non avendo nessuno di noi la possibilità di opporci alla esecuzione di leggi
che ripugnano profondamente alla nostra coscienza morale, dobbiamo
trasmettere la nostra protesta, la nostra opposizione ad ogni limitazione
arbitraria della libertà. Non hanno alcun diritto gli americani di
trattenere a Guantanamo e torturare prigionieri sottratti ad ogni tutela,
privi di difesa, mai condannati da una Corte. Prigionieri di cui non
sappiamo niente tranne che come i lebbrosi senza identità venivano chiusi
nei lazzaretti questi vengono sottratti alle loro famiglie ed alle loro
comunità sulla base di sospetti che dovrebbero diventare reati soltanto
attraverso la detenzione e le torture.
La lotta contro le leggi razziali italiane non può essere slegata dalla
lotta contro le guerre colonialiste dell'Occidente, contro la menzogna del
conflitto di civiltà e della esportazione della democrazia.
Non si può essere antirazzisti ed appoggiare gli USA facendo della loro
"democrazia" un prototipo. Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, January 12, 2010 10:48 AM
Subject: La CGIL dopo Rosarno
La CGIL dopo Rosarno
La storia, seppur con modalità diverse, si ripete e noi non impariamo mai
nulla da quanto è successo. La CGIL di oggi mi ricorda quella di Ludovico
D'Aragona che la governò dal 21 al 1925 e accettò di incontrarsi con
Mussolini e D'Annunzio e, dopo l'assassinio di Matteotti, rifiutò la
proposta dei comunisti per uno sciopero generale di protesta. Ma, a
differenza di allora, non abbiamo un Bruno Buozzi che incarna, seppur nel
poco tempo concesso dal fascismo, l'alternativa di classe e socialista al
collaborazionismo subalterno e perdente.
All'indomani della drammatica vicenda razzista culminata con la
deportazione voluta dalla mafia ed eseguita dal Governo dei lavoratori neri
di Rosarno per i quali sono state spese poche parole di circostanza in una
intervista di Epifani, mentre i tetti sono pieni di lavoratori stiliti come
antenne tv che gridano la loro disperazione ed anche il loro senso di
isolamento e di sconfitta, la CGIL non trova di meglio che fare la richiesta
di una elemosina, di una mancia di 500 euro una tantum "per rilanciare i
consumi"come annota "il Sole 24 ore".Chiede poi l'abbassamento della prima
aliquota dal 23 al 20 %.
Riguarda lavoratori e pensionati con redditi fino a 15 mila euro. Ad occhio
e croce una beneficiata di pochi spiccioli, qualcosa come settanta centesimi
di media al giorno! Rassegna Sindacale parla di una riduzione "strutturale"
delle tasse di 100 euro mensili per i prossimi tre anni ma bisognerebbe
capire meglio come arriva a questa quantificazione.
Insomma, la questione dell'immiserimento dei lavoratori e delle loro
famiglie viene affrontata soltanto dall'unico lato concesso dalla politica
di alleanze con i ceti "produttivi" del PD: il lato fiscale. La modalità è
quella che era stata inaugurata dal Governo Prodi: la mancia una tantum.
Viene ignorata la condizione di milioni di schiavi bianchi e negri per i
quali, l'assenza di una legge sul Salario Minimo Garantito, e l'altissimo
livello di ricattabilità concesso ai loro datori di lavori dalla legge
Biagi, costringe a retribuzioni miserrime medie di 400 euro mensili senza
altri diritti. Non viene chiesto un adeguamento generale dei salari
falcidiati dal fiscal drag. Le aziende sembrano esonerate dal dovere di
migliorare le retribuzioni dei loro dipendenti. Insomma, il quadro generale
dei rapporti sociali non viene toccato. Bisognerebbe chiedere il ripristino
della scala mobile, una parola diventata tabù per i dirigenti sindacali,
una parola fortemente criminalizzata dalla destra e dal padronato italiano
che le attribuisce poteri inflattivi quando invece è sempre servita per
trattenere l'aumento dei prezzi. Nel timore di uno scatto di contingenza, le
aziende esitano ad aumentare i loro prodotti o servizi. Oggi invece sono
scatenati dal momento che è per loro puro profitto senza pagare alcun dazio
a nessuno e meno che mai ai loro dipendenti.
Salario Minimo Garantito, Aboilizione della Biagi e Scala Mobile
dovrebbero essere gli elementi di
una vera riscossa sociale dei lavoratori che oltretutto sarebbe un tonico,
un bene per l'Italia, dal momento che soltanto l'osservanza dei diritti e
la corresponsione del giusto potrebbero riaprire la strada del risanamento e
del progresso. Moltissimi economisti sostengono che migliori salari e meno
infelicità nella condizione umana di chi lavora sono la strada per uscire
dalla crisi. Invece si ha la netta senzazione che si punti alla salvezza
soltanto dei benestanti. Non importa se un terzo della popolazione sta male.
Intanto ieri a Rosarno la mafia che fa politica e si è resa conto che la
partita della caccia all'africano si era conclusa con una sua nettissima
perdita di faccia ha organizzato una manifestazione assieme a qualcuno di
coloro che Malcon X chiamava "negri di cortile" cioè di coloro che tradivano
la loro comunità per compiacere con atti di basso servilismo i "bianchi". Le
parole d'ordine della mafia c'erano tutte: attacco allo Stato e
criminalizzazione della stampa che nella circostanza ha dato una
informazione corretta ed a volte anche indignata per le sarabande da KKK.
Naturalmente lo striscione contro la mafia portato da un gruppo di ragazzi
non è stato permesso dagli organizzatori.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, January 13, 2010 3:59 PM
Subject: Craxi
IL DECENNALE DELLA MORTE DI CRAXI
Il 12 luglio del 1976 mi trovavo a Roma per una riunione della CGIL. Saputo
che all'Albergo Midas era riunito il Comitato Centrale del PSI decisi di
andarci. Nella Hall dell'albergo c'erano i socialisti che passeggiavano a
gruppetti forse in una pausa dei lavoro. Solo, seduto su un divano, c'era
Francesco De Martino
che rosicchiava nervosamente uno stecchino. Era di un pallore che tralignava
nel giallo. I maggiorenti socialisti che fino a ieri si piegavano in due per
ossequiarlo gli camminavano davanti come se fosse parte della tappezzeria.
Mi fece davvero una fortissima impressione questa scena dal vivo di una
congiura di palazzo con defenestrazione del Segretario del Partito.
Francesco De Martino aveva guidato il Partito con grande onestà personale ma
altrettanta indolenza.
Era troppo uomo di studi per farsi assorbire completamente dai gravosi
impegni della sua carica. Gli piaceva andare a caccia allevare canarini ed
insegnare storia del diritto romano di cui era uno dei più grandi cultori.
Negli ultimi anni forse si era convinto della inutilità della esistenza di
due partiti della sinistra, il grosso pci ed il nervoso psi. Forse si era
convinto che il centro-sinistra fosse una esperienza in perdita a fronte
della predominanza dc. Inoltre, il PCI e la DC tendevano a colloquiare " ad
inciucire" come si direbbe oggi sulla testa dei socialisti. Credo che
considerasse esaurita l'esperienza del PSI difronte alla notevole
trasformazione in senso socialdemocratico del PCI. La parola d'ordine della
sua ultima campagna elettorale fu: "mai più al governo senza i comunisti".
Il PSI naturalmente perdette quote consistenti di elettorato riducendosi
sotto il 10% soglia allora considera pericolosa per la sua stessa
sopravvivenza. Rispetto al 68 il PSI perdeva quasi un terzo del suo
elettorato.
Il putsh fu voluto da Giacomo Mancini ed ebbe come protagonisti Bettino
Craxi, Claudio Signorile ed Enrico Manca. Tre giovani colonnelli. Signorile
rappresentava l'ala sinistra del PSI, Craxi l'ala automista e Manca era Gano
di Magonza, il demartiniano che pugnalava alla schiena il suo maestro e
benefattore. Poi lo scoprimmo uomo della P2.
Al Congresso di Torino del 79, dove ebbi l'amarissima sorpresa di trovare il
simbolo dei Partito (falce, martello, sole nascente e libro) sostituito dal
funereo Garofano, Craxi si era giù liberato di Manca e si accingeva a
governare da solo relegando Signorile al ruolo di capo della opposizione
interna.
Aveva già le idee chiare sul da farsi. Prima di tutto liquefare il Partito
con l'abolizione del Comitato Centrale che era un organismo di vero
controllo e decisione a favore di un Consiglio Nazionale dove imbarcò molti
cosidetti rappresentanti della società civile, una sorta di arca di noè di
predisposti allo abbandono della nave in caso di pericolo ma di profittarne
per saccheggiarne la cambusa ed i mari circostanti.
Cinque anni dopo, al Congresso di Verona trasformato in una sorta di corrida
di pretendenti a tutto, alle cariche, alle ricchezze, ai posti, con una
platea di fanatizzati che batteva minacciosamente i piedi su un tavolato che
rimbombava sinistramente, attaccava il Parlamento come "parco buoi",
fischiava Berlinguer, mandava oscuri e cifrati messaggi ai capi della DC,
dava una rappresentazione della politica corsara di "Ghino di Tacco" il
bandito malandrino che si appostava per derubare i passanti. Il Congresso
era dominato da simboli massonici fin troppo eclatanti. Vi fece la comparsa
anche la Piramide con Occhio in quello di Palermo.
Il glorioso partito socialista era finito forse per sempre. Sopravvivevano
persone limpidissime come Riccardo Lombardi, Antonio Giolitti. Altri erano
stati cacciati via dopo essere stati insultati come "intellettuali dei miei
stivali." La bellissima figura di Tristano Codignola ed i tanti come lui che
davano lustro al socialismo italiano nella scuola e nella cultura venivano
sbeffeggiati ed allontanati. I nuovi astri tutti personaggi interpreti di
una politica senza valori e di mero potere come De Michelis, Martelli,la
Ganga e tanti tanti altri. Lo stesso Signorile divenne la sinistra
"ferroviaria" un modo per descrivere le sue prevalenti attenzioni
correntizie. Le idee divennero un puro orpello.
L'ossessione del potere e dello "spazio vitale" dei socialisti divenne la
paranoia prediminante nel Partito di Craxi. I risultati furono assai
modesti. Non si recuperarono mai il 15% del 68. Il massimo fu un 14,2 che
spingeva sempre di più il PSI nel vicolo cieco del partito indispensabile
per fare maggioranza ma niente di più.
La cosa peggiore del suo governo fu la cancellazione del tratto laico del
PSI. Rinnovò e peggiorò i patti lateranensi mal consigliato da Gennaro
Acquaviva un uomo del Vaticano che esercitò una influenza nefasta su di lui
e sul PSI. Gli accordi del 1984 hanno stabilizzato un dominio della Chiesa
nelle cose italiane che durerà ancora per molto riducendo la sovranità
dell'Italia a paese concordatario. Sono peggiorativi di quelli stipulati da
Mussolini anche se la religione cattolica non è più ufficialmente religione
dello Stato.
Il PSI fu rivoltato da Craxi come un calzino. Divenne un partito liquido
controllato spesso dall'esterno da personaggi in alleanza trasversale con
gruppi dei potere politico ed economico. Tutti i punti della riforma che
Berlusconi vuole imporre all'Italia sono stati indicati da Craxi. L'assetto
della Repubblica Presidenziale craxi-berlusconiana è naturalmente di destra,
di una destra degradata più vicina alle esperienze delle repubbliche
sudamericane di una volta che alla destra europea. Nella Repubblica di Craxi
o di Berlusconi conta soltanto la volontà del Capo. La democrazia è una
perdita di tempo.
Craxi ha distrutto il socialismo italiano. Mussolini ne fu espulso e,
nonostante i venti anni della sua dittatura, dopo di lui il PSI è tornato
primo partito dell'Italia moderna. Dopo Craxi il socialismo italiano non
esiste più se non nella nostalgia di un reducismo patetico o incarnandosi
profondamente nel berlusconismo ad opera di personaggi come Stefania,
Boniver, Sacconi, Tremonti, ed altri.
Il socialismo italiano non tornerà mai più a vivere fino a quando non si
sarà liberato del tutto della esperienza del quindicennio craxiano.
Le celebrazioni di questi giorni, ampiamente usate dal regime
berlusconiano, si svolgono in un clima del tutto negativo per il PSI. Da un
lato i berlusconiani celebrano in Craxi il loro Maestro e Martire,
dall'altro i detrattori ne oscurano anche taluni degli aspetti positivi e
recuperabili della sua politica quali
l'amicizia con Arafat ed i palestinesi, una malcelata insofferenza per il
giogo statunitense.
Sarebbe stato meglio per la sua memoria e tutti noi se non si fosse
insistito tanto nella forzatura di farne un martire a tutti i costi. Non era
un martire. Il suo discorso alla Camera "siamo tutti colpevoli" non lo
assolve.
Il socialismo italiano se vorrà tornare ad essere quello che era dovrà
liberarsi del suo ricordo r rinunziare per sempre alla sua eredità.
L'eredità di Craxi appartiene a Berlusconi e nell'ideologia e nel modo di
gestire la politica. Le sue idee hanno infettato e contaminato il PCI oggi
PD. Il leaderismo,
il partito liquido, la menzogna della fine della lotta di classe,
l'accettazione del liberismo come dogma sostitutivo del comunismo, fanno del
PD di oggi un Partito privo di anima e di identità.
Le idee di Craxi, sviluppate da Berlusconi, hanno dato vita ad una forte
destra con forte identità. Accolte con invidia dal PCI lo hanno scompaginato
e disorientato.
I socialisti dobbiamo riprendere da dove lui ha cominciato. Un metro prima
da dove lui comincia.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Tuesday, January 19, 2010 10:23 AM
Subject: Il gretto di Burri
Il gretto di Burri
Se il Presidente della Repubblica, massima autorità morale dello Stato
custode della Costituzione interviene con una lunga lettera alla vedova di
Craxi proponendo una forzata distinzione tra vicenda politica e vicenda
giudiziaria , se oggi il Senato si dedica ad una cerimonia commemorativa nel
decennale della scomparsa , se una folla di ministri e di politici si è
recata in pellegrinaggio ad Hammamet, il significato di tutto questo è uno
ed uno solo: ha sbagliato la magistratura italiana a perseguitarlo e poi a
condannarlo. Siamo in presenza di un abuso terribile compiuto dal potere
giudiziario che ha recato danni irreparabili ad una persona, alla sua
famiglia, alla nazione.
La santificazione dell'esule o del latitante non ricercato avviene
attraverso la contestazione della durezza del trattamento subito dai
Magistrati. Se lo stesso Napolitano afferma questo dà vigore ed autorità
alle leggi presentate in Parlamento che vogliono sottomettere la
Magistratura al potere politico
e ridurne la possibilità di intervento nella sfera dei potenti. Non si vuole
ridurre "in generale" il potere della Magistratura ma soltanto "in
relazione" agli altri poteri della Repubblica ed in primo luogo L'Esecutivo.
Infatti, le proposte di processo breve e le leggi ad personam che fin qui si
sono fatte
sono contemporanee ad altre leggi che incrudeliscono i trattamenti verso i
poveri ed i migranti ed i cittadini in genere con la reintroduzione del
reato di offesa a pubblico ufficiale o la schedatura dei clochards o
l'aumento di un terzo delle pene per gli stranieri clandestini. Si è
assolutamente indifferenti
a quanto avviene nelle carceri italiane che segnalano sei "suicidi" in
quindici giorni e non si parla della necessità di riforme per l'abolizione
dello orribile istituto fascista dell'internamento e dei manicomi
giudiziari. Lo strabismo è davvero straordinario: da un lato si marcia verso
l'impunità dei potenti e dall'altro verso una stretta, un giro di vite per
una giustizia che diventa terribile per chi non ha i mezzi
per pagarsi una difesa. Difesa che diventa sempre più privilegio dei ricchi
dal momento che le spese giudiziarie sono diventate pesantissime e per
sostenere il nuovo processo ci vogliono
fiumi di denaro. Come avrebbe potuto farsi riconoscere innocente Stasi se la
sua famiglia non avesse avuto i mezzi per pagarsi le controperizie che hanno
ribaltato il processo di Garlasco?
Ma il processo di beatificazione a Craxi non riguarda soltanto l'attualità
della questione del ruolo della Magistratura. Si estende a significative
riforme della Costituzione che Craxi voleva presidenzialista, con un potere
decisionale illimitato per il Capo del Governo, ed autoritaria verso il
mondo del lavoro
dal momento che per decreto abolì quattro punti di contingenza dal salario
dei lavoratori. Una Costituzione molto più concordataria di quella di
Mussolini dal momento che riconosce il principio del finanziamento perenne
alla Chiesa con l'otto per mille ed altre limitazioni della laicità dello
Stato a cominciare dalla scuola. Insomma, il senso di quanto sta accadendo
con un ruolo strano e pesante del Capo dello Stato è: andiamo avanti verso
la realizzazione di una Terza Repubblica che realizzi pienamente l'idea di
governabilità che ispirava l'azione di Craxi. E' molto significativo in
tutto questo il fatto che la maggior parte del gruppo dirigente craxiano sia
traghettato ed assai comodamente inserito
nel governo Berlusconi e nelle istituzioni. Non c'è alcuna discontinuità tra
l'ultimo craxismo ed il berlusconismo. Sono la stessa cosa. Il Caf è
diventato Casa della Libertà alleata con La Lega razzista del Nord. La
destra prodotta dalla mutazione genetica del PSI è tutta dentro la nuova
maggioranza.
Non ci sono più moltissime tangenti dal momento che queste sono state
legalizzate dalle contribuzioni ai partiti ed ai giornali e sopratutto dai
trattamenti da nababbi dei Ministri dei parlamentari e degli amministratori
pubblici. Che bisogno c'è di rubare, di farsi dare la mazzetta, se facendo
il Presidente di un Ente, magari del tutto inutile o dannoso, si guadagnano
milioni di euro l'anno?
La prima Repubblica, a cominciare dalla Costituzione, ebbe forza dalla
presenza e dall'incontro di tre grandi culture politiche la cultura
comunista, quella socialista e laica e quella cattolica. Di queste tre
culture che realizzarono momenti altissimi di democrazia, libertà e
prosperità del Paese oggi ci sono soltanto macerie. Sono state scacciate a
vantaggio delle forze sconfitte dalla Resistenza e dalla Costituzione.
Tutte le macerie sono coperte da una sola coperta che, come il gretto di
Burri a Gibellina le ricopre. La coperta liberista di una Oligarchia del
Privilegio che lucra una parte oramai
vistosa del pil. Il sistema politico italiano sempre più antidemocratico ed
iniquo costa miliardi di euro
sottratti alla scuola, alla sanità, ai trasporti, alla cultura. Un paese che
intristisce e fa indietro trainato da una Oligarchia che ha bisogno di
santificare Craxi per legittimare sè stessa ed il proprio tradimento della
Costituzione.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, January 17, 2010 8:33 PM
Subject: il papa in sinagoga. Sfoggio di penne di pavone da ambo le parti
Nell'incontro con Papa Benedetto, pieno di prosopotea da ambo le parti nella
cornice barocca della Sinagoga di Roma, il rappresentante degli ebrei
parlando di Israele ha detto che la sua terra è santa non perchè sia santa
in sè ma per il popolo prescelto da Dio che la abita.
Se non ho capito male, se la terra è abitata da non ebrei non è più santa.
Insomma gli ebrei avrebbero il dono di rendere santa la terra che
calpestano. Ma questo avviene dappertutto? Anche a Roma.?
A proposito della fratellanza tra ebrei e cattolici sempre lo stesso
portavoce o rabbino o non so che cosa ha fatto la storia dei fratelli
presenti nella Bibbia a cominciare da Caino e Abele ed altre due coppie che
adesso non ricordo. Fratelli-coltelli-assassini!! Alla faccia della
fratellanza!!
L'unica cosa che mi è piaciuta è avere ricordato che gli ebrei di Roma sono
liberi soltanto dalla breccia di Porta Pia. La cosa mi ha riempito di
orgoglio ed ho pensato. Ci siamo voluti gli atei, i miscredenti del
risorgimento, i liberal, oggi si direbbe i comunisti,
per liberare dalla schiavitù del ghetto gli ebrei!
Viva il libero pensiero
Pietro ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, January 17, 2010 9:24 PM
Subject: Craxi
Caro Prof.Flores D'Arcais,
ho letto quanto ha scritto su Craxi nel paginone del "Fatto". Condivido
tutto tranne la periodizzazione del craxismo in un primo ed un secondo
periodo. Il primo caratterizzato da contenuti
"positivi" ispirati ad una collaborazione-intesa con Bobbio, Lombardi,
Giolitti. Un secondo dal 79 alla fuga in Tunisia.
Mi consenta di osservare che il primo periodo non è mai esistito. Bobbio ha
avuto sempre assai poco da spartire con il PSI e meno che mai con Craxi.
Bobbio era un guru dei liberali di sinistra, stimatissimo ma estraneo.
Lombardi era di tale calvinistico rigore che mai avrebbe potuto avere un
qualche rapporto di collaborazione con Craxi. Era stato emarginato e gli
affari con la minoranza di sinistra Craxi li faceva con Signorile,
personaggio disponibile ed assai scafato titolare della sinistra
"ferroviaria" per via del traffico da lui aperto con tutti coloro che
avevano a che fare con le ffss per appalti, forniture o altro. Giolitti fu
sempre considerato "estraneo" al Partito anche se ricopri' incarichi di
grande responsabilità nel governo e proposto da Craxi, contro Pertini, a
Presidente della Repubblica.
Il successo di Craxi fu dovuto in grandissima parte al rancore o
addirittura odio accumulato nelle viscere profonde del PSI nei confronti dei
comunisti i quali, in trenta anni di collaborazione, avevano sempre relegato
i socialisti alla funzione di "vice" dappertutto negli enti locali,
sindacati,cooperative,
in tutti i centri di gestione "unitaria". I comunisti erano riusciti ad
esasperare i socialisti giungendo financo a privare i "quadri" del PSI
degli stipendi specialmente nei Sindacati. Le ricordo che Del Turco,
segretario della FIOM socialista, veniva escluso dalle trattative con la
Fiat che venivano gestite dalla corrente comunista e dallo stesso PCI. Craxi
toccò la corda del rancore socialista per tantissime umiliazioni subite e
fece del PSI un Partito visceralmente anticomunista, insofferente e oramai
infedele alla politica unitaria.
I socialisti erano stati il primo Partito della sinistra italiana nelle
prime elezioni del dopoguerra. Restò sempre in loro una mentalità
"maggioritaria" che li rendeva insofferente a posizioni subalterne. Pensi
che ancora oggi che sono a meno dell'uno del cento conservano la mentalità,
la cultura, di un partito maggioritario. E' una terribile contraddizione
essere un'anima enorme dentro un corpo piccolo piccolo!
Craxi, nell'illusione di conquistare il potere, si corruppe ed accettò di
scivolare ad accettare protezioni ed amicizie davvero estranei al
socialismo. Il suo cinico vice Martelli al Congresso di Verona si vantava di
aver fatto un radicale turnover della base socialista. Disse che erano
usciti cinquecentomila socialisti ed altrettanti se ne erano formati di
nuovi. Uscivano gli artigiani, i maestri, gli operai, gli intellettuali ed
entravano quelli che furono la grande mutazione genetica. La gente venuta a
Verona o a Palermo non aveva niente a che spartire con i socialisti di
Nenni, Lombardi, Pertini, Santi...... Era la base che oggi affolla e tifa
freneticamente per Berlusconi!
Se rivede i filmati dei congressi dell'era craxiana scoprirà che la
scenografia era rigorosamente e pacchianamente massonico : quadrante, tempio
greco, piramide con occhio etc.....
Con Craxi il PSI fuoriesce dalla storia del socialismo e del movimento
operaio. Diventa un partito
sudamericano ed assai ambiguo che ostenta il taglio della testa degli operai
con il decreto di soppressione di quattro punti di scalamobile.
Le scrivo perchè sono un vecchio socialista che ha vissuto tutti i
Congressi da quello meraviglioso di Venezia del 56 in poi. Sono uscito dal
PSI nell'87 ma non lo votavo più sin dall'84 (Verona).
Con stima.
Pietro Ancona
ps: le assicuro che il PD, senza aver avuto Craxi, si è sfasciato nel
peggiore dei modi. E' ancora in piedi perchè la gente non sa dove sbattere
la testa. Ma è del tutto finito ed ha spogliato il socialismo italiano assai
di più di quanto non abbia fatto craxi con la sua corruzione.
Pietro Ancona
****
Spinto dalla intervista di Cammilleri sono andato a rileggermi il Giorno della Civetta che, per me, è il migliore libro che sia stato scritto contro la mafia. Il confronto che Cammilleri ne fa con Gomorra di Saviano è inaccettabile. Gomorra è inconfrontabile con l’opera di Sciascia, è una sorta di affresco iperealista che denunzia il giganteggiare il male ed il suo impadronirsi di tutto il tessuto sociale. Ho rivisto anche il bellissimo film di Damiano Damiani ispirato al"Giorno della Civetta" pessimista assai di più di Sciascia che si conclude con Don Mariano affacciato dal suo terrazzo che si riceve gli omaggi della popolazione che ha capito quanto sia forte ed invulnerabile. Don Mariano è lo Stato. Nel Giorno della Civetta il capitano Bellodi conclude il libro proponendosi di tornare in Sicilia. Esclama: "Mi ci romperò la testa" Si può vedere in lui assai prima del tempo Falcone, Borsellino o lo stesso generale della Chiesa. Lotta senza quartiere alla mafia. Lo stesso non può dirsi di Montalbano che ha sempre buoni rapporti con la mafia, ci convive, arriva addirittura a fare dei summit con i grandi capi delle cosche per dipanare la matassa di omicidi ai quali ritiene che la mafia non sia coinvolta. Infatti, in uno dei suoi romanzi, in occasione dell’omicidio di un appaltatore che i più attribuiscono alla mafia, Montalbano scopre che si tratta del delitto di una donna timorosa di perdere la sua posizione economica. Tutta l’intervista di Montalbano mi è sembrata piena di una sorta di malanimo verso Sciascia che di tanto in tanto affiora nel racconto di diverse vicende. Trovo imbarazzante il fatto che per ben due volte sottolinea il fatto che era amico di Sciascia soltanto di secondo livello. Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, January 25, 2010 3:24 PM
Subject: Salario Minimo Garantito
La risposta che dà Ferrero alla provocazione di Brunetta, degno pellegrino
di Hammamet,
è sbagliata. La questione dei bassi salari dei giovani precari italiani non
si risolve per via fiscale ma stabilendo una garanzia di legge, erga omnes.
I giovani precari italiani oggi sono pagati due o tre euro l'ora. Basterebbe
fissare il Salario Minimo Garantito ad almeno 7 euro l'ora. Non capisco
perchè i bassi salari delle aziende siano diventati tabù intoccabili per la
CGIL e per la sinistra italiana!
E' sconcertante che la gente che porta all'estero centinaia di miliardi di
euro sottratti ai salari debba vedersi favorire dallo Stato per mantenerli
bassi!
Pietro Ancona
http://www.leggo.it/articolo.php?id=43301&sez=CRONACA&ctc=20
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Tuesday, January 26, 2010 8:15 AM
Subject: Bertolaso
Caro Fusi,
Il servilismo italiano verso gli USA non ha davvero limiti. Bertolaso ha
detto "impoliticamente" quanto ha visto e ciò che gli americani hanno
occupato militarmente Haiti senza dare un sorso d'acqua ed un pò di pane ai
disgraziati terremotati. Bertolaso è stato fin troppo gentile con gli
americani che non danno niente, ma proprio niente a nessuno-
Non c'è differenza tra haiti e Katrina. Il sistema capitalistico non è in
grado di soccorrere nessuno. E' buono solo ad arraffare o a bombardare!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, January 27, 2010 8:37 AM
Subject: LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA
LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA
C'è chi pensa che la memoria sia negativa perchè tiene sempre vive ed
aperte le ferite, divide i popoli
coltiva l'odio per i torti subiti e quindi sarebbe meglio l'oblio, vivere
nel presente guardando al futuro e rimuovere gli elementi di divisione e di
rancore. Altri pensano che la memoria sia giusta, per non dimenticare il
martirio di quanti furono ingiustamente perseguitati ed uccisi, per
insegnare all'umanità a non ricadere nella barbarie del crimine. L'Italia
si è data una legge per ricordare l'Olocausto e l'orrore
del nazifascismo e dei suoi campi di sterminio. In effetti il ricordo dei
crimini di Hitler non è mai diventato condanna o rifiuto del popolo tedesco
ma della terribile ideologia che originò gli orrori più
spaventosi del novecento.Quindi ricordare non vuol dire odiare
indiscriminatamente coloro dai quali è venuto il male, la tragedia per
milioni di esseri umani ma liberarci e distanziarci dalle ideologiche che
discriminano per pregiudizi razzisti o odio politico e sociale.
Ma, nonostante sia viva la memoria dell'OLocausto ed è diventato
addirittura reato penale negarlo in alcuni paesi europei e qualcuno sia
finito in carcere come "negazionista", pare che non abbiamo imparato niente
dagli errori e dai delitti dei nostri predecessori. Israele, Nazione nata
per dare un focolare agli ebrei dopo lo sterminio di gran parte di loro,
tiene in oppressione la popolazione palestinese rinchiusa da un grande muro
che, d'accordo con gli Egiziani, sta rendendo ancora più impenetrabile. Un
milione e mezzo di esseri umani sono privati della libertà, del pane,di
quanto serve alla vita e impazziscono in una striscia di terra dove sono
stipati attorno alle rovine della loro città rasa al suolo ed avvelenata
dall'uranio e dal fosforo che fanno nascere bambini deformi, mostriciattoli
inguardabili. Ricordare i crimini di Hitler e di Mussolini e ripeterli
contro bambini inermi
tenuti prigionieri, donne e uomini incarcerati e spesso torturati soltanto
perchè legittimamente resistenti al nemico occupante, è schizzofrenico. Non
fare agli altri quanto non vorresti fosse stato mai fatto a te!
Da anni l'Occidente è sottoposto ad una propaganda non diversa da quella
nazista degli anni trenta. Allora erano gli ebrei ed i bolscevichi le bestie
nere additate al ludibrio ed all'odio degli europei, il pericolo da
esercizzare con la violenza e l'odio. Oggi, la bestia nera è l'Islam ed una
martellante propaganda di gran parte dei massmedia diffonde paure e spaventi
tra la popolazione. Si scrive e si sostiene che l'Islam ha un programma di
conquista del mondo, per la costruzione di un sultanato universale e la
nostra sottomissione ad esso. Si favoleggia di un conflitto di civiltà che
metterebbe in pericolo il nostro futuro e si occupano militarmente nazioni
come l'Afghanistan, l'Iraq violentando le loro culture ed il loro assetto
giuridico. Tornano le leggi razziali a suo tempo volute da Mussolini contro
gli ebrei ed ora dall'Italia democratica contro i migranti che se perdono il
lavoro e diventano "clandestini" vengono imprigionati e le loro famiglie
smembrate! Dietro la spinta espansionistica verso oriente degli USA vengono
indurite le leggi sulla sicurezza e vengono progressivamente smantellate le
garanzie ed i diritti. La Patriot Act ha fatto scuola. Gli inglesi si
accingono a controllare le città con aerei drone. Gli aeroporti sono
diventati luoghi nevrastenici in cui si rischia di essere arrestati o uccisi
per un gesto sospetto. Gli americani, nella indifferenza del mondo, tengono
prigionieri e torturano persone definite "terroriste" e che magari sono
soltanto patrioti o persone del tutto innocenti. Possiamo definire
Guantanamo un lagers hitleriano? Quale diritto hanno gli Usa di privare i
prigionieri di Guantanamo dei loro diritti e di escluderli da ogni contatto
con le loro famiglie e con il mondo?
Gli zingari che ieri venivano inceneriti ad Auschwitz hanno avuto la
loro shoah ( porrajmos)
che travolse agli inferi almeno centinaia di migliaia di loro oggi sono
soggetti a linciaggio
ed alla intensa propaganda razzista anche di tanti amministratori pubblici.
I loro campi vengono demoliti con le ruspe da squadre di militari che non
hanno riguardi neanche per i quaderni di scuola dei bambini; se incappano in
un reato vengono condannati al massimo della pena o addirittura senza colpa
come accade alla ragazza di Ponticelli.
A che serve la giornata della memoria se la sua celebrazione non induce a
criticare e condannare il razzismo e la guerra? Rosarno ha avuto le
caratteristiche di un pogrom anche se non ci sono stati gravissimi fatti di
sangue. C'è una contraddizione tra la Memoria dell'Olocausto e le leggi
recentemente varate dal Parlamento italiano e la predicazione dell'odio
contro vittime dipinte come potenziali aggressori.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: aprile redazione
Sent: Monday, January 25, 2010 6:55 PM
Subject: : Sconfitto il teorema D'Alema
SCONFITTO IL TEOREMA D'ALEMA
Il dirigente politico più scafato del PD ha enunziato a suo tempo il
teorema: l'Italia ha una maggioranza di destra, per vincere la sinistra deve
diventare destra. Questo teorema è stato incarnato dal PD che non è l'erede
dell'Ulivo. L'ultima disastrosa esperienza del governo Prodi era già in fase
di profonda degenerazione e negazione del programma dell'Ulivo basato sulla
coesione sociale. Il PD ha fatta sua la linea liberista della destra
italiana a cominciare dalla sua espressione più feroce: la legge Biagi.
D'Alema è stato tra i primi a teorizzare la fine del posto fisso (mi
consento una battuta politicamente scorretta: non per i suoi figli) e la
privatizzazione dei servizi comunali. Queste due scelte costituiscono una
strizzata d'occhio ai ceti privilegiati della società italiana ma non hanno
sortito l'effetto di spostarne ragguardevoli quote verso il PD. Cartucce
sparate a vuoto Ha anche voluto rassicurare l'area dottrinaria più
intransigente del governo USA prestandosi al bombardamento di Belgrado, un
vero e proprio crimine che ha ripetuto una aggressione che la Serbia aveva
subito dal nazifascismo. Nel gruppo parlamentare del PD sono presenti
deputati e senatori impegnati a lavorare, spesso nell'ombra ma con la
complicità del silenzio della CGIL rigidamente controllata da una burocrazia
quasi tutta pd, per demolire quanto resta di una legislazione dei diritti
dei lavoratori. Si toglie ai dipendenti la possibilità che hanno tutti i
cittadini di avere un giudice a cui ricorrere e si toglie al giudice la
possibilità di intervenire nel contenzioso del lavoro! Pietro Ichino, in una
recente lettera al Corriere della Sera, sconsigliava una politica di
ammortizzatori sociali perchè impoltronirebbe i disoccupati e non li
indurrebbe a cercarsi un'altra occupazione. La Confindustria è presente in
modo significativo tra i parlamentari pd ed è la vera artefice della sua
politica economica e sociale.
IL teorema D'Alema, fatto proprio da Bersani che, dopo la sconfitta
pugliese dice: "la linea non cambia" vuole rovesciare del tutto e
definitivamente le alleanze, isolare la sinistra, stare al centro (che in
Italia è destra) con l'UDC di Casini, partito del genero di Caltagirone e di
quella parte della vecchia DC che, con Cuffaro e tantissimi altri, nel
Mezzogiorno d'Italia non ha ritenuto di stare con la Margherita. D'Alema
rinnova il patto delle triglie fatto anni orsono con Buttiglione. Che l'UDC
usi due forni e si allei anche con il PDL non lo turba minimamente dal
momento che è proprio con il PDL che vuole riformare la Costituzione e
realizzare il presidenzialismo e la definitiva passivizzazione dello
elettorato che dovrebbe limitarsi a dire si o no.
Ma questa linea che ha la sua rotta strategica a destra crea contorcimenti,
scontenti, sconquassi da parte di quello elettorato già comunista o
cattolicoo che trova ancora una sua debole eco in Rosy Bindi la quale
stamane ha mormorato: forse era meglio se avessimo scelto Niki Vendola sin
dall'inizio. Non è possibile saldare a destra un elettorato vittima della
destra, mettere insieme il ragazzo che guadagna quattrocento euro al mese ed
il suo datore di lavoro-sfruttatore. La borghesia italiana è una delle più
ingorde e barbare del mondo. Oramai ha la certezza di avere due grandi
partiti che controllano il Parlamento e che faranno tutto quello che le
aggrada. E' insaziabile come abbiamo visto dallo scandaloso trattamento
inflitto ai lavoratori africani di Rosarno o agli schiavi cinesi di Prato
che lavorano per conto di grossi esportatori che li hanno sostituito ai
lavoratori toscani. Ogni giorno il suo governo attacca il welfare e provoca
la gente con le ingiurie di Brunetta. Il PD è parte integrante della
nomenclatura, della oligarchia di una casta che difende a spada tratta,
protetta dal Quirinale, i suoi privilegi. Il sistema della creazione di un
ceto politico permamente a tutti i livelli ben retribuito, ben pasciuto, è
andato assai avanti ed ogni tanto mostra qualcuno dei suoi modi di vivere al
disopra delle righe ma rigorosamente a spese dei contribuenti come si evince
dallo scandalo di Bologna in cui vengono raccontati sette o otto viaggi
intercontinentali di Del Bono del tutto inutili per le finalità
istituzionali dell'ente che si rappresenta. Viaggi ai quali non solo si
invitano le amanti o i familiari ma, come abbiamo visto con
la Lonardo qualche tempo fa, anche centinaia di persone che vanno a fare
shopping nella Quinta Strada.
La vittoria di Niki Vendola è la vittoria di una esperienza di governo
regionale in cui le risorse sono state spese per migliorare davvero la
qualità della vita della gente e per aiutare i più deboli. La Puglia è una
Regione che sfugge al controllo dei comitati di affari anche se è stata in
pericolo di esserne inquinata e travolta. Nichi Vendola, vincendo, ha
sconfitto anche se stesso. La scelta di scindere Rifondazione Comunista a
favore di un assemblement coi socialisti e con l'ala mussiana del PCI si è
dimostrata sbagliata e contraddittoria rispetto il suo stesso afflato
sociale e popolare. L'appoggio ricevuto da Ferrero è un dato positivo di
ricomposizione e riaggregazione dopo anni di sgretolamento. Può riprendere
forza la sinistra italiana che ha una immensa forza oggi dispersa. Il PD
che, d'accordo con Berlusconi, ha espulso dal Parlamento i verdi ed i
comunisti
perderà il suo elettorato di sinistra che prima o poi si accorgerà di stare
in un posto sbagliato.Vendola
ha vinto facendo uso strategico delle risorse per lo sviluppo della sua
Regione ed il benessere dei suoi abitanti.
Ha mostrato che c'è spazio e grandissima domanda per una politica realmente
di sinistra, innovativa, capace di lievitare la crescita.
In fondo D'Alema è coerente con la linea rinunziataria proclamata da
Berlinguer già nel 1973 con la teoria del compromesso storico e della Nato
ombrello riparatore dall'URSS e con la disgraziata scelta della Bolognina di
Occhetto che ha rinunziato al comunismo ma anche al socialismo
socialdemocratico per approdare direttamente all'amerikano partito
democratico del tutto estraneo alla cultura del grande appassionato popolo
della sinistra italiana.
Bisogna che Vendola vinca le elezioni in Puglia per fare dilagare un nuovo
progetto politico. Sono certo che molti di coloro che hanno proposto Boccia
non lo voteranno e si sentono più vicini al candidato della destra. Ma
quando il popolo di sinistra ha fiducia nella sua dirigenza e nelle sue idee
in Italia è capace di fare grandi cose. Una volta ha persino sorpassato la
DC!!
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, January 25, 2010 3:24 P
Subject: salario minimo garantito
la risposta che dà Ferrero alla provocazione di Brunetta, degno pellegrino
di Hammamet,
è sbagliata. La questione dei bassi salari dei giovani precari italiani non
si risolve per via fiscale ma stabilendo una garanzia di legge, erga omnes.
I giovani precari italiani oggi sono pagati due o tre euro l'ora. Basterebbe
fissare il Salario Minimo Garantito ad almeno 7 euro l'ora. Non capisco
perchè i bassi salari delle aziende siano diventati tabù intoccabili per la
CGIL e per la sinistra italiana!
E' sconcertante che la gente che porta all'estero centinaia di miliardi di
euro sottratti ai salari debba vedersi favorire dallo Stato per mantenerli
bassi!
Pietro Ancona
http://www.leggo.it/articolo.php?id=43301&sez=CRONACA&ctc=20
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, January 26, 2010 9:59 AM
Subject: politici globe trotters
Praga, Gerusalemme, Pechino, New York, Parigi, Messico, Santo Domingo:
sette dei viaggi compiuti dal Sindaco di Bologna di cui abbiamo notizia
perchè oggetto di verifiche da parte della magistratura.
Pare di capire che ci siano altri viaggi. E' veramente stupefacente la
quantità e la destinazione dei viaggi di un solo amministratore.
Naturalmente sono stati tutti spesati con dovizia di rimborso-spese essendo
il politico globe trotter equiparato nei regolamenti alle cariche più alte.
Tra questi viaggi risulta come destinazione anche Cancun in Messico, una
rinomata località turistica affacciata sul Mare dei Caraibi. Che cosa ci
poteva essere di tanto importante per la Regione Emilia-Romagna in un posto
come questo?
L'Italia ha qualcosa come seimila comuni, centoventi province, venti
regioni e tanti tanti enti pubblici o semipubblici di vario genere. Gli
amministratori sono tutti stipendiati ed hanno autonomia di gestione della
quale profittano fino in fondo. Guai a mettere in discussione la sacra
"autonomia" degli enti locali. La grande tradizione municipalistica italiana
che risale alle Repubbliche Marinare, ai Comuni ed alle Signorie e pronta ad
insorgere subito. Ne vedremo di belle quanto entreranno a regime
le norme del federalismo fiscale. Se si facesse il conto dei viaggi compiuti
dagli amministratori e dai loro seguiti raggiungeremmo cifre astronomiche,
milioni di chilometri. Tutti viaggiano per i motivi più vari. Gli
amministratori dell'Amia di Palermo si recavano dieci volte l'anno negli
Emirati Arabi. Se si fruga senza troppa disattenzione tra le note spese
presentate e riscosse dalla folla di voraci gaudenti
per i quali non c'è mai crisi troveremmo stranezze incredibili.
Naturalmente, è tutto legale. Quando c'è l'illegalità un opportuna leggina
ci mette rimedio come quella che consente all'aereo di Stato a disposizione
del Presidente del Consiglio di imbarcare ospiti personali.
Il ceto politico, i suoi parenti e famuli è diventato una enorme sanguisuga
che riesce a drenare denaro e privilegi da una pubblica amministrazione
tenuta in vita da tasse sempre più gravose da sopportare.
Il suo costo è diventato troppo oneroso ed il suo distacco dalla gente
sempre più incolmabile. L'omertà al suo interno è di stampo camorristico.
Bertinotti giustificò l'uso dell'aereo di Stato fatto da Mastella per
assistere ad una partita di calcio con il figlio ed altri amici un
"risparmio" e non si limitava
da Presidente della Camera nelle trasferte . Brunetta gratta dallo Stato
centinaia di migliaia di euro l'anno che somma al suo stipendio di
professore e chiede ai pensionati di rinunziare ad una parte delle loro
misere pensioni per i giovani precari pagati a due euro l'ora da
imprenditori che imboscano all'estero centinaia di miliardi di euro.
Una situazione del genere non può durare a lungo. La corda è troppo tesa ma
l'attenzione dei politici
è concentrata sul rebus di come evitare a Berlusconi i processi o nelle
alleanze di Palazzo con l'UDC piuttosto che con l'odiata sinistra
proletaria.
Cresce tra la gente insoddisfazione ed anche odio. Non è detto che la
sopportazione di squilibri e diseguaglianze possa durare in eterno. L'Italia
ha ancora una cultura della coesione e dei diritti. Non è l'America che si
rassegna a vivere in tenda e sopporta il peso della prepotenza dei banchieri
facendosi abbindolare dalle bugie di Obama. L'Italia non sopporterà a lungo
il calvario di cinque milioni di biagizzati a 400 euro al mese. Milioni di
lavoratori sono sottomessi ad un logoramento dei loro salari
a cui la CGIL vorrebbe mettere una pezza con qualche beneficio fiscale non
rendendosi conto di diventare complice di una situazione insopportabile. La
crisi è certamente oggettiva ma la sua gestione è odiosamente di parte.
Prima o poi tutta la sofferenza sociale oggi compressa verrà alla luce!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, January 28, 2010 11:04 AM
Subject: IL suicidio della CGIL
Il suicidio della CGIL
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Con un anticipo di oltre quaranta giorni che contrasta con la drammatica
condizione dei lavoratori italiani che precipita di giorno in giorno per una
crisi dell'occupazione e dei salari causata in gran parte da scelte di
convenienza e di lucro del padronato, la CGIL annunzia uno sciopero generale
per il dodici marzo prossimo. C'è un passo avanti rispetto la manifestazione
del 15 novembre scorso perché si farà in un giorno lavorativo e quindi
assumerà un significato che si collocherà dentro il rapporto di lavoro e non
soltanto verso il governo ma si tratterà ancora una volta di una battaglia
perduta in partenza dal momento che le rivendicazioni sono limitate, cannoni
caricati a salve o al massimo con proiettili di gomma destinati a rimbalzare
e non produrre che il grande fracasso massmediatico dei pennivendoli di
regime che si scateneranno per sbranare la CGIL che si "isola"
da Cisl ed Uil, è vetero-sindacalista, incapace di capire la "modernità"
etcc...etc... In sostanza, lo
sciopero deluderà le attese della classe lavoratrice senza peraltro essere
gradito dal padronato, dalla destra e dal suo governo. Tutti faranno a gara
per mettere alla gogna il grande e comunque temuto sindacato italiano perchè
rompe l'omertà (Sacconi la chiama complicità) delle forze politiche e
sindacali tutte protese ad ingraziarsi i favori della Confindustria.
Lo sciopero si farà su tre punti che riguardano la politica economica, il
fisco, l'immigrazione. Sul primo punto non si dice niente sulle
privatizzazioni diventate davvero pericolose non soltanto per
l'aumento delle bollette, dal momento che la maggior parte di esse si fanno
in regime di monopolio, ma anche perché sostituiscono pezzi sempre più
estesi di occupazione pubblica con quella privata e sottopagata. Non è raro
incontrare negli ospedali infermieri collocati da cooperative fasulle e
agenzie pagati al quaranta per cento in meno dei loro colleghi.
Il secondo punto riguarda il fisco. La CGIL chiede delle cose che sono
sicuramente sacrosante ma che calate nell'inferno dei salari di oggi avranno
effetti insignificanti, meschini. Dare qualche euro in più attraverso la
manovra fiscale non cambierà se non impercettibilmente la busta paga. Oggi
la questione più importante è
l'aumento dei salari e sopratutto la richiesta di una legge per il Salario
Minimo Garantito per tagliare l'artiglio a quanti se la cavano con due o
tre euro l'ora specialmente per i biagizzati e gli immigrati.
Avere una legge sul Salario Minimo Garantito significherebbe mettere un
fondo al pozzo senza fine
di salari sempre più bassi. Abbiamo un padronato che non si vergogna di
offrire soltanto cento euro al mese ad un giovane laureato. Il SMG non
dovrebbe essere inferiore a sette euro l'ora. Diventerebbe strumento di
liberazione e di unificazione di lavoratori bianchi e neri ed avrebbe
l'effetto di spingere verso l'alto i salari oggi inferiori del quaranta per
cento a quelli inglesi, tedeschi o francesi.
A chi gli chiedeva cosa ne pensasse della scala mobile Epifani ha risposto
di esserne stato sempre nemico fin dal 1984 e dichiarandosi offeso con la
Marcegaglia che gli attribuiva una qualche tentazione al suo ripristino.
Bisogna invece recuperare la scala mobile.
Mentre l'inverno più gelido è caduto sui lavoratori che si buscano la
bronco-polmonite a fare gli stiliti del ventunesimo secolo sulle torri delle
aziende, alla Camera Cazzola, Ichino ed altri lavorano silenziosamente per
distruggere il poco che resta di protezione dalla schiavizzazione. A
differenza di tutti i cittadini italiani i lavoratori non avranno più
diritto ad un giudice ma si dovranno accontentare di un arbitro che deciderà
della loro vita una sola volta. Il giudice non potrà intervenire anche se lo
volesse. L'art.18 e lo Statuto dei Diritti vengono aggirati da esperti
manipolatori del diritto che hanno studiato tutte le astuzie immaginabili
per mettere i dipendenti nelle mani dei loro datori di lavoro.
Perchè la CGIL abitata da milioni di lavoratrici e lavoratori tra i più
coscienti, colti, informati e combattivi che abbia il Paese, si comporta in
questo modo? Perchè dopo avere assistito inerte a tutte le devastazioni del
liberismo selvaggio, scroccone, parassitario giocando di rimessa e fingendo
di accettare per "modernità" cose più vecchie del cucco, offre ai lavoratori
una lotta che è un gioco di
specchi che non produrrà niente? Qui il discorso riguarda la sua natura ed
il suo prossimo Congresso. La CGIL è "controllata" da una struttura di
"funzionari" la cui legittimazione non viene dagli iscritti ma dall'appartenza
al PD. Ai miei tempi c'erano due o tre correnti politiche ai quali si
riferivano i quadri dell'apparato che si richiamavano ai socialisti ed ai
comunisti. Oggi il riferimento è
quasi assoluto al PD il quale concede alla CGIL soltanto lo spazio "fisco"
sul quale operare. Soltanto un cambiamento di linea del PD potrà restituire
ai lavoratori la loro forte e gloriosa CGIL
che ha segnato con le sue lotte e le sue conquiste la storia civile
dell'Italia. Ma questo non sarà possibile. Il PD è con Ichino che vorrebbe
abolire gli ammortizzatori sociali perchè impoltroniscono i disoccupati. Il
PD è con Letta che ha imposto, seppur attraverso i contratti di categoria,
l'accordo separato sulla riforma della contrattazione.
Detto tutto questo, mi auguro che lo sciopero abbia comunque un grande
successo e sia capace di suscitare grandi emozioni nell'opinione pubblica. A
volte una cosa partita male può essere trasformata dalla gente e dai suoi
bisogni e diventare altra, utile a fare riflettere e a fare cambiare il
corso della storia.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, January 27, 2010 8:37 AM
Subject: LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA
LA GIORNATA DELLA MEMORIA E L'IPOCRISIA
C'è chi pensa che la memoria sia negativa perchè tiene sempre vive ed
aperte le ferite, divide i popoli
coltiva l'odio per i torti subiti e quindi sarebbe meglio l'oblio, vivere
nel presente guardando al futuro e rimuovere gli elementi di divisione e di
rancore. Altri pensano che la memoria sia giusta, per non dimenticare il
martirio di quanti furono ingiustamente perseguitati ed uccisi, per
insegnare all'umanità a non ricadere nella barbarie del crimine. L'Italia
si è data una legge per ricordare l'Olocausto e l'orrore
del nazifascismo e dei suoi campi di sterminio. In effetti il ricordo dei
crimini di Hitler non è mai diventato condanna o rifiuto del popolo tedesco
ma della terribile ideologia che originò gli orrori più
spaventosi del novecento.Quindi ricordare non vuol dire odiare
indiscriminatamente coloro dai quali è venuto il male, la tragedia per
milioni di esseri umani ma liberarci e distanziarci dalle ideologiche che
discriminano per pregiudizi razzisti o odio politico e sociale.
Ma, nonostante sia viva la memoria dell'OLocausto ed è diventato
addirittura reato penale negarlo in alcuni paesi europei e qualcuno sia
finito in carcere come "negazionista", pare che non abbiamo imparato niente
dagli errori e dai delitti dei nostri predecessori. Israele, Nazione nata
per dare un focolare agli ebrei dopo lo sterminio di gran parte di loro,
tiene in oppressione la popolazione palestinese rinchiusa da un grande muro
che, d'accordo con gli Egiziani, sta rendendo ancora più impenetrabile. Un
milione e mezzo di esseri umani sono privati della libertà, del pane,di
quanto serve alla vita e impazziscono in una striscia di terra dove sono
stipati attorno alle rovine della loro città rasa al suolo ed avvelenata
dall'uranio e dal fosforo che fanno nascere bambini deformi, mostriciattoli
inguardabili. Ricordare i crimini di Hitler e di Mussolini e ripeterli
contro bambini inermi
tenuti prigionieri, donne e uomini incarcerati e spesso torturati soltanto
perchè legittimamente resistenti al nemico occupante, è schizzofrenico. Non
fare agli altri quanto non vorresti fosse stato mai fatto a te!
Da anni l'Occidente è sottoposto ad una propaganda non diversa da quella
nazista degli anni trenta. Allora erano gli ebrei ed i bolscevichi le bestie
nere additate al ludibrio ed all'odio degli europei, il pericolo da
esercizzare con la violenza e l'odio. Oggi, la bestia nera è l'Islam ed una
martellante propaganda di gran parte dei massmedia diffonde paure e spaventi
tra la popolazione. Si scrive e si sostiene che l'Islam ha un programma di
conquista del mondo, per la costruzione di un sultanato universale e la
nostra sottomissione ad esso. Si favoleggia di un conflitto di civiltà che
metterebbe in pericolo il nostro futuro e si occupano militarmente nazioni
come l'Afghanistan, l'Iraq violentando le loro culture ed il loro assetto
giuridico. Tornano le leggi razziali a suo tempo volute da Mussolini contro
gli ebrei ed ora dall'Italia democratica contro i migranti che se perdono il
lavoro e diventano "clandestini" vengono imprigionati e le loro famiglie
smembrate! Dietro la spinta espansionistica verso oriente degli USA vengono
indurite le leggi sulla sicurezza e vengono progressivamente smantellate le
garanzie ed i diritti. La Patriot Act ha fatto scuola. Gli inglesi si
accingono a controllare le città con aerei drone. Gli aeroporti sono
diventati luoghi nevrastenici in cui si rischia di essere arrestati o uccisi
per un gesto sospetto. Gli americani, nella indifferenza del mondo, tengono
prigionieri e torturano persone definite "terroriste" e che magari sono
soltanto patrioti o persone del tutto innocenti. Possiamo definire
Guantanamo un lagers hitleriano? Quale diritto hanno gli Usa di privare i
prigionieri di Guantanamo dei loro diritti e di escluderli da ogni contatto
con le loro famiglie e con il mondo?
Gli zingari che ieri venivano inceneriti ad Auschwitz hanno avuto la
loro shoah ( porrajmos)
che travolse agli inferi almeno centinaia di migliaia di loro oggi sono
soggetti a linciaggio
ed alla intensa propaganda razzista anche di tanti amministratori pubblici.
I loro campi vengono demoliti con le ruspe da squadre di militari che non
hanno riguardi neanche per i quaderni di scuola dei bambini; se incappano in
un reato vengono condannati al massimo della pena o addirittura senza colpa
come accade alla ragazza di Ponticelli.
A che serve la giornata della memoria se la sua celebrazione non induce a
criticare e condannare il razzismo e la guerra? Rosarno ha avuto le
caratteristiche di un pogrom anche se non ci sono stati gravissimi fatti di
sangue. C'è una contraddizione tra la Memoria dell'Olocausto e le leggi
recentemente varate dal Parlamento italiano e la predicazione dell'odio
contro vittime dipinte come potenziali aggressori.
Pietro Ancona
****
I discorsi di Wiesell, di Fini e di Napolitano pronunziati alla Camera dei Deputati hanno dato una impostazione alla celebrazione della memoria dell'Olocausto inaccettabile e da iscrivere nella guerra di aggressione scatenata dall'Occidente dopo l'11 settembre contro una parte dei popoli di fede islamica come l'Iraq, l'Afghanistan, guerra che si vorrebbe estendere all'Iran, allo Yemen, al Pakistan, alla Somalia, al Caskmir.....Guerra che ha provocato milioni di morti e devastazioni immani in meno di dieci anni. La parole di Fini: "L’odio antiebraico si indirizza oggi, in particolare, contro lo Stato d’Israele. L’antisionismo nega la fonte ispiratrice dello Stato ebraico, attaccando ieri le ragioni della sua nascita e oggi della sua sicurezza. Lo ha di recente ribadito il Presidente Napolitano affermando che l’antisemitismo “va combattuto anche quando esso si traveste da antisionismo”. Dobbiamo essere consapevoli che oggi quando si parla di distruggere Israele, si parla nuovamente di sterminare gli ebrei, e lo dimostra una quantità di inquietanti episodi, a partire dai proclami non solo di tante organizzazioni estremiste e integraliste ma purtroppo anche di Capi di Stato, nei confronti dei quali – è mia personale opinione – è troppo flebile la protesta della Comunità internazionaleraico si indirizza oggi, in particolare, contro lo Stato d’Israele. ." Sono parole estremamente gravi e bellicose che legano in modo sbagliato la Schoah allo Stato di Israele e riducono a razzisti antisemiti quanti criticano o non condividono o combattono le posizioni dello Stato di Israele. Si trasferisce l'odio contro Hitler ed il nazismo ai palestinesi. Non si può sacralizzare uno Stato che ha dentro di se profonde aberrazioni razziste non solo verso i non ebrei ma tra gli stessi ebrei, che distrugge con un progetto di pulizia etnica le abitazioni e le proprietà dei palestinesi nella città una volta universale e simbolo di pace di Gerusalemme che oggi si vuole ridurre a città popolata soltanto da ebrei negata a tutte le altre etnie e religioni. Le richiesta di Wiesel all'Italia di approvare una legge antikamikaze, di arrestare il Presidente dell'Iran se esce dai confini del suo Stato, di continuare la linea criminale e genocida dell'isolamento internazionale dell'Iran non sono nè serene, nè ascrivibili ad una linea di pacificazione. Si vuole la soluzione finale dei palestinesi chiusi all'esterno da muri che ne impediscono la libertà e dall'interno insidiati da coloni sionisti armati e protetti dall'esercito che rendono la vita difficile all'interno dei grandi lagers di Gaza e della Gisgiordania. Non è condivisibile il silenzio sui cinquecento bambini detenuti in Israele e per i quali c'è il sospetto di esperimenti mostruosi. Non è condivisibile il silenzio sulle duemila donne e sui ventimila uomini detenuti, a volte da diecine di anni, senza alcuna ragione se non quella di essere stati patrioti e di avere lottato per la libertà del loro popolo. Dio non c'era ad Auschwitz e non c'è a Gaza. La Schoah non può diventare uno spot propagandistico pro-Israele e la giustificazione del suo comportamento disumano come potenza occupante. Legare la Shoah alla sicurezza di Israele è sbagliato ed espone la Memoria del grande delitto contro l'umanità all'odio ed alle divisioni di oggi. Wiesell è venuto ad incitare l'Occidente a non trattare con l'Iran. Non trattare vuol dire prepararsi alla guerra che potrebbe essere di sterminio data la potenza nucleare di israele e quella degli USA. Esprimersi cosi nel giorno della memoria non è accettabile. Non accetto che la memoria dei miei parenti scomparsi nei lagers serva ad attizzare odio verso i palestinesi del tutto innocenti ed ebrei di oggi. Pietro Ancona
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Ricordo di Nicola Capria
Oggi anniversario della morte di Nicola Capria, eminente figura del socialismo
siciliano, studioso di problemi sociali e meridionalista, più volte al Governo
della Regione e dello Stato. E' stato ricordato dai socialisti siciliani con
emozione ed affetto. Gli volevamo bene e siamo rimasti sconvolti per come ha
vissuto l'ultima parte della sua esistenza, lontano dalla sua terra che tanto
amava. Ricordo che non cessava mai di pensare, di elaborare nuove idee, di
esplorare con nuove analisi la realtà. Sebbene sia stato sempre al potere non ha
mai assunto la forma mentis del politico professionista che oggi è diventata
assai comune nè dell'uomo che esaurisce nell'azione di governo tutta la propria
azione. Leggeva sempre di tutto e non cessò mai di dibattere le questioni
sociali specialmente legate al meridionalismo.
Sono stato segretario generale della CGIL siciliana ed avevo spesso motivo di
incontrarlo per ragioni legate ai lavoratori. Era rispettoso dell'autonomia del
sindacato e non si rivolse mai ai sindacalisti socialisti della CGIL in termini
di fazione. Sapeva ascoltare le ragioni del lavoro e sentiva profondamente i
bisogni delle masse popolari siciliane. Visse il periodo della grande illusione
autonomistica della regione-imprenditrice che tuttavia non diede i risultati che
avevamo sperato ma che tuttavia resta ancora una valida alternativa. Il
metanodotto che da trenta anni fornisce energia all'Italia è stata in gran
parte opera del gruppo dirigente siciliano del psi . Nicola Capria ha dato un
fondamentale contributo alla sua realizzazione quando gli studi dell'EMS per le
condotte sottomarine venivano giudicate avventuriste. Il metanodotto è stata
anche una grande opera di pace che avrebbe potuto dare fecondi sviluppi
dell'area del mediterraneo se non fosse stato sottratto del tutto ad una
politica di cooperazione.
Mi piace ricordare che nè Nicola Capria nè il gruppo dirigente siciliano
fummo mai craxiani pur non opponendoci alla sua politica. Le radici politiche
di Capria ma anche di Lauricella e di quasi tutti noi
furono diverse da quelle che originarono il craxismo. Il socialismo di Capria
non era corsaro, non
era rivolto alla conquista purchesia del potere, ma una politica per il lavoro e
lo sviluppo del Mezzogiorno. Salvemini e Rodolfo Morandi ispirarono molte delle
sue azioni.
Pietro Ancona
socialista e già segretario generale della CGIL siciliana
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Saturday, January 30, 2010 11:56 AM
Subject: : la Confindustria dentro il Congresso CGIL
La Confindustria dentro il Congresso CGIL
Da un pezzo notiamo assonanze tra la Marcegaglia ed Epifani. Mentre una
parte della destra rappresentata da Sacconi vorrebbe la ghettizzazione
della CGIL e la sua chiusura nel lazzaretto degli intoccabili, la
Marcegaglia ha sempre tenuto aperto un filo di dialogo con questa
naturalmente all'interno di una sua strategia di egemonia sociale e
culturale. La CGIL annunzia uno sciopero prevalentemente rivolto a chiedere
riduzioni fiscali. La Marcegaglia ed il giornale della Confindustria
contemporaneamente chiedono una riforma fiscale e, se da un lato lodano
Tremonti per avere evitato all'Italia la fine della Grecia, dall'altra
diventano sempre più insistenti nella richiesta di diminuire le
tasse.Insomma un contrappunto che è anche gioco delle parti. Io giudico la
linea della CGIL incentrata ad una difesa dei salari soltanto attraverso il
fisco perdente e deleteria per i lavoratori. Intanto ogni diminuzione del
fisco si riflette a breve o lunga scadenza sulla diminuzione del welfare.
Meno entrate fiscali è meno scuola, meno sanità, meno pensioni e meno
salario differito sotto forma di servizi. La diminuzione del fisco non
conviene ai lavoratori ed al progetto di vita delle loro famiglie. Abbiamo
visto il disastro provocato dall'abbattimento dell'Ici. Infatti meno tasse
significano spiccioli in più per ogni singolo lavoratore e tanti miliardi in
meno per lo Stato! Inoltre affrontare come tema centrale di uno sciopero
soltanto la questione fiscale significa fare un favore alla Marcegaglia ed
ai datori di lavoro: si lancia un messaggio che esclude aumenti salariali in
busta paga. Insomma sembra che mentre la Cisl e l'Uil abbiano un asse con il
governo e la destra italiana, esista un altro asse tra la Confindustria, il
PD e la CGIL fondato su scelte del maggiore sindacato italiano basate su
richieste di politiche economiche fotocopiate dall'ufficio studi della
Confindustria e su un gioco di rimessa nella vicenda sociale. Insomma la
Confindustria sta a monte e determina gli eventi, la CGIL si colloca a valle
e cerca in qualche modo, dove proprio non può farne a meno, la riduzione del
danno.
Scoppiato lo scandalo nella CGIL dei voti congressuali con
l'autosospensione dei rappresentanti della mozione due dalla Commissione di
Garanzia, trovandosi Epifani in evidenti difficoltà, la Confindustria
interviene nel dibattito CGIL con un occhiuto articolo sarcastico del Sole
24 ore che attacca
Bertinotti e Cofferati per il loro sostegno alla mozione due. Li definisce
"il gatto e la volpe" ed invita
Epifani a fare come Mourinho cioè a fottersene di coloro che dissentono ed
andare avanti per la sua strada.
Una strada che conduce all'inferno dal momento che la CGIL per quanto abbia
una dirigenza di destra è vissuta dai lavoratori italiani come il loro
Sindacato per antonomasia essendo sempre vivo il suo grande mito costruito
negli anni che vanno da Di Vittorio a Luciano Lama. La CGIL non può
assistere ancora per molto tempo allo schiavismo imposto a cinque milioni di
persone con la legge Biagi. Quanto tempo potranno resistere i giovani a 400
euro al mese? Fino a quando le loro famiglie continueranno ad aiutarli forse
si rassegneranno a subire ma la corda è troppo tesa e rischia di spezzarsi.
La CGIL non può continuare ad assecondare le privatizzazioni che comportano
aumenti delle bollette,
che falciano gran parte degli stipendi e dei salari. La CGIL non può
assistere ancora per molto ai licenziamenti per aziende che chiudono senza
altra ragione che la ricerca di profitti ancora più grassi.
Sebbene la mozione Due non sia coraggiosa nell'affrontare i "fondamentali"
della sofferenza operaia
essa è già stata criminalizzata dalla Confindustria e dal corteo di
pennivendoli che un giorno si e l'altro no predicano la "modernità"
consistente nella supina accettazione di salari sempre più bassi, uno Stato
sempre più asservito ai privati, tutto per la gloria di quanti ogni estate
si radunano a gozzovigliare nel mare antistante Villa Certosa con le loro
"barche" miliardarie attorno al capo della destra.
Le due mozioni che si contendono il Congresso della CGIL sono aldisotto
della linea che potrebbe garantire la resurrezione dei lavoratori italiani
dopo anni di sprofondamento nel pozzo delle sconfitte sociali. Bisognerebbe
chiedere poche cose essenziali per il ribaltamento di uno stato di cose che
sta riducendo venti milioni di persone e le loro famiglie alla povertà ed
all'emarginazione: abolizione della legge Biagi, Salario Minimo Garantito,
nazionalizzazione dei settori essenziali dell'economia, fine delle
privatizzazioni ed abolizione immediata di tutte quelle che agiscono in
regime di monopolio a cominciare dall'acqua.
Le due mozioni congressuali sono distanti anni luce da queste
rivendicazioni.
Ma un Congresso, come uno sciopero, potrebbero dire cose diverse da quelle
che si vorrebbe che
dicessero. Può sfuggire di mano alla nomenclatura e dare una possibilità di
condizionamento agli iscritti, la straordinaria base dei tesserati alla CGIL
fatta di persone motivate, colte, combattive, con un vivo senso di
giustizia. Nei palazzi e nei salotti le alleanze trasversali ed anomale
possono fare il successo di una persona o di un gruppo. Nella coscienza
profonda del Paese sono altri i valori e le bandiere da fare agitare dal
vento.
Mentre l'ombra nera della miseria si stende su intere regioni del paese,
risuona come attualissimo Carlo Marx: " I lavoratori non hanno niente da
perdere al di fuori delle loro catene" che tradotto significa: l'Italia ha
bisogno di socialismo!| Vale la pena di lottare per questo se vogliamo
evitare di degenerare in una massa di mendicanti che pietiscono un tozzo di
pane!
pietroancona
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/30-gennaio-2010/cgil-congresso.shtml?uuid=cc0c3a26-0d74-11df-829e-8208089d2a32&DocRulesView=Libero
****
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Monday, February 01, 2010 8:20 AM
Subject: sciopero e altro
Caro Dr.Riva,
lei si domanda perchè le piazze non si riempiono di gente che protesta per
il lavoro ed i bassi salari.
La ragione è semplice: le confederazioni sindacali sono diventate puntelli
della Confindustria e del sistema.
I sindacati di base che sono gli unici a muoversi sono ignorati dalla
stampa.
La gente per gridare il proprio dolore è costretta a fare come gli stiliti
e a buscarsi la broncopolmonite sui tetti.
Cgil Cisl Uil sono interni alla logica padronale ed al massimo si limitano
a chiedere una manciata di spiccioli abbattendo un pò di tasse.
Auguri per la sua settimana.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: direttore@siciliainformazioni.com
Sent: Monday, February 01, 2010 4:10 PM
Subject: paura dello sciopero?
Epifani non cessa di stupirci. Prima proclama uno sciopero generale per
il 12 marzo della sola CGIL sapendo che Cisl ed Uil non aderiranno perchè lo
hanno cancellato dalle loro opzioni. La Cisl e l'Uil si sono assestate come
sindacati collaborazionisti che stanno dentro la piccola nicchia concessa
loro dal Governo e dal Padronato e che riguarda essenzialmente la gestione
di servizi, magari comuni,
con gli enti bilaterali che, secondo il lungimirante disegno di Sacconi
dovrebbero sostituire parti importanti del welfare e coinvolgere i sindacati
soltanto a valle delle politiche decise unilateralmente
dagli imprenditori. Sacconi la chiama "complicità". Cisl ed Uil non
faranno mai più uno sciopero generale e tendenzialmente sono portati a
ridurre ogni genere di sciopero. Hanno cambiato profondamente il loro
rapporto con i lavoratori, con gli stessi loro iscritti che non è più quello
di Carniti e Benvenuto ai tempi della autonomia operaia e del "salario
variabile indipendente". Il sindacato è diventato un momento necessario
all'organizzazione sociale che amministra un potere sui lavoratori attiguo a
quello dell'ufficio risorse umane delle imprese e spesso in collaborazione
con questo.
La CGIL quindi si accontenterebbe di 500 euro una tantum subito e di una
promessa di alleggerimento del prelievo fiscale. E' sconcertante come questa
miserabile mancia possa essere sufficiente per disdire
uno sciopero generale che certamente, anche se meritava ragioni assai più
forti per la sua proclamazione riflesse da una realtà sempre più tragica ma
non accolte nella "piattaforma", non può
essere soppresso da quella che sembra una precipitosa fuga dalle
responsabilità.
Non so che cosa sia intervenuto a spingere il segretario generale della
CGIL a fare una offerta così
umiliante al Governo. Probabilmente i soloni del PD che si occupano di
sindacato hanno protestato per la proclamazione dello sciopero rendendosi
conto che, sebbene animato con rivendicazioni ridicole, la situazione del
paese è talmente esplosiva e drammatica che potrebbe diventare tutt'altra
cosa e spingere finalmente verso quelle due o tre cose che segnerebbero
davvero una inversione di tendenza: istituzione del Salario Minimo
Garantito, abolizione della legge Biagi, meglioramento generalizzato dei
salari e delle pensioni. Le contraddizioni sociali stanno diventando
acutissime. Il Governo si rifiuta di mettere un tetto agli scandalosi
stipendi e benefict dei managers che valgono ognuno di essi quanto il
salario di mille o due mila operai e dall'altro ricatta i lavoratori
dipendenti con
il baubau del debito pubblico che impedirebbe qualsiasi miglioramento o
addirittura richiederebbe una
riduzione dei loro salari.
Allo scandalo degli emolumenti dei managers pubblici e privati si accinge
quello del costo abnorme
ed in crescita della politica. Oramai siamo a cifre che vanno ben oltre i
100 miliardi di euro l'anno e tendono a dilatarsi nel territorio. Basterebbe
che il cinquanta per cento del costo dei nababbi che
vivono di politica fosse destinato ad un fondo per il sostegno delle
famiglie più provate dalla crisi, per
la costruzione di alloggi popolari e di scuole per alleviare la lunga notte
dell'anno che è appena cominciato sotto i peggiori auspici. Bisognerebbe
inoltre operare per ottenere un Minimo Salariale Europeo ed evitare le
macellerie sociali delle fabbriche che chiudono in Italia perchè in Serbia o
in Polonia i salari non superano i trecento euro mensili.
Può darsi che il Governo accetti la proposta di Epifani. Sarà una
sconfitta del Sindacato che si sarà accontentato di una modestissima mancia.
Può darsi che la respinga. In questo caso si cercheranno altre ragioni per
non fare uno sciopero che di giorno in giorno diventa sempre più temuto
dalle oligarchie politiche.
Se la CGIL e la sinistra continueranno a tenere un profilo basso la crisi
travolgerà tutto e tutti. La sconfitta dei lavoratori sarà la sconfitta
dell'Italia che diventerà sempre più iniqua e dequalificata.
Pietro Ancona
http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/2010/2_febbraio/01/cgil_niente_sciopero_generale_se_ce_impegno_a_sgravio_fiscale,22756436.html
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From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Wednesday, February 03, 2010 5:09 PM
Subject: Cronaca di una giornata qualsiasi
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I lavoratori dell' Alcoa, la multinazionale USA che vuole scroccare
quanto più è possibile con il ricatto, sono accampati, nel gelo della
notte, davanti al Parlamento che è riunito e discute animatamente non dei
loro problemi ma di una legge per assicurare l'impunità al Capo del Governo
ed all'intero Governo che dovrebbero essere esentati "per legittimo
impedimento" dal presentarsi alla Giustizia. La TV rimanda immagini di un
grande falò acceso in piazza Montecitorio attorno al quale appaiono le
facce serie, dure, preoccupate di lavoratori costretti a difendere l'unica
possibilità che hanno nel Sud della Sardegna di lavorare. Non c'è altro.
Sempre la TV, poco dopo, rimanda l'immagine oramai insopportabile del
salotto di Ballarò che si apre con un pezzo d'opera di Crozza il quale si
rivolge agli ospiti presenti
e li insolentisce alla stessa maniera con cui era concesso a Rigoletto di
dare del cornuto al conte di Ceprano naturalmente con il tacito consenso del
Duca di Mantova suo padrone. Ieri sera uno dei presenti non ha accolto
ridacchiando come generalmente fanno tutti le "arguzie" del guitto ed ha
risposto con pesante scortesia. Imbarazzo e gelo. Iniziato il dibattito che
riguardava in gran parte la questione "lavoro"
il casino era tale che non si capiva assolutamente niente. Ogni tanto il
saltellante Floris interrompeva per la proiezione di un filmato o per
intervistare qualcuno dei collegati. Ieri è accaduto che il Prof.
Boeri che denunziava la gravità della condizione dei lavoratori italiani è
stato villanamente interrotto
dal portavoce del Pdl Maurizio Lupi il quale gli ha impedito di proseguire
intimandogli di fornire informazioni diverse
e del genere che il governo magari gradisce. E meno male che il Professor
Boeri è del gruppo de "La Voce" che certamente non è marxista-leninista! Il
dibattito, se così si può definire il rumore che veniva ogni tanto
sovrastato da una voce più stridula o baritonale delle altre, andava avanti
con la strana sensazione di un finto rapporto di malaeducazione dei presenti
ad uso di una platea di telespettatori brutalizzati e intontiti dalla
violenza verbale. Uno scambio di battute tra il Ministro La Russa e la
senatrice Finocchiaro ha appunto disvelato questa sorta di gioco tra compari
che vendono la fontana di Trevi al grullone malcapitato. Poco prima, su rai
tre, non so come, era arrivato il rapporto di Medici senza Frontiere sui
CIE allucinante descrizione di condizioni estreme di crudeltà verso persone
che hanno avuto la disgrazia di giungere nel nostro Paese un tempo (ma è
veramente esistito) culla della civiltà e del Diritto! Intanto giungono
notizie della missione in Israele di Berlusconi ed altri otto ministri
tutta in chiave antipalestinese e antiiraniana.Il nostro Presidente del
Consiglio stigmatizza e promette durissime punizioni l'Iran per il suo
proposito di dotarsi di un'arma atomica e naturalmente trova normalissimo il
fatto che Israele ne possiede un migliaio. Proclama praticamente
santo Israele come Stato degli ebrei magari in attesa di proclamare l'Italia
Stato degli italiani e così
chiedere la partita della multiculturalità e dell'immigrazione. Se immigrati
ci saranno dovranno essere soltanto schiavi come lo sono i palestinesi degli
israeliani! Leggo che ha anche approvato i bombardamenti di Gaza definiti
"reazione giusta". Duemila morti, città distrutta e avvelenamento che
comincia a produrre le prime nascite di bambini deformi. Il Capo del Partito
dell'Amore elogia la violenza nelle sue forme più estreme di sterminio.
L'Italia parteciperà anche alla costruzione del muro di acciaio studiato in
modo tale che chi tentasse di scappare morirebbe annegato a cinquanta metri
sotto terra! Oggi un suo Ministro, il reduce da Hammamet Brunetta, è
tornato ad attaccare i bamboccioni e pensa di snidarli da casa togliendo ai
genitori la protezione dal licenziamento senza giusta causa ancora garantita
dall'art.18. Se i genitori perdono il lavoro e diventano precari non
potranno più mantenerli e dovranno cacciarli via!
La destra non dà tregua nè al mondo nè in casa nostra. Gli attacchi si
susseguono agli attacchi e
la disgregazione sociale sta raggiungendo tutti. Molta gente sta per essere
messa con le spalle al muro-
Accettare condizioni sempre più pesanti per guadagnarsi la sopravvivenza o
prendere atto della avvenuta rottura della coesione ed agire per una
fuoriuscita anche violenta dal liberismo. Qualcuno si dovrà fare carica dei
lavoratori che, dopo tante lotte, dovranno tornare a casa dalle loro
famiglie a capo chino disperati e piangenti. Non avevo mai visto in vita mia
tante lacrime quante ne ho visto in questi ultimi mesi. E' la crisi? No,
non è la crisi .è una parte dell'Italia che sprofonda nella disperazione.
L'altra parte si diverte a Ballarò o piazza all'estero centinaia di
miliardi di euro sottratti ai biagizzati pagati a cinquecento euro al mese
(anche se hanno due lauree!). Un milione di persone ricava dalla politica
lauti stipendi e privilegi. Ma, presto si rinnoveranno molte regioni
italiane e nei progetti dei partiti non esiste traccia della questione del
costo oramai scandaloso della politica.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, February 06, 2010 1:22 PM
Subject: Il Burka e la Francia
Il Burka e la Francia
Senza alcun dubbio esiste una strumentalizzazione della questione Burka
della destra italiana ed europea. E' un modo per criminalizzare l'Islam e la
diversità culturale. Un volere l'omologazione ai nostri usi e costumi contro
la multiculturalità ed il rispetto (non tolleranza) degli altri.
Ciò detto non condivido l'opposizione all'orientamento del Parlamento
francese per l'abolizione del Burka. Prima di tutto perchè non credo e non
crederò mai che un essere umano ami stare dentro una prigione ambulante che
giunge financo a provocare sofferenze fisiche e seri disturbi. Qualcuno ha
fatto l'esperienza di vivere per un mese dentro un Burka ricavandone
sofferenza psichica e fisica e disturbi assai seri di sinderesi, cioè di
relazionamento con il mondo.
L'idea che le donne costrette ad indossare il Burka debbono liberarsene
da sole, per loro crescita interiore è del tutto astratta e prescinde dalle
condizioni reali. E' giusto che il meglio scacci il peggio e che
l'universalità dei valori si fondi con il relativismo delle culture.
I nostri emigranti in America si portarono appresso la loro cultura del
delitto d'onore. La soppressione fisica, praticamente impunita, della donna
in qualche modo affidata al patrocinio dell'uomo perchè moglie,
sorella,parente. Ma in USA vigeva la pena di morte per l'omicidio, per
qualsiasi tipo di omicidio, e si guardarono bene dal punire le loro donne
come erano usi a fare in Italia
e come fecero praticamente fino al 5 ottobre 1981! Non sono bastate
all'Italia trentacinque anni di democrazia regolata da una meravigliosa
Carta Costituzionale per abrogarlo prima!
Molte delle terribili leggi feudali furono abolite per intervento esterno.
Le guerre napoleoniche ed i Codici introdotti negli Stati creati in Europa
a seguito delle conquiste fecero fare un grandissimo balzo in avanti nella
tutela dei diritti.
Insomma la contaminazione culturale e l'imposizione esterna di una norma
non è detto che siano lesive dell'autonomia che si vorrebbe tutelare con il
mantenimento di costrizioni feudali inaccettabili secoli dopo la nascita
delle democrazie e del socialismo. Una legge contro l'orrenda pratica delle
mutilazioni genitali può forse offendere l'autonomia delle donne? Infine
sono convinto che non esiste donna al mondo che voglia vivere prigioniera di
un vestito che la tiene separata da tutti. Se si facesse un referendum tra
le donne costrette a portare il Burka dubito molto che una sola di loro
voterebbe per tenerselo.
Se la Francia laica aiuta con una sua proibizione le donne a liberarsi da
una umiliante schiavitù sarà benemerita. In fondo il Burka è una sorta di
Harem. Lo scopo è identico: esclusione dal mondo per essere disponibili ad
un padrone!
Pietro Ancona
IL MANIFESTO SARDO
05/02/2010
IL BURQA, VELO DELLA COSCIENZA da Antonella Caranese* Daniela Spiga**
La Commissione di studio del Parlamento francese si muove verso il divieto
per le donne di indossare il burqa e il niqab nei luoghi pubblici: presto
una legge potrebbe vietarne l'uso nelle scuole, ospedali, trasporti pubblici
e uffici statali. Il divieto di indossare burqa e niqab per le donne
musulmane è stato invocato dalla maggior parte dei partiti di destra dei
paesi dell'Unione europea, Italia compresa: qui da noi, infatti, la Lega ha
presentato un'analoga proposta di legge, sulla quale la ministra Carfagna si
è espressa immediatamente a favore, così come, in maniera trasversale, molte
donne di destra e di sinistra.
Vietato il burqa, per legge o per decreto: strappiamo, con l’imposizione
normativa, alle immigrate il niqab dalla faccia.
Fuori dalle scuole europee le sottomesse alla religione. Se vogliono stare
nei nostri civilissimi Paesi, che si mettano anche loro microgonna e
push-up, esattamente come facciamo noi, che abbiamo conquistato, sebbene
solo formalmente, la libertà di farci valutare al primo sguardo.
Davvero crediamo così di avere dato “pari opportunità” alle immigrate?
Vietando loro di essere diverse da noi? È autentico questo improvviso,
prepotente e improcrastinabile interesse per l’emancipazione femminile? E
siamo sicure/i che legiferare sul corpo delle donne, come se non
appartenesse alle donne stesse, in quanto persone, ma piuttosto allo Stato e
più precisamente al Governo, sia il modo giusto?
Anche il Consiglio Comunale di Imola si è occupato del tema il 13 gennaio
scorso, a seguito ad una mozione presentata dal Consigliere Mondini (UCD)
che addirittura, da un punto di vista meramente maschile (noi diciamo anche
maschilista) voleva imporre per regolamento di escludere dai benefici
economici comunali le donne che indossano il burqa o il chador oltre che
chiedere l’affissione di un cartello, alle porte della città, inneggiante
alla non disponibilità della nostra città ad accogliere donne velate. In
questo senso abbiamo accolto con favore il dissenso espresso sia dalla
Commissione Pari Opportunità, nella quale si è svolta una discussione ampia
e non condizionata da pregiudizi. sia della maggioranza del Consiglio
comunale, che respinto questa imposizione ideologica, ritenendo di gran
lunga più importante favorire l’autodeterminazione femminile, oltre alla
piena integrazione culturale e sociale delle donne islamiche.
Citando Lidia Ravera “Tutte velate, vuole la Legge Coranica. Tutte svelate,
vuole la Legge Italica. E le donne continuano a venire vestite e spogliate,
obbligate e ricattate, costrette a piegarsi o comandate a ribellarsi”.
Noi vogliamo esprimere la nostra opinione e porre una domanda: ma in tutto
questo inseguirsi di opinioni, tutte assolute e giuste, dove è finito il
rispetto per le donne Afghane? Dove è finito l’obiettivo di risolvere
l’oppressione
delle popolazioni afghane e irachene? Il tutto si risolve forse attraverso
le missioni militari, che ci ostiniamo ipocritamente a chiamare di pace?
Siamo sicure, noi donne italiane, di favorire la liberazione delle donne
straniere imponendo loro di mostrarsi senza velo? O viceversa questo è il
modo più semplice di lavarci la coscienza, evitando la fatica della
conoscenza e del confronto, per incoraggiare piuttosto la loro autonoma
affermazione e autodeterminazione?
Noi temiamo che il proibizionismo favorirà l’integralismo religioso delle
donne immigrate che, trovando incomprensibile e offensivo il nostro
intervento normativo, potrebbero marcare la distanza, rifugiandosi nella
loro “perfetta e rassicurante” identità culturale e religiosa.
L’altro timore, ancora più grave, è che i divieti producano segregazione,
con il rischio di donne fisicamente rinchiuse in casa da mariti-padroni che
non accetteranno di far uscire mogli madri sorelle e figlie “svelate”.
Come donne consapevoli e di sinistra, non possiamo limitarci a dare una
risposta semplice ad un problema complesso.
Anche noi riteniamo una inaccettabile violenza l’imposizione del burqa e la
costrizione alla completa velatura del viso.
Ma non crediamo a facili risposte normative. Non vogliamo sentirci con la
coscienza a posto con divieti di cui non è possibile valutare la portata. Né
vogliamo voltare le spalle e disinteressarci del problema.
Le donne migranti, con diverse tradizioni culturali o religiose, devono
essere aiutate, sostenute e difese se e quando vogliano ribellarsi a padri
padroni, ad usanze intollerabili, alla limitazione della loro libertà
personale. Questo richiede un costante lavoro di solidarietà e vicinanza, di
conoscenza reciproca e di difficile confronto.
Solo così le donne si potranno affrancare dai loro oppressori, che
strumentalizzano religione, usi e costumi per perpetrare l’endemico male che
è quello del patriarcato, del maschilismo e del sessismo.
Noi, donne occidentali, abbiamo alle spalle decenni di lotte che hanno
portato alla limitazione del patriarcato, almeno nelle sue componenti più
violente ed impositive, senza peraltro essere ancora riuscite a superarlo
completamente.
Noi, donne occidentali, dobbiamo evitare che le donne ingabbiate nel burqa
passino dalla tutela dei talebani e dei komeinisti a quella dei leghisti,
dalla persecuzione dell’integralismo islamico a quella della presunta
superiorità morale dell’Occidente.
Le donne, tutte, hanno diritto alla autodeterminazione e alla libertà,
religiosa, culturale e di genere.
Ma ricordiamoci che non esistono scorciatoie. E che le donne devono liberare
sé stesse, con l’aiuto di altre donne. Nessuno può arrogarsi il diritto di
farlo al loro posto, senza il loro coinvolgimento e la loro condivisione.
* responsabile questioni di genere
** responsabile migranti Federazione PRC-SE di Imola
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Saturday, February 06, 2010 11:57 AM
Subject: Tagliare la testa a Di Pietro
Tagliare la testa a Di Pietro
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Mi ha fatto impressione sentire a "prima pagina" di radio tre un
giornalista dell'Espresso dell'importanza di Gigi Riva schierarsi
nell'affollato partito di pennivendoli e politici che vorrebbero
la morte politica immediata se non fisica di Antonio Di Pietro. Gigi Riva ha
messo sulla graticola il nostro sfortunato protagonista di "mani pulite"e lo
ha rosolato ben bene alimentando il fuoco e cercando in tutti i modi di
sovrastare le difese di qualche ascoltatore della radio. Anche togliendo di
mala grazia la parola!
Naturalmente il Signor Riva non si domanda come mai il Corriere della Sera
pubblichi una foto vecchia di 18 anni nella quale, in una caserma dei
carabinieri, Di Pietro viene ritratto in un grande tavolo da pranzo in cui,
assieme a tanti altri, sedeva anche l'alto dirigente di polizia Contrada
successivamente incriminato per concorso in associazione mafiosa. Alla
obiezione di un ascoltatore
che chiedeva a Riva come mai questa domanda non venisse posta al Comandante
dei Carabinieri che aveva organizzato la cena ha risposto malvolentieri
arrampicandosi sugli specchi. Ad un'altra domanda relativa alla denunzia di
una vittima di Mario Chiesa amministratore socialista del Pio Albergo
Trivulzio che chiedeva tangenti del dieci per cento per un
appalto di 140 milioni, ha risposto rilanciando la tesi complottarda degli
USA che per vendicarsi di Sigonella ingaggiano Di Pietro in un'opera di
criminalizzazione giudiziaria. Non è ancora chiaro come
il pool di Mani Pulite dovrebbe entrare nella congiura, se consapevolmente o
no. Parlo di Davigo, Borrelli, Boccassini, Greco, Colombo. Anche loro
strumenti della Cia? Troveremo anche per loro assegni di 50 mila dollari
come quello intestato a Di Pietro e mai riscosso? Naturalmente il fatto
che
l'assegno non sia stato riscosso e che pertanto è un pezzo di carta non
importa ai nostri massmedia embedded che ogni giorno, guidati dai giornali
di Berlusconi, chiedono la testa del capo dell'IDV.
Stupisce molto che una stampa iperamericanista che giustifica anche le più
grandi colpe degli USA si accanisca nel denunziare il rapporto che Di Pietro
avrebbe avuto con la Cia. Ma la Cia non è un servizio che protegge
l'Occidente ed i suoi valori dall'invasione ieri comunista ed oggi islamica
e che assicura ordine? La Cia è l'America! Ma pur di attribuire a Mani
Pulite una origine strumentale che avrebbe travolto la casta, onesta classe
dirigente italiana, oggi si è pronti, almeno per questa questione, a
raffigurarla come il Male dal quale sarebbe derivato il crollo della prima
repubblica e la disgrazia di tantissimi galantuomini!
Bisogna chiedersi come mai il Corriere della Sera si abbassi al livello
dei giornali di Feltri e di Belpietro in una campagna scandalistica basata
su una fotografia e su un assegno non riscosso. Che c'è sotto? Quali
interessi lo spingono?
Credo che sotto ci sia l'intesa tra PDL e PD sulle cosidette riforme
osteggiata da Di Pietro. Intesa che può saltare dal momento che la posizione
ostile di Di Pietro e la sua difesa ad oltranza della Costituzione potrebbe
trovare audience nel PD e probabilmente Bersani, D'Alema, Fassino e gli
altri non sono in grado di fronteggiarla dal momento che la loro base
elettorale non si è corrotta fino al punto di volere uno Stato autoritario
quale quello che scaturirebbe dagli accordi sul presidenzialismo
e sulla modifica anche della prima parte della Costituzione. L'Oligarchia
del PD non si farebbe scrupoli sulle riforme costituzionali reclamate da
Berlusconi come non si è fatta scrupoli nel favorire la estromissione della
sinistra e dei verdi dal Parlamento e la sua riduzione ad assemblea nominata
da alcune persone che hanno i partiti in mano. Ma non vuole rischiare di
perdere gran parte della sua base.
Il PD non se la sente di andare avanti nel grande inciucio che io chiamerei
grande complotto contro la democrazia avendo alle spalle la protesta di Di
Pietro ed il fosso che questa potrebbe scavare nelle sue fila.
Per questo la campagna contro Di Pietro si è intensificata. Non mancano
certo i mezzi al Governo ed al Corriere della Sera di scavare in profondità
nel passato e di inventarsi qualche prova se questoa non esiste.
Non dubito che la tensione è destinata a crescere ancora. Siamo ad un
punto che potrebbe diventare di non ritorno nell'involuzione della politica
italiana.
Che Mani Pulite sia diventata, dopo Mario Chiesa, un fiume in piena per le
confessioni anche spontanee di tanti socialisti (Larini..) e per la fila
enorme di imprenditori che si autodenunziavano negli uffici della Procura di
Milano ai nostri non interessa. Interessa dimostrare che gli USA odiavano
Craxi e ne vollero la fine e che per questo ingaggiarono un magistrato come
Di Pietro che, secondo Gigi Riva, deve dimostrare la ragione dei suoi viaggi
negli USA!!
Accludo un chiaro riassunto della storia di Mani Pulite. Vale la pena
leggerlo e rinfrescarsi la memoria.
Pietro Ancona
http://it.wikipedia.org/wiki/Mani_pulite
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---- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Friday, February 05, 2010 10:38 AM
Subject: una sentenza assai discutibile
UNA SENTENZA ASSAI DISCUTIBILE
La sentenza del giudice di Milano che condanna i genitori di ragazzi stupratori al risarcimento della loro vittima è assai discutibile e dovrebbe suscitare un dibattito impegnato perchè investe questioni delicate del diritto e della responsabilità. In primo luogo la sentenza attenua fino quasi ad annullare la responsabilità dei minorenni autori del bestiale atto compiuto verso una bambina di 12 anni. Se lo hanno compiuto perchè non hanno ricevuto gli input morali giusti dalla loro famiglia allora la loro colpa è il prodotto di un qualcosa che li deresponsabilizza. Questo non è accettabile. Se i genitori sono responsabili del delitto compiuto dai loro figli non dovrebbero cavarsela con un risarcimento in denaro ma dovrebbero andare in galera. La logica del ragionamento del giudice non dovrebbe fermarsi a metà, dovrebbe proseguire fino in fondo e trarne tutte le conseguenze. Ma questo è assurdo! La responsabilità penale è sempre personale e non può essere traslata. Non è poi detto che soggetti, educati nelle famiglie più severe, non possano essere autori di atroci delitti. E' accaduto tantissime volte nella storia criminale e continuerà ad accadere. Famiglie assai perbene ed assai rigorose possono produrre piccoli delinquenti che delinquono a partire da input diversi come la convinzione del sentirsi "superiori" o per razza o per censo. Bisogna inoltre tenere conto che spesso gli stimoli della società verso i minori sono assai più forti della cultura delle loro famiglie. Quante volte abbiamo visto bambini che strillano nei supermercati perchè vogliono assolutamente comprata qualcosa che è stata negata dalle loro mamme ma che hanno visto in televisione e che pretendono? Quanti ragazzi si sentono frustati ed arrivano ad odiare le proprie famiglie perchè non hanno la livrea dei loro compagni di scuola e vogliono mocassini o pantaloni o giubbotti che non si possono permettere e per questo arrivano a rubare o ad estorcere ai più deboli di loro denaro o altro? La formazione non può essere attribuibile soltanto alle famiglie che oggi non sono mai nelle condizioni di esercitare un controllo vero sui comportamenti dei loro figli. Spesso i genitori lavorano entrambi ed i nonni sono all'ospizio. La famiglia non è più una "società" costituita da diverse generazioni da un pezzo ed il suo peso è minimo nella educazione delle nuove generazioni. Queste sono educate in grande parte dalla scuola e dalla televisione,dai loro coetanei ed anche dai giocattoli che vengono pubblicizzati dalla tv e che spesso hanno meccanismi di violenza inaudita, ripetitiva, ossessiva. Inoltre i giocattoli stessi sono profondamente cambiati. La mostrificazione degli "eroi" infantili iniziata qualche tempo fa tende ad appesantirsi. L'orco di una volta è un angioletto rispetto a certe figure demoniache in commercio oggi. Inoltre, a comunità coese e solidali nelle famiglie e nei quartieri, si sostituiscono persone isolate e divise per stato sociale e per interessi. Nei quartieri mancano strutture sociali che permettono l'incontro tranne la parrocchia che fornisce comunque momenti di aggregazione sempre più limitati e spesso non appetiti dai ragazzi. Possiamo affermare che i ragazzi di oggi hanno una quantità minore di rapporti sociali e di conoscenze di quelle che hanno avuto le generazioni precedenti. I rapporti sociali si sono rarefatti e spesso si viene passivizzati da ore ed ore di televisione o playstation. Aggiungo che la società liberista spinge verso la asocialità e la sostituzione della meritocrazia a criteri di coesione e promozione sociale di tutti produce uno stato di conflitto permanente di tutti contro tutti. La competitività non si disgiunge dalla aggressività. La società meritocratica diventa società di predatori dei più forti verso i più deboli, predazione che si può spingere fino allo stupro, al ritorno all' uomo delle caverne che, armato di un grosso randello, trascina la donna per i capelli. L'idea del sesso frutto di predazione violenta è connaturata alla cultura del liberismo asociale nella quale siamo immersi a tempo pieno. In conclusione: i giovani vanno certamente puniti. Debbono scontare la colpa di quanto hanno fatto e debbono essere rieducati a non ripeterla. Ma gli istituti di pena per minorenni sono diventati soltanto luoghi in cui si consuma la vendetta sociale. Lo Stato liberista spende sempre meno per loro e non investe niente in progetti rieducativi che non gli interessano. Ognuno per sè in una società che diventa sempre più una giungla o un deserto. Insomma, in attesa del meglio, non cerchiamo uscite comode e facili come quelle di punire i padri per le colpe dei figli.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, February 07, 2010 10:44 AM
Subject: La fine di una illusione
La gravissima scelta del Congresso dell'Idv di appoggiare il discusso ed
equivoco sindaco di Salerno nella corsa per la Presidenza della Campania
compiuta addirittura per acclamazione da un Congresso voglioso di governo e
di stare in maggioranza spegne le speranze di un'alternativa morale e
politica al bipolarismo tra simili o addirittura eguali. Nonostante
l'avvertimento di De Magistris che votare De Luca significa consegnare la
Campania alla camorra ed ai casalesi, le pulsioni profonde del Congresso,
alimentate dai segnali lanciati da Di Pietro e da Bersani, hanno travolto
tutto e tutti. Avevo visto situazioni simili nei congressi socialisti che di
fronte alla prospettiva di acquisire comunque un poco di potere non si
curavano nè del come, nè del quando, nè delle cose che bisognava almeno
salvare in una azione di governo. La frase di Di Pietro " di opposizione si
può morire" preceduta da
quella sulla piazza che "non basta" conclude malinconicamente una fase
della politica italiana in cui
il pungolo dell'IDV era riuscito spesso a trascinare il PD lontano
dall'abbraccio mortale con il centro destra e dal pensiero unico. Il merito
di tutto questo è anche di Casini e della idea di inaffidabilità che ha
generato nel PD che lo voleva alleato. I due forni di Casini che poi è il
forno solo della convenienza di potere hanno spinto Bersani a trovare una
intesa con Di Pietro, a conquistarlo ideologicamente alla sua teoria e
prassi della politica che prevede la ricerca dell'accordo con la
maggioranza. Bersani ha commissariato il Congresso IDV. Lo ha seguito dalla
prima all'ultima battuta ed è riuscito nel suo disegno. Un Di Pietro
"moderato" che appoggia De Luca in Campania e smentisce il malcapitato
Genchi per le cose che aveva avuto l'ingenuità di dire sul conto del false
flag
di Tartaglia, un Di Pietro che potrebbe confluire nel PD diventa una
acquisizione importante
per la stabilizzazione a destra del PD che, a questo punto, potrebbe anche
lasciare al loro destino gli
espulsi dal Parlamento comunisti e verdi.
Mi auguro a questo punto che tutte le persone che in qualche modo hanno
appoggiato Di Pietro a crescere ed a resistere in questi mesi decidano di
compiere una scelta diversa e di collocarsi davvero a sinistra. Micromega,
il Fatto, i tanti gruppi che fanno capo a Grillo, il popolo viola e quanti
altri hanno ammirato e sostenuto il coraggio con cui Di Pietro si è battuto
contro Berlusconi infischiandosene financo delle buone maniere ed ha
strattonato lo stesso Presidente della Repubblica richiamandolo alle sue
responsabilità di custode della Costituzione debbono prendere atto che il
moderatismo italiano ha dominato alla grande il Congresso e che il
politicismo di gran parte di coloro che sono arrivati all'IDV soltanto per
conquistarvi spazi disponibili chiusi altrove l'ha avuto vinta senza bisogno
di combattere tanto.
Pietro Ancona
http://www.repubblica.it/politica/2010/02/06/news/bossi_attacca_l_udc_non_conta_niente-2205484/
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: segreteria@ilfattoquotidiano.it
Sent: Wednesday, February 10, 2010 1:48 PM
Subject: l'Iran ha diritto all'atomica
L'IRAN HA DIRITTO ALL'ATOMICA
I massmedia occidentali avvelenano l'opinione pubblica contro l'Iran ed in
generale contro coloro che gli USA e la Nato opprimono e trattano con il
ferro ed il fuoco, anzi con il ferro, il fuoco, l'uranio ed il fosforo per
distruggere anche le future generazioni. L'invenzione di AlQaeda che avrebbe
realizzato l'11 settembre giustifica continue incursioni di bombardieri
contro villaggi abitati da popolazioni inermi. All'indomani di ogni
massacro, almeno dei massacri dei quali che sfuggono alla censura
militare,, si dice che uno o più terrorista è stato ucciso purtroppo con
"danni collaterali". I danni collaterali sono la distruzione di tante vite
umane e delle loro abitazioni. Da tempo
l'Occidente tiene nel mirino l'Iran assediato da una canea sempre più
aggressiva, petulante, che ne chiede la resa incondizionata e forse non si
accontenta neppure di questa, ne vuole la distruzione.
L'Occidente non si rassegna alla cacciata del regime-gendarme dello Scià
installato al potere dopo
l'uccisione del grande leader laico Mossadeq trucidato da agenti della Cia.
Combatte l'Iran della Rivoluzione KOmeinista su due terreni: il terreno
della libertà con la contestazione dei risultati elettorali a cura del
partito interno filooccidentale che continua a tentare la rivoluzione verde
sorella delle tante rivoluzioni colorate fatte con il manuale di Gene Sharp
ma che non sempre riescono bene. Vedi l'Ucraina che, dopo cinque anni di
governo "americano" strappato con la violenza della piazza ben foraggiata
ieri è tornato ad una Presidenza amica della Russia che invece si vorrebbe
circondare da nemici in perpetua azione di rottura. L'altro terreno di
lotta è la contestazione allo Iran del suo diritto a dotarsi di una
industria nucleare. L'Iran è vicino odiato di Israele che ha non solo un
esercito tra i più forti del mondo che non si fa scrupolo di usare il
fosforo e l'uranio ma che possiede un grande arsenale di bombe nucleari. C'è
chi sostiene che ne abbia più di mille. Per quale motivo si
insiste fino alla provocazione con l'Iran perchè desista dal possedere
energia nucleare mentre non si dice una sola parola sulle bombe israeliane e
sulla minaccia che esse costituiscono per tutti i loro disgraziati vicini di
casa? Il grande Obama che aveva acceso tante speranze nel mondo non si
sogna neppure di avanzare una richiesta di denuclarizzazione dell'area che
significa un programma di stop o poi di alieanazione delle bombe di Israele.
Si accinge invece a varare aiuti per tre o quattro miliardi di dollari ad
Israele ed approva piani di stampo nazista per imprigionare ancora meglio i
palestinesi di Gaza con un Muro d'acciaio che impedirà per sempre di uscire
dalla striscia. Non si concede ai cittadini di Gaza neppure il diritto di
andarsene. Sono come gli indiani d'America condannati a crepare nelle
riserve dalle quali non debbono uscire.
Dal momento che la bellicosa Israele che si esercita da anni per una guerra
con l'Iran e che è posizionata su posizioni di imminente aggressione
continua ad avere le sue armi nucleari con le quali ha minacciato di
sterminio tutti coloro che si appongono ai suoi progetti di controllo di
tutta l'area
continua a detenere il suo arsenale sarebbe saggio non contrastare ma
agevolare l'Iran nel dotarsi di una sua arma nucleare. Questa sarebbe grande
fattore di pace e di stabilizzazione esattamente come lo fu la bomba
nucleare dell'URSS qualche tempo dopo Nagasaki ed Hiroshima.
Chi ci garantisce che gli Usa non avrebbero continuato ad usare la bomba
nucleare dopo le due sganciate sul Giappone? Soltanto l'equilibrio del
terrore ha impedito che altri funghi atomici si levassero da tante città
del mondo.
Viviamo in un mondo controllato da una forza impazzita che lavora non per
un progetto di pace ma per la destabilizzazione graduale di tutte le aree
geografiche ancora non assoggettate. Gli USA non tollerano nessuna forma di
civiltà diversa dalla loro. Tutta la loro politica di lungo periodo è
progettata per la progressiva demolizione degli attuali equilibri
geostrategici. Basta vedere tutte le mosse che si compiono attorno agli
Stati che circondano la Russia e la Cina. La tendenza è rovesciare gli
equilibri attuali, insidiare la sicurezza. La Birmania è diventata un caso
mondiale di libertà dal momento che non consente l'installazione di basi
militari Usa nel suo territorio. Taiwan viene armata come se fosse in
pericolo di essere aggredita da una Cina pacifica che è protesa tutta
nella sua crescita economica che suscita intolleranza. I monaci tibetani
vengono addestrati alla guerriglia anticinese sui monti del Colorado. Il
pogrom anticinese tentato a Llasa con l'uccisione di famiglie cinesi e
l'incendio delle loro case è stato fatto passare per un anelito di libertà
represso dalla dittatura cinese che naturalmente si deve abbattere. Si usa
il Dalai Lama per insidiare la sovranità della Cina sul Tibet, un paese
grande quanto mezza Europa. La Georgia viene usata per provocare la Russia
ed insidiarne i confini.
L'Iraq, l'Afghanistan sono occupati da eserciti
alleati. Cinquecentomila militari regolari e privati vi scorazzano da quasi
dieci anni. Non riescono tuttavia a vincere e subiscono continue
umiliazioni da patrioti armati di vecchi mitra e mine fatte in case e si
vendicano con orrende stragi e devastando il territorio.
I fatti sono questi ai quali si aggiungono gli inquietanti scenari
dell'America Latina dove gli USA
si servono di alcuni Stati Gendarmi come la Colombia diretta da una
sanguinaria giunta militare appoggiata dagli squadroni della morte di
Negroponte per insidiare e distruggere la rivoluzione bolivariana. Vedi la
fine fatta recentemente dall'Honduras dove migliaia e migliaia di morti
celebrano il successo del colpo di Stato realizzato con la regia USA.
Certo la folla che assedia sdegnata l'ambasciata italiana a Teheran non è
degna di rispetto, di attenzione e di amorevole cure come quella verde
radunata dalla Clinton (*) attorno al traditore Musavi.
Viene descritta dal Corriere come una folla di malfattori. Il Corriere
farebbe bene a rileggersi le farneticanti dichiarazioni di Berlusconi al
Parlamento israeliano e forse si farebbe una qualche ragione del tristissimo
fatto che l'Italia, fino a ieri rispettata in tutto il mondo islamico oggi
è oggetto di odio.
La nota triste di tutto ciò è che probabilmente si aspetta che tutte le
aziende occidentali presenti in Iran abbiano il tempo di ritirarsi e mettere
in ordine i loro interessi, per attaccare. L'apocalissi delle civiltà del
pianeta diverse da quella Occidentale è cominciata. Tutto fa brodo: dai
titoli tossici e la produzione senza controllo di dollari per pagare con
carta straccia i debiti all'uso delle armi e forse prossimamente anche
l'atomica.
Obama continua l'opera di Bush. Ammesso che voglia qualcosa di diverso non
lo può fare. Come
gli ultimi Faraoni non controllavano l'Egitto, non controlla gli USA
posseduta dalle multinazionali e dai banchieri.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
(*) <<Ma in un’intervista della CNN con Farred Zacharia, il 9 agosto 2009,
la Segretaria di Stato USA, Hillary Clinton, ha confermato ciò che i suoi
servizi in precedenza avevano negato: gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo
molto importante nella pseudo "rivoluzione verde" in Iran e ha inviato falsi
messaggi sul Twitter iraniano.>>
http://www.voltairenet.org/article161644.html
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, February 11, 2010 4:34 PM
Subject: La testa mozzata di Ahmadinjed
LA TESTA MOZZATA DI AHMADINJED
Oggi si celebra in Iran il 31 anniversario della rivoluzione che mise in
fuga il sanguinario Scià che era stato messo al potere dopo l'assassinio di
Mossadeq, il leader di un movimento laico, democratico, progressista che
aveva avuto l'ardire di nazionalizzare l'industria petrolifera da decenni
predata dall'occidente. Lo Scia aveva fatto dell'Iran quello che Kissinger
chiamava Stato-Gendarme, un ruolo oggi assolto con crudele diligenza
dall'Egitto di Mubarak che aiuta Israele a tenere ben tappati come dentro
una trappola per topi i palestinesi della striscia di Gaza. Nell'Egitto di
Mubarak non ci sono rivoluzioni "colorate". Gli americani non hanno
interesse, oggi, a destabilizzarlo dal momento che è la pietra angolare
della loro politica di guerra nel Medio Oriente. Inoltre, le prigioni del Il
Cairo rigurgitano di migliaia e migliaia di prigionieri politici che vengono
regolarmente torturati e rinchiusi senza processo per diecine di anni. Basta
accusarli di terrorismo e di fondamentalismo islamico.Lo stesso accade
nell'unica "democrazia" della zona a quasi ventimila palestinesi chiusi
nelle carceri israeliane dalle quali usciranno, se mai potranno farlo, come
larve umane o utilizzate come spie dei loro fratelli per pagarsi la libertà
che concede Israele.
La pressione internazionale dei massmedia per una rapida risoluzione della
questione iraniana, una questione inventata di sana pianta per giustificare
la politica destabilizzatrice ed aggressiva degli USA e dei loro alleati,
cresce di giorno in giorno. Non escludo che oggi, per lordare di sangue la
ricorrenza, agenti provocatori infiltrati tra la folla sparino per
addossarne la colpa al regime. E' già successo con l'assassinio di Neda, fa
parte di una tecnica che conosce tantissime varianti. Ogni notte in
Colombia le squadre della morte del regime militare filoUSA, addestrate
dagli USA, irrompono nelle abitazioni degli oppositori per trascinarli via o
trucidarli assieme alle loro famiglie. La grande catena dei giornali che si
diparte dal New York Times ed arriva a Repubblica non se ne occupa e non se
ne occuperà mai. I morti che oggi la propaganda antiiraniana si sarà
procurati a Teheran primeggieranno sulle prime pagine, i titoli saranno
cubitali e strillati, si cercherà di sollevare una ondata di odio per
travolgere l'Iran.
Qualcuno crede davvero che gli americani vogliono esportare la democrazia
in Iran? Qualcuno crede davvero che la rivoluzione verde di Mussavi
instaurerà un regime liberal che darà ai giovani la possibilità non solo di
leggere Lolita a Teheran.Mussavi e Rafsaniani vogliono sottrarre il petrolio
al controllo dell'attuale gruppo dirigente, avviare privatizzazioni e
spartirne i proventi con le multinazionali. Quello che oggi serve a
finanziare le spese per la sanità, le pensioni, i salari e la scuola e che
appartiene a tutti, dovrà essere fonte di arricchimento di pochi e dei loro
alleati esterni. La posta in gioco non è la libertà come si fa credere a
tanti giovani, ma il possesso del petrolio, petrolio che dal 1920 è causa di
sofferenze, di invasioni, di bombardamenti delle potenze colonialiste.
Non dubito che nei progetti degli americani c'è l'impiccagione di
Ahmadinjed come ieri c'era l'impiccagione di Sadam Hussein. La stessa
campagna di odio ha invaso l'Occidente e l'odio darà i suoi velenosi frutti.
L'Iraq di Sadam Hussein era una delle civiltà più prospere del mondo. Era
laico. Aveva oltre trecentomila ingegneri, tante università, professori, una
classe dirigente colta, di alto livello
e specializzazione. La gente stava bene. Oggi l'Iraq è una montagna di
macerie avvelenate dall'uranio e dal fosforo dove i bambini nascono
deformi. Al centro di Bagdad campeggia una enorme base militare americana
quasi certamente con depositi di bombe nucleari, una cittadella-enclave che
ha tolto per sempre l'indipendenza al paese "liberato".
Stamane durante la conversazione che il conduttore di primapagina radio
tre concede agli ascoltatori
è intervenuta una signora iraniana che si è dichiarata rifugiata politica.
Una persona che è fuggita dall'attuale regime e che abita in Italia da
molti anni. La signora ha implorato che il suo paese fosse lasciato in pace
e non fosse "liberato" dall'Occidente. L'esperienza apocalittica dell'Iraq e
dell'Afghanistan la induceva a ritenere che gli Usa siano cambiati in
peggio, non sono più i liberatori dell'Europa dal nazifascismo, ma gli
occupanti terribili di due nazioni che non hanno pace e dove scorazzano
eserciti alleati e killers professionisti della Blackwater ed altre
compagnie del terrore. Ha aggiunto che quando si sarà devastato l'Iran ci
troveremo con altre diecine di migliaia di persone che affolleranno i nostri
confini in cerca di sopravvivenza. Proprio così dal momento che i movimenti
di emigrazione verso l'Europa sono tutti derivati dalle guerre coloniali.
Arrivano forse emigranti dalla Libia o dal Venezuela? Arriveranno a migliaia
quando questi paesi saranno aggrediti magari da qualcuno che vuole liberarli
da Gheddafi o da Ugo Chavez.
Ma i quattro cavalieri dell'Apocalisse sono attesi a Teheran. Delenda
Chartago! Delenda Teheran
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, February 13, 2010 11:14 AM
Subject: La fontanella e l'Unità d'Italia
La fontanella e l'Unità d'Italia
Il volenteroso discorso del Presidente Napolitano, vibrante di accorati
richiami all'unità nazionale, al sentimento che dovrebbe accumulare tutti
gli italiani, rischia di essere anacronistico, fuori tempo massimo. I
processi di disgregazione sono in fase molto avanzata ed alcuni di essi sono
giunti al punto di non ritorno. Cominciamo dal razzismo. Praticato per anni
contro i meridionali (in questo locale non entrano terroni e cani) ora si
rivolge contro gli immigrati ed in particolare contro i musulmani. Non è
vero che il disprezzo per i diversi, per gli stranieri, rafforza il senso di
unità e di coesione per diversi motivi e tra questi il fatto che non tutti
condividiamo la xenofobia e questa viene praticata da persone che la
sfruttano per deprezzare la dignità e concedere meno salario e meno diritti.
Il fatto che leggi dello Stato incentivino l'odio razziale e criminalizzano
intere comunità come quella dei rom e dei sinti non aiuta la crescita di un
sentimento di unità nazionale che, per essere tale, deve essere basato su
valori universali e riconosciuti da tutti. Uno Stato che legifera perchè
teme o vuole sfruttare gli stranieri non è espressione di una nazione coesa,
solidale.
Ma l'attacco maggiore all'unità d'Italia non viene dalla propaganda
nordista o dai tentativi di creare la cosidetta Padania. Viene dalla
ideologia liberista che da trenta anni imperversa e sfascia quanto incontra
sulla sua strada. L'Italia dell'interclassismo democristiano e dei
centro-sinistra di Nenni, Spadolini, Fanfani, era certamente più unita
dell'Italia di oggi che sembra prossima al tracollo. La fontanella che
dissetava i passanti o abbeverava le capre nei sentieri di campagna con un
filo di acqua sempre fluente presto non esisterà più dal momento che l'acqua
verrà privatizzata e chi vorrà averne dovrà pagarsela e lasciare un profitto
a coloro che se ne sono impossessati sia pur legalmente.
La demolizione delle tre braccia fondamentali della sanità, delle pensioni
e delle scuole infligge colpi pesantissimi e divide il Paese. Una
popolazione si riconosce nella sua scuola, nel suo ospedale e nei suoi
servizi comuni, nelle pensioni che non rinfaccia ogni giorno ai vecchi come
succede in questo disgraziato e corrotto Paese. Se la scuola, la sanità, le
pensioni vengono sfasciati in una logica che chi ha i i mezzi per
procurarsela va avanti e gli altri regrediscono quale sentimento unitario
può scaturirne? Grande fattore di unificazione del popolo italiano è stato
il servizio di leva anche se alla sua origine fu causa non secondaria di una
spaventosa guerra civile tra nord e sud. Il servizio di leva che portò
tantissimi giovani ad uscire dalle loro città e conoscerne altre è stato
sostituito da un servizio di professionisti delle armi che per giunta avrà
presto un Ministero della Guerra spa. Una cosa incredibile, grottesca,
scimmiottata dagli USA dove le multinazionali sono lo Stato ed il Pentagono
è loro creatura. La regionalizzazione del servizio sanitario nazionale è
stata una terribile disgrazia dal momento che ha creato le condizioni di
gravi diseguaglianze che presto saranno acuite dalla infornata di leggi che
si attendono sul federalismo. Si è tanto parlato male delle pensioni di
invalidità ed ora si dipingono coloro che ne fruiscono come dei parassiti.
Ma negli anni cinquanta milioni di vecchi contadini artigiani e lavoratori
che avevano lavorato per cinquanta anni si trovarono senza le "marche"
necessarie per avere la pensione di vecchiaia. Avevano lavorato per le loro
famiglie ed il loro paese ma nessuno si era preoccupato per la loro
vecchiaia. Una legge dello Stato introdusse il criterio "socioeconomico"
nella concessione della pensione e questo fece si che qualche milione di
persone ebbe una pensioncina con la quale poter comprare da mangiare. E'
stata una legge che ha fatto del bene all'Italia evitando di costringere
gli anziani a mendicare o gravare sui figli. Oggi le pensioni pubbliche
tendono a scomparire e sono sottoposte ad un attacco incessante da parte di
una generazione di politici e di economisti che predicano l'asocialità.
Il lavoro stesso non ha più la grande forza di coesione di una volta.
Oggi i politici e gli imprenditori tendono a mettere i lavoratori uno
contro l'altro. L'applicazione distorta ed arbitraria della cosidetta
"meritocrazia" scava fossati tra la gente e la fa guardare in cagnesco come
in quel famoso film con Jack Lemmon.
L'ideologia liberista imperante e propagandata da massmedia che martellano
incessantemente i suoi principi su una popolazione che degrada verso la
semplice e casuale agglomerazione di individui ognuno preoccupato per la sua
sopravvivenza è del tutto estranea a quei sentimenti che Napolitano vorrebbe
far rivivere.
Uno Stato è tale ed è Nazione se non viene rappresentato dalla volgare
folla di panfili di lusso che si raccolgono sotto Villa certosa e dagli
operai stiliti che affollano i tetti italiani come le antenne televisive.
Uno Stato è Nazione se fa come Fanfani un programmma di case popolari da
affidare grutuitamente ai poveri e lo realizza, se realizza lo Statuto dei
Diritti dei Lavoratori, se provvede ai suoi vecchi senza mezzi. Ma se
viviamo in un paese che pratica la filosofica "ognuno per sè e Dio per
tutti" perchè dovremmo amarlo, essere nazionalisti, emozionarci con l'Inno
di Mameli?
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Saturday, February 13, 2010 9:26 PM
Subject: indecenti dichiarazioni|
lettera inviata al Professor Mario Centorrino
Caro Professore Mario Centorrino,
la sua esortazione a non leggere più Sciascia, Cammilleri e Tomasi di
Lampedusa, scrittori che porterebbero "sfiga" la disonora. Lei non toglierà
niente all'opera dei nostri grandi scrittori, coscienza e testimonianza
della nostra terra e della cultura europea.
Conosco lei da molti anni e, da segretario regionale della CGIL, l'ho
sempre incontrata nelle stanze del potere. E' stato consulente assai ben
retribuito forse per diecine e diecine di anni ed ora è assessore. Non trova
di meglio per ripagare i qualunquisti di destra che l'hanno accettato nel
loro palazzo che insolentire l'opera di persone che hanno illuminato la
Sicilia.
Lei è assessore alla formazione. Si vergogni del messaggio qualunquista e
di finto ottimismo che ha mandato ad una regione in cui le persone, a
differenza di lei che marcia a decine di migliaia di euro al mese, hanno
grandi problemi di sopravvivenza. Lei che sottrae quanto guadagna ai loro
modesti salari o alle loro modestissime pènsioni.
E pensare che è anche stato girotondista!
Le consiglio di ritirare quanto ha incautamente detto e magari di andare a
godersi la grassa pensione che le spetta piuttosto che accumulare altre
ricchezze dentro il Palazzo.
Pietro Ancona
http://www.gds.it/gds/sezioni/culturaspettacoli/dettaglio/articolo/gdsid/95368/
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, February 14, 2010 9:54 AM
Subject: centorrino e le arance siciliane
Centorrino e le arance siciliane
============
Gli oligarchi al potere, ubriachi nel guardare l'Italia dall'altezza
vertiginosa dei privilegi e degli stipendioni forse i più alti del mondo ,
si compiacciono di stupire la folla con uscite mirabolanti, a volte
offensive come quelle alle quali ci hanno abituato Brunetta, Calderoli,
Bossi. Gli argomenti sono di varia umanità e spaziano dai fannulloni da
strigliare nei Ministeri alle sparate separatiste di Bossi e dei suoi che
come lui che non si presentano da nessuna parte se non sono muniti da
cravatta verde e fazzolettino verde bene in vista al taschino della giacca.
Le oligarchie regionali costruite e modellate su quella nazionale alla
quale si aggregano non sono da meno. Tendono anche loro a stupire il
pubblico con "provocazioni" come quella fatta ieri dal Professore Centorrino,
Assessore alla Formazione della Regione Siciliana.
Sciascia, Camilleri,Tomasi di Lampedusa portano sfiga. Diamoci
all'ottimismo e non leggiamoli
per almeno un anno. Mi meraviglio come il nostro professore di economia non
vi abbia incluso il suo compaesano Vincenzo Consolo, Bufalino, Pirandello,
Verga, Quasimodo che ha composto addirittura un lamento per il Sud e quanti
altri si sono occupati con la scrittura o la poesia della nostra terra.
Al Convegno di Siracusa che si propone la realizzazione degli Stati
Generali dell'Autonomia, un
modo pomposo frutto di reminescenze scolastiche di definire un'assemblea
per il federalismo , il professore Centorrino si è avventurato in una
analisi del mondo nel quale le ideologie sono morte ed al loro posto
nascerebbero le rappresentanze di maxaree territoriali. La proposta sarebbe
bizzarra con echi che richiamano Miglio, il guru di Bossi, se non fosse
soltanto il rivestimento, con parole diverse, del
vecchio sicilianismo reazionario del "tutti uniti contro lo Stato" che ha
conosciuto una certa fortuna
in anni non lontani nei quali si faceva spesso un fronte comune di tutti
i partiti,tutti i sindacati, tutti gli amministratori per rivendicare allo
Stato la riparazione di danni economici e sociali. Il fronte comune faceva
comodo dal momento che annullava il conflitto interno
deresponsabilizzava rispetto la ricerca di vie e soluzioni frutto
dell'impegno locale ed affidava al muro del pianto ed all'intervento delle
Partecipazioni Statali la salvezza dell'Isola.
Destra e sinistra non esistono più e quindi territorializziamo la
politica. Centorrino, a questo punto, si mostra compiaciuto dell'intervento
di Lombardo nella vicenda della Fiat che sarebbe sostitutiva
dell'intervento di un Ministro e addirittura più autorevole ma non si
capisce bene che cosa vuol dire e forse si tratta soltanto di una
spazzolata mal riuscita al suo Presidente
Il nuovo perno sarebbe la Regione. Ma il radioso futuro che il
territorialismo spalancherebbe alla Sicilia
non tiene in nessun conto il fallimento della Regione come Istituzione
governante. A quasi settanta anni dalla proclamazione dell'Autonomia abbiamo
una Regione che divora quantità enorme delle risorse che incamera per il suo
ceto politico,la sua burocrazia, i suoi clienti. Un bilancio di cifre
astronomiche non è sufficiente al mantenimento di un apparato mostruoso
parassitario ed improduttivo. La regione inoltre ha privatizzato molti
servizi, ne ha esternalizzato altri, ha dato vita a società
pubblico-privato che hanno creato crisi terribili. Oggi l'Esercito
interviene in Comuni siciliani serviti dagli Ato per sostituirsi ai
netturbini da cinque mesi senza stipendio ed in sciopero. La linea delle
privatizzazioni dei servizi affidando a spa la loro gestione ha rincarato il
loro costo e reso assai più difficile la vita delle famiglie.
Pensare di conferire maggiori poteri a questa Regione significa
condannarci per sempre a mantenere
un enorme buco nero che assorbe le risorse dei siciliani e genera altri
indebitamenti.
La Regione, proprio oggi, annunzia l'acquisto di agrumi siciliani per
quasi 13 milioni di euro. Una misura di mero assistenzialismo buono a dare
conforto ad agricoltori disperati ma del tutto negativo e controproducente.
La strada dell'assistenzialismo è la più facile per chi ha la disponibilità
per farlo e non si deve spremere troppo le meningi. Il Professore Centorrino
sa bene che la crisi della agrimicoltura italiana è dovuta al vilissimo
prezzo di vendita delle arance e degli altri prodotti. Pochi centesimi al
chilo. Prezzo imposto da una filiera che va alla grande distribuzione ed
alla trasformazione. Il chilo di arance che noi acquistiamo ad un euro viene
pagato al contadino pochissimi centesimi che non valgano neanche il costo
della loro produzione e raccolta. Questo problema è presente per quasi tutti
i prodotti della terra ed a causa di ciò sta maturando una situazione di
vera e propria rivolta nelle campagne italiane. Bisognerebbe alzare il
prezzo di vendita dei prodotti agricoli senza aumentare il prezzo finale al
consumo con una profonda e radicale ristrutturazione dei rapporti di forza
all'interno della filiera evitando plusvalori eccessivi nelle fase
intermedie. Ma questa
riorganizzazione del comparto non si vuole fare.
L'acquisto delle arance da parte della Regione è espressiva della sua
politica verso i ceti produttivi dell'Isola. Una politica di tamponamenti
del tutto fallimentare dal momento che lascia le cose come stanno e come si
ripresenteranno il prossimo anno.
Le ideologie non sono morte come proclama la destra italiana da venti anni
e come ripete il Professore Centorrino. Il liberismo, feroce edizione
dell'ideologia capitalistica, è vivo ed imperversa e sta riempiendo il mondo
di rovine e le nazioni di infelici ridotti a gridare dall'alto delle torri
la loro disperazione per il lavoro perduto. Il liberismo ha contagiato la
cultura di una parte importante del ceto politico della sinistra che a causa
di ciò ha perso la sua identità e la sua capacità di difendere le classi
sociali che una volta rappresentava. Il socialismo, abbandonato da dirigenti
diventati politicanti, è sempre vivo e vegeto. Ha ragione Berlusconi ad
esserne ossessionato dal momento che
rappresenta l'esatto contrario di ciò che egli è e rappresenta. Lo Stato
condizionato dalla cultura socialista è certamente più ricco e più
prospero di quello liberista.
La privatizzazione dei servizi e lo smantellamento del welfare,
impoveriscono l'Italia e rende difficile la vita ad i suoi abitanti e la
disgregano come comunità, come nazione. La gestione pubblica dei servizi
locali e nazionali è certamente di qualità superiore a quella erogata dai
privati e che ci ha trasformato in utenti senza diritti.
L'avvento del federalismo liberista sarà una disgrazia per l'Italia.
Abbiamo visto l'esperienza della regionalizzazione del servizio sanitario
nazionale oramai divorato profondamente al suo interno dalle
privatizzazioni dei convenzionamenti e dalla gestione clientelari dei medici
e delle forniture.
Anche la qualità e l'etica della professione medica ne risente
profondamente.
L'autonomismo che Centorrino vorrebbe nobilitare quale alternativa alla
ideologie distruggerà ogni residua possibilità di giustizia sociale e
servirà solo ad ingrassare la ricca borghesia parassitaria e scroccona che
vive dentro e attorno ai Palazzi e con l'accaparramento dei servizi
sottratti al controllo della Corte dei Conti.
Pietro Ancona
http://www.elezioni-oggi.it/archives/00030244.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, February 15, 2010 10:03 AM
Subject: il preservativo cercato ne bordello Italia
Stamane, a prima pagina di Radio tre, lettura di un articolo apparso sul Corriere della Sera che racconta i preparativi ruffiani del gestore e del personale del Centro Benessere in attesa dell'arrivo preannunziato del Dr.Bertolaso, onnipotente padrone della Protezione Civile. Il gestore si preoccupa che tutti siano andati via, che non sia qualcuno rimasto in qualche salone, poi di come sistemare la numerosa scorta che accompagna il nostro Semidio, se la "massaggiatrice " è al suo posto in scodinzolante attesa, se il bikini trovato è quello giusto.... Il giornalista che legge l'articolo lo definisce una sorta di trattato di antropologia dell'Italia di oggi e legge dettagli che man mano che si va avanti diventano sempre più squallidi. Squallidi perchè non c'è niente di eccitante e di pruriginoso in un incontro sessuale preceduto e seguito da tanta manovra organizzativa. Dopo che il Dr.Bertolaso ha finito il suo "massaggio" c'è una sorta di ispezione generale per accertarsi che non restino in giro tracce. Uno dei collaboratori lo assicura che non ci sono tappi di champagne o bottiglie vuote. Ma la preoccupazione riguarda il o i preservativi usati che non debbono assolutamente rimanere da qualche parte.... Il signore che presiede ai preparativi è in rapporti con Bertolaso per appalti ed altro. Bertolaso ha il potere di farlo lavorare e farlo arricchire dal momento che la gestione della protezione civile è esente dai normali controlli e dalle normali procedure degli affidamenti ordinari dello Stato e delle sue amministrazioni. Può fare quello che vuole e scrivere in fondo ad un decreto la cifra che vuole. Parigi valeva bene una messa ma questo vale bene la ricerca affannosa di un preservativo per non lasciare tracce. Quanto ho scritto è ricavato da intercettazioni telefoniche. Queste sono nel mirino della banda che ci governa e non è detto che in futuro avremo la possibilità di poterne fruire ancora per gettare un raggio luminoso su quanto non sappiamo dell'Italia ufficiale e sul "verminaio" come lo ha definito Eugenio Scalfari che sta imputridendo lo Stato. Osservava giustamente qualcuno che tutto ciò è frutto della fine delle ideologie che in qualche modo avevano un ethos che tratteneva gli istinti più bestiali del potere e riusciva a non far raggiungere quel grado di ebbrezza nella quale si perdono tanti personaggi. Ma questo non è vero o è vero soltanto per la sinistra che, liberata dallo sguardo severo o addirittura severissimo e puritano di Carlo Marx di Andrea Costa e di Berlinguer, si è scatenata si è data ai bagordi. Parlo naturalmente della classe dirigente della "sinistra", della nomenclatura, della oligarchia che è statata traghettata verso la modernità e la felicità della assenza di limiti e vincoli dalla Bolognina. La Bolognina, dopo il naufragio dell'89, ha traghettato la casta dirigente del PCI da quest'altra parte della barricata dopo avere "posato" il suo popolo incapace di capire come la lotta di classe non c'è più e non c'è più neppure classe operaia!! In verità l'ideologia c'è ed è fortissima. E' quella stessa della Tatcher e di Reagan nella sua italianizzazione. E' il liberismo padre di tutte le privatizzazioni, dall'acqua alle forze armate alla protezione civile alla raccolta dei rifiuti. Il liberismo che si sta spolpando lo Stato del quale, dopo questi anni, resteranno in piedi le mura esterne come certi palazzi bombardati che sembrano diventati quinte di teatro. I Bertolaso esistono perchè sacerdoti o addetti a questa ideologia nella quale la distinzione tra quello che è del pubblico e quello che è personale non esiste più. A questa ideologia praticata a destra e sinistra si aggiunga la enorme quantità di soldi a disposizione del ceto politico attraverso la retribuzione della politica diventata il business più ambito. Durante le ultime elezioni amministrative a Palermo alcuni ragazzi si candidavano per i 1500 euro mensili della carica di consigliere circoscrizionale. Meglio di un concorso (che poi non c'è più) al Ministero! Tutte le cariche sono retribuite ed il badget degli amministratori è praticamente a piè di lista. Il Sindaco di Bologna ha realizzato in pochissimo tempo otto costosissimi viaggi nelle località di villeggiatura più esclusive del pianeta terra con segretaria-amante al seguito. Probabilmente tutto legale dal momento che dopo Tangentopoli i politici hanno legalizzato cose che prima erano reati e si sono dati un trattamento economico principesco, unico al mondo! Un enorme fiume di denaro finisce ogni mese nelle tasche degli amministratori e dei parlamentari. Denaro chiama denaro e la borghesia italiana che non ha l'etica protestante di Max Weber, ma che vive di appalti e di servizi pubblici è lieta di fare anche da ruffiana per partecipare al Grande Saccheggio, per arraffare il pezzo di carne più succulento! Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: info@federazionesinistratpiemonte.it
Sent: Wednesday, February 17, 2010 4:38 PM
Subject: la Bolognina della CGIL
Sindacato protagonista ma non antagonista. E' uno slogan del Congresso della
CGIL. E anche il titolo di un Convegno dello SPI-CGIL che si terrà a Palermo
nei prossimi giorni e si propone anche di unire le generazioni. Ma che vuol
dire? Per sua natura il sindacato deve essere antagonista, deve cioè essere
portatore di istanze e di richieste che è difficile vengano accolte senza il
conflitto, senza la dialettica dello scontro e del negoziato. Se il
Sindacato non è antagonista priva i suoi rappresentati della loro arma
fondamentale: la lotta che si sviluppa attraverso gli scioperi, le
manifestazioni, i sitin. In questo modo il sindacato diventa protagonista e
fa diventare protagonista la sua gente. Può esistere un protagonismo senza
antagonismo? Credo proprio di no a meno che non si pensi ad una fase della
concertazione che superi gli accordi del 93 e stabilisca una sorta di
automatismo per cui, date certi accordi interconfederali, non resta che una
funzione ragioneristica di registrazione di eventuali variazioni. Questa
posizione che fa dei sindacati dei meri collaboratori del padronato e del
governo sterilizza la loro funzione sociale di trasformazione e di
riadattamento dei rapporti di classe e ne fa una sorta di osservatorio
passivo dei fenomeni sociali. Insomma, un servente di una dinamica che viene
stabilita senza il loro concorso. Siamo nel campo del cosidetto
"moderatismo" che di fatto ha regolato le relazioni sindacali negli ultimi
venti anni. Questo "moderatismo" ha impoverito i lavoratori e le loro
famiglie legandoli a una dinamica retributiva stabilita a tavolino ed assai
inferiore di quella reale. Il fenomeno ha avuto anche riflessi nella
normazione dei diritti. Anche questi sono stati sottoposti ad una limatura
costante che non è ancora finita. Con la legge sull'arbitrato, caldeggiata
bipartisan in Parlamento, i lavoratori diventeranno cittadini con meno
diritti dal momento che non potranno rivolgersi al giudice, come chiunque
può fare, per risolvere una vertenza, nè il giudice potrà intervenire per
sanare eventuali ingiustizie per un divieto esplicito scritto nel disegno di
legge. Quando la più grande organizzazione sindacale italiana si pone il
problema della natura stessa della propria funzione sociale c'è qualcosa che
deve fare pensare profondamente. Siamo alla vigilia di una sorta di
Bolognina della CGIL? Alla formalizzazione di una abiura del sindacato di
classe che, in una visione di confederalità e cioè tenendo conto degli
interessi generali del Paese, senza uccidere la vacca come diceva Di
Vittorio, si proponeva l'avanzamento della classe lavoratrice, dei suoi
diritti e con esso anche la prosperità e la civiltà del Paese. Questa è
stata la CGIL fino a quando la lunghissima pratica unitaria con Cisl ed UIL,
confederazioni per loro naturale tendenza governative e collaborazioniste,
non ha indebolito fino a farlo diventare quasi evanescente l'ethos che
l'aveva sempre impregnata ed aveva dato vita ad un mito talmente forte da
durare ancora. I lavoratori vedono ancora il Sindacato attraverso il grande
mito della sua storia e non si rendono conto che si è profondamente
trasformato e che è oggi è diventato uno strumento attuativo di politiche
decise in grande parte dal padronato e dal governo e da esso subite.
Politiche generali che hanno effetti micidiali sulla condizione umana e
civile dei lavoratori come le privatizzazioni che stanno divorando
dall'interno la scuola la sanità e le pensioni, i tre pilastri fondamentali
dello Stato Sociale del welfare di cui l'Italia era orgogliosamente europea.
Bisognerebbe aggiungere a tutto questo la privatizzazione dello Stato come
abbiamo visto per le vicende delle Forze Armate e Protezione Civile che non
hanno suscitato alcun interesse nelle segreterie delle confederazioni. Come
si possono unire le generazioni se il Sindacato ha subito la spaventosa
legge trenta che mette un muro tra i giovani e i diritti ? Circa quattro
milioni di persone sono regolate dalle innumerevoli forme di prestazione
inventate apposta per eludere i loro diritti e schiavizzarli, come i
contratti a progetto o le collaborazioni a partita iva e pagate in modo
miserabile, molto al disotto dei minimi contrattuali. Questa passività,
assieme ad altre nefandezze pretese dal governo Prodi, è stata sottoposta ad
un referendum che avrebbe dato risultati bulgari a favore. Cosa del tutto
inverosimile e che è la spia di un gravissimo deterioramento democratico. La
CGIL si avvia verso un Congresso in cui " i fondamentali" della condizione
dei lavoratori non vengono messi in discussione. Non si mette in discussione
il precariato della legge Biagi, nè si avanza la proposta di un Salario
Minimo Garantito che potrebbe unificare italiani e stranieri nella difesa di
un minimo di remunerazione per la sopravvivenza. Non si solleva il problema
di un generale miglioramento dei salari auspicato da economisti anche
"moderati" come mezzo per ritonificare un sistema con consumi sempre più
depressi. Non si dice alt all'attacco allo Statuto dei Lavoratori ma si
attendono iniziative padronali o governative per lavorare di lima, per
"ridurre il danno". Non si mette in discussione la natura dei rapporti con
Cisl ed UIL, ma anzi si ha la tendenza a chiudere in un ghetto i
metalmeccanici che sono bastian contrari e sono invisi al Potere. Le due
mozioni della CGIL dicono cose quasi simili e nonostante ciò la mozione due
lamenta gravi attacchi ai suoi diritti. Lamenta una insofferenza enorme
della maggioranza guidata da Epifani e la limitazione degli spazi di
dibattito. Il PD tira la volata e, dietro le quinte, esercita una azione di
condizionamento servendosi della sua influenza sui funzionari a tempo pieno.
Sull'esito del Congresso sono assai pessimista. La rinunzia ad intervenire
nei processi politici generali del sistema economico sarà ribadita ed il
sindacato diventerà non protagonista e neppure collaborazionista ma qualcosa
di ancora meno. Fino a quando qualcuno stabilirà che i contratti collettivi
debbono essere sostituiti dai contratti individuali come predicano i
pannelliani da anni e l'americanizzazione avrà colonizzato tutto il mondo
del lavoro. Non sarà certo una conquista abbandonare il modello europeo di
sindacato per abbracciare quello americano che è una sorta di scimmia sulle
spalle dei lavoratori Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pietro ancona
Sent: Wednesday, February 17, 2010 7:32 PM
Subject: Le some caricate sull'asina Italia
Caro Professore Boeri,
ho letto il suo interessante articolo (che condivido)su repubblica di ieri
dedicato alla spesa delle regioni con particolare riferimento alla spesa per
la politica. Al punto in cui siamo la situazione è talmente deteriorata che
la ritengo irrecuperabile. Facciamo l'esempio della Sicilia dove abito. Fino
al 1980 le spese di investimento del bilancio della regione erano di gran
lunga superiori a quelle correnti ed il numero dei dipendenti era di circa
seimila (già tanti) più i dipendenti degli enti regionali (altri diecimila).
Ora
le spese per investimenti sono soltanto quelle di provenienza europea e già
finalizzate e comunque spesso eluse nella loro destinazione e riportate ad
ingrassare l'esistente e cioè le consorterie parassitarie di consorzi, enti,
etcc..Tutti gli introiti della Regione che sono tantissimi per
trasferimenti e per la riscossione delle tasse oggi vengono divorati dalla
Regione
che è diventata l'unica benefattrice di tutte le risorse prodotte e che, in
questo modo, vengono sequestrate e destinate al mantenimento di una
Oligarchia politica costosissima probabilmente più del Parlamento Camera e
Senato messe insieme e da una burocrazia che produce sempre nuove teste
apicali. Si tratta di circa quattromila dirigenti su una massa di funzionari
e di dipendenti tra interni ed esterni a carico di almeno trentamila
persone.
Nonostante introiti che sarebbero bastevoli a mantenere un ricco e prospero
Stato, la Regione Sicilia si è indebitata. Ha creato 27 ATO con una
burocrazia notevole che però non riesce a pagare i salari ai netturbini per
cui a Paternò è in corso un intervento dell'Esercito per raccogliere
montagne di immondezze. Le privatizzazione delle acque che fin qui si sono
fatte hanno raggiunto esiti di disperazione per cittadini ai quali arrivano
bollette con le quali si debbono pagare le spese e i grassi fantastici
stipendi degli amministratori del servizio idrico.
La politica è diventata business e occasione di arricchimento facile. Anche
un deputato onestissimo alla fine del mandato si ritrova con un conto in
banca che poche professioni e pochi impieghi consentono. C'è una corsa
affaristica all'accaparramento dei posti che premia i più spregiudicati, i
più forti, coloro i quali hanno un gruppo alle spalle.
Avrà sentito che la Regione Sicilia compera ai produttori di agrumi
arance per dodici milioni e mezzo di euro. Un intervento inutile che serve a
tacitare i malumori degli agricoltori ma non risolve il problema che, come
lei insegna, sta nei prezzi miserimi imposti ai prodottori (un chilo di
arance 15 centesimi), nel parassitismo ingordo della filiera e poi nel fatto
che il consumo finale è depresso dai bassi salari,. Una famiglia operaia
oggi si deve preoccupare di comperare il pane e nell'alimentazione cancella
la frutta che non può più permettersi.
La Regione da anni non interviene più nell'economia della regione se non
per farsi divorare il suo interno con le privatizzazioni dei servizi o la
loro esternalizzazione. Non si spende una lira per la manutenzione del
territorio, delle scuole e degli ospedali e quando si interviene l'odore di
malaffare è sempre fortissimo. Tutto va in malore e si ha l'impressione di
vivere dentro città abbandonate a se stesse.
Se durano le piogge che stanno gonfiando le nostre terre avremo centomila
sfollati. I due bambini di Favara morti nella casa fatiscente che abitavano
sono tra le vittime di questa ondata di maltempo assieme a quelli del
messinese. Abbiamo già cinquemila sfollati. Ma la politica è
dedita ad altro. La giunta Lombardo è sostenuta dal PD che proviene da un
antico collaborazionismo subalterno del PCI che ha sfiduciato la politica
tra i siciliani.
Di questo passo il crack dell'economia e della politica non sono lontani.
Ma di questo nelle forze politiche non c'è alcuna consapevolezza.
Mi auguro che persone come lei, opinion leader, possa sensibilizzare il
Potere prima che sia troppo tardi per tutti.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, February 19, 2010 9:50 AM
Subject: IL DALAI LAMA E TORO SEDUTO
IL DALAI LAMA E TORO SEDUTO
Il Dalai Lama, un globe trotters assai ammanigliato con gli ambienti che
contano nel mondo occidentale, è stato ricevuto dal Presidente USA Obama con
il quale si è trattenuto lungamente non per esercizi spirituali ma per
parlare delle migliori strategie con le quali portare avanti la causa della
indipendenza del Tibet dalla Cina. Naturalmente, data la estrema
religiosità dei luoghi pieni di alte montagne che elevano l'animo verso Dio,
il Tibet dovrebbe essere affidato a lui ed alla sua teocrazia che per
oltre due secoli lo ha tenuto strettamente nel pugno di una feroce
dittatura.
L'armata rossa liberò i tibetani da una oppressione spaventosa. I
tibetani governati dal Dalai Lama non avevano diritto alla istruzione
essendo questa riservata ai monaci, non avevano diritto alla sanità, erano
meno che servi della gleba nelle terre appartenenti alla casta buddista.
Stiamo parlando di un territorio vasto quanto Germania, Francia e Italia
messi insieme! Il Tibet è grande 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati
ed è un quarto della Cina.Durante la dominazione buddista, insediatasi in
uno dei tanti periodi di indebolimento dell'unità nazionale cinese, la
popolazione diminuì drasticamente a causa della denutrizione e delle
malattie. All'inizio del secolo scorso, gli inglesi tentarono di
impossessarsi del Tibet costringendo il Dalai Lama alla fuga. Nel 1950,
l'armata rossa guidata da Mao che aveva liberato gran parte della Cina dai
signorotti feudali entrò in Tibet e lo incluse nella Grande Cina pur
rispettandone il governo locale. Ma i monaci non erano disponibili a cedere
l'immenso potere che avevano sulla terra e sulla popolazione e ordirono
rivolte sanguinose. Alla fine il Dalai Lama ed i suoi ricchissimi
cortigiani furono costretti a fuggire all'estero. E' inutile dire che la
liberazione del Tibet ed il suo ritorno alla madre Cina è stata fonte di
grande prosperità per i tibetani che hanno imparato a leggere ed a scrivere,
hanno ospedali, hanno trasporti ferroviari e strade moderne, insomma sono
stati traghettati nell'era moderna dal medioevo feudale nel quale erano
tenuti prigionieri.
Obama, nel quadro della strategia militare e politica americana di
destabilizzazione delle nazioni che non si vogliono sottomettere al suo
dominio, cura con attenzione, come i suoi predecessori, tutte le possibilità
di interferire, naturalmente in nome dei principi di libertà e di
democrazia di cui gli Usa proclamano di essere tutori. Già durante le
Olimpiadi riuscirono con monaci addestrati appositamente dalla Cia nei monti
del Colorado a provocare gravissimi disordini a Llasa per non fare godere
alla Cina la soddisfazione di essere paese ospite dei giochi olimpici e per
sollevare una ondata di emozioni e di simpatia nel mondo intero a favore dei
monaci. I quali in effetti stavano tentando un vero e proprio pogrom nei
confronti dei cittadini cinesi e dei loro beni. Molti negozi e molte case
furono incendiati. Molti furono uccisi.
Mi chiedo che cosa farebbe Obama se una delegazione di cinesi
accompagnasse da lui il successore di Toro Seduto e gli chiedesse conto
della condizione disumana che tuttora persiste nelle riserve indiane dove
furono e sono tuttora relegati i pellerossa ridotti al rango di oggetto
folcloristico da mostrare ai turisti. Le teste di alcuni valorosi capi delle
tante tribù sterminate dal genocidio dei feroci coloni e del loro esercito
blu sono esposte ancora alla curiosità macabra del pubblico. Nonostante gli
USA siano da due secoli una forte confederazione di Stati, gli Indiani
d'America sono chiusi in territori tra i più poveri ed affidati a gestori
che li trattano come esseri inferiori profittando della loro povertà.
Farebbe bene il Presidente Obama ad occuparsi della condizione dei resti
di uno dei più crudeli genocidi della storia e cercare di aiutare la
popolazione indiana ad "integrarsi" dal momento che la sua condizione è
peggiore di quella dei neri.
In verità, la politica degli USA verso il mondo, dopo la fine del
bipolarismo, è orientata verso mete di conquista e di sottomissione degli
altri. Tutto fa brodo per la realizzazione dei programmi a lunga scadenza
della gerarchia militare dal rapimento e assassinio dei patrioti definiti
"terroristi" alla strumentalizzazione di personaggi che diventano icone
della propaganda imperialista. Il Dalai Lama,
la Betancourt rapita dai guerriglieri che lottano contro il sanguinario
regime dei militari colombiani sostenuti dagli Usa, la Uang in Birmania.
Queste tre icone sono ben diverse dalle carte da gioco dei wanted irakeni
quasi tutti poi acciuffati e giustiziati. Sono mezzi per proseguire la corsa
infinita verso una frontiera che si allontana sempre e che dovrà comprendere
l'intero pianeta. Dalla guerra di Corea in poi il mondo non conosce pace. A
guardarle nella loro sequenza temporale e spaziale le guerre passate o in
corso mostrano la trama di un organico progetto di assoggettamento del
pianeta. Noi tutti siamo vittime di questo espansionismo. La stessa
globalizzazione serve ad accelerare il processo verso il grande impero a
stelle e strisce.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, February 20, 2010 5:22 PM
Subject: la Confindustria e gli imprenditori onesti esclusi dal banchetto
La Confindustria e gli imprenditori onesti esclusi dal banchetto
La Confindustria è stata il motore centrale delle privatizzazioni che
spolpano lo Stato dall'interno e che stanno giungendo a punte
parossistiche, a mete inimmaginabili fino a qualhe tempo fa. Ha lavorato di
fino e di grosso, sviluppato intense campagne lobbjstiche, sfruttato e
strumentalizzato gli errori ed i difetti della pubblica amministrazione e
dell'intervento pubblico in economia ed ha realizzato il suo sogno,
raggiunto il suo successo, quando ha convinto gli excomunisti traghettati
dalla Bolognina al magnifico regno della borghesia, del mercato, delle
borse, della libera intrapresa, a fare proprie le sue idee. Come si sa i
comunisti sono quadrati esecutori delle cose nelle quali credono . Sono
stati tra i migliori e più diligenti propagandisti e fautori delle
privatizzazioni. D'Alema è intervenuto diverse volte per spiegare che i
servizi locali (acqua,gas,trasporti,netturbe...) andavano privatizzati
incurante del fatto che questo avrebbe comportato e comporta un aggravio dei
costi che è stato scaricato sulle spalle degli utenti. Non ha voluto tener
conto che la trasformazione delle municipalizzate in SPA avrebbe sottratto
queste al controllo della Corte dei Conti ed al rigore della finanza
pubblica. Ad ogni privatizzazione corrisponde un consiglio di
amministrazione pagato a fior di milioni di euro. Quanto abbiamo appreso in
questi giorni sul modus operandi di Bertolaso e quanto è accaduto all'Amia
di Palermo dimostrano quanto sia perniciosa l'adozione di criteri
privatistici anche se invocati spinti dall'assillo del fare subito e come
una
compagine di mignatte e di sciacalli disposti a fare anche da ruffiani si è
insediata attorno alla Protezione Civile per gestirsi gli appalti che,
secondo un galantuomo come l'ex Presidente della Sardegna Antonello Soru
sarebbero costati centinaia di milioni in più del dovuto. Stiamo parlando di
un uso arbitrario e senza controllo di fondi pubblici che, per la protezione
civile, in questi ultimi anni è stato di dieci miliardi di euro! Una vero
saccheggio dello Stato legalizzato ed alla luce del sole!
La Confindustria non ha alzato un dito per proteggere i suoi iscritti
imprenditori dall'uso arbitrario
dei poteri discrezionali della Protezione Civile e dello Stato. Soltanto
coloro che sono molto ammanigliati con i vertici della destra che
controlla con criteri padronali il Governo può accedere ai finanziamenti e
può lavorare. Mentre Tremonti taglia i fondi per scuola, sanità,
pensioni, ammortizzatori sociali, chiude tutti e due gli occhi per l'immenso
sperpero e per gli sprechi di opere costate anche dieci volte più del
dovuto. Ho letto una nota che indica il costo a metro quadro delle casette
date ai terremotati abruzzesi pari a quelli di un appartamento al centro di
una grande città italiana. Ma nessuno si chiede, ed è sintomatico, quando è
costato il G8 de l'Aquila oltre a quello lasciato in aria della La
Maddalena.
Il vertice della Confindustria non solo non ha tutelato i suoi iscritti
imprenditori ed il Mercato che è
una sorta di tabù dei direttori del Sole 24 ore che da anni ci imbottiscono
il cervello di disprezzo per quanto non è regolato dalle auree prescrizioni
del liberismo ma partecipa al grande bottino, alla grande spartizione.
Società della signora Marcegaglia sembrano ben piantate dentro l'affare La
Maddalena. Come può la Confindustria tutelare in queste condizioni i suoi
iscritti? Osserviamo amaramente che non siamo più ai tempi di Costa e che lo
Stato è diventato la Grande Preda dei branchi di squali che riescono ad
ammanigliarsi il potere.
L'onestà è indivisibile e non ci possono essere scissioni schizzofreniche.
Se si partecipa al bottino lasciando indietro gli imprenditori che sono
lontani dai Palazzi non si può lottare davvero la mafia che regola la vita
oramai di tutto il Paese
Ora,la Confindustria, dopo molti mesi dalla decisione della sua
associazione siciliana, ed a distanza di quasi trentanni dalla legge che
introduce nell'ordinamento italiano il delitto di associazione
mafiosa,scopre che deve impegnarsi nella lotta contro la mafia che è una
grossa turbativa del mercato e del corretto sviluppo della concorrenza, cose
apparentemente sacre ai liberali. Meglio tardi che mai
ma non ha mai espulso dalle sue file le aziende che sono state condannate
per mafia.
Credo che le posizioni della Confindustria sulla mafia siano un
imbellettamento di un corpo di imprenditori in parte mafioso o attiguo alla
mafia che prevarica e rende impossibile il libero commercio soffocandolo e
costringendo al fallimento o a vivacchiare gli imprenditori onesti. Basti
vedere i prezzi dei prodotti agricoli liquidati agli agricoltori ed i prezzi
finali della merce che arriva sul mercato. Filiere parassitarie che
moltiplicano i prezzi sulle quali nessuno indaga!Venti centesimi per un
chilo di frumento, quindici centesimi per chilo di arance ai produttori che
non si rifanno neppure dei costi! Basti vedere chi controlla il commercio
della carne e tutti i commerci all'ingrosso per dubitare molto che non vi
siano dentro investimenti mafiosi. Soltanto dalle indagini della
Magistratura a volte si scopre che intere catene di supermercati sono
gestiti dalla mafia e sono strumenti eccellenti per il riciclaggio di denaro
macchiato di sangue, sporco. Gli imprenditori onesti sono vittime di questo
sistema. Debbono stare zitti, si debbono piegare, non possono far nulla
anche perchè non sempre trovano persone o partiti disposti ad ascoltarli.
Mi domando però come, dopo quanto si è scoperto in questi giorni sul
sistema di distribuzione degli appalti fatto da Bertolaso, gli industriali
continuino a dare fiducia alla destra di Berlusconi e company.
La risposta che mi sono data è che, sul campo, hanno scoperto che
l'opposizione in definitiva non è molto diversa dalla maggioranza e che il
sistema politico sia tutto corrotto. Quindi la vecchia arte degli italiani
dell'arrangiarsi, del cercare di non farsi travolgere, non sprofondare nelle
sabbie mobili, sopravvivere e magari cercarsi quello che si chiama
"strapuntino".
Al punto in cui stanno le cose, con lo Stato largamente colonizzato in
tutte le sue articolazioni anche le più delicate (Forze Armate) da grosse
colonie di privati che ne divorano il midollo, bisognerebbe intraprendere
una strada del tutto opposta, azzerare i danni che si sono fatti
dappertutto, alla scuola, al servizio sanitario, al bilancio.
Il PD canta vittoria perchè dal decreto sulla Protezione Civile è stata
stralciata la parte che riguarda la SPA. Certo è encomiabile ma non altera
per niente lo stato delle cose che produce miliardi di spesa senza
controlli. In ogni caso, l'impegno del PD è venuto soltanto dopo che la
Magistratura ha ordinato gli arresti di alcuni funzionari e imprenditori. E'
sintomatico assai il fatto che nessuno scandalo scoppi in Parlamento. E'
indice di comunanza se non di interessi di coabitazione nel sistema Italia.
La severità che tutti i benpensanti di destra e di sinistra mostrano per
le richieste anche le più modeste dei lavoratori per le quali non ci sono
mai i fondi, l'Italia è in deficit, etc.. non viene mai mostrata per le
spese spagnolesche imposte dal ceto politico. Si sono concessi ai precari
soltanto pochissimi spiccioli per la disoccupazione con un tetto massimo di
duemila euro l'anno. Tetto che è stato negato con grande indignazione
bipartisan per i managers pubblici che possono salire ben oltre il milione
di euro l'anno! Milioni di euro saranno spese dallo Stato e dalle Regioni
per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia mentre
le scuole gli ospedali le carceri cadono a pezzi.E' inaccettabile. E' tipico
del Regime Oligarchico nel quale siamo sprofondati. Le oligarchie politiche
costano oramai più di cento miliardi di euro e cioè quanto l'intero sistema
sanitario. La politica è diventata businesa e dopo l'homo faber e l'homo
oeconomicus, ora abbiamo l'homp politicus. La politica è diventata
professionale per professionisti. Il processo di mercificazione delle idee e
dell'impegno è compiuto. Diventare deputato o senatore o governatore è assai
di più che vincere all'Enalotto. Molto di più!! Basta sapere usare bene il
Kit di Forza Italia o del PD!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: info@ilmediterraneo.it
Sent: Tuesday, February 23, 2010 3:19 PM
Subject: Per l'unità dei Palestinesi
Per l'unità dei Palestinesi
Il popolo palestinese è quasi alla catastrofe della sua dolorosa storia. La
divisione ha dato la possibilità ad Israele di incrudelire con ferocia di
stampo nazista nei confronti della popolazione di Gaza che viene chiusa, con
la complicità dell'Occidente e del faraone egiziano, in un lager nel quale
non riceve neppure la brodaglia che le SS passavano agli ebrei ed agli altri
infelici. Quando il nuovo muro di acciaio progettato con sadismo impedirà
anche l'uso dei cunicoli che assicurano un minimo di contatto con l'esterno,
un milione e mezzo di persone non avranno più scampo. Intanto prosegue
la campagna omicidi per i capi di Hamas che vengono sistematicamente uccisi
dal Mossad dovunque siano rifugiati nel mondo . La classe dirigente civile e
militare dei palestinesi è stata quasi del tutto distrutta in anni ed anni
di "omicidi mirati". Il governo sionista di Israele ha avuto cura di
togliere la vita anche ai professori. Un popolo di ignoranti si governa come
un gregge. Questo, mentre i cecchini dell'esercito uccidono le bambine anche
per un contenimento demografico. Cinquecento bambini sono nelle prigioni di
Israele e vorrei proprio sapere di quale delitti sono accusati.
Israele è riuscita a dividere i palestinesi assicurandosi la collaborazione
degli eredi di Arafat. Abu Mazen ha ceduto tutto pur di avere tregua e pace.
Si è financo prestato alla campagna di liquidazione dei "terroristi" di
Hamas. Ma tutto quello che ha fatto non è servito a niente e costituisce la
prova del fatto che Israele non vuole la pace e neppure la creazione di una
Palestina indipendente, ma l'assimilazione di tutto il territorio occupato.
In Gisgiordania proseguono intensamente gli insediamenti dei coloni i quali,
armati fino ai denti e protetti dal loro esercito, si muovono a branchi per
terrorizzare ed uccidere i disgraziati che incontrono come facevano i
rampolli degli spartani con gli iloti per addestrarsi alla caccia umana. Abu
Mazen è stato ridotto a larva di se stesso. Ha perso la dignità e non gli
resta che il silenzio. Silenzio che stride clamorosamente con la tragedia
che si incupisce giorno dopo giorno.
Israele ha sezionato i palestinesi in tre parti: Gerusalemme, Gaza e
Gisgiordania. A Gerusalemme demolisce le case dei palestinesi per togliere
loro la cittadinanza ed espellerli dalla città nel corso di un programma di
pulizia etnica proprio nella città sacra al Dio di tre religioni. A Gaza
attua un programma
di bantustan simile a quello dei razzisti sudafricani, ma molto più duro .
In Gisgiordania si serve del collaborazionismo di Abu Mazen per fare come il
cuculo nel nido altrui, un cuculo violento ed omicida.
La situazione è diventata davvero pesantissima. Non c'è più futuro per i
palestinesi ai quali non è e non sarà concesso di vivere anche se
accettassero di rinunziare a tutte le loro rivendicazioni. E' necessario
superare le divisioni e ricostituire l'unità del popolo. E' provato che non
c'è alternativa alla lotta. E' necessario che Hamas ed Alfatah rimettano
insieme i cocci della nazione palestinese. Senza di questo li aspetta il
genocidio ed una persecuzione peggiore di quella subita dagli ebrei e dai
rom. Ancona Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, February 24, 2010 4:33 PM
Subject: Ricordo di Sandro Pertini
Ricordo di Sandro Pertini
Sandro Pertini è stato il migliore Presidente della Repubblica ma anche e
sopratutto una grande anima di socialista e, potrei dire, di italiano nel
senso che riassumeva dentro di sè le doti più belle
di una nazione che, dopo di lui, ha ripreso a sfasciarsi. Nel Partito non
era molto amato dal gruppo dirigente. Era considerato impolitico, veemente,
insomma non un maestro. Ma si trattava di un giudizio sbagliato che
riguardava più la tecnica e la manovra della politica che la politica
stessa. Se questa è vibrazione all'unisono con il sentimento popolare,
ebbene Pertini era politico assai di più di quanto lo fossero tanti altri.
E' diventato Presidente della Repubblica contro la volontà di Craxi che
arrivò a contrapporgli Antonio Giolitti nella speranza che i comunisti
cessassero di appoggiarlo. Nel luglio sessanta, quando l'Italia fu in
bilico per il mostro fascista che alleva da sempre nel suo ventre, nelle
terribili giornate convulse e pericolose, era pronto a contribuire ad un
movimento di lotta, se necessario anche armata per contrastare le voglie del
duo Gronchi-Tambroni. Ricordo che da Genova lanciò un vibrante appello
antifascista ad una Italia che era già in piazza, pronta a difendere la sua
libertà.
Nel '56 venne ad Agrigento per un comizio. Alloggiò in un albergo situato
all'ingresso della città e per tutta la notte ne vegliammo a turno il riposo
temendo che subisse un attentato. Allora i
politici giravano senza scorta e comunque non credo che l'avrebbe mai
voluta. Si assunse la difesa della madre di Salvatore Carnevale al processo
contro la mafia di Caccamo che lo aveva trucidato. Era avvocato anche se
non esercitò mai la professione tranne che in questa occasione. I mafiosi
furono difesi da un famoso avvocato napoletano che poi sarebbe diventato
anch'egli Presidente della Repubblica anche se fu costretto alle
dimissioni da uno scandalo enorme
che allora inquietò l'Italia, lo scandalo Lockheed: Giovanni Leone.
Pertini e Leone rappresentavano al processo Carnevale due Italie che
allora si contrapponevano duramente.
Sandro Pertini rappresentava in misura paradigmatica valori che erano
l'essenza stessa del socialismo: la coerenza tra la vita e le sue
convinzioni. Non piegò mai la testa davanti al fascismo nè volle che lo
facesse la madre per chiedere la grazia a Mussolini. Si fece tanti anni di
carcere ed aveva cura a stirare i pantaloni da ergastolano piegandoli
accuratamente sotto il pagliericcio e di essere sempre in ordine e ben
sbarbato. Non voleva dare la soddisfazione al fascismo di averlo ridotto a
non avere cura di se stesso. Suggerisco di leggere il suo libro " Sei
condanne e due evasioni" per comprendere di quale pasta fosse fatto. Era
persona onesta e di grande pulizia morale. Considerava il Palazzo del
Quirinale un ufficio al quale si recava dalla sua mansarda di un edificio
in Piazza Fontana di Trevi dove viveva con il grande amore della sua vita
Carla Voltolina, partigiana,
giornalista impegnata ed autrice di un libro "Lettere dalle case chiuse" che
contribuì al successo della
legge proposta dalla socialista Lina Merlin.
E' ancora per me motivo di orgoglio essere stato nello stesso partito di
Sandro Pertini. Un Partito che era molto di più di un'organizzazione di
parte perchè incarnava valori generali come la pace, la giustizia sociale,
la libertà, la laicità, la dignità dell'uomo che deve essere liberato dalle
catene dello sfruttamento e dall'umiliazione di condizioni di vita
indecorose. Motivo di orgoglio aver conosciuto anche persone come Pietro
Nenni, Rodolfo Morandi, Emilio e Joice Lussu, Fernando Santi, Riccardo
Lombardi che hanno vissuto la politica ed il socialismo con dedizione ed
onestà e da statisti facendo della crescita e della diffusione del
socialismo sostanza della stessa crescita civile d'Italia. Ma il PSI finisce
con la questa generazione. Dal Congresso di Torino in poi, dopo la
cancellazione del bellissimo simbolo della falce, martello, libro e sole
nascente sostituita dal lugubre garofano, non è più esistito anche se il
nome ha continuito ad essere usato.
Pietro Ancona
http://cgi.ebay.it/SANDRO-PERTINI-SEI-CONDANNE-DUE-EVASIONI-FASCISMO-LIBRI_W0QQitemZ120514253254QQcmdZViewItemQQptZLibri?hash=item1c0f3591c6
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, February 26, 2010 5:41 PM
Subject: Morti sul lavoro e suicidi in carcere
Morti sul lavoro e suicidi in carcere
Due colonne si innalzano giorno dopo giorno senza farci sperare in un
cambiamento. Sono le colonne che sommano i morti sul lavoro ed i suicidi o
morti nelle carceri italiane. I giornali ne parlano, le denunzie ci sono
state e continuano ad esserci. Per oltre un anno il Presidente della
Repubblica ha dedicato una parte della sua comunicazione alla questione
degli infortuni mortali sul lavoro. Il sistema massmediatico non ignora i
luttuosi e tristi eventi. In quanto ai suicidi in carcere le persone che
se ne occupano si possono contare con le dita di una mano. Ogni anno, per il
ferragosto, Pannella organizza una visita alle carceri e, approfittando del
fatto che i massmedia nel fatidico giorno non hanno altro da fare, riempie
il vuoto con i resoconti degli incontri con i prigionieri e con il personale
di custodia.
Ma non succede niente. Non cambia niente. I lavoratori che cadono sotto la
falce della Morte sono soggetti socialmente deboli, assai più deboli oggi di
quanto non fossero ieri dal momento che i Sindacati li hanno posati. Hanno
scelto l'amministrazione delle leggi e delle norme esistenti e non
propongono le cose che potrebbero realmente cambiare le cose: la lotta al
precariato, l'attribuzione di poteri ispettivi ai delegati operai alla
sicurezza, il divieto di straordinario per i lavori pericolosi, la
prevenzione fin dal livello delle macchine operatrici e dell'organizzazione
del lavoro, l'appesantimento delle norme penali per i responsabili delle
"disgrazie". Ho ricordato altre volte che la Torre Eiffel fu
eretta in circa due anni da circa duecento carpentieri che lavoravano anche
a trecento metri dal suolo e nelle condizioni climatiche più dure. Non ci fu
un solo infortunio mortale. Valeva il principio della professionalità e
dell'affiatamento di gruppo, cose del tutto ignote nella epoca di lavoratori
"usa e getta" che si cambiano spessissimo e lavorano sotto dura
sorveglianza. Mi raccontava Peppe Grado, mio maestro di socialismo e
sindacato, che i braccianti agricoli lavoravano sotto la sferza di un
campiere e non potevano rialzare la schiena neppure se una spiga di frumento
penetrata sotto i vestiti graffiasse la loro carne. Oggi le condizioni di
lavoro in agricoltura ma anche nei cantieri edili e nelle fabbriche sono
diventate allucinanti. Ogni ora viene sfruttata fino ai centesimi di secondo
che debbono essere tutti produttivi. Ricordiamo il lavoratore rumeno Radu
Gheorghe morto di fatica ed abbandonato nei campi dai suoi stessi compagni
dal momento che quando si è schiavi si perde anche il sentimento di umana
solidarietà e di compassione. La sua famiglia è stata abbandonata.
I carcerati sono soggetti socialmente ancora più deboli dei lavoratori.
Dall'inizio dell'anno abbiamo avuto notizia del suicidio di almeno dieci di
loro. Non sappiamo quanti altri siano sofferenti per avere tentato di farla
finita. Le carceri italiane sono diventate luoghi infernali, bombe che non
esplodono perchè tenute sotto pressione da un regime carcerario durissimo
per tutti. Non si hanno notizie delle inchieste che vengono condotte sui
casi di suicidio, ma difficilmente viene appurata una verità diversa da
quella che viene di volta in volta scritta dai comunicati delle Case di
Pena. Il Governo non si propone di migliorare le condizioni di vita dei
detenuti ma piuttosto strumentalizza la loro insopportabile situazione per
farne una shok economy come ha fatto con la protezione civile. Ha conferito
ad un funzionario, Ionta, i superpoteri che ha Bertolaso nel suo campo.
Potrà costruire quello che vorrà dove vorrà e senza chiedere il permesso a
nessuno e senza controlli.
Ammesso che la costruzione di altri duemila o tremila posti-carcere
servirà a qualcosa sappiamo tutti che la soluzione non è questa ma
l'abrogazione delle leggi con le quali la destra ha riempito le carceri di
drogati e di migranti. Bisognerebbe poi percorrere un filo diverso da quello
che
si sta seguendo e che crea dentro le carceri nuovi gironi di pena più dura.
Bisognerebbe abolire ogni forma di detenzione peggiorativa di quella
comminata dal Magistrato. Ma questo non sarà fatto perchè non interessa
nessuno e perchè l'ideologia securitaria e classista del Governo ha
contagiato anche gran parte dell'opposizione. Bisognerebbe poi rendere più
difficile la carcerazione e sottoporla a procedure meno sbrigative. Bisogna
insomma cambiare ideologia e prospettiva. Oggi la società è indotta ad
inferocirsi contro chi sbaglia ed a considerare ingenua la politica del
recupero, della mano tesa.
Ma una società tanto dura non è più sicura. Gli USA con le politiche della
"tolleranza zero" avranno reso più linde New York ed altre città ma hanno
anche il più alto numero di omicidi e di crimini del mondo. Il darwinismo
sociale colpisce i poveri, i più deboli, ma rende il conflitto endemico,
inestinguibile. La sofferenza dei colpiti resta comunque impressa nella
società e la stigmatizza con il dolore delle vittime e delle loro famiglie.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Saturday, February 27, 2010 9:17 AM
Subject: Eroi del colonialismo
Eroi del colonialismo
Oggi i maggiori giornali italiani portano la notizia della morte della
nostra spia, (007 è una qualificazione più romantica ed usano questa),
indicandola alla opinione pubblica come eroe
caduto sul lavoro. Gli assassini sarebbe stati i famigerati talebani
dipinti come feroci terroristi come ieri le SS tedesche indicavano i nostri
partigiani e, l'altro ieri, l'esercito italiano indicava i patrioti
libici, somali o etiopi impalati dai nostri generali.
Per cominciare, le circostanze dell'attentato nel centro di Kabul sono
assai dubbie. Sembrerebbe
che l'obiettivo dell'azione fossero gli indiani e che il gruppo aggressore
fosse costituito da pakistani che hanno molte partite aperte appunto con i
loro ex fratelli. Ma questo "particolare" viene messo in ombra. Il messaggio
che deve passare nell'opinione pubblica è un altro. Il nostro caduto si
trovava
in quell'albergo nel cuore di Kabul per difendere noi, la civiltà
occidentale, dal pericolo del terrorismo islamico. Se l'attentato fosse
accaduto in altra parte del mondo la "notizia" che sarebbe stata data
avrebbe indicato in una "cellula" di AlQaeda i responsabili. Insomma, la
menzogna di un terrorismo
che attenterebbe alla pace va alimentata in ogni modo e con ogni
sotterfugio.
Un vero eroe come Calipari non è mai stato indicato come tale dalla grande
stampa italiana. Forse perchè è stato ucciso, a mio parere deliberatamente,
dagli americani mentre faceva scudo del suo corpo alla nostra Giuliana
Sgrena che, secondo l'assassino subito rimesso in libertà negli USA, avrebbe
fatto bene a restare in casa a fare la calza piuttosto che creare problemi a
chi fa il suo "lavoro" in Iraq.
Una persona libera, civile, democratica e pacifista come Boldoni è stato
ucciso in circostanze misteriose in Iraq . Il suo corpo non è mai stato
restituito alla famiglia. Enzo Boldoni è stato presto dimenticato
dall'Italia ufficiale. Le sue idee non erano tanto gradite e neppure la sua
indipendenza. Il Corriere della Sera si è ben guardato dal raccontarlo come
eroe. Eroe conclamato ed accolto come tale dalle massime cariche dello
Stato al rientro della sua salma in Italia ed insignito da medaglia d'oro al
valor civile è il contractors Quattrocchi che si trovava nel disgraziato
paese per conto di una agenzia straniera e vi guadagnava 7000 dollari al
mese. Non si danno settemila dollari se non per servizi particolari, coperti
da immunità da parte dello esercito occupante e che possono essere tanti
quanti possiamo immaginarne a cominciare dalla "liquidazione" dei terroristi
con metodi spicci ed altre cosucce del genere.
L'Iraq e l'Afghanistan sono occupati da eserciti occidentali che hanno al
loro seguito non meno di trecentocinquantamila contractors, killer
addestrati a fare i lavori "sporchi" che gli eserciti a volte non fanno
come torturare i prigionieri o prendere in ostaggio famiglie di partigiani.
Da molti anni queste due nazioni sono sotto il tallone di eserciti di
invasione e di squadroni della morte. Vengono sistematicamente bombardate
con uccisione di migliaia e migliaia di civili. La terra, l'aria e le acque
sono avvelenate dall'uranio, dal fosforo. Nascono bambini deformi perchè
l'Occidente fa la guerra non solo ai "terroristi" di oggi ma anche a quelli
del futuro. Quello che conta è che gli USA hanno potuto costruirsi una
enorme ambasciata-base militare nucleare al centro di Bagdad e disseminato
tutta l'area di teste di ponte, di fortificazioni, in vista del loro
prossimo assalto all'Iran, alla Cina o alla Russia o non si sa a chi dal
momento che fabbricare un nemico e dipingerlo con i colori del demonio è
loro attività fatta senza troppi scrupoli per la verità.
Il nostro "eroe" si trovava in Afghanistan per sostenere questo progetto
di colonizzazione e per puntellare il governo fantoccio del grande mafioso e
trafficante di oppio Karzay. Purtroppo la menzogna di una missione di pace
viene sostenuta da autorevoli esponenti dell'ex PCI come Fassino e D'Alema.
Per questi signori quello che conta è dimostrare all'ambasciatore
statunitense in Italia la loro affidabilità e magari farsi aiutare a
riconquistare il governo.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, February 28, 2010 8:55 PM
Subject: fine della middle class
Fine della middle e class
Sono entrato in un grande magazzino di Palermo di elettrodomestici.
Rispetto l'ultima volta che c'ero stato mi è sembrato deserto. C'era
pochissima gente e, ad ogni piano, le commesse ciondolavano senza avere
niente da fare. Si ingegnavano a non farsi vedere senza un impegno. Mi sono
chiesto perchè mai, nonostante i prezzi allettanti e le combinazioni assai
comode di pagamento di bellissimi elettrodomestici e non ci fossero folle di
acquirenti. Una volta c'era persino un piccolo giardino di infanzia com baby
sitter per intrattenere i pargoli dei clienti. La risposta che mi sono dato
è che la gente deve scegliere, darsi delle priorità, stabilire che cosa
continuare a consumare. Quando gli stipendi ed i salari sono congelati o
scendono verso il basso la qualità della vita subisce peggioramenti. Non
ci sono più soldi per cambiare il televisore, per farsi il forno a microonde
o comperare la lavastoviglie o per seguire le novità che la tecnologia
sforna a getto continuo.. La popolazione italiana è più povera di quanto non
lo fosse ancora qualche anno fa. La massa di redditi da lavoro è dimagrita
notevolmente. Circa il 15 per cento del reddito nazionale si è spostato dal
lavoro e dalle pensioni al
profitto ed alle rendite. E' venuto a mancare ciò che consentiva alle
famiglie il tenore di vita di relativo anche se non scintillante benessere
del
ceto medio.
Non c'è solo non solo impoverimento ma regressione sociale. La scala per
passare dalla classe operaia alla borghesia è stata ritirata. Non c'è più.
Molti salivano questa scala attraverso la scuola. Il figlio del contadino o
dell'operaio riusciva a diplomarsi e poi a laurearsi con sacrifici tutto
sommato sopportabili dalle famiglie. Uno dei Presidenti della Regione
Sicilia era figlio di un calzolaio che riuscì a farlo laureare seppur a
costo di sacrifici titanici. La laurea era il lasciapassare, la chiave che
apriva le porte delle professioni, della politica, dell'agiatezza. L'Italia
ha conosciuto un grande periodo di mobilità sociale ascensionale dal basso
verso l'alto che onora la storia e la politica degli anni fino alla disfatta
di tangentopoli. Ora la laurea o il diploma sono diventati carta straccia
dal momento che i posti di lavoro connessi sono stati cancellati. Una
ragazza, mia vicina di casa, era riuscita a trovare un posto di insegnante a
Bergamo. La incontravo per le festività natalizie contenta di potersi
mantenere da sola, seppur lontana da Palermo. L'ultima volta che l'ho vista
era assai abbattuta. Era diventata una vittima della Gelmini. Il feroce
ridimensionamento della scuola pubblica e la riduzione della sua offerta
formativa esclude non meno di centomila persone dal lavoro e cancella il
loro futuro. Che cosa faranno? E che cosa succederà quanto sparirà questa
generazione di pensionati che integra i redditi dei figli e spesso li
surroga? La grande maggioranza degli insegnanti espulsi dalla scuola sono
meridionali. Con la loro esclusione sociale, con la loro dispersione verso i
margini inferiori della società, viene meno una sorta di equilibrio che ha
retto la società italiana per mezzo secolo: il sud forniva la maggior parte
dei quadri alla scuola, al pubblico impiego, alla magistratura, alle forze
armate, mentre il Nord si dedicava alla industria, ai commerci,
all'imprenditoria. Con l'attacco al welfare la destra italiana ha distrutto
questo equilibrio ed il Sud non ha più niente. La mia vicina di casa che
aveva trovato lavoro a Bergamo dovrà contentarsi di lavori e lavoricchi
governati dalla malvagità della legge Biagi o addirittura dal "nero".Alle
famiglie del Sud verranno meno redditi sui quali finora si è mantenuto un
equilibrio sociale che si è già disgregato.
I figli degli operai, dei contadini, dei poveri non potranno mai più
aspirare a diventare "dottori" dal momento che i redditi delle loro famiglie
non lo consentiranno ed anche se lo diventeranno non avranno ottenuto
niente. Oggi non conta più la laurea ma solo il censo, la famiglia in cui
si nasce. Il ceto della famiglia è diventato il discrimine più importante
come lo era un secolo fa, prima della grande era fordista e keinesiana. Se
sei figlio di notaio o di farmacista sarai notaio o farmacista. Se non lo
sei andrai a lavorare in farmacia o nello studio notarile con un salario che
ti consentirà di vivere stentatamente, anche peggio dei tuoi genitori
proletari.Anche la politica è stata grande fattore di promozione sociale.
Moltissimi quadri della politica venivano dai ceti deboli e poveri della
società. Ora non sarà più così. I politici vengono scelti dall'alto della
piramide del Potere e non per promozione dei meritevoli dalla società.
Questo cambiamento è simboleggiato dai listini che propongono i candidati
alle Presidenze della Regioni..
Il sistema sociale che si sta creando esclude o riduce al minimo la classe
media e polarizza molto gli estremi di ricchezza e povertà. Le distanze
aumentano vertiginosamente. Un amministratore delegato di una società se
ieri guadagnava venti volte il salario del suo operaio, oggi lo distanzia
per molto di più. Al salario medio di 15 mila euro si contrappone
l'emolumento medio di cinquecentomila euro.
Quando le distanze diventano così abissali la coesione sociale è destinata
a venir meno. Inoltre i ricchi tendono all'accaparramento dello Stato e
delle sue risorse e questo impoverisce di molto quanti
ricavano da questo aiuto ed integrazione alla loro condizione. Se una
famiglia operaia deve spendere una parte consistente del suo reddito per
l'asilo nido fornito da privati
la sua condizione diventerà sempre più pesante e precaria. Tutte le
privatizzazioni che vengono fatte aumentano il peso delle "bollette". Una
sinistra imbecille ha permesso che si facessero privatizzazioni di servizi
resi in regime di monopolio. Ha messo praticamente la testa dei consumatori
nel cappio dei profittatori dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua,
dell'igiene cittadina....
Che fare? Questo capitalismo è riformabile? Potrà tornare ad essere
fordista ? Sarà capace il socialismo ad offrire una alternativa ? Quanto
tempo dovremo aspettare?
Pietro Ancona
http://www.rassegna.it/articoli/2009/04/09/45541/italia-paese-troppo-disuguale
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, March 01, 2010 4:43 PM
Subject: la morte dell'avvocato
La morte dell'avvocato Fragalà
Il delitto dell'avvocato Enzo Fragalà riempie di orrore la città
impietrita dalla paura, spaventata, nauseata e disperata. Una città enorme
del Mezzogiorno d'Italia, una delle prime quattro d'Italia per numero di
abitanti, ha assistito atterrita ed impotente a qualcosa che annichilisce il
senso di cittadinanza, di appartenenza ad una comunità. L'avvocato è stato
atteso davanti la sua abitazione da un omone che lo ha massacrato di
bastonate inflitte per uccidere e non soltanto per punire. Le modalità del
crimine sono altamente simboliche per il luogo in cui si è svolto e per
l'arma usata. Nel linguaggio della mafia l'uso del bastone o delle nudi mani
per strangolare significano "non vali il costo di una cartuccia" Segno di
grande disprezzo per la vittima. Il luogo prescelto con molto pericolo per
l'assassino è antistante al Tribunale. Si vuole lanciare un messaggio di
intimidazione alla classe forense, agli avvocati? L'avvocato in passato era
stato difensore di mafiosi in vari processi. Di recente difendeva alcuni
pentiti. Può darsi che la chiave del delitto sia da cercare appunto nella
sua attività professionale. Sebbene fosse stato deputato di AN per tre
legislature aveva attenuato il suo impegno politico ed era soltanto
consigliere comunale di Palermo. Sembrerebbe che
da questo versante non potesse venire la ragione di tanto deliberato odio,
di tanta crudeltà.
Dallo sviluppo dei prossimi processi di mafia in corso di svolgimento forse
capiremo la ragione di
questo omicidio. La mafia prima o poi azzanna una sua qualche preda
nell'area dei professionisti, della borghesia dei colletti bianchi. Mi è
venuto in mente il delitto del Dott.Paolo Giaccone, ucciso
davanti all'Istituto di Medicina Legale dove prestava la sua attività. Era
il 1982. Che cosa è cambiato
in questi trenta anni?
La lotta di una parte dello Stato contro la mafia è continuata. Ha
registrato alcuni successi ma
la guerra è lunga e defatigante. Quanti combattono questa guerra lo fanno in
condizioni di grande disagio e quasi sempre di isolamento. La generazione di
magistrati e di poliziotti che comincia da Chinnici e continua con Ingroia,
Scarpinato e tanti altri valorosi ha ottenuto tanti successi e continua ad
ottenerne, ma la situazione in cui siamo oggi è forse la peggiore possibile.
Il governo è diretto da un uomo che insolentisce la magistratura e che è
sospettato di avere fatto le sue fortune con investimenti iniziali forniti
dalla mafia. Il fondatore del Partito che oggi è di maggioranza, il Senatore
dell'Utri, ha una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Un
sottosegretario di Stato inseguito da un mandato di arresto per complicità
con la camorra viene pubblicamente invitato da Berlusconi a non dimettersi.
Mentre la macchina della giustizia viene lasciata deperire si minacciano
nuove leggi contro le intercettazioni telefoniche e attraverso lo scudo
fiscale si è permesso alla mafia di ripulire all'estero i suoi soldi e farli
rientrare legalmente in Italia.
Inoltre, le smentite alle rivelazioni di Cianciamino sul patto stipulato
tra la mafia e lo Stato non sono state convincenti ed il sospetto che la
stagione stragista dei grandi delitti di mafia si sia chiusa per un
concordato resta e continua a pesare sul nostro futuro. Ma che cosa continua
a funzionare dell'accordo Mafia-Stato ispirato dal papello di Riina?
Viviamo il periodo della maggiore ricavare soldi e potere. L'attenuazione
delle differenze tra maggioranza e opposizione ha reso opaco lo scenario e
difficile la resistenza alla deriva
colombiana della società italiana. Un ceto politico superprivilegiato,
oligarchico, protetto da leggi elettorali che manipolano la democrazia,
dedito alle privatizzazioni ed alla dismissione dei beni dello Stato e del
pubblico demanio, non è il più adatto a combattere le mafie che si sono
impadronite di
molta parte del territorio nazionale. Inoltre molte cose uniscono gruppi
economici e criminalità che spesso concorrono al successo di molti politici.
La politica liberista è la più gradita dalle cosche dal momento che
ogni deregulation avvantaggia chi unisce al potere economico quello della
prepotenza del crimine.
Il deperimento dello Stato, il suo "alleggerimento"ed il contemporaneo
allargamento dello spazio e del potere riservato ai privati, fa il gioco
della mafia. La fine della società coesa voluta dagli ideologi del
liberismo, la riduzione a giungla dei rapporti economici e sociali è il
migliore terreno per la crescita di potenti organizzazioni criminali.
Il delitto dell'avvocato Enzo Fragalà pesa su Palermo e sull'Italia. La
mafia comunica con esso che
la partita è tutta aperta e che si sente forte, molto forte....
Pietro Ancona
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A Liberazione.it http://www.liberazione.it/letter-file/605226843.htm
La Cgil e lo sciopero dei migranti 2 marzo 2010
Ieri bellissime manifestazioni di lavoratori migranti hanno conquistato l'attenzione ed il rispetto di tanta parte dell'opinione pubblica italiana. La RaiTv ed i massmedia, per una volta, hanno assolto ad un servizio di informazione decente che ha fornito elementi essenziali di conoscenza. E' stato detto quanto il lavoro degli stranieri concorra alla formazione del Pil (9,5%) e come lo Stato incassi da loro ben 13 miliardi di euro di tasse. E' stato detto che i versamenti al sistema pensionistico Inps sono straordinariamente importanti dal momento che trattasi di contribuenti giovani e che senza il loro apporto si avrebbe financo difficoltà a pagare la pensione agli italiani. Si è detto della "qualità" di queste persone: moltissimi sono laureati anche con due lauree, parlano diverse lingue, sono essenziali nell'agroindustria. Senza di loro le grandi campagne di raccolta di arance, pomodoro, patate e le stalle della pianura padana sarebbero deserte. Da siciliano aggiungo che la flotta peschereccia non potrebbe salpare da Mazara del Vallo senza i marinai tunisini e maghrebini. Insomma, ieri l'antirazzismo, il pregiudizio, hanno perduto molta della loro petulanza e si è controbilanciato con cortei civilissimi, con parole d'ordine ispirate alla libertà ed alla democrazia le tante campagne “securitarie” e di odio che da anni imperversano e seminano discordia e divisione. L'atteggiamento delle grandi confederazioni italiane rispetto lo sciopero di ieri è stato deludente. La Cisl e l'Uil ne sono rimaste fuori, la Cgil ha partecipato ma non come Confederazione, a macchia di leopardo, con l'impegno di tante strutture locali. Soltanto la Fiom è stata presente come organizzazione nazionale. Partita da molti dubbi sull'utilità e sulla giustezza di uno sciopero di soli migranti, la Cgil non è riuscita a pervenire all'espressione di un appoggio convinto sul piano nazionale, non ha contribuito nè all'elaborazione delle parole d'ordine che sono rimaste quasi tutte “difensive” e non rivendicative e, sopratutto, non ha deciso di sostenere politicamente le ragioni della lotta di ieri con il Governo ed il padronato italiano. Ha fatto mancare l'appoggio politico allo sciopero consentendo alle sue strutture periferiche di appoggiarlo solo sul piano organizzativo. Oggi, se ci fosse stato un comunicato della Cgil magari accompagnato da una dichiarazione di Guglielmo Epifani si sarebbe dato il giusto sbocco al movimento di lotta. C'è un silenzio assordante che danneggia la lotta di ieri e non dà seguito alle sue ragioni. Eppure cose giuste da sostenere ce ne sono tante a cominciare dalla abrogazione del reato di clandestinità, dal diritto alla cittadinanza, dalla chiusura dei lagers Cie. Il rispetto dei contratti collettivi di lavoro e l'istituzione di un Salario Minimo Garantito potrebbero essere una giusta risposta a quanti a Rosarno o nelle campagne napoletane o nelle stalle del Nord lavorano per pochi spiccioli al giorno. Il Salario Minimo Garantito potrebbe unificare lavoratori stranieri con gli schiavi della legge trenta e aprire una speranza per tutti di migliori condizioni di vita. L'Italia ha bisogno di un generalizzato aumento dei salari e di mettere un limite alla loro base. Lavoro retribuito con paghe da schiavi e poco tiene depressa l'economia e sta distruggendo il commercio interno. Ma le Confederazioni Sindacali hanno deciso che così va bene e che le cose non possono cambiare. La Cgil si accinge allo sciopero del 12 marzo che potrebbe revocare se il Governo concede l'elemosina una tantum di 500 euro. Uno sciopero al quale la gente aderirà perchè la sofferenza è tanta e tanta è anche la domanda di lotta. Ma che non cambia niente perchè non chiede niente! Magari Epifani pensa che l'avere ottenuto l'ottanta per cento dei voti congressuali sia la prova del consenso alla linea di basso profilo e di passiva indifferenza tenuta in questi anni. Una linea che subisce una agenda dettata dalla Confindustria con cui si discute soltanto di che cosa ed in quale quantità togliere ai lavoratori. Ma questo ottanta per cento mette in luce un deficit di democrazia e di libertà come certe votazioni che avvenivano nei paesi dell'Est europeo. Non era vero che la gente fosse soddisfatta di quei governi. Non è detto che il popolo della Cgil sia contento. Semmai il consenso è una sorta di delega che ancora viene data alla dirigenza nella speranza che le cose migliorino. Pietro Ancona in data:02/03/2010
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, March 05, 2010 10:11 AM
Subject: Cambiare lo sciopero, contestare il Congresso della CGIL
Cambiare lo sciopero, contestare il Congresso della CGIL
La questione dell'art.18 di fatto abolito è già scomparsa dai giornali. Un
silenzio mortale è seguito alle scarne, ambigue e per certi versi anche
rivelatrici, interviste rilasciate ieri da tre leaders delle Confederazioni
che da sole rappresentano dodici milioni di persone e che non vengono
chiamate
alla lotta contro un vulnus che li rinvia all'era pre-civile dei senza
diritti. Solo Bonanni è riintervenuto sulla questione per confessare di
avere partecipato alla stesura del provvedimento e per difenderlo affermando
il falso e cioè che l'arbitrato non sostituirebbe il giudice. Epifani si è
limitato a dire che, se ce ne saranno le condizioni, ricorrerà alla Corte
Costituzionale. Forse tra quattro o cinque anni quando il mercato del lavoro
avrà registrato milioni di vittime. Il PD ha votato contro ma si tratta di
una formalità per mettersi le carte in regola con i propri elettori e per
non tagliare i ponti con la cultura giuslavorista che ha protestato
scandalizzata con un documento sottoscritto dai suoi massimi esponenti.
Oggi si parla d'altro. Il tormentone delle liste di Formigoni e della
Polverini tiene banco e si vorrebbe
un decreto che faccia strame del diritto. Anche la questione della patata
continua a tenere banco. Del fatto che venti milioni di cittadini vengono
privati del diritto di ricorrere ad un giudice e della tutela del loro posto
di lavoro alla grande stampa controllata dalla borghesia italiana che vive
di evasioni fiscali, truffe, lavoro nero e che si sente impastoiata dai
contratti e dai diritti non importa.
Soltanto Paolo Ferrero e Roberta Fantozzi di Rifondazione Comunista hanno
deciso di reagire con uno sciopero della fame che rischia però di restare
isolato o un fatto confinato in Internet se non ci sarà un sostegno più
ampio e non si costruirà un movimento di vera opposizione. Uso l'aggettivo
"vera" dal momento che la simulazione di gesti e di sentimenti di
solidarietà è purtroppo più diffusa di quanto si creda.
Intanto bisognerebbe con un tam tam immediato preparare la trasformazione
dello sciopero della CGIL che, come è noto, si limita a chiedere l'elemosina
di una mancia fiscale di 500 euro, in sciopero per il pieno ripristino
dell'art.18. Bisognerebbe preparare migliaia e migliaia di cartelloni per
questo da portare nei cortei e nei comizi il 12 marzo. A questo fine
bisognerebbe propagandare subito in assemblea quanto è successo, preparare
un volantino da fare arrivare dappertutto, chiedere aiuto alle radio
popolari, usare alla grande internet e Facebook.
Inoltre, bisogna contestare alla radice il Congresso della CGIL che si
svolgerà, dopo un dibattito
e votazioni assai discutibili, in un clima surreale che prescinde dalla
gravità della condizione dei lavoratori. La legge approvata dal Senato è una
legge di precarizzazione di tutto il lavoro. Finalmente Monti e quanti altri
si sono lamentati dei privilegi dei genitori tutelati rispetto ai figli
precari potranno dichiararsi soddisfatti. Ora siamo tutti precari, tutti
licenziabili, tutti esposti agli appetiti anche i più osceni del padronato.
Rifondazione Comunista ed il Manifesto debbono smetterla di vedere la CGIL
di oggi come una grande organizzazione democratica al servizio dei
lavoratori. La CGIL è controllata, attraverso il suo apparato, dal PD che
privilegia il rapporto con la Confindustria e che, anche con i suoi Governi,
ha contribuito a demolire i diritti dei lavoratori. Bisognerebbe ricordare
che è stato il governo D'Alema a mettere in discussione l'art.18 respinto
dalla grande manifestazione di Roma organizzata dalla CGIL di allora e la
raccolta di oltre cinque milioni di firme. Oggi la CGIL non mette in
discussione il suo rapporto unitario con CISL ed UIL, la sua discriminazione
dei sindacati di base, la sua simpatia per l'UGL di area di destra come
peraltro si è visto con la candidatura della Polverini a Roma. Questa CGIL
deve essere cambiata radicalmente. Ma questo non è previsto da nessuna
delle due mozioni.
La contraddizione di una popolazione di iscritti combattiva, democratica,
progressista, schierata per i diritti e una politica espressione degli
interessi moderati del PD interpretati da una burocrazia sindacale che ha la
prospettiva soltanto nella sussidiarietà e negli enti bilaterali deve
essere sciolta.
Pietro Ancona
http://urlin.it/17bed
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, March 06, 2010 11:43 AM
Subject: DEMOCRATIZZARE IL SINDACATO
DEMOCRATIZZARE IL SINDACATO
Ci si aspetta dai sindacati la difesa degli interessi dei lavoratori ma la
realtà è spesso sorprendente e sconcertante. Bonanni e Ancelletti,
segretari delle confederazioni UIL e Cisl, si sono affrettati a dichiarare
infondato l'allarme dei giuristi italiani e dei sempre più spaventati
lavoratori sostenendo che l'arbitrato è aggiuntivo e non
alternativo al ricorso al giudice. Dichiarazioni del tutto menzognere
smentite dalla protesta dei Magistrati ed accompagnate dalla proterva
rivendicazione di una sorta di loro diritto esclusivo sulle questioni
riguardanti il lavoro. Insomma il lavoro dovrebbe essere regolato
da rapporti di tipo privatistico e sottratti al legislatore. Una tesi in
linea con la sbornia liberista che
caratterizza l'estambliscement che abita i palazzi del potere. Questa
singolare tesi fu invocata anche da Epifani , quando i ministri della
sinistra nel governo Prodi riuscirono a migliorare una parte dei famigerati
accordi del luglio 2007. La CGIL insorse contro modifiche migliorative e
meno dannose per i lavoratori e pretese il ripristino del testo che era
stato concordato nella trattativa sindacale. In sostanza si vorrebbe quasi
una assurda delegiferazione del diritto del lavoro a favore di normative
stabilite da organizzazioni che, naturalmente, non avrebbero valore erga
omnes ma varrebbero soltanto per i rappresentati degli stipulanti. Una
ipotesi corporativistica!
Epifani si è affrettato a raffreddare le aspettative di lotta dei
lavoratori allarmati e spaventati da una legge definita perfida ed
ispirata all'odio di classe dalla cultura giuridica democratica del Paese
sostenendo che la CGIL dovrà limitarsi al ricorso alla Corte Costituzionale
e
annunziando che non parteciperà alla raccolta di firme per chiedere un
referendum. In quanto allo sciopero del 12 marzo ha ribadito nelle questioni
fiscali, degli emigranti e della occupazione i suoi obiettivi,
senza riconoscere alla questione dell'art.18 la stessa importanza. In
sostanza Epifani non sottolinea la gravità della "controriforma del
lavoro". Si limita a registrarla secondo una linea di assuefazione alle
"novità" e di notarile registrazione dell'avanzata del processo
demolitorio dei diritti.
Per orientarsi e difendersi dalla insidiosa e perfida legge il lavoratore
dovrebbe disporre dell'assistenza di legali. Sebbene il Ministro Sacconi
dichiari che il lavoratore non è minus habet sappiamo tutti che nella
maggioranza dei casi non potrà permettersi una difesa e che, inoltre, ha
anche problemi elementari di informazione e di comprensione. Le norme
introdotte sono talmente subdole da richiedere i sensi allertatissimi di
esperti frequentatori di Tribunali. Una legge fatta per aggirare e per
favorire le truffe non può essere fronteggiata da persone spesso ignare e
comunque riluttanti, per ovvie ragioni, di ricorrere al contenzioso della
lite legale. Persone che spesso guadagnano meno di mille euro al mese non
sono in grado di ingaggiare avvocati. E' chiaro che le rinuncie saranno
tantissime.
Il teatro politico di oggi è occupato quasi per intero dalla questione
del decreto truffaldino varato dal Governo e già firmato dal Capo dello
Stato sulla questione elettorale in Lazio e Lombardia. A Bersani ed a tutti
gli altri non importa per niente la ferita mortale inferta ai lavoratori
dalla legge del 3 marzo. Strillano per lo scandalo di un decreto che
violenta le norme elettorali. Un pasticcio procedurale creato da leggi
elettorali infami ma approvate quasi tutte bipartisan
che manipolano la volontà ed i diritti degli elettori. Basti pensare al
listino con il quale
il candidato alla presidenza della regione, se eletto, elegge per sua
monocratica volontà il dieci per cento del consiglio regionale ed il fatto
che questo decade se per una qualche ragione sarà impedito. Un pazzesco
capovolgimento della logica democratica che di fatto mette il potere
legislativo nella mani di una sola persona e delle sue vicende personali.
Mentre Bersani PD tace sull'art.18 intervengono soltanto Cofferati e
Ichino il primo per denunziare la debolezza del Partito e della CGIL e
l'altro per affermare ipocritamente che ci sono cose ben più gravi di
quelle stabilite dalla legge del 3 marzo e parla dei contratti a partita
iva passati da quattro milioni o otto milioni. Insomma, secondo la logica
aberrante di Ichino, siccome ci sono situazioni assai gravi nella realtà
fattuale dei rapporti di lavoro tutto sommato la legge approvata non è poi
così la cosa peggiore! Occupiamoci di altro!
Quanto sta accadendo mette in luce il problema enorme del ruolo del
Sindacato. Dobbiamo prendere atto che urge una riforma che attui l'art.39
della Costituzione. La natura sempre più elitaria, verticistica e spesso
antidemocratica delle Confederazioni Sindacali deve essere regolamentata e
sottoposta al rigore della legge. Nonostante la maggioranza dei
metalmeccanici fosse sfavorevole agli accordi separati Cisl Uil e UGL questi
sono stati imposti. Lo svolgimento del Congresso della CGIL solleva
problemi che vanno affrontati. Il processo di americanizzazione delle
strutture sindacali italiane deve essere bloccato ripristinando il potere
degli iscritti sulle oligarchie interne. Lo stesso referendum del 2007 ha
costituito la prova più clamorosa di quanto sia urgente una legge che offra
garanzie di democrazia ai lavoratori.
Pietro Ancona
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/03/05/visualizza_new.html_1730309668.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-lavoro-in-liquidazione/
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, March 07, 2010 7:15 AM
Subject: Napolitano è il nostro Facta
Napolitano è il nostro Facta
Le giustificazioni del Presidente della Repubblica per la sua approvazione
a tamburo battente, nella notte, del decreto governativo che sana le
irregolarità delle liste PDL
e con esso anche eventuali reati penali (nel caso si scoprisse che alcune
firme erano false) sono inaccettabili. Feriscono la democrazia ed il
diritto dal momento che si accetta che un decreto del governo possa
interferire in decisioni della magistratura ordinaria preposta alla verifica
della regolarità dello svolgimento delle elezioni e cambiare le carte in
tavola facendo diventare nero il bianco e viceversa.
Napolitano dice che lo ha fatto perchè non si possono escludere dal voto
gli elettori del PDL in due importanti regioni d'Italia. E' la tesi
manipolatrice con la quale la destra ha martellato per giorni l'opinione
pubblica italiana. Una tesi ingannatrice e falsa dal momento che il problema
non è questo quanto la tutela della integrità delle leggi che regolano lo
svolgimento del voto, leggi fondamentali e vitali per l'ordinamento del
Paese che possono essere riviste soltanto dal Parlamento e dalle assemblee
elettive.
Napolitano avrebbe dovuto pretendere dal Governo e garantire al Paese che
ogni decisione relativa alla riammissione delle liste pdl fosse presa con il
consenso di tutte le forze politiche e magari con un passaggio
parlamentare. Consenso che sarebbe stato possibile dal momento che le forze
parlamentari si erano dichiarate disponibili. Bersani, Casini e Di Pietro
avevano manifestato disagio per quanto era accaduto per sola ed esclusiva
responsabilità del PDL ed a causa delle terribili lotte intestine dei suoi
boiardi e si erano più volte offerti alla ricerca di una soluzione che
garantisse a tutti il diritto di voto.Berlusconi si sente padrone d'Italia
e disprezza l'opposizione che vorrebbe cancellare dalla vita del Paese ed
ha rifiutato qualsiasi accordo perchè non vuole svelenire l'atmosfera e non
vuole riconoscere alla opposizione la dignità di partecipare magari al
semplice aggiustamento di una situazione creata dal suo Partito. Superbia,
arroganza, prepotenza quasi un attentato, un vulnus e uno stravolgimento
delle regole che dovevano essere difese da Napolitano. Berlusconi ha
strumentalizzato la questione delle liste per aumentare la tensione
esistente nel Paese, per fare del vittimismo da aggiungere alla sua campagna
contro la Magistratura accusata di volerlo perseguitare a tutti i costi.
Napolitano ha incoraggiato l'arroganza di Berlusconi ed assieme a lui ha
imposto al Paese una decisione che suona violenta e prevaricatrice e
lontanissima dallo spirito e dalla lettera della Costituzione.
La concezione che Napolitano ha del ruolo del Presidente della Repubblica
è inaccettabile e più volte ha danneggiato l'Italia offuscandone il suo
prestigio nel mondo, prestigio un tempo legato alla sua civiltà giuridica ed
alla sua Costituzione che è tra le migliori del mondo, forse addirittura la
migliore in senso assoluto.
Ha approvato le leggi imposte dalla destra e spesso votate da un Parlamento
imbavagliato dal ricorso sistematico al voto di fiducia ed impossibilitato a
correggere, integrare, intervenire per migliorarne i testi. Mi riferisco
alle leggi di stampo nazista che discriminano l'erogazione delle pene in
ragione della
condizione di irregolarità dei migranti e alla persecuzione dei Rom per la
quale tre grandi Prefetti della Repubblica hanno dovuto abbandonare il posto
a causa della loro fedeltà ai principi della Costituzione.
Non so se ha già firmato la legge approvata dal senato in grande odore di
incostituzionalità che sostituisce le tutele che la Costituzione garantisce
ai lavoratori con coercizioni ed obblighi, che riduce la scuola dell'obbligo
ed il diritto all'istruzione ed introduce nuove forme di uso schiavistico
del lavoro come lo staff leasing che aggrava il già grave deterioramento del
diritto indotto dalla legge trenta.
Credo che una decisa opposizione a questa legge che di fatto abolisce
l'art.18 dovrebbe essere
sostenuta da tutte le opposizioni con la stessa sensibilità e la stessa
passione con la quale stanno contrastando il decreto delle elezioni.
Nella storia dell'Italia abbiamo avuto un precedente inquietante. Mi
riferisco all'atteggiamento di sostanziale complicità con il fascismo tenuto
da Luigi Facta che si rifiutò di proclamare lo stato di assedio e consegnò
con la complicità di una monarchia meschina l'Italia al fascismo.
La grande maggioranza degli italiani ha finora confidato nel ruolo
superpartes del Presidente della Repubblica ed ha accettato i suoi inviti
alla moderazione ed alla coesione. Ma ora sappiamo che cosa intende
Napolitano per coesione e moderazione. Intende la sottomissione di tutti noi
e delle stesse leggi alla violenza livida di un Capo del Governo che è
diventato pericoloso per la libertà e la democrazia.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: cgil_regionale@lomb.cgil.it
Sent: Tuesday, March 09, 2010 10:05 AM
Subject: la cgil tradisce se stessa
pubblicato nel blog di Paolo Ferrero
http://lnx.paoloferrero.it/blog/?p=2130&cpage=1#comment-22757
La CGIL tradisce se stessa
Una delegazione della federazione della Sinistra capeggiata da Paolo
Ferrero si è recata dal Capo dello Stato per chiedere di non firmare la
legge 1167 approvata la sera del 3 marzo scorso dal Senato in via
definitiva. Una legge che fa scempio dell'art.18 e riduce i diritti di
cittadinanza dei lavoratori che non potranno più invocare l'intervento di
un giudice come il famoso mugnaio di Dresda. La legge conta più del Re da
quando il diritto moderno si è sostituito all'arbitrio del potere. Ma non in
Italia. In Italia la volontà del datore di lavoro prevaricherà la
Costituzione fondata sul lavoro ed il giudice non potrà intervenire né su
richiesta del lavoratore licenziato ingiustamente né di propria iniziativa.
La legge approvata dal Senato, nel silenzio, con il tacito consenso di una
opposizione che ha votato contro ma strizzando l'occhio alla maggioranza,
lasciando fare, è frutto di almeno due anni di lavoro
di squadre di avvocati delle aziende espertissime di esperienza di tribunali
e di carte bollate che hanno costruito vere e proprie trappole attorno
all'art.18 per "aggirarlo". Verbo usato da giornali certamente non
barricadieri ed estremisti come Repubblica ed il Corriere della Sera e che
esprime bene l'imboscata ai diritti dei lavoratori oramai inermi di fronte
ad un apparato legislativo che si erge minaccioso e li sovrasta.
Questo lavorio di bulino dei legulei e dei topi di Tribunale ha partorito
una legge che rompe con la tradizione giuslavoristica ispirata dalla
Costituzione e della sua fondamentale funzione di custode della parte debole
dei minus habent che, a differenza di quanto asserito da Sacconi, non è alla
pari con il datore di lavoro. Non potrà mai esserci parità tra chi dà il
lavoro e chi lo chiede assillato dal bisogno impellente di vendere la
propria forza lavoro per dare da mangiare alla sua famiglia.
Il lavoro dei topi di Tribunale è stato tale per cui sarà difficilissimo al
lavoratore potersi difendere dagli attacchi e dalle insidie senza l'ausilio
di avvocati esperti. Avvocati che non potrà permettersi e che comunque
potrebbero fare ben poco.
Scopo strategico di questa legge è la realizzazione del più
straordinario turnoover della storia del lavoro italiano. Espellere dalle
aziende tutti i lavoratori giudicati "pesanti" per i diritti accumulati in
dieci o venti anni di anzianità e sostituirli con giovani magari precari ed
interinali, invisibili, o addirittura con staff leasing. Si realizzerà la
più grande precarizzazione del lavoro italiano dopo la legge Biagi e questa
volta le vittime che verranno stritolate saranno quanti sono stati indicati
dall'infame pubblicistica di liberisti a cominciare da Monti come
"privilegiati". I diritti sono finalmente diventati privilegi e come tali
saranno annullati. IL tutto per realizzare anche un altro abbassamento
consistente dei salari. Finalmente la differenza tra lavoratori a tempo
indeterminato e precari sarà annullata. Tutti precari!
Il passo importante e significativo della Federazione della Sinistra è
convalidato dalle preoccupazioni e dalle denunzie della cultura
giuslavoristica italiana e dalla protesta dell'ANM che denunzia il vulnus
recato alla Giustizia da una legge che, sostituendo ai Diritti i Divieti e
gli Obblighi, avvia un processo di radicale svuotamento della Costituzione.
E' allarmante che ad una settimana dal misfatto, mentre Cisl ed UIL
confermano la loro adesione alla legge 1167, non si registri una presa di
posizione adeguata della CGIL. Osservatori qualificati come Mario Tronti,
Gallino, Cofferati giudicano o debole o scarsamente reattiva la posizione
della CGIL che si è fin qui manifestata con una notarile dichiarazione di
Epifani che rinvia al ricorso alla Corte Costituzionale tutta l'iniziativa
della Confederazione ed ad una stranissima uscita della Segretaria Camusso
che esclude la questione dell'art.18 tra quelle che saranno indicate come
obiettivi dello sciopero generale di venerdi prossimo, uno sciopero per
mendicare una "una tantum" di sgravio fiscale di 500 euro.
Ci sono tanti modi per tradire i propri rappresentati, per abbandonare i
lavoratori alle ingiurie ed alle soverchierie del padronato. Modi attivi
come quelli della Cisl e dell'Uil che firmano una riforma del contratto di
lavoro che indebolisce di molto la certezza del diritto e modi passivi come
quelli che hanno caratterizzato la CGIL che si è rifiutata di firmare quegli
accordi ma ha preteso di essere presente come il convitato di pietra di
Mozart e poi si è incaricata di lasciarli filtrare in tutti i contratti di
categoria. Questo modo passivo di interagire produce danni incalcolabili.
Se la CGIL che è la più grande organizzazione dei lavoratori italiani
tuttora circondata dal mito della sua bellissima storia sta zitta e si
limita a stigmatizzare senza tradurre la sua indignazione in azioni
concrete consuma un tradimento. Ora la bastonata inferta dalla legge 1167 é
tale non solo da tramortire ma anche da uccidere e non può essere affrontata
con il ricorso futuro alle vie legali. Ora e qui è necessario organizzare la
resistenza e la lotta.
Ieri al Quirinale doveva salire Epifani che magari, come ha già fatto in
passato, si lamenterà di una invasione di campo della politica sul
sindacato.
La CGIL deve sciogliersi dalla paralisi in cui la costringono il PD ed i
suoi sempre più sconcertanti rapporti con Cisl UIL ed anche con l'UGL. Deve
subito appellarsi ai lavoratori ed organizzare scioperi fino a quando
l'art.18 sarà in pericolo.
Intanto deve subito includere, con un atto solenne del suo Direttivo
Confederale, la questione della legge 1167 nel proclama dello sciopero del
12 e chiedere a Napolitano di non firmare.
Si tratta di salvare la Costituzione dai numerosi attacchi di questo
Governo e della sua irresponsabile maggioranza che riguardano i diritti
civili dei cittadini ed i diritti sociali della gente che lavora.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: segreteria.nazionale@slc.cgil.it
Sent: Wednesday, March 10, 2010 10:00 AM
Subject: Il gatto, la volpe e pinocchio
http://www.liberazione.it/news-file/intervista-ferrajoli.htm#bottom
Chi si aspettava dalla giornata di ieri una qualche buona notizia per il
noto scippo dell'art.18 è rimasto con l'amaro in bocca. Niente di nuovo,
solo qualche aggiustamento nella comunicazione CGIL che tuttavia non cambia
niente e non sposta il pesante macigno caduto dal Senato sulle spalle dei
lavoratori italiani. Bonanni è stato zitto. Aveva già detto la sua ed
avevamo capito che ieri come otto anni fa la Cisl avrebbe salutato senza
rimpianti la fine dell'art.18. Hanno parlato Angeletti, segretario appena
riconfermato da un Congresso UIL che è stato un vero e proprio salone di
ricevimento dello embliscement italiano ed Epifani. Angeletti rimproverando
il Parlamento della legiferazione in materia di lavoro ha detto che si
occuperà dell'art.18 . La legiferazione in materia di lavoro a suo parere,
è esclusiva competenza delle parti sociali ed ha annunciato che, in sede di
applicazione della legge, l'Uil interverrà sulla questione del reintegro
(senza dire come) mentre Epifani, intervistato da Rai3 delle 14,30, ha
ribadito implicitamente le ragioni dello sciopero in quelle a suo tempo
indicate: fisco, migranti, occupazione derubricando nel calderone della
difesa dei diritti quella che è stata definita la controriforma del lavoro
e l'attacco radicale alla Costituzione . Nello sciopero generale di venerdì
prossimo e nella manifestazione che si terrà sabato indetta dalle forze
politiche contro il decreto governativo sulle elezioni non si può dire che
la questione dell'art.18 abbia una qualche rilevanza.
Credo che la CGIL dovrebbe chiedere a Napolitano di non firmare la legge e
comunque fare sapere che non parteciperà alla costituzione delle
Commissioni di Arbitrato che dovranno decidere l'applicazione della
procedura alternativa all'art.18. Affidare a queste
il potere insindacabile di decisione nel merito dei licenziamenti
significa privatizzare il diritto sostituendo alla Legge l'intervento delle
parti dandovi valore di legge. Immagino che Angeletti cercherà di ottenere
una migliore monetizzazione della violenza subita dal lavoratore licenziato
senza giusta causa, magari il massimo di sei mensilità anzicchè il minimo
previsto di due mesi e mezzo. L'azienda, con una manciata di spiccioli, si
sarà liberata di una persona che
magari cominciava a pesargli troppo o perchè da troppo tempo alle sue
dipendenze o perchè sindacalizzato irriducibile. Credo che queste
Commissioni, sulla base delle leggi vigenti che discriminano i sindacati di
base, saranno costituite per la parte sindacale, soltanto dai firmatari dei
ccnl. Un lavoratore aderente al Cobas avrà il suo sindacalista di fiducia ?
Me lo chiedo. Inoltre la Commissione di arbitrato non è tenuta al rispetto
delle leggi vigenti come il magistrato ma eserciterà una sua discrezionale
autorità inappellabile. Non possiamo escludere, data l'importanza della
posta che sarà in gioco, episodi di incompetenza o di corruzione. Chi
garantisce il lavoratore che i membri della Commissione non si accordino
alle sue spalle magari per realizzare proprie convenienze relazionali?
L'intreccio tra imprenditori e sindacati è diventato troppo intricato negli
enti bilaterali ed in tante altre gestioni che si sono costituite nel segno
della cosidetta sussidiarietà e privatizzazione del welfare. Perchè le
questioni che arrivano alla commissione arbitrale della legge 1167 non
possono diventare materia di scambio? Il lavoratore sarà soggetto sociale
ancora più fragile. Potrebbe diventare addirittura oggetto inerte e passivo
di scambio. La sua tutela diventa evanescente
ed incerta.
La durissima opposizione fatta ieri in parlamento da PD contro la legge sul
cosidetto impedimento personale fa risaltare ancora di più lo scarso o
nullo impegno che lo stesso PD ha manifestato nella discussione per la legge
1167. Nessun ostruzionismo, pochissimi interventi, votazione di un no
educato, "responsabile". Grande aplomb. Ieri, nessuno dei massimi esponenti
del PD ha detto una sola parola di rammarico, di protesta o soltanto di
commento sulla fine dell'ultimo argine che restava nelle aziende a
protezione dalla prepotenza padronale. Non hanno parlato Bersani, la
Finocchiaro, Franceschini, Letta. Ha detto qualcosa soltanto Tiziano Treu
qualche ora prima dell'approvazione della legge.
La maggioranza del gruppo dirigente del PD è stata d'accordo a seppellire
l'art.18 non rendendosi conto che una classe lavoratrice debole e priva di
diritti non dà luogo ad un partito forte, autorevole e rappresentativo. Ma
forse non gli interessano i lavoratori ma i padroni ed i padroncini come
abbiamo visto dall'infornata di parlamentari regalati alla Confindustria. La
CGIL è stata affidata al condizionamento di Cisl ed UIL che hanno ampi e
forti riferimenti non solo nel Governo ma anche nel PD. Ricordate Collodi?
Il gatto e la volpe convincono Pinocchio a seppellire le monete d'oro nel
campo dei miracoli e se lo smaneggiano. Da molto tempo l'unità sindacale non
è più un valore ma un pericoloso strumento contro i lavoratori. Storti,
Benvenuto, Lama diedero vita ad una grande stagione di lotte per le riforme
e furono quasi sul punto di realizzare l'unità organica e di ritornare alla
CGL unitaria che purtroppo fu rotta dalla guerra fredda. L'unità sindacale
aveva allora un significato di crescita civile e sociale che infiammava ed
entusiasmava i lavoratori. Ora Cisl ed Uil firmano contratti ed accordi
separati assecondando le voglie della Confindustria e del Governo. Gli
accordi che vedono la firma anche della CGIL sarebbe stato meglio non farli
perchè tolgono e non danno ai lavoratori.
L'Italia è forse l'unico paese al mondo in cui tre potenti confederazioni
hanno partecipato con numerosi accordi ad uno dei più gravi processi di
impoverimento e di spoliazione dei diritti avvenuti nell'Occidente.
Sindacati ricchi e lavoratori con le pezze al culo dopo venti anni di
concertazione.
Spero molto che i lavoratori facciano sentire la loro voce nei cortei del
12 marzo. Spero nella presenza di migliaia e migliaia di cartelli che
strillano il loro NO alla infame legge 1167.Spero in una iniziativa nel
Comitato Direttivo della CGIL che dovrebbe riunirsi subito e definire una
strategia di lotta che renda impossibile le procedure della 1167. Spero che
una delegazione della CGIL si rechi subito dal Capo dello Stato come è stato
fatto ieri dalla sinistra politica. Voglio sperare che la CGIL prenda
coscienza del gravissimo errore compiuto nel lasciare fare con tranquillità
al Senato una legge che ci riporta agli anni cinquanta. Voglio sperare anche
che il PD recuperi la vocazione solidaristica e civile dei cattolici e
quella classista del PCI e che nella manifestazione del 13 difenda la
Costituzione anche dal versante della tutela dei lavoratori.
Pietro Ancona
http://urlin.it/17bee
Mercoledì 10 Marzo 2010 00:25 I firmatari il Manifesto, 9 marzo 2010
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, March 11, 2010 3:41 PM
Subject: Il Cuculo
IL CUCULO
Le agenzie riportano le proteste degli USA per l'espansione della
colonizzazione delle zone palestinesi di Gerusalemme est e GisGiordania.
Israele ha annunziato la costruzione di altre milleseicento unità abitative
nei luoghi dove sono state demolite o espropriate le case dei palestinesi
che in conseguenza di ciò sono stati privati della cittadinanza e costretti
a sdradicarsi, ad affollare i campi profughi, a diventare paria apolidi
nella loro stessa terra. Altri 130 unità abitazioni-fortezza si stanno
costruendo in Gisgiordani. Questo annunzio di Israele è l'ennesimo di un
programma che non si è mai rallentato nè fermato e che ha creato dentro la
Gisgiordania inizialmente delle enclave ora delle vere e proprie fortezze
di coloni che hanno emarginato la popolazione originaria. I coloni si sono
accresciuti in grande numero da quando Abu Mazen ha disconosciuto la
vittoria elettorale di Hamas e, con l'aiuto di Israele, è riuscito ad
isolarlo nella striscia di Gaza in uno spaventoso lager a cielo aperto dal
quale è impossibile andarsene e difficilissimo viverci dentro una muraglia
che isola dal mondo. Con la crescita numerica è cresciuta l'arroganza
razzista dei coloni che ora sono molto di più del cuculo che era
penetrato nel nido altrui, squadre paramilitari di sionisti fanatizzati da
una dottrina che li ha convinti a credere la Palestina la loro terra per
decisione divina e che è sacrilega la presenza di popolazioni di altra
religione. IL fondamentalismo religioso fomenta una continua pulizia etnica.
Non passa giorno che non si verifichino brutali maltrattamenti, ferimenti e
uccisioni di cittadini palestinesi.
L'Autorità palestinese non conta niente e, se non collabora, viene
aggredita nelle sue stesse caserme.
I programmi di pulizia etnica per fare avanzare la colonizzazione
israeliana vengono portati avanti assieme ad una allucinante interminabile
trattativa di "pace" che dura oramai da alcuni decenni e che, chiaramente,
costituisce una copertura propagandistica alla guerra a bassa intensità
che a volte diventa ad alta intensità. Le sortite di caccia umana dei coloni
armati di mitra sono quasi quotidiane. Le prevaricazioni e le violenze, lo
sdradicamento di ulivi e di vigne, l' uccisione di pecore, gli incendi dei
raccolti sono cronaca quotidiana. I palestinesi non possono reagire.
Verrebbero subito uccisi.
Il ruolo degli USA è di finto paciere. Gli USA e la Nato non vogliono la
pace perchè hanno deciso di tenere in fermento tutta l'area. Oltre
cinquecentomila soldati tra regolari e contractors occupano l'Iraq e
l'Afghanistan. Israele ha ridotto in macerie per due volte in venti anni il
Libano. Ora l'obiettivo è la sottomissione dell'Iran o la sua distruzione.
Le politiche USA e di Israele sono identiche e non prevedono alcuna pace.
La pace farebbe prosperare i popoli di una zona ricca di petrolio e di
altre materie prime e la condizione che si vorrebbe per questi è quella di
Haiti o delle Nazioni dell'america latina soggette al predominio delle
multinazionali.
E' chiaro che non c'è alcuna intenzione di creare uno Stato palestinese
indipendente che possa vivere in pace accanto ad Israele. Si prevede un
unico Stato etnico-religioso dotato di uno degli eserciti più potenti del
mondo e di un ernorme arsenale nucleare che vuole espandersi ben al di là
delle terre che occupa e dominare su una vastissima area. L'ideologia
sionista è riuscita ad egemonizzare la politica e la cultura delle comunità
ebraiche e creato l'idolatria di uno Stato di soli ebrei. Dentro l'ebraismo
esistono resistenze sempre più deboli a questo progetto. Molti soldati
hanno pagato con la galera il loro rifiuto a seviziare e massacrare i
palestinesi. Ma in atto non esiste alcuna possibilità di fare prevalere una
corrente pacifista e umanitaria tra gli israeliani.
Il sionismo viene incoraggiato dall'Occidente ed identificato con
l'ebraismo. Quando Napolitano sostiene che chi è contro Israele è
antisemita criminalizza in blocco ed a priori ogni critica, ogni
insofferenza. Tutta la stampa occidentale dal NYT a Repubblica è
rigorosamente allineata con Israele senza se e senza ma ed accetta senza
battere ciglio qualsiasi misfatto. Gaza è stata bombardata per circa un
mese, è stata distrutta, cinquecento bambini e circa duemila civili sono
rimasti uccisi ma questo non ha emozionato nessuno dei famosi opinionist
che non si sono peritati di dare uno straccio di giustificazione alla
distruzione di una regione con quasi due milioni di persone.
La trattativa israeliano-palestinese è una commedia che non si concluderà
mai. Quanti ritenevano che il comportamento di Israele fosse conseguenza del
fanatismo terrorista di Hamas dovrebbero dirci perchè non sia servito a
niente il comportamento remissivo e collaborazionista di Abu Mazen che
è considerato alla stregua di un servo che deve ringraziare per non essere
scudisciato o impalato.
I palestinesi debbono ritrovare al più presto la loro unità se non vogliono
fare la fine delle tribù di pellirossa che gli Usa mettevano l'una contro
l'altra mentre li spingevano verso le terre più inospitali
per chiuderli in " riserve". Ancora oggi gli scalpi dei sioux e gli oggetti
della loro cultura sono souvenir per turisti nei drugstore del Texas o
dell'Arizona. Questa infame mercificazione della memoria e della cultura dei
popoli vinti e quasi scomparsi come i bufali delle grandi praterie o i maori
australiani deve essere di monito.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www.liberazione.it/news-file/914449895.htm
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, March 12, 2010 10:50 AM
Subject: Urgente l'autoriforma per rinascita CGIL
Urgente l'autoriforma per la rinascita della CGIL
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Oggi lo sciopero generale della CGIL, nonostante la cocciuta resistenza
burocratica della sua nomenclatura che, attraverso la Camusso, ha escluso la
questione dell'art.18 dagli obiettivi fondamentali da rivendicare, sarà
attraversato da una grande corrente di inquietudine e di rabbia
per la legge approvata dopo una incubazione durata due anni. La legge 1167
si occupa di "aggirare" e svuotare il ruolo di garanzia dell'art.18 ma anche
di altre meschinità avvocatesche che
degradano la legislazione senatoriale al ruolo di pezza di appoggio di chi
vuole "fottere" i propri dipendenti. Sarà molto più difficile per un
lavoratore, spesso alle prese con il problema di mettere insieme pranzo e
cena, ricorrere al Giudice per i propri diritti per gli ostacoli
artificialmente creati
dai topi di Tribunale, dal divieto di intervenire imposto ai Magistrati,
dal costo spesso in migliaia di euro di spese legali in caso di perdita
anche se non trattasi di ricorso "temerario". Certo se una causa di lavoro
viene persa dall'azienda questa ha mezzi per pagarne le spese che in ogni
caso vengono iscritte al suo bilancio e scaricate spesso sull'azionariato.
Il lavoratore dovrà vendersi l'auto o ipotecare la casa per pagarle. Questo
in ragione del fatto che è minus habet anche se il Ministro Sacconi, in
perfetta malafede, sostiene la sua parità con il datore di lavoro.
Lo sciopero di oggi segnala una protesta verso una scelta che, se sarà
timbrata dal Capo dello Stato, diventerà definitiva e difficile da revocare
dal momento che, come è accaduto con la legge trenta, è assai improbabile
che un governo di centro-sinistra non la confermi. L'abolizione di fatto
dello articolo 18 viene accettata da Cisl ed UIL che acquisiscono ulteriori
poteri sui lavoratori diventando arbitri del loro posto di lavoro al posto
del Giudice e non è sgradita a una certa burocrazia della CGIL, convertita
alla sussidiarietà non solo del welfare ma anche della gestione dei diritti.
L'arbitrato privatizzerà la parte più importante del rapporto di lavoro
assegnando alle parti la gestione di diritti finora affidati alla
magistratura.
La legge 1167 è una pietra miliare nel processo di spoliazione dei diritti
della persona-lavoratore partito dalla privatizzazione del collocamento con
l'infame pacchetto Treu sulle agenzie interinali. Dopo di essa non resta al
padronato italiano che espugnare l'INPS e l'INAIL e mettere le sue avide
mani sui fondi che costituiscono il patrimonio più grande dei lavoratori
italiani. Con la complicità
dei sindacati hanno fatto del TFR una risorsa per la casta degli
assicuratori. Avanzerà ancora la linea della "complicità" perseguita da
Sacconi e da intere squadre bipartisan di parlamentari e funzionari che
lavorano notte e giorno per trasfigurare la legislazione da garante dei
diritti dei lavoratori a espressione degli interessi della impresa.
Come afferma Brunetta bisognerà abolire almeno dalla Costituzione
materiale l'art. 1 (l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro). Il
lavoratore torni pure ad essere l'utensile umano di cui parlava Aristotele!
La Repubblica è fondata sulle imprese e magari sulle leggi razziste che
assicurano manodopera ricattata a bassissimo costo.
Il Congresso della CGIL dovrebbe riflettere a fondo sulla degenerazione
del ruolo del sindacalismo italiano che da un lato isola ed emargina le sue
forze più combattive e dall'altro, attraverso il funzionamento dell'alleanza
delle tre grandi sigle, asseconda un processo di impoverimento materiale e
contrattuale che sembra essere arrivato alla sua punta estrema. Bisogna
prendere atto che i patti parasociali dell'unità con Cisl ed UIL sono
scritti dalla Confindustria che si avvale della collaborazione di importanti
esponenti del PD.
La prima cosa che dovrebbe fare il Congresso è quella di dichiarare chiusa
una fase dell'unità sindacale e lanciare un messaggio per la riapertura del
dialogo con i Cobas per riposizionare la CGIL nel suo naturale alveo di
sindacato autonomo dai partiti, dal padronato e dal governo. La CGIL deve
tornare ad essere il sindacato di classe come tuttora viene vissuta dalle
grandi masse lavoratrici che vivono nel suo mito e si rifiutano di crederla
diversa da quella che hanno nel cuore.
La seconda cosa è avviare un processo di netta separazione tra dirigenza e
burocrazia e darsi una struttura simile a quella della Confindustria.
Dirigenti delle categorie eletti e rinnovati periodicamente e funzionari a
tempo pieno dediti soltanto alla gestione della organizzazione e delle
politiche decise dai
gruppi dirigenti di categoria. Questo non significa abolire la confederalità
che resta un valore fino a quando non diventa una camicia di forza.
La CGIL dovrebbe chiedere al Parlamento l'approvazione di una legge quadro
di attuazione dell'art.39 della Costituzione dal momento che il ruolo del
Sindacato è cogente nella vita di milioni di persone.
Dovrebbe da subito destinare una parte dei contributi sindacali versati per
delega dai lavoratori ad un fondo di solidarietà per soccorrere i propri
iscritti in situazioni di emergenza. Penso che si dovrebbe cominciare da un
programma speciale nella zona della Sardegna flagellata dalla
disoccupazione. Il sindacato deve stare insieme al suo popolo ogni qualvolta
ne ha bisogno. La sua crisi nel Nord a vantaggio della Lega è in grande
parte derivata dalla sua burocratizzazione e dalla sua freddezza. Il
solidarismo deve essere un valore per la CGIL, un ritorno alla grande
tradizione della mutualità operaia. Gli zolfatai e poi i Fasci siciliani,
sul finire dell'ottocento, costituirono Leghe che avevano lo scopo di
comprare la bara ai loro compagni che venivano sepolti in un telo. Ora la
CGIL, con la sua enorme potenza economica, può destinare una parte di essa
al soccorso della sua gente in difficoltà. Deve insomma umanizzare il suo
ruolo che non è quello di mero compilatore di 740.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, March 13, 2010 11:09 AM
Subject: Guglielmo Epifani pubblicato su Liberazione.it
http://www.liberazione.it/news-file/NomeSEO_358391446.htm
Il discorso pronunziato ieri a Padova da Guglielmo Epifani, in occasione
dello sciopero generale indetto dalla sola CGIL, è stato deludente. Ha
parlato per circa 24 minuti occupandosi della scottante questione
dell'art.18 soltanto per un paio di minuti a metà del suo intervento tra
l'undicesimo e il tredicesimo minuto.
(*) Naturalmente si è lamentato della legge varata
dal Senato. Come avrebbe potuto farne a meno a fronte di lavoratori
shoccati, inquieti, angosciati per la perdita di un loro solo strumento di
tutela? Da domani potranno essere licenziati senza giusta causa e mandati a
casa con una manciata di spiccioli .. Le aziende si libereranno dei
lavoratori a tempo indeterminato ed assumeranno o si faranno mandare dalle
agenzie interinali persone con le quali potranno giostrare senza limiti con
le possibilità di elusione offerte dalla legge Biagi. Potranno in certi
casi azzerare totalmente ogni onere sociale ed ogni diritto pretendendo di
regolare come prestazione professionale autonoma quanto è invece lavoro
dipendente. La manna che il Senato ha fatto cadere dal cielo sulla
imprenditoria italiana è assai abbondante e non abbiamo dubbi che ne
approfitterà. Con il tramonto dei diritti avremo anche un calo dei salari.
E' noto che nell'area della legge Biagi i salari difficilmente arrivano ai
700 euro mensili. I minimi contrattuali nazionali vengono tutti
sistematicamente derogati e, pur durando questo fenomeno da anni, nessuno
si é azzardato a proporre una legge per il Salario Minimo Garantito che
creerebbe una qualche protezione ai precari ed ai lavoratori stranieri.
Guglielmo Epifani aveva iniziato assai bene la sua segreteria. E'
succeduto a Cofferati che aveva concluso la sua con la storica
manifestazione di Roma che bloccò il tentativo del Governo D'Alema di
abolire l'articolo 18. Per qualche tempo la sua linea di saggio e vigoroso
rigore nella difesa dei lavoratori caratterizzò la CGIL e ne ribadì le
caratteristiche di sindacato per antonomasia. Ma poi la campagna per la
"modernizzazione" (che adesso sta mostrando la sua vera natura finalizzata
alla spoliazione di tutti i diritti conquistati in decenni di lotte del
movimento operaio italiano) ha avuto il sopravvento ed ha espugnato la
cultura progressista e socialista del sindacato. Questo anche ad opera della
contemporanea trasformazione dell'ex PCI passato da partito dei lavoratori
a partito neutrale tra capitale e lavoro ed ora, apertamente, a partito
della Confindustria che elegge deputati grosse personalità del mondo
imprenditoriale italiano come Colaninno, Merloni e il Presidente della
Finmeccanica Calearo .. Inoltre il PD esprime attraverso Ichino, Letta,
Treu, Fioroni ed altri un orientamento liberistico in materia di lavoro. E'
per le privatizzazioni senza se e senza ma e per la deregulation dei
rapporti di lavoro per favorire il massimo di flessibilità
alle aziende italiane.
L'atteggiamento di Epifani e della CGIL è diventato sempre più prudente e
ricettivo verso le pretese della Confindustria e del Governo di destra. Nel
corso degli ultimi sei anni l'agenda della contrattazione e della
concertazione è stata scritta sempre dalla Confindustria in collaborazione
con Cisl ed Uil.. Non si può negare che non abbia avuto successo. La
Confindustria si è ripresa con gli interessi quanto generazioni e
generazioni di lavoratori erano riusciti a conquistare. Ora il terreno è
pieno di macerie e, dal momento che é stata usato lo strumento legislativo,
sarà difficilissimo e forse impossibile recuperare qualcosa dei diritti
perduti o ceduti e ridare un minimo di dignità al lavoro italiano.
Le vittorie più strepitose del padronato sono state tre: la legge Biagi
che ha ridotto in precariato tutti i lavoratori assunti negli ultimi anni,
le privatizzazioni che hanno divorato la pubblica amministrazione creando
migliaia di lavoratori "invisibili" nelle mani di cooperative o imprenditori
di manod'opera ai quali è stato appena regalato lo staff leasing, e la legge
1167 del 3 marzo che distrugge
l'art.18 e privatizza il diritto facendone una opzione gestita dalle parti.
Sulla legge Biagi la CGIL di Epifani è passata dalla contestazione alla
accettazione sottoscritta dagli accordi del luglio 2007 fatti sanzionare da
uno scandaloso ed inverosimile referendum dove avrebbero votato cinque
milioni di persone. Referendum che ha sollevato gravi e delicati problemi
di democrazia. Sulle privatizzazioni la CGIL non è mai intervenuta. Sui
licenziamenti, sebbene tutti sapessimo che cosa stava bollendo nel
pentolone del Senato, ha lasciato demolire l'art.18 ed altri importanti
diritti nel silenzio. Senza una sola manifestazione di protesta, senza
lanciare un solo segnale di contrarietà.
Ora sappiamo che Cisl ed UIL, come avevano fatto per la riforma del
contratto, hanno concordato tutto con il governo e la Confindustria. La CGIL
è rimasta passiva e lo sciopero di ieri era indetto con una piattaforma che
avrebbe potuto essere sottoscritta dalla Marcegaglia. La richiesta di una
riforma fiscale era il tema dominante e questo fa piacere agli industriali
che dirottano verso lo Stato le richieste di un miglioramento salariale e
notoriamente non hanno mai amato le tasse.
Il bilancio per i lavoratori é amarissimo, tragico. E' un bilancio tragico
anche per la democrazia italiana insidiata da una destra sempre più
aggressiva e prepotente. La libertà comincia dalle aziende. Se non c'é
libertà nelle aziende non c'é libertà nel Paese. Lavoratori ricattati dalla
minaccia di essere licenziati senza giusta causa non sono liberi e debbono
acconciarsi a qualsiasi pretesa padronale.
L'americanizzazione del lavoro italiano é compiuta. Il lavoro é merce
soggetta alle variabili del mercato come ebbe ad affermare una volta lo
stesso Epifani. I diritti garantiti dalla Costituzione sono stati aboliti.
Del resto, non si lavora forse per cambiare la Costituzione?
Ieri, con tempismo doppiocerchista, forse per rispondere a pressanti
richieste del PD, la CGIL ha fatto sapere che il Primo Maggio sarà celebrato
unitariamente a Cisl e UIL. Bonanni ha incassato ma non ha rinunziato a
coprire di insulti la CGIL che "abbaia" con il suo sciopero generale mentre
la Cisl "lavora" per il bene del Paese.
E' una resa incondizionata. Con lo sciopero di ieri ed anche con quello
del dicembre scorso si dà solamente uno sfogo all'amarezza degli operai
ridotti a stiliti. Con la celebrazione unitaria del 1 maggio si subisce la
leaderchip di Cisl ed UIL e con esse si continua a trasformare il sindacato
da strumento di lotta a servizio sussidiario buono soltanto per sbrigare
pratiche.
Pietro Ancona
http://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Epifani
Discorso
di Epifani 12-3-2010
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: bertuccelli beppe uaar Catania
Sent: Sunday, March 07, 2010 3:40 PM
Subject: la pedofilia è endemica alla Chiesa Cattolica?
Le recenti notizie sulla pedofilia praticata sui piccoli coristi di
Ratisbona riacutizza la piaga sempre aperta della presenza di questa
infame devianza sessuale nella Chiesa Cattolica fino a cannotarla
universalmente. Centinaia e centinaia di casi vengono alla luce in tutti
i continenti dall'Africa alle Americhe. Casi spesso denunziati o
scoperti a venti o più anni di distanza dalla consumazione dell'orribile
delitto e che quindi vanno registrati dalla nostra memoria come offese
al genere umano incancellabili come quelle arrecate dalle guerre o da
grandi calamità naturali rispetto le quali siamo impotenti. Tutti i casi
fin qui venuti alla luce denotano un comportamento della Chiesa
inaccettabile. Si scoraggiano le vittime ed i loro parenti dal
presentare denunzia, si trasferiscono da una parrocchia all'altra i
sacerdoti-pedofili, non si assumono mai drastici provvedimenti di
allontanamento. Se un prete si sposa o vuole sposarsi deve abbandonare
l'abito talare e la nicchia che si era scavata dentro la chiesa. Di che
cosa vivrà un prete spretato in una società piena di pregiudizi ed
avvelenata dalla maldicenza parrocchiale nei suoi confronti e, ancora
peggio, nei confronti della donna che lo avrebbe "corrotto" inducendolo
nella tentazione dei sensi ed in un amore completamente diverso da
quello di Dio? Esistono migliaia di preti sposati che conducono spesso
vita grama e discriminata spesso sepolta nel silenzio. Preti che vivono
negli interstizi della società dal momento che tendono a non essere
visibili e la Chiesa continuerà a discriminarli per sempre. La Chiesa
ha una memoria vendicativa.
La piaga della pedofilia è diventata una vera e propria malattia
organica della Chiesa Cattolica. Nelle condizioni date non può essere
sconfitta dagli ipocriti provvedimenti di censura, deplorazione,
condanna del Vaticano. Basterebbe vedere che cosa ha fatto la Chiesa
verso tutti i preti e vescovi pedofili americani per rendersi conto come
in effetti non riconosca la pedofilia come reato e comportamento
inammissibile e di fatto lo considera alla stregua di un "peccato" da
cancellare con la confessione.
Nel catechismo recentemente aggiornato la pedofilia non viene neppure
citata tra i peccati. In ogni caso, il massimo di pena previsto è
chiedere perdono e pentirsi. Come se il perdono ed il pentimento
potessero sanare i danni quasi sempre permanenti che segnano e
segneranno la vita dei bambini violati anche da adulti, per sempre.
Fino a oggi la Chiesa si è soltanto preoccupata di nascondere al mondo
le sue colpe, di minimizzarle senza reprimerle davvero. Si possono
citare centinaia di casi in cui le autorità religiose hanno fatto
pressioni anche illecite verso i bambini o le bambine oltraggiate e le
loro famiglie. Naturalmente migliaia di casi resteranno sempre impuniti
specialmente nelle zone più povere del mondo.
E' terribile constatare che la pedofilia di esercita sopratutto negli
orfanotrofi e che spesso riguarda
bambini poverissimi appartenenti a famiglie senza alcuna "importanza"
sociale.
Perchè tra le tante religioni esistenti al mondo soltanto la Chiesa
Cattolica è colpita in modo massiccio dal morbo della pedofilia?
In primo luogo per la satanizzazione della donna, del sesso e del
corpo. La donna, nonostante il culto della Madonna e di tante sante è
concepita come strumento del Maligno per corrompere l'uomo.
Gesù nel deserto non deve forse resistere alla tentazione del
demonio-donna? Lo stesso monacato femminile che giunge fino alla
clausura viene concepito come esclusione dal mondo della donna che
attraverso la castità obbligatoria può redimersi e salvarsi per la vita
eterna e non indurre in tentazione i maschi.
In secondo luogo per il celibato. Se i preti si potessero sposare e
mettere su famiglia, se potessero avere una vita sessuale regolare con
la donna che amano, certamente si creerebbe un ambiente di maggiore
normalità dentro le rigide gerarchie della Chiesa. Nel giro di un paio
di generazioni il fenomeno della pedofilia potrebbe rientrare nella
normalità fisiologica del mondo laico.
In terzo luogo per la monosessualità della struttura della Chiesa. Dal
Papa al sacerdote di quartiere la Chiesa è fatta ed è gestita soltanto
da maschi. Se le donne fossero ammesse al sacerdozio in tutti i suoi
gradi fino al papato, se ci fosse una reale eguaglianza tra maschi e
femmine dentro la Chiesa certamente tutto cambierebbe in meglio. Ma
questo non è possibile e nella iconografia e nella fantasia
della Chiesa la figura della Papessa viene percepita come demoniaca.
Ricordiamo la storia-leggenda della Papessa Giovanna trucidata dalla
plebaglia romana nell'alto medievo su istigazione dei cardinali.
Infine bisogna considerare che la Chiesa concepisce la vita umana come
espiazione e processo di redenzione per la vita eterna. Una sorta di
anticamera, di premessa, nella quale è opportuno soffrire, soffrire
tanto, soffrire per conquistarsi la beautitudine. Questa concezione
distorce tutti i valori in funzione di un aldilà agognato. In questa
distorsione, nella concezione demoniaca della carne contrapposta allo
"spirito" si insinua la patologia pedofila. In conclusione: sacerdozio
per le donne e pieno riconoscimento della parità di genere, fine del
celibato, riabilitazione del corpo umano sul cosidetto "spirito" possono
guarire la Chiesa dalla pedofilia. Ma è difficile pensare ad una svolta
umanistica e laica di un Potere che vive e prospera sui divieti che
impone al sesso ed è incapace di ritrovare nel Vangelo la sua
motivazione profonda di verità.
Pietro Ancona
http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=47324&titolo=Ratisbona, abusi
nel coro diretto dal fratello del papa
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, March 16, 2010 7:03 PM
Subject: Il teatro delle bugie
Il teatro delle bugie
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L'articolo di Repubblica di ieri mattina con la notizia della perplessità
del Presidente della Repubblica sulla ratifica della legge 1167 era stato
accolto come un raggio di sole in una plumbea giornata di pioggia.
L'articolo era talmente circostanziato e documentato da fare ritenere
assolutamente attendibili le critiche formulate dal Quirinalle all'impianto
della legge anti art.18. Subito dopo tutto il fronte dei fautori della
legge si è messo in movimento per pressare il Quirinale e fargli capire che
non deve tergiversare sul bottino più sostanzioso che il padronato è
riuscito a scippare ai lavoratori dopo la legge Biagi. Sacconi, il Ministro
della "complicità sindacati-padronato" ha emesso acutissimo strillo di
protesta ed ha malignamente rinfacciato al PD e alla stessa CGIL il fatto
che
la legge ha subito ben quattro passaggi d'aula senza suscitare particolari
contrarietà ed opposizioni.
Insomma ha fatto sapere a Napolitano che il fronte anti art.18 è
bipartisan. Chiamato in causa, il PD, con una nota di Damiano e Berretta,
si limita a chiederne una modesta limatura per rendere meno brutale il
tritacarne dell'arbitrato. Contemporaneamente Sergio D'Antoni, ex segretario
della Cisl ed autorevole esponente del PD, interviene per spezzare la sua
lancia a favore dell'arbitrato. Anche la CGIL è intervenuta ma, a
differenza della CISL che ha preso posizione ufficiale a favore con la sua
segreteria, si è limitata ad un commento di Fulvio Fammoni. Giudizio
negativo e basta. Non si chiede niente al Presidente, non si invitano i
lavoratori a protestare, a creare nei posti di lavoro un movimento di
contestazione. Il grande pitone a più teste del sindacalismo italiano
inghiottirà la 1167 come ha inghiottito la legge 30 e quant'altro si è fatto
con il governo ed il padronato per cancellare diritti o restituire
miglioramenti ottenuti.
Cazzola, grande coautore della 1167, già segretario della CGIL in quota
sinistra socialista, chiede bon ton. Non bisogna premere sul Quirinale
specialmente se si chiede di bloccare il misfatto e rinviarlo agli autori.
Ichino, furbissimo e scaltrissimo, cerca di stornare l'attenzione, di
minimizzare: "non vi preoccupate, tanto la legge è incostituzionale e non
sarà applicata", scrive ! Ma anche la legge Biagi è incostituzionale ed è
una miniera di elusione e di evasione della Costituzione, eppure è in piena
opera, ha già fatto milioni di vittime ed altre ne continuerà a fare. Non
solo, ma continua ad essere celebrata dal mondo accademico come una delle
pietre miliari del nuovo giuslavorismo. Dal 19 marzo e per tre giorni
l'Università di Modena è impegnata in un seminario di studi sull'opera di
Biagi. Osservo con amarezza che tanta attenzione non è mai stata dedicata
all'opera di Brodolini ed al suo Statuto dei Diritti accolto dalla borghesia
italiana di malagrazia e con malcelata ostilità come peraltro viene accolta
dai potenti ogni cosa riguardante la giustizia sociale e l'eguaglianza. L'establiscement
non gradisce la diffusione dei diritti.
La Repubblica fondata sul Lavoro si accinge a celebrare come un grande
eroe del pensiero, come un grande riformatore, l'autore di un libro bianco
definito da Cofferati dal contenuto "limaccioso". La riforma Biagi consiste
essenzialmente nel prevedere un numero quasi infinito di rapporti di lavoro
dal cocopro alla prestazione a partita iva, una miniera inesauribile di
possibilità di elusione dei diritti delle persone. Infatti, tutti gli
infelici che prestano la loro attività sub specie legge trenta non soltanto
hanno perso quasi tutti i diritti, ma si debbono accontentare di
retribuzioni meschine. Una ragazza due volte laureata, master, tre lingue,
adibita al lavoro di segreteria guadagna non più di 700 euro al mese.
Cinque e forse più milioni di lavoratori biagizzati vivono nella precarietà
e se licenziati non possono fruire di nessun ammortizzatore sociale. Questo
governo ha fatto qualcosina per alcuni di loro che però non deve costare più
di duemila euro annui. L'entusiasmo con il quale tantissimi ragazzi e
ragazze hanno raggiunto la laurea è stato spento da una imprenditoria
disumana che riesce ad imboscare centinaia di miliardi di euro all'estero.
La laurea non é più strumento di promozione sociale e di qualificazione. La
legge Biagi l'ha totalmente stroncata ed ha stroncato le speranze nutrite
per tutta una vita dalle sue vittime. Quello che conta è il censo, la
famiglia, Se sei avvocato e tuo padre è contadino puoi solo andare a
servizio per pochi soldi da un altro avvocato il cui padre era avvocato. Lo
stesso per tutte le professioni. I laureati figli di poveri sono stati
brutalmente riproletarizzati e la legge Biagi li ha rimessi al loro posto.
Sacconi conta di portare a Modena al convegno su Biagi lo scalpo
dell'art.18. La porta della precarizzazione universale è spalancata!
Intanto si comincia a costruire un nuova volgata dopo le tante
"modernizzazioni" che hanno devastato e ridotto in macerie i diritti.
Qualcuno comincia a parlare della bellezza della privatizzazione del
diritto. Se sono le parti sociali e non la legge a regolare il conflitto non
è forse meglio? Qualcuno si infila nella porta aperta dall'arbitrato per
cancellare le tutele stigmatizzate come privilegi, ingessature, lacci e
lacciuoli.
Pietro Ancona
http://www.asca.it/news-ART_18__CISL__ARBITRATO_E__STRUMENTO_IN_PIU__PER_CONTROVERSIE_LAVORO-901860-ORA-.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, March 17, 2010 10:41 AM
Subject: la sgridata
La sgridata
Non credo molto alla sgridata che Obama e la Clinton stanno facendo a
Netanjhau per la questione degli insediamenti abitativi nella zona
palestinese di Gerusalemme ed in Gisgiordania. Sono anni che
Gerusalemme è sottoposta ad una spietata pulizia etnica nel silenzio
compiaciuto degli Usa. Migliaia di case di palestinesi sono state demolite
dalle mostruose ruspe degli israeliani. In conseguenza di ciò è stata
revocata la cittadinanza a migliaia di famiglie che diventano apolidi nella
loro terra e non sanno dove andare . In Gisgiordania le costruzioni di
nuove abitazioni di coloni non si sono mai fermate. Gli insediamenti
disarticolano l'unità territoriale della Palestina facendone un labirinto
allucinante pieno di check point che rendono difficilissima la vita della
gente. In effetti, a seguito dei bombardamenti, all'imprigionamento della
sua popolazione in un territorio infetto da uranio e fosforo, agli omicidi
"mirati" ed alle tante altre sevizie di stampo nazista inflitte dalla "sola
democrazia" del Medio Oriente, l'opinione pubblica mondiale è sempre meno
propensa a giustificare il comportamento di Israele come difesa dal
terrorismo. Può darsi che tenendo conto di questo gli Usa hanno iscenato la
sgridata, e anche per riportare Abu Mazen al tavolo del negoziato e
continuare l'interminabile farsa della "trattativa di pace" che copre
propagandisticamente l'espansione colonialista di Israele. Gli USA ed
Israele hanno bisogno di consentire ad Abu Mazen di continuare a stare dalla
loro parte senza sputtanarsi per isolare i patrioti di Hamas.
Non dobbiamo dimenticare che alla costruzione del muro di acciaio
egiziano profondo trenta metri, munito di marchingegni capaci di annegare e
distruggere chiunque cerchi di superarlo partecipano gli americani (ed anche
gli italiani). Il muro isolerà per sempre la popolazione di Gaza dal resto
del mondo. Nessuno potrà più entrare ed uscire senza il permesso
dell'esercito israeliano.
Tra qualche giorno del dissenso Usa-Israele non resterà traccia e tutto
riprenderà come prima. Gli Usa ed Israele non vogliono la pace ma proseguire
nella loro opera di espansione e di colonizzazione.
Non c'è alcuna giustificazione che possa farci accettare l'occupazione dei
territori palestinesi, dello Iraq, dell'Afghanistan e la prossima
aggressione dell'Iran. L'Iran non costituisce un pericolo specialmente per
chi ha distrutto per due volte il Libano e bombardato Gaza. La futuribile
bomba atomica iraniana potrà soltanto cercare di fronteggiare l'enorme
arsenale di bombe nucleari israeliane
delle quali nessuno parla e che costituiscono un pericolo per l'umanità.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: redazione@marxismo.net
Sent: Thursday, March 18, 2010 8:08 PM
Subject: idee velenose e fastidio alla schiena
Idee velenose e fastidio alla schiena
Il Ministro Sacconi ha lamentato un "fastidio alla schiena" causatogli
dalle critiche alla 1167 di cui è padre gelosissimo. Ha fatto anche sapere
che non "tollererà" nessuna modifica. La creatura che ha partorito è
perfetta e coloro che oggi la osteggiano se ne pentiranno come hanno fatto
per la loro opposizione alla legge Biagi ed alla soppressione della scala
mobile. Il "fastidio alla schiena" del ministro gli è stato provocato dal
"linguaggio violento" e dalle "idee velenose" di Niki Vendola il quale ha
definito la 1167 un "colpo alla nuca dei lavoratori" definizione che traduce
correttamente in immagine
"l'aggiramento" all'art.18 di cui ha parlato tutta la stampa italiana. .
Quando il Ministro parla di "fastidio alla schiena" forse allude al brivido
di paura di chi si sente minacciato da un possibile terrorista che, ispirato
dalle parole di Niki Vendola ed imbevuto dell'odio
che secondo Berlusconi sarebbe il passo successivo all'invidia sociale,
potrebbe attentare alla sua vita. La stessa accusa fu fatta a Cofferati
quando per avere criticato il libro bianco di Biagi fu criminalizzato
addirittura come mandante morale del suo omicidio. L'accusa gli venne
dall'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga a cui si unì il coro
latrante della destra.
Ora Sacconi sembra volere evocare il martirio. Si vorrebbe consegnare alla
storia come il Ministro della "complicità sociale" vittima di assatanati
estremisti.
Intanto si accinge a raggiungere Modena dove si celebrerà il ricordo del
grande antigiuslavorista Marco Biagi. A Modena si studierà l'evoluzione
dell'antigiuslavorismo in gran parte trasfuso nella legge trenta e che è
prossimo a sfociare nella imposizione di obblighi. Aver annichilito le
tutele e stabilito che i lavoratori non sono minus habent , normare l'abuso
ed il fumus della elusione non sembra più sufficiente. Bisogna andare avanti
e, non avendo tanti altri diritti da togliere, si passa alla imposizione
degli obblighi e degli abusi. Questi cominciano ad essere introdotti dalla
1167. L'obbligo di non adire ad un Tribunale ed a subire la privatizzazione
della legge nell'arbitrato. Il diritto del lavoro è stato assaltato a più
riprese da torme di topi roditori esperti sopratutto nelle procedure.
Accanto all'arbitrato sono state messe vere e proprie trappole procedurali.
Dalla lettura del "collegato lavoro" si evince uno sforzo per rendere
difficoltosa e piena di trabocchetti la difesa del lavoratore. Molti dei
suoi diritti vengono trasferiti ai Sindacati ed é questa la novità
sconcertante denunziata dall'ANM, e dalle associazioni dei giuslavoristi e
dei giuristi democratici: la privatizzazione della Legge.
Anche Bonanni si schiera spavaldamente a difesa della 1167 e ne
attribuisce a "lobby" nostalgiche della prima Repubblica le ostilità. Non
esita a definire "lazzaroni" quanti non la pensano come lui. Secondo il
dizionario , il lazzarone è una canaglia, un mascalzone e come tale
venivano disprezzati dai nobili della corte borbonica i popolani
napoletani. Bonanni si mostra anche deluso di Ichino e lo accusa di
protervia e di avere proposto il contratto unico che, questo si, avrebbe
davvero cancellato l'art.18.
Ora le lobby sono potenti organizzazioni che attraverso loro campagne di
persuasion, in Italia si chiamano tangenti, influenzano i Parlamenti a
cominciare dal Congresso USA per proteggere o imporre i loro interessi. Ci
sono le lobby di fabbricanti di armi che hanno impedito il controllo delle
vendite o quelle della sanità privata o delle assicurazioni. Considerare
i critici della 1167 una lobby a me sembra una enormità, una sparata. In
quanto alle nostalgie per la Prima Repubblica io, a differenza di Bonanni,
penso che siano assai giustificate. La prima Repubblica garantiva i diritti
dei lavoratori. La Seconda Repubblica è la palude fascista nella quale
stiamo affondando ed é un mondo capovolto nel quale alcuni potenti
sindacati sono dalla parte dei padroni e ne tutelano gli interessi contro i
lavoratori.
A fronte del vittimismo protervo e degli insulti di Bonanni e Sacconi
ieri non si sono levate voci forti e chiare a difesa dell'art.18. Bersani é
intervenuto alla Camera per spiegare come sarebbe assai più bravo di
Tremonti e di Berlusconi nel tirare fuori dalla crisi l'economia italiana.
Non ha speso una sola parola sulla legge 1167. La CGIL si affida ad un
comunicato del solito addetto ai lavori più che altro per lamentare il fatto
che il Ministro del Lavoro ha concluso un accordo con Cisl e UIL prima
della promulgazione della legge.
Siamo alla ripetizione di un film già visto per la riforma del contratto.
Solo che qui siamo in presenza di una legge, cioè di una demolizione di
diritti che potranno essere restaurati soltanto da un altra legge. Che forse
non verrà mai. I governi di centro-sinistra non hanno mai cambiato le leggi
dei governi di centro-destra in materia sociale. Bisogna quindi intervenire
ora e subito con una grande mobilitazione popolare. Ma non arrivano segnali
al riguardo neppure dalla Fiom o dalla Mozione Due. Soltanto la sinistra
"radicale" ha fatto e continua a fare quello che può. Grazie a Vendola ed a
Ferrero.
Pietro Ancona
http://www.agi.it/economia/notizie/201003081401-eco-rt10124-lavoro_vendola_attacco_ad_art_18_e_colpo_a_nuca_lavoratori
http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/2010/3_marzo/17/art18_sacconi_stop_linguaggio_violentoda_fastidio_alla_schiena,23434958.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: giornali
Sent: Friday, March 19, 2010 7:27 PM
Subject: lacrime di coccodrillo
CREMASCHI E L'ART.18
Ci sono tanti modi per assecondare una politica compreso quello di
avversarla. Importante che
l'avversione abbia tempi che non possono più influire sulla sua
realizzazione. Cremaschi, importante leader della sinistra sindacale,
segretario della Fiom, sapeva assieme a tutta la Fiom ed a tutta la CGIL che
il collegato lavoro era in laboriosa gestione al Senato e che sarebbe stato
posto in approvazione.
La data di approvazione era conosciuta da tutti. Tuttavia si è giunti al
varo della legge che viene giudicata da lui stesso come il più grave attacco
a tutti i diritti dei lavoratori senza intervenire, senza spendere una
parola. Si è lasciato che l'opposizione del PD facesse una blanda ed assai
compiacente opposizione, limitandosi alla limatura di qualcuno degli aspetti
più odiosi e vessatori.
Ora Cremaschi critica la legge approvata dal Parlamento ed in attesa di
essere promulgata dal Capo dello Stato e ne chiede il boicottaggio ai
lavoratori nel caso di sua approvazione.
Sacconi ha rimproverato alla CGIL di non essere mai intervenuta durante i
quattro passaggi che la legge ha avuto in Parlamento durante una incubazione
lunga ben due anni. Può spiegare La CGIL come mai non si è fatta viva e non
ha allarmato i lavoratori italiani su quanto si stava tramando alle loro
spalle in Parlamento? Come mai Cremaschi e la Fiom hanno aspettato di essere
posti davanti al fatto compiuto?
Ora, se Napolitano firma, non ci sarà più niente da fare. La CGIL può
certo non partecipare alle Commissioni di arbitrato e potrà ricorrere alla
Corte Costituzionale. Ha escluso il ricorso al referendum. Ci vorranno anni
ed intanto la legge opererà sui molteplici fronti dai quali aggredisce i
diritti dei lavoratori ed impone
uno jus di vera e propria menomazione fatta di divieti e di condizioni
onerose.
Sono anni che l'agenda sindacale viene imposta o dal padronato o dal
governo ed le Confederazioni si limitano ad apporre la loro firma su scelte
che nel tempo sono diventate sempre più scellerate.
L'opposizione che oggi fa la Fiom risulta anacronistica e perdente.
Avrebbe dovuto farla prima e spingere la CGIL alla difesa dell'ultimo
fortilizio rimasto. Gli stessi giuslavoristi e costituzionalisti che si sono
schierati a difesa dell'art.18 non hanno avuto l'aiuto necessario dal
Sindacato.
Si ha l'impressione che l'attenzione della CGIL sia tutta concentrata alla
contemplazione del suo stesso ombelico. Le mozioni non significano più
niente ed il prossimo Congresso sarà dominato da questioni che le hanno
abbondantemente superate. Forse si sta discutendo nelle stanze alte della
CGIL soltanto dei seggi e degli incarichi da ripartire. In Sicilia si dice
"la sciarra e pa cutra". La lite è per la coperta, per la roba e chi se ne
infischia di tutto il resto.
Ho sempre sperato in una autoriforma della CGIL, nella sua capacità di
attingere al grande animo generoso del suo popolo per riconquistarne i
diritti perduti.
Ma le mie speranze sono vanificate di quanto succede nella realtà. La
realtà è di una CGIL che ha cessato di impegnarsi non solo per il
cambiamento ma anche per il puro e semplice mantenimento dei diritti
esistenti.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
To: Sena Vincenzo
Sent: Saturday, March 20, 2010 8:54 PM
Subject: 1 maggio contro i lavoratori
1° MAGGIO CONTRO I LAVORATORI
La vicenda ancora aperta dell'allegato lavoro (legge 1167) pone un
problema di salvaguardia dei diritti dei lavoratori da affidamenti ed
accordi che possono essere dati o stipulati dalle Confederazioni Sindacali
in loro nome. Cisl ed Uil difendono la legge licenziata dal Senato. La Cisl
si spinge fino ad insultare come "lazzaroni" quanti dissentono facendo eco
al Ministro Sacconi che accennando alle critiche di Vendola parla di "idee
velenose" e finge di sentire un "fastidio alla schiena" evocando reazioni
terroristiche. Bisogna avere la coscienza molto sporca per temere di essere
sparati a causa di un atto legislativo che viene decantato come un equo
prodotto della modernizzazione.
La CGIL, consapevole di avere una base reattiva e più politicizzata di
quella di Cisl ed Uil, si è astenuta dall'approvazione della legge anti
art.18, l'ha criticata, ma ha lasciato fare. Ha lasciato che
il Senato giungesse al voto finale senza intervenire e senza avvertire i
suoi rappresentati del macigno che stava per rotolare sulle loro teste. A
differenza di Ferrero, non ha ritenuto di illustrare al Presidente della
Repubblica le ragioni di incostituzionalità che un centinaio di
giuslavoristi hanno formulato in un appello. Ha escluso che la questione
art.18 potesse essere al centro dello sciopero del 12 marzo ed ha anche
escluso che potesse avviare una raccolta di firme per un referendum. Si è
limitata ad annunziare un ricorso alla Corte Costituzionale dando per
scontata la firma del Presidente
della Repubblica quando questa è ancora incerta. Insomma, ha lanciato una
serie di segnali rivolti a rassicurare i fautori della legge facendo capire
di non poter fare a meno di essere contraria per tra-dizione, per cultura,
per la contrarietà dei lavoratori ma che non avrebbe alzato barricate per
contra-starne l'applicazione.
Questo comportamento della CGIL è la logica conseguenza di una profonda
involuzione antidemocratica di cambiamento culturale e politico che ha
segnato un percorso cominciato con
gli accordi di abolizione della scala mobile e di concertazione e che ha
avuto momenti significativi
nel protocollo d'intesa del luglio 2007 con il governo Prodi, con il lasser
faire a Cisl e Uil per la riforma della contrattazione e sopratutto con gli
accordi per l'Alitalia stipulati contro i lavoratori
che sono stati lo spartiacque tra un prima ed un dopo. Per l'Alitalia la
CGIL ha accettato una privatizzazione che ha regalato ad una cordata di
imprenditori un patrimonio ingente, ha danneggiato i piccoli azionisti e
sopratutto ha accettato di stipulare un contratto aziendale lesivo di
diritti sindacali ed anche di cittadinanza. Per l'accordo Alitalia, la CGIL
era intervenuta con posizioni iniziali corrette ma, cammin facendo, per
influenza di vari fattori e tra questi la pressione del PD, ha sottoscritto
condizioni che hanno fatto retrocedere l'Alitalia tra i peggiori datori di
lavoro
del trasporto aereo.
Sono convinto che nelle posizioni diverse che la CGIL assume rispetto a
Cisl ed Uil ci sia un gioco delle parti, un modo per approvare respingendo.
Insomma, un espediente per non deludere i propri iscritti per poi, ad un
certo punto, allargare le braccia e dire che non c'è stato niente da fare.
Non mi spiego diversamente l'annunzio della comune celebrazione del 1°
Maggio dopo uno sciopero generale fatto in contrasto con Cisl e Uil. Un
Primo Maggio contro i lavoratori privati financo del diritto di ricorrere ad
un Giudice ed avviati alla precarizzazione ed ad un lungo periodo di bassi
salari e di ricatti esistenziali.
Il Sindacato italiano ha cambiato pelle e natura. I suoi interessi sono
diventati diversi da quelli dei lavoratori che sono usati come materia prima
per il proprio sviluppo burocratico ed aziendale. I sindacati sono grandi
aziende di servizi che gestiscono con le associazioni padronali un enorme
gruppo di enti bilaterali finanziati da ritenute imposte contrattualmente ai
lavoratori. Non è privo di significato che i Sindacati italiani applicano ai
loro dipendenti la legge trenta e da molto tempo sono esonerati dagli
obblighi dell'art.18.
Anche i grandi ideali che costituivano parte dell'identità della CGIL sono
stati cancellati. La CGIL non partecipa da anni alle lotte per la pace. C'è
più sensibilità in certi articoli che appaiono sul NYT
e sul Guardian per l'orrore delle guerre coloniali in corso che nei suoi
sempre più rari pronunziamenti.
La perdita di identità progressista, socialista, di sinistra della CGIL è
una terribile perdita per l'Italia.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, March 16, 2010 8:03 PM
Subject: Il teatro delle bugie Il teatro delle bugie
Il teatro delle bugie ==========
L'articolo di Repubblica di ieri mattina con la notizia della perplessità del Presidente della Repubblica sulla ratifica della legge 1167 era stato accolto come un raggio di sole in una plumbea giornata di pioggia. L'articolo era talmente circostanziato e documentato da fare ritenere assolutamente attendibili le critiche formulate dal Quirinalle all'impianto della legge anti art.18. Subito dopo tutto il fronte dei fautori della legge si è messo in movimento per pressare il Quirinale e fargli capire che non deve tergiversare sul bottino più sostanzioso che il padronato è riuscito a scippare ai lavoratori dopo la legge Biagi. Sacconi, il Ministro della "complicità sindacati-padronato" ha emesso acutissimo strillo di protesta ed ha malignamente rinfacciato al PD e alla stessa CGIL il fatto che la legge ha subito ben quattro passaggi d'aula senza suscitare particolari contrarietà ed opposizioni. Insomma ha fatto sapere a Napolitano che il fronte anti art.18 è bipartisan. Chiamato in causa, il PD, con una nota di Damiano e Berretta, si limita a chiederne una modesta limatura per rendere meno brutale il tritacarne dell'arbitrato. Contemporaneamente Sergio D'Antoni, ex segretario della Cisl ed autorevole esponente del PD, interviene per spezzare la sua lancia a favore dell'arbitrato. Anche la CGIL è intervenuta ma, a differenza della CISL che ha preso posizione ufficiale a favore con la sua segreteria, si è limitata ad un commento di Fulvio Fammoni. Giudizio negativo e basta. Non si chiede niente al Presidente, non si invitano i lavoratori a protestare, a creare nei posti di lavoro un movimento di contestazione. Il grande pitone a più teste del sindacalismo italiano inghiottirà la 1167 come ha inghiottito la legge 30 e quant'altro si è fatto con il governo ed il padronato per cancellare diritti o restituire miglioramenti ottenuti. Cazzola, grande coautore della 1167, già segretario della CGIL in quota sinistra socialista, chiede bon ton. Non bisogna premere sul Quirinale specialmente se si chiede di bloccare il misfatto e rinviarlo agli autori. Ichino, furbissimo e scaltrissimo, cerca di stornare l'attenzione, di minimizzare: "non vi preoccupate, tanto la legge è incostituzionale e non sarà applicata", scrive ! Ma anche la legge Biagi è incostituzionale ed è una miniera di elusione e di evasione della Costituzione, eppure è in piena opera, ha già fatto milioni di vittime ed altre ne continuerà a fare. Non solo, ma continua ad essere celebrata dal mondo accademico come una delle pietre miliari del nuovo giuslavorismo. Dal 19 marzo e per tre giorni l'Università di Modena è impegnata in un seminario di studi sull'opera di Biagi. Osservo con amarezza che tanta attenzione non è mai stata dedicata all'opera di Brodolini ed al suo Statuto dei Diritti accolto dalla borghesia italiana di malagrazia e con malcelata ostilità come peraltro viene accolta dai potenti ogni cosa riguardante la giustizia sociale e l'eguaglianza. L'establiscement non gradisce la diffusione dei diritti. La Repubblica fondata sul Lavoro si accinge a celebrare come un grande eroe del pensiero, come un grande riformatore, l'autore di un libro bianco definito da Cofferati dal contenuto "limaccioso". La riforma Biagi consiste essenzialmente nel prevedere un numero quasi infinito di rapporti di lavoro dal cocopro alla prestazione a partita iva, una miniera inesauribile di possibilità di elusione dei diritti delle persone. Infatti, tutti gli infelici che prestano la loro attività sub specie legge trenta non soltanto hanno perso quasi tutti i diritti, ma si debbono accontentare di retribuzioni meschine. Una ragazza due volte laureata, master, tre lingue, adibita al lavoro di segreteria guadagna non più di 700 euro al mese. Cinque e forse più milioni di lavoratori biagizzati vivono nella precarietà e se licenziati non possono fruire di nessun ammortizzatore sociale. Questo governo ha fatto qualcosina per alcuni di loro che però non deve costare più di duemila euro annui. L'entusiasmo con il quale tantissimi ragazzi e ragazze hanno raggiunto la laurea è stato spento da una imprenditoria disumana che riesce ad imboscare centinaia di miliardi di euro all'estero. La laurea non é più strumento di promozione sociale e di qualificazione. La legge Biagi l'ha totalmente stroncata ed ha stroncato le speranze nutrite per tutta una vita dalle sue vittime. Quello che conta è il censo, la famiglia, Se sei avvocato e tuo padre è contadino puoi solo andare a servizio per pochi soldi da un altro avvocato il cui padre era avvocato. Lo stesso per tutte le professioni. I laureati figli di poveri sono stati brutalmente riproletarizzati e la legge Biagi li ha rimessi al loro posto. Sacconi conta di portare a Modena al convegno su Biagi lo scalpo dell'art.18. La porta della precarizzazione universale è spalancata! Intanto si comincia a costruire un nuova volgata dopo le tante "modernizzazioni" che hanno devastato e ridotto in macerie i diritti. Qualcuno comincia a parlare della bellezza della privatizzazione del diritto. Se sono le parti sociali e non la legge a regolare il conflitto non è forse meglio? Qualcuno si infila nella porta aperta dall'arbitrato per cancellare le tutele stigmatizzate come privilegi, ingessature, lacci e lacciuoli. Pietro Ancona http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/ www.spazioamico.it
http://www.asca.it/news-ART_18__CISL__ARBITRATO_E__STRUMENTO_IN_PIU__PER_CONTROVERSIE_LAVORO-901860-ORA-.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Thursday, March 25, 2010 2:54 PM
Subject: IL sinistro rogo del diritto
Il sinistro rogo del diritto
Il rogo delle leggi officiato dal Ministro alla "semplificazione" padano
leghista e separatista Calderoli apre l'anno dell'attacco frontale alla
Costituzione. La legge delle leggi, il patto civile che ha riscattato
l'Italia dal fascismo ed ha scolpito i diritti di cittadinanza degli
italiani, è prossima ad essere demolita dalla destra spero senza la
collaborazione del PD. La Costituzione subirà una trasfigurazione e
diventerà il "pronunciamiento"del Caudillo e dei suoi bravi, gli conferirà
tutti i poteri, ridurrà il Parlamento ad una larva peggiore di quella che è
già diventato, azzererà il bilanciamento creerà tante fiscalità quante sono
le regioni
Il rogo di Calderoli, demagogicamente propagandato come antiburocrazia, in
effetti brucia le norme ispirate al diritto per sostituirle con i decreti e
con le leggi sulla sicurezza e sul lavoro che hanno dato base giuridica al
razzismo, alle privatizzazioni, alla mercificazione dei lavoratori.
Leggi "semplificate" per rendere più spiccia l'ingiustizia sociale, la
prepotenza, lo sfruttamento dei
deboli. Le leggi non saranno più a garanzia di tutti ma strumenti di
oppressione delle classi protette dalla Oligarchia. Le leggi creeranno
obbligazioni a vantaggio di speculatori protetti dal Regime e collocati in
posizione di rendita.
Non siamo in presenza di un nuovo Giustiniano che riordina e crea una tela
alla legislazione esistente e le dà un senso consono alla qualità che tutte
le leggi debbono avere e cioè l'equità ma di qualcosa che probabilmente ha
a che fare con la volontà
taluni ceti della borghesia a non essere vincolati da obblighi generali e
di sfuggire attraverso una maglia più larga alle sanzioni. Bisognerebbe
vedere bene cosa è andato bruciato nel rogo ed a vantaggio di chi. Non
credo affatto che la sostituzione di leggi regionali a quelle bruciate sarà
un miglioramento. Le Regioni sono preda di una avidissima oligarchia
politica e delle bande di profittatori che la sorreggono e fonte di sempre
più gravi ingiustizie. Siamo costretti a pagare balzelli alle Regioni a
cominciare dall'irpef per finanziare delle terribili sanguisughe come il
sistema pensionistico siciliano o l'immenso potere economico degli Angelucci
fatto di ospedali privati sovvenzionati dal Servizio Sanitario.
La legislazione imposta dalla destra è antidiritto.Impone sempre di più
gli interessi dei privati ai contribuenti a cominciare delle filiere per
l'accertamento e la riscossione dei tributi sempre più in mano a società
spregiudicate che non esitano a caricare di oneri ed a vendere i beni
degli inadempienti.
Come negli USA se vuoi accedere alla sanità deve pagare un balzello ad una
società privata assicuratrice, anche in Italia i diritti saranno sostituiti
dai servizi che il cittadino potrà comprare solo
se ne avrà i mezzi.
Le leggi non saranno più di tutti ma soltanto delle classi dominanti che le
faranno per creare obbligazioni alle classi subalterne. Un nuovo medievo
viene dopo la crisi del capitalismo industriale che sopravvive facendo dello
Stato business.
Questo è il messaggio del rogo appiccato dal ridanciano e rubizzo
Calderoli.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, March 27, 2010 11:22 AM
Subject: GLI ORCHI DEL PAPA
GLI ORCHI DEL PAPA
La reazione della Chiesa allo scandalo dei preti pedofili è uno scandalo in
sé e suscita allarme. La Chiesa mostra fastidio, impazienza e disprezzo per
le critiche. Non smentisce come falsi o non avvenuti i tantissimi casi di
pedofilia che emergono dal buio e dal silenzio per la rottura di un muro di
omerta ed di ingiustizia per vittime spesso appartenenti a poverissime
famiglie e socialmente deboli. Tanti delitti contro l'infanzia sono stati
perpetrati e probabilmente continuano a perpetrarsi negli orfanotrofi e
nelle istituzioni religiose spesso controllate da Orchi ed Orchesse che
violano l'innocenza di sfortunati bambini e bambine. Nei casi di stupro il
comportamento delle autorità religiose è identico dappertutto, in tutte le
latitudini. I colpevoli vengono coperti, spesso allontanandoli dal luogo
dei misfatti. Esemplare il caso di Agrigento in cui Il Vescovo ha avuto
l'arroganza di instaurare una causa per risarcimento danni alla "immagine"
della Chiesa dopo la denunzia del giovane abusato in seminario per anni da
un prete che, dopo di lui, allontanato, ha continuato a molestare ed abusare
dei bambini.
Non è un caso che un avvocato d'ufficio del Vaticano come Vittorio Messori
interviene con un lungo articolo in cui la responsabilità dei Preti Orchi
non viene neppure evocata e si concentra sulla criminalizzazione di quanti
denunziano il Grande Scandalo. Dice Messori che la colpa di tutto è degli
studi legali americani, di avvocati alla ricerca di parcelle, che hanno
indotto migliaia di persone a rivolgersi alla Magistratura. Messori,
trascinato dal suo raccapriccio per
una avvocatura avida di guadagni , trascura di parlarci del particolare che
i Giudici americani hanno dovunque condannato i prelati che, oltretutto,
quasi sempre si sono dichiarati colpevoli. Anche la Giustizia degli USA
"interessata" a colpire la Chiesa?
Si parla di cultura "anglosassone" particolarmente rigida e prevenuta verso
i cattolici. Ma gli scandali in Germania in Austria ed in Italia a quale
cultura dobbiamo attribuirli ?
Insomma la reazione della Gerarchia è del tutto simile a quella di
Berlusconi di fronte a chi gli contesta i reati e gli abusi di potere. Parla
di complotti e di menzogne. L'ultima paranoia dall'apparato massmediatico
clericale è quella di un complotto che "non a caso" nasce in America e trova
nel NYT il suo strumento. Ma quale sarebbero i poteri forti che si muovono?
In ogni caso, la verità non sembra interessare. Non si smentiscono i fatti,
le migliaia e migliaia di vittime,
ma ci si offende con i giornali che ne parlano. Si vorrebbe che una coltre
di silenzio continuasse a coprire il martirio di bambini, un martirio che
dura da secoli, conosciuto da sempre e da sempre tollerato dai Papi che
bruciavano le streghe e gli eretici nei roghi ma non hanno mai condannato un
membro pedofilo della Chiesa.
Non esiste un solo caso di pedofilia scoperto e denunziato all'interno
della istituzione. Non c'è un solo vescovo che possa dire di avere scoperto
e denunziato alla Magistratura un sacerdote della sua diocesi. Tutti i casi
conosciuti vengono fuori faticosamente, spesso dopo decenni, sempre per
iniziativa delle vittime o dei loro familiari oppure fortuitamente.
Questo la dice lunga sul futuro della pedofilia nella Chiesa. La lettera
del Papa agli irlandesi è acqua fresca, un sotterfugio imposto dalle
circostanze, un tentativo di cavarsela con un po' di penitenza.
E' una risposta insufficiente ed inadeguata dal momento che non é
accompagnata dall'apertura degli archivi. Solo la pubblicazione degli
archivi dell'ufficio della Inquisizione , dell'autodenunzia e della denunzia
dei pedofili potrebbe rendere attendibile il pentimento e la redenzione
della Chiesa. Ma questo non si realizzerà come non si realizzeranno le
riforme che dovrebbero guarire il corpo sacerdotale dai suoi terribili vizi
sessuali. Dovrebbe cambiare radicalmente la concezione della donna ed
ammetterla al sacerdozio e finirla con la misogenia; consentire ai preti di
sposarsi, avere un diverso approccio con le tante questioni reclamate dalla
società civile come i diritti degli omosessuali e delle
donne, il diritto alla contraccezione. Tutte le posizioni che vengono
espresse dalla Chiesa su questioni fondamentali della vita e della morte
urtano sempre di più con la sensibilità della società e di molta parte degli
stessi cattolici.
In ultimo vorrei riflettere su una circostanza. Gli scandali vengono alla
luce in società "forti" come quella statunitense ed europea. Nelle società
dominate dalla miseria e dal bisogno non emergono. Non sappiamo quasi
niente della pedofilia della Chiesa Cattolica in Africa e molto poco
sappiamo della pur cattolicissima America Latina.
Si stanno creando tensioni dentro il popolo dei cattolici che potrebbero
portare ad una scissione.
Tantissimi cattolici non sopportano più l'arroganza e la superbia della
Gerarchia. In fondo, le condizioni che indussero Martin Lutero non erano
maggiori e più intollerabili di quelle di oggi. Lo stupro di diecine di
migliaia di bambini e bambine é assai di più della vendita delle indulgenze
e della corruzione dei palazzi apostolici.
Pietro Ancona
http://it.wikipedia.org/wiki/Pedofilia_e_Chiesa_cattolica#Il_caso_Marchese.2C_abusato_da_don_Bruno_Puleo
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, March 29, 2010 9:20 PM
Subject: L'incriminazione di Raffaele Lombardo
La notizia di una indagine giudiziaria a carico del Presidente della
regione siciliana Raffaele Lombardo giunge mentre sono in corso le elezioni
regionali e di quasi cinquecento comuni e province. La reazione di Lombardo
è stata immediata. Ha respinto le accuse come "spazzatura". Ha dichiarato di
non dimettersi. Ha convocato la giunta regionale a Catania incassandone la
solidarietà compresa quella dei due assessori-magistrati. Anche il PD che
appoggia la giunta Lombardo contro i cosidetti "lealisti" di Schifano e
Alfano ha confermato la sua fiducia rinviando allo sviluppo degli eventi
possibili ulteriori decisioni.
Mi ha molto colpito la dichiarazione della Dr.ssa Caterini Chinnici
magistrata e figlia di magistrato, martire della mafia, capofila di diverse
generazioni di magistrati che si sono dedicati anima e corpo alla lotta alla
mafia fino agli attuali Ingroia, Scarpinato ed altri. Ha detto che, essendo
garantista, aspetta lo svolgimento dei fatti ed intanto invita il Presidente
a continuare nel suo lavoro. Non ho nulla contro il garantismo e ritengo che
nessuno debba essere criminalizzato o ritenuto colpevole fino al giudizio
definitivo. . Tuttavia mi ostino a credere che questa norma debba valere per
tutti tranne che per i politici e per le persone investite da grandi e
delicate responsabilità di governo. Non è accettabile, ad esempio, il
comportamento di chi, colpito da un mandato di cattura, resta al suo posto
al governo incoraggiato da un Presidente del Consiglio che ha fatto della
Magistratura il bersaglio della sua azione di sfascio della Costituzione.
Non è neppure accettabile che
una incriminazione come il concorso esterno in associazione mafiosa venga
ritenuta insufficiente per una sospensione dalle attività politiche ed
amministrative in attesa di un chiarimento. Solleva gravi interrogativi la
querela ai giornalisti di Repubblica accusati non tanto di dire il falso ma
di "violazione del segreto istruttorio". Tasto assai delicato che si
riconnette a tutta la questione della libertà di informazione sollevata
dalle intercettazioni finite sui giornali. Un uomo politico serenamente
consapevole della propria innocenza non ha niente da temere da notizie che,
se sono "spazzatura" come le definisce, non potranno sporcarlo.
Dopo il Presidente Cuffaro condannato per concorso esterno in associazione
mafiosa ora è la volta della possibile incriminazione di Raffaele Lombardo.
Penso che sia da ipocriti affrontare la questione senza tenere conto del
contesto degli interessi che gravitano attorno alla Regione e che sono
diventati colossali. E' difficile fare piena luce anche se a volte qualche
imprenditore si lamenta di non potere competere con certi colleghi che hanno
pieno accesso alle risorse regionali. Il Presidente della Confindustria ha
avuto recentemente un premio per la sua attività rivolta a fare della
Confindustria una forza antimafia. Ma non sappiamo niente degli affari che
si intrecciano attorno alla massima erogatrice di finanziamenti e di
investimenti in Sicilia e dei meccanismi che promuovono i "privilegiati" ai
quali tutte le porte chiuse per tanti sono sempre spalancate. Non mi pare
che attraverso la Sicindustria ne sappiamo della mafia più di prima.
Al blocco sociale controllato dai potenti dell'imprenditoria siciliana
fanno riferimento trasversalmente
i partiti presenti in ARS dopo la esclusione mafiosa decretata contro
coloro che hanno meno del 5 per cento di voti. Una massa enorme di denaro
viene drenata attraverso le privatizzazioni
di tutti i servizi. Anche i beni culturali sono gestiti da una SPA. Quasi
niente viene più gestito dalla regione "in economia" e questo genera un
impoverimento storico della sua cultura amministrativa. Il modello
privatistico dominante anche a livello municipale e provinciale rende molto
più costosi i servizi, impoverisce il patrimonio pubblico di conoscenza, fa
proliferare caterve di amministratori
superpagati. E' uno scandalo che ci siano emolumenti nell'ordine di
centinaia di migliaia di euro quando molte famiglie avrebbero bisogno di
aiuti solo per sopravvivere.
Credo che bisognerebbe aprire il capitolo del rapporto tra questa fase
liberistica della Regione e la Mafia dal momento che, nonostante tutti i
successi riportati in campo aperto da Magistratura e Polizia, non sembra
debellata se il Presidente della Regione sembra essere sospettato di esserne
collaboratore esterno. Vogliamo leggere il bilancio della Regione
illustrandolo con gli appalti ed i lavori conferiti voce per voce ed a chi e
come e quando?
Pietro Ancona
http://www.asca.it/regioni-LOMBARDO__CHINNICI_(SICILIA)__SOLIDARIETA__AL_PRESIDENTE-481903--.html
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=899836
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/03/29/news/lombardo_sotto_inchiesta_a_catania_concorso_esterno_con_la_mafia-2975502/?ref=rephp
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, March 31, 2010 4:27 PM
Subject: art.18: rinvio alle Camere della 1167
Rinvio alle Camera della 1167
Il Capo dello Stato non ha firmato l'indecente legge 1167 che vanifica
l'art.18 e peggiora o rende impossibile l'accesso alla giustizia dei
lavoratori. Dobbiamo di ciò essergli grati. Non ha voluto passare alla
Storia come l'affossatore del diritto alla giusta causa mettendo il suo
timbro su una legge che considera il lavoratore alla pari con il suo
datore di lavoro e non minus habent bisognoso di tutele giuridiche..
Questa scelta di Napolitano è stata compiuta nonostante l'esistenza di
un vasto partito di avversari e liquidatori dei diritti dei lavoratori
fondato venticinque anni fa da Ezio Tarantelli con la sua campagna per
abolire la scala mobile e poi sviluppata nel tempo da Massimo D'Antona
che ha dato gli "instrumenti" giuridici per la privatizzazione del
pubblico impiego e più avanti ancora da Marco Biagio fornitore
dell'officina
per la precarizzazione. Questi personaggi sono stati uccisi dalle
Brigate Rosse che hanno con ciò creato una sorta di mito sacralizzato
della loro disastrosa dottrina. Non si può parlare male o criticare
coloro che hanno pagato con la vita la loro convinzione ideologica e
dottrinaria. Ed infatti il sacrificio del sangue versato ha imbarazzato
o addirittura bloccato i critici di una linea che si è risolta in un
grave imbarbarimento delle relazioni sociali ed in un costante
impoverimento della maggioranza della popolazione lavoratrice. Avere
truffato i lavoratori ed i pensionati con un meccanismo di copertura
dall'inflazione fasullo ha generato un meccanismo di povertà. L'Italia
della scala mobile e del contratto a tempo indeterminato era prospera e
felice. Oggi, la crisi che investe le aziende e distrugge il commercio,
è dovuta ad un drastico abbattimento dei consumi interni determinato dai
bassi salari
e dalla mancanza di futuro per tante generazioni. I lavoratori sono
infelici in continua ansia per il posto e per le bollette da pagare. Se
avessimo Sindacati non felloni e collaborazionisti, dovremmo
rivendicare la scala mobile, il contratto a tempo indeterminato per
tutti, l'abolizione delle
leggi che hanno menomato conquiste come quelle dell'orario di lavoro,
sganciato le aziende dai loro obblighi sociali, ridotto il diritto ad un
giusto ed equo processo con l'introduzione dell'onere delle spese per il
lavoratore soccombente.
Il rinvio alle Camere della 1167 riguarda l'art.31 e l'art.20.. Ma
tutta la legge è impregnata di una volontà di smobilitazione dei presidi
legislativi esistenti a tutela dei diritti dei lavoratori. Muove
nell'ottica della cosidetta sussidiarietà sostenuta da Sacconi che
prevede la privatizzazione della legge, (già qualcuno nelle università
italiane si improvvisa teorico dell'esercizio privato e tra privati
della legge del lavoro).
Il rinvio è stato causato dalla brutalità e dall'impudenza di norme
votate senza tenere in alcun conto il dettato costituzionale e la
dottrina esistente. Ma ha influito la frattura nel campo di Agramante.
Ichino e Treu, noti liberisti, si sono dissociati e l'ex Ministro del
Lavoro Damiano si è lamentato di commissioni arbitrali che potrebbero
avere rappresentanti dei sindacati locali (cobas o altri) al loro
interno. Vorrebbe conservare il monopolio mafioso della rappresentanza a
Cgil, Cisl, e Uil.
Cisl ed Uil si erano affrettati ancora prima della promulgazione della
legge a sottoscriverla assieme al Governo ed alle associazioni
padronali. Volevano mettere il Quirinale e l'opinione pubblica davanti
al fatto compiuto di una volontà che sfidava ed isolava la CGIL che
aveva dissentito. Ma la CGIL aveva percepito la collera del mondo del
lavoro e l'aveva voluto rappresentare, sia pure insufficientemente,
nello sciopero del 12 marzo. Tra le forze politiche bisogna notare che
il PD, pur votando contro, non era dispiaciuto della legge e D'Antoni ed
altri si sono spinti fino a difenderla pubblicamente.
Le forze che operano contro la giusta causa sono proterve,
arroganti e difenderanno le loro posizioni. Non è detto che le Camere si
ripresenteranno al Quirinale con una legge limpida, priva di ambiguità.
Pietro Ancona
http://www.repubblica.it/economia/2010/03/31/news/napolitano-articolo-3042552/
http://www.eguaglianzaeliberta.it/articolo.asp?id=1223
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, April 02, 2010 4:20 PM
Subject: Lo Stato-Religione è per sempre?
La Chiesa-Stato è riformabile?
Nei "promessi sposi" Fra Galdino, cercatore di noci, racconta un
apologo a Cecilia e Lucia che conclude dicendo: il convento è come
il mare che riceve acqua da tutte le parti e torna a distribuirla a
tutti i fiumi."
Bisognerebbe vedere se il convento era proprio così e se invece non
fosse quello descritto da Umberto Eco, abitato da frati strabordanti di
grasso, rubizzi e goderecci che, dalle finestre della loro enorme
cucina, gettavano qualche misero avanzo putrescente subito divorato
da una folla di infelici straccioni affamati e dai cani.
La Chiesa in Italia è una vera e propria idrovora di soldi, benefici,
privilegi medievali. Gode di esenzioni che le procurano ingiusti
vantaggi commerciali. Enti come Enel applicano tariffe di speciale
favore a religiosi. Venticinquemila insegnanti di religione sono stati
assunti dallo Stato su segnalazione delle diocesi vescovili. Costano
circa un miliardo di euro l'anno. Oratori religiosi vengono assunti e
retribuiti assa bene dalle Regioni . Tutte le Regioni hanno leggi che
finanziano la Chiesa. In Sicilia si finanziano financo i paraventi sacri
dei sacerdoti!
Tra poco ricomincerà la ossessionante campagna propagandistica a base
di sdolcinati spot per destinare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica.
Si tratta di una spesa di venticinquemilioni di euro per
ricavarne all'incirca un miliardo di euro.
Bisogna dire che spetterebbero alla Chiesa Cattolica "soltanto" 400
milioni di euro. Come si arriva alla cifra tonta del miliardo? Con un
marchingegno truffaldino in base al quale vengono attribuiti a tavolino
quanti non hanno scelto. Si tratta di sei contribuenti su dieci. Il
calcolo è
una sorta di proiezione telescopica delle scelte effettive sull'intera
massa dei contribuenti. Marchingegno degno di una seria indagine della
magistratura.
L'otto per mille viene dal rinnovo dei patti lateranensi stilati nel
1984 da Craxi. Questi,
sotto l'influenza clericale di Gennaro Acquaviva, si convinse a
replicare Benito Mussolini che aveva stipulato i patti del 29 per
togliersi la spinta dell'aventinismo ostile del clero. Ma i rapporti
Stato Chiesa durante il fascismo non furono rose e fiori. Il Fascismo,
anche per la sua vocazione totalitaria, non ammetteva di dividere la sua
egemonia sulla popolazione, specialmente sulla gioventù
Il rinnovo fatto da Craxi è stato assai più vantaggioso per il Vaticano
di quello del 29, costa in atto diversi miliardi di euro e permette
una influenza soffocante sulle istituzioni italiane. Questo anche se la
religione cattolica non è più religione di Stato.
Mentre l'Italia non si sogna di interferire nella vita interna del
Vaticano, le gerarchie ecclesiastiche interferiscono pesantemente fino
al punto di invitare i cattolici alla disobbedienza delle leggi e di
boicottare referendum. Ruini ha invitato i cattolici a disertare le urne
per la legge sulla fecondazione assistita e non importa se migliaia di
coppie italiane siano costretti a recarsi all'estero
per tentare di avere un figlio. La Chiesa distribuisce pagelle ai
politici. Oggi sono premiati i due governatori leghisti del Veneto e del
Piemonte per avere baldanzosamente annunziato che lasceranno marcire
nei magazzini la pillola Ru486. Un annunzio illegale ma che è stato
applaudito subito dai giornali dei vescovi
e dall'Osservatore Romano. Non ha importanza se trattasi di personaggi
imbevuti di odio verso i migranti.
La Chiesa Cattolica è l'unica Chiesa-Stato del mondo. I finanziamenti
dell'Italia quindi sono a beneficio di uno Stato che ne fa uso
sottratto al controllo dei contribuenti italiani per il sostentamento
del clero ma anche per altri affari e per l' evangelizzazione che
produce tensioni, problemi, guerre. Nei cinque continenti la Chiesa
cattolica è afflitta dal grave morbo della pedofilia di molti suoi
preti. Gli scandali diventano sempre più frequenti anche se sappiamo
poco di quanto accade in Africa ed in SudAmerica dove è più facile
occultarli per la povertà di quelle società.
Il Parlamento italiano è servile verso le Gerarchie ed è disponibile
soltanto per favorirle. Sono certo però che se si potesse fare un
referendum per l'abolizione dell'art.7 della Costituzione e dei
conseguenti patti lateranensi la stragrande maggioranza degli italiani
si esprimerebbe positivamente. Bisognerebbe anche cominciare a pensare
ad un progetto di assorbimento dell'area vaticana nel demanio dello
Stato ed alla abolizione dello Stato della Chiesa. Certo non si tratta
di un progetto a breve scadenza ma bisognerebbe cominciare a discutere
su come fare del cattolicesimo soltanto una religione..
In occasione del dibattito sulle riforme costituzionali bisognerebbe
recuperare la piena sovranità repubblicana della nazione. Non saremo uno
Stato sovrano fino a quando non avremo abolito i patti lateranensi.
Oggi siamo soltanto uno Stato concordatario.
Ho assistito ad un rito religioso della Chiesa Anglicana di Palermo.
Alla fine delle cerimonia l'officiante reverendo Antony Watson,
accompagnato dalla moglie, fece la questua tra i banchi dei fedeli e
raccolse il suo obolo. Lo fece con naturale dignità che elevò tutti i
partecipanti a collaboratori della vita della Church.
Ogni giorno mi capita di vedere, come a tutti gli italiani, il Papa in
televisione. Resto sbalordito di quanto possa essere lussuoso,
ricchissimo, sfarzoso, il suo vestiario! Cambia vesti e abiti ed ogni
occasione è buona per lo sfoggio narcisistico di tessuti e gioielli
preziosi.
Non credo proprio che questa continua esibizione di potere abbia molto
a che spartire con il Vangelo.
Propongo di dare il nostro otto per mille alla Chiesa Valdese. Perchè
non ha mai accettato il meccanismo truffaldino della ripartizione.
Perchè destina alla solidarietà vera i soldi che riceve e questo è
controllabile.
Da laico opterei per lo Stato. Ma lo Stato li destina con propri
decreti alla Chiesa ed al Clero.Diamoli quindi ai valdesi ed alla loro
laica e civile opera di solidarietà e di promozione umana e sociale.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: giuseppina.ficarra@tin.it
Sent: Saturday, April 03, 2010 4:52 PM
Subject: Odio pasquale per gli ebrei
L'ODIO PASQUALE PER GLI EBREI
La festa di Pasqua preceduta dalla Settimana Santa viene celebrata da
centinaia di anni. Una settimana di tensione, di fortissime emozioni, di
lutto, che culminano nella resurrezione di Cristo che ascende alla gloria
dei cieli. Pare che la festa abbia circa settecento anni e che sia stato
rinnovata solo una volta. In Sicilia dà luogo a grandissime emozionanti
rappresentazioni teatrali partecipate da intere popolazioni. Ricordo da
bambino un venerdì santo ad Agrigento, mio padre e mia madre mi tenevano
per mano ed io mi sentivo piccolo e spaventato in mezzo ad una processione
di cui soltanto la parte inferiore della gente, le candele accese, l'odore
di cera calda che si attaccava alle basole della strada. Migliaia e migliaia
di persone piangenti, molte con il capo cosparso di cenere ,che si
ammassavano davanti la Cattedrale. Ricordo
quella festa con spavento: al momento dell'incontro tra Gesù e la Madre le
donne della processione alzavano impressionanti grida di lamento. La "spartenza",
l'allontanamento della madre dolorosa dal figlio la ricordo ancora per la
tristezza infinita della musica che l'accompagnava. Per quanto la Sicilia
sia ricca
di processioni pasquali e di straordinarie rappresentazioni teatrali del
rito sacro sono stato a vedere soltanto quella di Trapani.Non sopporto il
dramma che richiama quanto di luttuoso ho dentro di me
i dolori mai rimarginati, il sentimento di fragilità e di vulnerabilità per
il destino che ci costringe.
La settimana santa è stata nei secoli un rinnovamento della colpa degli
ebrei che avevano dato la morte al Dio Redentore. Nel corso dei secoli, a
cominciare dalla domenica delle palme, gli ebrei si dovevano guardare bene
dal farsi vedere in giro. La domenica delle Palme racconta di Gesù accolto a
Gerusalemmme da un popolo festante che agitava palme al suo passaggio in
segno di rispetto, ammirazione, gioia... La stessa folla qualche giorno dopo
gli avrebbe preferito Barabba e lo avrebbe lasciato al suo destino.Il
Sinedrio, massimo organismo religioso degli ebrei consegna Gesù al potere
romano ed insiste per la sua condanna a morte. Giuda tradisce con monete
fornitegli dal Clero. Popolo ebreo ed elite religiosa entrambi colpevoli. Il
Sinedrio minacciò Pilato di accusarlo all'imperatore Tiberio se non avesse
condannato Gesù. La responsabilità dei capi religiosi degli ebrei è stata
rimarcata per tutte le Vie Crucis e le Pasque che si sono succedute nel
corso di quasi un millennio. Con la sua morte Gesù cessa di essere ebreo per
diventare "cristiano" vittima innocente. Una vicenda di ingiustizia di
dolore e di morte come tante si carica di fortissime connotazioni etniche. I
sacerdoti che aizzano Pilato a condannare Gesù sono e diventano ancora di
più ebrei deicidi. Da quel momento gli ebrei diventano "diversi". Nei secoli
dei secoli discendono da coloro che misero a morte Dio. Vivranno nei ghetti,
perseguitati, la loro vita sarà sempre in pericolo e, anche al culmine del
benessere e della ricchezza, potranno perdere tutto perchè chi ha ucciso Dio
non ha diritto a niente, neppure alla vita.
Nel rito pasquale di SanFratello, paese siciliano, si celebra addirittura
la cosidetta "festa dei giudei.
I giudei sono rappresentati come mostri, incarnazioni demoniache,
flagellatori ed uccisori di Gesù.
Come tali spaventano il popolo che viene esortato ad odiarli, a maledirli,
esecrarli per il male che hanno fatto.
La Pasqua ha ricordato a tutti, caso mai si potesse dimenticare, che Cristo
è stato mandato a morte dagli ebrei anche se condannato da Pilato e
crocifisso da legionari romani.
Il crocifisso diventa simbolo religioso che ricorda non solo un martirio
ma anche il crimine subito.
Sarebbe opportuno che si aprisse una discussione sulla Pasqua. Fino a quando
la storia della Via Crucis è quella che ci viene raccontata da secoli la
ferita tra ebrei e cristiani non potrà guarire.
Forse sono un ateo scarsamente illuminato dalla ragione e dalla cultura e
per questo mi chiedo: se il dramma di Gesù era stato programmato nell'alto
dei cieli perchè con il suo sangue redimesse l'umanità dei suoi peccati ed
era prevista anche la sua resurrezione perchè mai gli ebrei ed i romani
dovrebbero esserne responsabili? Si può essere responsabili di una decisione
divina?
E mi chiedo ancora: come mai il sacrificio di Gesù non ha cambiato il corso
del mondo? Perchè nonostante la sua Resurrezione il Male continua ad
imperversare e l'agnello non dorme abbracciato al lupo?
Pietro Ancona
http://www.san-fratello.com/Gli%20eventi%20principali/La%20Festa%20dei%20Giudei.htm
http://www.rinocammilleri.com/2009/04/pilato/
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, April 04, 2010 10:03 AM
Subject: PASQUA DI SANGUE E DI TERRORE IN pALESTINA
PASQUA DI SANGUE E DI TERRORE IN PALESTINA
Nel giorno di Pasqua che dovrebbe ricordare agli ebrei le sofferenze patite
in secoli di persecuzione razziale motivata ideologicamente dalla Chiesa
Cattolica (popolo deicida) culminate nel Grande Sterminio dei lagers
nazisti, si rinnovano le atrocità, le angherie, i delitti, il terrorismo di
Israele contro la popolazione palestinese ed in particolare contro quella
di Gaza.
La striscia di Gaza subisce uno spaventoso isolamento da quando Israele e
gli Occidentali hanno deciso di non accettare il responso elettorale della
vittoria legittima di Hamas ed è stata sottoposta a bombardamenti che hanno
distrutto la città, fatto migliaia di vittime e diecine di migliaia di
mutilati, ed ora stanno facendo nascere una generazione di bambini-mostro.
Israele non si è fatta scrupolo di usare sostanze chimiche e termiche che
intaccano profondamente il DNA della popolazione palestinese.
Sotto gli occhi indifferenti o complici delle potenze occidentali e con la
loro collaborazione si sta costruendo il muro di acciaio egiziano che
sigillerà per sempre in una prigione a cielo aperto due milioni di esseri
umani privandoli anche della possibilità di allontanarsi e di cercare un
altro luogo dove vivere.
Il programma di abbattimento delle case palestinesi e di costruzione di
case-fortezza per i coloni israeliani prosegue senza alcuna tregua. La
pagliacciata della sgridata di Obama si è conclusa
come era prevedibile in niente. Le case palestinesi continueranno ad essere
abbattute dalle ruspe e
il cuculo israeliano continuerà ad occupare il nido dei palestinesi. L'unico
scopo che ha l'Occidente è coprire propagandisticamente con una
interminabile, snervante, inutile trattativa di pace le varie tappe della
realizzazione di un piano di israelizzazione della palestina. Nessuna
persona dotata di buon senso può ritenere realistica la costruzione di due
Stati autonomi quando uno di questi è già occupato dalle colonie che
politicamente e giuridicamente sono delle vere e proprie enclavi di pieno
controllo e pertinenza israeliana.
Centinaia di bambini palestinesi sono rinchiusi nelle carceri di Israele.
Di quali colpe si sono macchiati? Nessuna autorità internazionale interviene
a loro tutela. Le condizioni di detenzione sono gravi e molti di loro si
ammalano di osteoporosi per assenza di sole e di vitamine. Sono anche
detenute illegalmente oltre mille donne e quindicimila palestinesi. La
detenzione è in gran parte decisa in via amministrativa. Tra questi detenuti
membri del Parlamento Palestinese eletto recentemente. Deputati sono stati
rapiti e condotti in prigione quando non sono stati uccisi sul posto
dall'Esercito
occupante.
La volontà di collaborazione, anche sottomessa di Abu Mazen e del partito
che fu di Arafat, non serve a niente. Cade l'alibi del terrorismo e
dell'islamismo estremista che è stato propagandato per anni da Israele come
motivo di difesa. Essere sinceramente pacifisti e prestarsi financo a
collaborare con il Mossad nella individuazione e ricerca dei capi di Hamas
non fa cambiare l'inflessibile volontà dominatrice e di annientamento
genocida del gruppo dirigente nazista di Israele. La politica di Liebermann
è diventata la politica di tutto il suo governo.
La campagna dei più importanti giornali del mondo occidentale a
cominciare dal NYT contro il Papa e la pedofilia può darsi che si stia
svolgendo per colpire la Chiesa Cattolica e quindi indebolire le ragioni
della sua presenza a Gerusalemme. Lo scandalo dei preti pedofili è
conosciuto da molto tempo in USA ma soltanto oggi arriva alle prime pagine
dei giornali più autorevoli. Sappiamo tutti quale lobby finanziaria-
ideologica controlla la stampa. Gli ebrei fondamentalisti non hanno mai
accettato di condividere Gerusalemme con i cristiani ed i musulmani. Sbaglia
la Chiesa Cattolica a
difendere i pedofili ed a non riformarsi profondamente. Potrebbe meglio far
valere le sue ragioni sulla città-simbolo di tre religioni che gli
israeliani vorrebbero ridurre soltanto ad una se si attestasse su posizioni
di autoriforma della sua stanchissima struttura di assolutismo faraonico.
E' una Pasqua di odio, una Pasqua senza alcuna speranza per i vinti ai
quali non viene spesso concesso neppure il diritto di continuare a vivere.
Pietro Ancona
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---- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: epifani@cgil.it ; segreteria@cgil.it ; area critica cgil ; rassegna
sindacale ; eguaglianza e libertà
Sent: Thursday, April 08, 2010 4:54 PM
Subject: La reazione ritardata ed insufficiente
Pubblicato su Liberazione a commento dell'art. di Luigi Cavallaro
http://www.liberazione.it/news-file/intervista-Cavallaro.htm
Soltanto ieri, a distanza di sette giorni dal rinvio alle Camere della
1167, la CGIL si è fatta viva con una iniziativa concreta. Ha chiesto alle
Camere di essere sentita. Una richiesta giusta che sottolinea l'attenzione
della più grande e rappresentativa Confederazione dei Lavoratori per il
grave problema che si è creato attorno all'art.18 ed in generale sulla
tutela di fondamentali diritti che la filosofia e le norme della 1167 negano
o mettono in discussione e che Napolitano ha "apprezzato" nel rinvio al
Parlamento.
Ma l'impostazione che la CGIL ha dato alla questione che fa da sponda alle
motivazioni soft di rinvio del Capo dello Stato prefigurano la sconfitta.
Non si mette in discussione l'arbitrato. Non si dice apertamente e
fermamente che l'arbitrato non può riguardare la materia dei licenziamenti
ma si
duella in una battaglia di retroguardia sulle garanzie che l'arbitrato
dovrebbe garantire al lavoratore.
In qualunque forma l'arbitrato sarà licenziato dalle Camera è il cavallo di
Troia che avrà espugnato l'art.18 introducendo un avvio di privatizzazione
del diritto del lavoro e di metamorfosi del ruolo del sindacato che diventa
soggetto titolare di diritti finora detenuti dei lavoratori. La presenza di
sindacalisti nella Commissione arbitrale non solo non garantisce la stessa
"equità" del giudizio ma si presta ad una contrattazione di potere tra
questi e i rappresentanti di parte padronale. Il sindacalista non può
diventare l'avvocato del lavoratore e la Commissione arbitrale non deve
sostituire il Giudice del Lavoro. E se il lavoratore non è iscritto in
nessun sindacato a quale titolo i sindacalisti presenti nella Commissione
lo rappresentano? Come decide la Commissione Arbitrale? E' forse
obbligatoria l'unanimità dei componenti? Perchè il lavoratore deve pagare
l'arbitrato? Etc.etc,..
Dopo l'approvazione della legge i lavoratori potranno considerarsi
esclusi dalla Costituzione. Le tutele previste dagli articoli 1, 4, 35, 36,
37 e 38 della Costituzione sono diventate carta straccia da un pezzo e
specialmente da quando il Sindacato è diventato consociativo. Con questa
legge cadono le ultime tutele ed il lavoro viene spogliato della sua
"specialità" costituzionale e diventerà materia comune di diritto privato.
Anche altri fondamentali articoli della Costituzione riguardanti il welfare,
la pace, l'informazione sono stati contraddetti da scelte politiche di segno
del tutto opposto con il concorso bipartisan della destra e del PD.
Ma l'accanimento contro i lavoratori non finirà. E' in cantiere la
demolizione della legge 300 meglio nota come Statuto dei Diritti dei
lavoratori. Anche l'INPS e l'INAIL hanno fatto venire l'acqualina in bocca
alla destra italiana. Perchè dopo la privatizzazione dei servizi comunali e
dell'acqua non mettere le mani su due imponenti istituzioni che sono anche
forzieri delle classi lavoratrici italiane?
Nessuno si alza a difesa vera dei lavoratori. Il PD vorrebbe escludere il
sindacalismo di base dagli arbitrati e si batte solo a tutela della mafiosa
manomorta del trio CGIL,CISL,UIL in tutti gli organismi e leggi. I
lavoratori saranno informati a cose fatte e la loro condizione diventerà
sempre più difficile e complicata. Le leggi vengono fatte anche per rendere
improbabile, complicata ed angosciante la possibilità di ricorrere a
qualcuno per fare valere le proprie ragioni.
Si discuterà nelle segrete ed ovattate stanze dei Palazzi. La gente viene
chiamata a lottare a cose fatte per ragioni ridicole come il bonus fiscale
mentre viene spinta sott'acqua a colpi di remo da una canea di
"modernizzatori".
Intanto il PD, con un ddl firmato solennemente da un gran numero di
Senatori chiede il Contratto Unico di Ingresso (CUI) di durata triennale.
Fa finta di credere che allo scadere del triennio i lavoratori che avranno
sudato sangue e giurato di non iscriversi mai ad alcun sindacato verranno
assunti a tempo indeterminato. Tre anni a paga ridottissima per compiere una
prova che in tempi normali si faceva in quindici giorni, massimo in due
mesi. C'è una gara tra la destra ed il PD a chi
impicca al pennone più alto i lavoratori. E' davvero incredibile come
ventidue milioni di persone siano diventati il bottino da depredare da parte
di una Oligarchia bipartisan che si tratta benissimo senza lesinare a sè
stessa ed ai propri parenti e clienti ogni possibile privilegio.
La prima parte della Costituzione è quasi del tutto scomparsa dalle leggi
dello Stato. Ora si farà "la riforma" della seconda parte. Le istituzioni
repubblicane diventeranno l'orpello di un Caudillo che farà schioccare la
sua frusta sull'Italia.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Friday, April 09, 2010 3:50 PM
Subject: i conti truffaldini del federalismo padano
I conti truffaldini del federalismo padano
Ieri sera ad Anno Zero il Professore Ricolfi sosteneva che la causa
dell'arretratezza del Mezzogiorno è da cercare nell'evasione fiscale e nella
scarsa efficienza dei servizi pubblici. Il federalismo costringendo le
amministrazioni del Sud a finanziarsi attraverso un prelievo fiscale
piuttosto che da trasferimenti statali e costringendole alla efficienza le
renderà virtuose e capaci di navigare in mare aperto senza puntelli
assistenzialistici e paternalistici dello Stato
Il Nord, liberato dalla zavorra parassitaria del Sud, potrà spiccare voli
ancora più alti. In atto è tra le migliori regioni europee ma al meglio non
c'è mai fine.
Ricolfi si spinge financo a parlare di "sacco" del Nord!
Se avessimo i nominativi che Berlusconi e Tremonti hanno secretato dei
miliardi rientrati in Italia coperti dallo scudo fiscale potremmo subito
verificare la veridicità della tesi di Ricolfi. Ma non conosceremo mai
i nomi dei grandi evasori fiscali anche se non abbiamo dubbi che in
grandissima maggioranza appartengono alle regioni ricche del Paese. Credo
che la partecipazione di evasori del sud che hanno occultato le loro
ricchezze nei paradisi fiscali sia assai modesta dal momento che
l'evasione si verifica e si reitera sui redditi industriali ,commerciali e
finanziari.
In quanto ai servizi inefficienti ricordiamo che a fronte dell'imponente
sistema autostradale della padania nel Sud siamo ancora alle prese con la
Salerno-Reggio Calabria. In tutti i servizi c'è indubbiamente un forte
scarto negativo a svantaggio del Sud.
Ma sono solo queste le ragioni principali della inferiorità del
Mezzogiorno?
Non è anche perchè tutto il Sud non è altro che un'area di consumo per il
Nord? Vogliamo vedere
i dati dell'interscambio regionale di merci e servizi e della bilancia dei
pagamenti interni?
Quando il Nord si chiuderà nella fortezza del federalismo e non cederà
più un solo euro alle altre regioni italiane diventerà drammatica la
necessità di nuove modalità di interscambio commerciale e di bilancia dei
pagamenti interni. Il Nord è prospero perchè esporta prodotti industriali e
servizi al sud.
Tutti i prodotti necessari all'agricoltura vengono forniti dal Nord. Lo
stesso dicasi per la grande distribuzione commerciale. Le Regioni del Sud si
dovranno attrezzare per produrre in loco quanto importano dal Nord ? La
ricchezza incamerata dalle Regioni forti del Paese in effetti viene ricavata
in parte rilevante nel Sud. Si può fare un conto come quello di Ricolfi ? Il
Prodotto Interno Lordo
del Sud è insufficiente perchè viene in gran parte trasferito attraverso le
aziende e le società per azione nel Nord. ?
Bisognerebbe che le esportazioni della Padania nel Mezzogiorno d'Italia e
che praticamente occupano grandissima parte del mercato vengano tenute in
considerazione nei calcoli dell'Italia del federalismo. Se dovremo vivere
delle tasse che ricaviamo nel territorio bisognerà anche considerare come
sviluppare l'economia del Mezzogiorno.
Insomma, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Il
federalismo deve rifare i conti della struttura dell'economia italiana nella
quale il Nord ha trovato un grande e confortevole mercato nel Sud. Se ognuno
dovrà fare da sè dobbiamo rivedere tutto.
Un federalismo fatto come lo pretende Ricolfi e la Lega che vorrebbe
conservare il sud come suo mercato genererà tensioni secessionistiche .
Perchè dovremmo stare insieme? Perchè dovremmo mangiare i prodotti della
Galbani e non i nostri favolosi formaggi oggi esclusi dalla grande
distribuzione commerciale?
Pietro Ancona
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080103_00/testointegrale20080103.pdf
http://www.mincomes.it/fondi_strutturali/le_regioni/interscambio/indicatori_2006/indicatori_sicilia.pdf
http://www.starnet.unioncamere.it/Rapporto-dellAssemblea-Unioncamere--Dicembre-2009_5A24
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, April 10, 2010 11:28 AM
Subject: Il PD al governo con Berlusconi?
Il PD al governo con Berlusconi?
E' stupefacente l'accanimento di Napolitano sulle riforme. Non passa
giorno, non c'è occasione che
non registri il suo accorato richiamo alla "coesione", a riforme condivise,
alla collaborazione tra centro-destra ed opposizione. Nella concreta
situazione politica italiana, collaborazione e condivisione significano la
resa senza condizioni del PD a Berlusconi. Dell'IDV e di Casini non importa
molto. Di Pietro è criminalizzato da una campagna di odio e di calunnie che
ricorda quella fatta a suo tempo contro D'Alema e contro Prodi. I massmedia
della destra riuscirono ad avvelenare la gente contro Prodi da non potersi
pronunziare il suo nome senza fare scattare una immediata e rumorosa
reazione di rigetto. Napolitano non dorme la notte e lavora intensamente per
assicurare l'abbraccio pubblico e per sempre della Oligarchia PD con quella
PDL. Abbraccio che sarà suggellato dalla condivisione delle riforme.
Riforme fatte con la regia di Berlusconi e della Lega e che consisteranno
essenzialmente in un brutale
attacco a quanto resta di democratico nelle istituzioni (bisogna velocizzare
il processo decisionale) a vantaggio di un unico centro di potere eletto dal
popolo, privo di contrappesi. La classica tripartizione dei poteri in
legislativo, esecutivo e giudiziario è stata gravemente intaccata. Il
potere legislativo è stato ridotto al silenzio e costretto dai voti di
fiducia a fare soltanto e senza emendamenti la volontà del governo. Per il
potere giiudiziario la riforma Mastella ha già fatto tanto per rendere
difficile il magistero della giustizia e si vuole fare il resto con un
progetto di pieno asservimento delle procure. Mussolini non aveva forse
imposto la camicia nera ai magistrati? Non sosteneva che il potere dovesse
essere unico e non divisibile?
L'Italia non ha bisogno di riforme ma del pieno recupero dello spirito e
della lettera della sua Costituzione. Ha bisogno di un governo che la
rimetta in marcia e che la salvi dalla possibile bancarotta. Ha bisogno di
intervenire immediatamente sul suo sistema carcerario diventato un vero e
proprio scandalo planetario con i suoi suicidi o suicidati di cui non si
occupa nessuno. Si dovrebbe
fare una Commissione Parlamentare di Inchiesta ed istituire subito una
apposita procura che indaghi
e riveda tutte le morti. Non si può spiegare il disagio carcerario soltanto
con l'affollamento delle celle.
Bisognerebbe abolire l'internato e cioè il prolungamento della carcerazione
dopo avere scontato la pena inflitta dal giudice comminata per via
amministrativa.
L'Italia ha bisogno di riesaminare subito la questione degli omicidi sul
lavoro e degli infortuni che provocano ogni anno diecine e diecine di
migliaia di mutilati e malati cronici. Le cifre della mortalità e degli
infortuni sono insostenibili. Questo Paese è pieno di orfani e di vedove. E'
un Paese sempre più disumano ed ingiusto. La vicenda dei bambini lasciati a
digiuno è sconfortante ma ancora di più lo è
l'arroganza dei sindaci leghisti che tentano di fare diventare senso comune
il loro comportamento asociale. Si tratta di Sindaci che si sono
professionalizzati nella politica e che traggono lauti guadagni dalla loro
carica che ritengono di mantenere sollecitando gli istinti xenofobi e
asociali del loro elettorato. Le privatizzazioni di quasi tutti i servizi
hanno appesantito enormemente il costo degli enti locali e ingessato la loro
iniziativa. Hanno ceduto quasi tutto il loro potere a società che hanno
fatto della pubblica amministrazione un business, una preda da divorare.
Che bisogno abbiamo del semipresidenzialismo alla francese? Perchè eleggere
direttamente il Presidente del Consiglio sarà un miglioramento rispetto ad
oggi? La figura del Capo dello Stato non diventerebbe del tutto secondaria,
puramente ornamentale, a fronte di un capo del governo eletto dal popolo?
Quale sarà il ruolo del Parlamento? Con quale legge elettorale si voterà
visto che quella attuale concede ai padroni del partiti la nomina dei
parlamentari?
Perchè il processo decisionale deve essere rapido? La democrazia è
lentezza, è mediazione, è faticosa composizione di un punto di equilibrio.La
semplificazione decisionista è contraria alla democrazia. Non è detto che
una decisione assunta rapidamente sia migliore di un'altra assunta dopo una
lunga elaborazione. In ogni caso si può riorganizzare il Parlamento facendo
lavorare assai di più le Commissioni.
La verità è che le riforme costituzionali costituiscono una necessità per
l'Oligarchia che deve ristrutturare i suoi Palazzi. Il progetto è di
riduzione del potere degli elettori che dovranno limitarsi a prendere atto
delle decisioni della Casta.
Il PD si sta preparando ad entrare nella grande coalizione della destra
italiana. Il comportamento di sostanziale abbandono dell'art.18, la
presentazione del ddl sul CUI (contratto unico di ingresso), il
filoisraelismo acritico, il sostegno alle guerre coloniali della Nato, la
sottomissione al Vaticano, il condizionamento della CGIL alla quale ha
imposto di subire senza reagire una sconfitta dietro l'altra dei lavoratori
italiani, lo rendono pronto al definitivo superamento dell'"antiberlusconismo".
Forse
è solo a questo che lavora Napolitano: portare D'Alema e gli altri al
governo a dare una mano a Bossi, Calderoli, la Gelmini....
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, April 11, 2010 5:21 PM
Subject: Tra l'incudine ed il martello
CIPPUTI TRA L'INCUDINE ED IL MARTELLO
Cipputi è davvero disgraziato: è stretto tra l'incudine di Sacconi ed il
martello del PD. In più deve fare i conti con un Sindacato ansioso di
riuscire gradito alla Confindustria ed al Governo che a maggioranza ha già
firmato l'espropriazione dei suoi diritti e soltanto una parte, la CGIL,
continua a difenderlo sempre più debolmente, sempre con meno convinzione.
Ieri Sacconi si è presentato all'assemblea degli imprenditori italiani
riuniti a Parma per rassicurarli che l'art.18 sarà gestito dall'arbitrato.
Il ricorso al giudice del lavoro resterà una mera opzione formale ma dovrà
cedere il passo ad un decisionismo nelle procedure di licenziamento veloce,
sicuro, senza complicazioni. Si risponderà alle osservazioni del Capo dello
Stato con una riproposizione più accorta dell'arbitrato.
Inoltre Sacconi ha annunziato il suo programma di nazismo pedagogico delle
nuove leve giovanili
del lavoro. Esse non dovranno essere impregnate di nichilismo come quelle
degli anni settanta che
hanno impestato la scuola, la magistratura, l'editoria con le loro idee.
I giovani dovranno accettare i lavori anche più umili, essere educati dallo
Stato e dagli Imprenditori
al lavoro manuale. Ancora non sappiamo quali mezzi saranno adottati dal
Ministro: ci saranno corvee' obbligatorie per pulire le latrine? Che cosa
sono i lavori più umili?
Insomma alla fine degli studi e conseguite le lauree o i diplomi i titoli
di studio dovranno essere accantonati e si dovranno accettare tutte le
proposte che fanno gli imprenditori. In atto questo succede sempre più
frequentemente. La novità sembra consistere nelle pene che saranno inflitte
a coloro che oseranno rifiutare proposte, perchè troppo avvilenti.
Nell'Inghilterra della rivoluzione industriale il lavoratore era obbligato
a presentarsi ogni giorno al suo posto pena gravissime sanzioni. Un
lavoratore assente o fuggitivo poteva essere ripescato dalla polizia e
riconsegnato al suo datore di lavoro. In caso di recidiva poteva anche
essere impiccato.
Un odio profondo per i principi della giustizia sociale difesi dal
socialismo sembra guidare il livido e velenoso progetto del Ministro. Entro
maggio presenterà un progetto di demolizione dello Statuto dei Diritti dei
lavoratori. Al suo posto subentrerà uno Statuto dei Lavori che garantirà
diritti agli imprenditori e soltanto obblighi per i lavoratori..
L'assenza di serie resistenze, il collaborazionismo di Cisl e UIL, la
debolezza della CGIL paralizzata dai veti del PD che immobilizzano i suoi
funzionari, sembrano spingere il Ministro sempre più lontano
dall'esercizio di un equilibrata e serena gestione delle forze del lavoro,
verso non solo l'abrogazione di tutti i diritti dei lavoratori ma - ed è
questa la novità più odiosa e preoccupante - in direzione di una
legislazione di obblighi e di imposizioni. Lo squilibrio che si è creato per
la defezione dei Sindacati e del PD dalla difesa della classe lavoratrice
ha fatto perdere ogni senso del limite e del lecito. La destra italiana
chiede condizioni simili a quelle imposte ai lavoratori nell'Inghilterra o
nella Francia della industrializzazione. Il libretto di lavoro di Napoleone
con l'annotazione dei comportamenti del lavoratore sarà introdotto in
Italia?
Condizioni disumane e degradanti per gli esseri umani sono già in gran
parte praticate da una imprenditoria che occulta all'estero le sue
ricchezze e, senza voler generalizzare, ha in sè persone capaci di
squagliare nell'acido un operaio che sottrae un po' di benzina o di
bruciarlo vivo se reclama i salari arretrati, o costringerlo a farsi
scoppiare il cuore per racimolare
pochi euro nella raccolta dei pomodori.
Sacconi è il Ministro che non solo non ha niente da dire a coloro che hanno
ridotto in schiavitù gli immigrati ed anche i precari della legge Biagi, ma
spinge per una legislazione che renda quasi legale il loro comportamento
asociale.
Questa è l'incudine. Il martello è costituito dal PD che, in concorrenza
con la destra sempre per avere gli applausi dal grande parterre in giacca e
cravatta del Convegno di Parma, dopo il rinvio alle Camere
della 1167, propone in forma solenne la sua alternativa con il ddl
Nerozzi-Marini che introduce in Italia
quanto è stato duramente bocciato in Francia: il CUI (in Francia si chiama
CPE). Una proposta che non aggira con marchingegni giuridici l'art.18 ma
semplicemente lo sopprime con un contratto triennale che si finge di poter
trasformare a tempo indeterminato e che garantisce anche salari bassissimi,
minimi, al disotto financo della legge bronzea molto al disotto della
garanzia di sussistenza della vita dei lavoratori.
Nel miraggio di un passaggio al contratto a tempo indeterminato i
lavoratori saranno indotti ad essere non solo superzelanti ma ad aderire
alle scelte politiche gradite alle aziende e cancellare il Sindacato dalla
loro vita. Parlo naturalmente del sindacato autentico e non di quello
gradito al padronato che ieri si chiamava "giallo", ma oggi può essere
altro. Accetteranno qualunque sacrificio e paghe di fame.
Il messaggio che il PD lancia agli imprenditori è questo: la destra è
pasticciona e la 1167 modificata difficilmente supererà l'esame della Corte
Costituzionale. Noi tuteliamo assai meglio i vostri interessi: fidatevi di
noi! Il disegno di legge scritto da Boeri, Garibaldi, Ichino e presentato da
tutto il nostro gruppo senatoriale, vi garantirà la massima licenziabilità
ed inoltre bassi salari. Noi siamo più scaltri, più competenti. Non è un
caso che Treu e Damiano hanno criticato la 1167 anche se soltanto il giorno
stesso della sua approvazione. La soluzione PD mette a disposizione del
padronato uno strumento
che precarizzerà per sempre il lavoro italiano.
Cipputi, si guarda attorno e chiede aiuto per essere liberato dalla morsa
tra l'incudine ed il martello.
Ma non vede nessuno che abbia la forza necessaria per aiutarlo. I sindacati
confederali Cisl ed UIL lo hanno già posato. La CGIL mostra di voler fare
qualcosa per lui, ma molto di malavoglia. E' assai lontana dall'organizzare
in Italia un movimento come quello francese. Mugugna ed abbozza e, per farsi
perdonare la sua riluttanza a conficcare i suoi chiodi nella carne di
Cipputi, celebrerà assieme a CIsl ed UIL il 1 Maggio.
Pietro Ancona
http://digilander.libero.it/moses/rivindu7.html
http://www.liceomendrisio.ch/lime/scuola/napoleone/sei.html
http://www.paolonerozzi.it/blog/?p=160
http://www.marxismo.net/europa/francia_precariato.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Monday, April 12, 2010 3:52 PM
Subject: audizione quasi segreta
Audizione quasi segreta
Domani la CGIL sarà sentita dalla Commissione Parlamentare che sta
rivedendo la 1167.
Nessuna mobilitazione dei lavoratori. Silenzio assoluto.
Sosterrà l'articolo 18? Dirà che l'arbitrato non può essere abilitato a
discutere di licenziamenti?
Non lo sappiamo. Sappiamo che il PD ha presentato un disegno di legge che
sotterra l'art.18 (CUI il CPE francese). Un ddl firmato da ben 47 senatori
per dimostrare alla Marcegaglia la devozione confindustrialista del PD.
Cipputi è fottuto!!!!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, April 13, 2010 5:00 PM
Subject: In preda al panico
In preda al panico
(commento ad una proposta di Prodi)
Prodi è stato tra i maggiori responsabili della crisi del PD. Il suo
Governo bruciò rapidamente il programma che aveva concordato con la sinistra
costringendola poi ad una sconfitta elettorale che le è costata la
fuoriuscita dal Parlamento e difatto distrusse la stessa identità del
centro-sinistra e del PD.
In che modo Prodi realizzò questo capolavoro di suicidio? Ingaggiando una
gara con Veltroni a chi dei due si spostava più velocemente a destra da
loro denominata "centro". Il Governo Prodi stipulò accordi con i sindacati
di riduzione a livello di fame delle pensioni, consacrò per sempre il
precariato santificando la legge Biagi, ridusse la contrattazione sindacale
entro termini che hanno contribuito a fare dell'Italia il Paese a più bassi
salari dell'OCSE. I ministri della sinistra "radicale" tentarono di
migliorare gli accordi, ma le confederazioni sindacali insorsero sollevando
un problema quasi di "competenza delle decisioni". La questione fu sollevata
in modo assai sgarbato e perentorio da Epifani e Ferrero ha dovuto subire e
chiedersi il senso della sua presenza nel governo.
In politica internazionale il governo Prodi si attestò su linee di cieco
atlantismo. Non si domandò che cosa significa la presenza italiana in due
grandi armate di occupazione militare una regolare e l'altra di killers
contractors di oltre cinquecentomila soldati in due nazioni invase con
motivi grotteschi quali la ricerca di terroristi e di armi di distruzione di
massa inventati dal Pentagono e da Blair.
L'elettorato che aveva votato centro-sinistra e che era diventato
maggioranza, sia pure di poco,
fu deluso dalle scelte di Prodi, amareggiato e colpito nei suoi interessi
vitali. Inoltre, con la nascita del PD, Veltroni minacciò concretamente gli
alleati cacciandoli via dalla coalizione e, con un accordo con Berlusconi,
dal Parlamento.
Bersani, Ministro all'industria fece una "lenzuolata" di liberalizzazioni
che non sortirono alcun risultato oltre a quello di far lievitare il costo
delle prestazioni professionali. I farmacisti conservarono i loro privilegi
feudali e così i notai e le assicurazioni. Tutto si è risolto nella
possibilità di comprare nei supermercati alcuni prodotti di banco. Per il
resto siamo rimasti un paese rigidamente controllato dalle corporazioni e
dalle imprese. Le autorità costosissime che sono state preposte ai vari
settori ogni tanto elevano qualche contravvenzione con l'aria del vigile che
permette tutto ma ogni tanto deve fare finta di controllare.
La linea politica del PD è stata sin dalla sua fondazione un continuo
sbandamento a destra. Il PD è ossessionato dalla conquista dell'elettorato
di centro-destra e si è sforzato e si sforza di ingraziarselo con qualche
bel pezzo di carne. Ha donato le privatizzazioni che hanno appesantito di
costi quasi insopportabili i servizi e quindi le bollette degli utenti. Le
privatizzazioni hanno squartato dal di dentro la pubblica amministrazione
sottraendole i migliori settori. Tre giorni fa, per segnalare alla
Confindustria i suoi servizi , il gruppo PD del Senato ha presentato un
disegno di legge che introduce il contratto unico di ingresso che la Francia
ha rifiutato con durissime lotte. Questo contratto abbassa i salari
riducendoli a minimi e abolisce l'art.18 meglio di quanto sta facendo il
governo con la legge 1167 rinviata da Napolitano alle Camere e precarizza
tutto.
Mentre la destra si tiene ben stretto il suo elettorato aumentandone il
peso sociale e giuridico con leggi esemplari, il PD ha abbandonato a se
stessi ventiduemilioni di lavoratori italiani inventandosi teorie strane
come quelle della fine della classe operaia e della lotta di classe.
Aborrisce il conflitto sociale che per tanti anni ha garantito prosperità e
progresso all'Italia assicurando salari dignitosi e innovazione tecnologica.
Il PD non ha identità ed è in preda ad una crisi terribile. Non è più
l'Ulivo che aveva un progetto di rinnovamento democratico moderato ma civile
dell'Italia. Non è la Margherita e neppure il PCI. Non è niente! E' un
partito ossessionato dal bisogno che si è inventato di compiacere la
Confindustria ed il Vaticano.
In Sicilia collabora con Lombardo dello MPA ed ha creato al suo interno una
corrente "autonomista"
pronta a confluire nel partito del Sud. In Lombardia finanzia le ronde. Ha
perduto il suo smalto di partito di grandi amministratori locali aumentando
il costo della cittadinanza con le privatizzazioni.
Ora Prodi propone di dargli la botta finale. Farne un partito regionale con
venti Feudatari che eleggono l'Imperatore come nella Germania medioevale.
Sarebbe la perdita definitiva dell'anima di sinistra tuttora vivente in
milioni e milioni di compagni ma non più nella Nomenclatura, anima ripudiata
da Occhetto alla Bolognina quando scelse di diventare "democratico" cioè
borghese piuttosto che socialista, cioè strumento dei lavoratori.
Pietro Ancona
http://www.romanoprodi.it/articoli/italia/il-partito-democratico-ritrovi-le-sue-radici_1421.html
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/03/Italia-Ocse-salari-bassi.shtml?uuid=c7aaf112-ef93-11dc-8c36-00000e25108c&DocRulesView=Libero
http://www.cislscuola.it/files/AccordoGovernoOOSS_23lug_07.pdf
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, April 14, 2010 11:17 PM
Subject: perchè non si sciopera contro la 1167?
Perchè non si sciopera contro la 1167?
Entro i prossimi dieci giorni si decideranno le modifiche richieste
all'allegato lavoro legge 1167
dal Capo dello Stato. Sacconi ha fatto sapere che riproporrà il testo più o
meno come era stato licenziato dalle Camere mentre la Cisl vorrebbe
addirittura peggiorarlo spostando a dopo l'assunzione la stipula della
clausola compromissoria magari estendendo subito a tutti i lavoratori
attuali una norma teoricamente proposta per i nuovi assunti. Gli emendamenti
proposti dal PD sono stati giustamente criticati dal professore Gallino che
li ritiene al disotto di quanto chiesto dal Capo dello Stato.
La CGIL ha reso una dichiarazione in linea con le osservazioni del
Quirinale. Esclude l'arbitrato di equità ma non taglia il nodo gordiano con
un deciso colpo di spada sostenendo che nessun tipo di arbitrato anche se
concordato con il lavoratore possa decidere in materia di licenziamenti e di
giusta causa.
E' preannunziato un presidio del Parlamento il giorno dell'approvazione
della legge il 26 aprile. A cose fatte!
Nessuna mobilitazione nelle fabbriche e nel territorio tranne due iniziative
quasi simboliche. Penso che sarebbe stato opportuno uno sciopero generale di
almeno un'ora per tutti i lavoratori accompagnato da una azione di
sensibilizzazione della opinione pubblica. Questa inerzia sommata alla
sostanziale adesione di Cisl ed UIL e del PD alla modifiche proposte dal
governo darà ai parlamentari l'idea di una partita già decisa e
sostanzialmente abbandonata dalla CGIL che si limita a fare una battaglia di
retroguardia senza troppa convinzione. Anche il sindacalismo di base sembra
abbastanza frastornato ed assente.
La 1167 sommata alla legge Biagi, al nuovo contratto di lavoro romperà la
schiena ai lavoratori italiani che saranno ancora più ricattabili e privati
di un minimo di tutela.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: info@anpi.it
Sent: Thursday, April 15, 2010 3:58 PM
Subject: 25 aorile: giornata di lutto per la Costituzione perduta
25 aprile: giornata di lutto per la Costituzione perduta
Il 25 aprile di quest'anno arriva in un paese inquieto turbato da eventi
che ne hanno minato l'unità e la coesione. Non credo sia opportuna una
celebrazione unitaria mettendoci dentro tutti anche coloro che non si sono
mai riconosciuti e non si riconoscono nei valori espressi dalla Resistenza e
racchiusi nella Costituzione. Le forze che fecero il 25 aprile sono state
sconfitte e sono diventate minoritarie ed in preda al disorientamento ed a
vere e proprie crisi di identità. Il coacervo di forze antiresistenziali
oggi maggioranza pretendono riforme con cui cancellare i tratti
fondamentali della democrazia italiana. Una forza cresciuta come un tumore
nel Nord del Paese, con una lucida strategia secessionistica, usa la sua
presenza nel governo per accumulare potere e sottrarre risorse al
Mezzogiorno d'Italia, risorse che alimentano enormi clientele elettorali del
Nord. Ora governa il Veneto ed il Piemonte e ha già messo l'ipoteca su
Milano. Chiede le Banche del Nord come compenso all'appoggio "leale" dato a
Berlusconi.Il controllo leghista del Nord coincide con una decadenza dei
diritti di cittadinanza. Nelle zone controllate dalla lega se non si è un
elettore di Bossi si hanno minori diritti nella fruizione dei servizi della
pubblica amministrazione. Siamo al punto che viene negata la sepoltura ai
musulmani e si invoca l'espulsione di tutti i meridionali a cominciare dalle
scuole e dalla magistratura.
Queste forze di rottura dell'unità nazionale non operano soltanto dentro il
Nord ma controllano, assieme a Berlusconi ed agli ex fascisti il Paese.
Realizzano politiche e riforme che discriminano e colpiscono gli stranieri,
i lavoratori, la scuola, il Sud. Quest'anno spariranno altri 40 mila
insegnanti. Con le nuove leggi sul lavoro
si realizzeranno strumenti di espulsione dalle aziende che permetteranno
alle imprese di selezionare la manod'opera anche su base etnica.
L'abolizione dell'art.18 si iscrive nel disegno di razzismo regionale dal
momento che priverà di difese i lavoratori in atto occupati.
La principale forza politica che dovrebbe garantire la difesa della
Costituzione è in preda ad una schizzofrenia che ne distrugge l'identità.
Finirà con il partecipare, come sollecita il Capo dello stato,alle riforme
che vuole la destra italiana.L'Italia perderà i suoi presidi democratici: La
Corte Costituzionale e la Magistratura. Il Parlamento è già stato ridotto a
mero orpello del Governo. La sinistra vi è stata esclusa con un colpo di
mano bipartisan. Il PD ha fatto proprie le politiche leghiste law end order
con due leggi sulla "sicurezza" che hanno stravolto il diritto. L'Italia ha
lagers per stranieri tra i più immondi del pianeta forse non molto al
disopra di quelli della Libia e carceri popolate in gran parte da stranieri
dove il suicidio è quasi un evento quotidiano.
Bisogna fare di questo 25 aprile una giornata non di festa ma di lutto.
Lutto per la libertà e la democrazia perdute, lutto per le leggi che rendono
penosa la condizione dei lavoratori e che hanno il consenso di tutta
l'Oligarchia, lutto per leggi elettorali che privato la cittadinanza del
diritto di eleggere i suoi rappresentanti, lutto per le riforme prossime
venture che ci faranno rimpiangere financo lo Stato Umbertino. Lutto per i
massacri ai quali partecipiamo nelle guerre coloniali dell'Occidente, lutto
per la sostituzione ai martiri della Resistenza e della Libertà dei
repubblichini di Salò. Non più le vittime jugoslave della ferocia fascista,
non più il ricordo degli orrori della risera di SanSabba
Dall'Europa non giungono segnali incoraggianti. In Ungheria tornano i
nazifascisti che furono tra i più feroci tra la prima e la seconda guerra
mondiale. La Polonia sta deificando un individuo morto probabilmente per la
sua arroganza dandogli sepoltura nel Pantheon della Patria. Un individuo che
ha schedato tutti i cittadini, processato e dimezzato la pensione al
Generale Yeruzeski vero eroe della nazione polacca.
Pietro Ancona
http://digilander.libero.it/lopreda/storiari.htm
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, April 17, 2010 4:52 PM
Subject: Fini, il PD e la borghesia italiana
FINI, IL PD E LA BORGHESIA ITALIANA
la battaglia di Fini è perduta. Arriva fuori tempo massimo. La borghesia
italiana non vuole più essere liberal, desidera continuare con Berlusconi e
con Bossi. Sopratutto con Bossi. Osservate con quanta tenacia il Corriere
della Sera ed il Sole 24 ore sono impegnati a valorizzare ogni cosa della
Lega a cominciare dal decisionismo volgare e razzista dei suoi esponenti.
Gli arcigni ed arroganti opinionisti di questi giornali hanno forse
criticato l'esclusione dei bambini dalla mensa scolastica? Hanno forse
esecrato il rifiuto alla sepoltura della piccola musulmana? Bossi rivendica
il signoraggio delle Banche del Nord e non si trova niente da ridire. Si
trovò molto da dire su Fassino che si rallegrava della conquista della Banca
Nazionale del Lavoro e se ne fece uno scandalo giudiziario. Ma, si sa, le
cose cambiano! Oggi Formigoni che rappresenta un punto di fusione
ideologico del PDL con la Lega ha rivendicato alle scuole lombarde la
selezione degli insegnanti.
Il federalismo ha dato il colpo di grazia alle velleità di Fini di dare
vita ad una proposta democratica e civile della destra. La nuova
Costituzione sarà come la vorrà Berlusconi ed in questo non mancherà il
concorso del PD oggi in preda ad un marasma identitario che ne fa un partito
surreale votato da persone che non sanno a quale altro santo votarsi.
Perchè la borghesia italiana sta comoda con Berlusconi e Fini? A mio
sommesso parere perchè non ha alcun bisogno di essere liberal, di avere un
partito dialogante con la sinistra ed i sindacati. La sinistra in Parlamento
è rappresentata dal PD che nega di essere di sinistra (sic!!) ed i
Sindacati sono interni ad un veloce processo di loro istituzionalizzazione
attraverso la sussidiarietà ed il consociativismo. Non c'è niente da mediare
con i lavoratori perchè tutto è stato ceduto. Non esiste più conflitto
sociale tranne quello che divampa spontaneamente fuori dall'orbita dei
sindacati confederali e viene subito spento. I lavoratori sono soli e la
loro solitudine è tale da indurli soltanto alla disperazione. Fanno gli
stiliti come certi cristiani del medioevo ma anche se riempiranno i tetti di
tutte le città come le antenne televisive non riusciranno a smuovere niente
dalla palude sociale
nella quale sono affondati. Si sta facendo forse una sola ora di sciopero a
difesa dell'art.18?
Il PD occupa in Parlamento lo spazio che in tutta Europa è occupato da
partiti socialisti e socialdemocratici. Ma non è né socialista né
socialdemocratico. Ha rinunziato alla rappresentanza "politica" dei
lavoratori italiani per aspirare a conquistare parte del blocco sociale,
dell'elettorato della destra. Aspirazione spesso frustrata ma che
sbigottisce il suo elettorato. Il Parlamento italiano è profondamente
squilibrato a destra. E' tutto di destra!
In sostanza, l'assenza di sinistra, di socialismo, di sindacato e di
conflitto sociale rende inutile la creazione di un'area come quella che
vorrebbe Fini. Perchè la destra italiana dovrebbe essere civile se non lo è
la "sinistra"? Forse i Sindaci del centro-sinistra non hanno usato le ruspe
contro i rom come il caposcuola Gentilini di Treviso? Forse il PD non è
disposto a riformare la Costituzione con Berlusconi sapendo perfettamente a
che cosa va incontro?
Napolitano insiste per la coesione e per la collaborazione. Un Parlamento
ridotto al silenzio dai voti di fiducia e dai decreti governativi non è il
luogo migliore per una dialettica democratica. La linea di Napolitano "rema"
contro i tentativi di rinnovamento della destra di Fini dal momento che
aborrisce
il conflitto politico e vorrebbe l'Oligarchia pacificata e unita nei
Palazzi.
Nel PD c'è chi propone una coalizione con Casini e Fini. Proposta basata
su calcoli di Palazzo e lontana da un'analisi corretta della realtà italiana
e dallo stadio della lotta di classe per l'egemonia. La borghesia
oltranzista e negazionista dei diritti ha vinto su tutta la linea. Il PD e
la CGIL non la contrastano Il PD presenta un ddl di precarizzazione del
lavoro e di deroga dai diritti che in Francia è stato bocciato da lotte
intensissime dei lavoratori e degli studenti. Presenta le sue credenziali
alla Confindustria dicendole: noi siamo più bravi del Pdl nel servirti! Ma
il pd non ha più niente da offrire perchè tutto è già stato dato in almeno
un decennio di deregolation di quanto costituiva quasi un tabù per la
sinistra: il lavoro, la scuola, la sanità, la pace. Ora é tutto un campo di
macerie e la cultura della destra domina e sovrasta gli scenari della
politica e della società italiana.
Se la sinistra cacciata via dal parlamento é in grado di scacciare il PD
dallo spazio elettorale che occupa illecitamente le cose potranno cambiare.
Ma questo è del tutto improbabile dal momento che
il dissenso ed il disprezzo reciproco caratterizza tutte le formazioni
comuniste paralizzate da una ridicola e grottesca litigiosità come certe
sette religiose.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, April 14, 2010 9:46 AM
Subject: lo spauracchio di AlQaeda
LO SPAURACCHIO DI ALQAEDA
Il meeting organizzato da Obama a Washington sulla sicurezza nucleare ha
avuto come obiettivo principale l'isolamento dell'Iran dal consesso
internazionale delle nazioni in vista di una possibile aggressione
sollecitata da Sarkozy. L'Iran non è stato invitato ma soltanto iscritto
nella lista dei cattivi assieme alla Corea del Nord. Israele, invitato, ha
preferito disertare come normalmente fa per gli incontri internazionali per
non rendere conto del suo arsenale nucleare che non ha mai ammesso o negato
di possedere.
La strategia propagandistica di Obama non è molto diversa da quella di
Bush: al posto dei paesi "volenterosi" un accordo tra 47 Stati che ribadisce
i trattati di non proliferazione. Una occasione anche per lusingare la Cina
a concorrere allo strangolamento economico dell'Iran con le sanzioni
avendone in cambio petrolio dal Golfo Persico. Una pressione sulla Russia
perchè non protegga l'Iran avendone in cambio il "congelamento" delle
installazioni missilistiche Usa ai suoi confini.
Non si è trattato di una iniziativa di pace ma di una strattonata degli
USA al mondo perchè si allinei senza discutere sulle sue posizioni ed
agevoli la realizzazione di una strategia che è rivolta al dominio globale,
all'imprigionamento del pianeta nella rete della sua potenza e delle sue
basi nucleari.
Il fantasma di AlQaeda è stato agitato per terrorizzare l'opinione pubblica
mondiale. Si paventa il pericolo che AlQaeda si impossessi di una o più
bombe atomiche. Sono dieci anni che gli USA straparlano di AlQaeda, di Bin
Laden, del terrorismo senza fornire uno straccio di prova, una vera
documentazione dell'esistenza di questa fantomatica "spectre". La guerra
all'Afghanistan costata finora centinaia di migliaia di morti e lutti
infiniti è stata giustificata con la necessità di scovare nelle sue montagne
la banda di Bin Laden. Dieci anni di guerra e di stragi di tanti innocenti
non sono bastati
e proprio ieri in Pakistan aerei occidentali hanno provocato una ennesima
strage di civili. Dubito molto della esistenza di AlQaeda e se esiste sono
portato a condividere l'opinione di chi ritiene che si tratti di una agenzia
della Cia e del Pentagono.Che oggi il Presidente degli Usa in persona agiti
lo spauracchio di una minaccia nucleare del terrorismo lo trovo grottesco ed
inquietante. Grottesco perchè del tutto inverosimile, inquietante perchè
potrebbe giustificare un nuovo giro di vite, altre imminenti aggressioni
verso paesi finora risparmiati ma nell'elenco degli Stati "canaglia"
compilato dall'amministrazione americana.
L'iniziativa di Obama non è stata un consesso alla pari. Tutti i paesi del
mondo sono stati chiamati a sentire le sue "direttive" a prenderne atto per
affrettarsi a condividerle pena essere segnati nel quaderno dei renitenti.
A nessuno è stato chiesto di esprimere una opinione, un giudizio. Certo
sarebbe stata assai più auspicabile una iniziativa per definire la pace in
medio oriente e la fine della guerra in Irak ed Afghanistan. Sarebbe stato
bello ed assai civile parlare della prigionia dei due milioni di abitanti di
Gaza, chiusi in un lagers dove debbono morire di stenti.
Ma l'agenda è dettata dagli USA e si parla soltanto delle cose che sono
nella loro convenienza. La guerra in Afghanistan e Pakistan continuerà,
l'Iran viene minacciato di sterminio nucleare dal momento che si esclude una
guerra convenzionale difficile da sostenere per gli Occidentali, i programmi
di espansione coloniale di Israele continueranno ad andare avanti.
L'incontro di Washington conferma e sottolinea la strategia
politico-militare di una leaderchip che non è di pace ma di progressiva
erosione delle zone del mondo ancora autonome e indipendenti. Gli Usa
ritengono avere la missione divina di diffondere la loro ideologia in
tutto il mondo. Non sopportano nazioni di cultura diversa. A cominciare
dalla cultura persiana. Il loro stile di vita e le loro multinazionali
debbono essere il paradigma per tutti.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, April 18, 2010 5:22 PM
Subject: Cronache del Regime
CRONACHE DI REGIME
Ieri la grande manifestazione per Emergency con bellissimo e civilissimo
discorso di Gino Strada contro la guerra che l'Occidente fa ai popoli poveri
del mondo. Non ammazzare! L'adesione è stata grande ed è la prova che
l'Italia ha ancora un cuore ed una ragione non offuscata dalla prepotenza
dei Berlusconi e dei La Russa. Anche se la CGIL ed il PD non partecipano più
ai cortei per la Pace!
Il governo ha mandato una educata letterina a Karzay con la quale si chiede
un trattamento equo, un processo "trasparente". Il mafioso di Kabul ha
risposto assicurando che il processo sarà giusto. Intanto tiene in carcere i
nostri volontari e sequestra l'ospedale. Ha capito benissimo che la
posizione del governo italiano non è proprio di sostegno della innocenza che
non deve essere dimostrata dei volontari rapiti.
Il governo italiano non esclude la colpevolezza dei tre di emergenzy.
Certo, per lavorare con Emergenzy magari sono comunisti e quindi
filoterroristi....Insomma, il governo italiano regge il sacco a Karzay e
magari agli inglesi ed alla Nato che stanno dietro l'operazione Emergenzy.
Non si vogliono testimoni a quanto sta per accadere, ai nuovi massacri di
popolazione civile.
Ai funerali di Raimondo Vianello scenate disgustose di
televisione-spazzatura del pianto e del dolore. Si vede la testa cadaverica
con occhio bendato della povera Sandra Mondaini che emerge dietro la bara
del marito. E' in carrozzella e Berlusconi le tiene stretta la testa tra due
mani con presa pesante adatta ad essere ben ripresa dalla telecamera. Si
sente Pippo Baudo che intima con vocione baritonale alla disgraziata e
frastornata vedova: "Grida Raimondo, grida Raimondo!!!". Avessero avuto un
minimo di riguardo per la anziana attrice risparmiandole l'esposizione del
viso devastato dalla malattia e dalla sofferenza! Desolante!
La novità dell'Italia è che non abbiamo più soltanto Berlusconi ed i
Berluscones. Da qualche tempo abbiamo anche i principi e le principesse
ereditarie che intervengono nel pubblico dibattito per difendere cotanto
padre e bacchettare i reprobi. Ieri, Marina Berlusconi, Presidente della
Mondadori (acquisita dal padre con il noto "lodo" causa di pesanti guai
giudiziari a Previti ed altri e da lui "miracolosamente" scampati) ha
bacchettato Roberto Saviano che si era permesso di dissentire dalle critiche
del Presidente del Consiglio. Critiche per le quali i libri o le fictions
che si occupano di mafia diffamano l'Italia e sarebbero addirittura
diseducativi per i giovani ai quali trasmetterebbero modelli criminali.
Non è un rilievo nuovo. Non dimentichiamo che il punto di partenza
originario di questo atteggiamento è stato "la mafia non esiste". Dal
momento che non si può continuare a sostenere questo bisogna almeno tacere,
osservare il silenzio, non infangare il buon nome dell'Italia. Tesi da
sempre cara alla "cupola".
Oggi l'artiglieria pesante dei massmedia della "famiglia" attacca Fini.
Feltri ha parole di grande indignazione ed indica come caccia alle poltrone
ed a posizioni di potere le motivazioni che lo muovono.
Anche Libero gli dedica commenti velenosi e pesanti. Insomma, quello che fa
Berlusconi non deve essere discusso. Bisogna soltanto tacere, obbedire e
combattere......
Stupisce per la sua mediocrità banale il commento di Bersani: anche quando
litigano tra di loro non si interessano dei problemi dell'Italia! Ma che
stupidaggine! Avrebbe potuto almeno indicare nell'egemonia leghista sul
governo una valida ragione per la protesta di Fini. L'egemonia della Lega
sul Governo dovrebbe anche riguardare il PD dal momento che si traduce in
misure che dividono profondamente l'Italia e ne fanno uno Stato autoritario
e razzista anche verso i meridionali. Le cose dette da Formigoni sul
reclutamento dei professori avrebbero dovuto allarmarlo!
Ora ridurre la questione ad una rissa interna al PDL è dire la stessa cosa
che dicono i giornali della famiglia di Berlusconi.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Tuesday, April 20, 2010 5:24 PM
Subject: "inter persecutiones mundi et consolationem Dei”
"inter persecutiones mundi et consolationem Dei"
La questione "pedofilia" è stata completamente ribaltata. Fino a quando le
notizie arrivavano dalle agenzie ed i giornali non potevano fare a meno di
pubblicarle siamo stati informati di quanto accadeva e potevamo partecipare
alla crescente indignazione del mondo per l'enormità dello scandalo di
migliaia e migliaia di bambini abusati. Bambini spesso istituzionalizzati in
orfanotrofi e completamente nelle mani degli Orchi in sottana nera. Bambini
sordo-muti che non potevano gridare e comunicare
la loro sofferenza. In genere appartenenti a famiglie poverissime o
addirittura orfani. Senza alcuna difesa sociale. La Chiesa, attraverso suoi
altissimi dignitari, aveva reagito con arroganza, senza mostrare un briciolo
di umanità per le vittime, aveva gridato al complotto, aveva minimizzato. La
percentuale dei preti pedofili è di "appena" l'uno per cento (non è vero ma
è stato detto)... la pedofilia esiste nelle famiglie e nella società civile
più o meno nella stessa percentuale che nella Chiesa..... Il Papa è oggetto
di un grave attacco, la Chiesa è sotto attacco....etc...etc.... Ma, la
valanga di denunzie e di rivelazioni era tale da rendere inutili e
grottesche le risposte spesso controproducenti come quella del Cardinale
Bertone che legava pedofilia ad omosessualità..
Ma ora la questione è filtrata dai "vaticanisti" dei giornali. Dalle
notizie e dai commenti si passa ad un livello diverso, al filtro di coloro
che sono adibiti dai grandi giornali italiani ad un rapporto permamente,
professionale, con il Vaticano. Questi signori non spingono mai le loro
critiche oltre un certo limite. I loro rapporti con la Chiesa entrerebbero
in crisi. Non dimentichiamo che il Vaticano è uno Stato indipendente ed il
lavoro di quanti si occupano di Chiesa Cattolica nella stampa italiana
dipende molto dalla loro buona fama al di la del Tevere. Ed ecco quindi la
metamorfosi della questione dei pedofili. Il dolore è della Chiesa che è "“inter
persecutiones mundi et consolationem Dei”». Il Papa, noto al mondo intero,
per il suo conservatorismo, per avere recuperato LeFebre ed avere messo
all'indice il Concilio Vaticano Secondo, diventa Colui che farà la grande
Riforma, che cambierà tutto. I nostri grandi vaticanisti non dicono che cosa
e come questo Papa cambierà la Chiesa. Si limitano a confidarcelo, a
suggerire un orizzonte pieno di novità che avremo la ventura di conoscere
in seguito.
La sofferenza di migliaia di vittime è stata cancellata! Quello che oggi
conta è il Dolore del Papa per la Chiesa "ferita e peccatrice" ma che
tuttavia gode della "consolazione di Dio".
In verità, questa Chiesa non mi pare penitente, non si è cosparso il capo
di cenere, non cambia rotta.
Il Papa, appena tornato dal viaggio propagandistico e di "recupero" a Malta
dove una quantità impressionante di preti erano dediti allo stupro di
orfanelli, ha celebrato il suo potere con un fastoso pranzo di ottanta
cardinali che gli hanno confermato la loro fedeltà nella lotta che sembra
imperversare nei Palazzi del Vaticano e che ha già fatto qualche vittima.
Ma, per quanto si riesce a capire, non si tratta di una lotta motivata da
grandi questioni ideali, da una interpretazione discordante del
cristianesimo tra i Grandi Oligarchi. Il processo di purificazione non si
capisce su che cosa avverrà e che cosa dovrà disinfettare. Solo il Cardinale
Martini ha affrontato la questione del celibato proponendone la discussione.
Ma Martini conta moltissimo nel popolo dei cattolici e quasi niente nella
Gerarchia. La donna resta la grande discriminata. Non potrà accedere a
nessun grado della gerarchia ecclesiastica. Non potrà mai celebrare Messa nè
diventare Cardinale o addirittura Papa. E' blasfemia, è demoniaco solo
accennare ad una ipotesi del genere!
Insomma, sono bastati pochi giorni ed il tiro è stato corretto. Vittima è
il Papa oggetto di una campagna di calunnie e di odio. Vittima è la Chiesa
che però ha la consolazione di Dio. La pedofilia dei preti godrà del
silenzio garantito dal Codice Canonico. Non tutte le vittime sono o saranno
in grado di sostenere le loro ragioni. Molti di loro non hanno i mezzi ed i
sostegni necessari per combattere contro una istituzione onnipotente come la
Chiesa Cattolica. Di quanto accade agli orfanelli in Africa, in SudAmerica,
in Asia non sapremo mai niente. E' stato già tanto difficile fare emergere
la verità in società forti come gli USA, la Germania, l'Austria, la stessa
Italia.
La Chiesa resterà per ora quella che è e la pedofilia le resterà endemica
perchè legata alla sua natura di corpo separato ideologicamente
sessuofobico. La donna resta "la porta dell'inferno".-
Pietro Ancona
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo479490.shtml
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/04/19/visualizza_new.html_1764362703.htm
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-------- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, April 21, 2010 4:29 PM
Subject: Il PD lascia cadere il tentativo di Fini
Il PD lascia cadere il tentativo di Fini
Sbaglia Fini a restare nel PdL perchè non avrà alcuna possibilità di
condizionare o modificare il programma di governo che Berlusconi, appoggiato
da Bossi e Bossi, appoggiato da Berlusconi realizzeranno. Avrebbe dovuto
rifare subito il gruppo parlamentare di AN e ricostituire il Partito
che, prima della esperienza maggioritaria e governativa, aveva un notevole
radicamento nel territorio.
Restando nel Pdl sarà soltanto prigioniero e non gli sarà concesso neppure
di cambiare qualche virgola come è successo finora. Ma probabilmente non
tutti i suoi amici erano disponibili ad uscire dal PDL.
Comunque, I 75 parlamentari AN che si sono dissociati da Fini e
riconosciuti "lealisti" non avranno vita facile nel Pdl. Oramai sono nelle
mani degli altri. L'iniziativa degli ex colonnelli ed ora pretoriani di
Berlusconi è stata soltanto un gesto di servilismo. Cicchitto e Bondi
potranno disporre per loro quello che riterranno più conveniente.
Se Fini scegliesse di tagliare nettamente il nodo gordiano i reclutati di
La Russa e Gasparri potrebbero entrare in crisi. Insomma, una qualche strada
per il successo strategico della sua iniziativa potrebbe aprirsi.
Bisogna tenere conto della sofferenza dell'elettorato meridionale di
destra. Mentre Bossi gonfia il petto tronfio di successi e drena risorse su
risorse nella Padania anche ad opera del fidatissimo amico Tremonti, le
fonti statali per il Mezzogiorno si sono inaridite da un pezzo. Il fiume è
stato deviato e
gli specchietti per le allodole della Banca del Sud e del Ponte sullo
Stretto hanno cessato di funzionare. Un pezzo dello stesso PDL capeggiato da
Miccichè è pronto alla costituzione di un Partito per il Sud. Berlusconi non
sarà in grado di fermare l'emorragia perchè deve fare ingrassare l'oscena
mignatta leghista che si è attaccata al collo dell'Italia. La Lega assume
connotazione sempre più nazifasciste. Lo vedremo nel corso di questo 25
aprile che sarà popolato da manifestazioni contro La Resistenza e di
rivalutazione della memoria della destra. Anche Napolitano ha dato una mano
per questo quando ha deciso di santificare le Foibe ed ignorare i lagers
italiani in Jugoslavia.
E' in corso la campagna di criminalizzazione di Fini da parte degli uomini
del Caudillo. Il 20 aprile è equiparato al 25 luglio, alla seduta del Gran
Consiglio Fascista che mise in minoranza Mussolini. Fini non ha messo in
minoranza Berlusconi, ma ha attaccato il suo dominio assoluto sul PdL. Non
gli sarà perdonato anche se forse domani alla riunione della direzione pdl
si troverà un escamotage per sterilizzare per il momento la crisi.
E' stupefacente in questo contesto la reazione del PD. Bersani, Letta e gli
altri sembrano sconcertati e seccati per l'iniziativa di Fini ed
dissimulano a stento malcelata ostilità. Sostengono che, con queste
divisioni, non si potranno fare le "riforme" come se queste fossero
essenziali per l'Italia. A rivedere una per una tutte le posizioni che Fini
ha messo insieme nel corso di questi mesi viene fuori un programma di scelte
condivibili che vanno dalla integrazione degli immigrati, alla giustizia, al
ruolo del Parlamento. Il PD non offre alcuna sponda a queste scelte, non
decide di sostenerle anche se sono compatibili con quelle di una sinistra
democratica se non proprio socialista. La sua ala liberal si riunisce a Val
Montone e si pronunzia su tre punti assai vicini alle richieste
berlusconiane: no allo Statuto dei Lavoratori, si alla "sicurezza", si alla
riforma della giustizia. Il vice Segretario del PD Enrico Letta presenta un
programma in dieci punti che è un mero supporto della Confindustria. Il
gruppo senatoriale del PD deposita il ddl Nerozzi-Marini che introduce in
Italia il CPE respinto da grandi lotte della classe operaia e degli studenti
francesi. Lo chiamano CUI e prevede l'abolizione dell'art.18 e la
precarizzazione di tutti i contratti. Bersani ha liquidato il contrasto
Fini-Berlusconi così: "pensano ai loro problemi e non agli italiani"!
Non mi pare che si possa liquidare la questione sollevata da Fini con
queste parole che mostrano incomprensione e financo fastidio.
Forse avevano una sceneggiatura già pronta per alcuni minuetti da fare con
Berlusconi attorno alla Costituzione italiana e sono irritati per la
"complicazione" Fini.
Se il PD fosse davvero un partito di opposizione, una sinistra democratica,
l'azione di Fini potrebbe innescare un processo di riconquista della
libertà, della democrazia e del benessere che l'Italia ha perso.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Friday, April 23, 2010 10:19 AM
Subject: Il coraggio di un leader
Il coraggio di un leader
Ieri Fini è stato nella fossa dei leoni. Un'assemblea ostile fin quasi a
menare le mani, popolata di squallidi arnesi di regime, gente pronta alle
ingiurie ed alle offese più gravi per il "ribelle" solo per farsi sentire e
notare dal Caudillo ossessionato da un solo problema: ottenere le
dimissioni del Presidente della Camera. Berlusconi ha chiuso la riunione con
una votazione da Politburo: 159
voti contro 11. Ma questi undici voti hanno spezzato l'incanto che tiene
prigioniera l'Italia da anni. Undici persone coraggiose che hanno sfidato il
linciaggio di una maggioranza fanatizzata dal culto delle personalità del
ricchissimo miliardario che si sente onnipotente.
Fini non si è fatto intimidire. La defezione di suoi ex "colonnelli" e
l'isolamento non lo hanno scoraggiato. Ha elencato puntualmente quanto non
condivide dei comportamenti e del progetto politico di Berlusconi. Una lunga
serie di punti dall'immigrazione alla giustizia sui quali non si può non
convenire. Ma la cosa più importante che ha detto riguarda la Lega che, dopo
le elezioni regionali e la conquista di due importanti regioni del Nord,
rischia di espandersi e di inghiottere nella sua visione razzista lo stesso
elettorato del Pdl. La Lega che detta le riforme, che nega la mensa ai
bambini e sepoltura ai musulmani, che attraverso Formigoni, vuole il
reclutamento su base regionale degli insegnanti e che, ieri, ha proposto i
contratti di lavoro su base territoriale, rischia di diventare
l'ideologia e la politica di tutto il PdL e di guidarne una involuzione
xenofoba e di rottura della coesione sociale e dell'unità nazionale.
Berlusconi sa di avere perduto l'adesione o la sottomissione di Fini al suo
progetto di riforme costitu
zionali. Fa finta di aver perso interesse per esse ma in verità sa che se
non demolisce la Costituzione cambiandone i principi non è destinato a fare
ancora molta strada. La sua leaderchip è come una ameba insaziabile: ha
bisogno di inghiottire quanto resta ancora delle regole e delle salvaguardie
del diritto. Per quanto possa guastare forzando in Parlamento con leggi che,
anche se ottengono il timbro del Capo dello Stato, restano scandalose e
precarie, se non abbatte la legge fondamentale dello Stato
non potrà mai diventare il dittatore d'Italia.
Per questo deve sfrattare Fini da Presidente della Camera. Ma, come osserva
giustamente Bobo, la Camera dei Deputati non è la Rai. Non sarà facile un
pronunziamento o una sorta di impeachment.
Alla ingiunzione di Berlusconi si è unito, con più di una accusa, il
Presidente del Senato che ha sollecitato le dimissioni di Fini.
Credo che sarebbe opportuna una nota del Quirinale a difesa delle
Istituzioni. Non si può consentire al Capo del Governo di attaccare la
Presidenza della Camera perchè occupata da persona che non la pensa come
lui.
Ieri Fini ha speso se stesso nell'ipotesi di una destra civile che torni
ad isolare la Lega anche nel Nord. E' evidente che per quanto Bossi voglia
nascondere le sue reali intenzioni e la sua vera natura totalitaria (nel
territorio controllato dalla Lega è difficile vivere se non si ostenta una
cravatta verde), il suo obiettivo è una sorta di leghizzazione del PdL,
scopo che Berlusconi sembra condividere per il suo forsennato obiettivo di
cambiare le regole.
A due giorni dal 25 aprile, un uomo proveniente dalla scuola di Almirante
ma maturato attraverso un lungo percorso verso la libertà e la democrazia,
ha dato un significativo contributo alla celebrazione della Resistenza e dei
suoi valori racchiusi nella preziosa Carta Costituzionale che faremmo bene a
non toccare mentre la minaccia del secessionismo e del razzismo incombono.
Farebbe bene Napolitano a non sollecitare "coesione" verso "riforme" che
oggi non potrebbero che essere disastrose per l'Italia.
Unisco a questo scritto il testo del discorso pronunziato da Fini. Una
sinistra consapevole dovrebbe
prenderne atto e valorizzarlo: è la prima porta che si apre, dopo tanti
anni, verso una possibilità diversa da quella imposta da Berlusconi e da
Bossi e non adeguatamente contrastata dal PD.
Pietro Ancona
http://www.ffwebmagazine.it/ffw/page.asp?VisImg=S&Art=5343&Cat=1&I=immagini/Foto%20A-C/bandierepdl_int.jpg&IdTipo=0&TitoloBlocco=Politica&Codi_Cate_Arti=27
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Saturday, April 24, 2010 5:22 PM
Subject: la scissione necessaria
LA SCISSIONE NECESSARIA
Se Fini, dopo la reazione di Berlusconi e dei suoi pretoriani alle sue
critiche e dopo l'approvazione di una mozione finale che ricorda frasi e
toni da centralismo democratico di memoria stalinista, resta nel PDL rischia
di ridurre e derubricare a mera questione interna le sue posizioni.
Posizioni che denunziano una crescente colonizzazione della ideologia
leghista del PDL sempre più condizionato e vincolato dall'agenda dettata da
Bossi. Quando Formigoni propone un reclutamento su base regionale degli
insegnanti fa propria una rivendicazione identitaria dei leghisti che
vogliono espellere
dalla scuola, dalla magistratura, dalla pubblica amministrazione i quadri di
provenienza esterna alla Padania. Il processo di leghizzazione del PDL è in
fase avanzata ed impregna sempre di più la legislazione e gli atti del
governo. Basti pensare alle tristi vicende del centocinquantesimo
dell'Unità d'Italia ed alla proposta di sottoporre ad un esame di lingua
italiana i commercianti stranieri.
Nel Pdl non c'è alcuna possibilità che si cambi linea e che i valori di cui
Fini si è fatto portatore, frutto di un sofferto ripensamento di sue
precedenti convinzioni, conquistino il cuore e la maggioranza del Partito.
Partito espressione di una borghesia illiberale che mostra il bastone. Basti
pensare alle recenti dichiarazioni di Marchionne che, senza tanti giri di
parole, invita i lavoratori italiani a piegarsi alle sue richieste pena il
trasferimento della Fiat all'estero. Basti ricordare il trattamento che gli
agrari della valle padana (e non solo loro) infliggono ai contadini indiani
o rumeni. Il Pdl è espressione di un ceto imprenditoriale che si è fatto
violento e che si riconosce molto nelle posizioni di Bossi anche se vota
Berlusconi.
Il nuovo Fini non sopravviverà nel PDL. Deve uscirne subito, creare un suo
raggruppamento, agire in Parlamento come forza autonoma animata da una
visione di destra civile. Se non farà la scissione
è destinato a deperire oppure ad andare a Canossa ammesso che il Caudillo
abbia voglia di riprenderlo e di perdonarlo. Se farà la scissione
costringerà il PD che oggi lo fa cuocere nel suo brodo ad apprezzare le sue
posizioni e da forza marginale potrà evolvere fino a diventare una
significativa forza politica.
La politica non è soltanto l'arte di barcamenarsi in una situazione data
ma la realizzazione di ideali, di una utopia. Se Fini è davvero convinto,
come sembra, della necessità di estirpare dall'Italia il tumore del razzismo
e del sovversivismo del movimento nazifascista della Lega, ora e subito deve
lasciare Berlusconi ed i suoi cortigiani, per intraprendere il duro cammino
di un recupero della Costituzione e della Repubblica democratica. E' il solo
modo per liberarsi dalle gravi responsabilità di una quasi ventennale
collaborazione con Berlusconi e Bossi.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Tuesday, April 27, 2010 7:16 AM
Subject: Primo Maggio umiliato
1° Maggio umiliato
Il peggiore viatico il 1 Maggio lo riceverà dalla cosiddetta approvazione
delle modifiche richieste dal Capo dello Stato alla 1167. La stampa ha
divulgato la notizia di un accoglimento delle osservazioni fatte dal
Quirinale sull'arbitrato. Si tratta di una notizia falsa diramata da una
informazione faziosa e ferocemente classista al servizio di una
imprenditoria e di un ceto politico che hanno già trasformato le redazioni
dei giornali in luoghi di sfruttamento di migliaia di giovani che approdano
alla professione
per venire inghiottiti dal tunnel del sottosalario e della precarietà. La
Cisl e l'Uil erano d'accordo con
la 1167 nel testo bocciato dal Capo dello Stato e la CGIL viene stretta
nella morsa dell'isolamento
anche dal governo e dal PD. Quest'ultimo, che occupa il posto una volta
appartenuto al PCI ed al PSI, è diventato partito confindustrialista. Ieri
si è sfilato dal referendum contro l'obbligo alla privatizzazione dell'acqua
e, nonostante le riserve di Bersani, appare assai tentato a collaborare con
il governo per riforme anticostituzionali e per il federalismo che
discriminerà gli italiani e ridurrà in extracomunitari le popolazioni
meridionali.
Questo Primo Maggio sarà il peggiore della storia d'Italia non solo per
la gravità della crisi che artiglia i lavoratori quanto per la mancanza di
futuro e per il suicidio del sindacato come strumento di tutela dei
lavoratori e la sua involuzione verso un ruolo di servizi reclamato dalla
dottrina della sussidiarietà, dottrina di cui l'arbitrato e cioè la
privatizzazione del diritto del lavoro è espressione logica.
E' assai equivoco che venga celebrato unitariamente dalla CGIL dalla Cisl e
dall'UIL dal momento che su questioni fondamentali come il nuovo contratto
di lavoro, il contratto dei metalmeccanici e l'allegato lavoro, si sono
registrate posizioni diverse. Posizioni alle quali però la Marcegaglia non
da credito. La Confindustria, a differenza di Sacconi, insiste nel tenere
aperta la porta del dialogo e per essa non sarebbero del tutto veritiere le
diversità della CGIL,
ma soltanto strumentali ad una tattica di mantenimento del consenso. La
Marcegaglia ha infatti citato gli accordi di categoria successivi al patto
separato che sono stati sottoscritti dalla CGIL insieme a Cisl e Uil.
Si addebita alla crisi economica la responsabilità "oggettiva" delle
pessime condizioni in cui versano i lavoratori. La crisi c'é ed é devastante
ma non dappertutto si spiega con difficoltà di mercato. Molte delle aziende
che hanno fatto ricorso alla CIG o alla delocalizzazione hanno bilanci
attivi ed hanno distribuito dividendi. La crisi è anche legata all'attacco
al welfare sferrato dalla destra per motivi ideologici e per creare nuovo
business accaparrandosi importanti pezzi dello Stato. Centomila licenziati
dalla scuola derivano da una scelta ideologica e non da una necessità. Hanno
ragione i lavoratori della Scala di Milano a chiedere al Capo dello Stato di
non firmare il decreto Bondi. Si tratta di un progetto che ha come obiettivo
la privatizzazione delle massime istituzioni culturali del Paese. La scuola,
l'università, la sanità e le pensioni sono state devastate dall'aggressione
ideologica della destra italiana che attua l'insegnamento di Reagan e della
tatcher: affamare la bestia per poi macellarla. E' molto grave che il
turnover avvenga soltanto attraverso l'appalto ai privati. Non si fanno più
i concorsi che costituivano uno sbocco fisiologico alle nuove leve.
Questa aggressione ideologica, in gran parte condivisa dal maggiore partito
di opposizione, è iniziata contrapponendo i giovani ai pensionati (Bocconi,
Milano), poi i precari a "privilegiati", poi si è fatta una indecente
campagna contro i "fannulloni" della pubblica amministrazione, contro i
professori e la scuola, contro i "baroni" delle Università e, naturalmente,
contro la "malasanità".
Ora il campo è ingombro di macerie. I mali del pubblico sono stati usati
non per debellarli ma per distruggere il welfare. Intanto, squadre di
legulei dentro il Parlamento devastano il diritto del lavoro o lo rendono
inagibile.
Bassi salari, disoccupazione, precariato incatenano i lavoratori a
condizioni che diventano sempre più difficili ed inaccettabili e sempre più
prossime ad una rottura della coesione sociale. Per quanto tempo ancora si
potranno tenere cinque milioni di biagizzati a salari di autentica fame?
Finora sopravvivono per l'appoggio delle famiglie che ancora godono di
migliori condizioni acquisite dalle generazioni precedenti.
Ma non esiste alcuna proposta per fare uscire dall'abisso sociale i
lavoratori italiani. Anzicchè abolire
la legge Biagi si aggiungono al suo repertorio nuovi strumenti di
oppressione contrattuale come il CUI proposto dal PD e lo staff leasing
reintrodotto dalla finanziaria.Non si propone il Salario Minimo Garantito
che potrebbe frenare la corsa verso il basso delle retribuzioni. Non si
bloccano le privatizzazioni che appesantiscono le bollette. Insomma le
proposte arrivano soltanto dal padronato e dal governo. Il Sindacato si
limita a registrarle con commenti spesso positivi (Cisl e Uil) o negativi da
parte della CGIL. Ma i lavoratori sono privi di una guida e di
rivendicazioni.
La stessa rivendicazione fondamentale che diede vita al 1 Maggio è stata
rimessa in discussione. Secondo una legge europea subito recepita si
possono fare anche 13 ore di lavoro e si lavora nella UE per le sessanta ore
settimanali.
Parlamento ed Governo sono diventati organicamente ostili
ai lavoratori e tentono a ridurne lo status. Il Ministero del Lavoro che ha
avuto luminose figure come quelle di Fanfani, Donat Cattin e Brodolini è
diretto da un Ministro che si è dedicato all'isolamento della CGIL e dirige
una coalizione ad excludendum che propone la "complicità" nella demolizione
dei diritti. Prossimo obiettivo annunziato la distruzione dello Statuto dei
Diritti dei Lavoratori.
In queste condizioni, il Concertone di Roma si è totalmente disancorato dal
suo progetto originario e sopravvive per inerzia. In ogni caso non
significa più niente. Ambigua e allarmante è la celebrazione unitaria del
1° maggio a Rosarno tra Cgil, Cisl e UIL , una unità che quando si realizza
è solo contro i lavoratori. Vedi legge Biagi.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www.businessonline.it/3/LavoroeFisco/1361/Stipendi_in_Italia_2_lavoratori_su_3_non_raggiungono_i_1300_euro.html
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000270.html
http://www.puntualizziamo.it/videoinchieste/174-le-inchieste-di-puntualizziamo-il-lavoro-precario.html
http://www.tesionline.it/approfondimenti/articolo.jsp?id=295&sID=1
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From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, April 28, 2010 10:06 AM
Subject: La Grecia e la sinistra europea
La crisi che sconvolge la Grecia deve fare riflettere sul potere dei
mercati, delle multinazionali e della finanza che oramai si propongono come
supremi regolatori del destino dei popoli. L'Italia durante il governo
Ciampi subì un'aggressione della speculazione che costò cinquanta mila
miliardi di lire. Il signor Soros si vanta di potere annientare una nazione
gettandola nella disperazione più acuta con un paio di manovre in borsa.
Delinquenti alla testa di possenti istituzioni finanziarie hanno impestato
il pianeta di titoli fasulli ed ora la Grecia viene sottoposta ad una
terribile pressione speculativa fomentata dalla società di rating che con
le loro pagelline possono determinare la rovina di milioni di persone, di
intere popolazioni, società che hanno tenuto la bocca ben chiusa mentre il
mondo veniva depredato dagli squali di oltreoceano.
Non è possibile escludere a priori che la Grecia sia un grimaldello per
attaccare l'Unione Europea. L'Euro non è stato mai ben visto dagli USA e
viene temuto specialmente da quanto la Cina
lo ha proposto in sostituzione del dollaro. La stessa Unione Europea come
entità politica viene mal tollerata dagli USA che preferiscono nazioni
piccole imbottite di loro basi militari. Europa che a mio umile parere
bisognerebbe allargare alla Russia per farne una grande entità continentale
di pace e frustrare i propositi aggressivi rappresentati dalla installazione
di missili Usa in Polonia, in Georgia e in tutti gli Stati-spezzatino
provenienti dalla ex URSS svenduta dal traditore Etlsin tra una sbronza e
l'altra.
Bisognerebbe riformare profondamente i mercati e le borse limitando fino a
renderlo quasi nullo il potere degli speculatori. Abolire le società di
rating ed affidare soltanto ad istituzioni pubbliche e controllate dall'ONU
la regolazione della vendita dei buoni del tesoro e dei titoli di Stato. Le
guerre finanziarie per la conquista del pianeta dovrebbero essere impedite
da una prevenzione severa.
La vicenda del Congresso americano che non vuole saperne di mettere qualche
regola, qualche paletto ai banchieri che se la ridevano dopo il disastro da
loro provocato e si sono premiati con emolumenti favolosi, dovrebbe far
riflettere sul fatto che la maggiore istituzione democratica del mondo sia
nella mani delle multinazionali e delle lobby e che queste per la sanità o
per la finanza
rigettano le pur modeste riforme proposte da Obama. Il potere politico del
Presidente degli USA è ridotto a quasi niente rispetto il potere dei
militari e dei capitalisti. I primi sostengono la guerra senza fine al
mondo intero, gli altri non accettano che il loro suprematismo da
supermiliardari venga intaccato e che i meccanismi che fanno comodo a loro
vengano scalfiti.
La sinistra indebolita da anni di pensiero unico condiviso con la destra
non é in condizioni di esprimere una sua opinione, una linea alternativa. La
globalizzazione affidata agli animal spirits sta devastando il mondo. Non è
più possibile andare avanti senza regole. Senza regole ci attende l'abisso
della distruzione. La sinistra deve anche riprendere la lotta per la pace
abbandonata da anni dopo la grande mobilitazione che coinvolse più di un
miliardo di manifestanti nelle piazze di tutto il mondo. Anche i sindacati
dovrebbero riprendere la bandiera della pace per cancellare le carneficine
in corso e liberare i palestinesi dalla gabbia della morte di Gaza e dalla
colonizzazione della Gisgiordania. Ma la pace non é tra le proposte dei
comizi del prossimo 1 Maggio.
Rispondere alla crisi rafforzando Maastrict significa caricare sulle
spalle delle classi lavoratrici il peso di una crisi originata dalle ruberie
dei finanzieri. Una Europa con più Maastricht diventerebbe
più oppressiva per le classi subalterne e si allontanerebbe per sempre dai
canoni di civiltà che il suo welfare le ha assicurato per tanti decenni.
Impoverire le popolazioni di tutto l'Occidente per favorire
l'arricchimento delle multinazionali ed il potere della casta dei
proprietari e dei managers è una prospettiva inaccettabile di regressione
culturale e sociale.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Thursday, April 29, 2010 8:16 AM
Subject: Pio la Torre
PIO LA TORRE E L'EREDITA' PERDUTA NEL PD
Pio La Torre veniva ucciso la mattina del 30 aprile 1982 mentre si
recava al Partito che era grande parte della sua vita. Il Partito era
sua famiglia allargata che egli animava con la sua fanciullesca
passione, la sua ottimistica dedizione che ne faceva una persona
innocente e carismatica come certi rari uomini di vera fede. L'innocenza dei
suoi ideali di redenzione e libertà dalla violenza della miseria
dei siciliani a cominciare dai braccianti gli costò quasi due anni
di galera quando era ancora nel fiore della gioventù. E' stato un grande
"santo" della storia del popolo siciliano come Lorenzo Panepinto che i
contadini di Santo Stefano portavano in processione, una figura indelebile
che merita di essere ricordata non soltanto per la lotta senza quartiere che
fece alla mafia, ma per la rottura rivoluzionaria che stava provocando nel
sistema di potere economico e sociale e che la sua uccisione ha
immediatamente rimarginato. Dopo di lui, tutto è tornato come prima
nella politica siciliana. L'autonomia regionale che Pio La Torre concepiva
come mezzo di emancipazione delle masse, di modernizzazione della Sicilia,
di progresso culturale e civile, è tornata ad essere l'istituzione di una
elite separata di privilegiati baroni, un retorico e pomposo
"parlamento" in cui, con leggi clientelari e scritte a misura dei clientes,
vengono sperperate le preziose risorse che avrebbero potuto fare e mai
faranno della Sicilia una "California". Ventotto anni dopo la sua morte, la
Regione è stata conquistata dall'assalto delle privatizzazioni che la
ingessano negli appalti e che ne hanno fatto un campo di sfruttamento
che arricchisce gli squali che l'hanno azzannata. Privatizzazioni che
non hanno risparmiato il grande patrimonio dei beni culturali . La Regione
ha dato inoltre vita anche al mostruoso esperimento degli Ato che
hanno creato piuttosto che risolvere il problema della nettezza urbana e
dell'approvigionamento idrico e che sono veri e propri pozzi senza
fondo. L'intreccio inestricabile tra pubblico e privato chiude
l'accesso al futuro delle nuove generazioni. Non esistono più concorsi
pubblici che costituivano il momento successivo alla laurea od al diploma
e c'è un fortissimo abbassamento di aspettative dal momento che i bassi
salari ed il precariato connotano dovunque le privatizzazioni. Pio La Torre
fu dirigente amato e rivoluzionario dei braccianti e dei contadini
siciliani, rivoluzionario nel senso di riformista perchè in Sicilia
conquistare condizioni di civiltà è rivoluzione. Oggi, mentre
una grande tempesta sociale sta incubando nelle campagne siciliane con
migliaia e migliaia di contadini costretti al fallimento dai prezzi irrisori
fino al livello della provocazione dei prodotti agricoli (ci vogliono dieci
chili di frumento per pagare una tazzina di caffè al bar), e la Regione
assente non riesce ad andare oltre l'orizzonte di un mediocre
assistenzialismo, Pio La Torre avrebbe saputo indicare la via di
una alternativa alla crisi. Ma non perchè era più bravo e più immaginifico
degli attuali dirigenti, ma soltanto perchè era genuino nella difesa
delle classi povere o subalterne e non si sarebbe fatto offuscare dal
liberismo oggi assai di moda tra gli oligarchi. La crisi delle campagne si
sommerà ai terribili guasti sociali della deindustrializzazione ed al venire
meno di diecine di migliaia di posti di lavoro nella scuola. La prospettiva
dell'emigrazione intellettuale nel Nord si sta chiudendo come abbiamo
sentito da Formigoni, da Bossi e dalla Gelmini, ci vogliono ridurre ad
extracomunitari in Italia. Le prime migliaia di vittime hanno già fatto un
mesto ritorno a casa come la mia amica Stefania che insegnava a Bergamo
prima che il suo posto fosse fagocitato da un malvagio ed asociale disegno
di uccisione della scuola pubblica. Oggi il PD che è
l'erede del PCI di Pio La Torre e della DC di Piersanti Mattarella tiene in
vita il governo Lombardo, successore di Cuffaro anche nella gestione di un
blocco sociale al quale non sono estranei interessi cospicui della mafia.
Lombardo è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il PD
collabora con due assessori importanti uno dei quali, il professore
Centorrino, ha esortato a non leggere Sciascia, Tomasi di Lampedusa e
Camilleri perchè porterebbero "sfiga". L'opera importante di Pio La Torre
elaborata assieme al suo caro amico il magistrato Cesare Terranova è stata
la legge che statuisce il delitto di associazione mafiosa e la
confisca dei beni patrimoniali della mafia. Questa legge ha aperto la strada
ad una nuova efficace fase di lotta alla mafia che è stata ferita nei suoi
interessi vitali: la roba. Generazioni di magistrati da Terranova a Rocco
Chinnici a Falcone e Borsellino hanno pagato con la vita il contrasto alla
mafia ma i risultati sono stati significativi. Pio La Torre
intestò la sua vita al successo di tre obiettivi: mafia, lavoro, pace.
Obiettivi che mobilitarono centinaia di migliaia di siciliani che, più
volte, a Comiso ed a Palermo, testimoniarono con la loro partecipazione la
verità della strada indicata da Pio. Engels in una lettera parlò dell'anima
rivoluzionaria della Sicilia che convive con l'anima conservatrice e
reazionaria. Il movimento dei fasci e della occupazione delle terre per la
riforma agraria testimoniano la validità di questa affermazione. Pio la
Torre aveva svegliato l'anima rivoluzionaria dell'Isola. E' stato stroncato
per questo, per avere scosso violentemente l'albero, per avere messo in
discussione equilibri di potere intoccabili. Ma oggi, la sua eredità non
vive dentro il PD che ha omologato i suoi dirigenti alla oligarchia
paternalistica delle classi dominanti dell'Isola. Ma esiste una memoria del
popolo assai lunga capace di svegliarsi da lunghi letarghi e da periodi di
offuscamento e di sconfitte. Lo abbiamo visto in passato, non è detto che
non ne saremo testimoni in futuro. Una cosa è certa: così come stanno le
cose ci aspetta soltanto il disastro sociale. Il popolo siciliano deve
recuperare e rifarsi il suo partito: il Partito di Barbato e di Pio La
Torre. Pietro Ancona
http://www.cittanuove-corleone.it/La%20Sicilia,%20L'autodifesa%20di%20Nicola%20Barbato%2010.01.2010.pdf
http://www.unita.it/news/95011/lassessore_siciliano_sciascia_camilleri_e_di_lampedusa_portano_sfiga_allisola_camilleri_risponde_la_sfortuna_la_portano_i_mafiosi_e_i_politici_inetti
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From: pietroancona@tin.it
To: Repubblica
Cc: peruggiero@tiscali.it
Sent: Thursday, April 29, 2010 1:02 PM
Subject: La Calabria si, però.....
Caro Augias,
purtroppo gli stereotipi con i quali lei interpreta la questione meridionale
sono talmente fossilizzati nella sua testa che rendono quasi impossibile
l'impresa di ricondurlo alla ragione ed alla verità dei fatti.
Lei non è informato quando parla di assenza di pentiti nella "ndrangheta"
calabrese. Proprio recentemente è stato "suicidato" in un carcere del Nord
il giovane pentito Ciro Ruffo ( unisco alla presente una scheda che lo
riguarda), e non è stato il solo. Abbiamo avuto eroici
casi di rifiuto alla sottomissione alla criminalità da parte di tante donne,
e di tanti eroici imprenditori che hanno rifiutato di pagare il pizzo. Ma
lei ha un pregiudizio derivante dalla sua ignoranza e dal suo approccio di
subcultura lombrosiana all'argomento. Per lei la mafia calabrese è fondata
"su una struttura rigida di clan familiari come nelle società arcaiche".
Detto questo si contraddice quando parla della penetrazione della
"ndrangheta" nel Nord italia ed in Europa. Ma allora non è il dato
antropologico che spiega la specificità mafiosa ma altro. Magari gli affari
Come mai il vice sindaco fiorentino Cioni é stato pescato con le mani nel
sacco assieme a Li Gresti, noto imprenditore catanmilanese, per la
cementificazione di un milione e mezzo di metri quadrati di terreno? Cioni
ha ottenuto l'assunzione delle figlie nella società immobiliare del Nostro
in odore di mafia e tante volte inquisito. Il Ligresti é nel cuore della
finanza ed anche del Corriere della Sera che non si pubblica a Canicattì o a
Catanzaro. Cioni non è contiguo ad una cultura arcaica e patriarcale. Ha un
fortissimo e provincialissimo accento toscano!
Mi fermo qui perché tanto con lei é inutile ragionare. Potrei dirle che le
mafie del Sud sono implementate profondamente con il potere politico e
finanziario nazionale. Berlusconi è grande sostenitore di mafiosi già
condannati in Sicilia, in Calabria o in Campania. Un vice ministro
napoletano con un mandato di cattura è stato pregato dal nostro
milanesissimo Capo del Governo a restare al suo posto. Ma non solo il
governo. Anche i partiti nazionali sostengono la mafia. Senza il loro
sostegno, come dice Roberto Scarpinato, la mafia sarebbe stata già debellata
da più di un secolo. Le ricordo per tutti il bolognese Casini che sostiene
Cuffaro. Si convinca che la mafia è parte integrante del potere economico e
politico italiano e che soltanto la repressione giudiziaria non porterà
lontano.
Chieda scusa ai meridionali che lei, periodicamente, mette sulla graticola
dei suoi numerosi ed incorreggibili pregiudizi.
Pietro Ancona
ps: le consiglio di commentare nella sua rubrica televisiva "le storie"
qualcuna delle vicende dello scampolo di libri qui sotto citati.
Pietro Ancona
Roberto Scarpinato:
http://www.pieroricca.org/2008/04/16/roberto-scarpinato/
http://www.ristretti.it/areestudio/disagio/ricerca/2009/dicembre.htm#2
http://www.cascinagrande.it/archivio/mafia/donnamafia.html
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, April 30, 2010 9:22 AM
Subject: Primo Maggio: Sindacati e Lavoratori
1° MAGGIO: SINDACATI E LAVORATORI
Ultimo sgarbo ai lavoratori il giorno del 1° maggio: molte città italiane,
in gran parte con sindaci pd, hanno concesso ai commercianti di aprire i
negozi, in nome dell'interesse della categoria ma anche dei consumatori,
una entità che viene evocata per contrapporla ai lavoratori. Una scelta che
non corrisponde neppure alla volontà della popolazione. Un sondaggio di
"Repubblica" dà l'81% di
contrari!
Lo sgarbo viene fatto ai dipendenti dei negozi, in stragrande maggioranza
donne, notoriamente
sfruttate con bassissimi salari e condizioni quasi proibitive di lavoro. I
sindacati hanno indetto scioperi di protesta ma la forza dei dipendenti è
minima, quasi inesistente specialmente nelle piccolissime aziende.
L'apertura dei negozi avvia un percorso che potrebbe portare alla
soppressione della festività. I nostri liberisti hanno come faro ideologico
gli USA: qui dove è nato nel lontanissimo 1886 la Festa del lavoro per
rivendicare il diritto alle otto ore ed anche per ricordare i martiri di
Chicago, il 1° maggio è normale giorno lavorativo. Anche nella Cina del
totalitarismo postcomunista e liberista la festività è stata di fatto
abolita. In entrambi i casi la scelta è ideologica: sopprimendo il 1° maggio
si disconosce oltre un secolo di storia del movimento operaio stroncato in
USA dalle fucilate degli sceriffi e della Pinkerton (madre della Blackwater
oggi impegnata con centinaia di migliaia di killers nelle imprese
coloniali) e dalle impiccagioni ed in Cina dall'avvento di un regime
ipercapitalistico che distrugge diritti e dignità. Molti lavoratori cinesi
sono talmente vessati da dover scegliere la rivolta o il suicidio per
sfuggire all'inferno della loro condizione.
Le più importanti manifestazioni del 1° Maggio in Italia sono unitarie.
Epifani, Bonanni ed Angeletti parleranno dallo stesso palco a Rosarno. Di
che cosa parleranno? La Cisl e l'UIL praticano la politica degli accordi
separati con padronato e governo: hanno approvato l'allegato lavoro della
1167 difendendolo financo dalle osservazioni del Capo dello Stato, hanno
firmato il rinnovo del contratto separato dei metalmeccanici, hanno dato
vita ad una fondamentale riforma della contrattazione che quasi annichilisce
e comunque mette su un binario morto il contratto collettivo nazionale di
lavoro. La CGIL si è opposta e continua ad opporsi e lotta contro
l'isolamento fomentato da Sacconi che vuole "complicità tra sindacati ed
imprese", ma è in grandi difficoltà che la paralizzano. E' assediata
dal PD al quale fanno riferimento la stragrande maggioranza dei quadri
dirigenti funzionari a tempo pieno dell'organizzazione. Il PD ha presentato
un disegno di legge per l'introduzione in Italia del Contratto Unico di
Ingresso che di fatto abolisce l'art.18 e fa del precariato la forma
principale di
occupazione. Inoltre la CGIL ha lasciato cadere le sue obiezioni sulla legge
Biagi, non rivendica dalle aziende miglioramenti salariali, dichiara di
aborrire la scala mobile, non si oppone alle privatizzazioni, si è
disimpegnata dalla lotta per la pace, non difende con la fermezza necessaria
il welfare.
Insomma, a parte la difesa spesso anacronistica e di pura rimessa dagli
attacchi più brutali e sfacciati
della destra, la politica sindacale e sociale della CGIL è sempre più
ristretta ed incanalata nell'alveo della "concertazione". Una concertazione
che da tempo non è più tale dal momento che si
limita a registrare l'agenda dettata dalla Confindustria. E' dal 1993 che
tutte le trattative triangolari sindacati-padronato-governo si risolvono in
diminuzione di diritti e di potere dei lavoratori. Una delle anomalie del
nostro Paese è appunto questa: ad ogni trattativa con il padronato o il
governo i lavoratori escono con una riduzione di quello che avevano!
In queste condizioni, l'unità sindacale che fu un grande valore ai tempi di
Lama, Storti e Vanni e motore di una eccezionale stagione di lotta per le
riforme alla quale parteciparono milioni e milioni di lavoratori ed intere
popolazioni, oggi è diventato un disvalore. Stare insieme a Cisl e UIL ha un
solo significato: fare del sindacato uno strumento con il quale il
padronato e la destra politica infliggono dure sconfitte ai lavoratori ed
accrescono la loro subalternità.
Ieri sera Anno Zero ha offerto uno spaccato della lotta sociale di
straordinaria intensità. I bravi ed intelligenti cassiintegrati
dell'Asinara, con grande saggezza e garbo, hanno costretto Bersani a
mostrare la sua lontananza dalle loro lotte. A domanda hanno risposto che
debbono la loro resistenza a se stessi ed alle loro famiglie. I lavoratori
della Scala di Milano venivano mostrati mentre una ingiustificata
repressione poliziesca conteneva la loro protesta contro la distruzione dei
teatri e della cultura italiana, lavoratrici mostravano tutto il loro
smarrimento per la fatica di vivere diventata angosciante. Il disagio
esistenziale di milioni e milioni di persone che vivono di lavoro non ha
trovato un punto di contrasto nel sindacato italiano. La solitudine dei
lavoratori è immensa ed i tanti suicidi ne sono la conseguenza. Sindacato e
PD parlano una lingua e sono distanti dalla gente. L'altra anomalia
italiana è quella di avere potenti confederazioni sindacali, forti di oltre
dieci milioni di iscritti che però sono preda di processi inarrestabili di
impoverimento e di perdita di peso sociale. Le Confederazioni sono diventate
delle ricche conglomerate di servizi, spesso unite attraverso gli enti
bilaterali alle organizzazioni del padronato con le quali hanno dato vita ad
una estesa burocrazia a cui si applicano i marchingegni della legge Biagi. I
lavoratori sono al limite della sopravvivenza.
Se continua così gli interessi dei lavoratori e quelli delle confederazioni
diventeranno sempre più diversi. I sindacati rischiano di diventare un peso
ed addirittura di sottrarre diritti fino ad oggi garantiti
dalle leggi. La privatizzazione del diritto del lavoro che ha una tappa
importante nel trappolone dell'arbitrato varato ieri dalla Camera andrà
avanti e produrrà altre limitazioni del diritto e delle libertà.
Quando finisce la libertà nel lavoro finisce dappertutto.
Ma la secolare storia della CGIL non può concludersi con una scelta simile a
quella che costrinse nel 1911 Di Vittorio ad andarsene e dare vita all'USI.
La tradizione riformista di Di Vittorio, Santi, Foa, Lama non può sfociare
nel sindacalismo subalterno al padronato e collaborazionista. La CGIL è
popolata da milioni di lavoratori che hanno una storia sociale che ha fatto
grande e civile l'Italia. La CGIL deve recuperare la sua anima perduta
nell'ipocrisia dei riti unitari e nell'involuzione da sindacato di lotta e
di movimento ad erogatore di servizi. La sua base militante non ha mai
perduto questa anima!
Pietro Ancona
http://it.notizie.yahoo.com/7/20100429/tts-ne-di-destra-ne-di-sinistra-la-festa-c8abaed_1.html
http://www.rassegna.it/articoli/2010/04/29/61815/primo-maggio-da-rosarno-al-concertone
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, May 01, 2010 7:27 PM
Subject: Rosarno: provincialismo ed omissioni.
Rosarno: provincialismo ed omissioni
Ho seguito la diretta di Rainew24 del 1° Maggio di Rosarno. Da vecchio
socialista e sindacalista della CGIL il mio sentimento all'inizio era di
commozione.Commozione per il popolo del comizio che trasforma la sua
sofferenza, la sua voglia di una vita migliore e di futuro, in lotta, in
vibrante movimento di liberazione. Man mano che i tre oratori Angeletti,
Bonanni e Epifani svolgevano i loro interventi, la mia commozione era
sopraffatta dalla delusione, dall'amarezza ed anche dall'indignazione.
L'inno dei lavoratori è stato escluso. Abbiamo sentito soltanto le note di
Beethoven e di Mameli.
I tre leaders delle possenti confederazioni sindacali, tra le più
importanti d'Europa, hanno svolto brevi interventi dai quali traspariva
l'ansia di liberarsi presto dall'incombenza del discorso e di dire il meno
possibile nel modo più ovvio possibile. Angeletti ha sottolineato
l'importanza della riforma fiscale, tema caro alla Confindustria ed alla
destra economica, che qui viene agitato come una sorta di toccasana per i
livelli salariali assai bassi. Bonanni ha esaltato il contributo degli
immigranti al prodotto interno lordo italiano ed infine Epifani, dopo aver
agitato lo spauracchio di una crisi che si aggrava e dalla quale usciremo
con meno occupati, ha chiesto un generico piano per il lavoro. En passant ha
chiesto che gli immigrati non vengano arrestati mentre sono in CIG. Non so
che cosa significhi in concreto questa proposta ma mi pare che si tratti
soltanto di una modesta panacea che non esclude
l'inciviltà razzista della carcerazione e della espulsione causata dalla
perdita del lavoro!
Una grande povertà culturale ha caratterizzato i tre interventi svolti in
fretta e furia spinti dalla voglia di finirla presto. Un gretto
provincialismo bottegaio ha escluso dal comizio la solidarietà con le classi
lavoratrici della Grecia ancora in fiamme per i pesanti colpi di maglio
inflitti dai mostri di Wall Street e
da una borghesia di avidi miliardari che assomiglia molto a quella italiana.
Non una parola è stata dedicata al progetto liberista di rendere ancora più
duro il Patto di Maastricht e che possiamo facilmente prevedere come potente
riduttore del welfare, di ulteriore deregolation e schiavizzazione del
lavoro, di libertà assoluta per le imprese e per la finanza che possono ed
ancora di più potranno delocalizzare gli impianti alla ricerca di manodopera
sempre più a buon mercato. Non una parola di condanna per coloro che hanno
impestato il mondo di spazzatura cartacea spacciandola per oro colato e che
hanno iscritto tra i Pigs, stati-maiali, anche l'Italia con la Spagna,
l'Irlanda, il Portogallo e la Grecia.
Ricordo tanti 1° maggio dedicati alla Pace nel mondo. A Rosarno la pace è
stata ignorata e forse il termine stesso di pacifista è diventato sinonimo
di terrorista per li Oligarchi del Sindacato specialmente se allude ai
prigionieri della striscia di Gaza ed ai bombardati dell'Afghanistan, dell'Irak
e di altre parti del mondo che in qualche modo o per il petrolio o per la
geostrategia interessano gli USA.
La crisi che sta falcidiando la classe lavoratrice italiana facendone una
delle più povere ed indebitate dell'OCSE è stata evocata come un evento
"oggettivo" indiscutibile al quale porre piccoli ripari con gli
ammortizzatori sociali ed il piano di Epifani. Ma la crisi non è oggettiva,
non viene tutta dalla profondità dei mercati. E' frutto di scelte
ideologiche e politiche. Centomila insegnanti scacciati dalla scuola ed ora
disoccupati non sono frutto della globalizzazione ma di un preciso disegno
liberista che vuole i soldi dello Stato soltanto per finanziare le
privatizzazioni, la polizia come strumento di contrasto del conflitto
sociale, l'esercito per collaborare alla conquista coloniale del mondo al
seguito degli angloamericani. Lo spostamento di tante aziende in Polonia o
in Serbia è dovuto alla ricerca di maggiori profitti e viene agevolato da un
dumping sociale che i sindacati si guardano bene dal contrastare con una
politica di coordinamento dei salari e dei contratti a livello europeo.
Epifani, alla fine del suo intervento, ha fatto un annunzio inquietante
relativo al recupero dell'unità sindacale. Dal momento che il contenzioso
sull'arbitrato, sul contratto dei metalmeccanici, sulla riforma contrattuale
non risulta risolto e Cisl ed UIL marciano imperterriti nella linea della
"complicità con gli imprenditori" patrocinata da Sacconi, debbo dedurne che
è la CGIL, magari spinta dal PD,
che ha mollato le sue posizioni e non farà più resistenze. Presto entrerà
nel cantiere delle demolizioni lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Spero
che l'accordo non riguardi anche questa altra stazione della lunga Via
Crucis dei diritti.
Ma la parte più tremenda dei comizi è quella che non è stata detta: mi
riferisco all'aggressione alla natura dei petrolieri che hanno inquinato
l'Oceano Atlantico, al referendum sulla privatizzazione della acqua e sul
nucleare, alla sorte di sei milioni di precari ricattati e mal pagati, alle
pensioni che si vogliono ulteriormente ridurre nonostante i conti positivi
dell'Inps, alla morte che incombe sul lavoro come prima e peggio di prima
etc., etc.. Ma, come dicevo, i nostri tre eroi, avevano una voglia matta di
svignarsela al più presto.
Pietro Ancona
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Sent: Monday, May 03, 2010 4:46 PM
Subject: Il Congresso morto della CGIL
Il Congresso morto della CGIL
Non sarà un Congresso ma la celebrazione di un rito scontato in ogni sua
parte. Il Congresso è stato vinto dalla mozione che fa capo ad Epifani con
l'83 per cento dei voti. Una cifra metafisica, assurda e contradditoria
con la situazione di spaventevole crisi dei lavoratori italiani . Questa
situazione in condizioni di vera agibilità democratica avrebbe animato un
dibattito che difficilmente si sarebbe concluso con una adesione "bulgara"
alla posizione della segreteria. Ma questo dibattito non c'è stato perchè la
mozione alternativa andata in schiacciata minoranza non diceva niente di
diverso e di particolarmente confliggente. Non ci si può dividere molto
sulle virgole! Possiamo quindi considerare l'esito elettorale del Congresso
un voto di rassegnazione. Un corpo burocratico che si piega all'imput che
viene dalla segreteria in piena consonanza con le voglie del PD per un
sindacato plasmabile dalle esigenze del padronato italiano e disponibile ad
un forte dimagrimento del welfare.
La storia della CGIL non è tutta "gloriosa". La CGIL ha conosciuto momenti
oscuri di collaborazionismo subalterno con il potere. Sul finire dell'era
giolittiana le sue posizioni erano talmente moderate da costringere Di
Vittorio ad andarsene per fondare l'USI. Suoi importanti dirigenti come
Rigola e D'Aragona collaborarono con il fascismo fino al punto di sciogliere
l'organizzazione. La fase attuale ha molti tratti in comune con gli anni
venti.
Avere invitato al Congresso della CGIL la Presidente della Confindustria ed
il Ministro del Lavoro autore della teoria della complicità tra le
associazioni dei padroni e dei lavoratori e persecutore accanito della CGIL
assieme ad una folta schiera di legulei e di giuslavoristi che stanno
preparando il funerale allo Statuto dei Diritti dei Lavoratori non è stata
una buona idea. Meglio discriminati da questo governo ed in lotta aperta con
la Confindustria che mettere sotto i riflettori dei massmedia una cortesia
istituzionale che nei posti di lavoro non ha alcun riscontro. Mai la classe
lavoratrice è stata sottoposta ad attacchi tanto gravi! Non c'è alcuna
apertura del padronato italiano e del governo verso i bisogni dei
lavoratori! Confindustria e Governo vengono al Congresso della CGIL per
riscuotere. Sono venti anni, dagli accordi concertativi del 93 che
incassano la cessione di diritti. A Rimini verranno per incassare il nuovo
Statuto dei Lavori, la fine dell'articolo 18, la svolta verso la
sussidiarietà della grande CGIL che fuoriesce dalla storia del movimento
operaio per diventare una conglomerata di servizi e di uffici. La fine della
scuola pubblica e delle municipalizzate.
Esistono grandi ed irrisolti problemi di democrazia e di libertà dentro la
CGIL. Quasi tutto il suo personale "tecnico" è stato precarizzato attingendo
nel ricco carniere dei fumus della legge Biagi. I sotterfugi del padronato
per privare dei diritti la gente come l'assunzione con contratti atipici
presso società che poi li cedono ai sindacati di categoria ed alla stessa
CGIL è largamente praticato. Troppi lavoratori invisibili vengono occupati a
sottosalario. La CGIL è esente dal rispetto dello art.18 che non può essere
invocato dai suoi dipendenti. E' urgente una profonda riforma della
struttura del sindacato e la stipula di un contratto di lavoro interno che
garantisca i diritti ed il futuro.
Un sindacato non lotta la precarietà se la pratica largamente al suo
interno. Il PD preme per tutelare le Coop (la Coop sei tu!) contro i suoi
dipendenti ma non bisogna assecondarlo ed il Congresso si dovrebbe
esprimere sul ddl Nerozzi-Marini che precarizza e riduce a tre anni il
massimo di aspettativa di stabilità dei lavoratori. Ma il Congresso non si
esprimerà. Oramai parla con i silenzi.
Silenzi sulle guerre, sulla pace, sul precariato, sulla Grecia,
sull'internazionalismo che non c'è etc..etc..
Il Congresso avrà come scenario le macerie della scuola, della sanità, dei
teatri, dei diritti negati. In questo scenario reciterà un incredibile peana
alla propria forza, agli iscritti che aumentano, al proprio straordinario
avvenire di importante potenza sociale.
Pietro Ancona
http://www.resistenze.org/sito/te/po/ge/poge5b11.htm
http://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1504.htm
http://www.cgil.it/chisiamo/Storia.aspx
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Sent: Tuesday, May 04, 2010 9:25 AM
Subject: "Voglio rispetto" di Bersani
"Voglio rispetto" di Bersani
Molta eco ha destato la reazione di Pierluigi Bersani alle critiche
rivoltegli in "Anno Zero" da Marco Travaglio in una delle sue note lette
tutte di un fiato e sempre pungenti per il potere. Bersani ha chiesto
"rispetto"con tono assai fermo. Si era notevolmente innervosito per le
difficoltà dell'incontro di qualche minuto prima con i cassintegrati
dell'Asinara il cui portavoce era chiaramente un vecchio compagno
insoddisfatto di quanto stanno facendo PD e CGIL e che gli parlava con il
tono di chi sollecita una assunzione di responsabilità più precisa e magari
una maggiore comprensione e solidarietà.Oltre all'Asinara, Anno Zero aveva
aperto diverse finestre di grande allarme sociale sulla condizione delle
famiglie italiane nella crisi che le sta travolgendo. Nel PD il "voglio
rispetto" di Bersani ha suscitato molto consenso, condivisione come se si
fosse recuperato un orgoglio, un senso della propria funzione politica
misconosciuto dalla gente e dai massmedia.
A me il "voglio rispetto" di Bersani non è piaciuto per niente. Mi ha
ricordato, come atteggiamento,
Aldo Moro con il suo "non ci faremo processare nelle piazze" più tardi
riechieggiato in sedicesimo da Mastella e il Presidente Scalfaro con il suo
"Non ci sto" a reti unificate. Atteggiamenti dettati da un forte senso della
propria appartenenza ad un ceto, ad una oligarchia piena di superbia e che
si ritiene superiore ed esente da critica. Non c'è bisogno di chiedere
"rispetto" ma di spiegare nel merito che le critiche sono infondate se sono
tali oppure di aprirsi ad esse senza fare l'offeso e la vittima.
Quale rispetto si può invocare per un Partito che occupa lo spazio di un
partito socialdemocratico espressione di un blocco sociale alternativo
diverso da quello della destra e che invece di tutelare gli interessi della
sua gente offre servizi alla classe dominante? Bersani ha motivato il ritiro
del PD dal referendum per l'acqua pubblica con lo specioso ed inverosimile
argomento che molti referendum sono stati persi e che anche questo si
perderà..Ma, ammessa per vera questa ragione, non ha detto che è per la
gestione pubblica dell'acqua e, nella materia, si limita ad una mera
riduzione del danno, accettandolo. Lo stesso il PD ha fatto per l'arbitrato
che insidia l'art.18. Il suo gruppo senatoriale ha presentato un ddl che
universalizza il precariato dandogli un orizzonte triennale ed una dotazione
di bassi salari, salari di fame inferiori ai minimi contrattuali. Non c'è
una sola materia a cominciare dalla politica estera in cui il PD proponga
una cosa diversa da quella del centro-destra. La sua differenza consiste in
una gestione civile e meno faziosa del potere ma questa non è la funzione di
un partito di alternativa. Quando Enrico Letta propone di rendere sexi il PD
non pensa al pensionato o al cassintegrato ma all'industriale o
industrialotto. Le macerie sociali che stanno rovinando tantissima gente ed
il sistema sociale italiano, la sua coesione, sono state provocate da input
di liberismo selvaggio per i quali il PD ha mostrato condiscendenza. Se
oggi il PD viene percepito con sconcerto da quello che fu il grande
elettorato democratico della sinistra italiana ci sarà pure qualche
responsabilità dei suoi gruppi dirigenti.
Il rispetto non deve essere chiesto per gli oligarchi della politica ma per
le persone che sono state messe nel tritacarne di una crisi economica e
sociale spesso fomentata da scelte politiche. Basti pensare ai centomila
licenziati della scuola ed alle privatizzazioni.
Pietro Ancona
http://teleipnosi.blogosfere.it/2010/05/annozero-lorgoglio-di-bersani-e-la-mission-impossible-di-battere-il-voto-ideologico-per-berlusconi.html
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Sent: Thursday, May 06, 2010 7:23 AM
Subject: la sedia contesa
La sedia contesa
Mi aspettavo che, dopo la relazione di Epifani, vincitore all'83 per cento
del Congresso della CGIL,
fosse data la parola ad un rappresentante della mozione cosidetta nr.2
perchè illustrasse le ragioni della minoranza. Così non è stato. Non credo
che sia manifestazione di democrazia una sorta di centralismo
autoritario per cui chi vince rappresenta tutto e tutti. Se nei costituendi
organismi si terrà conto della minoranza senza che questa abbia potuto
esprimersi in Congresso con la dignità necessaria di una relazione sulle
proprie idee e sulle ragioni che l'avevano condotto a non condividere le
tesi di Epifani sarà ancora peggio.
La presenza al Congresso della CGIL della Confindustria, del Ministro del
Lavoro, della Cisl e dell'Uil ha retto la trama di una trattativa
sottotraccia in presenza del garante PD presente al massimo livello La
trattativa mira a recuperare la CGIL alla continuazione del progetto di
ristrutturazione e spesso di liquidazione del diritto del lavoro allo scopo
di assicurare ancora più flessibilità e disponibilità alle nuove esigenze
del padronato. La Marcegaglia ha detto di essere d'accordo se nella CGIL non
vincerà l'ala intransigente e le le correzioni di percorso saranno minime di
qualche aggiustamento non significativo. Sacconi, more solito, ha fatto il
sostenuto ed il sospettoso e vorrebbe andare avanti con "i complici" Cisl ed
Uil, la Cisl detterà le sue regole nello intervento di oggi di Bonanni.
L'obiettivo del Congresso è il ripescaggio della CGIL nella rete di un
consociativismo ad egemonia confindustriale e governativa.Obiettivo
difficile ma non impossibile nonostante i fischi di ieri ai protagonisti di
questo minuetto.
L'attacco all'art.18 e la sostanziale riconferma della legge 1167 bocciata
dal Capo dello Stato (il quale però si é premurato di dire che firmerà
qualsiasi testo gli verrà rimandato dalle Camere) e l'annunzio di Sacconi
della imminente presentazione di una legge di sostanziale abrogazione dello
Stato dei Diritti dei Lavoratori a favore di una sorta di Statuto dei
Diritti del Lavoro e cioè delle imprese non solo non sono stati oggetto di
una adeguata reazione della CGIL ma non hanno costituito un punto di vero
contrasto con la Confindustria ed il Governo. Certo, si comunica che la CGIL
continuerà a disapprovare l'arbitrato ma, come sappiamo la disapprovazione a
posteriore equivale ad una resa quasi incondizionata. Se si fa uno sciopero
di protesta dopo aver lasciato compiere il misfatto senza una reale
opposizione nelle fabbriche e nella società questo può servire soltanto per
dire ai lavoratori che non si era d'accordo. Ma soltanto questo.
La relazione di Epifani è di piatta conformazione alla ideologia liberista.
I fenomeni non vengono spiegati ed analizzati ma soltanto presentati nelle
loro conseguenze spesso preoccupanti. Le responsabilità soggettive delle
cosidette crisi non vengono osservate. Il fenomeno della disoccupazione è
incrementato da scelte politiche non dettate da esigenze economiche come il
licenziamento di oltre 150 mila insegnanti nella scuola finalizzato a
ridurre ai minimi termini l'offerta scolastica pubblica per una ragjone
ideologica. Le delocalizzazioni seguono non necessità di espatrio per la
sopravvivenza delle aziende ma ricerca di maggiori profitti ancora più
grossi di quelle che ci sono. Il piano di ristrutturazione della Fiat che
localizza gli impianti dove il salario è minimo o il trasferimento di
aziende come la Bialetti o la Omsa sono espressi della tendenza di un
capitalismo
che sfugge alle sue responsabilità sociali richiamate dalla Costituzione per
cercare profitti sempre più alti. La crisi deriva anche da bassi salari e
dal precariato che hanno ridotto all'indebitamento molta parte di coloro che
guadagnano attorno ai mille euro al mese li obbliga ad una vita fatta di
privazioni. Se i negozi sono deserti e se c'è un degrado della qualità della
vita a cominciare dall'alimentazione
questo provoca una caduta interna dei consumi anche di beni intermedi o
finali. Come si può stipulare un mutuo se si è precari? Inoltre le
possibilità di una fascia media di lavoratori sono scomparse. Ad una coppia
di insegnanti con figlia all'università che spende 820 euro al mese più
condominio per un affitto di casa alla quale chiedevo perchè mai non
stipulassero un mutuo mi è stato risposto che mutui per meno di
milletrecento euro mensili di rateo è assai difficile averne. L'affitto è
diventato una scelta obbligata.
Mi aspettavo che il piano triennale per il lavoro posto da Epifani al
centro della sua relazione comprendesse un programma di edilizia popolare
per dare nuovi alloggi specialmente per le giovani coppie, di recupero
delle infami allucinanti periferie urbane delle grandi città italiane, di
investimenti per la difesa del suolo e della natura, di recupero pieno dei
trasporti ferroviari alla gestione pubblica dopo il fallimento della
privatizzazione, di interventi di edilizia scolastica e di dotazione di
nuovi mezzi alla scuola per i laboratori e la ricerca. Ma la testa della
CGIL si è concentrata sopratutto sui bisogni che la Confindustria vorrebbe
subito soddisfatti.
La relazione ha ignorato la terribile crisi che si sta sviluppando nelle
campagne italiane dovuta al basso livello dei prezzi. Per pagare una tazza
di caffè al bar un agricoltore deve vendere 15 chili di frumento. I prezzi
finali per i consumatori a causa di una filiera di speculazione arrivano
decuplicati o centuplicati a seconda del caso. Questa crisi è causa di
retribuzioni di fame.
Il Congresso della CGIL lavora in funzione di un blocco sociale che esclude
e penalizza il lavoro dipendente. L'obiettivo di un ritorno invocato al
tavolo della trattativa non riguarda i lavoratori ma soltanto il loro
sindacato che deve conformarsi ed omologarsi alla linea iperliberista di
questo governo e della confindustria. Si grida allo scandalo per salari di
trecento euro al mese e che non riguardano soltanto i migranti ma anche gli
schiavi bianchi della Biagi ma non si chiede il Salario Minimo Garantito per
mettere un limite che tende ad abbassarsi sempre di più. Non si prende
posizione contro il ddl Nerozzi-Marini che universalizza il precariato,
toglie l'art.18 ed abbassa ancora i salari, non si indicano obiettivi di
lotta alle privatizzazioni che stanno devastando sanità scuola e pubblica
amministrazione facendone un business di avidi appaltatori di manodopera.
Non si fa il terribile bilancio di macelleria sociale dei sei milioni di
biagizzati per chiedere l'abrogazione della legge trenta.
Il dibattito è iniziato. Ma il Congresso è finito e non darà altro
spettacolo diverso da quello di una sedia contesa in un Palazzo ostile ai
diritti dei lavoratori.
La sterminata galassia del sindacalismo di base è rimasta fuori dal
Congresso. Si tratta di
centinaia di migliaia di lavoratori tra i più consapevoli e combattivi
spesso provenienti dalla CGIL diretti da migliaia di quadri in grandissima
parte di sinistra ed animatori di tante lotte per i diritti civili e
sociali. Preferire a loro la compagnia di Bonanni, Angeletti e anche della
Polverini non mi pare che sia una scelta giusta per una grande
confederazione di lavoratori legata alla sua tradizione classista..
Pietro Ancona
Paolo Ferrero 5 maggio 2010 in blog,
http://lnx.paoloferrero.it/blog/?p=2343#comments
Alla Cgil manca la strategia per battere l’attacco di governo e
confindustria.
Nella relazione di Epifani ci sono tante cose giuste ma non c’è una
strategia per contrastare l’attacco pesantissimo ai lavoratori e al
sindacato di classe che il governo e la Confindustria hanno scatenato.
Per fermare l’offensiva politica che è in campo non bastano certo gli inviti
unitari che rischiano semplicemente di lasciare isolata la Fiom. Se non
vogliamo finire come la Grecia – Paese in cui la crisi viene scaricata
interamente sulle spalle dei lavoratori – è necessario porsi l’obiettivo di
obbligare con la lotta il governo a rovesciare la sua politica economica.
Costruire l’opposizione alla politica di questo governo non è un problema
solo politico ma sindacale.
http://lnx.paoloferrero.it/blog/?p=2343#comments
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, May 09, 2010 10:46 AM
Subject: La vacca ed il mungitore
La vacca ed il mungitore
La filosofia di Giuseppe Di Vittorio, il suo riformismo empirico frutto
della sua storia personale e della storia del movimento operaio italiano,
si riassumeva in questa esortazione: "compagni, mungiamo la vacca ma senza
ucciderla ". Ovviamente si riferiva ad una politica di rivendicazioni
che fossero compatibili con la buona salute dell'economia. Non si tratta
della legge bronzea dei salari di Ricardo ma di un uso responsabile del
conflitto sociale finalizzato a migliori condizioni dei lavoratori nella
prosperità generale.
Questa è stata la politica riformista della CGIL. Una politica che ne ha
fatto una grande forza nazionale rispettata dagli industriali ed amata dai
lavoratori che ha assicurato all'Italia un lungo periodo di benessere dopo
la ricostruzione e ben oltre l'autunno caldo. Per quanto lo slogan del
"salario variabile indipendente" fosse la parola d'ordine della classe
operaia nel 68, in realtà le richieste non sono mai andate oltre le
ragionevoli possibilità del sistema. La serie storica dei salari italiani è
esemplare per austerità non soltanto nell'industria privata ma anche nei
grandi contratti del settore pubblico. Sanità e scuola ne sono esempio. Se
qualcosa è stato fatto fuori da questo quadro non si deve al massimalismo
della CGIL quanto al clientelismo della politica.
Ricordo perfettamente le vicende del contratto dei dipendenti della Regione
Siciliana in cui ad una richiesta di cento, il governo rispondeva dando
centoquaranta e l'assemblea legislativa che
approvava la legge portava a duecento.
Ma oggi, con venti anni di riduzione dei salari alle spalle, iniziata con
gli accordi di concertazione del 1993 e l'abolizione della scala mobile, la
scelta della CGIL non è più quella di
Di Vittorio. La vacca è ingrassata ed il mungitore rischia di essere ucciso.
La situazione si è totalmente invertita. Oggi Di Vittorio direbbe: "salviamo
il mungitore!"
In questi anni si sono compiute scelte che rompono la coesione sociale e
l'equilibrio delle forze produttive: il pacchetto Treu, la legge Biagi, gli
accordi con il governo Prodi, l'allegato lavoro, la riforma del contratto,
la riforma della scuola e della sanità hanno indebolito alla radice la
posizione sociale e giuridica dei lavoratori. La camicia di forza imposta ai
rinnovi contrattuali ha consentito un trasferimento di reddito nazionale dal
lavoro dipendente al profitto, alla rendita ed alle professioni di
proporzioni gigantesche. Il monte salari si è rimpicciolito. La spoliazione
è stata terribile. La stessa qualità della vita dei lavoratori è degradata.
Celebrare un Congresso all'insegna della moderazione, non presentare alcuna
proposta di aumento delle retribuzioni, non mettere in discussione il
precariato e le pensioni, accettare la riduzione della qualità del welfare
disarma e consegna inermi i lavoratori al padronato e non fa neppure gli
interessi del paese oggi ingrigito da una diminuzione dei consumi
essenziali.
La CGIL non avrebbe dovuto accettare la discussione sulla sostituzione
dello Statuto dei Lavori a quello dei Lavoratori. Avrebbe dovuto dire no a
muso duro e proclamare fin d'ora lo sciopero generale. Non credo proprio che
con il suo dissenso il governo e le forze politiche andrebbero avanti lo
stesso. Ma, probabilmente, il gruppo liberista che oramai ispira la
segreteria della Confederazione e che ha sostituito la cultura socialista
con i precetti di Monti, Ichino e Boeri considera lo Statuto dei Diritti una
sorta di rudere archeologico che confligge con l'idea di una flessibilità
senza limiti del lavoro. Si può flettere il lavoratore fino a spezzargli la
schiena se ci sono ancora diritti che lo vietano?
L'involuzione culturale della CGIL è profonda. Basta vedere le elaborazioni
del suo ufficio studi.
L'immobilismo salariale e la disponibilità a sottrarre diritti pongono una
grande questione democratica. Può un paese sopportare il fatto che venti
milioni di lavoratori siano rappresentati da sindacati che non ne curano gli
interessi vitali? Fino a quando la democrazia potrà reggere
dopo la rottura della coesione sociale e lo scivolamento continuo di milioni
di persone indifese verso la povertà?
Se al conflitto sociale ben organizzato dentro una cultura civile che non
mortificava nessuno si sostituisce l'inerzia di una massa informe di persone
abbandonate all'arbitrio di un padronato senza freni, isolate e disperate,
verso quale società ci avviamo?
Dopo la Grecia, l'Unione Europea non mancherà di proporre un forte giro di
vite della condizione dei lavoratori. Nella guerra finanziaria scatenata
dagli USA contro l'Europa i lavoratori saranno i soli a pagarne le spese.
Non dubito che CGIl CISL UIL agiteranno lo spauracchio della crisi e della
catastrofe per spaventare i lavoratori ed indurli a dare sempre di più senza
nulla chiedere.
Ma in questo non c'è alcuna saggezza. Non si é né patriottici né
responsabili ma soltanto complici della barbarie del capitalismo.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Saturday, May 08, 2010 8:33 PM
Subject: Fondare una nuova CGL dei Lavoratori, come fece Di Vittorio un
secolo fa uscendo dalla CGIL
Cara Liberazione
Considerato che con questo Congresso della CGIL sono state liquidate
definitivamente le speranze per un suo recupero alla difesa dei lavoratori e
che siamo alla vigilia della liquidazione dello Statuto dei Diritti, la
Federazione della Sinistra Italiana dovrebbe appellarsi a quanti non
vogliono finire sepolti sotto le macerie dei loro diritti per la
costituzione di una Nuova CGL che abbia un rapporto organico, dialettico,
fecondo con la sinistra socialista italiana. La CGIL è cinghia di
trasmissione del PD. La politica sociale del PD è quella di Ichino, Treu,
Colannino, la Marcegaglia. Bisogna aumentare
le difese sindacali e politiche dei lavoratori italiani. La mozione due del
Congresso CGIL
ha fallito. Molti dei suoi dirigenti vogliono farsi perdonare di avere osato
di esprimersi contro il vertice del potere. Sindacato e partito debbono
tornare, senza ipocrisie di falsi autonomismi, a fare squadra a difesa dei
salari, delle pensioni, delle libertà, dei diritti.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, May 14, 2010 10:06 AM
Subject: 1 maggio 2011 ad Incisa Valdarno?
1° Maggio 2011 ad Incisa Valdarno
Quest'anno abbiamo avuto la celebrazione più solenne del 1° Maggio, quella
con i tre segretari generali, a Rosarno. Il significato di tale scelta era
altamente simbolico e serviva per farsi perdonare l'assoluta lontananza, il
distacco dei grandi sindacati nazionali da una pratica di schiavitù che
durava (dura) da decenni, che era sotto gli occhi di tutti, tutti sapevano
ma non c'è mai stata una iniziativa del sindacato dell'agroindustria, del
segretario generale della CGIL calabrese di vera solidarietà, di recupero a
una condizione di vivibilità di tanti essere umani abbrutiti loro malgrado
da un lavoro faticoso e dall'assenza di conforti minimi come pulirsi, avere
un cesso decente, lavare una camicia, un paio di calzini.....
In Italia non abbiamo soltanto schiavi africani, di colore nero. Abbiamo
anche gli schiavi bianchi ed i lagers sono i call center dove la realtà
supera la fantasia. Tutti ricordano il film di Virzì con la Ferilli nel
ruolo di animatrice, ideologa, kapò di tanti infelici indotti alla servitù
anche da un condizionamento mentale che è il massimo della alienazione da sè
stessi, una riduzione ad ingranaggio
di un progetto di propaganda e di vendite.
Ma, come abbiamo saputo ieri da Incisa Valdarno nel mondo reale e non nel
cinematografo esistono situazioni come quelle descritte da Virzi. Qui si è
giunti a dare colpi o colpettini di frustino alle ragazze che non rendevano
quanto voluto dai loschi e criminali gestori del call center. Si negava
loro anche la possibilità di recarsi in bagno.
I colpi di frustino ai disgraziati dei callcenter mi hanno ricordato le "punciute"(pungiture)
ai polpacci che venivano inflitte ai carusi siciliani delle zolfare quando,
nella durissima risalita dalle viscere della terra si stancavano e si
fermavano ansimanti per qualche istante.
Che cosa c'è di cambiato? C'è di cambiato che non siamo alla fine
dell'ottocento e nel profondo della condizione meridionale descritta da
Franchetti e Sonnino e raccontata magistralmente da Adolfo Rossi nel suo
bellissimo e commovente libro "l'agitazione in Sicilia", le vittime non sono
zolfatari figli di zolfatari venduti dalle loro famiglie per qualche sacco
di fave e di cattivo frumento. Siamo nel cuore della Toscana moderna e le
vittime sono ragazzi spesso laureati ma subito delusi dalla vita e costretti
al ripiego umiliante di diventare telefonisti per la vendita di un prodotto
o di un servizio sempre meno richiesti da una popolazione impoverita.
Della vicenda che i giornali raccontano in questi giorni mostrando
raccapriccio c'è da dire alcune cose. Primo: l'indagine della Guardia di
Finanza stimolata dalla Associazione dei Consumatori è stata fatta per la
truffa della vendita per tremilaecinquecento euro di un modesto
elettrodomestico che ne valeva meno di trecento. Quindi, la scoperta del
lagers dei venditori non è stata che una conseguenza indiretta della
indagine. Forse, se non ci fosse stata la truffa, non ne avremmo mai saputo
niente come niente si sa di quanto succede in tutti i callcenter d'Italia.
Secondo: l'assenza di Sindacati. Come nel caso di Rosarno anche qui il
sindacato è assente. Lo so bene quando sia difficile sindacalizzare persone
terrorizzate dal timore di non avere o perdere il posto
Ma, credo, a Incisa Valdarno tutti sapevano che cosa succedeva nel Call
Center. Anche alla Camera del Lavoro. La CGIL avrebbe dovuto assumere una
iniziativa. Segnalare all'Ispettorato del Lavoro o alla Procura della
Repubblica quello che succedeva.
L'indagine della Guardia di Finanza è durata tre anni. Mi domando perché ci
sia voluto tanto tempo per assumere coscienza della realtà del Call Center e
dei suoi infelici abitanti. Perché non sono stati verificati subito i
maltrattamenti?
Probabilmente il prossimo Primo Maggio sarà celebrato ad Incisa Valdarno
da CGIL, CISL, UIL, unite da un patto di degrado del lavoro che presto
chiuderà la partita dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori (il più bel
pezzo di selvaggina che Sacconi e la Marcegaglia vorranno mettere nel loro
carniere). La celebrazione avrà accenti di commozione ed i nostri tre eroi,
assai compunti, denunceranno la condizione dei lavoratori dei call center.
Naturalmente non chiameranno in causa la legge Biagi. Non ne chiederanno
l'abrogazione e non proporranno l'introduzione di un Salario Minimo
Garantito per mettere un argine alla violenza padronale. Si limiteranno ad
una sorta di commemorazione di quelli che furono i diritti che non potranno
essere ripristinati.
Pietro Ancona
http://www.irre.toscana.it/acqua/multiverso/sovicille/ipertesto_sul_tempo/in_italia.htm
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/13/news/call_center_lager-4026163/
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, May 15, 2010 10:32 AM
Subject: La retorica dell'anniversario
La retorica dell'anniversario
Il Presidente della Repubblica, con il fiato sul collo della contestazione
leghista, si sforza di fare del 150° anniversario dell'unità d'Italia un
avvenimento patriottico, in grado di infiammare i cuori degli italiani, di
convincerli della grande forza morale che ci viene dal Risorgimento e dai
suoi
protagonisti da Garibaldi a Cavour. Di Mazzini si parla molto meno perchè
non è mai stato amato dalle classi dirigenti e dal Vaticano.
Anche il suo predecessore Carlo Azelio Ciampi si sforzò di farci amare
l'Italia. La sua fissa era l'Inno di Mameli che riportò in grande auge. Non
c'era occasione in cui non venisse suonato e, se non ricordo male, durante
la sua presidenza fu anche rieditato per migliorarne la musica.
Ora le rievocazioni storiche dell'impresa garibaldina, lo sbarco dei Mille
a Marsala, la sosta a Salemi,
la conquista di Palermo, la risalita dalla Sicilia fino al famosissimo (se
mai fu pronunziato) "Obbedisco"! di Teano con la consegna dell'intera Italia
meridionale al Re Vittorio Emanuele Secondo che ne prende possesso dall'alto
del suo cavallo non riescono ad accendere l'entusiasmo e la passione che
Napolitano agogna nonostante la presenza dappertutto di scolaresche pronte a
sventolare il tricolore che Bossi ed i Leghisti vorrebbero usare come carta
igienica.
Credo che arriveremo al 2011 con il fiato grosso, in affanno, con un
progetto propagandistico che
non riesce a fare breccia, a conquistare i cuori, a convincere.
Perchè tanta freddezza, perchè non scatta la molla del patriottismo? Il
ricordo del Centenario nel 1961 è stato più caloroso e fu animato da
manifestazioni di spontanea adesione agli ideali unitari del Paese. L'Italia
era più povera ma più solidale. Eravamo nel pieno di un progetto di
crescita, di inserimento in Europa che allora era vissuta ed era un grande
fattore di modernizzazione e anche di civilizzazione. Quando si voleva
qualificare bene una norma si diceva "è ispirata alla cultura europea".
Eravamo alla vigilia di una grande stagione di riforme in un progetto di
unità che fu rappresentato dal centro sinistra e che portò alle innovazioni
della scuola, della riforma agraria, della casa per tutti, del welfare.
Ricchi e poveri erano dentro una barca in cui tutti remavano verso la
conquista di un posto al sole. Ci lasciavamo alle spalle l'Italia della
grande fame descritta da Collodi in Pinocchio e rappresentata da Pulcinella
e cominciavamo a consumare in tutte le famiglie le bistecche prima
riservate, e soltanto per qualche giorno la settimana, ai benestanti.
Per capire il prodigioso progresso rappresentato dalla possibilità di
sfamarsi e di alimentarsi meglio basti pensare alle generazioni di rachitici
e di nanerottoli sostituite da generazioni di ragazze e ragazzi splendidi e
di almeno venti centimetri più alti dei loro predecessori.
Cinquanta anni dopo viviamo in una Italia popolata da infelici ed
angosciata dal suo futuro che sembra oscurissimo. La coesione sociale si è
rotta. I Ricchi sono diventati assai più ricchi ed avidi, i poveri sempre
più poveri. L'ascensore sociale rappresentato dalla scuola e dall'università
non funziona più. Tra i callcenteristi frustati di Incisa Valdarno ci sono
moltissimi laureati. Avere una o più lauree spesso significa una
frustrazione maggiore a fronte del tritacarne rappresentato dalla legge
Biagi. Restano in piedi soltanto le protezioni familiari delle corporazioni.
I professionisti figli di professionisti, dai farmacisti agli ingegneri,
continuano a stare bene. Le porte per quanti provengono da altri ambienti,
da famiglie "basse" come si diceva spregiativamente un tempo, si sono
richiuse per sempre.
Viviamo in una Italia governata da una Oligarchia rappresentata dal
Ministro Calderoli leghista, federalista ma anche, se il caso,
secessionista il qualedi contro al salasso cui saranno sottoposti i
lavoratori insiste nel mantenere praticamente inalterato il costo della
politica e della parapolitica oggi di centinaia e centinaia di miliardi di
euro. Basterebbe una sforbiciata del trenta per cento che in ogni caso
conserverebbe gli stipendi dei nostri politici in testa alle classifiche
mondiali per ricavare i 25 miliardi che invece saranno succhiati ad una
classe lavoratrice di milleuristi.
Insomma, perchè si dovrebbe amare una Italia diventata il paese delle
diseguaglianze, governata da una classe politica scandalosa espressione di
due partiti che vogliono dare sempre di più a chi ha già tanto e togliere
il poco che resta ai lavoratori? Una scuola che licenzia oltre centomila
insegnanti ed un Governo che non si pone il problema del destino di questa
massa enorme di disoccupati intellettuali
perchè non dovrebbero suscitare amarezza, protesta, odio?
Inoltre, Napolitano nel profondere la sua retorica per l'unità propone
anche il suo contrario, il federalismo. Sa bene che il federalismo sarà la
centrifuga di quel poco che rimane di senso nazionale.
Ma si ostina a credere e volerci far credere che sarà invece una cosa
buona, positiva. La Sicilia ha sperimentato il federalismo per via del suo
Statuto Speciale. L'enorme quantità di soldi che raccoglie dai contribuenti
é servita a foraggiare una burocrazia mostruosa e a creare miseria ed
indebitamenti. Le politiche liberiste di privatizzazione oggi in grande auge
hanno creato una idrovora che inghiotte il gettito fiscale. Basti vedere i
disastri degli Ato e la crisi della immondezza affidata al sistema
pubblico-privato.
In conclusione, il sentimento di unità non nasce ricordando il passato, il
Risorgimento, i martiri di Belfiore, ma facendo una politica di coesione
nazionale e ripudiando l'ideologia che sovrasta questa classe dirigente che
vuole l'arricchimento dei ricchi ed il tritacarne per i poveri.
Pietro Ancona
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Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Monday, May 17, 2010 4:57 PM
Subject: Bossi pedagogo
Bossi pedagogo
Il capo della lega Nord ritiene che il federalismo servirà al Sud per
educarlo ad usare meglio e con maggiore rispetto i soldi del prelievo
fiscale del suo territorio, a non parassitarsi sulle regioni e sugli
uomini operosi della Valle Padana, ad imparare a vivere con i propri
mezzi. Insomma, il federalismo sarà sopratutto uno strumento educativo
per i meridionali fannulloni e scrocconi e Bossi ne è il grande
pedagogo.
Il Nord è assai più ricco del Sud ma non dà proprio niente a questo.
Se desse come sostengono i
tronfi separatisti della Lega il livello della popolazione del sud
dovrebbe essere eguale o vicino a quello del Nord. In effetti non è
così. La popolazione meridionale è più povera appunto perchè meno ricca
e non assistita nè dal Nord nè da chicchesia.
La leggenda del Nord che mantiene il Sud viene alimentata da intense
campagne propagandistiche che impegnano i massmedia quasi
quotidianamente. Il prof. Luca Ricolfi ha addirittura scritto un libro
diventato cult per i leghisti: " Il sacco del Nord" nel quale viene
spiegato come i virtuosi abitanti della Padania si siano accollati per
quasi cinquanta anni il peso di una zavorra fatta di tutto l'ex Regno
delle Due Sicilie e di parte dell'ex Stato della Chiesa. In sostanza,
mentre il Nord consuma meno di quello che produce, al Sud avverrebbe il
contrario attraverso, appunto, il salasso delle risorse guadagnate dal
Nord.
In effetti, questa tesi è infondata. Se il Nord ha contribuito a
pagare più tasse per il mantenimento dello Stato questo è esclusivamente
dovuto alla sua maggiore ricchezza, alla sua straordinaria (fino a ieri)
densità industriale. E' falso che le risorse prodotte dal Nord vengano
stornate al Sud . Nella distribuzione delle risorse attraverso i
trasferimenti lo Stato si comporta riferendosi a parametri che non sono
certamente di favoritismo per il Sud.. La Lombardia, il Piemonte, il
Veneto non sono in grado di dimostrare di avere ceduto risorse a
vantaggio del Sud ed anzi hanno ricevuto molto di più di quanto non
abbia avuto il Sud. Il Nord ha un sistema infrastrutturale finanziato
dallo Stato che è di almeno dieci volte migliore per qualità ed
efficienza di quello meridionale. Basti pensare al sistema autostradale.
Inoltre la più grande industria del Nord e dell'Italia la Fiat di Torino
è stata sostenuta per decenni da cospicui contributi statali in parte
sotto forma di CIG usata per integrare i bilanci della azienda
scaricandola dei periodi di magra commerciale.
Il progetto ideato da un economista di indubbio valore quale fu il
Prof.Saraceno di industrializzazione del Sud con la Cassa per il
Mezzogiorno (CASMEZ) fu vanificato dall'uso che torme di pirana ne
fecero. Grande parte dei soldi erogati sono finiti ad aziende come
l'Eni, la Montecatini, alle acciaierie di Stato. I beneficiari della
Casmez furono per il 95% industrie ed industriali del Nord. Siamo giunti
financo all'intervento corsaro e truffaldino di imprese padane che
venivano a compiere scorrerie fingendo di impiantare fabbriche per
impadronirsi dei cospicui incentivi e fuggire immediatamente lasciandosi
macerie alle spalle.
I benefici dei salari erogati dalla Italcementi e dalla Montedison o
dall'Eni a Gela e Siracusa, della Fiat a Termini, dell'ILva a Taranto
non valgono i terribili e duraturi danni provocati dall'inquinamento
e dall'oscuramento della vocazione turistica e agricola dei luoghi.
In ogni caso, come dimostrano i documenti che corredano questo
scritto, nella ripartizione delle risorse nazionali la parte leonina è
stata ed è delle regioni del Nord. Che poi il Nord non riesca a
smaltire quanto produce e riceve non è prova delle sue virtù sparagnine
e di pratiche austere
di vita quanto di un surplus di risorse che, purtroppo, non credo avrà
ancora in futuro neppure col federalismo fiscale separatista. Soltanto
una nuova fase della economia, dopo il giro di boa della crisi in atto
(se ci sarà) potrà riprendere e conservare i dati di prosperità attuali.
La classe dirigente del Nord non sta dando una grande prova di sè.
Avvelena l'opinione pubblica e la istiga contro i meridionali e contro
gli extracomunitari. Nei confronti di questi ha ispirato alla destra che
controlla il Paese leggi di stampo nazista ed attua persecuzioni e
campagne di odio che giungono financo all'omicidio. Naturalmente si
serve della manodopera importata per la sua agricoltura che fallirebbe
subito se ne fosse improvvisamente privata. Chi mungerebbe le vacche di
padron Bertoldo se gli indiani sikh rientrassero in patria? Lo stesso
dicasi per le sue concerie dove impiega manodopera dell'est europeo in
condizioni ottocentesche di sfruttamento. Un operaio delle concerie non
campa più di dieci-quindici anni dentro le esalazioni di acidi ed il
grande calore in cui fatica anche per dieci ore al giorno per i pochi
euro concessi dai terribili imprenditori locali.
Ritiene anche di poter fare a meno dei meridionali negli uffici e
nelle scuole. Formigoni propone una radicale pulizia etnica già avviata
dalla Gelmini. Pensa di avere i magistrati ed i professori sufficienti
per sostituire i meridionali? Soltanto il certificato di nascita
deciderà dell'impiego.
Il contesto politico e sociale in cui si avvia l'operazione
"federalismo" è di odio e di cacciata dal Nord dei meridionali. Sbaglia
Napolitano a non tenerne conto ed a pensare che l'Italia che uscirà da
questa temperie non sarà ancora più avvelenata di quanto non sia oggi.
Il professore Giorgio Ruffolo, rendendosi conto che il federalismo di
venti regioni che hanno dato pessima prova di se a cominciare dalla
Lombardia non potrà che rendere irreversibile la crisi italiana,
propone tre grandi macroregioni. Sarebbe peggio che andar di notte!
Penso che dovremmo fermarci tutti. Analizzare criticamente che cosa
sono diventate le Regioni dalla loro istituzione ad oggi. Prendere atto
che hanno moltiplicato per venti i vizi dello statalismo e reso quasi
insostenibile il peso fiscale, prendere atto che producono nuove entità
istituzionali per via dei tumori oligarchici che tendono a riprodursi
con le province e la istituzione di nuove regioni. Una si è fatta
avanti: la Romagna ed altre sono pronte per il riconoscimento. Possiamo
escludere che Catania rivendichi di diventare Regione autonoma?
Se l'Italia decidesse di sopprimere le Regioni e si potesse togliere
il loro peso diventerebbe sicuramente migliore di quella che oggi è. Ma
questo non è possibile e corriamo tutti verso il precipizio del
federalismo che affosserà tutto e tutti se prima una grande ondata della
crisi mondiale non ci avrà travolto.
La prima operazione da fare è riconvertire in classe dirigente
l'oligarchia che oggi divora oltre cento miliardi di euro l'anno.
Ridurre il costo della politica di almeno il settanta per cento. Non
andare avanti con le privatizzazioni. Queste due misure aiuterebbero a
recuperare il rispetto della popolazione e maggiori risorse per le
riforme "giuste" da fare. Ma è possibile? Purtroppo non è possibile.
Quando si tratta dei privilegi dell'Oligarchia, della casta, governo ed
opposizione si stringono e fanno muro.
Pietro Ancona
http://www.finanzalocale.interno.it/docum/studi/varie/formez03.html
http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=07073
http://finanziamentipubblici.it/category/categoria-notizia/miccich%C3%A8-cipe?page=1
http://www.regioni.it/mhonarc/details_misc.aspx?id=4644
http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/26/Ricolfi_attenti_Gattopardo_fara_boccone_co_9_100126031.shtml
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: direzione@unita.it
Sent: Wednesday, May 19, 2010 9:18 AM
Subject: Generazione sconfitta
I ragazzi del "Precariato" su faceboock hanno realizzato questo
youtube con la lettera inviata da Pietro all'Unità.
http://www.youtube.com/watch?v=EFnsyNR6gDM
Generazione sconfitta
Cara Dott.ssa De Gregorio,
ieri sera, a Ballarò, lei paventava una imminente rivolta sociale e
raccontava di essere stata fortemente impressionata da assemblee di giovani
precari con scene drammatiche di pianto, disperazione, sofferenza.
Cinque milioni di giovani, praticamente tutti i nuovi occupati, si trovano
in regime di precariato. Ma forse sono molto di più se aggiungiamo le
partite IVA. Anche nel suo giornale probabilmente ci sarà una certa
percentuale di giovani giornalisti assunti con una delle diavolerie della
legge trenta. Precariato vuol dire anche salario da schiavi, disconoscimento
dei titoli di studio o altro. Vuol dire niente welfare. Abbiamo casi di
ingegneri pagati a settecento euro al mese oppure di persone assunte per
cinque giorni la settimana esclusi il sabato e la domenica.
Questa situazione infernale esiste da sette anni ed è legale dal momento
che la legge Biagi ha fornito un fumus giuridico di legalizzazione a quanto
già avveniva seppur in misura certamente minore.
Nel 2007 è stata resa definitiva da Prodi con gli accordi sindacali del 23
luglio che hanno di fatto chiuso negativamente la promessa fatta dallo
stesso Prodi nella campagna elettorale. Ricorda: diceva di voler liberare i
giovani dal precariato.
Qualche giorno fa il gruppo senatoriale del PD ha presentato il disegno
di legge Nerozzi-Marini che correda il precariato con la liquidazione
dell'art.18. La legge sull'arbitrato in discussione al senato è stata
contrastata molto debolmente dal PD che in grande parte la condivide.
L'Unità o il PD non hanno mai fatto un esame delle conseguenze della legge
Biagi nonostante la sofferenza che giunge da milioni e milioni di ragazze e
ragazze a cui è stato cancellato il futuro.
Non capisco, quindi, la schizzofrenia di una condivisione del disagio dei
precari e di una partecipazione attiva ai progetti per rendere definitiva e
senza alcuna possibilità di cambiamento la loro condizione. La rivolta che
lei paventa probabilmente non ci sarà perchè l'isolamento di questa massa
enorme di giovani è assoluto. Nessuno li ascolta. Il liberismo selvaggio è
diventata dottrina generale nel Parlamento e nel sindacalismo confederale.
Ma la disperazione che cova nella società italiana è terribile.
Pietro Ancona
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From: pietroancona@tin.it
To: meno.occhipinti@italianotizie.it
Sent: Saturday, May 22, 2010 4:39 PM
Subject: le clarisse di Aversa
LE CLARISSE DI AVERSA
Nelle ultime quarantotto ore, la tv si è occupata della Chiesa Cattolica
da ben tre volte: rai due, rai tre e la sette. A rai due, in anno zero, sul
tema della pedofilia, a la sette, per il patrimonio immobiliare del Vaticano
a Roma, a rai tre per la vicenda dello sfratto delle monachelle di clausura
dal loro convento di Aversa. Nello stesso tempo i massmedia si sono occupati
degli intrecci tra finanza vaticana e cricca. Un vero e proprio
coinvolgimento in crimini contro lo Stato. Insomma le cronache della Chiesa
diventano sempre più inquietanti.
La trasmissione "Mi manda Rai Tre" è stato dominata da due piccole figure
di monache molto anziane. Raccontavano il loro sfratto dal Monastero dove
avevano trascorso tutta la vita motivato dalle autorità ecclesiastiche da
futilità come l'uso del telefonino o i contatti con il mondo esterno. In
verità i motivi del loro brutale allontamento non sono chiari. Si è
malpensanti se si congettura che probabilmente ci sono progetti speculativi
sul Convento cinquecentesco che loro continuavano ad abitare?
Di certo c'è che il Vaticano e la Curia non hanno tenuto in nessun conto
gli interessi ed i sentimenti delle clarisse trattate con scandalosa
brutalità. Il vescovo di Aversa ha rimproverato il loro rifiuto alla
obbedienza agli ordini della gerarchia e si è spinto fino ad adombrare
disordine nella tenuta dei conti del Convento. Un prete "sposato" le ha
invitate alla letizia, ha dato dei consigli strampalati ma che volevano
ingraziarsi i persecutori delle suore. Ma queste se la sono cavata molto
bene e nella loro voce di protesta per la violenza subita vibravano le corde
di una dignità umana e religiosa che suscitava rispetto, ammirazione,
condivisione della loro causa. La Chiesa non ha tenuto in nessun conto il
fatto che da oltre mezzo secolo costituivano una comunità. Smembrare e
disperdere otto persone in tarda età, liberarsene senza alcuno scrupolo
destinandole a tante sperdute località è davvero una crudeltà
insopportabile. Ma a fronte della potenza dell'Autorità che le ha
schiacciate e
gettate come cose inutili, hanno reagito con straordinaria forza: hanno
riaffermato il loro diritto a continuare a stare insieme, a non disperdere
la loro coesione affettiva e si sono qualificate come autentiche portatrici
di valori di umanità, dignità, giustizia. Queste suore hanno la certezza di
essere
interpreti del Vangelo. Il Papa, il Vescovo, il Vaticano ne sono usciti con
le ossa rotte. La Chiesa rappresentata da questo Papa è il contrario del
cristianesimo. La religione di Cristo non può continuare ad essere
rappresentata da uno Stato che la imbriglia nelle sue politiche. Non sono
condivisibili gli interessi finanziari, l'uso spregiudicato dell'otto per
mille, l'appoggio al colonialismo
armato dell'Occidente. Il prelato che ha officiato la messa per i due alpini
caduti in Afghanistan si è lasciato andare in un incredibile
giustificazionismo della guerra di sterminio e non ha avuto una sola parola
di pietà per i massacrati dai bombardamenti e per i bambini che nascono
deformi per l'avvelenamento di uranio e di fosforo delle armi Nato. Questa
Chiesa non ha un grande futuro. Se vuole continuare a vivere deve
rinnovarsi, rinunziare ad essere Stato, immergersi nel Vangelo,
riconsiderare criticamente tutta la sua storia dal delitto di Ipazia ai
nostri giorni.
L'ossessione del potere temporale ha fatto della Religione uno strumento di
oppressione.La Chiesa per essere davvero cristiana deve tornare ad essere
povera e dei poveri. Ma questo non succederà-
Pietro Ancona
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/17-maggio-2010/aversa-protesta-contro-trasferimento-cappuccinelle-convento-1703030751228.shtml
http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/bd_edit_doc_dioc.edit_documento?p_id=924778&id_pagina=4808&rifi=&rifp=&vis=1
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: img press
Sent: Friday, May 21, 2010 1:42 PM
Subject: Fw: Napolitano come Willy Brandt
Napolitano come Willy Brandt
Il Presidente Napolitano dovrebbe ispirarsi al grande statista
socialdemocratico europeo Willy Brand
che si inginocchiò davanti il monumento del ghetto di Varsavia e chiese
perdono per i crimini dei nazisti. Dovrebbe inginocchiarsi davanti la
fortezza di Fenestrelle nell'alto Piemonte dove venivano deportati i
resistenti meridionali i tantissimi contadini definiti "briganti" per
morirvi squagliati nella calce viva o di fame e di freddo.L'unità d'Italia
non si fa con la retorica patriottarda o intonando tutti insieme l'inno di
Mameli. Si fa facendo conoscere la verità finora nascosta agli italiani da
una storiografia fatta di menzogne. Soltanto la verità accompagnata da un
atto di riconoscimento delle terribili colpe del genocidio nordista può
mettere le basi, a 150 anni della fondazione dello Stato, di una vera
nazione. La partecipazione alla prima guerra mondiale del tutto inutile e
priva di senso non
ha avvicinato gli italiani sebbene abbia compiuto fraternizzazioni
specialmente tra i soldati. La prima guerra mondiale fu la guerra dei feroci
ufficiali dello Stato Sabaudo contro i loro soldati che venivano mandati
deliberatamente al massacro oppure decimati e fucilati per futili motivi.
Non è bastata a fare dell'Italia una Nazione.
Bisogna quindi fare piena luce sugli anni che vanno dal 1861 alla grande
emigrazione transeoceanica del novecento. Elencare tutti i delitti ad uno ad
uno. Rievocare i paesi rasi al suolo, le famiglie distrutte,le devastazioni
e le ruberie in danno degli sventurati abitanti del Regno delle Due Sicilie.
Tutto avvenne dopo la spedizione dei Mille ma già se ne sentivano i presagi
nella strage di Bronte.
Si dovrebbero rimuovere i resti umani dei combattenti meridionali dal
Museo Lombrosiano. Una vera vergogna che Borghezio vorrebbe conservare a
dimostrazione della inferiorità etnica della gente del Sud.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
mercoledì, ottobre 21, 2009By Web & Books
La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle
popolazioni meridionali detta Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti
del 15 agosto 1862 “…per la repressione del brigantaggio nel Meridione”
Questa legge istituiva, sotto l’egida savoiarda, tribunali di guerra per il
Sud ed i soldati ebbero carta bianca, le fucilazioni, anche di vecchi, donne
e bambini, divennero cosa ordinaria e non straordinaria. Un genocidio la cui
portata è mitigata solo dalla fuga e dall’emigrazione forzata,
nell’inesorabile comandamento di destino: “O brigante o emigrante”
Lemkin, che ha definito il primo concetto di genocidio, sosteneva:
“….genocidio non significa necessariamente la distruzione immediata di una
nazione…esso intende designare un piano coordinato di differenti azioni
mirati a distruggere i fondamenti essenziali della vita dei gruppi
nazionali….Migliaia i soldati dell’esercito borbonico massacrati nel lager
di Fenestrelle in Piemonte (nella foto). E ad osservare la foto la momoria
riporta subito ad Auschswitz. E invece no. Non c’erano le camere a gas? I
prigionieri, portati al Nord con quattro stracci addosso, a 2000 metri
d’altezza, venivano gettati nella calce viva. Antonio Gramsci (1920): “Lo
stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco
l´Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, fucilando,
seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di
infamare col marchio di briganti”. Giuseppe Garibaldi Lettera ad Adelaide
Cairoli, 1868 “Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono
incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non
rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a
sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio” Nino
Bixio, autore dell’eccidio di Bronte, nel 1863 dichiarò in Parlamento: “Un
sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno. C’è l’Italia là,
signori, e se volete che l’Italia si compia, bisogna farla con la giustizia,
e non con l’effusione di sangue”. On.le Ferrari, liberale, nel novembre 1862
grida in aula: “Potete chiamarli briganti, ma combattono sotto la loro
bandiera nazionale; potete chiamarli briganti, ma i padri di quei briganti
hanno riportato due volte i Borboni sul trono di Napoli. E’ possibile, come
il governo vuol far credere, che 1500 uomini comandati da due o tre
vagabondi tengano testa a un esercito regolare di 120 mila uomini? Ho visto
una città di 5 mila abitanti completamente distrutta e non dai briganti”
(Ferrari allude a Pontelandolfo, paese raso al suolo dal regio esercito il
14 agosto 1861, 1250 morti). Nell’agosto del 1862 i paesi del SUD in rivolta
contro l’invasione italiana erano 1.500 e fu dichiarato lo stato d’assedio e
legge marziale, inizia violenta e dura la repressione dei paesi liberati dai
partigiani Borbonici. La guerra di conquista durò oltre il 1880 e causò al
Regno delle Due Sicilie 1.000.000 di morti, centinaia di paesi rasi al
suolo, 500.000 prigionieri politici, l’intera economia distrutta e la
diaspora di molte generazioni. Il Piemonte/Italia ebbe oltre 23.000 morti il
doppio di quelle subite in tutte le sue sedicenti guerre d’indipendenza. Le
atrocità compiute, ancora secretate per la vergogna, impedendo così
l’imputazione di genocidio, primeggiano su quelle naziste e competono con
quelle giacobine rivoluzionare in Vandea (1793), quando cuocevano a vapore
anche preti e suore.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: redazione@lavocedelnordest.it
Sent: Friday, May 21, 2010 5:06 PM
Subject: Una supposizione: Santoro fonda un Partito?
Una supposizione: Santoro fonda un Partito?
Credo che l'idea gli sia venuta con l'enorme successo ottenuto al
PalaDozza. Grande parte del popolo di sinistra non si riconosce più nel PD,
giudica perdente votare per i comunisti cacciati via dal Parlamento,
vorrebbe una alternativa concreta a Berlusconi. Un personaggio
capace di sconfiggerlo in campo aperto e che conosce tutti i meccanismi ed i
marchingegni del consenso mediatico. Santoro sente oramai strettissima la
rete TV, Anno Zero non gli basta più, credo che lo abbia anche stufato e si
vedeva dal modo di condurre la scottante trasmissione di ieri sera sul
pedofilismo nella Chiesa Cattolica. Vuole molto di più, scendere in campo
come fece nel 94 il Cavaliere. Ha per l'appunto quindici anni in meno di
Berlusconi e sembra godere di buona salute.
Perchè non provare? Grillo ha avuto successo. E' un predicatore via
internet mentre Santoro è un telepredicatore. Entrambi godono di seguiti
fidelizzati, di persone disposte a buttarsi sul fuoco per loro.
Berlusconi ha un seguito di fanatici che, se gli vede commettere un
delitto, lo sostiene lo stesso. Quasi lo stesso si può dire di Santoro anche
se i suoi sostenitori sono più colti e più dotati di ragione critica.
Sebbene esca per la seconda volta dalla Rai con un gruzzolo miliardario in
un contesto in cui la gente si uccide prima di morire di fame, i suoi fans
non lo abbandonano e anzi ritengono che percepisca poco in confronto a Vespa
ed altri. Insomma Santoro gode di una fidelizzazione a prova di qualsiasi
evidenza o argomenti. Noto anche che scatena una certa aggressività nei suoi
sostenitori non proprio come Berlusconi ma rilevante.
Se la fine delle ideologia ci porta a questo, mille volte meglio le
ideologie ed il pensiero forte. I personaggi, i telepredicatori, i demagoghi
di provincia, che invadono la politica e la occupano sono
manifestazioni di un degrado della politica che prima o poi ci priverà delle
residue libertà e della democrazia. Guardavo esterrefatto la
conferenza-stampa congiunta tra il Ministro Calderoli, piromane di leggi e
della Costituzione, pascolatore di maiali antislamici ed Antonio Di Pietro
dal multiforme
ingegno e dagli interessi molto articolati. Entrambi sostenevano il
federalismo demaniale, il prossimo
sacco delle oligarchie regionali con la svendita e la privatizzazione del
patrimonio ambientale, paesaggistico culturale dell'Italia regalata a
voracissime bande territoriali. Anche Di Pietro prende voti dell'elettorato
democratico e di sinistra, ma non renderà conto a nessuno dei suoi intrighi
con Bossi.
Santoro fa parte da sempre della Oligarchia. Nel periodo di esilio
impostogli da Berlusconi fu eletto
dal PD al Parlamento Europeo, dal quale si è dimesso dopo aver ricevuto
anche qui una liquidazione
succulenta. Ora ha alzato lo sguardo verso un orizzonte più lontano. Perchè
non incrociare la spada con Berlusconi contendendogli il controllo
dell'Italia?
Può darsi che le mie supposizioni almanaccate dopo la trasmissione di ieri
sera di "AnnoZero" siano prive di fondamento. Me lo auguro. L'Italia non ha
bisogno di nuovi Dei nell'Olimpo ma di un rientro alle regole ed alla
sostanza della democrazia a cominciare dal ripristino della proporzionale e
della elezione dei parlamentari per scelta degli elettori e non delle
segreterie dei partiti. Il personalismo patologico al quale approdiamo dopo
la involuzione leaderistica dei partiti italiani è il peggio della nostra
storia politica.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Sunday, May 23, 2010 8:51 PM
Subject: Il PD e lo Statuto di Sacconi
Un lavoratore (operaio o impiegato) è una persona che svolge un'attività
manuale o intellettuale a scopo produttivo, in cambio di un compenso;
generalmente il termine è riferito a coloro che prestano l'attività
lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro." l' Imprenditore svolge
(non presta) la sua attività in vista di un profitto, il professionista dà
le sue consulenze o il suo ingegno in cambio di una parcella, di un
onorario; il lavoratore autonomo (quando non si tratti di un fumus come i
ragazzi a partita Iva) è una persona che realizza qualcosa o in servizio
(impianto idraulico, gioiello o altro) in cambio di una parcella che
contiene anche le spese effettuate in materie impiegate."
Il codice civile definisce le caratteristiche che distinguono il lavoro
dipendente: la subordinazione, l'orario, gli obblighi definiti dal ccnl. Il
lavoratore è colui che, in cambio di una remunerazione, esegue
un lavoro sulla base delle direttive che gli vengono impartite.
Nel documento approvato dall'Assemblea Nazionale del PD è scritto: "il PD
intende rappresentare il lavoro in tutte le sue forme, dal lavoro
(relativamente) stabile, a tempo indeterminato, al lavoro precario e
parasubordinato,dal lavoro di artigiani, commercianti e professionisti, al
lavoro dello imprenditore. Poi, propone "l'introduzione dello Statuto dei
Lavoratori autonomi e dei Professionisti per definire un denominatore di
tutele e di incentivi corrispondente alle esigenze comuni di artigiani,
commercianti e professionisti."
Ora questo ecumenismo nel voler esprimere le esigenze del lavoro applicato
a tutti i campi ivi compresa l'imprenditoria era una caratteristica della
vecchia DC (si chiamava interclassismo) e del vecchio PCI ( si chiamava
"rapporto con la piccola e media industria"). Insomma, i due maggiori
partiti italiani si sforzavano di rappresentare tutto il mondo produttivo ma
avevano il buon senso di
non volere ingabbiare la parte minus habens obbligandola dentro limiti di
dialettica sociale convenienti ai
mayores habent. Il PC consigliava i sindacati a stupulare accordi
particolare con artigiani o commercianti o piccoli imprenditori come
sostegno ideologico e politico alla loro esistenza insidiata dai monopoli e
dalle grandi imprese. Questo avveniva a livello territoriale e aziendale.
Ricordo un contratto stipulato a Palermo con Libero Grasso, imprenditore e
persona onesta verso i lavoratori ed eroe della lotta contro il pizzo
mafioso, che appunto stabiliva differenziali salariali a sostegno della sua
impresa tessile. Qualcosa di simile avveniva con le imprese cooperativa e la
cosa appariva giusta e ragionevole anche ai lavoratori perchè la
cooperazione era ancora densa di contenuti sociali ed appariva una
alternativa alla produzione capitalistica. Oggi non è più così. "La Coop sei
tu!" è una potente organizzazione finanziaria che ha cancellato il suo scopo
sociale rivolto alla crescita dei produttori e dei lavoratori.E' un gigante
del capitalismo italiano.
Nel documento approvato dal PD per giustificare la scelta di tutelare il
lavoratore dipendente si afferma che bisogna tutelare anche quello autonomo,
il commerciante, il professionista. Ma che genere di tutela può darsi al
professionista? Che cosa la società deve dare al notaio, al medico libero
esercente, al commerciante di agrumi, al bottegaio, al commerciante
all'ingrosso?
Tra queste categorie delle professioni borghesi le condizioni non sono
tutte identiche. Ci sono avvocati che lavorano per conto di altri avvocati e
spesso in condizioni di vera e propria umiliazione sociale e salariale.
L'avvocato che è sfruttato da uno studio deve essere certamente protetto.
Cose del genere si possono scrivere su tutte le professioni ed i mestieri.
Come si fa a ridurre alla grossolano semplificazione che sono tutte
manifestazioni del lavoro che vanno tutelate? Tutelate da che cosa e da chi?
E' grottesco mettere tutti lavoratori dipendenti e altri nello stesso
pentolone.
Insomma, se non abbiamo capito male, il PD, dopo aver fatto finta di
difendere lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori, apre alla proposta di
Sacconi dello Statuto dei Lavori. I lavoratori dipendenti, in questo nuovo
scenario che va a crearsi, vengono collocati ( ma con molte disparità)
sullo stesso piano degli imprenditori, dei professionisti, dei commercianti,
degli autonomi. Tutti bisognosi di tutele, magari dal cattivissimo sindacato
che chiede un pò di soldi in più in busta paga e disturba la quiete sociale
e la libertà degli altri soggetti sociali.
Il PD non ha capito o fa finta di non capire che l'interclassismo nell'era
del liberismo è soltanto lotta di classe con tutti i mezzi a cominciare da
quellio giuridici ai lavoratori dipendenti.
Insomma, a differenza dello storico Labour Party, che si dichiara partito
del lavoro perchè espressione delle classi lavoratrici e dei loro sindacati,
il PD si dichiara partito del Lavoro comprendovi la Marcegaglia,
Montezemolo, la Confindustria e quanti professionisti ancorano le loro
"barche" nel mare antistante Villa Certosa per rendere omaggio al loro
leader carismatico, il Presidente Operaio Silvio Berlusconi!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, May 23, 2010 10:06 PM
Subject: pensieri dopo la manifestazione all'albero di Falcone
Pensieri dopo la manifestazione all'Albero di Falcone
Le celebrazioni sono state troppo ingessate. Sono diventate momenti
propagandistici del Regime. Ho visto oggi molta protezione civile. Sarei
curioso di sapere se è diventato un grande evento di Bertolaso! Ho notato
molta militarizzazione nell'organizzazione
Mi chiedo come e da dove sono venute le scolaresche che io ho visto sfollare
in autopulman della polizia e della guardia di finanza. I corpi armati sono
sempre più usati per le manifestazioni interne. E' assurdo che ci sia
dappertutto una quantità enorme di gente in divisa. Non è normale!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: rassegna sindacale
Sent: Tuesday, May 25, 2010 12:17 PM
Subject: I lavoratori sono soli
I lavoratori sono soli
La CGIL non ha finora commentato la risoluzione sul lavoro approvata
dall'assemblea nazionale del PD. Un documento squallido che chiude ogni
speranza di lotta al precariato,ai bassi salari,alla perdita dei diritti.
Un silenzio che non preannunzia opposizione o almeno critica dal momento
che il PD è il partito di riferimento di grandissima parte dei quadri
dirigenti della Confederazione. Questi si adegueranno alle indicazioni del
Partito oppure rivendicheranno la loro autonomia e l'autonoma elaborazione
delle politiche della CGIL?
Io credo che la CGIL si adeguerà alle indicazioni del documento del
Partito. Questa convinzione scaturisce dall'esame dei suoi comportamenti ,
dalle deliberazioni del Congresso, dalla sua voglia di stare "in gioco" di
partecipare alle scelte politiche e sociali che saranno approvate dal
Governo.
La CGIL, come la Cisl e l'UIL, continua a giocare di rimessa. Non si muove.
Aspetta le decisioni del Governo sulla manovra finanziaria che sottrarrà
risorse vitali a salari,pensioni,scuola,sanità e si limiterà a proporre una
qualche modesta "riduzione del danno". Il richiamo di Napolitano alla
coesione nazionale, allo spirito patriottico di accettazione dei sacrifici
per salvare l'Italia servirà a coprire l'ennesima bastonata ai lavoratori
dipendenti, ai pensionati, ai poveri. Venticinque miliardi si potrebbero
ricavare da una drastica riduzione dei costi della politica e della
parapolitica (spendiamo oltre cento miliardi di euro per gli stipendi ai
politici, ai consulenti, ai consiglieri di amministrazione) ma si preferirà
prelevarli da coloro che già stentano ad arrivare alla fine del mese.
Il gioco si è fatto pesante a livello internazionale. Il capitalismo
mondiale ha una sua centrale di direzione che muove vari organismi come il
Fondo Monetario Internazionale o le stesse Agenzie di Rating che assolvono a
funzioni di killeraggio quando si ritiene opportuno aggredire. La Grecia, il
Portogallo, la Spagna, sono state già aggredite per avere disavanzi
addirittura inferiori a quello degloi USA che, però, si sono concessi il
privilegio di stampare dollari senza alcuna copertura e di imporli al mondo
intero. Il capitalismo è in una fase di parossismo ideologico. Gli accordi
di Maastrict già abbastanza jugulatori gli stanno stretti e vorrebbe subito
l'americanizzazione dell'Europa cioè la scomparsa del welfare che l'ha reso
civile a fronte della barbarie in cui è costretto a vivere il popolo
americano.
Non deve sfuggire il fatto che le tre nazioni nel mirino sono a direzione
socialista anche se trattasi di un socialismo nominale con contenuti
liberisti. Ma lo zio Sam non si fida lo stesso. Inoltre l'attacco alla
Grecia è un grimaldello per scassinare l'Europa. Per il popolo greco c'è già
pollice verso del Nerone che manipola i mercati. Anche la difesa approntata
dal governo tedesco di non consentire negoziazioni allo scoperto dei suoi
titoli di Stato ha fatto alzare acutissimi strilli ai liberisti che
vorrebbero il "mercato" libero da regole e cioè un far west dove scorazzare
e magari incenerire le risorse di interi popoli. Insomma, si vuole libertà
di strangolamento.
Anche l'Italia è nel mirino un giorno si ed uno no. E' sconcertante che
PD e CGIL non trovino di meglio che attaccare Berlusconi per avere
"sottovalutato" la crisi da almeno due anni. Una critica di destra alla
destra per sfuggire ad una analisi veritiera delle cause del terremoto
finanziario originato dalla pirateria di Wall Street ed al quale il sistema
occidentale non vuole porre alcun rimedio. E' la guerra degli USA con il
mondo intero condotta attraverso le Borse ed il terrorismo sui disavanzi dei
bilanci statali. L'Asia viene attaccata in più parti militarmente. L'Europa
e l'Euro vengono attaccati finanziariamente. IL fine è uno solo: riaffermare
una supremazia violenta e sempre più aggressiva degli USA.
I lavoratori italiani hanno la disgrazia di non avere alcun punto di
riferimento oltre la sinistra comunista. Cgil,Cisl,UIL e PD si limitano a
smussare qualche angolo ma non faranno niente per contrastare il loro
impoverimento e la perdita di diritti. Semmai fanno a gara per dimostrare
alla Confindustria quanto sono consapevoli e patriottici e come sono
disposti a cedere tutto dall'art.18
allo Statuto dei Diritti.
Se in Italia esistesse la democrazia e cioè l'esistenza di una dialettica
tra le forze politiche e le forze sociali nei prossimi giorni avremmo
battaglia in Parlamento e sciopero generale nel Paese. Ma la democrazia non
esiste e non solo perchè abbiamo una destra autoritaria al potere ma anche
per una opposizione che è interfacciale al governo e Sindacati Confederali
che fanno gli interessi della Confindustria. Sindacati che non difendono i
loro rappresentati ma si limitano ad amministrarli con quello che passa il
convento.
Pietro Ancona
http://www.rassegna.it/articoli/2010/05/25/62839/
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: rassegna sindacale
Sent: Tuesday, May 25, 2010 6:01 PM
Subject: aumentare gli stipendi ed i salari
Congelare per tre anni stipendi e salari in Italia è un crimine perchè in
effetti, con l'ascensione libera dei costi per vivere, diventa una vera e
propria decurtazione di almeno il trenta per cento.-
I salari italiani sono di almeno il quaranta per cento inferiori alla media
OCSE. Siamo al 23 posto della classifica.
Che cosa si vuole? Se queste sono le regole non possiamo starci dentro-
La CGIL dovrebbe organizzare lo sciopero generale e chiedere la riassunzione
di tutti i licenziati dal settore pubblico e privato e l'aumento di almeno
il dieci per cento di tutte le retribuzioni
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/05/11/visualizza_new.html_1791175474.html
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Wednesday, May 26, 2010 12:20 PM
Subject: Manovra e dintorni
Manovra e dintorni
Gli alti lai delle Regioni contro la manovra proposta dal Governo sono del
tutto ingiustificati. Le Regioni, approfittando dei loro poteri e sfruttando
l'ideologia delle privatizzazioni hanno creato da almeno dieci anni a questa
parte e continuano a creare una oligarchia fatta di oligarchetti della
parapolitica e inventandosi enti pubblico-privati amministrati da consigli
pieni come uova di persone con stipendi da managers tra i più alti del
mondo. La gestione di questi enti è spesso fallimentare, ma chi se ne
frega.... Si sono creati migliaia e migliaia di amministratori. Sono tanti
che potrebbero creare un Sindacato come quello che si creò in Sicilia trenta
anni fa costituito dagli amministratori delle aziende ESPI a capitale quasi
interamente regionale.
Le Regioni andrebbero soppresse perchè non producono servizi utili alla
cittadinanza ed al territorio
ed assorbono come spugne le risorse finanziarie provenienti dallo Stato o
spremute agli abitanti.
Se si mettono in fila i bilanci regionali e se ne fa una somma il
risultato è spaventoso. Lo è ancora di più se si aggiunge ad esso
l'indebitamento con le banche, all'estero, spesso garantito da società di
rating che lucrano assai bene per le loro certificazioni. Che motivo c'è di
certificare con una agenzia di rating un bilancio di Ente dotato di un
consiglio? Il motivo è legato soltanto ai traffici finanziari che si
intessono tra le banche e questi enti. Quanti enti locali in Italia si
fanno certificare?
Ho sentito a Ballarò Epifani. Un Epifani loquace, combattivo, a volte
financo aggressivo. Ha protestato contro l'iniquità della manovra che, more
solito, si scarica tutta sui poveri, sul lavoro dipendente e sopratutto su
quella fascia di ceto medio che, esclusa dalle esenzioni dai tiket e le
altre agevolazioni, viene caricata della soma.
Ma non ha detto una sola parola sul fatto che da quasi venti anni, per via
di un diabolico accordo stipulato con confindustria e governo, i
miglioramenti vengono rapportati ad un "tasso di inflazione programmato".
Il risultato è un congelamento delle retribuzioni che ha fatto regredire al
23 posto della scala OCSE l'Italia. A pensarci bene, non ha detto una parola
contro la proposta di congelamento
ed ha steso su questo una cortina fumogena di accuse al governo. E' una
tecnica della comunicazione
mutuata da Bersani che urla alla Gelmini un "non rompere i c.....agli eroici
professori" che ha avuto vasta risonanza massmediatica ma, in effetti, non
si è troppo affaticato a difendere la Scuola pubblica ed i Professori preso
nei laccioli del filovaticanismo di parte del PD e del liberismo della sua
elite di teste d'uovo.
La manovra come è già stato detto è soltanto depressiva. Produrrà nuova
disoccupazione e rallenterà il commercio interno. Non servirà a niente
perchè la questione dei conti dell'Italia e dell'Europa non è economica ma
politica. Gli USA vogliono liberarsi dell'Euro e non gradiscono la stessa
esistenza dell'UE. Non potendo bombardare Roma o Berlino o Parigi, come
hanno fatto e fanno con Kabul, Bagdad, il Pakistan e tanti altri disgraziati
"stati canaglia", usano l'arma dello inquinamento finanziario prima ed ora
del fallimento procurato degli Stati più deboli.
Avrebbe fatto meglio l'Italia a darsi un programma diametralmente opposto
a quello di Tremonti.
Non 25 miliardi di risparmi che provocheranno depressione per cento
miliardi, ma investimenti e spese di pari importo. Aumentando i servizi, il
welfare, i salari, l'occupazione.
Un programma espansivo protetto da misure draconiane di difesa dei titoli
di stato costringendo gli speculatori a sudare sangue se pescati a tramare.
Gran parte dei titoli di Stato hanno collocazione interna. Per i titoli
negoziati all'estero misure ancora più forti di quelle adottate dal governo
tedesco.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, May 28, 2010 4:34 PM
Subject: Apartheid o cattura della CGIL?
Apartheid o cattura della CGIL?
La signora Marcegaglia si è dichiarata parzialmente scontenta delle misure
adottate dal Governo dell'amico Berlusconi che la vorrebbe al Ministero
dell'Industria e per questo si è esposto ad una figuraccia all'assemblea
della Confindustria. Dichiararsi scontenti è per la Confindustria una
tecnica lungamente e monotamente sperimentata. Se esaminano le sue
risoluzioni approvate negli ultimi trentacinque anni basta leggerne una per
leggerle tutte. Sono tutte identiche! Si chiede flessibilità
per assicurare maggiore produttività al sistema e sopratutto "riforme
strutturali". Per riforme strutturali si intende, in soldoni, cancellare le
voci di spesa permanenti destinate a reiterarsi di anno in anno. Queste
spese riguardano il welfare: scuola, sanità, pensioni. Le uniche spese che
non si mettono in discussione sono quelle per le forze armate e le relative
forniture e le forze di polizia. Se lo Stato si riducesse soltanto a gestire
l'Esercito e la Polizia e cancellasse tutto il resto o lo riducesse a
proporzione miserella (come negli Usa) gli industriali italiani sarebbero
assai contenti.
Nel corso degli ultimi dieci anni si è intensificata l'erosione dei
diritti dei lavoratori non soltanto con le leggi ma anche con l'uso della
contrattazione sindacale. In verità questa tendenza è stata inaugurata
all'epoca del governo di Giuliano Amato con gli accordi sottoscritti
purtroppo anche da Trentin sulla abolizione della scala mobile e poi
allargati alla dinamica dei salari un anno dopo con il governo Ciampi.
Nel 1975 si era realizzato l'ultimo accordo dell'era keinesiana
dell'economia italiana con il punto unico pesante di scala mobile firmato da
Agnelli e Lama.
Un folto stuolo di commercialisti dei diritti insidiati al Ministero del
Lavoro e nelle Commissioni di Camera e Senato coltivano l'ossessione della
"modernizzazione" del giuslavorismo. Se osservate quante cose riescono ad
introdurre di soppiatto o più o meno apertamente in leggi-omnibus, nelle
finanziarie, nei cosidetti collegati vi rendete conto che ci troviamo
dinanzi al più grande svilimento
del diritto del lavoro mai perpetrato in Italia: l'ultimo obiettivo che
questi legulei si sono dati è quello di rendere quasi inagibile ai
lavoratori la magistratura. Dai diritti conclamati e riassunti
magistralmente
nella Costituzione e nello Statuto dei Lavoratori si sta gradatamente
passando agli "obblighi" ed ai "divieti" fino a rendere la figura del
lavoratore meno titolata di diritti di quella dei comuni cittadini.
La Marcegaglia, lavorando di contrappunto con Sacconi che pratica
l'apartheid della CGIL e vuole andare avanti soltanto con "i complici" Cisl
e UIL, ha proposto alle confederazioni dei lavoratori la convocazione di una
grande assise per la crescita. La Cisl ha immediatamente aderito alla
proposta e credo che anche la UIL non si farà pregare. L'assise per la
crescita ha un solo scopo: fare prigioniera la CGIL, costringendola dentro
lo schema iperliberista di una ulteriore perdita di salari e diritti. La
differenza tra la scaltra Marcegaglia ed il brutale Sacconi consiste non in
diversi ascolti di quanto ha da dire la CGIL, ma soltanto se farla
prigioniera magari con l'aiuto del PD o discriminarla e relegarla nel ghetto
in cui sono stati rinchiusi i sindacati di base ed i partiti comunisti. Il
fatto che la CGIL abbia una dottrina e si comporti come una grande forza
moderata che subisce più che proporre non conta niente. La Marcegaglia non
si fida. Sa che la CGIL è il sindacato per antonomasia, l'incarnazione
dello spirito di lotta e che spesso è animata da profonde pulsioni e da
ribellioni della sua base sociale alla ingiustizia. Non si può escludere
che la spinta dei lavoratori possa collocare la CGIL anche contro la
volontà collaborazionista dei suoi gruppi dirigenti in posizione ancora più
nettamente contrapposta al regime.
Mentre la Marcegaglia faceva la sua proposta altri cinque lavoratori
lasciavano la loro vita sul posto di lavoro. Riprova che nonostante la
legge sulla sicurezza (che non viene rispettata) l'olocausto umano al Dio
Profitto continua e continuerà in futuro. Il congelamento delle retribuzioni
previsto dalla manovra sarà una glaciazione dal momento che dal 1993, tranne
per gli stipendi della dirigenza e del manageriato oscenamente superpagato,
si è in regime di quasi congelamento. Non a caso siamo al quaranta per cento
in meno della media europea.
La Confindustria non ha alcuna voglia di aprirsi ai problemi della società
italiana legati alla depressione in cui vivono venti milioni di lavoratori.
Non vuole dialogare. Vuole soltanto rafforzare un dispositivo di sicurezza
che blocca i lavoratori in fondo al pozzo dove li ha cacciati. Vuole anche
continuare ad usare il mercato parallelo del precariato che,garantisce
salari inferiori anche della metà dei minimi contrattuali. Oltre sei milioni
di persone sono sfottute da contratti a progetto, da partite Iva e da altri
marchingegni della Biagi.
Mi auguro che la CGIL respinga l'invito e che a Bonanni che le rimprovera
sarcasticamente di aver fatto tanti scioperi generali inutili risponda
aggiustando il suo tiro. Non basta fare uno sciopero generale. Bisogna anche
vedere che cosa si propone di denunziare e di ottenere. Se lo sciopero è
dirottato per interventi "moderatori" del PD soltanto sul fisco o su
richieste marginali che non toccano le questioni fondamentali del contendere
si dà ragione al sarcasmo di Bonanni. Bisogna che
lo sciopero generale della CGIL abbia chiarezza e venga preceduto dalla
recessione dagli accordi sulla concertazione, dagli accordi del luglio 2007
e dalla richiesta di ritiro del collegato lavoro sullo art.18 e della
abrogazione della legge Biagi. Con la possibilità che si profila di uno
scatenamento della inflazione sarebbe anche opportuno chiedere una
protezione dei salari e delle pensioni con la reintroduzione di una
indicizzazione legata al costo della vita.
Pietro Ancona
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=739206&lang=it
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
To: micromega
Sent: Thursday, May 27, 2010 1:58 PM
Subject: Neet
NEET
In contemporanea con le misure predisposte dal Governo per recuperare 25
miliardi giunge notizia dall'Istat sui giovani italiani costretti a restare
nelle case genitoriali perchè privi di lavoro e se ne hanno uno, questo é
malpagato e inidoneo a renderli autosufficienti. L'Italia degli inglesismi
ha già trovato il termine per definire questo fenomeno: "Neet" che sembra
voler dire "niente lavoro, niente scuola, niente formazione."
La porta del futuro è sbarrata davanti a milioni di giovani ai quali si
uniranno nel corso dei prossimi tre anni gli espulsi dall'insegnamento.
Sopravviveranno fino a quando saranno in vita i genitori, provenienti da una
generazione vissuta in un paese più civile, più ordinato e meno ingiusto,
amministrato da partiti che avevano alto il senso dello Stato e della
coesione sociale.
Da tempo le due formazioni politiche che si contendono il governo centro
destra e centro sinistra
hanno messo in comune ideologie e politiche e si applicano a trasferire in
Italia le terribili esperienze del reaganismo e del tatcherismo alterando
profondamente un equilibrio sociale
che ha garantito per molti decenni una relativa prosperità e speranza nel
futuro.
Il grimaldello che ha distrutto la prosperità italiana si chiama
"privatizzazione". La pubblica amministrazione è stata devastata
dall'ingresso degli interessi privati. Oggi lo Stato costa molto di più
perchè appesantito ed infarcito da interessi privati e dallo
sconvolgimento prodotto dalla riforma Bassanini che ha creato isole di
iperprivilegiati che da soli pesano assai di più
della massa dei comuni impiegati e funzionari. Non si fanno più concorsi o
se ne fanno pochissimi
e tutto il reclutamento viene esternalizzato, mal pagato e umiliato da
condizioni vessatorie. Non è possibile che a fronte di una media di
retribuzioni nette inferiori ai 20 mila euro annui ci siano stipendi
che superano il milione di euro pagati dai contribuenti. Il costo della
cosidetto management pubblico è davvero osceno!
Tutta la pubblica amministrazione, nelle mani di una oligarchia politica
stipendiata che da sola costa circa 100 miliardi di lire, viene usata per
soddisfare interessi di gruppi e di privati. I beni culturali diventano
spa. I segretari comunali hanno dato vita ad una agenzia che costa centinaia
di milioni di euro l'anno e di cui non c'è alcun bisogno. Inoltre c'è il
fenomeno abnorme dei consulenti. Ricordo che il Sindaco di Palermo aveva un
consulente per la Cina tra i cinquemila che aveva nominato a fronte dei
quattromila dipendenti. Il fenomeno della consulenza che costa miliardi di
euro si è sviluppato per consentire alla borghesia dei professionisti di
spolpare lo Stato. Ora, con il federalismo demaniale, il patrimonio pubblico
si volatizzerà. Nello stesso tempo si applicano pesanti terapie di
dimagrimento dei servizi essenziali del welfare come scuola e sanità che
presto raggiungeranno i livelli di degrado tipici degli USA.
Tutto quello che si è fatto dopo la svolta ideologica liberista è costato
e continua a costare molto di più. A questo maggior costo spesso corrisponde
un peggioramento del servizio reso. E' eclatante il caso della
privatizzazione dell'acqua e della nettezza urbana. Costi insopportabili e
servizi scadenti e sempre più a rischio. Mai come ora si sono susseguite una
dopo l'altra le crisi di raccolta delle immondezze.
E' scoraggiante constatare come l'opposizione parlamentare non si renda
conto della necessità di una svolta radicale. Abrogare la legge Biagi,
vietare le consulenze e le esternalizzazioni, avviare un processo di
abolizione delle regioni, espellere tutte le agenzie che operano dentro la
pubblica amministrazione dovrebbero essere le prime misure da assumere per
avviare un processo di risanamento.
Se i meccanismi presenti saranno lasciati indisturbati l'Italia è
destinata a diventare una landa desolata
abitata da milioni di infelici che vivono accanto ai miliardari che tutti
gli anni si raduno con i loro yachts davanti Villa Certosa.
Pietro Ancona
http://www.asca.it/regioni-ISTAT_GIOVANI__60_SU_100__BAMBOCCIONI__GIOCO_FORZA_PER_MOTIVI_ECONOMICI-497894-puglia-14.html
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
To: barbara spinelli
Sent: Sunday, May 30, 2010 12:18 PM
Subject: Dove nasce il nazismo
Cara Dottoressa,
All'ingresso del lager di Fenestrelle (Torino) stava scritto: "Ognuno vale
per quel che produce." All'ingresso del lager di Auschtwitz stava scritto:
Arbeit Macht Frei (il lavoro rende liberi).
I prigionieri non sono più esseri umani. Ma individui improduttivi da
sopprimere al più presto...
I meridionali chiusi a Fenestrelle venivano quasi subito squagliati nella
calce viva. Costava nutrirli...... Pare si tratti di oltre ventimila
infelici.
L'ideologia nazista nasce a Torino e viene incubata da Casa Savoia e dalla
gretta e feroce corte che frequentava i suoi palazzi.
In fondo il leghismo di oggi non è che la volgata antimeridionale delle
soldataglie piemontesi che invasero e depredarono il Mezzogiorno.
Pontelandolfo è stato molto più orribile di Marzabotto.
Spero che la storiografia corregga la versione retorica, bolsa, fascista
dell'unità d'Italia magari per una diversa coesione nazionale fatta di
verità e giustizia.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
To: informa@alternativacomunista.org
Sent: Wednesday, June 02, 2010 3:44 PM
Subject: 2 Giugno: Festa della Repubblica dei Palazzi, dei Ricconi, degli
Oligarchi
2 Giugno: Festa della Repubblica dei Palazzi, dei Ricconi, degli Oligarchi
Il Capo dello Stato ha voluto caratterizzare questa ricorrenza della festa
della Repubblica con tre parole: sacrifici, unità, responsabilità. I
sacrifici sono riservati esclusivamente ai lavoratori dipendenti
ed ai pensionati, al welfare, allo Stato. I sacrificati debbono però
praticare la responsabilità e l'unità
per il bene supremo della Patria.
Con particolare fasto e megalomania si è svolta a Roma la sfilata del 2
giugno. Tutte le divise comprese quelle municipali e della protezione civile
sono sfilate davanti ad un Napolitano con al fianco un Berlusconi che
sembrava il sosia di se stesso con capelli nerissimi ed una faccia
incerottata
o forse rifatta. Nessun segno, nessuna conseguenza del misterioso agguato
milanese che ci mostrò in diretta per farci constatare il sangue che
scorreva a rivoli dalla sua faccia.
Il viatico a questo 2 giugno è stato dato dalla cosidetta "manovra. 25
miliardi recuperati in grande parte spremendo quanto ancora si può spremere
dal lavoro dipendente ed ai cittadini, aumentando le ingiustizie e le aree
di privilegio, imponendo una drastica cura dimagrante allo Stato che non
potrà sostituire in turn over i dimessi per almeno due anni.(ma potrebbe
continuare oltre)
Osservando il grande palco dal quale Napolitano e Berlusconi assistevano
alla parata militare mi è venuto di pensare quanto valessero in euro le
centinaia di notabili che lo affollavano e quanto fosse giusto per un Paese
avere una casta dirigente così scandalosamente foraggiata dal pubblico
erario.
Non esiste Paese al mondo con una Oligarchia politica così numerosa,
infestante e costosa come quella italiana. Una oligarchia che ha dato luogo
con lo spoil sistem e con varie leggi ad una dirigenza
della pubblica amministrazione dai costi eguali o superiori a quelli del
management privato e che, da tempo, si è distanziata anni luce dal
trattamento economico della media dei dipendenti. La aziendalizzazione di
tanti servizi dello Stato ha prodotto una crescita spropositata dei
privilegi e dei costi dei dirigenti. L'opposizione è parte di questa
Oligarchia. Non ha alzato un dito per proporre la riduzione delle
ingiustizie.
Lo Stato è da tempo nel mirino dei liberisti nostrani che non si vergognano
di organizzare campagne di linciaggio morale dei pubblici dipendenti.
L'accusa "fannulloni" o "parassiti" ha coperto l'espulsione dal pubblico
impiego di migliaia di insegnanti e dipendenti. Secondo il precetto di
Reagan lo Stato, "la bestia", deve essere affamato. Deve dimagrire! Alla
fine di questa legislatura tra licenziati dalla scuola e turnover statale
avremo un salasso davvero consistente di redditi . Questi saranno
rapidamente assorbiti dalle aree di privilegio parapolitiche che si
allargano ai vertici delle pubbliche amministrazioni.
Lo Stato repubblicano è unito non soltanto dalla sua storia ma dalla
coesione sociale, dall'essere riconosciuto da tutti come proprio, non
estraneo. Ma questo è da tempo lo Stato dei Privilegiati..
Non dubito che i ricconi che tra poco tireranno fuori dai cantieri navali e
dai porti i loro panfili e gli oligarchi della politica si trovino bene e
continuino a riconoscersi in questa Repubblica. Ma che dire
dei milioni di giovani disoccupati o biagizzati, dei lavoratori mal pagati,
dei cittadini che debbono concorrere sempre di più alle spese sanitarie e
scolastiche? Lo Stato si sta rimodellando in funzione
degli interessi e delle esigenze delle classi abbienti, delle corporazioni,
degli imprenditori. Lo Stato tende ad escludere dal suo ruolo e dalle sue
tutele quanti non hanno avuto la fortuna di nascere bene
e di vivere nell'agiatezza. Lo Stato spenderà i soldi per l'Esercito e la
Polizia, per tutelare i beni ed i soldi dei ricconi. Non ne spenderà per la
scuola, per la sanità, per la cultura, per le carceri, per migliorare la
vita nei quartieri poveri delle città. Lo Stato non è di tutti, la
Repubblica non è di tutti.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Wednesday, June 02, 2010 6:04 PM
Subject: intellettuale organico
Cara Signora Cesaretti,
una volta si parlava di "intellettuali organici" per indicare la militanza
culturale finalizzata all'appoggio politico del comunismo di scrittori,
giornalisti, artisti, etcc..
Oggi c'è un vistoso ritorno della categoria. Intellettuali organici alla
destra italiana. Lei è disposta a qualsiasi manipolazione della verità per
non venire meno ai suoi legami ed al suo appoggio alla destra che lei serve
dal "Giornale". Si è visto come ha trattato la storia dell'arrembaggio in
mare della nave dei pacifisti.
E' embedded in misura straordinaria. Complimenti!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: Pietro Ancona
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Friday, June 04, 2010 5:07 PM
Subject: La pensione delle donne
La pensione delle donne
Interpretare un vantaggio come una discriminazione per toglierlo ed
intimare l'immediata parificazione dell'età pensionale delle donne a quella
degli uomini è la stupefacente decisione della Corte di Giustizia e della
Commissione Europea che chiede all'Italia di adeguarsi a tamburo battente e
senza aspettare il 2018 previsto. Non c'è dubbio che mandare le donne in
pensione cinque anni prima degli uomini non è una discriminazione. Lo
sarebbe se andassero in pensione dopo gli uomini! La distinzione uomo-donna
nacque in considerazione dell'idea "manuale", "fisica" del lavoro che era
prevalente quando si fecero le prime leggi pensionistiche. Ora l'idea e la
percezione del lavoro come fatica fisica non c'è più se non per alcuni
segmenti del mondo del lavoro ma questo non riduce lo stress femminile dal
momento
che le donne non sono soltanto lavoratrici sul posto di lavoro ma anche in
famiglia. Quante donne si alzano alle quattro del mattino per stirare,
cucinare, lavare, mettere in ordine la casa..prima di andare in ufficio o in
corsia o altrove ...Da questo punto di vista le cose non sono cambiate in
meglio.
Anche la prestazione lavorativa della donna è diventata più pesante. Con la
riforma scolastica le classi affidate alle insegnanti sono diventate più
numerose e viene meno l'ausilio di tanti colleghi espulsi dal processo di
ridimensionamento e dequalificazione della scuola. Lo stesso dicasi del
lavoro
sanitario di tutto il personale. L'ossessione aziendalistica e
produttivistica che pervade i reparti ospedalieri, i laboratori, le corsie
hanno aumentato lo stress delle lavoratrici le quali restano sempre
anche oberate dal lavoro casalingo e per i figli che non può essere
cancellato.
La Unione Europea, così solerte a salvare dalla "discriminazione" del
pensionamento a sessanta anni le nostre donne, non ha mai speso una sola
parola, non è mai intervenuta per intimare l'eliminazione di trattamenti
economici e normativi che relegano il genere femminile a livelli assai più
bassi di quelli maschili.
La tendenza all'innalzamento progressivo dell'età pensionabile in vista
dell'allungamento delle aspettative di vita deve essere oggetto di attenta
riflessione e riconsiderazione. Non si può accettare come un dogma
l'insostenibilità di pensionati che vivendo più a lungo costano di più allo
Stato. Intanto bisognerebbe disaggregare il dato. E' vero che in Italia
l'aspettativa di vita è all'incirca di 82 anni ma questa non è l'aspettativa
di vita dei lavoratori ma di tutti. E' diverso! Bisognerebbe verificare
categoria per categoria qual'è la durata della vita e sopratutto la durata
di permanenza in vita in regime pensionistico.
Bisognerebbe anche considerare che se per un ingegnere quaranta anni di
lavoro possono essere anche superati lo stesso non si può sostenere per un
minatore, un operaio di fonderia, etc...
Anche la questione del finanziamento della pensione va rivisto. Una parte
potrebbe gravare sulla fiscalità generale e stabilire un minimo eguale per
tutti. Si potrebbero rivedere le contribuzioni. Insomma la questione va
discussa e non può essere ridotta ad un rapporto semplicistico tra
aspettativa di vita ed età di collocamento in pensione. Questa è la tendenza
della destra e della Confindustria la quale non manca di mostrare in
occasioni come questa il suo volto asociale. La Confindustria vorrebbe che
lo Stato spendesse il meno possibile per pensioni, sanità, scuola ed servizi
sociali. Non trova nulla da obiettare per i 31 miliardi che sono stati
stanziati e si stanno spendendo per l'acquisto di micidiali aerei da
bombardamento ed elicotteri di guerra.
La perentoria richiesta della UE solleva anche un altro problema che è
quello della politica del lavoro e sociale nella comunità e l'incidenza in
essa dei sindacati. L'assenza dei sindacati europei è davvero allarmante e
la legislazione del lavoro comunitaria è orientata dagli interessi delle
confindustrie. Un silenzio assordante accompagna normative sempre più
sbilanciate a favore delle aziende e sempre più coattive per i lavoratori.
Penso all'orientamento verso una settimana lavorativa di 62 ore. L'ideologia
di maastricht domina sempre di più e sta cancellando la civiltà di una
europa democratica, progressista, socialista.
Pietro Ancona
http://www.laboratoriorevelli.it/_pdf/wp75.pdf
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, June 05, 2010 5:17 PM
Subject: Emendamento 1707
Emendamento 1707
Ho sempre avuto il sospetto che nel "Potere, intendendo per questo quanti
sono in grado di gestire
le leggi e gli Stati, non ci sia mai stata una grandissima voglia di punire
i pedofili. E' come se ci fosse una sorta di organizzazione segreta nei
recessi più importanti e più alti degli Stati che protegge i pedofili e
quasi sempre fa in modo che questi riescano a farla franca anche quando si
sono macchiati dei delitti più abietti e più infami. Anni orsono lessi di un
grande scandalo scoppiato in Belgio nel quale era implicata anche la Corona,
persone della real casa, aristocratici, banchieri, industriali, gente che si
divertiva a far collocare bambini negli angoli più bui dei parchi e poi
organizzare vere e proprie cacce con mute di cani e tutto l'armamentario
della caccia alla volpe. Il bambino veniva raggiunto dai cacciatori o dai
cani e poi come selvaggina assegnato al carniere del "fortunato" Orco. Lo
scandalo fu enorme ma non durò a lungo. C'è stato un processo ma molti
riuscirono a sgattaiolare via delle ampie reti della procedura penale. Non
ho mai saputo come si sia concluso e se ci furono condanne. Ma già questo è
significativo dei muri che vengono innalzati a protezione degli Orchi.
C'è una "sensibilità" particolare per i pedofili. A volte si ha anche
l'impressione che ci si preoccupi più di loro che delle loro vittime. Si
arriva financo alla evocazione della psicanalisi per spiegare la morbosa
attrazione che i bambini esercitano su questi delinquenti. Ecco: li ho
definiti delinquenti ma
se ci fate caso quasi nessuno usa questa parola per definire i barbari
stupratori o seviziatori di
bambini.
Ora scopriamo che un autorevole gruppo di parlamentari della destra pdl e
leghisti ha presentato un emendamento che introduce nel reato di violenza
contro i bambini la "lieve entità" allo scopo di evitare l'arresto dei
criminali e di diminuirne la eventuale pena. Una questione di grande
allarme sociale e delicatissima viene risolta, senza alcun dibattito
preliminare, quasi di nascosto, nel corpo di una legge che si occupa delle
intercettazioni telefoniche, la cosidetta "legge bagaglio".
Il Parlamento italiano non è nuovo a queste pugnalate alla schiena della
giustizia. Molte norme che hanno peggiorato il diritto del lavoro sono state
introdotte di soppiatto in leggi e testi diversi e specialmente nella
finanziaria. Sostanzialmente non si discute più nel merito delle questioni
che vengono risolte tra pochi addetti ai lavori nelle Commissioni
parlamentari. L'opinione pubblica ne viene a conoscenza a cose fatte e
quando è troppo tardi e non c'è più nulla che si possa fare.
La mobilitazione di pezzi grossi della maggioranza per la presentazione
dell'emendamento sulla "lieve entità" fa nascere il legittimo sospetto che
ci sia dentro lo zampino del Vaticano. La cricca clericale è stata
mobilitata da scaltri suggeritori oppure hanno pensato da soli la loro
proposta? Non dobbiamo
mai dimenticare che il Parlamento è presidiato da un Commissario della
Chiesa Cattolica Monsignor Rino Fisichella che, in occasione dello scandalo
della pedofilia, ha difeso strenuamente il Papa ed ha
parlato dello scandalo come di un "complotto" ordito contro la Chiesa.
La Chiesa ha capito che non può più considerare i preti pedofili come
semplici peccatori ma come responsabili di reati penali. Dopo la
dichiarazione del Papa che attribuisce ai preti pedofili l'attacco alla
Chiesa profetizzato nel terzo mistero di Fatima e la decisione di segnalare
alle autorità giudiziarie quanti si macchino di questo turpe delitto, si è
voluto in qualche modo garantire una relativa impunità,
evitare la vergogna dell'arresto se colti in fragranza di reato con la
leguleia distinzione tra violenza e violenza lieve? Come si fa a definirla?
Quale repertorio di comportamenti possono essere definiti di violenza
sessuale lieve? Esiste la violenza sessuale lieve verso i bambini? In che
cosa consiste? E' violenza lieve o grave palpare gli organi genitali dei
bambini e costringerli alla palpazione di quelli del prete? Ed oltre alla
fisicità della violenza non si deve prendere in considerazione il danno
psicologico oppure dobbiamo ritenere che questo non esiste se non c'è
stupro?
Sono convinto che, non potendo più sottrarre alla giustizia i preti
pedofili, si stia cominciando a lavorare di bulino per ridurre le
conseguenze penali cominciando con l'offrire l'opportunità di arrampicarsi
nel pur sempre impervio colle della "lievità" del crimine commesso. Certo
non è l'immunità, ma con l'assistenza di un buon avvocato si possono quasi
minimizzarre i conti da pagare.
E' così mentre si ribadiscono con ferocia i chiodi ai migranti, ai rom, ai
poveri che vengono gettati con leggi durissime nelle carceri immonde di
questo Paese dove è normale uccidersi perchè financo la morte appare una
liberazione, si studiano le vie di fuga per gli intoccabili, specialmente se
rivestiti di abito talare.
L'ultima novità di questa "giustizia" all'incontrario è la richiesta di
abolire l'art.41 della Costituzione e dare libertà alla industria di
insediarsi senza chiedere permessi a nessuno. Rispetto dell'ambiente e
finalità sociale delle imprese sono considerati lacci da recidere.
Pietro Ancona
http://camilliadi.over-blog.it/article-violenza-sessuale-di-lieve-entita-ecco-gli-autori-51629701.html
----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Tuesday, June 08, 2010 10:47 AM
Subject: Socialismo e decrescita la sola alternativa
Leggo che il gruppo di Bildelberg ha deciso di continuare la lotta per la
distruzione del ceto medio. Nella società Bildelberg soltanto ricchissimi e
poverissimi. In mezzo, niente!
I migliori anni della nostra vita sono stati quelli dell'allargamento della
classe media della popolazione
attraverso la promozione sociale del lavoro umano a cominciare da quello
manuale che veniva remunerato con salari e stipendi assai vicini a quelli
degli impiegati. Venti milioni di lavoratori con
retribuzioni decenti erano inoltre supportati da un welfare tra i migliori
d'Europa. Scuola, sanità, servizi, asili nido, assistenza alle mamme e
quant'altro hanno reso civile ed apprezzabile la vita di gran parte degli
italiani che proprio attraverso la partecipazione a questo benessere
ritrovavano ragioni di
unità nazionale e di superamento di vecchie discriminazioni territoriali.
Questo sistema era basato
su una forbice relativamente piccola tra le retribuzioni dei dirigenti e dei
managers e quelle del personale dipendente. Un "apicale" della pubblica
amministrazione non era a distanze astronomiche
dell'usciere del suo ufficio. Era ancora funzionante un ascensore sociale
notevole: il figlio di un ciabattino di un paesino delle Madonie poteva
diventare Presidente della Regione Siciliana. Il sistema proporzionale e il
voto di preferenza costituivano grandi fattori di elevazione dei ceti meno
abbienti.
La politica ha promosso socialmente moltissime persone. Anche le
organizzazioni sindacali ed in genere le associazioni hanno contribuito a
creare nuove figure di "ceto medio".
Da anni il ceto medio, la classe intermedia che costituisce la forza e la
struttura della società democratica, è aggredita da programmi ben mirati di
demolizione e devastazione. Il modello è la società postfordista
nordamericana governata dalle multinazionali nelle quali accadono, purtroppo
senza grandi reazioni, fenomeni terribili come la perdita delle abitazioni
di milioni di persone o la perdita del lavoro a causa della gestione
predatoria e truffaldina del management. In Italia, la data di inizio di
questo attacco certamente meditato dai gruppi della trilaterale e di
Bildeberg, è quella dell'abolizione della scala mobile (1992) e
dell'aggancio dei salari al tasso di inflazione "programmato". Poi si è
andati avanti per quasi venti anni con una serie di accordi triangolari
(governo, sindacati, padronato) di abolizione o limitazione di diritti
conquistati fino a portare il livello complessivo del monte salari a meno di
un terzo ed a trasferire questo terzo al management, al profitto ed alla
rendita. Le distanze tra dirigenze e dipendenti sono diventati abissali e
questo è avvenuto anche nella pubblica amministrazione attraverso lo
scardinamento di tutto l'ordine introdotto dalla riforma Bassanini. La
legge Biagi è stata ed è un formidabile strumento di lotta all'ascensione
sociale e di deprezzamento dei titoli di studio. Oggi non conta più essere o
diventare ingegnere se non hai uno studio paterno. L'ingegnere figlio di
contadini è assai difficile che possa guadagnare quanto un professionista di
trenta anni fa. E' stato brutalmente proletarizzato!!
La riduzione dei salari e delle opportunità di crescere ora non basta più
ai nostri liberisti. Viviamo nella società ideologica del capitalismo e
l'ideologia è la prima esigenza da soddisfare. Ora l'azione di sgretolamento
del ceto medio avviene anche per distruzione fisica dei posti di lavoro a
cominciare dalla scuola, dall'università, dalla cultura, dalla pubblica
amministrazione. Nei prossimi tre anni saranno spazzati almeno altri
trecentomila posti di lavoro che garantivano l'appartenenza al "ceto medio".
Magari si continuerà a fare il professore, ma la paga sarà di pochi euro
l'ora e dovrai accontentarti. Bere o affogare!
La manovra predisposta dal Governo tende proprio a questo. In tutta Europa
l'input ideologico liberista è proprio questo: cancellare il ceto medio,
impoverire e proletarizzare il lavoro, togliere valore salvifico alla laurea
ed alle specializzazioni. La Germania dichiara di risparmiare settanta
miliardi di euro. Non è necessario leggere la proposta della Merckel per
sapere che si tratta di un tratto essenziale di welfare e di lavoro umano.
Tutto l'Occidente sarà americanizzato nel corso del prossimo decennio. La
speranza è riposta in una sconfitta della destra, ma questo di per se non
garantisce che questo lavoro di distruzione della civiltà accumulata dalla
seconda guerra mondiale ad oggi non proseguirà. Non esiste oggi in Europa
una forza alternativa al liberismo capace di imporsi e di governare.
Il seme dell'egoismo, della diseguaglianza è stato gettato. Quando un
segretario comunale guadagna
125 mila euro l'anno a fronte dei 20 mila dello sportellista dell'anagrafe
si è creato un distacco che non è soltanto economico. E' molto di più. E
questo molto di più è legittimato dalle enormi retribuzioni dei politici e
dei parapolitici che tendono ad assorbire una quota assai rilevante delle
risorse ed ad allontanarsi dal vivere delle gente "comune".
Socialismo e decrescita potrebbero fornire l'alfabeto di una alternativa al
mondo di infelici che il capitalismo ha creato e continua a creare
servendosi anche dell'aggressione finanziaria financo agli Stati e delle
occupazioni coloniali.
Pietro Ancona
http://anglotedesco.myblog.it/archive/2010/02/03/il-club-bilderberg.html
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, June 09, 2010 11:52 AM
Subject: Bersani e Betlusconi
BERSANI E BERLUSCONI
L'On.le Bersani rimprovera a Berlusconi di non contribuire sia pure con un
solo euro alla "manovra" di risanamento dei conti del Paese. Ha ragione!
Bisognerebbe anche dire che l'immensa ricchezza del Presidente del Consiglio
è prodotta in grandissima misura da un bene immateriale: la pubblicità. Ogni
spot che vediamo in TV gli procura guadagni rilevanti e la cornucopia che
glieli riversa nei suoi conti
è fatata, inesauribile! Sebbene la pubblicità dia lavoro ad una certa
quantità di persone non si può dire
che aumenti la ricchezza del Paese anzi ne aumenta i costi: ogni volta che
compriamo qualcosa paghiamo anche la quota di pubblicità che l'industria o
altro hanno dovuto comprare. Inoltre, dal momento che Berlusconi opera in
regime quasi monopolistico, si può dire che la sua è una rendita
parassitaria, una sottrazione di ricchezza al Paese che viene accumulata nel
suo immenso sistema di scatole e scatoline cinesi nelle quali già trenta
anni fa non riuscivano a raccapezzarsi neppure gli esperti della Banca
d'Italia.
Ma l'On.le Bersani non è convincente. Quando si fanno delle critiche
bisognerebbe prima di tutto avere le carte in regola. Domandarsi: quando
costo allo Stato? E' giusto costare tanto? Il PD non ha le carte in regola.
Non ha mai aperto bocca sulla questione che
nausea l'opinione pubblica italiana specialmente quella vessata dalle tasse
sui costi della politica. L'atteggiamento circospetto, sospettoso,
intollerante della opposizione ogni volta che si affronta questo tema è
davvero insopportabile. E' giusto ricevere pensioni dopo appena cinque anni
di attività parlamentare e sommarle alle pensioni che derivano dalla
professione o dal mestiere che si faceva
e spesso si continua a fare da deputato o senatore? E' giusto estendere a
tutte le Regioni ed ora sembra anche ai grandi Comuni il trattamento
economico dei Senatori? E' giusto ricevere miliardi di finanziamento per i
partiti ed i giornali di partito? E' giusto che in Italia il costo della
politica sia il più alto del mondo?
Ora il PD non ci sente per niente da questo orecchio. E non solo il PD. Non
dimentico come l'on.le Bertinotti giustificasse i grassi emolumenti
percepiti dicendo che i managers dell' economia guadagnano anche di più!
Bisognerebbe anche parlare del costo dei Palazzi. Il Quirinale vale l'Eliseo
più Buckinghan Palace! Il Palazzo dei Normanni in Sicilia costa quanto e più
del Senato e stiamo parlando di miliardi di euro...
Se non si risponderà a questo problema con senso di giustizia ed equità
continueremo ad avere la impressione di essere trattati male, di essere
sfruttati e che questa democrazia che peraltro ci ha tolto
il diritto di scegliere i nostri rappresentanti è una enorme greppia che ha
dato vita ad una nuova classe.
Una nuova classe, una casta di privilegiati fatta in grande parte da
professionisti della politica che, al dunque, fanno massa tra di loro e non
consentono che il loro potere ed i loro privilegi oligarchici vengano messi
in discussione. Si tratta di almeno 100 miliardi di euro l'anno, quattro
volte la manovra di Tremonti, venti volte l'importo dei soldi sottratti al
sistema scolastico!
Intanto si congelano gli stipendi ed i salari ai dipendenti pubblici e si
salassano scuola, sanità e pensioni. E' giusto privare un professore che
guadagna 1300 euro al mese di 50 o 100 euro di scatto
biennale mentre si conservano privilegi come quello di rimborsare forfait di
mille euro al mese le spese di taxi o di continuare ad erogare quasi
cinquemila euro al mese per portaborse che non li riceveranno mai?
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, June 10, 2010 5:29 PM
Subject: L'impotenza di Obama
L'impotenza di Obama
Spero che la sinistra non sia ancora infatuata di Obama e che abbia fatto
un bilancio della sua presenza al vertice della politica mondiale. Da quando
è Presidente, la falce della morte ha continuato a mietere innumerevoli vite
umane innocenti in Iraq, in Afghanistan, in Africa, in Pakistan. Quanti non
vengono uccisi ora dai bombardamenti, dai blitz, dalle offensive lo saranno
al momento in cui verranno al mondo sotto forma di mostri per le
irreversibili degenerazioni genetiche indotte dalle armi al fosforo o
all'uranio. La politica della guerra e della diplomazia di guerra continua
magari con migliori accorgimenti nella comunicazione propagandistica. Ma
niente è cambiato. Ora nel mirino è l'Iran che subisce l'assassinio od il
rapimento dei suoi scienziati ed ha dovuto sostenere una ben organizzata
"rivoluzione colorata" con tanto di martiri per la libertà. Sull'Iran i soci
di Bildelberg hanno già fatto pollice verso. Dovrebbe essere aggredito
presto o almeno non appena si allenterà la pressione degli eserciti
occidentali sull'Afghanistan. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con il
voto contrario di Turchia e Brasile, ha deciso nuove sanzioni per debilitare
l'Iran prima dell'attacco come usano fare gli USA prima di ogni aggressione.
L'Iraq fu isolato dal mondo per dieci anni e morirono oltre cinquecentomila
bambini per mancanza di cure ed alimenti adeguati. A suo tempo il Segretario
di Stato di Clinton, Madaleine Albright, disse che la morte dei bambini era
"un prezzo necessario da pagare". Russia e Cina hanno aiutato gli USA in
questa campagna di isolamento dell'Iran ma anche essi sono nel mirino. La
guerra americana, come disse Bush, è infinita. Non risparmia e non
risparmierà nessuno.
Intanto una spaventosa macchia di petrolio continua ad allargarsi nel Golfo
del Messico e lambisce alcuni Stati come la Luisiana e la Florida. Miliardi
di litri di petrolio si riversano in mare e continueranno a fuoriuscire
senza che a distanza di quasi due mesi dall'esplosione della trivella off
shore si siano messi in opera rimedi adeguati. La vita è morta per un tratto
di mare grande quanto il Mediterraneo. Una apocalisse di uccelli, pesci,
animali marini che i massmedia fanno di tutto per nascondere alla opinione
pubblica mondiale. Il nostro ineffabile Presidente è già stato tre o quattro
volte sul luogo del misfatto per farsi fotografare mentre mangia con una
famiglia di pescatori rovinati
dalla BP oppure mentre coglie dalla spiaggia petrolio raggrumato che stringe
rabbiosamente in mano.
La sua reazione è quella di una persona impotente, incerta, per usare una
locuzione siciliana "con il carbone bagnato" cioè compromesso con la gente
che ha compiuto il crimine e che non sta facendo quasi niente di risolutivo
per riparare. Possibile che l'industria petrolifera mondiale non sia in
grado di sapere che cosa c'è da fare per tappare la falla che avvelena
l'oceano? Possibile che non ci siano scienziati e laboratori in grado di
proporre qualcosa? E' stato osservato che a livello di pubblica
amministrazione non esiste competenza, esperienza accumulata, studi in grado
di fronteggiare l'evento perchè lo Stato è stato svuotato della sua storia e
della sua stessa cultura tecnica e che soltanto le multinazionali,
l'industria privata, potrebbero sapere cosa fare e come intervenire. Il
problema della conoscenza e del possesso della cultura tecnica si pone
drammaticamente. La tragedia ecologica della Luisiana è la prova che lo
Stato non può e non deve rinunziare alla sua sovranità ed a controllare
anche dal punto di vista della conoscenza le attività economiche.
Questa vicenda è la prova di come il Congresso ed il Presidente degli
Stati Uniti non contino nulla a fronte del potere delle multinazionali. Il
"Mercato" è più forte dello Stato. Il Congresso che si è sbracciato per
procurare subito una enorme quantità di miliardi di dollari da erogare al
sistema creditizio e finanziario depredato da veri e propri corsari e che ha
fatto della universalizzazione della assistenza sanitaria uno strumento per
arricchire solo le compagnie assicurative ed imporre nuovi oneri ai
cittadini è molto tiepido sull'affaire dello sversamento di petrolio.
Obama può solo fare minacce a vuoto che verranno spernacchiate dalla lobby
petrolifera e non riuscirà neppure a fermare
le nuove perforazioni sottomarine in programma.
Ieri ha ricevuto Abu Mazen per chiedergli di riprendere i negoziati con
Israele e gli ha promesso una piccola mancia di quattrocento milioni di
dollari da spendere nella striscia di Gaza. Israele intanto premia con
medaglie d'oro gli assassini dei pacifisti e tutta la sua stampa è
mobilitata nel mondo intero in una intensa campagna di discredito sulla
iniziativa delle navi che hanno tentato di rompere l'assedio.
La trattativa chiesta da Obama ad Abu Mazen serve soltanto a prendere tempo
mentre si puntano i cannoni contro Teheran.
Israele e le multinazionali condizionano il Congresso USA e la stessa
Amministrazione della Casa Bianca. Si farà soltanto ciò che loro vorranno.
Intanto, a poche miglia dalla costa americana, la gente ad Haiti continua a
morire di stenti. Il mondo generoso ha versato 15 o 20 miliardi di dollari
non si sa a chi. Certo non un centesimo è stato speso
per alleviare la vita dei sopravvissuti molti dei quali con un arto o una
gamba amputata da una sbrigativa terapia chirugica della loro ferite. Circa
cinquemila persone in grande parte giovani o giovanissime curate negli
ospedali USA ne sono uscite senza un arto. Forse era troppo costoso curare
le parti che si è preferito amputare.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Saturday, June 12, 2010 11:02 AM
Subject: Contro il fascismo politico e sociale
Contro il fascismo politico e sociale
L'atteggiamento gladiatorio di Merchionne che intima l'accettazione senza
discutere delle sue proposte ai sindacati pena il trasferimento delle
fabbriche in Serbia e Polonia e l'indurimento della azione del governo di
destra che ha un programma, secondo dati pubblicati da Niki Vendola, di
oltre ottanta miliardi di euro da spremere al lavoro dipendente ed allo
Stato ha cancellato i pochi margini "riformisti" che avevano consentivano
una conclusione "moderata" del Congresso della CGIL ed una vittoria della
cordata concertazionista di oltre l'ottanta per cento. La CGIL non può più
continuare a litigare con la Fiom nè a minacciarne la normalizzazione. La
CGIL è con le spalle al muro. O con i lavoratori o con Merchionne! E'
costretta ad indire uno sciopero generale contro la volontà del PD che la
spinge alla inerzia ed ad una opposizione puramente formale, finta.
Il padronato italiano ha cancellato ogni possibilità di soluzione
"moderata". Le soluzioni sono drastiche. O accetti di ridurti in schiavitù o
alzi il tiro e lotti per cambiare tutto, ma proprio tutto. Questo
atteggiamento gladiatorio del padronato si colloca in una situazione
politica di avvio allo autoritarismo fascista. Il governo reclama leggi
liberticide sulla informazione e chiede la cancellazione dell'art.41 della
Costituzione. L'Italia deve diventare una Marca di ricconi. Il ceto medio
deve sparire.
Ricchi e ricchissimi da una parte e poveri e poverissimi dall'altra. Questo
è l'obiettivo da realizzare indicato dal gruppo di Bildelberg. Niente più
ceto medio e welfare. Il mondo occidentale deve regredire fino ai precordi
dell'industrializzazione. L'americanizzazione dell'Europa è un obiettivo che
si deve raggiungere in tempi ancora più brevi di quelli che si erano scelti.
L'alternativa che si pone alla CGIL è cruciale: o sta con la Fiom o con
Bonanni ed Angeletti. Se sceglie Cisl ed UIL compie un ulteriore passo verso
la sua deidentificazione e non è detto che non ne pagherebbe un prezzo
pesantissimo. Alcuni maggiorenti del PD che spingono per una CGIL sempre più
"ragionevole", sempre più disponibile verso il padronato e le controriforme
sociali dovrebbero porsi il problema di che cosa sarà l'Italia senza un
Sindacato che finora ha presidiato l'equilibrio sociale e politico
contribuendo a farne una nazione civile.
Ma, come ebbe a dirmi una volta Luciano Lama, "non si può alzare la mano e
lasciarla ricadere senza colpire". Le scelte non debbono restare a
mezz'aria: vanno compiute fino in fondo. Se Merchionne minaccia di portarsi
le fabbriche in Polonia e Serbia bisognerebbe rispondergli a muso duro che
siamo in grado di organizzare una campagna di boicottaggio delle sue auto in
Italia. Se le vada a vendere in Serbia! Si deve pretendere la riassunzione
nelle scuole di tutto il personale allontanato dalla riforma Gelmini,
l'abolizione della legge Biagi, l'integrità dello Statuto dei Lavoratori e
dell'art.18, il salario minimo garantito europeo da valere anche in Serbia
o Polonia dove si pagano salari di 400 euro mensili. La Unione Europea ha
preteso l'esecuzione dei suoi diktat a tamburo battente sulla pensione delle
donne. La CGIL dovrebbe proporre uno sciopero europeo per l'imposizione di
una base salariale unica. Anche gli interessi di centinaia di milioni di
lavoratori debbono valere e contare qualcosa! L'Unione Europea non può
consentire squilibri salariali che turbano la pace sociale.
Insomma, la CGIL deve rivedere le conclusioni del suo recente Congresso ed
assumere la difesa reale dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie.
Ha dentro di sè energie possenti che finora sono state imbrigliate e
depresse. Allo sciopero già indetto bisognerebbe aggiungerne subito un
altro di
48 ore contro il fascismo politico e sociale che incombe sull'Italia.
Pietro Ancona
http://www.repubblica.it/economia/2010/06/12/news/marchionne_accordo-4779264/?ref=HRER2-1
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, June 12, 2010 9:08 AM
Subject: Gramsci ed il Pci
Gramsci ed il PCI
Rifletto su Gramsci sul suo lascito politico e mi domando perchè è la
citazione preferita dei comunisti che ne richiamano il pensiero quando
affrontano questioni cruciali del nostro tempo.
Credo che la ragione, la causa di tanta attualità del suo pensiero, sia
dovuta alla sua eresia. Gramsci, fondatore del PCI, era un eretico e come
tale fu trattato dal suo Partito, dalla tenebrosa e possente organizzazione
del comunismo internazionale. Il comintern dove Togliatti era dirigente di
rilievo ne ignorava il pensiero ma lo teneva sotto controllo.
L'atteggiamento dei comunisti verso di lui fu come quello della Chiesa nei
confronti di
pensatori eretici e poi finiti sul rogo o comunque discriminati ed isolati.
Gramsci non condivise l'atteggiamento assunto dalla terza internazionale nei
confronti della socialdemocrazia definita socialfascismo e da combattere
ancora più duramente dei nemici di classe perchè, come diceva Togliatti,
bisogna "tagliare l'erba del nostro vicino". Non credo che avrebbe votato
come Ingrao per la radiazione del gruppo del "Manifesto". Per quanto non
sapesse molto di quanto succedeva in Unione Sovietica certamente era
allarmato dei segni di una degenerazione verso il totalitarismo di Stato.
Credo che il comunismo gramsciano finisca con lui. Il PCI è un'altra
cosa. Il PCI è stata forgiato dal togliattismo frutto lungamente maturato
negli uffici del comintern e dell'URSS. La commistione tra interessi
statali, di potenza con quelli di partito è fortissima. L'idea che gli
interessi del Partito siano da anteporre a quelli della classe lavoratrice
e, se del caso, dello stesso socialismo che è alla base della dottrina
togliattiana non sarebbe mai stata condivisa da Gramsci. Gramsci avrebbe
sempre preposto
gli interessi dei lavoratori e del socialismo a quelli del Partito. Inoltre
la sua idea del Partito non era esattamente quella di Togliatti e dei suoi
successori. Questo lo deduco dalla lettura di Ordine Nuovo
e dai Quaderni del Carcere. La struttura cardinalizia del PCI, la sua
cultura sapienziale paragonabile a quella dei gesuiti, il "centralismo
democratico", la disciplina ferrea, non sarebbero mai state accettati
dal nostro pensatore che non cessava mai di pensare e di correggersi.
Il PCI isolò Gramsci in galera. Forse il silenzio dei suoi compagni che
non gli rivolgevano la parola per paura di compromettersi con il partito fu
la cosa più dolorosa della sua lunga detenzione. Credo che anche suoi
parenti come la cognata Titiana furono usati dal Partito e dal Comintern per
monitorarne continuamente il pensiero. La storia dei rapporti di Gramsci con
la sua famiglia andrebbe tutta riscritta. Anche il destino dei suoi figli è
degno di approfondimento e non è soltanto una faccenda privata.
Dubito molto che Gramsci avrebbe condiviso il duplice strappo di
Berlinguer (non si può governare con il 51 per cento e l'adesione alla Nato
del cui ombrello si sentiva protetto). Dubito che avrebbe condiviso la
Bolognina e la deidentificazione del comunismo italiano. Il suo comunismo
era frutto originale della cultura del socialismo italiano e non avrebbe
avuto bisogno dei pentimenti e dei "mi vergogno" dei Veltroni...
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: primapagina@rai.it
Sent: Saturday, June 12, 2010 8:37 AM
Subject: disabili
Caro Romano,
mi dispiace molto aver saputo che ha un ragazzo inabile. Le sono solidale.
Ho avuto un nipote che a causa di un parto mal riuscito è vissuto per circa
venti anni in condizioni di estremo disagio. Le aggiungo che ha dovuto
subire anche lo scherno di brutali vicini di casa che lo inseguivano
deridendolo ed a causa di ciò mio fratello venuto alle mani con questi
disgraziati ha avuto un braccio spezzato.
Le sono vicino particolarmente ma la prego di riflettere sul fatto che
questa società sempre così violenta e crudele è frutto di scelte di politica
economica liberista e per il potere dei ricconi per cui
Pieruluigi Berlusconi può comprarsi una nave da venti milioni ed ai disabili
vengono negati duecento euro mensili per aiutarne la sopravvivenza. Questo
fa parte della filosofia "uccidi la bestia" che anche lei, purtroppo,
sostiene.
Una società può essere solidale senza affondare. Lo Stato potrebbe
risparmiare abolendo, ad esempio, le convenzioni.
Quando lei dice che i meccanici di Pomigliano dovrebbero firmare l'accordo
non si rende conto che c'è un punto oltre il quale non si può cedere.
Avrebbe dovuto invitare gli italiani a rispondere al ricatto di Merchionne
con il sabotaggio delle vendite della Fiat in Italia.
Caro Professore, tutto si tiene. Non si può deprecare lo soppressione del
sussidio ai disabili ed accettare la degradazione del lavoro dei
metalmeccanici a bestie umane.
Pietro Ancona .
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: micromega
Sent: Monday, June 14, 2010 9:36 AM
Subject: Pomigliano come Alitalia
Pomigliano come Alitalia
Dopo il comunicato della segreteria del PD di disponibilità alle brutali
ingiunzioni della Fiat ai lavoratori di Pomigliano speravo che la CGIL non
vi si adeguasse ed intervenisse a difesa della posizione Fiom. Non è stato
così e si sta ripetendo la situazione che portò al traumatico accordo per
l'Alitalia. Allora la CGIL finì con l'apporre la sua firma accanto a quella
di Cisl, Uil ed UGL che per giorni aveva criticato. Oggi i lavoratori
dell'Alitalia sono regolati da un contratto che è forse il peggiore
d'Europa. Hanno meno salario e possono accedere limitatamente a diritti pur
garantiti dalla Costituzione. Temo che accadrà lo stesso per i lavoratori di
Pomigliano che sono già stati "posati" da Cisl ed UIL. La Fiom, l'unico
sindacato che resiste, sta
subendo un durissimo assedio. La Marcegaglia l'ha accusata di guardare
all'indietro e di difendere i "grandi assenteisti" contro i lavoratori
"sani". Insomma è passata alla criminalizzazione. Nessun rispetto per la più
rappresentativa organizzazione dei meccanici. La Fiom non è l'avversario
da convincere o da sconfiggere in una trattativa, ma il nemico da
distruggere. Le cose che ha detto al Corriere della Sera Epifani fanno
pensare che purtroppo non sosterrà il no della Fiom. La CGIL non rompe
l'assedio della Fiom. Quando Epifani afferma che non possiamo perdere
Pomigliano, senza aggiungere che ci sono condizioni sotto le quali non è
possibile andare, ha difatto capitolato. Si limiterà ad una operazione di
"riduzione del danno" chiedendo la cancellazione delle norme più
sfacciatamente anticostituzionali. Proprio come fu per l'Alitalia.
Intanto Ichino (PD) entra nel teatro della contesa per fare sapere che
anche lui sta dalla parte di Merchionne. Insomma, i più importanti
protagonisti della vicenda fanno sapere ai metalmeccanici che dovranno
subire quanto dispone la Fiat e che non saranno difesi. La Fiom forse
resisterà fino alla fine, ma la sua situazione è difficile senza il
supporto della CGIL. Se si farà il referendum è possibile che venga vinto
dalla Fiat. L'alternativa è bere o affogare. Chi ha famiglia è disposto a
subire qualsiasi ricatto. La ragione della sopravvivenza prevale su tutto.
Non ci sono alternative. Questo il padronato lo sa bene e lo sanno bene
anche Bonanni, Angeletti ed Epifani. Si farà quindi un accordo di
deregulation dal contratto e dalle leggi, si faticherà di più e si
subiranno condizioni da caserma. Torneremo indietro di mezzo secolo, a
molto prima del 68.
Epifani non romperà con Cisl ed Uil e con il PD. Dopo la firma di Pomigliano
ci sarà una grande ondata che travolgerà i lavoratori italiani e li ridurrà
alle condizioni se non dei cinesi, dei polacchi o dei serbi.
Questa involuzione della situazione sociale italiana avviene in condizioni
sempre più drammatiche con un padronato che, forte dell'appoggio del
governo, si permette anche un linguaggio offensivo, brutale, irridente.
Cisl, Uil ed UGl sono dalla sua parte e la CGIL è prigioniera del PD, di
Letta, Ichino, Bersani che la spingono ad accettare tutto e di più. Il
sindacalismo di base anche se forte e radicato nei posti di lavoro è
cancellato dalla discriminazione. Non si permette che conti e non viene
chiamato a firmare i contratti di lavoro. E' stato chiuso in cantina come i
partiti di sinistra e quando riempie le piazze con migliaia e migliaia di
persone viene ignorato dalla tv e dai giornali.
Quando sarà firmato l'accordo di Pomigliano sarà come se in Italia non
avessimo più né contratti né leggi a difesa dei lavoratori. Tutto dipenderà
dalla volontà delle aziende che non potranno più essere limitate nel loro
potere, un potere che sarà enormemente accresciuto dalle modifiche della
Costituzione che la destra ha già preannunziato alle assemblee degli
imprenditori.
Qualcuno stamane scriveva che questa perdita di ruolo e di peso del
Sindacato attira investimenti stranieri e che già si nota un incremento. Ma
gli investimenti stranieri non danno alcuna certezza. Le multinazionali che
hanno dismesso i loro impianti in Italia sono tantissime e quando restano
pongono condizioni pesanti anche al governo come farsi pagare l'energia che
consumano o altro.
Con lavoratori che saranno stravolti da turni di lavoro da schiavi e
remunerati poco più della metà di quelli tedeschi o francesi l' Italia
diventa ancora più povera, disperata ed infelice. Ma avrà tanti ricconi in
più e l'oligarchia politica più costosa e privilegiata del mondo.
Pietro Ancona
http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-06-09/testo-proposta-accordo-lettera-205000.shtml?uuid=AYhBYLxB
http://manifestino.blogspot.com/
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----- Original Message -----
From: Giuseppina Ficarra
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Tuesday, June 15, 2010 5:06 PM
Subject: LA FABBRICA CASERMA
LA FABBRICA-CASERMA
Ma quanta brava e saggia gente è scesa in campo per chiedere alla Fiom di
recedere dal suo atteggiamento di diniego, di essere "responsabile", di
accettare le condizioni poste da Merchionne e già sottoscritte dai
sindacati governativi e filopadronali, insomma di firmare! Al coro manca
soltanto Berlusconi e poi ci sono tutti: ieri il Presidente della Camera,
oggi il Presidente del Senato, il segretario dei PD Bersani, l'On.le Casini,
il folto e scodinzolante partito Fiat del PD con la Sereni, Chiapparino e
tanti, tantissimi altri. E meno male che tra la Fiat ed il Pdl non è corso
mai buon sangue!
Nessuno che dica una sola parola di critica, che avanzi una qualche
riserva sulle pretese cinesi della Fiat, che abbia un qualche dubbio su
richieste che riguardano diritti fondamentali e individuali come il diritto
di sciopero ed alla salute. Non una parola. Non si ha il coraggio di dire
che la resistenza della Fiom è sbagliata, estremista, immotivata. Ma si
tenta di colpevolizzarla mettendo l'accento su un trasferimento della
Fiat in Polonia o in Serbia. Insomma, se La Fiat va via la colpa sarà della
Fiom...e si perderanno per sempre quindicimila posti di lavoro!
Si cerca di fomentare l'odio della gente contro chi difende i diritti. E'
accaduto in una azienda del Nord in cui operai terrorizzati dalla minaccia
di non avere un lavoro hanno attaccato la Fiom ed hanno
chiesto di essere schiavizzati. Questo triste e doloroso esempio del degrado
in cui è stata portata l'Italia viene agitato contro quanti continuano a
difendere diritti. Ma che andate cercando! Lasciateci guadagnare il pane!
Ma torniamo al coro dei finti pacieri.
Tanta brava e volenterosa gente non l'ho vista quando Merchionne, sfottendo
gli operai di Termini Imerese, disse che non poteva attaccare Termini al
Nord Italia, che era troppo lontano e che non se ne parlava nemmeno di
salvare l'impianto scaricando sui lavoratori e sulla Regione Sicilia le
responsabilità di una conduzione logistica ed industriale assurda e
costosissima sostenuta forse per ragioni che ci sono imperscrutabili e che
riguardano le relazioni riservate della Fiat..
Ichino, alza l'ingegno e si chiede quale argomento "forte" può aggiungere
al pressing contro la Fiom.
L'ha trovato! Ha detto che l'accordo proposto da Merchionne se accettato
aiuterà gli investimenti stranieri in Italia.....Insomma, se gli investitori
esteri si rendono conto che l'Italia è una specie di Cina in Europa
accorreranno giulivi a mettere qui le loro fabbriche e fabbrichette! Ecco
perchè bisogna accettare di subire il licenziamento in caso di sciopero e
di lavorare non solo 13 ore su 24 ma anche mettendo le undici ore a
disposizione dell'azienda...
Ho letto il documento approvato all'unanimità dal Comitato Centrale della
Fiom. Debbo dire che non mi è piaciuto. Non mi è piaciuta l'accettazione di
tutta la parte economica della proposta Fiat a cominciare dai 18 turni
settimanali e dall'aumento dello straordinario. Bisognerebbe riflettere
sulle condizioni di stress dei lavoratori di Melfi per comprendere quanto è
ingiusto chiedere una intensificazione massacrante della prestazione. Non mi
è piaciuta la disponibilità alla collaborazione per reprimere il fenomeno
dell'assenteismo. Se il ritmo della prestazione diventerà allucinante assai
di più di oggi avremo un aumento delle assenze dal lavoro. La gente è fatta
di carne ed ossa. Il sistema nervoso dei lavoratori viene sottoposto a
pressioni inaudite. Vorrei che gli illustri pennivendoli che oggi si
prodigano a dire quanta è sbagliata la resistenza operaia provassero a
lavorare una settimana in un reparto Fiat e constatare sulla propria pelle
che cosa sono le ultime invenzioni dei cronometristi dell'azienda....
Sarebbe istruttiva una inchiesta parlamentare sulla salute degli operai di
Melfi.
Il documento Fiom non poteva non respingere la sospensione dei diritti
costituzionali e la trasformazione del contratto di lavoro in un insieme di
obbligazioni da eseguire pena il licenziamento.
Ma oggi, l'obiettivo della Fiat e del padronato non è più soltanto nella
deregulation dal contratto nazionale ma nella trasformazione del regime
della azienda con una fortissima accentuazione della sottomissione
gerarchica dei dipendenti. Si vuole passare alla fabbrica-caserma. Si vuole
la trasformazione del sindacato in servizi dell'ufficio risorse umane con
compiti di monitoraggio (spionaggio) della mano d'opera e di isolamento
delle "teste calde" delle zone di resistenza. Questo avviene già da qualche
parte ma ora si vorrebbe la sua piena legittimazione pubblica, alla luce del
sole. Tutti debbono sapere che in Italia comanda il management dei
padroni....
La Mercegaglia ha avuto parole molto dure e sprezzanti verso la Fiom e
quanto resta della resistenza operaia. Si è lasciata andare in affermazioni
offensive, pesanti che Epifani ha sbagliato a non rintuzzare e rinviare al
mittente.
Sbaglia e continua a sbagliare come quando non ha rintuzzato il "fannulloni"
di Brunetta ai dipendenti statali. Epifani ha fatto oggi una dichiarazione
in cui di fatto prende le distanze dalla Fiom che tratta con molta freddezza
come se si trattasse di organizzazione "altra" non confederata nella CGIL e
profondamente connessa alla sua storia ed alla sua cultura. Anche Epifani è
nel coro dei benpensanti che richiamano all'ordine ed alla disciplina i
reprobi della Fiom. Infatti, Sacconi che quanto può sputa veleno sulla CGIL
e ne teorizza l'isolamento, gli rivolge parole di comprensione e di
esortazione all'azione. Succederà come è già successo per i lavoratori
Alitalia. Dall'accordo con Merchionne usciremo con le ossa rotte, con una
condizione nelle fabbriche che sarà fuori dallo spirito e dalla lettera
della Costituzione. L'Italia è il paradiso della borghesia parassitaria,
della oligarchia politica privilegiata e l'inferno per chiunque faccia un
lavoro dipendente. Ma l'establiscement industriale politico sindacale uscirà
molto coeso e rafforzato. Confindustria, Governo, Cgil, Cisl, Uil e quanti
li contornano saranno ancora più uniti nello sforzo di traghettare la
borghesia italiana fuori dalla crisi
lasciando a terra e sacrificando i lavoratori dipendenti e quella che fu una
democrazia costituzionale.
Quanti si affannano giustamente a denunziare la legge-bavaglio dovrebbero
sapere che la libertà è una ed indivisibile e passa anche e sopratutto nei
luoghi di lavoro. Senza libertà nei luoghi di lavoro tutte le altre libertà
diventano di parte.
Pietro Ancona
--- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Wednesday, June 16, 2010 10:06 AM
Subject: Il lager di Merchionne
Il lager di Merchionne
Bisognerebbe che Merchionne spiegasse perchè sposta la produzione della
Panda dalla Polonia a Pomigliano nonostante le vantaggiose condizioni di cui
ha finora fruito e non solo per i bassi salari
ma anche per le brutali regole imposte ai metalmeccanici polacchi che
certamente stavano assai meglio ed godevano di ogni diritto nel regime
comunista. Mi domando se Solidarnosh che, manovrato dalla Chiesa e
dall'Occidente, riuscì ad avviare il rovesciamento del regime comunista sia
soddisfatto del passaggio alla "libertà" ed alla "democrazia" ed
all'insediamento di multinazionali che
comprimono il livello di vita e la possibilità di crescere culturalmente e
socialmente del popolo polacco.
Il tanto sbandierato investimento di 700 milioni di euro a Pomigliano,
lodato da pennivendoli servili
che lo agitano davanti ad una popolazione povera ed bisognosa di lavorare,
non garantisce alcuna certezza per il futuro. Quali sono i programmi di
Merchionne per Pomigliano ? Esiste un piano industriale a lunga scadenza che
tenga conto anche del fatto che la Panda potrebbe non avere una lunga vita
come altri fortunati modelli di automobili? Colpisce l'assenza totale del
governo in questa vicenda tranne la retorica e spocchiosa dichiarazione di
Tremonti che proclama dopo la sconfitta della Fiom la vittoria del
"riformismo". Anche la Regione Campania che si agita assieme alle altre per
i tagli imposti dalla "manovra" che certamente farà pagare alla popolazione
e non alle greppie di consulenti, amministratori, managers ed altri
parassiti, non ha mosso un dito, non interviene, non ha nulla da dire.....
In effetti non sappiamo niente e l'art.41 della Costituzione è ignorato.
L'inerzia dei pubblici poteri
consente una operazione di pirateria da terzo mondo operata da una
multinazionale che oramai di italiano ha molto poco e che comunque, nella
storia industriale e civile di questo Paese si è distinta
per i reparti confino inventati da Valletta e per l'enorme compressione di
diritti a Mirafiori rotta soltanto dagli immigrati meridionali negli anni
sessanta. La storia della Fiat non è per niente gloriosa. Quando il lavoro
abbondava in Italia la gente preferiva andare a lavorare dappertutto ma non
alla Fiat
degli Agnelli noti per essere gretti ed avidi di sfruttamento.
Intanto credo che il Parlamento dovrebbe avviare una inchiesta
parlamentare sulle condizioni di Melfi che non sono durissime come quelle
firmate ieri dai sindacati felloni ma sono certamente molto pesanti.
I lavoratori non sono utensili animati, bipedi parlanti e non possono
essere sottoposti ad uno stress
che incide profondamente sulla loro salute fisica e psichica. Otto ore di
lavoro senza pausa sono contro la Costituzione, contro la legge sulla
sicurezza del lavoro, contro tutte le raccomandazioni internazionali che
invitano a non superare i limiti della sopportabilità umana. Credo che
bisognerebbe
avviare un intervento della Magistratura per prevenire malattie nervose,
infortuni, logoramento psichico. Si può tenere digiuna una persona per otto
ore facendola lavorare a ritmi predeterminati da un computer e cronometrati
dalla sorveglianza? Sebbene siamo nell'Italia di Berlusconi e della destra
al potere credo che questo non si possa fare. La fabbrica non può diventare
un penitenziario ed il logoramento della salute dei lavoratori diventerebbe
anche un costo che si scaricherebbe sullo Stato.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Thursday, June 17, 2010 9:18 AM
Subject: Fronte del porto
Fronte del porto
A quanto pare il no della Fiom ha messo in agitazione l'establiscement
italiano che ha difficoltà a reggere la scelta Fiat senza unanimità di
consensi. Soltanto l'unanimità può nascondere la profonda ferita ai diritti
arrecata dal documento Marchionne. La scelta della Fiat sottoscritta da
tutti i sindacati esclusa la Fiom è troppo dura, troppo pesante per essere
esposta ad una pur minoritaria opposizione. Anche Veltroni è intervenuto
per spruzzare veleno contro gli operai di Pomigliano assenteisti ed invita
la Fiom a non fare troppe storie, a non resistere. Ieri, in occasione della
assemblea della Confcommercio, la signora Marcegaglia ha fatto trapelare
tantissima irritazione e si è detta stupita della resistenza Fiom. Il tono
del suo intervento è stato quello di chi, avendo ricevuto rassicurazioni
sull'adesione della CGIL al piano Merchionne, sia rimasta delusa della
opposizione della Fiom. Si è incontrata con Epifani e, qualche ora dopo,
arriva ai giornali, la presa di posizione della CGIL campana che dichiara di
partecipare al referendum del 22 e invita a votare si per l'accordo.
Contemporaneamente il leader della minoranza Fiom che aveva votato contro
l'accordo ha detto che se vince al referendum il si, la Fiom dovrà firmare.
In sostanza ha cambiato posizione e si è adeguato al perentorio richiamo
della CGIL e del PD. Il messaggio della Marcegaglia è stato prontamente
recepito e tradotto in prese di posizione e scelte che isolano ancora di più
il coraggioso gruppo dirigente della Fiom. Il suo rimprovero ha avuto
risposte immediate. I ribelli della Fiom sono già nel tritacarne...
Chi resta accanto ai lavoratori? Chi continua a difendere la Costituzione,
a stare dalla parte del diritto? Certamente la sinistra di Vendola e di
Ferrero ma anche l'IDV che ha assunto una limpida posizione di rigetto del
programma Marchionne di riduzione gli operai a robot umani. Forse Veltroni
ed Epifani non hanno letto le prescrizioni Marchionne sulla nuova
organizzazione del lavoro in fabbrica: non soltanto otto ore continuative di
lavoro a digiuno, senza pausa pranzo ma anche una postura obbligata del
busto del corpo operaio che dovrà ripetere i movimenti programmati dal
computer e cronometrati. Una sorta di allucinante attuazione della profezia
di Chaplin di "tempi moderni"
Naturalmente Pomigliano, lo sappiamo tutti, è il cavallo di Troia della
Fiat e del padronato italiano. E'
naturale attendersi che le "innovazioni" di questo accordo saranno
trasferite in tutto il gruppo Fiat e una svolta radicale, una
controrivoluzione padronale, divamperà in tutta Italia e troverà buon
combustibile dalla tristissima situazione di disoccupazione e di cassa
integrazione. Gli industriali sperano, sanno, che il terrore di non trovare
altro lavoro spingerà i lavoratori ad accettare il cappio che si stringerà
al loro collo.
Il fascismo avanza non soltanto ad opera della destra che ci governa e del
suo blocco sociale. E' allarmante registrare gli applausi frenetici alle
richieste di Berlusconi di fare carta straccia della Costituzione che si
levano in tutte le assemblee dei corpi organizzati del padronato italiano:
confindustria, confcommercio, confartigianato. Lo squadrismo veste doppio
petto e cravatta. E' diverso dai manganellatori di Mussolini che
assaltavano e bruciavano le Camere del Lavoro. Non ne hanno bisogno dal
momento che il maggiore partito di opposizione, l'erede del PCI e della
sinistra cattolica, condivide ed approva tutte le sue richieste e la CGIL si
trasforma in strumento di imposizione ai lavoratori della volontà del
padronato. La società si rimodella in senso autoritario con il concorso
delle forze che dovrebbero difendere la libertà e la democrazia.
La libertà è indivisibile. Non si difende contrastando la legge bavaglio
di Berlusconi ed assecondando la militarizzazione del lavoro italiano. Senza
libertà nelle fabbriche e nei posti di lavoro
sarà difficile difendere la democrazia . C'è un rapporto diretto tra
proposta di modificare la Costituzione e proposta Marchionne-Marcegaglia.
Camminano insieme e ci riportano indietro nel tempo.
L'atteggiamento di Cgil, Cisl, UIL costituisce uno strappo della
Costituzione ed una anomalia enorme della democrazia italiana. Sindacati che
tirano la volata al padronato e ne soddisfano tutte le voglie anche le più
brutali e asociali deformano la "normalità" del Paese. Non so se ci siano
interessi oscuri dietro questa servile accondiscenza ma credo si possa
parlare di "fronte del porto" della globalizzazione. In ogni caso ci sono
gli interessi politici del PD che vuole attrarre la base sociale della
destra non solo con le liberalizzazioni riproposte da Bersani ma anche con
l'asservimento della CGIL.
La Fiom, dopo l'intervento della CGIL campana, ha anche problemi che
riguardano la sua affiliazione alla Confederazione. Può continuare ad
abitarvi dopo la pugnalata alla schiena di ieri?
Forse è necessario uno strappo. Una scelta di continuare a vivere e lottare
con chi ne condivide le idee e lontani da chi è diventato longa manus delo
padrone.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: CircoloPasoliniICampari
Sent: Friday, June 18, 2010 6:59 AM
Subject: Il referendum della vergogna
Il referendum della vergogna
Il referendum operaio sull'accordo-capestro di Pomigliano non è un
referendum. Sarebbe tale se i lavoratori che voteranno, rifiutando l'accordo
separato, aprissero la strada ad altro e diverso accordo.
Non è così. Se il referendum sarà bocciato la Fiat non farà l'investimento
e lascerà la Panda in Polonia. Questo è stato detto e ridetto da Marchionne.
Prendere o lasciare! I lavoratori non potranno esprimere un giudizio
obiettivo sull'accordo separato. Sanno che se dicono si
la fabbrica continuerà a vivere e se dicono no li aspetta la disoccupazione.
Qualcuno in Italia può ragionevolmente sostenere che, in queste condizioni
di ricatto, di costrizione, la gente sarà libera e potrà esprimere la sua
vera opinione? Se io o voi fossimo tra i votanti come ci regoleremmo?
Contrariamente a come li ha dipinti, forzando le tinte, Veltroni i
lavoratori di Pomigliano andranno a votare e si caricheranno della croce
delle condizioni umilianti imposte brutalmente da Marchionne.
Penseranno alle loro famiglie ed alla necessità comunque di sopravvivere in
una Napoli che venti anni di governo Bassolino lascia in macerie, disperata,
piena di debiti. . L'uso clientelare in proporzioni industriali delle
risorse, l'indebitamento, la mancanza di progetto e di futuro fanno da
contesto al referendum , una operazione che sarebbe democratica se non
fosse già stata piegata e strumentalizzata dalla Fiat che ne ha giù
predeterminato il risultato.
Perchè la Fiat vuole il referendum? Evidentemente non gli basta l'adesione
dei sindacati collaborazionisti. Vuole una sanzione che costituisca una
umiliazione per la Fiom per dimostrarle di
non contare niente e chiederle di tornare subito ed a testa bassa all'ovile.
Ha già ricevuto due risposte positive: quella di Epifani che attesta il
valore del referendum e l'altra del leader della minoranza Fiom Durante il
quale afferma che in caso di vittoria dei si la Fiom deve firmare. In
sostanza il referendum sarà usato come un plebiscito annessionistico alla
volontà del padrone.
Qualcuno in questo Parlamento dovrebbe chiedere che si torni a trattare e
che il referendum non abbia luogo dal momento che si tratta di costringere a
Canossa tutti i dipendenti della Fiat di Pomigliano. Ma la lobby Fiat è
assai forte. Anche Casini si è unita ieri a Fini e Schifani per chiedere la
resa della Fiom. Diverse voci della cultura costituzionalista si sono
alzate per segnalare le numerose illegalità dell'accordo separato. Anche "liberal
"si chiede se la globalizzazione significa che dobbiamo diventare come i
cinesi mentre la dichiarazione del Segretario della Cisl che ritiene che si
debba riaprire la questione Termini Imerese nel caso di vittoria dei si è la
prova di quanto è stato finora giustamente sospettato ma negato e cioè che
Pomigliano non è una eccezione ma la nascita di nuovi rapporti di lavoro
che stracciano contratto nazionale, Costituzione e leggi.La nascita della
Cina italiana.
Anche se dovesse ricevere l'unanimità dei consensi il referendum non avrà
alcuna validità nè morale nè giuridica per lo stato di necessità dei
lavoratori. Sarà soltanto il documento di una prepotenza subita.
Qualcuno ha paragonato agli effetti della marcia dei quadri dirigenti ed
intermedi di Mirafiori. o la situazione che si creerà
dopo il referendum. E' vero che la CGIL tornò al tavolo delle trattative ed
accettò accordi che consentirono il licenziamento di trentamila operai. Oggi
dovrebbe accettare le condizioni di militarizzazione del rapporto di lavoro
che diventa una obbligazione individuale. Se lo facesse ripeterebbe il
cedimento, l'errore di allora. La CGIL non avrebbe dovuto piegarsi ad
accettare condizioni che hanno cambiato il corso della storia ed aperto la
strada alla cancellazione dei diritti conquistati con la stagione
dell'autunno caldo.
Ma, infine, questo referendum come si svolgerà? Da chi sarà organizzato e
da chi sarà controllato?
L'ultima esperienza recente è stato il referendum sugli accordi fatti con
Prodi svoltosi in condizioni di illegalità, senza controlli,senza una vera
discussione dal momento che non era previsto che i contrari potessero
illustrare le loro ragioni nelle assemblee. Furono dichiarati oltre cinque
milioni di votanti e lo ottantuno per cento di si, cifre "bulgare" ed
inverosimili che tuttavia per giorni diedero a tanti pennivendoli il punto
di appoggio per infierire sulla minoranza che aveva votato no.
Contrariamente a quanto scrive Erri De Luca sul Manifesto
<<Cedere: questo è l'ordine del giorno. Con il pensiero intatto, almeno
quello, che siano passi indietro come quelli di chi prende rincorsa per
rivincere.>> il passo indietro che si farebbe a Pomigliano non
permetterà un rincorsa in avanti. Sarà un passo indietro che completa la
disfatta dei diritti e prelude ad un lungo periodo senza libertà e
democrazia per i lavoratori italiani.
Appoggiamo con tutte la nostre forze quanti Fiom e sindacalismo di base si
oppongono alla perdita dei diritti. Resistere nei posti di lavoro é
altrettanto importante che resistere alle leggi bavaglio. Perché la libertà
é indivisibile.
Pietro Ancona
http://www.loccidentale.it/articolo/fiat.+veltroni%3A+%22su+pomigliano+accordo+duro+ma+inevitabile%22.0092224
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=746580&lang=it
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Saturday, June 19, 2010 9:30 AM
Subject: Il nervosismo del padreterno da cinque milioni di euro.
IL NERVOSISMO DEL PADRETERNO DA CINQUE MILIONI DI EURO
L'amministratore delegato della Fiat straparla. Le notizie che gli arrivano
dall'interno della Fiat e lo scarso entusiasmo che il suo piano di
robotizzazione umana e abolizione dei diritti costituzionali ha suscitato
anche in parte della stampa
tradizionalmente schierata dalla sua parte lo hanno innervosito. Proclama
ai giornali che, se non si fa come dice lui, si uccide l'industria.
Manifesta irritazione e fastidio per il fatto che in Italia, a differenza
che negli USA, deve parlare con tanti, troppi interlocutori: preferirebbe
parlare con uno solo. Non lo soddisfa il fatto che mentre la maggioranza di
questi interlocutori ha prontamente obbedito al suo diktat soltanto uno gli
resiste. Vorrebbe che in qualche modo questo interlocutore (la Fiom) fosse
costretto ad ubbidirgli ed anche senza fargli perdere tempo. Sospira
pensando a quanto è bella l'America dove parla solo con una persona, si
mette d'accordo e passa subito avanti. Ma l'Italia non è l'America. Il
sindacato in USA è stato liquidato a fucilate dai killers della Pinkerton
all'inizio del secolo scorso. Il Sindacato che ha comprato parte del
pacchetto azionario della Crysler rappresenta soltanto i suoi dirigenti. I
lavoratori sono soltanto coloro che hanno dato tanti soldi a questi
dirigenti e basta. Non contano niente, proprio niente! Questo Sindacato-non
sindacato è estraneo alla cultura del movimento operaio italiano.
La democrazia è faticosa. Per coniugarla alla efficienza del sistema ci
vuole capacità, duttilità, comprensione. Marchionne non può trattare, come
sta facendo, i lavoratori facendo sibilare la frusta e minacciando: se non
fate come dico io me ne vado, me ne torno nel mio paradiso polacco dove
impongo tutte le condizioni che voglio e per giunta pago
salari di 400 euro al mese! Sembra Berlusconi quando strilla che governare
con questa Costituzione è un inferno di regole dal quale si vorrebbe
liberare subito.
Curiosa questa concezione monocratica del potere industriale. Curiosa
questa invocazione di reductio ad unum della rappresentanza sindacale. E se
fosse Marchionne a sbagliare? E se l'idea di fabbrica che ha in testa e che
vorrebbe imporre non fosse quella giusta? Chi ci garantisce che il potere
dittatoriale di un solo manager anche se circonfuso della fama di genio
agisca nel segno del bene, dell'utilità e della prosperità ? Se Marchionne
sbaglia il suo errore verrebbe pagato da diecine, centinaia di migliaia di
persone! Non è giusto che una persona abbia tanto potere specialmente con
un governo dello assoluto lassair faire che se ne sta distante e, semmai,
interviene a supporto propagandistico della azienda. Inoltre se sbaglia
Marchionne le conseguenze non sono soltanto per i lavoratori ma anche per
gli azionisti ai quali è stato imposto di pagargli una parcella annuale di
milioni di euro inconfrontabile con quella del suo personale dipendente -
E' scandaloso che il signor Marchionne si liquidi uno stipendio(visibile)
di circa cinque milioni di euro all'anno mentre un suo ingegnere
progettista ne guadagna meno di duemila al mese. Le decisioni di una
multinazionale come la Fiat dovrebbero avere un processo decisionale che
confronti le opinioni di un gruppo dirigente largo e qualificato per
approdare nelle scelte del Consiglio di Amministrazione. Scelte che non
dovrebbero mai essere una pura formalità di ratifica dell'operato
dell'Amministratore Delegato. Ma alla Fiat non funziona in questo modo. La
democrazia è migliore della dittatura peggio ancora se intrisa di
megalomania di Uno solo.
Marchionne ha imposto ai cinquemila lavoratori di Pomigliano un
referendum-genuflessione alla sua volontà. Trattasi di una violenza
psicologica e politica che in un Paese civile non avrebbe luogo. Tutti sanno
che se il referendum dovesse bocciare il piano A, scatterebbe il Piano B e
cioè non si farebbe
l'investimento. Se il signor Marchionne ed i suoi servili cortigiani
sindacalisti avessero un pochino di pudore dovrebbero evitare questa
scandalosa richiesta di sottomissione alla volontà padronale e di
umiliazione collettiva non solo dei lavoratori ma della cittadinanza di
Napoli.
Continua intanto l'opera di denigrazione dei lavoratori cominciata con
Brunetta per gli statali ed ora
applicata ai lavoratori Fiat da Marchionne, dalla Marcegaglia e da qualche
loro ruffiano del giornalismo embedded. Marchionne ha rimproverato uno
sciopero delle maestranze di Termini Imerese (la fabbrica che ha condannato
a morte)fatto in occasione di una partita di calcio. A parte la fondatezza
del fatto del quale è lecito dubitare, i lavoratori avrebbero pagato di
tasca loro come ha osservato un giornalista certamente non di sinistra come
il direttore di Riformista.
Ma perchè si fa questa campagna di denigrazione contro una classe operaia
come quella italiana che
paga con 1400 morti all'anno e migliaia di mutilati un altissimo tributo, il
più alto d'Europa, ad una organizzazione del lavoro insicura, stressante,
mortale? L'insofferenza di Marchionne e della Marcegaglia si fonde con la
volontà del governo e di Draghi di modificare subito la Costituzione per
liberare da obblighi sociali e di rispetto ambientale le imprese. Questi
signori vanno avanti come carri armati facendo schioccare la frusta e
minacciando i resistenti. Ma le reazioni che finora ha registrato
questo programma non sono quelle che si aspettavano. C'è resistenza.
L'Italia democratica e civile si oppone! Il voto degli operai di Melfi che
premia la Fiom dice che si deve ragionare che non si possono sequestrare
financo i minuti secondi della vita delle persone. La fabbrica deve avere un
contenuto, una qualità umana! Non può diventare l'inferno degli esseri umani
ridotti alla parte vivente del macchinario di produzione. Questo rincorrere
i ritmi dei cinesi è rovinoso. La Cina registra migliaia di casi di suicidio
e cova profonde proteste sociali. Che l'Italia debba imitare la barbarie
dello sfruttamento schiavistico di un regime nazi-liberista mi pare una
forzatura che non potrà essere accettata. Non si possono buttare nella
immondizia due secoli di civiltà e fare regredire il lavoro dipendente a
quello dell'avvio della industrializzazione. Non ci vuole un genio per fare
funzionare una
fabbrica a salari infimi di 400 euro al mese e regime militare. Marchionne
mostri di essere un vero manager confrontandosi con salari e diritti
dignitosi come fanno le industrie automobilistiche europee. E' davvero un
genio come pensano Chiamparino, Fassino e gli altri del partito-fiat?
Pietro Ancona
http://www.libero-news.it/news/353523/Stipendi_d_oro_per_Marchionne_e_Montezemolo.html
http://www.corriere.it/economia/10_giugno_18/marchionne-fiat-accordo_5b50102c-7af3-11df-aa33-00144f02aabe.shtml
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Sunday, June 20, 2010 9:32 AM
Subject: barbarie
Barbarie del decreto-ricatto Marchionne
Marchionne, il grande stratega planetario, il salvatore della Fiat come
lo ha definito sbavando di ammirazione Piero Fassino, è molto nervoso per il
fatto che al suo schioccar di frusta il Sindacato non sia tutto accorso ai
suoi piedi. Certo, Cisl, Uil, UGL, e Fismic (?) hanno firmato senza
discutere il suo decreto e, tanto per salvare la faccia, hanno pietito ed
ottenuto la cosidetta "clausola di raffreddamento" una norma che dà un
minimo di procedura alle punizioni della Fabbrica-Caserma ma non ne corregge
la fondamentale lesione del diritto costituzionale. Ma il Sindacato che
incarna le ragioni dei lavoratori è la Fiom e la sua resistenza innervosisce
la Fiat ed il padronato italiano. Resiste la Fiom nonostante l'assedio
sempre più duro e petulante di tutto il benpensantismo nazionale, di una
CGIL imbarazzata che preferirebbe trovarsi altrove e di un PD che è il
partito Fiat più affidabile che la famiglia Agnelli abbia in Italia. Pd
affidabile assai di più del PdL che è sempre stato ostile alla Fiat e,
capeggiato dal parvenu Berlusconi, a suo tempo gli fece sfregio di
presentarsi ad un incontro sgommando su possenti BMV e Audi. Fassino ha
quasi intimato ieri agli operai di accettare l'accordo riconoscendo che è
duro e che è fuori legge versandovi sopra la maramaldesca criminalizzazione
dell'addebito della scarsa produttività degli operai.
Se le cose Fiat vanno male non è perchè le auto prodotte non siano il
meglio o perchè c'è una burocrazia dei piani alti dell'azienda degna di
un ministero sovietico ma perchè gli operai sono assenteisti e magari, come
si è permesso di scrivere Statera, rubano....
Il PD pencola fortemente dalla parte di Marchionne. Il portavoce per i
problemi del lavoro Fassina
e l'ineffabile Letta junior si affrettano a rassicurare che "l'accordo di
Pomigliano non sarà un precedente o un modello....perchè si rendono conto di
quanto sia indigesto e velenoso e lo vogliono far passare fingendo di
criticarlo....
Marchionne si sta comportando stupidamente. La stupidità di una persona che
vive fuori dal mondo, nel chiuso del suo regno di managers e supermanagers
che guadagnano milioni di euro e che non sanno più come e dove vive la
gente. Managers che si servono di specialisti, professori universitari che
studiano come fare dell'operaio la parte vivente del macchinario di fabbrica
e stabiliscono il numero di movimenti che si debbono fare in un giorno
magari saltando il pasto e con un cronometrista alle calcagna anzi
incorporato della stessa linea di produzione. Ieri il Nostro è stato assai
incauto ed ha attaccato a testa bassa gli operai di Termini Imerese già
licenziati, seppur con data appena differita, offendendoli e consegnandoli
alla canea di pennivendoli che non attendono di meglio per mettere alla
gogna i fannulloni ed i ladri difesi dalla Fiom. Lo stesso Bonanni che ha
quattro palmi di pelo sullo stomaco si è allarmato per l'errore di
"comunicazione" di Marchionne ed è intervenuto invitandolo ad "avere
pazienza", ad essere meno fremente, più cauto. Bonanni sa come fare per
spezzare le reni alla resistenza operaia e confida in un quadro generale
della politica che si muove in senso favorevole alle pretese Fiat. La stessa
idea della fiaccolata degli imploranti che avrebbe dovuto ripetere la grande
marcia dei quarantamila che invocarono il ritorno al lavoro a Torino trenta
anni fa è stata un errore. La manifestazione non è riuscita e nonostante la
probabile mobilitazione della camorra per il suo successo. Sappiamo che la
camorra ha interessi che oggi coincidono con quelli del successo della sfida
Marchionne.
Ma il piatto della partita Marchionne è troppo indigesto e tuttora non si
riesce a costruire un clima di isolamento della Fiom, di criminalizzazione
degli operai, di sostegno alle "innovazioni", alla "modernità" del nuovo
catechismo della vita in Fiat. La tesi del conservatorismo dei sindacalisti
della Fiom, del loro non farsi carico delle problematiche della
globalizzazione, stenta a penetrare una opinione pubblica che, questa volta,
non si è lasciata infinocchiare dagli Ichino, dai Boeri e della falsa
"saggezza" del gruppo dirigente del PD. La cultura dei costituzionalisti
democratici è entrata in campo accanto agli operai ed alla Fiom dando
splendore, lucidità e forza di argomentazione giuridica alle loro tesi.
L'entità del pericolo che incombe su venti milioni di lavoratori italiani è
stato avvertito. Anche se il cosidetto referendum darà una maggioranza ai
si, la convinzione di essere trascinati all'indietro nel gorgo di una
barbarie premoderna persiste e resterà nell'aria. I si sono obbligati da uno
stato di necessità, dalla responsabilità dei lavoratori verso le loro
famiglie, sfruttata cinicamente contro di loro.
L'ordito della Fiat contro i diritti è riscontrato da una accelerazione
degli attacchi del governo alla Costituzione. Fino a quando resterà questa
Costituzione anche se
l'accordo sarà attuato nessuno potrà garantire nè la Fiat nè il capitalismo
italiano da un pronunciamento della Corte, da una sentenza del Giudice. Per
questo la destra italiana
con i suoi immumerevoli consiglieri e specialisti è impegnata
freneticamente nelle riforme politiche. Questa destra non viene
contrastata dal PD dove tutto il gruppo dirigente a cominciare dai
torinesi Chiapparino e Fassino si è schierato con la Fiat e con il nuovo
Vangelo del Capitalismo italiano e della sua Ideologia di dominio.
Pomigliano D'Arco è il grimaldello scelto dal capitalismo per imporre la
sua definitiva supremazia sui lavoratori che vengono spogliati dei diritti
contrattuali e costituzionali e privati del sindacato come loro
rappresentante collettivo. Non a caso è stato scelto come terreno di scontro
un territorio affollatissimo ed in preda ad una profonda crisi economica e
sociale
punto importante del lavoro nero. Le nuove prescrizioni dettate da
Marchionne sebbene firmate da quattro sindacati non sono state oggetto di
trattativa. La firma sindacale è una presa d'atto, una risposta al ricatto
"prendere o lasciare". Se la Fiom dovesse firmare firmerebbe la condanna a
morte del diritto dei lavoratori di avere un Sindacato, un soggetto
collettivo che li rappresenta e ne tutela gli interessi. Non sarà mai più
come oggi e sarà come se ogni singolo lavoratore accettasse a titolo
personale il suo nuovo status. Il Sindacato come soggetto collettivo e
conflittuale, elemento di una dialettica degli opposti, scompare per dare
posto alla "americanizzazione" agiuridica del lavoro, alla solitudine del
singolo lavoratore anche se presta la sua attività assieme a migliaia di
suoi colleghi. La nuova fabbrica sarà un lager dove il peso della gerarchia
diventerà assai più incombente di quanto non lo sia oggi.
Non è vero quanto affermano dirigenti del PD come Letta che il decreto
Marchionne di Pomigliano resterà una eccezione. Niente di quanto si
distrugge del diritto è una eccezione. Non si torna indietro dalle nuove
norme. Non lo è stata la legge Biagi che fu confermata dal governo Prodi e
consacrata dagli accordi del 2007 la quale continua a produrre precariato
che si aggiunge agli infelici sei o sette milioni di schiavi cocopro e
similibus. Non lo sarà l'allegato lavoro che attacca alle spalle l'art.18 ed
apre la strada alla abrogazione dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori. La
fabbrica Marchionne diventerà la Nuova fabbrica italiana. Non a caso Ichino
ne parla come di una cosa da mostrare agli investitori esteri perchè vedano
in Italia la Cina d'Europa.
Non è neanche detto che la produzione della Panda abbia un futuro
luminoso, un mercato in espansione nei prossimi anni. Se dovesse andare male
ci troveremo senza lavoro e senza diritti, ci ritroveremmo riportati
indietro nel tempo. La proposta "giudiziosa" di coloro che invitano a
stringere i denti
ed accettare perchè in futuro le cose potranno migliorare e finchè c'è vita
c'è speranza per il meglio
è molto debole perchè l'industria automobilistica non ha un brillante
futuro e sarebbe meglio cominciare a pensare ad una industria diversa ed ad
un modello di sviluppo basato sui consumi collettivi e su una diversa
priorità nell'uso delle risorse. Inoltre l''asiatizzazione dell'Italia è
difficile da realizzare dal momento che le famiglie operaie hanno costi
incomprimibili e crescenti imposti dalla privatizzazione dei servizi e dal
deperimento del welfare. Il lavoratore italiano non si può portare al
livello dell'ex contadino cinese, espulso dalla sua terra ed arruolato come
schiavo di un mostruoso PIL che deve gonfiarsi ogni anno. Meglio adattare
l'industria italiana al livello dei salari europei senza la follia di
continui abbassamenti che fomenterebbero tensioni incontenibili e puntare
verso una coesione sociale in cui gli italiani tornano ad essere una nazione
che costruisce solidarmente il suo cammino nel mondo. Meglio nessuna
fabbrica al posto della fabbrica lager di Marchionne che accelererà la
decomposizione della unità nazionale e della sua civiltà proprio nel 150
anniversario della fondazione dello Stato. Se dovesse perdere il referendum
la Fiat scoprirebbe il suo bluff. Non tornerebbe in Polonia. Non è in grado
di deteriorare i suoi rapporti con l'Italia specialmente dopo la condanna a
morte di Termini Imerese ed il ridimensionamento dei suoi impianti del Nord.
Dovrà rinunziare alla soverchieria. Mi auguro che la Fiom abbia un cuore
fortissimo, capace di reggere la tensione enorme che si accumula sui suoi
dirigenti. Finora il dopo Rinaldini appare una prosecuzione
intelligente, colta e motivata della sua tradizione.
Pietro Ancona
http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=141939
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From: pietroancona@tin.it
To: pane-rose@tiscali.it
Sent: Monday, June 21, 2010 10:00 AM
Subject: Il bluff dei piani A, B e C del padrone delle ferriere
Il bluff dei piani A, B e C del padrone delle ferriere
Colpiva ieri nel duello televisivo tra Landini e Sacconi l'atteggiamento
velenoso del Ministro del Lavoro che si comportava come sostenitore delle
ragioni della Fiat
e usava tutte le armi per intimorire e criminalizzare il coraggioso ed
appassionato segretario della Fiom. Se salterà l'investimento la colpa sarà
della Fiom e non si capisce perchè dal momento che quattro sindacati su
cinque hanno firmato in calce al decreto Marchionne. Perchè si vuole a
qualsiasi costo il consenso della Fiom? Perchè Lucia Annunziata cercava di
sapere sotto quale percentuale di no la Fiat ritirerà il suo impegno? A
quanto pare a Marchionne non basta vincere il referendum. Vuole un
plebiscito! Vuole che tutti aderiscano senza se e senza ma al suo diktat,
alle sue condizioni. Il suo nervosismo è aumentato perchè, nonostante la
mobilitazione dei quattro sindacati collaborazionisti e l'impegno del
Sindaco e dei maggiorenti pdl di Pomigliano capeggiati da Cosentino, la
manifestazione di implorazione alla Fiat è stata un fallimento. I
telegiornali e la stampa hanno parlato di cinquemila partecipanti,
(cinquemila è il numero fatidico corrispondente ai dipendenti della fabbrica
di Pomigliano), ma c'è chi afferma che si trattava di non più di duecento
persone!
Le notizie che giungono dai vertici della Fiat confermano il sospetto che
il piano B (la Panda in Polonia) sia stato e continui ad essere un bluff. Si
parla di un piano C e cioè della fondazione di una nuova società che
subentrerebbe nello stabilimento Giovanbattista Vico assumendo ex nuovo i
lavoratori. Insomma si farebbe come all'Alitalia con la stipula di un
contratto del tutto nuovo e la selezione rigorissima del personale più
malleabile e più disponibile a soddisfare le voglie del management.
Colpiscono le dichiarazioni di Marchionne sull'alta qualità dei prodotti
Fiat realizzati all'estero contrapposta alle auto prodotte in Italia. In
verità si ha l'impressione di assistere al gioco delle tre carte e che non
siano chiari gli obiettivi veri della proprietà. Perchè questa provocazione
a Napoli? In fondo la Fiom aveva aderito al suo progetto tranne che per gli
aspetti chiaramente anticostituzionali. Epifani aveva detto che stralciando
le due questioni del diritto di sciopero e della malattia l'accordo si
poteva fare. Io non condivido l'adesione ad un progetto che vuole i
lavoratori digiuni per otto ore e che sequestra la loro vita privata. Ma la
disponibilità ad accettare qualsiasi sacrificio era stata data. Ed allora,
perchè si vuole stravincere e si pretende la sottomissione a condizioni che
cancellano tutti i diritti e stabiliscono obbligazioni per i lavoratori che
li riducono a
soggetti passivi, a macchinario vivente? Credo che lo scopo riguardi non
solo Pomigliano ma tutto il gruppo Fiat italiano che viene violentemente
strattonato e ridotto a produzioni secondarie ed in via di esaurimento.
Insomma si sta alzando un polverone per avere il pretesto di mettere tutto
il gruppo Fiat italiano in un binario morto senza futuro. La situazione
italiana è aggravata da diversi fattori politici assai preoccupanti. In
primo luogo il governo non svolge il suo ruolo istituzionale super partes e
di attenzione ai problemi strategici dell'industria italiana. Si limita a
fiancheggiare con urla da stadio Marchionne. Tremonti ne esalta il profilo
"riformista" mentre Sacconi lavora davanti e dietro le quinte per indebolire
la Fiom ed isolarla. Il PD appoggia apertamente la Fiat di cui è da sempre
il partito di riferimento e non solo a Torino. La CGIL ha un atteggiamento
di pubblica ostilità verso la Fiom e la sua volontà viene espressa dalla
minoranza Fiom che si dichiara disponibile ad accettare tutto dopo il
referendum di domani. L'intervista di Epifani al Corriere della sera
contiene affermazioni sconcertanti.
Lo scenario politico generale in cui si svolge la vicenda è di sfascio.
Ieri a Pontida diversi Ministri tutti in divisa verde hanno minacciato la
secessione del Nord. E' stato chiesto che i Ministeri si spostino da Roma a
Milano, Venezia e Torino. Il federalismo è la via democratica alla
separazione secondo Bossi ed altri autorevoli esponenti del Governo. Tra
questi il Ministro agli Interni. La macellazione della bestia-Stato secondo
la dottrina Tatcher-Reagan è in corso. I servizi del welfare sono tutti in
crisi mentre l'oligarchia politica diventa sempre più autoreferenziale e
pensa ad arricchire se stessa. Gli scandali della cricca al governo dilagano
oltre-tevere e viene meno anche la autorità morale della Chiesa che, in un
paese cattolico, desta scandalo e disorientamento. I paesi colpiti dal
terremoto o da disastri come L'Aquila ed i centri siciliani sono abbandonati
a se stessi. Lo Stato non c'è e dove c'è pone grossi problemi di libertà e
di democrazia nelle carceri, nelle scuole, dappertutto.
Infine non è accettabile che la vita della gente, la libertà, la
democrazia dipendano da successo di mercato di una auto e dalla speranza che
se ne consumino sempre di più. La competizione globale delle multinazionali
dell'auto tende a peggiorare drammaticamente le condizioni degli
operai-produttori per presentare un oggetto sempre più competitivo. Ma in
questo c'è già una contraddizione mortale:
i produttori non possono essere ridotti in miseria senza uccidere il loro
ruolo di consumatori. Se l'operaio non è in grado di comprare l'oggetto che
produce le cose non andranno bene per nessuno.
Inoltre bisogna cominciare a ridiscutere gli oggetti che si producono e
dove si producono. Il provincialismo dei sindacati italiani ha sottovalutato
le ragioni dell'allargamento della UE voluto a suo tempo da Prodi e dalla
borghesia capitalistica senza tenere conto delle condizioni di grande
difficoltà di tanti paesi dell'Est europeo. Si è voluto mettere una grande
zona di povertà a disposizione della industria occidentale per potere
scorazzare liberamente ed indebolire e far regredire la condizione di vita
di tutti i lavoratori che, nei paesi industrializzati, in tanti decenni di
socialdemocrazia, avevano dato vita ad un sistema di vita civile, eccellente
per molti aspetti (vedi sanità francese), invidiato dagli USA. Ma, nei paesi
dell'Est europeo, c'è stata l'esperienza comunista rimpianta da un numero
crescente di persone. Solidarnosc, se confronta la condizione degli operai
di oggi a quella esistente durante il comunismo, si rende conto di quanto
sia peggiorata financo sul piano della dignità delle persone. E questa è una
contraddizione che non viene sanata da governi di destra.
E' giunto il momento di una iniziativa comune dei sindacati in Europa e di
creare un sindacalismo alternativo. E' necessaria una secessione dai
sindacati collaborazionisti "moderati" per dare vita ad organizzazioni che
siano il corrispettivo della Linke sul piano politico. Die Linke ha
ereditato la cultura della socialdemocrazia europea. Un nuovo Sindacato deve
ereditare la cultura
conflittuale che anche la CGIL ha smarrito. Un sindacato che non è fazioso,
cioè, di parte è immorale! Non fa gli interessi dei suoi rappresentati. Se
il Sindacato è moderato, si fa carico di tutto, contrasta non solo con gli
interessi di cui è portatore ma chiude il futuro alla società. Il futuro si
costruisce costringendo l'economia ad adattarsi a condizioni sempre migliori
per i lavoratori. Queste condizioni danno splendore, lustro, prosperità a
tutti. E' già accaduto in importanti decenni dominati dalla parola d'ordine
densa di saggezza sociale: "il salario variabile indipendente! durante i
quali l'Italia è cresciuta... Se dovessero essere i lavoratori ad adattarsi
alle condizioni dell'economia il risultato sarà ed è già di regressione, di
medioevo sociale!
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: seriogiorgio@tiscali.it
Sent: Tuesday, June 22, 2010 3:50 PM
Subject: La doppia truffa del referendum e del piano C
La doppia truffa del referendum e del piano C
Dalle otto di stamane si vota il decreto Marchionne nello stabilimento di
Pomigliano d'Arco. Cinquemila operai sono stati precettati ed obbligati al
voto dal momento che la Fiat considera quella di oggi giornata lavorativa ed
ogni assenza dovrà essere giustificata da certificato medico.
Ieri sono intervenuti grossi calibri nazionali a sparare le loro munizioni
a volte fatte di volgari contumelie contro la Fiom e la resistenza operaia
diffusa in tutta la Fiat. La signora Marcegaglia si distingue per
particolare ed aggressiva volgarità. Nelle fabbriche del suo gruppo qualcuno
dei suoi dipendenti ci lascia le penne ma questo non la induce ad
avvicinarsi alla categoria dei lavoratori che non hanno la fortuna che lei
ha avuto di nascere ricca in ricca famiglia con il rispetto che si usa tra
le persone civili nei paesi civili. Sacconi si dichiara convinto della
sconfitta della Fiom ed anche questa è una stranezza, una anomalia di un
paese che ha un Ministro del Lavoro di parte, embedded del padronato che
impiega tutto il suo tempo a studiare con i suoi collaboratori come impedire
l'accesso alle garanzie costituzionali agli operai, come rendere loro le
leggi un groviglio inestricabile costoso ed inavvicinabile. Basti vedere
l'allegato lavoro che è tutto un assedio leguleio all'art.18 disseminato di
trappole per scoraggiare il ricorso alla Magistratura ed anche per impedire
a questa di intervenire se lo volesse.
E' intervenuto il meridionalista Maroni per spiegare che è importante
garantire alla Fiat di restare in loco e quindi che bisogna oggi votare si
se si vuole "sicurezza nel territorio". Insomma chi non vota o vota a
dispetto di Marchionne il no se proprio non è camorrista favorisce la
camorra. Il fatto che il suo collega di governo, il sottosegretario
Cosentino, inseguito da un mandato di cattura proprio per questioni di
camorra, raccomandi come lui di non far dispiacere Marchionne non lo
disturba. Si è mobilitata anche la Regione Campania con in testa il
Presidente Caldoro, figlio d'arte, approdato dal craxismo alla destra
berlusconiana e l'intero consiglio regionale. Gli oligarchi della regione,
tra i politici più pagati del mondo con stipendi di senatori ed annesse
prebende e privilegi vogliono che gli operai isolino la cattivissima Fiom,
approvino il programma Fiat, si facciano carico della concorrenza estera che
dobbiamo sconfiggere per piazzare le nostre belle Panda. La Regione Campana
ha alle spalle venti anni di sperperi bassoliniani e bipartisan, ha creato
tanti amministratori di società miste del tutto inutili da fondare una vera
e propria nuova classe di redditieri, non si sa quanti consulenti di
consulenze che nessuno vede o legge siano a suo carico, non ha uno straccio
di progetto di risanamento e sviluppo del territorio ma ritiene di
appoggiare una dura scelta di impoverimento e sfruttamento dei suoi
lavoratori e magari di fare del territorio campano una sorta di zona franca
per gli investitori allergici al rispetto dei contratti e delle leggi.
La Fiat e la Confindustria sono molto inquieti e temono di non fare il
pieno, di non avere una sottomissione plebiscitaria nel rito di potere che
con molta teatralità e tante minacce è stato messo in piedi. Vuole a tutti i
costi l'adesione di tutti. La democrazia del cinquantuno per cento non gli
basta. Vuole che la Fiom venga radicalmente delegittimata della sua
rappresentatività e che non non ci siano voti difformi corrispondenti alla
sua forza nella RSU. La posta in gioco non è il consenso al decreto già
sottoscritto da quattro "sindacati" ma la sconfitta del sindacalismo
autonomo e quando necessario conflittuale che oggi incarna la Fiom. Si deve
sconfiggere la Fiom!! Delenda Fiom!! Si vuole fare del referendum un evento
epocale, uno spartiacque tra ieri e domani. Da domani tutti i contratti
nazionali di lavoro diventeranno carta straccia e si aprirà la stagione
della Grande Deregulation. Ogni azienda presenterà il suo conto e pretenderà
nuovi sacrifici ai suoi dipendenti.
Ma la Fiat è tentata da una operazione ancora più radicale. La cosidetta
ipotesi C e cioè la cessazione dello attuale stabilimento ad una nuova
società da lei stessa costituita che, come per l'Alitalia, azzererà la
condizione di tutti i dipendenti e riassumerà le persone che le saranno
gradite e che saranno disponibili alle sue voglie. Trattasi di vera e
propria truffa, di un fumus che non regge
perchè a rigore di logica dovrebbe essere l'intera Fiat a dichiararsi
fallita e non soltanto lo stabilimento di Pomigliano d'Arco e perchè non si
può ripetere l'evento Alitalia soltanto per avere la comodità di
potere determinare le condizioni più vantaggiose per l'azienda. E' vero che
la materia del diritto é assai flessibile e manipolabile ma ci sono dei
limiti tra il lecito e la truffa. Il Piano C si configurerebbe come una
truffa dal momento che la cordata dei nuovi proprietari sarebbe
rappresentata soltanto dal signor Marchionne, da Montezemolo, dalla famiglia
Agnelli. Fiat venderebbe a se stessa! Non si può fare entrare l'asino per la
coda!
Torniamo al voto di oggi. Si svolgerà non solo in un clima di ricatto
perchè è stato detto che il decreto vidimato dai sindacati "responsabili"
non ha alternativa ma anche in condizioni di non trasparenza e senza
garanzie. Il referendum sarà gestito dai firmatari dell'accordo che
naturalmente hanno interesse ad un risultato che confermi il loro operato.
Ci saranno scrutinatori ed osservatori indipendenti? Le schede come saranno
infilate nell'urna ed in presenza di chi? Ci sono garanzie per la segretezza
del voto? Il mio ricordo del referendum CGIL-CISL-UIL sugli accordi
stipulati nel luglio 2007 è sconcertante. Si attribuirono alla Sicilia 700
mila votanti che io considero inverosimili. Per me avevano votato al massimo
duecentomila persone, e forse neppure queste, ma nessuno ha potuto
contestare la cifra ufficiale di votanti con l' ottanta per cento per il si
dal momento che gli strumenti elettorali erano tutti e soltanto nelle mani
dei promotori del referendum. L'Italia ha certamente bisogno di una legge
che regoli questa materia ed in generale tutta la materia dell'art.39 della
Costituzione a tutela dei lavoratori dal momento che i sindacati hanno
assunto un ruolo che incide profondamente sui loro interessi che potrebbero,
come spesso accade, non collimare con i loro.
Pietro Ancona
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----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, June 23, 2010 8:01 AM
Subject: Sconfitta di Marchionne (1673 no su 4642)
Sconfitta di Marchionne (1673 no su 4642)
I no al decreto Marchionne sono stati numerosissimi, assai di più di quanto
fosse lecito aspettarsi da un evento svoltosi in un clima di pesante
intimidazione con il ricatto della chiusura dello stabilimento fonte del
lavoro e della vita di cinquemila lavoratori e delle loro famiglie. Accanto
alla Fiat si erano e sono tuttora schierati i massimi calibri del governo e
della politica italiana da Bersani a D'Alema a Sacconi e la Confindustria
non ha mancato di coprire tutta l'operazione non solo con intenso
traccheggio con i partiti e i maggiorenti della Oligarchia ma anche con i
ripetuti insulti della signora Marcegaglia ai lavoratori. Qualcuno dei
pennivendoli più servizievoli della Fiat si è spinto financo a tacciare gli
operai come ladri. I no sono oltre un terzo dei votanti: 1673 su 4642. Voti
pesanti che valgono moltissimo perchè scaturenti da un convincimento
profondo che ha permesso di
superare controcorrente una pressione enorme.Merito della Fiom e dei Cobas
che hanno dato una indicazione di difesa della salute, della dignità e della
libertà dei lavoratori e della città di Pomigliano che non può e non deve
diventare sede di uno stabilimento-penitenziario di sperimentazione di una
spaventosa riforma della organizzazione del lavoro.
L'introduzione del sistema WMC succede all'uomo albero di Gianni Agnelli
che 40 anni orsono fece la sua comparsa alla Fiat di Termini Imerese. Era un
operaio che da una buca scavata sotto la catena di montaggio era costretto a
tenere alzate le mani per stringere bulloni. Il sistema WMC voluto da
Marchionne e dai sindacati collaborazionisti ridurrebbe i lavoratori a mero
macchinario vivente e spingerebbe molti di loro al suicidio come è accaduto
dovunque è stato sperimentato dalla Cina alla Francia. La lunga lista di
suicidi della Telecom francese si deve proprio ai principi di questo nuovo
Verbo post taylorista. Il plebiscito reclamato da Marchionne è originato
dalla preoccupazione di avere la piena malleabilità dell'intera manodopera.
Si afferma che basterebbe un granello per inceppare il meccanismo
produttivo. Il sistema richiede una manodopera che sia docile, ubbidiente,
capace di produrre per tutti i secondi della sua giornata lavorativa che non
deve essere disturbata dalla pausa pranzo. Otto ore consecutive di lavoro a
digiuno per proseguire magari con altre quattro o cinque ore.
Insomma la differenza tra un robot meccanico ed un operaio deve ridursi al
minimo. A questo sarà anche difficile svuotarsi la vescica e non gli sarà
permesso un solo istante di distrazione. Sarà controllato intensamente.
Il sistema WMC introdotto con il decreto Marchionne a Pomigliano
diventerà la Grande Svolta reazionaria e fascista del sistema economico
italiano. Il padronato si è attrezzato per vincere tutte le resistenze e
sollecita alla politica una svolta anticostituzionale. L'attacco all'art.41
della Costituzione
è in linea con il sibilo della frusta di Marchionne e della Marcegaglia. Con
questa Costituzione il sistema WMC non può convivere. Il lavoro deve perdere
ogni contenuto di umanità, dignità, libertà e questo potrà farsi con la
collaborazione di sindacati "venduti" ma abbisogna di un nuovo contesto
legislativo e costituzionale.
L'Italia dovrebbe diventare una vera e propria Caserma del lavoro
militarizzato. E' il più grave attacco della lotta di classe del padronato
contro i lavoratori che dovrebbero cedere la loro autonomia in cambio di una
squallida ed infelice sopravvivenza fisica priva di diritti.
Ma a Pomigliano questa linea ha incontrato una fortissima resistenza. Si
tenterà di aggirarla spingendo la CGIL a firmare l'accordo, si tenterà di
mettere in crisi la Fiom additata ieri da D'Alema come isolata
e perdente. Bersani chiede il rispetto dell' "accordo" facendo capire
alla Fiat che il PD lavorerà per piegare le resistenze.
A volte, chi troppo vuole o chi si sente talmente sicuro da fare lo
spaccone, da svillaneggiare come ha fatto Marchionne in questi giorni, non
ottiene i risultati che si prefigge. Avrebbe fatto bene Marchionne ad
accettare il furbo suggerimento di Epifani di rinunziare a scioperi e
malattia per fare passare il grosso della sua riforma. Si è incaponito ed ha
permesso ai lavoratori ed alla sinistra italiana di scoprire la natura
orribile del suo progetto, di rifletterci sopra, di parlarne con la gente
che ha capito e si è allarmata.
Il terzo che ha votato contro convincerà i due terzi che hanno votato a
favore appena il sistema sarà messo in funzione. Basteranno pochi giorni per
fare capire agli abitanti dello stabilimento intestato al grande filosofo
napoletano che è preferibile uccidersi piuttosto che ridursi ad ingranaggi
del profitto Fiat. L'uomo di Vico capace di pensare l'infinito non ha nulla
da spartire con il robot di Marchionne. Ed è anche difficile cancellare un
paio di secoli di continua emancipazione degli esseri umani dalla barbarie
della violenza dei potenti e degli sfruttatori.
Pietro Ancona
leggi: Il lavoro e la nostra reputazione
di Furio Colombo
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