RAMHotel
Da oggi è in libreria il libro a fumetti che ho
scritto e disegnato
STALAG XB
edizione BeccoGiallo
www.beccogiallo.it
è la storia di mio zio Gioacchino Virga, giovane
palermitano
sottotenente dell'esercito, deportato nei lager nazisti.
Attraverso la corrispondenza con la famiglia ho ricostruito la
sua
vicenda drammatica
e di quella dei tanti militari italiani imprigionati dopo l'8
settembre 1943 (oltre 750.000).
La privazione di cibo diventa la sua ossessione.
Ossessione che ha bisogno di fissare su un taccuino dove un
elenco di
cibi prelibati diventa il suo personalissimo diario di guerra.
Sono contento di avere avuto la possibilità di raccontare
questa
storia e di averlo fatto attraverso il fumetto.
Saluti,
Marco Ficarra
Studio grafico RAM
Via San Valentino 1F - 40122 Bologna, Italia
39 0516493296 - 39 348 8705264
www.ramdesign.it -
www.ramhotel.com
****
Stalag XB
Da Stefano Munarini, Su
02/07/09 16.16
Pur non trattandosi di un volume a fumetti
targato Panini Comics non potevamo non
segnalare
ai nostri lettori l’uscita di STALAG XB. I motivi sono
due. Il primo è rappresentato dall’autore, nientemeno che
Marco Ficarra, fondatore dello Studio RAM. Centinaia di
nostri albi italiani, tedeschi e francesi portano questa sigla
nei credits dei nostri albi alla voce lettering e siamo felici
di incontrarlo oggi in libreria come autore di testi e disegni
di questo racconto.
Il secondo motivo per il quale ve lo consigliamo
risiede nel tema del libro pubblicato da BeccoGiallo. Si tratta
di una storia vera, quella di Gioacchino Virga, zio del nostro
Marco. Un giovane palermitano sottotenente dell'Esercito e
deportato nei lager nazisti, la cui ossessione per la privazione
di cibo viene addirittura fissata su un taccuino che reca sempre
con sé. Cibi prelibati, ormai un lontano ricordo, che il giovane
mette su carta nel suo personalissimo diario di guerra. Nella
sua vicenda dolorosa, quasi surreale, si rispecchia quella degli
oltre oltre 750.000 militari italiani imprigionati dopo l'8
settembre 1943.
Tag: stalag xb
|
Altre recensioni:
L'Unità
BOLOGNA 5 luglio 2009
La storia
vera di Gioacchino Militare internato nello «Stalag XB»
di Andrea Bonzi
«Su pezzetti di carta che aveva intitolato “piatti prelibati”,
Gioacchino appuntò i suoi desideri: pani, fichi, olive e
frittelle, il
dolce che sua madre amava preparargli più spesso. Lui non aveva
fame
di cibo qualsiasi: voleva il cibo di casa sua». Gioacchino Virga
è uno
degli oltre 750mila militari italiani che, dopo l’armistizio
dell’8
settembre 1943, vennero deportati dai nazifascisti per non aver
aderito alla Repubblica di Salò, preferendo restare fedeli al
re. La
storia di Gioacchino, che morì di fame e di freddo nel 1945, in
un
campo di concentramenti a Norimberga, è raccontata in «Stalag
XB», la
graphic novel realizzata da Marco Ficarra. LE LETTERE E LE FOTO
«Un
paio di anni fa, mio padre mi diede le lettere di suo cugino -
racconta Ficarra, palermitano trapiantato a Bologna da vent’anni
-, le
aveva spedite dal campo di concentramento. Erano naturalmente
censurate, ma da ciò che vi era scritto, e soprattutto dal non
scritto, ovvero dalle emozioni che trasparivano fra le righe,
ho
pensato di trarne un racconto». Per il corredo iconografico sono
state
fondamentali «le immagini scattate clandestinamente da un
tenente,
Vittorio Valli, all’interno del campo. Dalla cattura in Grecia
fino al
ritorno a casa. Circa 400 foto che sono nell’archivio
dell’Istituto
Parri e che ho reinterpretato in alcune sequenze». Il tratto di
Ficarra è impressionistico, e trasmette la durezza di una
situazione
ai limiti della sopravvivenza. Il primo problema, per gli
internati
che lavoravano anche 14 ore al giorno e non avevano neanche i
diritti
dei prigionieri di guerra, era il cibo. Ma in tanti si facevano
coraggio: «Mi ha colpito molto questa forza d’animo, questo non
volersi arrendere - racconta Ficarra -. Chi aveva studiato,
come
Giovanni Guareschi, intratteneva i compagni con discussioni e
letture». Non solo. «I prigionieri dello Stalag XB, il primo dei
tre
campi in cui fu rinchiuso Gioacchino, riuscirono anche a farsi
una
radio. Radio Caterina, la chiamavano. Realizzata con materiali
di
risulta, poteva essere smontata facilmente per non essere
trovata
dalle guardie», osserva il disegnatore. IL SENSO POLITICO Non
sfugge a
Ficarra il senso politico della sua opera. A chi si ostina a
voler
parificare i Repubblichini ai partigiani, l’autore replica: «La
riconciliazione può avvenire solo partendo da una ricostruzione
dei
fatti condivisa, non reinterpretata a seconda della convenienza
politica».
abonzi@unita.it
8 settembre: “Stalag XB”
By Andrea Plazzi
L’amico Marco
Ficarra (fresco fresco
di un blog personale che nei prossimi
giorni andrà a regime) è grafico,
illustratore pittore e – cosa non molto nota
– una delle figure che a partire dagli anni
Novanta più hanno contribuito
all’innovazione tecnico-professionale e alla
qualità dell’editoria a fumetti.
Con lo studio grafico RAM da lui fondato è
stato infatti tra i primissimi in
Italia a sviluppare il
lettering computerizzato, in
autonomia e spesso in anticipo rispetto agli
USA, eterno mercato di riferimento.
Tra le qualifiche di cui sopra Marco ha
aggiunto da poco quella a me carissima di
autore di fumetti: il suo
volume
Stalag XB, uscito per
Becco Giallo a ridosso dell’estate, ha
già ricevuto numerose e ottime recensioni.
Il libro nasce da una
storia famigliare che Marco conosceva da
tempo e che a un certo punto ha dovuto
raccontare: il suo pro-zio
Gioacchino Virga, ufficiale
dell’esercito regio durante la II Guerra
Mondiale, all’indomani dell’8 settembre 1943
fu internato in diversi campi di lavoro e di
concentramento, per poi morire in quello che
dà il titolo al libro dopo essersi rifiuto
di aderire alla Repubblica di Salò.
Non sono la persona
migliore per valutare e recensire un libro
che ho visto nascere sin dalle primissime
pagine e mi limiterò a dire che la
mezzatinta dello stile falso-naif di Marco è
davvero espressiva e a un
vecchio lettore fa un certo effetto
ammirarla in pagine che assomigliano a un
sorprendente omaggio alla tradizione
amatissima (e lontanissima dalle atmosfere
del libro) del pocket italiano, con quelle
due grandi vignette in ciascuna pagina.
Domani, 8 settembre (e
quando se no?), il libro viene
presentato a Bologna presso la sede
dell’Istituto
Storico Parri Emilia-Romagna,
nel loggiato del chiostro del complesso
conventuale di San Mattia, con
ingresso dal civico 20 di via Sant’Isaia.
Insieme all’autore interverranno il
Direttore dell’Istituto Luca
Alessandrini, il giornalista ed
esperto di fumetto Luca Baldazzi,
Alberto Sebastiani
dell’Università di Bologna e infine
Bruno e Silvana Vialli,
figli del tenente Vittorio Vialli,
autore di io Vialli" target="_blank"
href="http://www.museodellaresistenzadibologna.it/collezioni/vialli/vialli.htm">
un ricco fondo fotografico che è stato di
grande aiuto nella stesura del libro.
Presiede l’incontro Giuseppe
Giampaolo, Presidente
dell’Istituto.
Il libro ha un
sito (dove in particolare trovate il
booktrailer) e in questi giorni gli si
sta affiancando
8 settembre 1943, un originale progetto
online di raccolta di documenti,
testimonianze e materiali di ogni tipo su
questa data cruciale che si attiverà nelle
prossime settimane.
|