RASSEGNA STAMPA |
Lavoro e sindacati
Appendice a Da Rigola alla Camusso
Rovine sociali provocate dalla politica della UE della BCE e del FMI 11.1.2013
Uno dei capi della destra europea di fronte alle rovine sociali provocate dalla politica della UE della BCE e del FMI fa il mea culpa sull' euro "responsabile di diseguaglianze sociali " e propone una cosa per contrastare il processo fatale di pauperizzazione dei lavoratori: il salario minimo legale e cioè un minimo salariale europeo valido in tutti gli stati per evitare aree di bassissimi salari e la concorrenza al ribasso tra le classi operaie nazionali. E' davvero surreale, stupefacente, constatare due tristissime realtà, due capovolgimenti del mondo: Bersani ed il PD si incamminano a passo spedito sulla strada della politica di "austerità" quando la destra liberista occidentale comincia a prenderne le distanze ed a parlare quasi il linguaggio della critica marxista contro le sue stesse politiche. L'altra triste realtà è il meschino provincialismo dei sindacati europei che, dopo aver permesso il massacro dei lavoratori senza quasi fiatare, si pronunziano contro il salario minimo garantito in tutta Europa. Vogliono insomma perpetuare il regime di gabbie salariali che partono dal 100 della Germania per giungere al 25 della Bulgaria... Naturalmente non sarà Junker e la destra europea a tendere una mano ed aiutare la classe operaia. Ma non c'è dubbio che non possiamo aspettarci niente da Monti e dalla CGIL. Ma che razza di Europa vogliono i sindacati europei? Dove ci porterà l'agghiacciante austeritismo del PD? http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2013/01/10/Crisi-Juncker-disoccupazione-Ue-drammatica_8051214.html
Una celebrazione inopportuna 24.1.2013
Stamane si celebra a Torino in modo solenne, anzi solennissimo, il decennale della morte di Gianni Agnelli. Ci sarà il Presidente della Repubblica, un sacco di Ministri, l'establishment italiano. Tutti coloro che galleggiano sulla crisi non avendo perduto niente ma anzi accrescendo il loro agio e che oggi continuano a guidare un Paese ferito umiliato forse moribondo. La celebrazione avverrà nella Cattedrale di Torino per rimarcare la Santa Allenza tra Chiesa e Capitale che è uno dei fulcri per la tenuta del potere delle classi dirigenti e privilegiate di questo paese. Proprio stamane apprendiamo che uno di questi unti dal Signore si è liquidato per un paio di anni di lavoro 9 milioni di euro dall'Alitalia e cioè dallo Stato. L'organizzazione di questo decennale ha uno scopo che non è soltanto un omaggio alla personificazione del capitalismo italiano ma è rivolto a dare lustro alla Fiat di oggi ed alle sue politiche liberticide ed assolutamente anti italiane affidate alla brutalità di Marchionne ed alla subalternità dei governi e del PD. Oggi la proprietà degli Agnelli sta defilata dietro Marchionne esattamente come l'Avvocato stava defilato dietro Romiti al tempo del grande scontro sui trenta mila operai licenziati di Torino inutilmente difesi da Berlinguer e dalla CGIL del tempo che era il Sindacato con la S maiuscola che oggi non è più. Tutta l'Italia che conta è a Torino per prestarsi a questo spot propagandistico della Fiat. Una Fiat che nel centenario della sua storia è sempre stata detestata dai suoi lavoratori per la miserabile politica salariale che ha perseguito e per le condizioni durissime inferte. Ricordiamo che tutti i dipendenti della Fiat erano schedati e che i sindacalisti della Fiom ieri erano relegati nei reparti confino, oggi vengono discriminati ed esclusi dalle fabbriche. Non dubitiamo che Fassino Sindaco di Torino farà gli onori di casa. Il servilismo della dirigenza del PCI prima e del PD oggi verso la Fiat ed in genere l'imprenditoria italiana è causa non secondaria della crisi che sta attraversando l'Italia che non ha mai potuto contare su una sana dialettica delle parti sociali dal momento che lo scontro è sempre stato truccato a vantaggio di una parte da una oligarchia di politici che se ne è servita per fare carriera e raggiungere le stanze del Potere
25.1.2013
Il DNA della CGIL
Osservavo la platea dei delegati alla Conferenza della CGIL.Osservavo anche la scenografia dell'ambiente che la ospita, una scenografia che certamente non richiama il lavoro ed i luoghi in cui si svolge ma piuttosto lo spazio modernissimo, asettico, freddo e gelidamente impersonale di un edificio di lusso da quartiere bene della città. I delegati alla Conferenza sono certamente tutti funzionari della CGIL o equiparati. Per equiparati intendo distaccati dal posto di lavoro ma titolari di un distacco lungo lunghissimo a volte anche ventennale. I delegati rappresentano oltre cinque milioni di iscritti alla CGIL una parte considerevole dei quali pensionati. Trattasi del grande popolo silente della CGIL. E' come se un potente narcotico scorresse nelle arterie e nelle vene di questo grande corpo sociale paralizzato ed incapace di assumere una iniziativa. Avete mai sentito parlare di una assemblea, di una riunione in cui "la base!" assume l'iniziativa su un tema qualsiasi? Avete mai sentito una reazione dei tre milioni di pensioni sulla terribile riforma del sistema pensionistico? Avete mai sentito una voce, una raccolta di firme, un movimento per abolire la legge Biagi o per chiedere qualcosa, per esempio il Salario Minimo Garantito? Non succede niente. La meravigliosa base della CGIL è stata passivizzata ed imbracata. La struttura è talmente burocratizzata che difficilmente una lampada che si accende in un punto qualsiasi del grande territorio della CGIL potrà essere vista da tutta l'organizzazione. La CGIL funziona come una conglomerata di uffici. Non è più una organizzazione di classe. Il movimento è soltanto quello che di volta in volta serve alla segreteria confederale: un raduno a Roma e si riempiono i pulmann, uno sciopero di due ore e si fa lo sciopero di due ore e così via. Ma trattasi sempre di esercitazioni burocratiche e mi viene da dire ministeriali che non hanno niente a che spartire con i grandi movimenti ed i grandi scioperi generali che la CGIL era riuscita a fare fino all'avvento delle segreterie Epifani e Camusso, cioè prima della grande glaciazione suggerita o imposta dal PD. I duemila dirigenti che oggi costituivano la Conferenza e che sono gli stessi che domani costituiranno il Congresso non sono più dirigenti della classe lavoratrice emersi dalle lotte e dal movimento. Sono managers borghesi del tutto simili a quelli che di Mediaset della Cisl o della Finmeccanica. Il loro rapporto con la base dei sei milioni di iscritti è lo stesso che i dirigenti di azienda hanno con gli impiegati ed i tecnici loro sottoposti. Il DNA della base della CGIL non è cambiato ma quello delle strutture dirigenziali si. Non è più lo stesso. Nelle vene dei managers sindacali e degli iscritti non scorre lo stesso sangue.
La CGIL è collaterale del PD e della Confindustria che lo controlla La CGIL è diventata del tutto un organismo di massa del PD al quale offre durante questa campagna elettorale le sue organizzazioni e la sua forza che è notevole. I problemi dei lavoratori diventano uno spot elettorale per Bersani il quale tuttavia non si schioda da tre fondamentali lesioni al diritto dei lavoratori: pensioni a 67 anni piuttosto che a 60 e poverissime, legge Biagi che nega il diritto al contratto e condanna al precariato a vita, art.18 negato che fa del lavoro un diritto del padrone e non del lavoratore. Convegni con Bersani ed altri esponenti del PD si susseguono in tutta Italia. E' vero che Monti attacca la CGIL ma Squinzi il capo della Confindustria la difende. La CGIL non è più dalla parte dei lavoratori e sta rapidamente distruggendo i valori su cui è fondata la sua lunga storia. Nei convegni della CGIL non viene avanzata nessuna richiesta. Si potrebbe avere in Italia il SMG per impedire la discesa in basso dei salari ed il Salario di Cittadinanza. Invece niente di niente e la bocca della signora Camusso resta cucita...... I massimi capi della Confindustria sono candidati nel PD: Il professore dell'Aringa ha preso il posto di Ichino. IL PD è partito rottamatore dei diritti dei lavoratori. Una ridicola grottesca reminiscenza del Piano del Lavoro di Di Vittorio senza averne l'ethos e la forza costruttiva. La CGIL non chiede l'abolizione della Legge Biagi, non chiede la pensione a 60 anni, non chiede il ripristino dell'art.18, non chiede il Salario Minimo Garantito, non chiede la Pace nel mondo, non chiede niente di niente. Terrorizza i lavoratori agitando lo spauracchio della crisi per indurli ad accettare lavoro senza diritti. Abusa del suo potere nella contrattazione che non viene mai sottoposta alla approvazione dei lavoratori Questa Conferenza è fatta per portare acqua al PD. http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/25/cgil-presenta-piano-del-lavoro-camusso-unica-condizione-anti-crisi/479887/ Alla Conferenza della CGIL invitato Giuliano Amato ex presidente del Consiglio autore della costituzione di Lisbona che traccia un percorso fascista all'Europa basato sul potere della Finanza e del capitale, invitato il Ministro Barca uno degli aiutanti della macelleria Monti, naturalmente Bersani che ha il pacchetto azionario del funzionariato CGIL ed escluso Ingroia Rivoluzione Civile che sarebbe stata la voce scomoda che avrebbe ricordato l'art.18, la pensione a 60 anni, la legge biagi, lo sfascio sanità e scuola...... La CGIL ha perso del tutto la sua autonomia ed è diventata proprietà del PD che se ne serve per cedere diritti dei lavoratori ai dirigenti della Confindustria che candida nelle sue liste http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/9082/
19.05.2013
Il
false flag del sindacato classista e progressista.
http://www.facebook.com/pietro.ancona.3/posts/483618401714325
Se la manifestazione della Fiom non fosse falsa ed ingannevole, un false flag su un sindacalismo classista progressista che non esiste più se non nel cuore della gente, Landini nel Direttivo della CGIL darebbe battaglia per un cambio di linea della Confederazione che ha assecondato la più grande sconfitta che la classe operaia abbia subito nel corso dell'intero secolo. Non si può parlare al popolo dei lavoratori e dei progressisti come si è fatto ieri a Piazza San Giovanni e stare zitti o condividere la politica della Camusso. Ricordo a tutti che la legge Fornero fu rimaneggiata dai tecnici della CGIL. Quindi non mi associo ai commenti laudativi delle anime belle e nostalgiche della sinistra che non vedono o fingono di non vedere la trave che la signora Camusso ed il signor Epifani hanno conficcato nel loro occhio. Inoltre non basta chiedere lavoro. Lo chiedono tutti! Bisogna chiedere il ripristino delle garanzie a cominciare dall'art.18. Bisogna avere il coraggio di andare controcorrente e di spiegare e far capire che il liberismo è il male assoluto e quello che si chiama vetero sindacalismo è il bene assoluto non solo per i lavoratori ma per l'intera società.
Fiom: simulazione di consenso e fallimento programmato 18.05.2013
La manifestazione della Fiom di oggi, con la partecipazione di due persone che io amo Fiorella Mannoia e Stefano Rodotà che hanno infuso la piazza con il sentimento e la scienza della Costituzione, non è espressiva della vera condizione sociale e psicologica in cui si trovano oggi i lavoratori italiani e coloro che vorrebbero diventarlo. Nella piattaforma rivendicativa della FIOM questa condizione è ignorata. Si chiedono soltanto alcune cose compatibili con la feroce linea liberista del governo e del padronato italiano. Il cuore gonfio di protesta e la speranza dei convenuti a Roma non troveranno alcun riscontro. E' come se non ci fossero. La Fiom è una potenza organizzativa da oltre cento anni a parte la interruzione del fascismo. E' in grado di fare partire centinaia di pullman dalle maggiori città italiane e farle convergere a Roma. Mettersi su un pullman ed arrivare a Roma per manifestare non vuole necessariamente significare consenso con le politiche della Fiom e meno che mai della CGIL. La Fiom è quanto passa il convento oggi a cinque anni dall'inizio della grande crisi caratterizzata dalla latitanza e dalla complicità con il governo di Cgil CISL UIL. La saggezza operaia prescrive di non revocare la fiducia fino a quando non si è messi proprio con le spalle al muro e comunque di usare tutte le opportunità che vengono offerte. I lavoratori d'altro canto non hanno scelta: o bere o affogare! O Landini o Landini.. I sindacati di base stentano a crescere, sono emarginati e tenuti fuori dal gioco. Nelle fabbriche i sindacalisti dei Cobas spesso sono nei reparti confino. Vedi Melfi....Inoltre l'involuzione corporativistica della contrattazione li ha tagliati fuori.. Ma la manifestazione di oggi, dopo che i giornali e le tv ne avranno parlato, non produrrà alcun risultato perché non esiste un forte partito socialdemocratico o comunista capace di interpretarne la volontà in Parlamento e di tradurre in leggi le rivendicazioni dei lavoratori. Il PD non si è fatto vedere al comizio. Epifani che fino a ieri era segretario della CGIL ed ora è segretario del PD non si è visto. Questo significa non una terzietà del PD rispetto la manifestazione, ma una contrapposizione, uno stare dall'altra parte della barricata. Non è forse Colannino che illustra la politica del PD nei più importanti salotti televisivi? Il PD avrà anche un buon motivo per non farsi vedere. Il Governo si accinge a peggiorare la già bruttissima legge sulle pensioni. Peggiorerà anche la legge Fornero sulla flessibilità dei precari perché le aziende si sono lamentate che introduce una qualche "rigidità". Insomma l'operaio deve essere completamente spogliato di tutti i suoi diritti. Non ci ridurremo alla condizione dei tessili di Dakka che crepano per 1 euro al giorno ma siamo tagliati fuori per sempre dalla condizione che avevamo conquistato. Solo un cambio radicale di regime garantirà la restituzione dei diritti dei lavoratori e la loro sicurezza. Ma questo cambio radicale di regime non si vede all'orizzonte. Insomma dopo Piazza San Giovanni non ci sarà un raggio di sole, una schiarita. Il clima si appesantirà perché il governo risponderà con una torsione ulteriore dei diritti dei lavoratori. E nessuno alzerà un dito per fermarlo. Neppure Landini. Se tenterà di farlo la Camusso si poserà sulle sue spalle come la famosa scimmia della Mille e una Notte.
18.05.2013
Metalmeccanici con gavezza e museruola!
Oggi manifestazione organizzata dalla FIOM con il patrocinio della Camusso. I metalmeccanici e quanti vorranno farlo sfileranno a Roma per chiedere al governo qualche piccola mancia, non chiedere niente alla Federmeccanica ed alla Confindustria, in sostanza per appoggiare "da sinistra" il governo Letta. I lavoratori verranno portati per la gavezza e con tanto di museruola nel caso pensassero di chiedere un aumento dei salari, pensioni decenti a sessanta anni, la abrogazione della legge biagi e della legge fornero. Chi chiede questo oggi viene fatto passare per estremista quasi terrorista,. Notate come in Italia lo sciopero è stato cancellato per autolimitazione,. Si fanno manifestazioni soltanto di sabato. Non si mettono in discussione i fondamentali della politica economica e sociale del governo e non si disturba il padronato che sempre più frequentemente (vedi 1 maggio) viene associato nelle "marcette" dimostrative.
18.06.2013
L'occupazione
giovanile non esiste
In Europa si insiste nel distinguere la disoccupazione giovanile da
quella generale. Ma questa distinzione è fittizia e serve soltanto a
mostrare un demagogico intervento governativo verso i giovani magari
accompagnato da qualche nota di astio verso i lavoratori anziani definiti
"privilegiati" o "inseriti". Si è anche creata una retorica sui lavoratori
anziani che con la pesantezza dei loro diritti ridurrebbero le risorse a
disposizione dei giovani e, una volta pensionati, ne assorbirebbero di
altre. Non esistono lavoratori giovani ed anziani. Non c'è nessuna
differenziazione reale che possa giustificare questa distinzione su base
anagrafica. Generalmente i giovani sarebbero inferiori a 29 anni. E perchè
non a 28 o a 30 o a 32? Non si capisce la ratio di questo paletto. Nel
decreto varato dal governo ci sono delle cose assurde. Trattasi di una
misura che non funzionerà e non sarà in grado di avviare al lavoro i 200
mila che si propone per il motivo che è difficilissimo riscontrare la
condizione di lavoratore che "vive solo con una o più persone a carico" e
che " siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale"
(sic!) e siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi.
Le condizioni poste dal decreto sono tali da renderne impossibile
l'attuazione. I giovani "non vivono soli con una o due persone a carico" ma
vivono in generale nella famiglia originaria con papà e mamma che ancora
provvedono al loro sostentamento. Non credo che si troveranno facilmente
giovani con una o due persone a carico e che da sei mesi siano privi di
impiego. Una cosa che mi ha incuriosito è perchè mai venga fissato il limite
minimo a 18 anni. Completato il decennio scolastico cosa avviene attorno ai
16 anni si hanno i requisiti per essere ammessi al lavoro. Perchè mai si
fissa in 18 anni? Che cosa dovrebbero fare i giovani tra i 16 ed i 18 anni
dal momento che viene prescritto che debbano essere sprovvisti di diploma di
scuola media superiore? Insomma niente scuola e niente lavoro? Staccare la
questione della disoccupazione dei giovani fino a 29 anni dal problema
generale della disoccupazione e del lavoro è una operazione che mira ad
occultare la condizione generale della occupazione Che cosa ce ne faremo dei
disoccupati che vanno dai 29 anni in sù? Con quale criterio si possono
ignorare tante persone che hanno la disgrazia di avere 32 o 42 anni. Che
cosa si fa per l'occupazione dai 29 ai 67 anni? Non so come rispondono i
governanti ed i loro esperti a questo problema. Ieri in sede europea erano
intenti a mettersi in posa e farsi fotografare con l'aria tronfia di
padreeterni che chissà quale enorme elemosina avevano appena fatta ai
mortali che vivono migliaia di metri al disotto di loro... Particolarmente
impettito mi è sembrato il Presidente della Commissione Herman Van Rompuy
mentre stringeva la mano ad Enrico Letta anch'egli conscio di essere grande
statista che aveva appena risolto un problema essenziale.
9.5.2014
Soltanto negli ultimi tre mesi a fronte dell'arroganza di Renzi e
del suo governo non solo la CGIL ma anche la Cisl e l'UIL hanno
dovuto reagire ed esprimere dissenso. Naturalmente sempre in maniera
moderata senza ricorrere neppure come minaccia allo sciopero
generale. Il governo in caso di necessità politica trova subito il
sostegno di Napolitano. Il Capo dello Stato spinge i sindacati ad
inginocchiarsi davanti la Confindustria e rendersi malleabili alle
spinte "riformatrici" che vengono dalla ideologia dell'europeismo di
Draghi e Barroso.
Questo successo della Camusso è una umiliazione cocente per i
lavoratori che assistono alla riconferma di una linea che li ha
portato ad una grave perdita di valore e dignità sociale. Inoltre,
nessuno degli accordi sottoscritti da CGIL CISL UIL ha mai avuto la
ratifica di un referendum confermativo. I lavoratori hanno dovuto
subire tutto ed inghiottire rospi sempre più indigesti. C’è un
problema enorme riguardante il diritto delle Confederazioni di
firmare accordi senza mai farli ratificare dai lavoratori
interessati.
La CGIL si trova ora in una situazione particolarmente difficile.
Dopo avere assecondata la discesa agli inferi dei lavoratori
italiani si vede contestata dal governo capeggiato dal segretario
del partito che controlla la totalità dei suoi dirigenti il quale
nega il diritto sindacale alla trattativa ed alla concertazione e
dichiara di volere fare da solo senza subire condizionamenti. Il
governo Renzi si può definire confindustriale perché accoglie nel
suo seno rappresentanti del padronato come Guidi e Poletti.
Ora non solo la CGIL ma anche la Cisl e l'UIL sono costrette a
protestare per il disconoscimento del loro ruolo. Non solo: Renzi
attacca la CGIL della Camusso in modo frontale sulla questione del
bilancio della organizzazione e dei distacchi sindacali. Insomma la
mette in discussione non solo politicamente ma anche dal punto di
vista organizzativo ed esistenziale.
In effetti la CGIL ha grossi problemi di democrazia interna. Non
credo che abbia problemi di trasparenza amministrativa perché
l’organismo è sano ed ha una etica gestionale esemplare. Non è
questo il problema della CGIL. Il problema vero della CGIL è il peso
del vertice sulla base, un peso enorme, soffocante.
La formazione delle decisioni nella CGIL procede più dal vertice
verso la base che viceversa. Una sorta di “centralismo democratico”
la tiene ingessata e ne gerarchizza l’organizzazione.
Il corpo della CGIL è fatto da funzionari iscritti al PD o graditi
da questo. Questi funzionari sono la maggioranza dei dirigenti
sindacali della CGIL. Altri provengono dalle categorie e sono in
distacco sindacale
La condizione di essere nello stesso tempo funzionario-dipendente e
dirigente limita fortemente la libertà politica. Se un dirigente è
costretto alle dimissioni non perde soltanto la carica ma anche il
lavoro, il pane quotidiano. Per questo considero straordinario il
tre per cento ottenuto da Cremaschi. Si tratta di autentici eroi
coloro che hanno sfidato l’apparato e votato per l’eretico per
eccellenza. Lo stesso non vale per il diciassette per cento di
Landini perché ha dietro di se la forza e la protezione della Fiom
ed anche perché non è detto che sia davvero intransigente
opposizione alla Camusso. La Fiom di Landini sta alla CGIL come SEL
sta al PD. La porta è sempre aperta alla collaborazione.
I funzionari della CGIL che hanno scelto l’opposizione alla Camusso
rischiano grosso. Potranno essere oggetto di isolamento, di mobbing,
financo di licenziamento. Segnalo a questo proposito la
testimonianza di Adele Grisendi. Il suo libro “la Famiglia Rossa”
racconta appunto della sua vita di dirigente funzionaria della CGIL
in Emilia, del terribile mobbing subito, del potere dell’apparato
capace di sbriciolare ogni resistenza.
Il Congresso si è chiuso in un inquietante scenario politico. Renzi
non recupera la Camusso e si apre un periodo di stallo. Per i
lavoratori italiani peggio di come vanno le cose non si potrebbe. La
speranza è che il governo cada per altri motivi Per esempio per la
vendetta dei senatori che si sono visti “rottamare” senza alcun
rispetto. Oppure perché coloro che avevano puntato su Renzi si
rendono conto che il giovanotto non regge, non ha i numeri. Tutto
può accadere ma la CGIL è al margine del campo e può solo vedere
quello che succede. E’ paralizzata al suo interno dal PD.